Bibliografia

mercoledì 13 giugno 2012

Schizofrenia dilagante





di Francesco Simoncelli


"La schizofrenia è una forma di malattia psichiatrica caratterizzata, secondo le convenzioni scientifiche, dalla persistenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'affettività, da un decorso superiore ai sei mesi (tendenzialmente cronica o recidivante), con una gravità tale da limitare le normali attività della persona. [...] In casi molto gravi i sintomi possono arrivare alla catatonia, al mutismo, provocare totale inabilitazione. Nella maggioranza dei casi di schizofrenia vi è qualche forma di apparente disorganizzazione o incoerenza del pensiero. Vi sono però certe forme dove questo sintomo non compare, e compaiono invece rigide costruzioni paranoidi." -- da Wikipedia


In un certo senso c'è qualcosa che non va coi mercati Europei. E' come se l'accumulo di debito sia una qualche sorta di soluzione ai vasti problemi che attanagliano l'eurozona. E' come se la BCE potesse operare una qualche sorta di magia per stabilizzare la situazione in Grecia e permetterle di uscire dal tunnel nero in cui s'è cacciata. Le rotative dello zio Mario sono sempre rombanti, anche perché con l'aria che tira in Europa la linea politica dell'austerità sta venendo dismessa a vista d'occhio poiché l'opinione pubblica è stata fuorviata sul termine. In Europa, l'austerità non è stata di casa. Non c'è mai stata. Solo in Estonia, ma ci si guarda bene dal parlarne. Il prossimo Rubicone sarà il 17 Giugno con le elezioni Greche. E' tutto un costante scricchiolio.

Nell'ultimo periodo abbiamo assistito ad uno spostamento di capitali dai paesi in guai finanziari verso quei paesi percepiti come solidi. Questo ovviamente è un segno dei tempi che corrono: la fiducia nei propri governi sta scemando. E' per questo che si chiede a gran voce un'assicurazione sui depositi, una sorta di FDIC Europeo. Di più, i depositanti temono restrizioni sui loro depositi e quindi si prevengono operando tali spostamenti in anticipo. Per non parlare della potenziale insolvenza di suddette banche. Non solo, anche le linee di swap euro-dollari continuano ad essere sfruttate:



Secondo le statistiche BIS, le banche europee hanno assistito ad una robusta contrazione nei depositi in Eurodollari nel quarto trimestre 2011. Detto ciò, i depositi sono calati di 380 miliardi di dollari (o 5,5%) rispetto ai 6 bilioni di dollari stimati in Settembre, portando il saldo ai livelli più bassi dal Dicembre 2010. Senza dubbio, una parte di questa contrazione è derivata dall’eliminazione degli stessi depositi (l’evidente risultato di vendite di asset in Eurodollari o pagamenti di prestiti). Ma, a nostro avviso, l’ammontare di questa contrazione ha molto più a che fare con la liquidazione dei depositi in Eurodollari e il contestuale ri-deposito negli Stati Uniti, finanziato anche, in buona parte, dall’ultimo accordo statunitense-europeo sullo scambio di valuta attraverso linee swap (in cui le banche centrali di Usa e Europa scambiano dollari di nuova creazione per nuovi Euro, Sterline o Franchi). In altre parole, ciò che abbiamo qui è un’inflazione made in Usa attraverso lo spostamento dei depositi in Eurodollari, con un grande aiuto da parte delle rispettive banche centrali. Come l’evidenza suggerisce, questa tendenza è continuata nel primo trimestre del 2012, causando una crescita del 14,5% di crescita annuale nell’aggregato TMS2.

In questo modo lo zio Ben può drenare le riserve create fino ad ora dalla FED. Infatti, la paura di insolvenze bancarie in Spagna e le possibili restrizioni ai capitali in Grecia stanno guidando questi spostamenti valutari.




Gli Stati Uniti ne stanno giovando con i vari rendimenti obbligazionari che stanno puntando tutti verso lo zero.




Continuerà questo trend? Ad ora sembra proprio di si. La Spagna, così come gli altri PIIGS, è un pozzo senza fondo e necessiterà di denaro infinito per rimanere a galla. Infatti, come spiega anche questa nota di JPMorgan, buttare denaro contro tale problema non farà altro che acuirlo in futuro. Perché? Perché i costi di finanziamento aumentano e le finanze governative si stanno deteriorando.

