Bibliografia

giovedì 2 agosto 2012

Lavori e Lavori Netti

Mentre Super Mario si diletta a viaggiare per mezza Europa sparando balle sullo stato di salute dell'Italia, mendicando inoltre credibilità ed investimenti, la realtà economica morde voracemente l'Italia mostrando come la sua "cura" sia soltanto profumo per nascondere la puzza di un cadavere. Il tasso di discoccupazione è aumentato ad un mostruoso 10.8%, la produzione industriale è calata al -6.9% rispetto al 2011, le imprese chiudono a migliaia (sono cessate 146,000 aziende nei primi 3 mesi del 2012 con un saldo negativo di -26,000 imprese) e il debito pubblico è in costante aumento. Non solo, grazie alla tassazione selvaggia che incombe sul popolo Italiano vengono sovvenzionati posti di lavoro non richiesti dal mercato, bensì creati artificalmente. Sono insostenibili? Non importa. Quindi, invece di esultare, ad esempio, per la Sicilia che "crea" posti di lavoro bisogna riflettere su cosa ciò comporti nel lungo periodo e soprattutto considerare i costi che questa politica sconsiderata porta con sé. I Keynesiani non possono far altro che esultare poiché durante una recessione, secondo la loro dottrina, l'apparato statale deve sostituirsi al setttore privato ed "investire" al fine di sostenere la domanda depressa. Guardate questa immagine, è proprio quello che sta accadendo negli Stati Uniti; il settore pubblico si è costantemente sostituito al settore privato, dove un manipolo di burocrati si è sostituito alle scelte individuali delle persone. Il QE è stato il propellente di questa scelleratezza. Ecco perché sia l'Italia che gli Stati Uniti sono indirizzati verso il Grande Default. Ecco perché il Keynesismo affronterà anch'esso l'ennessimo fallimento sin dal 1936. Fate le vostre scommesse.
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di Thomas Sowell


Una delle ragioni per la popolarità della retorica politica è che tutti possono avere ragione, secondo la propria retorica, non importa quanto la retorica di un lato contraddica la retorica dell'altro lato.

Il presidente Obama ripete costantemente quanti milioni di posti di lavoro sono stati creati durante la sua amministrazione, mentre i suoi critici ripetono costantemente quanti milioni di posti di lavoro sono andati perduti durante la sua amministrazione. Come possono avere entrambi ragione – o, almeno, come possono farla franca con quello che stanno dicendo?

Ci sono posti di lavoro e ci sono posti di lavoro netti. Questo è vero non solo oggi, ma è stato vero negli anni passati.

Negli anni '80, quando c'erano enormi perdite di posti di lavoro nel settore siderurgico, il governo limitò le importazioni di acciaio straniero. E' stato stimato che ciò salvò 5,000 posti di lavoro nell'industria siderurgica Americana.

Ma, naturalmente, la restrizione della concorrenza che vendeva acciaio importato a basso prezzo rese più costoso l'acciaio per i produttori Americani che utilizzavano tale materiale. Pertanto il prezzo di questi prodotti aumentò, rendendoli meno richiesti a quei prezzi elevati, causando perdite di vendite in patria e nel mercato mondiale.

La morale della favola è che, mentre vennero salvati 5,000 posti di lavoro nel settore siderurgico Americano, vennero persi 26,000 posti di lavoro nelle industrie Americane che producevano prodotti in acciaio. Quindi, il paese perse posti di lavoro limitando l'importazione dell'acciaio.

Niente di tutto questo era peculiare al settore siderurgico. Si stima che le restrizioni per l'importazione dello zucchero siano costate la perdita di tre volte i posti di lavoro nel settore dolciario rispetto a quanti ne hanno salvato nel settore dello zucchero. Il prezzo artificiosamente elevato dello zucchero negli Stati Uniti ha portato alcuni produttori dolciari Americani a trasferirsi in Messico e in Canada, dove il prezzo dello zucchero è inferiore.

Non esistono pasti gratis nel mercato del lavoro, non più di quanti non esistano altrove. Il governo può sempre creare particolari posti di lavoro o salvare posti di lavoro particolari, ma questo non vuol dire che si tratta di una creazione netta di posti di lavoro o di un salvataggio netto di posti di lavoro.

Il governo può creare un milione di posti di lavoro domani, assumendo semplicemente questo ammontare di persone. Ma da dove prende il denaro il governo per pagare queste persone? Dall'economia privata – che perde i soldi che il governo guadagna.

Con meno soldi nel settore privato, la perdita di posti di lavoro può facilmente superare il milione di posti di lavoro creati nel governo o nelle industrie sovvenzionate dal governo. La creazione di "posti di lavoro verdi" da parte dell'amministrazione Obama si è rivelata più costosa in termini di denaro/posti di lavori rispetto alla creazione di un posto di lavoro nel settore privato.

