Bibliografia

venerdì 6 luglio 2012

Dead Kangaroo Bounce





di Francesco Simoncelli


In economia, un "dead cat bounce" è una piccola e breve ripresa nel prezzo in calo di un'azione. Derivato dall'idea che "perfino un gatto morto rimbalzerà se cade da un'altezza considerevole," il detto, che ha avuto origine a Wall Street, è anche popolarmente applicato a qualsiasi caso in cui un soggetto sperimenta una breve ripresa durante o dopo un severo declino. -- da Wikipedia

C'è una forte mania nell'aria. L'Europa sta attraversando un momento critico dal punto di vista economico e finanziario, quindi le persone tentano di guardarsi attorno per cercare di migliorare le proprie condizioni di vita. E' già accaduto in passato. Irlanda, 1995-2005. L'euforia di determinati paesi, stimolata a botte di denaro fiat, rappresenta una pista di atterraggio attraente per lavoratori e istituti di credito. Ora, le attenzioni vengono catalizzate da un altro paese: l'Australia.




Il mercato del lavoro ha visto una crescita costante sin dal 2002, mentre la disoccupazione è passata dal circa 8% degli anni '90 al 5.1% del Maggio 2012. C'è da dire inoltre che l'Australia richiama manodopera specializzata e la pressione fiscale è abbastanza moderata. Inoltre un surplus nel budget pone questo paese su un sentiero composto da una crescita di lungo termine, la quale è la forza trainante dietro l'economia Australiana. Come sottolinea anche il precedente articolo dell'Huffington Post, l'Australia potrà godere di una crescita maggiore rispetto agli altri paesi Occidentali.

Ma c'è un particolare che salta all'occhio in tale articolo. Vediamo se siete stati attenti. Leggiamo:

La banca centrale la scorsa settimana ha ridotto il tasso di interesse di riferimento di mezzo punto percentuale al 3.75%, a causa di un'economia fiacca nel settore delle risorse che sta sperimentando un boom.

L'economia è in pieno boom. Un boom insostenibile guidato da due fattori:

  1. prezzi delle materie prime in ascesa,
  2. espansione monetaria. 

L'Australia è ricca di risorse naturali come carbone, ferro e prodotti agricoli, e tali risorse hanno visto i propri prezzi e la propria domanda aumentare a causa della bolla immobiliare Cinese. (Infatti, la Cina ha bisogno di enormi quantità di ferro e carbone per produrre acciaio per le sue città vuote, i suoi appartementi vuoti e megaprogetti stravaganti.) L'esplosione dei prezzi delle materie prime ha condotto ad un potente mercato al rialzo nelle azioni Australiane.

La bolla della materie prime Autraliana guidata dalla bolla immobiliare della Cina ha condotto più persone in quei lavori che necessitano di manodopera per l'estrazione di tali materie prime, e non sorprende che i minatori stiano guadagnando $200,000 l'anno. La notizia curiosa invece è che, data una certa scarsità di minatori, il paese era alla disperata ricerca di personale da impiegare in tale settore e quindi si è offerto di impiegare un terzo dei disoccupati Irlandesi!

Che ironia.

Il futuro economico dell'Australia è quindi altamente dipendente da quello Cinese. Una parte molto grande dell'economia Cinese è stata fondata e pianificata su progetti che non hanno domanda. Il tutto finanziato con un'enorme stampa di denaro da parte della banca centrale. Ci sono spiragli di libero mercato in Cina, ma non abbastanza da evitare il crollo finale.

Ma un rischio maggiore per l'economia Australiana, rispetto ad una flessione dell'economia Cinese, è l'incredibile bolla immobiliare indotta dal credito facile che l'Australia sta attualmente sperimentando.




Prima di andare oltre chiediamoci, cos'è una bolla? Possiamo definire una bolla come un'attività che si genera sulle spalle di politiche monetarie espansive della banca centrale. In altre parole, in assenza di un pompaggio monetario queste attività non vedrebbero la luce. Dal momento che le attività in bolla non si auto-alimentano, la loro nascita deve arrivare a spese di varie attività produttive. Ciò vuol dire che ci saranno meno finanziamenti reali per le attività produttive, cosa che le indebolisce. In breve, l'espansione monetaria crea un'allocazione errata delle risorse, cosa che si manifesta ogni volta attraverso un aumento relativo delle attività non produttive rispetto a quelle produttive.