Ieri, il Primo Ministro Spagnolo Rajoy ha detto che le autorità stavano aspettando rapporti da verifiche indipendenti delle banche prima di affermare che la necessità di una ricapitalizzazione generale, e poi decidere come procedere. Un'ovvia possibilità è che la regione concorderà ad uan richiesta Spagnola in linea di principio, lasciando l'esatta specificazione della quantità in un secondo momento. Per fornire alcune linee guida, i nostri analisti bancari hanno suggerito che la ricapitalizzazione necessaria potrebbe essere in ultima analisi di €150 miliardi se l'esperienza Irlandese è un modello per le perdite che potrebbero derivare dai libri ipotecari. Tuttavia, i rapporti suggeriscono che la stima del FMI delle necessità di ricapitalizzaione è molto più bassa a circa €40 miliardi.

Dato ciò non ci sono stati rapporti sulla Germania che molla la sua resistenza di un investimento diretto da parte degli EFSF/ESM nelle banche, è molto probabile che il supporto sarà canalizzato attraverso i titoli di stato. Le condizioni che seguono questo supporto sembrano realtivamente leggere – incentrate sulle banche stesse, piuttosto che sulla richiesta di un maggior monitoraggio degli aspetti di linea politica. Ma dato ciò l'amministrazione Rajoy ha già proposto gli obiettivi di consolidamento fiscale e riforma strutturale – e sta cercando di abbassare il suo rapporto di deficit/PIL di circa 6 punti percentuali nei prossimi due anni – questa sorta di pacchetto non dovrebbe essere uan sorpresa.

Una domanda chiave è se questa richiesta di supporto esterno servirà a migliorare le condizioni nel mercato obbligazionario Spagnolo e ad aumentare le possibilità Spagnole di evitare un pacchetto di supporto più ampio. Secondo il nostro giudizio no.

La richiesta di supporto ha come minimo tre conseguenze negative:
  1. Implica una certa subordinazione dei possessori di debito sovrano Spagnolo.
  2. Fornisce una chiara dimostrazione dei limiti della capacità dei titoli di stato di raccogliere fondi.
  3. E cristallizza le perdite bancarie concentrandole nello stato che sperava di evitarle.

Questo pacchetto di sostegno non farà altro che portare ad un altro pacchetto ancora più grande di sostegno per la Spagna. Stendiamo invece un velo pietoso sulla Grecia. Di recente si sono fatte sempre più vivaci le richieste di un'uscita dall'euro; i Keynesiani appoggiano incondizionatamente questa proposta. A quanto pare sembra la panacea di tutti i mali avere tra le mani una stampante di cui abusare. Propio così, perché il risultato di un'uscita della Grecia ed un ritorno alla dracma comporta due problemi belli grossi.
  1. La svalutazione non gioverà affatto alla popolazione.
  2. La Germania non lo permetterà.

La svalutazione della nuova valuta garantirà un breve periodo di sollievo al costo di un maggiore dolore successivamente; la Bundesbank invece è esposta in prima istanza ai prestiti dei PIIGS. In tutto questo marasma, l'Italia si appresta ad essere messa alla berlina. Perché? Perché, diversamente dalla Spagna che deve i suoi problemi ad una gigantesca bolla immobiliare, dall'Irlanda che deve i suoi problemi da una bolla immobiliare e finanziaria, dalla Grecia e dal Portogallo che devono i loro problemi a bilance commerciali disastrate e deficit fuori controllo, l'Italia deve fondamentalmente i suoi problemi ad un debito pubblico asfissiante. Scordatevi gli specchietti per le allodole, tipo la speculazione. Scordatevi gli altri specchietti per le allodole, tipo la colpa interamente scaricata sui Tedeschi. I problemi dell'italia sono antecedenti all'euro. La bassa crescita e la bassa produttività Italiana non sono stati causati dai Tedeschi; non hanno costretto l'Italia a possedere un'elevata spesa pubblica, un'elevata pressione fiscale ed una selva di normative contraddittorie ed ostacolanti l'imprenditorialità. Quindi, proporre che anche i contribuenti Tedeschi condividano parte della sregolatezza e della sconsideratezza degli altri è una mossa subdola ed ipocrita per salvarsi la faccia ed evadere le proprie responsabilità. Non esistono pasti gratis. Cinque anni fa la Germania ha messo mano ai propri problemi attuando riforme strutturali senza l'aiuto di nessuno, come abbiamo visto tale strada è stata perseguita anche dall'Estonia. Ma il clientelismo e la dipendenza dal welfarismo sono difficili da mollare...