Oltre a ridurre posti di lavoro nel settore privato prendendo soldi da quest'ultimo per finanziare posti di lavoro sovvenzionati dal governo, l'amministrazione Obama ha reso le aziende riluttanti ad assumere a causa delle enormi incertezze che ha creato nelle imprese per quanto riguarda il costo di eventuali dipendenti. Con migliaia di regolamenti ancora da scrivere per implementare l'ObamaCare, nessuno sa quanti costi si aggiungeranno al costo dell'assumere nuovi dipendenti.

Di fronte a questa situazione di incertezza economica, anche le imprese che registrano un aumento della domanda per i loro prodotti sono in grado di soddisfare questa domanda facendo fare ai propri dipendenti orari straordinari, invece di assumere nuovi dipendenti. Molti datori di lavoro assumono lavoratori a tempo determinato, che non hanno legalmente il diritto a beneficiare di prestazioni come l'assicurazione sanitaria, e che quindi non sono influenzati dal costo dell'ObamaCare.

Quando il Presidente Obama si vanta del numero di posti di lavoro creati durante la sua amministrazione, i numeri da lui citati possono anche essere corretti, ma non conta gli altri lavori che sono stati persi durante la sua amministrazione. I suoi critici citano quest'ultimo dato. Entrambi possono pretendere di avere ragione, perché parlano di cose diverse.

Qual è stato l'effetto netto? Durante questa amministrazione, la proporzione della popolazione in età da lavoro che ha un lavoro è scesa al livello più basso da decenni. Il tasso di disoccupazione ufficiale non conta i milioni di persone che hanno semplicemente rinunciato a cercare un lavoro.

Se tutti rinunciassero a trovare un lavoro, il tasso ufficiale di disoccupazione scenderebbe a zero. Ma questo difficilmente significherebbe che il problema sia stato risolto o che lo "stimolo" abbia funzionato. Creare posti di lavoro particolari non vuol dire un aumento netto dei posti di lavoro.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. http://keynesblog.com/2012/06/22/keynes-e-la-crescita-felice/

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  2. Ciao Anonimo.

    Quasi mi mancavano le stronzate dei Keynesiani, sai? Quando leggo "fallimento del capitalismo" non posso non pensare alle giravolte che ogni volta Stiglitz deve compiere per sostenre quest'assurdità. Ma veniamo a noi. Stasera avevo tempo e me lo sono letto un pò questo pezzo. Qualche appunto quindi:

    1). A scanso di equivoci vorrei sottolineare che la cosiddetta "disoccupazione tecnologica" è una palla. Non solo confutata da Popper, ma prima di lui da Bastiat.


    2). cit. "Una visione che [...] si concentra sulle contraddizioni intrinseche al capitalismo e per le quali quest’ultimo, lasciato a se stesso, si comporta come un sistema tendenzialmente instabile ed iniquo.

    Capisco. Quindi, secondo questa linea di ragionamento, il rischio teasparente significa "instabilità" e fallimenti a causa di scelte sbagliate significa "iniquo." La propaganda per terminare la free banking era faceva leva su questi punti.

    Stranamente, il periodo che va dal 1865 al 1914 è stato il lasso di tempo più prolifico per l'Occidente ed è stato caratterizzato per lo più da un'economia capitalista "lasciata a sé stessa." Cosa mi sono perso?

    Fu l'intrusione del governo negli affari economici a distruggere progressivamente questa crescita e ad impoverire nel tempo la popolazione.


    cit. "Il suo essere una monetary economy, dove la soddisfazione dei bisogni è secondaria allo scopo del profitto, lo espone continuamente a uno stato di crisi, dagli accessi più o meno forti, con riflessi negativi sull’occupazione e sulla distribuzione del reddito."

    Capisco. Quindi la soddisfazione dei clienti è solo uno specchietto per le allodole. Strano. Eppure le decisioni dei clienti in Bolivia hanno buttato fuori dal paese (attraverso l'astensione dal consumo) una delle catene commerciali più note: McDonald's. Il governo ne è rimasto fuori.

    Mistero misterioso.


    3). Chiudo con una "perla."

    cit. "E quel che è peggio, sottolinea Skidelsky, è che tutto questo avviene in una sorta di “coazione a consumare”, mentre la quota di reddito che va al lavoro tende a sempre più a restringersi, e tendono ad aumentare le disuguaglianze tra i redditi. Un meccanismo perverso, in definitiva, nel quale non è nemmeno detto che risultino soddisfatti i reali bisogni dell’uomo."

    Questa è da ridere. Keynesblog confuta Keynes e la scellerata teoria del suo "quasi-boom" perenne.

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