sabato 23 giugno 2012

L'Economia e la Politica del Mio Lavoro

«Il giardino dell'Eden è una cosa lontana nel passato tuttavia qualcuno (sì, persino qualche economista) occasionalmente pensa e agisce come se i beni economici potessero arrivare senza costo allegato. Milton Friedman è un economista che ha avvertito ripetutamente, tuttavia, che “non esiste una cosa come un pasto gratis!” Ogni programma “qualcosa in cambio di niente” e la maggior parte dei piani “diventa ricco velocemente” possiedono qualche elemento di questa fallacia. Non si ammettono errori su questo: se l'economia è implicata, qualcuno paga!
Qui una nota importante riguarda la spesa pubblica. Il buon economista capisce che il governo, per natura, non può dare altro di ciò che prima ha preso. Un parco “gratis” per Midland nel Michigan è in realtà un parco pagato da milioni di contribuenti americani (Midlandesi compresi). Un mio amico una volta mi ha detto che tutto ciò che c'è da sapere sull'economia è “quanto costerà e chi lo pagherà?” Queste poche parole contengono un prezioso consiglio per l'economista: non essere superficiale nel tuo pensiero!» -- Lawrence W. Reed
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di Ludwig von Mises


[Originalmente pubblicato in The Freeman, Maggio 1958, questo articolo è incluso in Free Market Economics: A Basic Reader, redatto da Bettina Bien Greaves.]


Ne consegue che un datore di lavoro non può pagare di più un dipendente rispetto all'equivalente del valore del lavoro che quest'ultimo, secondo il giudizio del consumatore, aggiunge alla merce. (Questo è il motivo per cui la star del cinema guadagna molto di più della serva.) Se lo pagasse di più, non recupererebbe le sue spese dagli acquirenti; avrebbe delle perdite ed infine andrebbe in bancarotta. Nel pagamento dei salari, il datore di lavoro funge come un mandante dei consumatori, per così dire. E' sui consumatori che cade l'incidenza dei pagamenti salariali. Dato che la stragrande maggioranza dei beni prodotti viene acquistata e consumata da persone che stanno ricevondo salari e stipendi, è ovvio che nello spendere i loro guadagni i salariati ed i lavoratori stessi sono i primi a determinare l'altezza del compenso che riceveranno.



Che Cosa Fa Aumentare i Salari?

Gli acquirenti non pagano per la fatica e le difficoltà del lavoratore, né per la lunghezza del tempo trascorso a lavorare. Essi pagano per i prodotti. Migliori sono gli strumenti che il lavoratore utilizza nel suo lavoro, più lavoro può compiere in un'ora, più alta sarà, di conseguenza, la sua retribuzione. Ciò che fa salire i salari e rende le condizioni materiali dei salariati più soddisfacenti è il miglioramento della dotazione tecnologica.

I salari Americani sono più alti rispetto ai salari di altri paesi, perché il capitale investito pro-capite è maggiore e le industrie sono così in grado di utilizzare strumenti e macchine più efficaci. Ciò che viene chiamato il modo di vita Americano è il risultato del fatto che gli Stati Uniti hanno posto meno ostacoli nel risparmio e nell'accumulo di capitali rispetto ad altre nazioni.

L'arretratezza economica dei paesi come l'India consiste proprio nel fatto che le loro politiche ostacolano sia l'accumulo di capitale sia l'investimento da parte di capitali stranieri. Poiché il capitale necessario è carente, alle imprese Indiane viene impedito di impiegare una quantità sufficiente di apparecchiature moderne, producendo quindi molto meno per uomo all'ora, e può solo permettersi di pagare tassi salariali che, rispetto ai salari Americani, appaiono come scandalosamente bassi.

C'è solo una via che conduce ad un miglioramento dello standard di vita delle masse dei salariati — l'aumento della quantità di capitale investito. Tutti gli altri metodi, per quanto famosi possano essere, non solo sono inutili, ma in realtà sono dannosi per il benessere di coloro che presumibilmente vogliono beneficiarne.

