Bibliografia

lunedì 11 giugno 2012

Mercati in disperato bisogno di Prozac

Ve l'avevo detto e vi avevo detto perché. Ora ve lo ripeto. La stampante non ha nulla di "magico" perché non esistono pasti gratis. Le banche Argentine hanno visto ritirare un terzo dei loro depositi in dollari USA sin da Novembre poiché i risparmiatori vogliono sfuggire alla follia degli zulù stampatori. Ora, secondo Reuters i depositanti hanno ritirato un totale di circa $100 milioni al giorno nell'ultimo mese. Il trasferimento di dollari è giustificato dalla paura che il governo possa frenare l'accesso ai dollari mentre l'alta inflazione e la mancanza di fiducia nel governo erodono il peso Argentino. La banca centrale dell'Argentina, sotto la supervisione di Mercedes Marcó del Pont, sta pompando pesos ad un ritmo che potrebbe in ultima analisi distruggere la valuta. E la Presidente Kirchner ha messo un freno a questo delirio? No. La svalutazione del peso, causata dalla stampa monetaria, ha portato la Kirchner a forzare gli Argentini a mantenere i propri soldi in peso in rapida svalutazione.
Leggiamo da Reuters: "[...] I depositi in dollari USA delle banche Agentine scesi del 11.2% nelle precedenti tre settimane a $11.5 miliardi secondo i dati della banca centrale rilasciati Venerdì. [...] Dall'11 Maggio fino a Venerdì, i dati raccolti da Reuters da banche private hanno mostrato che sono stati ritirati $1.9 miliardi in valuta Statunitense, ovvero, circa il 15% di tutte le banconote depositate nel paese. [...] Sin da allora (la rielezione della Kirchner) ha posto limiti alle importazioni, ha imposto controlli sui capitali e ha sequestrato una quota di maggioranza della società energetica YPF. [...] La quasi impossibilità di comprare dollari al tasso ufficiale sta spingendo risparmiatori ed investitori a pagare un premio pesante sul mercato nero. [...] La battaglia della Presidente per rallentare la fuga dei capitali e rimpolpare le riserve delle banche centrali necessarie per pagare il debito pubblico ha spinto controlli ancora più stretti nelle ultime settimane, rendendo quasi impossibile comprare dollari al tasso ufficiale. [...] Vuole che gli Argentini pongano fine alla loro storia d'amore con il biglietto verde ed inizino a risparmiare in pesos nonostante l'inflazione misurata da economisti privati ​​sia arrivata a circa il 25% l'anno."
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di Detlev Schlichter


A mio avviso, non si può sfuggire al fatto che le cose non stanno migliorando. Se non altro, stanno peggiorando. Dopo le ampie oscillazioni dei mercati finanziari la settimana scorsa e leggendo il commento sulla stampa, mi sembra che ci sia ancora una credenza sorprendentemente forte là fuori secondo cui il nostro destino è nelle mani dei responsabili politici, i quali presumibilmente detengono ancora il potere di far migliorare le cose migliori nell'economia. Come possono farlo? Beh, non aspettatevi niente di nuovo: Principalmente guadagnando tempo attraverso l'ennesima strategia di riduzione dei tassi ufficiali – qualora sia ancora possibile – o iniettando più soldi fiat nel sistema attraverso nuovi prestiti al settore bancario o mediante un altro giro di monetizzazione del debito. Ah, le leggi dei rendimenti decrescenti!

L'unica ragione che ho trovato nel commento finanziario per il rally dei mercati azionari della scorsa settimana è stata la prospettiva di un'altra dose di denaro a buon mercato che si stagliava all'orizzonte. Una settimana fa, il primo Giugno, una relazione dell'occupazione piuttosto spaventosa negli Stati Uniti – che, come tutte le statistiche, non dovrebbe essere presa per oro colato, ma trattata con la massima cautela – aveva versato acqua fredda sopra la nozione di una ripresa autosufficiente e subito sembrava tirare il tappeto da sotto il mercato azionario. Poi è venuto fuori il modello usuale. Aspettate un attimo, sembravano dire collettivamente i mercati, un indebolimento del mercato del lavoro negli Stati Uniti è proprio quello che è necessario a Ben Bernanke per spingerlo oltre il bordo ed indurlo ad impegnarsi in un altro giro di "quantitative easing." E questa è stata la base per il rimbalzo nei titoli azionari globali di questa settimana.



Ti prego ingannami!

