di Gary North
Questa è una critica ad un articolo di Jesus Huerta De Soto, pubblicato sul sito del Mises Institute: "Una Difesa Austriaca dell'Euro."
In questo articolo, ho dovuto aprire degli armadi per tirare fuori molti scheletri. Questi ultimi sono rimasti appesi lì dentro per 70 anni in piena vista, ma sono stati ignorati. De Soto ha forzato la mia mano.
MISES E ROTHBARD SUL SETTORE BANCARIO
De Soto inizia con una sintesi del sistema monetario della teoria Austriaca. Comincia con la posizione di Rothbard: un sistema bancario con riserva del 100%. Ciò significa che le banche non possono legalmente emettere ricevute di deposito per oro o argento che non hanno in deposito. Non possono legalmente emettere assegni per più denaro di quello che hanno in deposito.
Questa restrizione si oppone in teoria alla norma proposta da Ludwig von Mises. Mises credeva nel free banking. Non credeva che il governo dovesse stabilire un qualsiasi obbligo di riserva per le banche commerciali, perché non si fidava di una decisione giudiziaria del governo da dover applicare a tutte le banche. Non si fidava della capacità dei politici di esprimere un giudizio per quanto riguardava la percentuale corretta. Egli credeva che il sistema bancario, attraverso la competizione, e attraverso l'applicazione dei contratti, potesse stabilire il giusto rapporto di riserva.
Rothbard promosse un sistema bancario a riserva del 100%. Ma c'è qualcosa che non è mai menzionato dai Rothbardiani in relazione al settore bancario: Rothbard era un anarchico. Non credeva nemmeno che lo stato dovesse esistere. Pertanto, nel suo sistema bancario ideale, è impossibile per lo stato imporre un obbligo di riserva del 100%, perché non c'è stato. Non c'è agenzia con il diritto legale che possa inviare un agente con un distintivo ed una pistola per dire ad un banchiere quanto oro o argento dovrebbe avere in riserva per i conti.
Ciò significa che, in pratica, il sistema del free banking di Mises è lo standard operativo per coloro che sono seguaci di Rothbard sul tema delle banche e del governo civile. Se non c'è stato che imponga una riserva bancaria del 100%, allora il sistema deve operare in termini di un sistema bancario guidato dal mercato. Mentre i due sistemi sono opposti in teoria, sarebbero la stessa cosa in pratica.
Ho visto questo problema nel 1966. Non l'ho mai visto discusso, anche se alcuni specialisti possono averlo discusso. Questo problema venne a galla in una classe informale in cui insegnavo nel 1966. (Mi ricordo delle date in modo chiaro. Insegnavo in piccole classi una volta al mese, e una delle lezioni si è tenuta la notte in cui Texas Western sconfisse Kentucky nel campionato di basket NCAA Division I).
Come ideale etico, la riserva bancaria al 100% è corretta. Non conosco nessun libro che lo spieghi meglio del libro di De Soto sulla teoria bancaria Austriaca: Denaro, Credito Bancario, e Cicli Economici. Ma, in pratica, i politici finiranno per essere corrotti dai banchieri, e quindi i politici dovrebbero stare alla larga da tutta la legislazione relativa all'obbligo di riserva. Dovrebbero essere i tribunali a decidere. I giudici sono probabilmente più affidabili nel far rispettare i contratti rispetto ai politici.
Il fatto cruciale è questo: i banchieri non si fidano degli altri banchieri, e se il sistema giudiziario permette ai banchieri di fare assalti agli sportelli bancari dei loro fratelli per richiedere pagamenti in oro o argento, a seconda del contratto/ricevuta, il sistema è più probabile che si avvicinerà alla riserva bancaria del 100% rispetto ad un sistema in cui i legislatori decidono quale sia la riserva corretta.
De Soto prevede tre riforme. In primo luogo, egli chiede una riserva bancaria del 100%. Ma non è un anarchico, quindi non richiede la versione presentata da Rothbard, per quanto posso capire. Crede nei tribunali civili. Se sbaglio su questo, allora il suo libro sulla teoria dell'evoluzione del diritto Occidentale, che ripercorre la sostituzione di una nuova dottrina del contratto dei giudici, che ha permesso la riserva frazionaria, sarebbe irrilevante in un mondo senza stato. Poi la mia osservazione su Rothbard si applicherebbe anche a lui.
In secondo luogo, chiede l'abolizione di tutte le banche centrali. Questo è certamente coerente con entrambe le posizioni di Mises e Rothbard.
IL GOLD STANDARD CLASSICO
In terzo luogo, commette un catastrofico errore concettuale, uno che indebolisce in teoria e in pratica l'economia Austriaca. Invoca "un ritorno ad un gold standard classico, come unico standard monetario mondiale che porterebbe ad un’offerta di moneta che le autorità pubbliche non riuscirebbero a manipolare e che potrebbe limitare e disciplinare le attese inflazionistiche del diversi agenti economici."
No, no, no, mille volte no. Ho scritto più volte su questo argomento. Il gold standard classico è sempre stato un gold standard contraffatto. Era un gold standard in cui i governi civili avevano il controllo sulle condizioni di scambio tra le loro rispettive valute nazionali e l'oro. Ogni governo prometteva di riscattare la propria moneta nazionale ad un peso e finezza specifici d'oro.
Il governo possedeva il sistema monetario. Era statalista fino al midollo.
Ovviamente, un tale sistema non è coerente con la teoria della scuola Austriaca. La posizione della scuola Austriaca è che il governo non dovrebbe avere alcun ruolo nel sistema della moneta nazionale, se non quello di istituire un sistema giudiziario che deve interpretare i contratti. Qualsiasi riforma monetaria che tenta di ristabilire il gold standard classico accetta un sistema di promesse del governo.
Il gold standard classico era un sistema di IOU emessi dai politici. Era un sistema che si sarebbe trasformato in una certa varietà di economia guidata dallo stato. La forma più familiare è stato il controllo della banca centrale a garanzia di un eventuale default del governo sulle promesse di rimborsare l'oro ad un tasso fisso.
È per questo che il gold standard classico si trasformò in un completo standard fiat in Europa a poche settimane dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Era un sistema che era concettualmente e moralmente corrotto fin dall'inizio, perché aveva lo stato come garante della valuta statale. Si trattava della rivisitazione dell'Impero Romano. Questa è la base di ogni sistema monetario fiat che sia stato inventato. Si basa sul presupposto che le promesse dello stato, per quanto riguarda il tasso legale di cambio tra l'oro ed il sistema monetario cartaceo statale, possono essere affidabilmente stabilite dallo stato e poi applicate dagli agenti dello stato. Pertanto, il gold standard classico del XIX secolo era completamente ed assolutamente inaffidabile.
Era una truffa colossale progettata per togliere al popolo le sue monete d'oro. Era una gigantesca frode istituita dai politici per creare la fiducia nella moneta dello stato. Fu progettata soprattutto dalla Banca d'Inghilterra, un monopolio privato a riserva frazionaria creato dal governo. La strategia era quella di convincere i cittadini a girare le monete d'oro alle banche commerciali. Le banche davano una promessa al depositante: il rimborso dell'oro su richiesta. Lo stato garantiva questi contratti. La banca centrale permetteva la riserva frazionaria. Il Tesoro del governo stava dietro alle banche. Consegnava l'oro su richiesta.
Questo era così vistosamente ed ovviamente statalista e corrotto che è inconcepibile per me che un qualunque Rothbardiano possa promuoverlo. Ma De Soto lo promuove. Non lo promuove come un sistema di seconda scelta. Lo promuove come una delle tre riforme fondamentali che gli economisti della scuola Austriaca dovrebbero promuovere. Riferendosi alle sue tre riforme, scrive:
Come abbiamo detto, le prescrizioni di sopra ci permetterebbero di risolvere tutti i nostri problemi alla radice, favorendo uno sviluppo economico e sociale sostenibile mai visto nella storia. Inoltre, queste misure possono sia indicare quali riforme incrementali rappresenterebbero un passo nella giusta direzione, permettendo un giudizio più solido sulle diverse alternative della politica economica nel mondo reale. E’ solo da questo punto di vista strettamente circostanziale e possibilista che il lettore dovrebbe visualizzare l’analisi Austriaca relativa al “sostegno” dell’euro che miriamo a sviluppare nel presente documento.
La terza riforma garantisce il fallimento delle prime due riforme.