La domanda fondamentale è: E' possibile aumentare i saggi salariali per tutti coloro desiderosi di trovare un lavoro al di sopra dell'altezza che avrebbero raggiunto in un mercato del lavoro senza ostacoli?

L'opinione pubblica ritiene che il miglioramento delle condizioni dei salariati sia una conquista dei sindacati e di varie misure legislative. Dà al sindacalismo ed alla legislazione il credito per l'aumento dei salari, la riduzione delle ore di lavoro, la scomparsa del lavoro minorile, e molte altre modifiche. La prevalenza di questa credenza ha reso il sindacalismo popolare ed è responsabile per l'evoluzione delle legislazioni del lavoro degli ultimi decenni. Dato che la gente pensa che deve al sindacalismo il suo elevato standard di vita, perdona la violenza, la coercizione e l'intimidazione da parte dei lavoratori sindacalizzati ed è indifferente alla limitazione della libertà personale insita nelle clausole del sindacato. Finché questi errori prevalgono nelle menti degli elettori, è inutile aspettarsi una dipartita decisa dalle politiche erroneamente chiamate progressive.



Quali Sono le Cause della Disoccupazione?

Ma questa dottrina popolare stravolge ogni aspetto della realtà economica. L'altezza dei salari a cui tutti coloro desiderosi di ottenere posti di lavoro possono essere impiegati dipende dalla produttività marginale del lavoro, o, in altre parole, dal contributo dei lavoratori nell'utilità del prodotto.

Più capitale — a parità di condizioni — viene investito, più i salari salgono in un mercato del lavoro libero, vale a dire, in un mercato del lavoro non manipolato dal governo e dai sindacati. A questi saggi salariali del mercato, tutti coloro desiderosi di impiegare lavoratori possono assumerne quanti ne vogliono. A questi saggi salariali del mercato, tutti coloro che vogliono essere impiegati possono ottenere un lavoro. In un mercato del lavoro libero prevale una tendenza verso la piena occupazione. In realtà, la politica di lasciare che il libero mercato determini l'altezza dei salari è l'unica politica di piena occupazione ragionevole e di successo. Se i saggi salariali vengono aumentati, o dalla pressione sindacale oppure dalla costrizione o per decreto governativo, al di sopra di questa altezza, si svilupperà una disoccupazione di una parte della potenziale forza lavoro.

Queste opinioni sono appassionatamente respinte dai dirigenti sindacali e dai loro seguaci tra i politici ed i sedicenti intellettuali. La panacea che consigliano per combattere la disoccupazione è l'espansione del credito e l'inflazione, eufemisticamente chiamata "una politica di denaro facile."

Come è stato sottolineato in precedenza, un'aggiunta allo stock disponibile di capitali accumulati in precedenza costituisce un ulteriore miglioramento delle dotazioni tecnologiche delle industrie, in tal modo aumenta la produttività marginale del lavoro e di conseguenza anche i saggi salariali. Ma l'espansione del credito, che si effettui mediante l'emissione di ulteriori banconote o mediante la concessione di crediti addizionali sui conti bancari, non aggiunge nulla alla ricchezza della nazione in fatto di beni capitali. Crea solo l'illusione di un aumento della quantità di fondi disponibili per l'espansione della produzione. Poiché possono ottenere credito più a buon mercato, le persone credono erroneamente che la ricchezza del paese sia stata aumentata e che quindi alcuni progetti che non potevano essere eseguiti prima sono ora realizzabili. L'inaugurazione di questi progetti aumenta la domanda di lavoro e di materie prime e fa salire i saggi salariali ed i prezzi delle materie prime. Si scatena un boom artificiale.