Il QE è, secondo la spiegazione di Bernanke, uno strumento politico che mira a migliorare il sentimento della popolazione ed a persuaderla in altre attività economiche attraverso la manipolazione mirata dei prezzi degli asset. Ad esempio, i mercati azionari alti di solito fanno apparire l'economia sana e quindi tendono a rendere gli uomini e le donne d'affari più ottimisti. In un libero mercato, i bassi tassi di interesse in genere segnalano la disponibilità di un ampio bacino di risparmi volontari che vogliono investiti ed essere tradotti in attività produttive. Ma in assenza di un'economia sana che solleva i mercati azionari, e in assenza di risparmi che possono essere utilizzati per la formazione di capitale, un miraggio di salute e di risparmio e di capitale può ancora essere generato con l'aiuto della stampante. Il QE, sempre per ammissione dello stesso Bernanke, è un enorme placebo: non è un vero medicinale in quanto chiaramente non affronta i mali fondamentali dell'economia, ma è uno strumento di ipnosi di massa a livello nazionale. Si tratta di una sorta di anti-depressivo, una sorta di Prozac monetario.

Beh, queste sono le politiche che sono state implementate su una scala senza precedenti per un certo numero di anni. Dire che non hanno avuto effetti sarebbe sbagliato. Per come la vedo io, hanno avuto numerosi effetti. Ma certamente non hanno terminato la crisi. Quali sono stati gli effetti, allora?

L'espansione monetaria ha prodotto il rally occasionale negli "asset rischiosi," ma questi sono stati in genere di breve durata. Dopo tutto, esiste ancora un abisso incolmabile tra un rally artificiale creato con iniezioni di nuovo denaro fiat ed un ri-prezzamento degli asset produttivi in risposta ai fondamentali positivi. Altri effetti sono stati i seguenti: la linea politica ha permesso a molte banche di rimanere in attività e quindi ha impedito una ricalibrazione del settore bancario; la linea politica ha sabotato il reindirizzamento del capitale scarso dai settori in bolla che avevano beneficiato dal boom del credito verso occupazioni nuove, produttive e più sostenibili in altri settori; ha sostenuto un settore finanziario stressato per molto tempo; ha permesso ai governi di avere grandi deficit ed accumulare più debiti; e sconquassando i prezzi dei costi dei capitali ha quasi certamente diretto gli imprenditori in zone che si rivelerebbero zone disastrate una volta che il flusso di denaro a buon mercato rallenterebbe.

Se ritenete – come me – che le allocazioni errate su larga scala delle risorse ed il sostanziale prezzo errato degli asset, entrambi il risultato del boom del credito che è scoppiato nel 2007, sono al centro del malessere attuale, allora potete concordare con me che la politica monetaria accomodante (il QE e cose di quel genere) non solo non servirà a migliorare l'economia, ma ostacolerà attivamente il processo di guarigione. E lo fa fornendo un placebo temporaneo che sembra perdere rapidamente la sua efficacia.



Perché così ottimisti?

Quindi, mi chiedo, come può la prospettiva di un altro taglio dei tassi della BCE o un QE3 o un QE4 da parte della FED rendere quei professionisti degli investimenti più ottimisti? Mi chiedo, è il loro entusiasmo ostentato per questi veri e propri inganni o è un cinico stratagemma per sbarazzarsi degli "asset rischiosi" nel prossimo rally artificiale e di breve durata e poi rannicchiarsi in previsione dell'inevitabile crollo? La credenza apparentemente inesauribile nella potenza finale della stampa di denaro e nello "stimolo monetario," non è un segno di disperazione piuttosto che una valutazione razionale di una situazione molto confusa?

Forse credono, con Paul Krugman, che appare molto serio nelle sue dichiarazioni, che i prossimi $2 biliardi di nuovo denaro dalla FED otterranno quello che gli ultimi $2 biliardi ovviamente non hanno ottenuto, o che un successivo 30% di debito pubblico farà ciò che il precedente 30% non ha fatto, cioè, aprire una sorta di varco psicologico, immaginario e collettivo e permetterci di essere più produttivi. Io non ci credo, ma sono perplesso per le spiegazioni e gli argomenti che ho letto.

In particolare, sono sorpreso di quanto gli osservatori sembrano essere disposti a contorcere il concetto di economia capitalista per essere in grado di spremere un pò di ottimismo dalla prospettiva di un intervento del governo ancora più evidente. Mi chiedo se non vi è un certo auto-inganno. Ecco una citazione interessante dal Financial Times di questa mattina che spiega perché il taglio a sopresa del tasso della Cina di ieri è stato un motivo di ottimismo:

"Crediamo che il taglio dei tassi sarà efficace per soddisfare l'obiettivo a breve termine di ottenere credito e rimettere in movimento l'economia," ha dichiarato Mark Williams a Capital Economics. "Non poteva esserci segnale più forte che i responsabili politici sono concentrati sulla crescita. Solo questo dovrebbe indurre una maggiore attività al grande settore statale."

Beh, evviva!

Non conosco il signor Williams e non ho intenzione di criticarlo personalmente. Lo cito solo perché penso che la sua breve dichiarazione sia una rappresentazione eccellente di ciò che deve essere il sistema di credenze economiche di coloro che riescono a trarre ottimismo da questi annunci politici.