Poi arriva ad un secondo errore concettuale. Scrive:
2. La Tradizione Austriaca del Sostegno dei Tassi di Cambio Fissi contro il Nazionalismo Monetario ed i Tassi di Cambio Flessibili
No, no, no, mille volte no.
La posizione Austriaca sui tassi di cambio è sempre stata la stessa: tassi di cambio flessibili. Che cos'è un tasso di cambio flessibile? Si tratta di un tasso di cambio fissato interamente dal libero mercato, in cui il governo non ha voce alcuna.
Qualsiasi tasso di cambio di governo che viene stabilito per legge, che è il significato di tutti i tassi di cambio fissi, è un controllo sui prezzi. Tutti i controlli sui prezzi crollano. Tutti i controlli sui prezzi sostituiscono al libero mercato la coercizione. Tutti i controlli sui prezzi sono basati su qualcuno con un distintivo, una pistola, ed un divieto di scambio volontario.
E' inconcepibile per me che De Soto abbia commesso questo errore concettuale. Cade nell'errore che è stato gettato in faccia agli Austriaci dagli economisti della scuola di Chicago per oltre mezzo secolo. Vedono -- come gli Austriaci che promuovono i tassi di cambio fissi non vedono -- che gli economisti della scuola di Chicago stanno difendendo il libero mercato, e gli Austriaci stanno difendendo il controllo sui prezzi del governo.
Nel gold standard classico, il governo stabilisce inizialmente un tasso legale di cambio fisso tra la sua moneta fiat e l'oro, sia monete d'oro che lingotti d'oro. Questa è una menzogna che verrà rotta.
Poi il libero mercato, non un ente governativo, stabilisce un tasso variabile di cambio tra questo sistema gold standard garantito dal governo e tutte le altre valute. Il tasso di cambio di mercato stabilisce il grado di fiducia della popolazione in quella che è una bugia di un governo rispetto ad una menzogna di un altro governo. Tutti i governi mentono per quanto riguarda il rimborso dell'oro. Nessun IOU ufficiale sarà onorato nel lungo termine da alcun governo. Tutti mentono. Se questa non è la posizione Austriaca sulle promesse dei politici, allora non capisco la posizione Austriaca.
Quando il Governo A dice che scambierà (diciamo) 35 unità della sua valuta per un'oncia d'oro, ed il Governo B promette che scambierà 35 unità della sua valuta per un'oncia d'oro, il libero mercato istituirà probabilmente un tasso di cambio 1:1 tra le due valute. Perché? Perché il libero mercato stabilisce un tasso di cambio 1:1 tra un'oncia d'oro ed un'altra oncia d'oro della stessa finezza. Perché il Governo A ha emesso una bugia per cui scambierà sempre la propria valuta a 35 a 1, ed il Governo B ha emesso una bugia per cui farà lo stesso, le due valute si scambieranno all'incirca allo stesso rapporto fino a quando la popolazione non si renderà conto quale sarà il governo che romperà per primo la sua promessa.
Questo non è un sistema di tassi di cambio fissi tra le valute nazionali. Si tratta di un tasso di cambio fisso tra la valuta nazionale di un governo e l'oro, ed un altro tasso di cambio fisso tra un'altra valuta nazionale e l'oro.
Il tasso di cambio fisso di ogni governo nazionale -- il prezzo dell'oro garantito dal governo -- è una menzogna conveniente, e finirà per essere rotta.
Eventuali disaccordi fin qui? Oltre all'Impero Bizantino dal tempo di Costantino fino al XIV secolo, ci sono state delle eccezioni? Il sistema monetario Bizantino era un gold coin standard. Non c'erano IOU per l'oro emessi dal governo che servivano come moneta.
Tutti i tassi di cambio fissi sono bugie. Solo il mercato può tranquillamente stabilire un tasso di cambio, ed i tassi di cambio fluttueranno in termini di percezione degli investitori delle condizioni della domanda e dell'offerta, cosa che include la loro percezione dell'affidabilità dei vari governi menzogneri nel breve termine. Tutti i governi mentono, ma alcuni di loro rompono le promesse più spesso di altri.
De Soto continua.
Tradizionalmente, i membri della scuola Austriaca di economia hanno percepito come, fintanto che il sistema monetario ideale non viene raggiunto, molti economisti, soprattutto quelli della scuola di Chicago, commettano un grave errore di teoria economica e prassi politica quando difendono i tassi di cambio flessibili in un contesto di nazionalismo monetario, come se entrambi fossero in qualche modo più adatti ad un’economia di mercato.
Questa affermazione è fuorviante. Comunque, spero che sia fuorviante, perché se è vera, allora gli economisti della scuola Austriaca sono irrecuperabilmente ingenui.
Gli economisti della scuola Austriaca che promuovono un gold standard tradizionale (denaro fiat travestito) non sono diversi in linea di principio dagli economisti della scuola di Chicago che promuovono apertamente uno standard di denaro fiat. Qualsiasi promessa garantita dal governo di rimborsare la propria valuta per l'oro è uno standard monetario fiat. L'agenzia di imposizione è il governo stesso. Romperà la sua promessa ad un certo punto.
Il governo si sottrarrà ad un certo punto. Le banche commerciali metteranno inizialmente le mani sulle monete d'oro della popolazione, e quindi la banca centrale ruberà le monete a nome del governo. Questo è quello che è successo nelle prime settimane della Prima Guerra Mondiale. Era quello che il governo degli Stati Uniti fece nel 1861, mentre la Guerra Civile si stava espandendo. Permise alle banche commerciali di andare in default. Poi le banche comprarono titoli di stato con i soldi fiat. Così è come funziona il governo.
Quindi, chiunque promuova un gold standard garantito dal governo è semplicemente un altro promotore del denaro fiat. La sua teoria del denaro non è diversa dalla teoria degli economisti della scuola di Chicago. Un gold standard garantito dal governo è diverso da uno standard di denaro fiat solo nei tempi e nel grado di illusione coinvolti. La scuola di Chicago accetta l'attuale sistema monetario fiat: nessun controllo del governo sui prezzi (tassi fissi di cambio). Il tradizionale sostenitore del gold standard accetta il gold standard pre-1914: una promessa falsa che venne convertita in uno standard di denaro fiat. Ecco una regola fondamentale: "Ogni volta che il governo si fa la croce sul cuore e promette che dovesse morire in caso di inadempienza alle sue promesse, anche voi morirete se ci crederete."
"Fiat" significa "a voce." Denaro fiat vuol dire denaro creato dalla parola del governo. Il gold standard tradizionale era una moneta fiat standard: nato da una promessa del governo di rimborsare la cartamoneta per l'oro.
Ci sono solo tassi di cambio fluttuanti in un sistema di libero mercato, e chiunque pensa che una garanzia statale di un tasso di cambio fisso venga mantenuta in modo permanente è irrecuperabilmente ingenuo.
De Soto scrive:
Al contrario, gli Austriaci ritengono che fino a quando le banche centrali non verranno abolite e non verrà ristabilito un gold standard classico con una riserva obbligatoria del 100% nel settore bancario, dobbiamo indirizzare ogni tentativo al fine di portare l’attuale sistema monetario più vicino a quello ideale, sia in termini del suo funzionamento sia nei suoi risultati.
Fin qui, tutto bene.
Questo significa limitare il nazionalismo monetario per quanto possibile, eliminando la possibilità che ogni paese possa sviluppare la propria politica monetaria, e limitando le politiche inflazionistiche di espansione del credito, per quanto possiamo, creando un quadro monetario che disciplina, per quanto possibile, gli agenti economici, politici e, soprattutto, i sindacati e gli altri gruppi di pressione, tra cui politici e banche centrali.
Questo è un prodotto civetta. Questa è la promozione dell'internazionalizzazione del denaro fiat. Questa è la promozione di pianificatori centrali con distintivi e pistole che inviano burocrati al fine di costringere i cittadini di varie nazioni ad accettare la moneta del Nuovo Ordine Mondiale di Jean Monnet.