Inflazione e Disoccupazione

Nelle condizioni di questo boom, i tassi dei salari nominali che prima dell'espansione del credito erano troppo elevati per lo stato del mercato e quindi creavano disoccupazione di una parte della forza lavoro potenziale, non sono più troppo elevati e il disoccupato può ottenere posti di lavoro di nuovo. Tuttavia, questo accade solo perché in base alle mutate condizioni monetarie e del credito sono in aumento i prezzi o, dicendo la stessa cosa espressa in altre parole, il potere d'acquisto dell'unità monetaria cala. Poi lo stesso ammontare di salari nominali — salari espressi in termini di denaro — significa meno in termini di salari reali — in termini di merci che possono essere acquistate dall'unità monetaria. L'inflazione può curare la disoccupazione solo tagliando i salari reali del salariato. Ma poi i sindacati chiedono un nuovo aumento dei salari, al fine di tenere il passo con l'aumento del costo della vita e siamo tornati a dove eravamo prima, in una situazione in cui la disoccupazione su larga scala può essere impedita da un'ulteriore espansione del credito.

Questo è quello che è successo in questo paese così come in molti altri paesi negli ultimi anni. I sindacati, sostenuti dal governo, hanno costretto le imprese ad accettare saggi salariali che andavano al di là dei tassi potenziali del mercato, cioè, i tassi a cui il pubblico era pronto a rimborsare i datori di lavoro con l'acquisto dei loro prodotti. Ciò avrebbe inevitabilmente comportato cifre della disoccupazione in salita. Ma le politiche del governo hanno cercato di prevenire l'insorgere di una grave disoccupazione con l'espansione del credito — l'inflazione. Il risultato è stato l'aumento dei prezzi, richieste rinnovate per un aumento dei salari ed espansione del credito reiterata; in breve, inflazione prolungata.



L'Inflazione Non Può Andare Avanti all'Infinito

Ma alla fine le autorità si sono spaventate. Sanno che l'inflazione non può andare avanti all'infinito. Se uno non ferma in tempo la politica perniciosa di aumentare la quantità di denaro e dei mezzi fiduciari, il sistema valutario della nazione crolla del tutto. Il potere d'acquisto dell'unità monetaria affonda fino ad un punto che ai fini pratici non è meglio di zero. Questo è accaduto più e più volte, in questo paese con la Valuta Continental nel 1781, in Francia nel 1796, in Germania nel 1923. Non è mai troppo presto affinché una nazione si renda conto che l'inflazione non può essere considerata come un modo di vita e che è indispensabile il ripristino di solide politiche monetarie.



Quali sono le cause della Depressione?

Non è compito di questo articolo affrontare tutte le conseguenze che comporta la cessazione delle misure inflazionistiche. Dobbiamo solo stabilire il fatto che il ritorno alla stabilità monetaria non genera una crisi. Porta solo alla luce i cattivi investimenti ed altri errori che sono stati compiuti sotto l'allucinazione del benessere illusorio creato dal denaro facile. Le persone diventano consapevoli delle colpe implicate e, non più accecate dal fantasma del credito a basso costo, cominciano a regolare le loro attività secondo lo stato reale dell'offerta dei fattori materiali di produzione. E' questo — certamente doloroso, ma inevitabile — riaggiustamento che costituisce la depressione.

Una delle caratteristiche più spiacevoli di questo processo di abbandono delle chimere e ritorno ad una stima sobria della realtà riguarda l'altezza dei salari. Sotto l'impatto della politica inflazionistica progressiva la burocrazia sindacale ha acquisito l'abitudine di chiedere a intervalli regolari un aumento dei salari, e le imprese, dopo una qualche resistenza, glieli hanno concessi. Di conseguenza queste percentuali erano al momento troppo alte per lo stato del mercato ed avrebbero causato una quantità cospicua di disoccupazione. Ma l'inflazione sarebbe incessantemente progredita fino a raggiungerli molto presto. Poi di nuovo i sindacati avrebbero invocato nuovi aumenti e così via.