Quando viene creato il nuovo denaro, il suo effetto non viene percepito istantaneamente in tutti i settori del mercato. L'effetto si muove da un individuo verso un altro individuo e quindi da un settore verso un altro settore. L'espansione monetaria genera bolle in tutti i mercati mentre passa il tempo. Una volta che la banca centrale restringe la sua posizione monetaria, ovvero, riduce il pompaggio di moneta, ciò indebolisce le varie bolle. *Pop* Le bolle scoppiano. Dal momento che l'espansione monetaria genera le bolle in tutti i mercati, viene da se che lo scoppio delle bolle si sentirà in tutti i mercati.

Come di consueto lo scoppio delle bolle, o la liquidazione delle attivtà improduttive, viene messo in moto da una posizione monetaria più ristretta della banca centrale. Una posizione più ristretta fa dileguare le varie attività improduttive eliminando pertanto gli eccessi del passato. In breve, una posizione più ristretta porta armonia nella struttura della produzione e pone le basi per una ripresa economica sostenibile. Non solo, le bolle possono scoppiare anche quando la politica monetaria della banca centrale rimane espansiva. Ciò accade quando il bacino dei risparmi reali inizia a ridursi.

Quindi, secondo la teoria Austriaca, una maggiorazione dell'offerta di denaro farà aumentare determinati prezzi (non come i monetaristi che affermano che tutti i prezzi aumentano allo stesso modo). Il denaro viene creato da banche specifiche (oltra alla banca centrale) ed entra nell'economia in modi specifici influenzando alcuni prezzi più di altri (in un primo momento) mentre coloro che ricevono per primi il denaro lo spendono in determinati modi. Analizziamo, quindi, il panorama economico Australiano. Dai dati della Reserve Bank of Australia apprendiamo che nell'utlimo anno M3 è cresciuto del 6.7% da 1,340.2 a 1,432.4 miliardi, mentre nel 2003 arrivava "solo" a $667.4 miliardi. Più che raddoppiato. Nel mese di Aprile 2012 M3 è aumentato dello 0.5% e gli aggregati monetari più ampi dello 0.2%. Il credito totale fornito al settore privato dagli intermediari finanziari è cresciuto dello 0.4% nel mese di Aprile 2012, dopo essere aumentato dello 0.5% a Marzo. Nell'ultimo anno, il credito totale è salito del 3.8%.

Ovviamente, di grande interesse è sapere dove è andato a finire questo credito.

Il credito immobiliare è aumentato dello 0.4% nel mese di Aprile, dopo un aumento dello 0.4% nel mese di Marzo. Nell'ultimo anno, il credito immobiliare è aumentato del 5.3%. Altro credito personale è diminuito dello 0.3% nel mese di Aprile, dopo un aumento dello 0.1% nel mese di Marzo. Nell'ultimo anno, altro credito personale è diminuito del 1.8%. La bolla immobiliare dell'Australia è cresciuta di più di quella Americana ed è alimentata da un enorme boom nel debito ipotecario, dato che investitori ed economisti accecati da questa bolla credono che i prezzi delle proprietà Australiani abbiano raggiunto un plateau permanente. Irving Fisher pensava la stessa cosa del mercato azionario Statunitense prima che crollasse e sfociasse nella Grande Depressione. Un credo diffuso durante gli anni delle bolle.

Inoltre, quello che più spaventa di questo atteggiamento è il fatto di come la maggior parte degli investitori di proprietà pensi che il boom immobiliare che sta sperimentando l'Australia è "diverso" da quello degli USA e di altre nazioni che sono finite con dei disastri di proporzioni immani. I pianificatori centrali credono nelle favole.