Mi sono opposto a ciò per tutta la mia vita. Dal giorno che ho imparato quello che stava promuovendo Monnet, e aveva promosso sin dalla Conferenza di Pace di Versailles del 1919, mi sono opposto all'idea di un commercio manipolato e distinto dal libero scambio. Una valuta fiat internazionale e manipolata non è collegata a nulla di Austriaco che mi viene in mente. E' un altro esempio del trasferimento di sovranità giudiziaria verso i pianificatori centrali. La popolazione Europea nel 1999 è stata ingannata sistematicamente dopo aver accettato la resa della sovranità nazionale su questa base: la promessa di una moneta stabile. Abbiamo visto come questa promessa sia saltata in aria, come è saltata in aria ogni altra promessa di stabilità monetaria da parte di agenti del governo.
Era tutta una farsa. Dal giorno in cui Monnet e Robert Schuman supportarono il trattato della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio nel 1951 fino al prossimo vertice di emergenza in Europa, il piano è sempre stato lo stesso: forzare una burocrazia internazionale al di sopra della sovranità delle nazioni. Questa è l'essenza del Nuovo Ordine Mondiale.
SCHELETRI NELL'ARMADIO
La Fondazione Rockefeller assunse Mises per scrivere Omnipotent Government (1944). Fece riferimento a ciò a pagina V. Perché la Fondazione Rockefeller mise questo denaro? Al fine di promuovere l'internazionalismo politico del dopoguerra.
Questa era stata l'agenda di John D. Rockefeller Jr. sin da quando nominò il suo agente, Raymond Fosdick, alla Conferenza di Versailles come pianificatore Americano. Lì, Fosdick e Monnet pianificarono la Società delle Nazioni come primo passo verso il governo mondiale.
Fosdick era un funzionario pubblico minore nella città di New York quando fu assunto da Rockefeller, per agire per conto di Rockefeller. Era il 1913. Rockefeller cominciò a pagarlo $10,000 l'anno, che sono l'equivalente di $200,000 di oggi, tranne che il 1913 era il primo anno dell'imposta sul reddito, con tariffe per la maggior parte delle persone ben al di sotto del 6%.
La carriera di Fosdick sbocciò. Nel 1919, era il Sottosegretario Generale Americano nella commissione di Pace di Versailles/Società delle Nazioni. Lavorò a stretto contatto con Monnet, che era Sottosegretario della Francia. La Società delle Nazioni era stata appena formata, anche se gli Stati Uniti non erano ancora parte di essa, e mai lo sarebbero stati. Nel 1919, Fosdick inviò una lettera a sua moglie. Le disse che lui e Monnet stavano lavorando quotidianamente per porre le basi ad una "struttura di governo internazionale." [31 Luglio 1919; in Fosdick, ed., Letters on the League of Nations (Princeton, New Jersey: Princeton University Press, 1966), p. 18.]
Questa non era una vanteria. Fosdick tornò negli Stati Uniti nel 1920 quando il Senato si rifiutò di ratificare il trattato della Società delle Nazioni. Subito andò a lavorare a tempo pieno per Rockefeller come capo della Fondazione Rockefeller. Nel 1958, scrisse l'unica biografia ufficiale di Rockefeller. Suo fratello, Harry Emerson Fosdick, divenne parroco di Rockefeller nel 1925, per il quale Rockefeller costruì la Chiesa di Riverside.
Ho scritto su questo argomento sul sito di Lew Rockwell: http://www.lewrockwell.com/north/north381.html
Sotto Fosdick, la Fondazione Rockefeller perseguì il piano di Fosdick-Monnet del 1919. I membri anziani dello staff capirono che la promozione del free banking e del libero scambio da parte di Mises poteva essere utilizzata come uno dei pilastri di un piano per porre tutte le economie Occidentali nel Nuovo Ordine Mondiale dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Questo era stato il programma anche prima della Guerra. La Fondazione Rockefeller portò Wilhelm Röpke ad una conferenza sull'economia internazionale nel 1937. Lo aveva assunto fin dal 1927. Da questa conferenza venne fuori il suo libro, International Economic Disintegration. Ringraziò la Fondazione per il suo sostegno a pagina VII.
Il libero commercio (senza dazi e quote) fa parte dell'agenda di tutta l'economia post-Adam Smith. Ma anche dazi bassi o nulli sono stati parte del programma degli internazionalisti politici. Il libero commercio è un'estensione di un'analisi che inizia con Smith e Jones, i quali commerciano. Il commercio manipolato è un'estensione di un'analisi che inizia con un programma politico: la distruzione dei confini nazionali. L'economista inizia con l'individualismo metodologico. La politica internazionalista comincia con il collettivismo metodologico.
Gli internazionalisti sono al controllo. Hanno i soldi e il potere. Assumono dottrine liberiste. Perché? In modo da integrare i benefici strutturali della teoria del libero scambio nel loro programma di commercio gestito da burocrazie trans-nazionali non elette.
La stessa disposizione prevale all'interno degli Stati Uniti. L'uso della clausola del commercio ha sostituito la sovranità statale sul mercato. Promuove un commercio interno manipolato. La Costituzione abolì i dazi alle frontiere statali. Gli statalisti hanno sostituito il libero scambio con il commercio manipolato. Questo è sempre l'andamento. Prima arriva la promessa di dazi bassi o nulli: tasse basse sulle vendite. Poi arrivano i burocrati del governo centrale. "Definiremo i termini dello scambio. Capito?" Arrivano con distintivi e pistole.
La Fondazione Rockefeller spese soldi per assumere economisti della scuola Austriaca per promuovere il libero scambio, ma il suo programma definitivo è sempre stato la creazione del Nuovo Ordine Mondiale: un governo centrale supremo sulla sovranità nazionale. L'agenda del NWO si è sempre mossa verso uno stato mondiale e pianificato a livello centrale.
NAFTA, WTO, E L'EURO
Mi sono sempre opposto al NAFTA ed all'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) per la stessa ragione per cui mi sono opposto all'euro e all'Unione Europea. Mi oppongo a tutte queste cose perché non si basano sul principio del libero scambio, del libero mercato e della proprietà privata. Si basano sul principio del commercio manipolato, dei mercati manipolati e della pianificazione internazionale fascista: l'amata alleanza governo-finanza.
Chiunque promuova l'euro, tra cui De Soto, è stato fregato dal piano del Nuovo Ordine Mondiale per confondere gli economisti di libero mercato e trasformarli in promotori del Nuovo Ordine Mondiale in nome del libero mercato.
De Soto si oppone al nazionalismo monetario. Dico questo: se il nazionalismo monetario fosse l'unica opzione politica disponibile al posto del denaro fiat e della pianificazione centrale dei banchieri centrali del Nuovo Ordine Mondiale, allora sarebbe meglio avere il nazionalismo monetario. Se si tratta di una questione Banca Centrale Europea contro le banche centrali delle nazioni Europee, meglio avere un decentramento.
De Soto vive in Spagna. Vive in una economia PIIGS. Le mie condoglianze. Ma se fossi un Tedesco, direi "andiamocene finché possiamo."
La zona euro è un sistema giudiziario che impone un prodotto civetta. Arruola economisti di libero mercato e uomini d'affari nel programma del Nuovo Ordine Mondiale di un commercio manipolato, di una resa della sovranità nazionale, e della creazione di una burocrazia internazionale che gli elettori locali non possono cacciare via.
E, per la cronaca, supporto la stessa posizione al riguardo della Costituzione degli Stati Uniti, che fu il primo tentativo riuscito di utilizzare l'obiettivo del libero scambio per fare in modo che i politici a livello statale cedessero la sovranità statale ad un sistema centralizzato di governo. Questo nuovo governo centralizzato non era apertamente e chiaramente disciplinato da uno standard di metalli preziosi, e subito invocò un'enorme debito nazionale e la creazione di una banca centrale nazionale, di proprietà privata, ma operativa con il monopolio (donato dal governo centrale) del controllo su tutte le altre banche.
Questo programma è sempre un prodotto civetta, e di solito funziona. Funziona ogni volta, e qualche economista di libero mercato se ne esce come una cheerleader dell'intera operazione civetta. Egli ci dice che la creazione centralizzata dei denaro fiat è superiore al denaro nazionale fiat. Questo favorisce la sostituzione del sistema di pianificazione centrale del Nuovo Ordine Mondiale a tutto il resto, vale a dire il commercio manipolato, tutto in nome della difesa dell'integrità di uno standard monetario fiat internazionale. Significa una banca centrale comune. Significa una burocrazia internazionale al di sopra della sovranità nazionale.
Ricordo la battuta finale di un fumetto del 1928 sul New Yorker, dove la madre dice: "Sono broccoli, cara." La bambina non viene ingannata. "Io dico che sono spinaci, e dico al diavolo."