Chi per il momento resta fuori dai riflettori è lo zio Sam. Nei mesi recenti, mentre sono scoppiate le varie preoccupazioni intorno alla situazione dell'eurozona, gli Stati Uniti sono stati visti come un porto sicuro per scampare alla realtà economica dell'Europa. Illusioni. Le cose sono tanto peggiori lì quanto lo sono qui da noi. Sono riusciti a posticipare il giorno della resa dei conti grazie all'emersione dei guai finanziari Europei, in questo modo lo zio Ben è potuto sgattaiolare via dal palcoscenico e lasciare tutta la platea a guardare lo zio Mario che si girava i pollici. Anche perché, come può una nazione essere degna di fiducia quando ha credenziali simili? Gli Stati Uniti sono semplicemente riusciti a calciare il barattolo più lontano degli Europei. Quando gli effetti inebrianti dello stimolo della FED svaniranno, i postumi della sbornia si intesificheranno. Lo zio Ben farà, quindi, quello che sa fare meglio: rimanderà ancora il dolore della resa dei conti. E' molto probabile, infatti, che la FED scatenerà il suo prossimo round di stimolo, sotto forma di QE3. Lo zio Ben, secondo me, l'ha sempre saputo che un altro QE sarebbe stato necessario, ma sta aspettando il momento politicamente più appetibile per annunciarlo. Ricordate, siamo in campagna elettorale.

Alla fine sempre più le persone capiranno quanto sia precaria la posizione di bilancio degli Stati Uniti. Alla fine sempre più persone realizzeranno l'inevitabile default a cui andrà incontro il governo degli USA. Qui sarà quando i tassi d'interesse aumenteranno negli Stati Uniti. Non esiste giustificazione per i bassi tassi di interesse negli Stati Uniti data la loro folle posizione fiscale. Una volta che diventerà evidente quanti dollari la FED è pronta a stampare per scongiurare la recessione, la bolla dei bond del Tesoro USA scoppierà.

Bernanke è pronto a tutto. Credo che questo riassuma la sua posizione.

[...] Con la disoccupazione ancora abbastanza alta e le aspettative di inflazione sottomesse, e in presenza di un rischio significativamente basso al panorama posto dalle tensioni nei mercati finanziari globali, il FOMC ha continuato a mantenere una posizione altamente accomodante di politica monetaria. Il raggio del target sul tasso dei fondi federali rimane tra lo 0 e 0.14%, e la Commissione ha indicato nelle sue recenti dichiarazioni che anticipa che le condizioni economiche è probabile che garantiranno livelli eccezionalmente bassi nel tasso dei fondi federali almeno fino alla fine del 2014. Inoltre, la Federal Reserve ha condotto un programma, annunciato lo scorso Settembre, per allungare la maturità media dei suoi possedimenti di titoli acquistando $400 miliardi di titoli del Tesoro a lungo termine e vendendo una quantità uguale di titoli del Tesoro a breve termine. La Commissione continua anche a re-investire il capitale ricevuto dai suoi possedimenti di debiti delle agenzie e dai titoli coperti da ipoteca delle agenzie (MBS) in MBS delle agenzie ed a rinnovare i suoi possedimenti di titoli del Tesoro alle aste. Queste politiche hanno sostenuto la ripresa economica ponendo una pressione al ribasso sui tassi di interesse a lungo termine, inclusi i tassi dei mutui, e rendendo più accomodanti le condizioni finanziarie più ampie. La Commissione rivede regolarmente la dimensione e la composizione dei suoi possedimenti di titoli ed è preparata ad aggiustare questi possedimenti in modo appropriato per promuovere una ripresa economica più forte in un contesto di stabilità dei prezzi.