Il boom dei prezzi immobiliari e l'espansione del credito immobiliare si sono rinforazati a vicenda. Il credito immobiliare è stato utilizzato per far aumentare i prezzi immobiliari, mentre i prezzi immobiliari sempre crescenti hanno continuato ad incanalare maggiore credito immobiliare dal momento che i compratori di case avevano bisogno di mutui sempre più onerosi  per comprare una casa e che i propritari di case presenti potevano speculare sull'aumento del prezzo delle case per chiedere nuovi mutui spendendo tale denaro in beni al consumo. Poi se aggiungiamo un altro paio di considerazioni condensate in immagini capiamo che questa situazione non potrà andare avanti per sempre.
















I prezzi delle case non possono continuare a salire indefinitamente ad un ritmo superiore rispetto ai redditi, e quando la bolla scoppierà imploderanno anche quei settori legati a quello immobiliare: il settore edile ed i budget delle famiglie che dipendono dai prezzi in salita delle case. Inoltre, il destino economico dell'Australia è legato a doppio filo a quello di un altro paese: la Cina. Secondo le ultime indiscrezioni di Business Insider l'economia Cinese è in pesante flessione.




La minaccia di questo rallentamento è seria per il panorama economico Australiano e se entrambi gli eventi dovessero palesarsi contemporaneamente (scoppio bolla immobiliare Cinese + scoppio bolla immobiliare Australiana) le conseguenze per la terra dei canguri sarebbero devastanti. Il "sogno Australiano" è destinato a tramontare. Ma c'è chi si aggrappa alle coperte per un altro minuto di oppio monetario e di vita illusoria nel mondo fatato della pianificazione centrale. Proprio per questo, oltre alle città fantasma che sono spuntate in tutta la Cina, il giorno della resa dei conti viene rimandato dalla Cina attraverso ulteriori costruzioni inutili stavolta in Africa. Proprio per questo l'Australia ha tagliato i tassi di interesse sul denaro.

L'economia Cinese, nonostante abbia spiragli di libero mercato, è intrisa fino al midollo di pianificazione centrale ed è per questo che capitolerà. Le risorse incanalate in progetti improduttivi sono ormai ingenti. Mentre gli investimenti improduttivi scavalcano quelli produttivi e la banca centrale rallenta la stampa di denaro (per paura di scatenare una iperinflazione), il botto della Cina è assicurato.

E tale crash si ripercuoterà a catena su quelle attività ed economie che dipendono dalla Cina. Questo include anche l'illusione del boom Australiano, il quale ha inebriato a tal punto le menti della maggior parte delle persone da far dimenticare l'esperienza della bolla immobiliare e bancaria Statunitense. Quindi, nessuno dovrebbe essere sorpreso se in futuro si leggeranno in Australia titoli di giornale che riporteranno un evento simile a quello Lehman Brothers.

Fate le vostre scommesse.

L'opinione pubblica ha perfettamente ragione nel vedere la fine del boom e la crisi come una conseguenza della politica delle banche. Le banche potrebbero senza dubbio ritardare gli sviluppi sfavorevoli per un pò. Potrebbero continuare la loro politica di espansione del credito per un pò. Ma -- come abbiamo già visto -- non potrebbero continuare a tempo indeterminato senza rischiare il completo collasso del sistema monetario. Il boom causato dalla politica di espansione del credito delle banche deve necessariamente finire prima o poi. A meno che non siano disposte a lasciare che la loro politica distrugga completamente il sistema monetario e creditizio, le banche stesse devono smetterla prima che si verifichi una catastrofe. Più è lungo il periodo di espansione del credito delle banche e più è lungo il loro ritardo a cambiare questa politica, peggiori saranno le conseguenze degli investimenti improduttivi e della speculazione eccessiva che caratterizza il boom; e di conseguenza, più sarà lungo il periodo di depressione e più sarà incerta la data della ripresa e del ritorno alla normale attività economica. -- Ludwig von Mises


7 commenti:

  1. Rispolverare i vecchi post da una qualche nostalgia. Comunque, la bolla immobiliare australiana è finita fuori controllo: Sydney house prices 'crazy': Stevens. E pare che la RBA non voglia affatto smettere d'intervenire nei mercati e il risultato è una baldoria nel settore immobiliare grazie al credito a buon mercato.

    L'Australia è la nuova Irlanda. Gli immigrati che credevano di aver trovato il paradiso sperimenteranno un brutto risveglio.