Possiamo vedere come questo progetto stia funzionando oggi. Gli Eurocrati stanno puntando al fallimento dell'euro, e stanno chiedendo la resa del diritto dei governi nazionali sulle loro politiche di spesa, affinché venga trasferita ai burocrati internazionali operanti a Bruxelles.
De Soto vede l'euro come il meglio delle idee del libero mercato, non come parte di un piano che risale almeno al 1919.
E’ solo in questo contesto che dovremmo interpretare la posizione di tali eminenti economisti Austriaci (e illustri membri della Mont Pelerin Society) come Mises e Hayek.
Al contrario, dovremmo vedere l'intera operazione come un'estensione della visione di Jean Monnet e della visione delle persone che lo hanno finanziato.
TASSI DI CAMBIO
De Soto affronta la questione dei tassi di cambio. Egli invoca Hayek
Ad esempio, vi è l’analisi notevole e devastante contro il nazionalismo monetario ed i tassi di cambio flessibili che Hayek cominciò a sviluppare nel 1937 nel suo eccezionale libro, Monetary Nationalism and International Stability. In questo libro, Hayek dimostra che i tassi di cambio flessibili ostacolano un’allocazione efficiente delle risorse a livello internazionale, in quanto distorcono i flussi reali di consumo e di investimento. Inoltre, rendono inevitabile l’avvento di reali adeguamenti necessari al ribasso dei costi tramite un aumento in tutti gli altri prezzi nominali, in un ambiente caotico di svalutazioni competitive, espansione del credito ed inflazione, che incoraggia e sostiene tutti i tipi di comportamenti irresponsabili dei sindacati, i quali premono continuamente il tasto dei salari e delle esigenze lavorative, le quali non possono che essere soddisfatti con un aumento della disoccupazione se l’inflazione viene ulteriormente spinta verso l’alto.
Vedete l'errore concettuale di Hayek? Hayek non iniziò con l'individuo che agisce. Adottò invece il modello statalista per confrontare l'allocazione internazionale delle risorse.
La domanda suprema non è l'allocazione internazionale delle risorse; bensì è la questione della libertà di un individuo di fare un accordo volontario con un altro individuo. Hayek si lasciò trasportare dalla metodologia dell'analisi statalista sin dall'inizio. Non accettò mai la metodologia molto più individualista di Mises. Così, analizzò la situazione monetaria dal punto di vista delle valute nazionali, della ripartizione nazionale del capitale e dei tassi di cambio flessibili.
Fatto: tutti i tassi di cambio sono flessibili se sono volontari. Tutti i tassi di cambio sono flessibili se non c'è un funzionario con un distintivo ed una pistola puntata alla pancia di uno degli scambiatori.
Perché non è possibile che i difensori del libero mercato non lo capiscono? Potreste pensare che tra tutti gli economisti, gli economisti Austriaci lo capirebbero. Dicono di iniziare con l'epistemologia dell'individualismo metodologico. Dicono di costruire la loro tesi in termini di scambio volontario tra gli individui. Perché, allora, argomentano contro i tassi di cambio flessibili in termini della presunta inefficienza dei tassi di cambio flessibili? Questo è un rifiuto categorico dei presupposti epistemologici della scuola Austriaca.
Gli Austriaci sostengono che i tassi di cambio flessibili tra Jones e Smith portano ad una maggiore libertà e ad una maggiore ricchezza. E allora perché alcuni di loro sostengono che i tassi di cambio fissi, vale a dire il controllo sui prezzi, tra 10 milioni di Jones e 20 milioni di Smith conducono anch'essi in qualche modo ad una maggiore libertà e ad una maggiore ricchezza? Questa è schizofrenia epistemologica. Da qualche parte tra gli scambi volontari degli individui ed i tassi di cambio fissi obbligatori tra i governi, alcuni economisti Austriaci sono andati fuori pista. Spero che voi non andiate fuori strada.
Su questo punto, Hayek era uno statalista sia nella sua metodologia sia nelle sue conclusioni.
Fintanto che la conservazione del valore esterno della moneta nazionale è considerata come una necessità incontestabile, come con i tassi di cambio fissi, i politici possono resistere alle continue richieste di crediti a basso costo, evitare un aumento dei tassi di interesse, evitare più spese per “lavori pubblici,” e così via.
In primo luogo, non ci dovrebbe essere una moneta nazionale. L'idea è statalista fino al midollo. Significa soldi politici. Il controllo politico sul sistema monetario è la forma ultima del controllo statale sull'economia.
Il sistema valutario è al centro di tutti gli scambi in un'economia con un'elevata divisione del lavoro. Il controllo del denaro è la zona più importante di controllo che i politici possano ottenere. Mises l'ha sostenuto sin dal 1912 in poi. E' la base della sua teoria monetaria del ciclo economico. Ma il suo allievo, Hayek, non si è mai impegnato veramente con l'individualismo del suo mentore. Ha sempre sostenuto che il governo può e deve manomettere il sistema monetario, e ha fornito una serie di riforme monetarie alternative che erano intenzionate a rendere il governo più efficiente. Credeva nel controllo statale sul denaro. Voleva che il governo fosse più efficiente nel suo controllo sul denaro.
In secondo luogo, non voglio che il governo sia più efficiente. Voglio che il governo sia meno efficiente. Voglio ottenere meno di quanto pago al governo. Ma non sono un Hayekiano.
Con tassi di cambio fissi, una diminuzione del valore estero della valuta, o un deflusso di oro o di riserve valutarie, agisce come un segnale del bisogno di un intervento rapido del governo.
Cosa c'è di sbagliato in questo quadro? Vi dirò quello che c'è di sbagliato: il segnale richiede l'azione del governo. Non ci dovrebbe essere azione del governo. Il governo non dovrebbe intromettersi nel business del denaro. Il governo non dovrebbe preoccuparsi se l'oro scorre all'interno o se l'oro esce. Non dovrebbe essere nell'interesse del governo. Il governo lo rende un suo business perché vuole il controllo sui termini dello scambio, sia all'interno dei confini nazionali sia all'esterno dei confini nazionali. I politici vogliono un'espansione del controllo, in modo che possano inviare persone con pistole e distintivi per dire alla popolazione cosa fare. Questo è mercantilismo.
Con i tassi di cambio flessibili, l’effetto di un aumento della quantità di denaro sul livello dei prezzi interno è troppo lento per essere in generale visibile o addebitabile a chi, in ultima analisi, è responsabile di esso. Inoltre, l’inflazione dei prezzi è di solito preceduta da un aumento nell’occupazione; si può quindi anche accoglierla, perché i suoi effetti nocivi non sono visibili immediatamente.
Perché è brutto subire un lento aumento dei prezzi piuttosto che un'improvvisa svalutazione politica della moneta? Il lento cambiamento economico è un grande vantaggio del libero mercato. Consente alle persone -- speculatori -- di adeguare le proprie previsioni. Permette a tutti i partecipanti al mercato di adeguare i loro piani non appena l'informazione ed i gusti cambiano. Questo processo di aggiustamento è stato il cuore dell'analisi di Hayek del libero mercato come un processo di scoperta e di coordinamento dei piani.
Poi arrivò alla teoria monetaria e cambiò opinione.
De Soto conclude la sua discussione su Hayek con questa citazione di Hayek:
Non credo dovremmo riacquistare un sistema di stabilità internazionale senza ritornare ad un sistema di cambi fissi, che impone alle banche centrali nazionali il sistema di limitazione essenziale per una resistenza di successo alla pressione dei sostenitori dell’inflazione nei loro paesi — di solito tra i ministri della finanze (Hayek 1979 [1975], 9-10)
Hayek invocò controlli sui prezzi. Non facciamoci ingannare da ciò. Questo è statalista fino al midollo. Stabilisce il diritto delle banche centrali di opporsi agli elettori. Sostituisce il governo dei banchieri centrali alla democrazia. Qual è il prezzo a lungo termine di questo sistema politico? La resa della sovranità nazionale ad un gruppo di burocrati che gestiscono la banca centrale comune a vantaggio di banchieri multimilionari all'interno del sistema bancario a riserva frazionaria. E' la sostituzione della politica allo scambio volontario.