La gente crede davvero che gli ingredienti per un'economia ben funzionante ed una ripresa sostenibile sono l'espansione del credito basata sul denaro stampato piuttosto che il risparmio, i tassi di interesse che riflettono le priorità dei responsabili della linea politica piuttosto che l'interazione dei risparmiatori e dei mutuatari sui mercati, e che una maggiore attività di un grande settore statale che trasmette facilmente i desideri dei responsabili della linea politica sia una buona base per un'economia prospera?

Ancora una volta, non sto nemmeno sottintendendo che questa sia l'opinione di Mr. William. Può anche darsi che tutto quello che stava cercando di dire è che queste misure erano destinate a incrementare le statistiche del PIL nel breve periodo. E sono d'accordo con questo. È probabile che avremo una crescita della Cina come un risultato. E allora? Bell'affare. Questo non è davvero un motivo per essere ottimisti, a mio avviso. Vuol dire che abbiamo girato l'angolo in questa crisi? Non credo. In effetti, ogni componente di questa citazione mi rende ribassista sulle prospettive a medio termine della Cina: denaro facile, "far muovere il credito," grande settore statale. Cos'è che non piace in questo mix tossico?

Sin dall'inizio della crisi finanziaria la Cina ha ampliato la propria offerta di moneta M2 di circa il 90%, o oltre del 13% p.a., qualcosa in cui è stata molto assistita da un obbediente settore bancario controllato dal governo che ha capito che i responsabili della linea politica erano focalizzati sulla crescita. Tale stimolo monetario è sempre buono per una cosa: far scoppiare alcune bolle. Per certi versi il boom immobiliare Cinese è andato oltre quello negli Stati Uniti prima del 2006, ed è più simile a quello del Giappone negli anni '80. E quello si è concluso proprio bene!

Non sono un esperto della Cina, ma tutto quello che sto dicendo è questo: per cosa esattamente dovrei essere ottimista? Denaro a basso costo per un grande settore statale?



Non ci sono porti sicuri, mi dispiace.

Siamo in un casino e mi dispiace dire che non ci sono uscite indolori, non sono presenti asset economici a basso costo e non ci sono rifugi sicuri. L'oro rimane la mia risorsa preferita perché è qualcosa che ha conservato la ricchezza per un lungo periodo e non può essere stampato da Bernanke e non può essere emesso in massa da Geithner.

Eppure, come ho spiegato la settimana scorsa in dettaglio, l'oro non è a buon mercato. Credo che il suo prezzo rifletta già l'aspettativa che la FED stamperà enormi quantità di dollari supplementari e che esiste un'elevata possibilità di un finale di partita inflazionistico per la malattia economica globale. Non la chiamo una bolla perché tante cose in realtà puntano nella direzione di un tale risultato. Eppure, qualsiasi riluttanza da parte di Bernanke ad utilizzare la stampante in modo più aggressivo – e credo che abbia buone ragioni per essere cauto – è probabile che deprimerà il premio del prezzo dell'oro rispetto al PPP di lungo termine dell'oro. Non è un trade facile.

Credo che la volatilità dell'azione del prezzo dell'oro della scorsa settimana sostiene questa interpretazione. Quando il primo Giugno è uscito il resoconto sul traballante mondo del lavoro, l'oro ha goduto del suo più grande rally giornaliero da più di 3 anni, evidentemente in attesa di un maggiore attivismo della banca centrale. Ma con Bernanke che è apparso riluttante nella sua testimonianza di Mercoledì a preparare i mercati ad un altro giro di monetizzazione del debito, l'oro si è ritirato abbastanza bruscamente.

L'oro è l'alternativa eterna al denaro fiat dello stato. Non sorprende che ora sia diventato prevalentemente un gioco di probabilità se la FED, in ultima analisi, premerà il pulsante monetario nucleare. Ma qualsiasi guadagno nei cosiddetti "asset rischiosi," come le azioni, non sembra più essere guidato da alcun ottimismo giustificato fondamentalmente sull'economia reale, ma dalla prospettiva di un'altra dose di Prozac monetario.

Non sono sicuro se Warren Buffett e Charlie Munger della Berkshire Hathaway apprezzano l'ironia. Ma l'asset "improduttivo ed incivile" (l'oro) che tanto detestano, e gli asset "produttivi e civili" (i titoli azionari ed i terreni agricoli) che preferiscono così tanto, sono attualmente guidati dalle stesse forze. Dopo tanto interventismo nessuno sa quali dovrebbero essere i prezzi "reali" di questi asset, ma mi sembra che senza la prospettiva di una svalutazione continua e costante della moneta fiato nessuno può giustificare i prezzi nominali di nessuno di essi.

Nel frattempo, la svalutazione della cartamoneta continua.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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