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  2. Coloro che sono stati abbagliati dal sogno australiano, così come sono stati abbagliati dal sogno irlandese, sperimenteranno un brusco risveglio. La presunta crescita australiana è stata alimentata fondamentalmente dalle esportazioni australiane verso la Cina. Cosa che a sua volta ha spinto la RBA ad inflazionare l'offerta di denaro australiana per rendere attraente tale valuta agli occhi delle nazioni estere (es. società come la Caterpillar sono state entusiaste d'approffitare della situazione). Questo ha scatenato una baldoria nei mercati dei capitali, i quali hanno direzionato il credito a basso costo verso il settore immobiliare. Ora che la bolla cinese si sta sgonfiando, la stessa sorte toccherà all'Australia (a meno che la RBA non abbia intenzione d'allentare ulteriormente il credito e quindi creare una sorta di quasi-boom il quale risulterà più doloroso da ripulire in futuro).

    Siamo di fronte ad una sturazione delle capacità d'investimento e delle scorte a livelli folli, questo necessita di un re-pricing degli asset. Abbiamo assistito all'inizio di questo fenomeno con il crollo dello Shanghai Composite Index e l'unpegging del RMB nei confronti del dollaro. Nel 1998 quando il thai-baht venne unpegged dal dollaro, ci volle più di un anno affinché tutti i pezzi del domino finissero col'intaccare LTCM e scatenare il panico. Oggi non è diverso. Il recente flash crash dell'S&P 500 è un monito lungo la via.

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  3. Per diversi anni il mondo ha avuto due motori alimentanti una crescita nominale: Stati Uniti e Cina. I primi hanno dato libero sfogo ad una creazione senza precedenti di credito che ha alimentato una domanda interna per beni e servizi, e grazie al pegging delle altre valute del mondo al dollaro a causa della loro mentalità mercantilista, gli USA hanno potuto godere d'importazioni a prezzi scontati. Di riflesso ciò ha alimentato anche le esportazioni dei mercati emergenti che hanno vissuto sulle spalle di questa presunta crescita. Nel 2008 la festa è finita, almeno negli Stati Uniti: la FED ha cercato di mantenere in piedi il boom interno facendo ricorso ad una serie d'interventi senza precedenti nell'economia. Ma ora che anche il QE3 è terminato, le bolle gonfiate dalla stampante monetaria iniziano a sgonfiarsi.

    Uno dei mercati emergenti che è stato dapprima influenzato dalla manna statunitense, è la Cina. Ma ora anche il modello economico cinese è in grave crisi, poiché basato sostanzialmente su una baldoria di esportazioni e investimenti interni in settori gonfiati dalla stampante della PBOC a seguito del rallentamento del 2008. Ma con USA, Europa, Giappone e altri paesi in condizioni critiche, e un rallentamento del commercio mondiale, non c'è più modo di crescere attraverso un settore dell'export gonfiato atrificialmente. L'eccesso di capacità in ogni settore industriale è praticamente qualcosa di mai visto prima. Questo a sua volta ha rallentato la necessità di nuove materie prime con cui produrre cose che nessuno vuole, rallentando le importazioni da altri paesi emergenti. Non è una sorpresa se Canada, Brasile, Nuova Zelanda e soprattutto Australia stanno soffrendo dal punto di vista economico a seguito di questo rallentamento. Adesso saranno le banche centrali di questi paesi a doversi sobbracare l'onere di tenere gonfiate le bolle che si sono sviluppate sui loro territori a seguito di questa crescita nominale fasulla. Si stanno già vedendo i primi risultati: guerra al contante e scoppio della bolla immobiliare a seguito dei controlli di capitale eretti dalla Cina.

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  4. Aggiornamento sulla bolla immobiliare australiana con il debito delle famiglie al 134% del PIL: Landlord Boom a Bigger Risk for Aussie Bad Debts Than Businesses.

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  5. Finalmente la bolla immobiliare australiana inizia a destare qualche preoccupazione nei media mainstream: There's $1 trillion of Australian mortgages and some now worry of what's next.

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  6. Se lo dicono i media mainstream deve essere vero, però voi cari lettori avete letto prima qui "il come e il perché": ‘It’s too late’: Seven signs Australia can’t avoid economic apocalypse.

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