Il nazionalismo monetario è moralmente sbagliato e concettualmente sbagliato, perché il governo nazionale rivendica la sovranità sul sistema monetario nazionale. Ma concettualmente, la zona euro è una rapina monetaria sotto steroidi. In tutti i sistemi monetari a controllo statale, nazionali ed internazionali, il sistema monetario diventa un problema di controllo politico: pianificazione economica centralizzata. I gruppi con interessi politici vogliono avere il controllo del sistema monetario, proprio perché lo stato ha stabilito tale controllo. I gruppi con interessi speciali vogliono mettere le mani sul bottino finale: la stampante. Perché questo dovrebbe sorprenderci?
Se desiderate fermare i gruppi politici con interessi speciali nel loro tentativo di mettere le mani nei portafogli degli altri, allora c'è solo una soluzione: il governo deve uscire dal business del saccheggio. Fintanto che i governi controllano la moneta nazionale, l'essenza dell'economia si baserà su chi controlla l'offerta di moneta. Perché questo dovrebbe sorprenderci?
Consegnare il sistema monetario ad una banca internazionale centrale trasferisce la sovranità sul denaro ad un monopolio che non può essere riformato dagli elettori di qualsiasi nazione.
Sono spinaci.
PRIMA GUERRA MONDIALE
De Soto afferma che Mises aveva ragione quando scrisse quanto segue a proposito del mondo prima dello scoppio della prima guerra mondiale
Il gold standard poneva un controllo sui piani governativi di soldi facili. Era impossibile indulgere nell’espansione del credito ed ancora aggrapparsi alla parità aurea permanente sancita dalla legge. I governi hanno dovuto scegliere tra il gold standard e la loro — nel lungo periodo disastrosa — politica di espansione del credito. Il gold standard non crollò, i governi lo distrussero. Era incompatibile con lo statismo come quest’ultimo lo era col libero scambio. I vari governi abbandonarono il gold standard perché erano desiderosi di far aumentare i prezzi ed i salari interni al di sopra del livello del mercato mondiale e perché volevano stimolare le esportazioni ed ostacolare le importazioni. La stabilità dei tassi di cambio era un male ai loro occhi, non una benedizione. Tale è l’essenza degli insegnamenti monetari di Lord Keynes. La scuola Keynesiana sostiene appassionatamente l’instabilità dei tassi di cambio. (corsivo aggiunto)
Questo è il nocciolo della questione. I governi distrussero il gold standard internazionale allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Certo che lo distrussero. La guerra prevedeva il superamento dell'impegno del mondo col libero scambio in nome della guerra stessa. Così, i governi dovettero mettere le mani sull'oro della popolazione. Rubarono l'oro dalle banche centrali, che lo avevano raccolto dalle banche commerciali, che avevano rastrellato l'oro dalle mani dei privati cittadini con una menzogna: la riserva frazionaria. Perché tutto ciò dovrebbe sorprenderci?
Dal momento in cui i banchieri a riserva frazionaria promisero alle persone che avrebbero potuto ritirare l'oro su richiesta, venne istituito un sistema per una confisca di massa. Era tutto un mucchio di bugie. Perché ora qualcuno dovrebbe promuovere qualsiasi cosa che i banchieri centrali vogliono, e fare questo in nome dei principi del libero mercato e della stabilità monetaria?
De Soto scrive:
Inoltre, non è una sorpresa il disprezzo Misesiano riservato ai teorici di Chicago quando, in questo settore come in altri, finivano per cadere nella trappola del più rozzo Keynesismo. Inoltre, Mises sosteneva che sarebbe stato relativamente semplice ristabilire un gold standard e tornare a tassi di cambio fissi: "L’unica condizione richiesta è l’abbandono di una politica di denaro facile e degli sforzi di combattere le importazioni con la svalutazione."
Mises aveva così politicamente torto che quasi vacilla l'immaginazione. Non c'era alcuna possibilità che i governi post-bellici istituissero un gold standard. La condizione richiesta era ovviamente utopica: l'abbandono di una politica di denaro facile.
Tutti in politica vogliono una politica di denaro facile. Tutti in politica vogliono imbrogliare i propri creditori. Tutti in politica vogliono dare ai propri creditori denaro deprezzato. Tutti in politica vogliono far andare avanti il boom. Quindi, non vi è stato nemmeno uno piccolo passo nella direzione di ristabilire un gold standard classico sin dall'Agosto del 1914.
De Soto scrive: "Solo quando i tassi di cambio sono fissi i governi sono obbligati a dire la verità ai cittadini."
Sostengo la tesi opposta. Dal giorno in cui i governi affermarono la sovranità sulla moneta, iniziarono le bugie. Questo risale fino ai primordi della storia scritta. I tassi di cambio fissi sono un controllo sui prezzi. Sono bugie. L'essenza stessa di un tasso di cambio fisso è una bugia. E' la menzogna della stabilità economica applicata con pistole e distintivi.
Solo quando i tassi di cambio sono flessibili i governi sono costretti a confrontarsi con la realtà, anche se non dicono ai cittadini la verità. Il presupposto dovrebbe essere che il governo mentirà al cittadino in qualsiasi sistema di tassi di cambio, ma i tassi di cambio flessibili costringeranno i governi ad affrontare i prezzi del libero mercato. L'essenza di un tasso di cambio fisso è una bugia del governo, e cioè che lo stato può garantire la stabilità monetaria per mezzo di pistole e distintivi.
La mia conclusione è semplice: Il governo deve restare fuori dal business del denaro. Se gli elettori concedono al governo nazionale la sovranità sulla moneta, hanno concesso al governo la sovranità sui prezzi. Hanno concesso al governo la sovranità sull'istituzione centrale del mercato: il denaro.
L'obiettivo monetario della scuola Austriaca dovrebbe essere questo, e solo questo: la rimozione di ogni sovranità dello stato sulla moneta. Tutto il resto finirà per essere una scusa per questo o quel sistema monetario fiat, per questo o quel sistema di controllo sui prezzi, per questa o quella bugia del governo alle persone per quanto riguarda l'affidabilità della pianificazione statale sulla moneta.
Poi De Soto cita Walter Block. Qui, Block è francamente a favore del controllo sui prezzi.
Anche in assenza di un vero gold standard, i tassi di cambio fissi forniscono una certa assicurazione contro l’inflazione che non è imminente nel sistema flessibile. Nella fissità, se un paese inflaziona, cade vittima di una crisi della bilancia dei pagamenti. Se e quando esaurisce il possedimento di valute estere, deve svalutare, un processo relativamente difficile, irto di pericoli per i leader politici coinvolti. Sotto la flessibilità, invece, l’inflazione non comporterebbe una crisi della bilancia dei pagamenti, né alcuna necessità di una svalutazione politicamente imbarazzante. Invece, c’è un deprezzamento relativamente indolore della valuta domestica (o inflazionistico) contro le sue controparti straniere (Block 1999, 19, corsivo aggiunto).
Che tipo di stabilità è questa? Una stabilità imposta dal controllo sui prezzi. Il controllo sui prezzi non fornisce alcuna assicurazione contro l'inflazione. Assicura il doppio gioco dei cartelli delle banche centrali. Assicura "rivalutazioni" e "svalutazioni" improvvise, che scuotono i mercati dei capitali. Il controllo sui prezzi sostituisce le menzogne politiche all'imprenditorialità.
Il controllo sui prezzi fornisce opportunità a George Soros di fare un miliardo di dollari in un solo colpo.
Una volta che si cede il principio secondo cui il mercato è sovrano sul denaro, si cade nella trappola dello statalismo. Vi ritroverete a difendere questo o quel controllo sui prezzi, questa o quella interferenza con la libertà, tutto in nome della stabilità, e tutto in nome dello statalismo.
Ogni volta che vedete una proposta di riforma monetaria, pensate: "Come è coerente con il principio individuale dello scambio volontario?" Non importa quale sia la proposta di riforma, avanzate questa domanda.
UNA RIFORMA MONETARIA COME VIA DI MEZZO
Mises sosteneva che la politica della "via di mezzo" conduce al socialismo. Io sostengo che la politica monetaria della "via di mezzo" conduce alla banca centrale, alla confisca dell'oro, ed ai grandi salvataggi bancari. Più di questo: la politica della via di mezzo sulla teoria monetaria conduce sempre al Nuovo Ordine Mondiale, seguito, spero, dalla disintegrazione monetaria internazionale, la rottura di tutti i governi centrali, ed il ripristino del gold coin standard.