Questo è quello che si ottiene quando la crescita è nominale: bisogna essere sempre pronti ad intervenire, da un momento all'altro potrebbe crollare tutto. L'equilibrio si regge su basi argillose, tutti si aspettano una corda che li tiri fuori dalla melma. Lo zio Ben continua ad offrirla, ma non sta tirando. Sta impendendo che l'economia Statunitense sprofondi, ma non la tira fuori dai guai. Tutti si aspettano che lo zio Ben fornisca il vecchio "elisir di lunga giovinezza." Lo vedono come l'asso nella manica che fornirà ai pianificatori centrali quella forza sovrumana tale da tirare fuori dalla fanghiglia chi ha agito sconsideratamente fregandosene delle leggi economiche. Non ci credono davvero, è la speranza dell'uomo che sta per morire che si aggrappa ad ogni briciolo di illusione per tentare di strappare qualche altro minuto di vita. La corda si sta spezzando, ma lo zio Ben continuerà a lanciarle: inevitabilmente si spezzeranno perchè lo zio Ben non ha la forza di tirare fuori dai guai gli "amici degli amici." "Tenetevi forte, ora ne lancio un'altra; questa volta non si spezzerà." Saranno accontentati, sono 30 anni che vengono accontentati. Il problema è che sta lentamente finendo anche lui nelle sabbie mobili.

Come sentite dire spesso su questo blog, l'idea di gettare denaro contro un problema non lo risolverà; l'idea di prestare denaro ad un apparato di sconsideratezza e sempre crescente fame di potere non è la soluzione. Sin dall'inizio della crisi il settore pubblico non ha fatto altro che espandersi, caricandosi dell'onere di garantire per quelle entità che dovevano essere liquidate. Il settore privato, invece, ha percorso la sua strada di sdebitamento (es. fallimenti aziendali, pignoramenti, default per i propri debiti, ecc.) tentando di riparare agli errori che è stato indotto a commettere dai pianificatori centrali. Tutto ciò viene vanificato dall'allargamento del governo che, agendo sulla base del clientelismo, non può permettersi di arretrare.




Gli investimenti improduttivi devono essere liquidati, i mercati ripuliti, altrimenti la Grande Correzione che ad intermittenza tenta di far rientrare le cose in equilibrio continuerà ad oltranza. Le banche devono fallire così come quelle altre istituzioni coperte dalla stampante monetaria. Ma da come avete letto dalle parole dello zio Ben ciò non accadrà. Nemmeno lo zio Mario è disposto ad accettare questa soluzione. I Keynesiani gridano al rigonfiamento delle vecchie bolle, se necessario anche di nuove; in questo modo gli zombie aumenteranno e l'idea di una soluzione poco dolorosa si fa sempre più remota.

Un Grande Default ci aspetta alla fine della strada. Solo che questa volta sarà globale. Ricordate quando su questo blog eravate avvertiti di un grande bust della Cina a causa della sua enorme bolla immobiliare? L'economia Cinese è in declino. Una parte molto grande dell'economia Cinese è stata fondata e pianificata su progetti che non hanno domanda. Il tutto finanziato con un'enorme stampa di denaro da parte della banca centrale. Ci sono spiragli di libero mercato in Cina, ma non abbastanza da evitare il crollo finale.

Ora, Businessweek ci fornisce alcuni dettagli ulteriori.






E per coronare il tutto, tra i nove membri della Banca del Giappone sono stati eletti due membri che sono sempre stati a favore di una stampa monetaria agrressiva. Takehiro Sato, ad esempio, è sempre stato un fermo critico della BOJ per non aver fatto abbastanza per combattere la deflazione ed ha sempre invocato misure monetarie più aggressive.

Esatto. Siamo circondati da zombie col portafoglio gonfio di foglietti colorati, e come zombie che si rispettino divorano i settori produttivi dell'economia. I lavoratori diminuiscono e gli zombie aumentano; i produttori diminuiscono mentre gli zombie consumano. La spesa del governo ed il denaro a basso costo continuano a creare zombie, mentre i settori produttivi vanno via via riducendosi.

Fate le vostre scommesse.


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