Voglio che l'euro crolli perché voglio che la zona euro crolli. Voglio che la zona euro crolli perché voglio che l'Unione Europea crolli. Voglio che l'Unione Europea crolli perché voglio che il Nuovo Ordine Mondiale crolli.
Vorrei ora offrire questo giudizio. E' più importante difendere la sovranità nazionale sulla moneta che difendere la sovranità internazionale sulla moneta.
Giustifico questa posizione solo su una base: l'obiettivo della politica monetaria nazionale sul denaro è quello di indebolire il Nuovo Ordine Mondiale.
Ogni promozione della sovranità nazionale sul denaro deve sempre essere fatta come parte di un piano sistematico per eliminare ogni sovranità politica sul denaro. E' parte di un piano per bandire il governo dal business del denaro.
Questa strategia si basa su un fatto della vita politica: è più facile controllare la politica locale rispetto a quella internazionale. Nella difesa del localismo, che considero fondamentale per il ristabilimento della libertà, è importante mettere in discussione ogni cosiddetta riforma monetaria dei Keynesiani, dei Chicago, o dei difensori di qualsiasi sistema che si fonda sul principio che qualche gruppo di burocrati è in grado di pianificare meglio l'economia rispetto alla gente locale.
La pianificazione locale è meglio della pianificazione centrale, perché la pianificazione locale non può estendere i suoi piani molto lontano. Poi abbiamo il diritto di voto con i piedi. E' più facile votare con i piedi per 50 miglia o un centinaio di chilometri piuttosto che oltrepassando un confine nazionale. E' meglio avere 1000 piani inefficienti in concorrenza a livello locale piuttosto che avere un governo centrale che esercita la sovranità su 25 o 200 governi. Meglio soffrire il governo dei politici locali che vivere sotto il dominio di burocrati lontani.
Questo è un giudizio politico, ma è quello a cui mi sono dedicato dopo una vita di studio della pianificazione centralizzata, della pianificazione monetaria centrale, e dei piani di cospirazione per creare un Nuovo Ordine Mondiale.
INTERNAZIONALISMO
E poi De Soto peggiora.
3. L´Euro come “approssimazione” del Gold Standard (o Perché i Campioni della Libera Impresa e del Libero Mercato dovrebbero supportare l’Euro dato che l´unica alternativa é il ritorno al Nazionalismo Monetario)
No, no, no, mille volte no. I campioni del libero mercato non dovrebbero diventare cheerleader del Nuovo Ordine Mondiale.
Mises aveva pochi soldi nel 1944, quindi prese i soldi di Rockefeller e scrisse un libro sui mali della pianificazione centrale. Ma cadde in un errore catastrofico: invocò la creazione di un ordine politico internazionale paragonabile a quella delle Nazioni Unite. Lo considero l'unica raccomandazione pessima che abbia mai avanzato. Nel capitolo XII, Sezione 3, esortò l'unione politica delle democrazie Occidentali. Nel 1944, ciò significava qualcosa come l'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Se le democrazie Occidentali non riescono a stabilire un'unione permanente, i frutti della vittoria verranno persi di nuovo. La loro discordia fornirà agli aggressori sconfitti la possibilità di entrare di nuovo nel teatro degli intrighi politici e dei complotti, di riarmarsi e di formare una coalizione nuova e più forte per un altro assalto. A meno che non scelgano la solidarietà effettiva, le democrazie sono condannate. Non possono salvaguardare il loro modo di vivere se cercano di preservare ciò che la terminologia della diplomazia definisce "sovranità nazionale." Devono scegliere tra il potere in una nuova autorità sovranazionale o essere ridotte in schiavitù da parte di nazioni non disposte a trattarle in condizioni di parità. L'alternativa all'incorporazione in un nuovo sistema democratico non è una sovranità senza restrizioni, ma la sottomissione ultima ai poteri totalitari. (pp. 265-66).
Al contrario, le nazioni Occidentali non possono salvaguardare il loro modo di vivere se cercano di estendere quello che la terminologia della diplomazia chiama "sovranità internazionale." Questo è quello per cui l'Organizzazione delle Nazioni Unite è stata inizialmente progettata per adempiere, ma non riuscì ad esercitare sovranità sufficiente, quello che Jean Monnet e Robert Schuman sono stati in grado di stabilire in Europa, a partire dal 1951 con la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio.
De Soto arriva quindi al punto.
L´introduzione dell´euro nel 1999 e il suo folgorante inizio nel 2002 significarono la scomparsa del nazionalismo monetario e del cambio flessibile in gran parte del continente Europeo. Più tardi considereremo gli errori commessi dalla Banca Centale Europea. Ora ciò che ci interessa è notare che i differenti stati membri dell´unione monetaria rilasciarono completamente e persero la loro autonomia monetaria, cioè, la possibilità di manipolare la moneta mettendola al servizio delle necessità politiche del momento. In questo senso, rispetto almeno ai paesi della zona euro, l´euro iniziò ad agire e continua ad agire come il gold standard ai suoi tempi. Così dobbiamo vedere l´euro come un chiaro, vero, sebbene imperfetto, passo verso il gold standard.
La zona euro come una pseudo-gold standard? Trovo che questo sia inconcepibile. L'euro è un passo, non verso il gold standard, ma verso l'estensione del Nuovo Ordine Mondiale in Europa. Fin dall'inizio, era un primo passo imperfetto verso questo obiettivo.
I cospiratori ed i politici che hanno spinto per l'integrazione politica per 80 anni hanno realizzato negli anni '90 che non potevano fare in modo che gli elettori di tutti i 17 paesi della zona euro cedessero il controllo fiscale sulle loro economie, cioè la spesa e la tassazione Keynesiana. Così, introdussero il compromesso della zona euro: la resa della sovranità a favore della Banca Centrale Europea, che avrebbe deciso quanta inflazione consentire.
Questo trasferì la sovranità alle più grandi banche in Europa. I banchieri poi prestarono enormi somme di denaro ai PIIGS. Ora stanno invitando i politici del nord Europa ad intervenire in loro aiuto. Ma i politici si trovano ad affrontare una maggiore resistenza alla tassazione al fine di salvare l'PIIGS, per cui stanno invitando la Banca Centrale Europea ad intervenire in loro aiuto. Si tratta di una interconnessione a catena del debito. Si tratta di una interconnessione a catena di tizi che puntano il dito verso qualcun altro e dicono: "Tu vieni con i soldi. Tu salvi il sistema."
Non vediamo nessun politico in Europa che chiede il ripristino del gold standard pre-1914. Vediamo invocazioni settimanali per la distruzione della sovranità nazionale ed il trasferimento del controllo sulla tassazione e sulla spesa ad un gruppo di burocrati a Bruxelles.
De Soto vede tutto questo in una luce positiva.
Da qui, in assenza dell’euro, le autorità avrebbero di nuovo intrapreso quello che è sempre stato il cammino normale, ovvero la fuga attraverso una maggiore inflazione, la svalutazione della moneta locale per arrivare alla “piena occupazione” e riguadagnare competitività nel breve termine (coprendosi le spalle e nascondendo la grave responsabilità dei sindacati come i veri generatori della disoccupazione) e in breve, rimandare indefinitamente le necessarie riforme strutturali.
Più inflazione. E allora? Primo, la BCE ha inflazionato e inflazionerà ancora. Secondo, ci possiamo proteggere dall'inflazione, ma non possiamo proteggerci dal Nuovo Ordine Mondiale. L'essenza del NWO è questa: nessuna via di scampo.
Il principio della sovranità nazionale è basata sull'idea che gli elettori, soffrendo direttamente le conseguenze dei loro voti, dovrebbero avere il potere di decidere quale sistema di confisca venga loro imposto dal gruppo di politici bugiardi da loro scelto. Ma sotto il settore bancario centrale Europeo e l'Unione Europea, gli elettori non hanno affatto una scelta. A questo aspirano da oltre 80 anni i promotori del Nuovo Ordine Mondiale. Vogliono che la sovranità venga trasferita dagli elettori ai burocrati devoti solo ad un governo centrale distante.
De Soto va avanti descrivendo nel dettaglio i vari aspetti del perché l'euro è unico. L'euro non era unico. Il dollaro degli Stati Uniti è unico. E' unico perché la Costituzione, in nome della sovranità centrale, ha creato una banca centrale nazionale, e ha imposto sulla popolazione una valuta nazionale
Il governo non ha inizialmente avuto successo. Le monete d'argento emesse dalla Spagna, i famosi pezzi da otto, circolavano ampiamente negli Stati Uniti fino al 1840. Ma, nel lungo periodo, il nazionalismo monetario superò le valute volontarie utilizzate dalla popolazione in generale. Passo dopo passo, il nazionalismo monetario, che era basato sul denaro fiat, si estese dal governo nazionale ad ogni aspetto della vita degli Americani. Culminò con la confisca dell'oro da parte di Franklin Roosevelt nel 1933.
È qui che burocrati dell'Europa hanno imparato le lezioni necessarie per creare l'euro. Hanno copiato la rivoluzione politica degli Stati Uniti, che è stata la centralizzazione del potere in nome del libero scambio, che era l'operazione civetta di Madison. L'hanno copiata per fare l'Unione Europea. Hanno sostenuto che stavano creando gli Stati Uniti d'Europa, che sarebbero stati paragonabili agli Stati Uniti d'America. Su questa cosa non stavano mentendo. Madison fornì, in realtà, il modello politico. Progettò un colpo di stato contro gli Articoli della Confederazione decentrati, il tutto in nome della rottura delle barriere tariffarie tra gli stati: la Convenzione di Annapolis (1786), la Convenzione di Philadelphia (1787), e le convenzioni della ratificazione degli stati (1787-1788). Ho scritto un libro su questa strategia. È possibile scaricarne una copia gratuita qui. Monnet imitò questa strategia, a partire dal 1951. E' ancora in corso.
De Soto vuole farci credere che qualsiasi invocazione da parte dei politici e dei burocrati Europei per l'ulteriore centralizzazione dell'Europa dovrebbe essere considerata come una mossa verso un gold standard funzionante, vale a dire un sistema esclusivamente di libero mercato. Questo va ben oltre il mio potere di comprensione. Ho passato 45 anni a guardare queste persone, e l'unica cosa di cui possiamo essere certi è questa: il loro obiettivo è la centralizzazione del potere, la rimozione della libertà individuale, e tutto in nome della stabilità monetaria e del libero scambio.
Poi scrive questo:
Da qui, per certi versi è affascinante (nonché patetico) notare come le legioni di ingegneri sociali e di politici interventisti, i quali, guidati in passato da Jacques Delors, progettarono la moneta unica come un ulteriore strumento da utilizzare per la grandiosa costruzione dell’unione politica dell’Europa, ora osservino con disperazione qualcosa che non avrebbero mai immaginato: l’euro é di fatto un gold standard che disciplina i cittadini, i politici e le autorità e che lega le mani ai demagoghi, esponendo i gruppi di pressione (guidati dagli infaticabili privilegiati sindacati) e perfino mette in questione la sostenibilità e le fondamenta dello stato sociale.
Questa "legione di ingegneri sociali e di politici interventisti" sta ora spingendo a fondo per centralizzare la sovranità politica nella zona euro. Se avranno successo, sarà il culmine dei piani di Jean Monnet del 1919, e probabilmente antecedenti alla Prima Guerra Mondiale. Potrebbero non farcela. Spero e prego che non ce la facciano, ma è coerente con ciò che originariamente prevedeva l'euro.
Il loro errore nel 1999, come sempre, è stato quello di fidarsi dei poteri dietro il trono, vale a dire, dietro le grandi banche. Le grandi banche hanno pensato di poter fare una strage prestando soldi ai governi PIIGS ai tassi di interesse bassi della Germania. Ma questo non era nulla di nuovo. I banchieri centrali hanno dato il potere ai banchieri commerciali a riserva frazionaria di concedere cattivi prestiti fin dalla creazione della Banca d'Inghilterra. Semplicemente, non imparano. Ma nemmeno alcuni economisti Austriaci, che pensano che questo è un preludio alla ricostituzione di un gold standard. Si tratta di un preludio ad un altro giro di centralizzazione politica.
De Soto continua con un esame approfondito degli scambi tra nazione e nazione. "Ora passiamo a considerare la differenza tra l’euro ed un sistema a cambi fissi rispetto ai processi di aggiustamento che avvengono quando diversi gradi di espansione creditizia si verificano in paesi differenti."
Niente di questa discussione è importante per questi temi:
- la centralizzazione del potere politico in Europa,
- la concentrazione del controllo da parte della Banca Centrale Europea,
- l'estensione del Nuovo Ordine Mondiale al di là dell'Europa Occidentale.
De Soto dice:
Non dobbiamo mancare di sottolineare che Keynesiani, monetaristi e Mundelliani si sbagliano tutti perché ragionano esclusivamente in termini di aggregati macroeconomici, e quindi propongono, con lievi differenze, lo stesso tipo di regolazione attraverso la manipolazione monetaria e fiscale, la “messa a punto” di flessibili tassi di cambio. Essi credono che tutto lo sforzo necessario per superare la crisi dovrebbe essere guidato da modelli macroeconomici e dall’ingegneria sociale. Così ignorano completamente la profonda distorsione microeconomica che la manipolazione monetaria (e fiscale) genera nella struttura dei prezzi relativi e in quella dei beni capitali. Una svalutazione forzata (o deprezzamento) è onnicomprensiva, ovvero comporta un improvviso calo percentuale lineare nei prezzi dei beni di consumo, dei servizi e dei fattori produttivi, un calo che è uguale per tutti.
Per parafrasare la madre di Forrest Gump, microeconomia è chi microeconomia fa.
Non iniziate con l'analisi macroeconomica di Hayek. Iniziate con Smith e Jones.
Mostratemi come la sovranità dello stato sulla moneta non è in alcun modo coerente con la logica dello scambio tra Smith e Jones. E se non lo è, non ditemi come riformare il sistema. Ditemi come abolirla.
De Soto vede la spinta verso l'accentramento in Europa. Egli si oppone.
In terzo luogo, e soprattutto, c’è una crescente pressione per una completa unione politica europea, che alcuni indicano come l’unica “soluzione” che potrebbe consentire la sopravvivenza dell’Euro nel lungo periodo.
Qui è dove De Soto ed io concordiamo in parte:
Nonostante ciò, il problema più serio non giace nella minaccia di un’impossibile unione politica, ma nell’inconfutabile fatto che una politica di espansione del credito, portata avanti in modo sostenuto dalla BCE in un periodo di apparente prosperità economica, sia capace di cancellare, almeno temporaneamente, gli effetti disciplinanti esercitati dall’euro sugli agenti economici di ogni paese. Quindi, l’errore fatale della BCE consiste nel non essere riuscita a isolare e proteggere l’Europa dalla grande espansione del credito orchestrata su scala mondiale dalla FED e iniziata nel 2001.
Al contrario, l'euro, la zona euro e la BCE sono solo gli aspetti del quadro più ampio: la creazione del Nuovo Ordine Mondiale. La minaccia più grave oggi è quella che è sempre stata per 80 anni: la creazione di una possibile unione politica della zona euro.
Spero che abbia ragione sul fatto che sia "impossibile." Ma l'unica alternativa a lungo termine è una rottura di tutto il sistema, compreso l'euro.
Io dico: "Lasciate morire l'euro, che trascini con sé la zona euro. Possa seguirli l'Unione Europea subito dopo."
CONCLUSIONE
Leggiamo la sua conclusione.
Comunque sia, dobbiamo riconoscere di essere in una congiuntura storica [43]. L’euro deve sopravvivere se tutta l’Europa vuole adottare la tradizionale stabilità monetaria tedesca, che, in definitiva, è l’unico ed essenziale modello attraverso cui, nel breve e nel medio termine, la competitività europea e la crescita possono essere sostenute. Su scala mondiale, la sopravvivenza e il consolidamento dell’euro permetterà, per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale, l’emersione di una valuta capace di competere concretamente col monopolio del dollaro come standard monetario internazionale, quindi capace di disciplinare l’attitudine americana a provocare crisi finanziarie sistemiche, come quella del 2007, che mettono costantemente in pericolo l’ordine economico mondiale.
Quindi, è una guerra tra il dollaro e l'euro. Allora io so chi perderà: chi si fida del fatto che questi tacchini del denaro fiat possano darci in definitiva la libertà e la prosperità.
Ecco il programma dei progettisti della zona euro: scambi manipolati, denaro manipolato, e popolazioni manipolate. Si basa sulla sostituzione della burocrazia internazionale alla sovranità nazionale. E' un prodotto civetta.
L'euro è come la strada per l'inferno: lastricata di buone intenzioni (niente dazi, una moneta unica, mobilità del capitale). Conduce ad un vicolo cieco politico: "Nessuna Via di Scampo."
Quanto prima questa mostruosità muore, meglio sarà.
Io dico che sono spinaci, e dico al diavolo.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Great Post!
RispondiEliminaEcco! Essendo io un'ignorante in economia, come sai, ero assolutamente contro la tesi di De Soto, ma così, di pancia... da anarchica.
RispondiEliminaQuesto articolo di North è meraviglioso!
Il difetto principale di De Soto è di essere spagnolo. Se tu venissi a vivere un poco qui in Sud America (e magari prima in Spagna) ti renderesti conto che, per chi ha una matrice anche solo vagamente spagnola (guarda il nostro meridione), lo statalismo fa perte del DNA. Non riescono ad uscirne. E non sto scherzando è una cosa che mi infastidisce anche nella vita quotidiana, non poco.
Ciao Antonio, grazie ma credo che i meriti maggiori vadano allo zio Gary. ;)
RispondiEliminaCiao Niki.
Se devo dirti la verità De Soto è un grande professore Austriaco, non credo dobbiamo giudicarlo solo in base a questo "svarione." Credo che lui si sia reso conto di come possano essere incaute le persone quando hanno in mano una stampante, e quindi credeva che l'euro avrebbe ostacolato questa deriva statalista attraverso l'euro direzionato come il Marco.
Non è stato così. Anche la Bundesbak è stata buggerata. Lo sai perché sono sicuro di questa tesi? Perché altrimenti non avrebbe scritto l'introduzione al libro di Bagus. Mettiamola così, De Soto ha considerato il sistema in teoria, Bagus l'ha considerato in pratica. North, infatti, non ha mai "redarguito" Bagus.
Chi sei per potermi dire come devo essere e come devo fare?
RispondiEliminaPerché credi che io sia inferiore a te?
Ciao anonimo.
RispondiEliminaE' proprio questo il punto. Le decisioni in materia monetaria (come in qualsiasi altra materia sociale) dovrebbero essere lasciate alle volontà individuali presenti nel mercato, ovvero, gli attori economici che ogni giorno prendono parte alla grande asta globale di cui fanno (e facciamo) parte. La canalizzazione di tutte le loro scelte dà vita alla risposta di mercato che direziona genuinamente, in base alla volontà di miliardi di individui, il futuro della società.
De Soto, purtroppo, ha soprasseduto che l'euro invece produce una maggiore centralizzazione del potere allontanando ulteriormente la decisione finale dagl iattori economici.
La tesi del decentramento non è "un'esclusiva" di North comunque, anche Lew Rockwell ne ha ricordato i vantaggi qualche tempo fà.
Nemmeno a me é piaciuto molto quest'ultimo intervento di Huerta De Soto, ma resto comunque un po' perplessa, in diverse occasioni precedenti si é sempre schierato a favore della privatizzazione del denaro, di un free banking con coefficiente di cassa al 100%, chissá il perché di questa inersione di rotta.
RispondiEliminaAl di la di questo episodio comunque le posizioni dei due dovrebbero essere piuttosto simili credo, anche la diatriba tassi fissi vs tassi variabili dovrebbe cadere. Abolendo la moneta a corso forzoso e con l'obbligo di riserva al 100% presumo che i tassi dovrebbero rimanere fissi spontaneamente. Insomma 1gr d'oro rimane sempre un grammo d'oro, sia se lo chiami x euro che se lo chiami y dollari...o mi sbaglio su questo punto?
Giusto. L'oro è oro, su questo non ci piove e in un gold coin standard (internazionale) non sorgerebbero questi problemi. I grattacapi sorgono in presenza di valute cartacee (o tecnicamente parlando, dei sostituti del denaro). Infatti, rimanendo sempre nell'esempio di prima, il tasso di cambio sarebbe fisso per quanto riguarda il prezzo dell'oro rispetto alla valuta cartacea nazionale; mentre sarebbe flessibile per quanto riguarda il cambio tra le varie valute inernazionali. I tassi di cambio fluttuerebbero, quindi, secondo le politiche monetarie nazionali e le aspettative degli speculatori sulla valuta.
RispondiEliminaMa ci si dovrebbe fidare del governo in questo caso e, come abbiamo visto sin dal 1922, il governo non è degno di fiducia.
"il tasso di cambio sarebbe fisso per quanto riguarda il prezzo dell'oro rispetto alla valuta cartacea nazionale; mentre sarebbe flessibile per quanto riguarda il cambio tra le varie valute inernazionali."
RispondiEliminaEcco, su questo ho qualche dubbio. Anche i cambi internazionali dovrebbero rimanere fissi mi sembra: con obbligo di riserva al 100% (e solo in questo caso, il gold standard infatti morí proprio per questo motivo) ogni nuova emissione di valuta deve avere per legge un corrispettivo in oro. Se uno stato stampa piú valuta vuol dire semplicemente che sta affluendo piú oro nelle riserve, non non c'é pericolo che venga meno alle proprie promesse, perché mai allora la valuta si deprezzerebbe? Mi sfugge qualcosa?
Il ragionamento é applicato ad un gold standard, ma andrebbe riferito ad un sistema di free banking come proposto da Gary North e da Huerta De Soto in passato
Ciao maty.
RispondiElimina>Se uno stato stampa piú valuta vuol dire semplicemente che sta affluendo piú oro nelle riserve, non non c'é pericolo che venga meno alle proprie promesse, perché mai allora la valuta si deprezzerebbe? Mi sfugge qualcosa?
Qui stai dando troppa fiducia nell'affidabilità dello stato. :)
Infatti, il gold standard perì proprio perché il governo non poteva mantenere le sue promesse di convertire in oro i sostituti del denaro ai tassi di cambio vigenti. Non a caso parlavo del 1922 e dell'avvio del gold-exchange standard. Ti cito un "vecchio" passaggio di North per farti capire quello che intendo:
[...] «L'accordo di Bretton Woods del 1944 era un congegno. Era un congegno "nuovo e migliorato" il cui progetto originale era il gold exchange-standard, che venne alla luce nel 1922 alla conferenza di Genova. A questa conferenza i governi concordarono di stabilire un gold standard "nuovo e migliorato". Piuttosto che ri-stabilire un piena convertibilità aurea interna, che avrebbe trasferito l'autorità sulla politica monetaria alle persone, giunsero ad un accordo. Avrebbero posseduto certificati di debito con interessi al ribasso emessi dagli Stati Uniti o dalla Gran Bretagna invece di possedere oro.
L'Inghilterra tornò al gold standard nel 1925, ma al tasso di cambio pre-bellico, come se l'inflazione di massa non avesse avuto luogo. Questa fu la decisione di Churchill come Cancelliere dello Scacchiere. Ciò avrebbe presto forzato l'Inghilterra o a vendere oro oppure a restringere l'offerta di denaro. Il governo non volle fare nessuna delle due cose. Così Montagu Norman, il capo della Banca d'Inghilterra, persuase il suo molto ma molto vicino amico Benjamin Strong, il capo della Federal reserve di New York, affinchè persuadesse la Federal Reserve a pompare l'offerta monetaria degli Stati Uniti, così da evitare un'assalto agli sportelli della Banca d'Inghilterra per l'oro. Strong fece ciò fino al giorno della sua morte nel 1928. Poi la FED invertì il corso alla fine del 1928. Cessò di creare denaro. Ciò fece scoppiare la bolla del mercato azionario.
Il FMI creò un sistema di tassi di cambio fissi. Questi non erano basati sulla convertibilità in oro. Questi erano controlli sui prezzi. Il FMI impose questi tassi fissi, sebbene non molto bene. Di tanto in tanto alcune nazioni svalutarono, ad esempio rifiutarono di soddisfare il cambio estero al tasso fisso. Il FMI non aveva sanzioni da imporre. Così il sistema vacillava dopo ogni svalutazione.
Solo gli Stati Uniti vendevano l'oro a 35$ l'oncia ai governi ed alle banche centrali. Ma ciò non poteva andare avanti. L'oro fluì fuori. Dopo il 1964 la Francia mantenne le domande di pagamento in oro. La Federal Reserve continuò a creare denaro.»