Il Potere d'Acquisto

Non importa che tipo di giustificazione i sindacati ed i loro scagnozzi avanzano a favore delle loro pretese. Gli effetti inevitabili di costringere i datori di lavoro a retribuire il lavoro a tassi più elevati rispetto a quelli che i consumatori sono disposti a restituire loro con l'acquisto dei prodotti sono sempre gli stessi: disoccupazione in aumento.

Allo stato attuale i sindacati cercano di resuscitare la vecchia favola del potere d'acquisto confutata centinaia volte. Essi dichiarano che mettere più soldi nelle mani dei salariati — aumentando i salari, aumentando i benefici per i disoccupati, ed imbarcandosi in nuove opere pubbliche — consentirebbe ai lavoratori di spendere di più e quindi stimolare gli affari e portare l'economia fuori dalla recessione verso la prosperità. Questa è la falsa tesi pro-inflazione per rendere tutte le persone felici tramite la stampa di banconote.

Naturalmente, se la quantità dei mezzi circolanti è aumentatata, coloro nelle cui tasche arriva la nuova ricchezza fittizia — siano essi lavoratori o contadini o qualsiasi altro tipo di persone — aumenteranno la spesa. Ma è proprio questo aumento della spesa che causa inevitabilmente una tendenza generale di tutti i prezzi a salire. Così l'aiuto che un'azione inflazionistica potrebbe dare ai salariati è solo di breve durata. Per perpetuarla, si dovrebbe ricorrere di nuovo e di nuovo a nuove misure inflazionistiche. È chiaro che questo porta al disastro.

Ci sono un sacco di sciocchezze dette su queste cose. Alcune persone sostengono che gli aumenti salariali sono "inflazionistici." Ma non sono inflazionistici di per sé. Nulla è inflazionistico, tranne l'inflazione, cioè un aumento della quantità di moneta in circolazione e del credito (denaro del libretto degli assegni). E nelle condizioni attuali nessuno tranne il governo può porre in essere l'inflazione. Ciò che i sindacati possono generare forzando i datori di lavoro ad accettare salari più alti rispetto ai tassi potenziali di mercato non è l'inflazione e nemmeno prezzi delle materie prime più elevati, ma la disoccupazione di una parte delle persone ansiose di ottenere un lavoro. L'inflazione è una politica alla quale il governo fa ricorso al fine di prevenire la disoccupazione su larga scala che altrimenti avrebbe causato l'innalzamento dei salari da parte dei sindacati.



Il Dilemma delle Attuali Politiche

Il dilemma che questo paese e molti altri devono affrontare è molto serio. Il metodo estremamente popolare di aumentare i salari al di sopra dell'altezza che il mercato del lavoro senza ostacoli avrebbe stabilito produrrà una disoccupazione di massa catastrofica se l'espansione inflazionistica del credito non arrivasse a salvarla. Ma l'inflazione non ha solo effetti sociali molto perniciosi. Non può andare avanti all'infinito senza che ciò comporti la rottura completa di tutto il sistema monetario.

L'opinione pubblica, interamente sotto l'influenza delle dottrine sindacali fallaci, simpatizza più o meno con la domanda dei dirigenti sindacali per un considerevole aumento dei saggi salariali. Con le condizioni di oggi, i sindacati hanno il potere di far sottomettere i datori di lavoro ai loro dettami. Possono invocare scioperi e, senza essere trattenuti dalle autorità, fanno ricorso impunemente alla violenza contro coloro che sono disposti a lavorare. Sono consapevoli del fatto che il miglioramento dei salari aumenta il numero dei disoccupati. L'unico rimedio che suggeriscono è costituito da fondi più ampi per le indennità di disoccupazione ed una maggiore offerta di credito, cioè, inflazione. Il governo, cedendo docilmente ad un'opinione pubblica fuorviata e preoccupato per l'esito della campagna elettorale imminente, purtroppo ha già iniziato ad invertire i suoi tentativi di tornare ad una sana politica monetaria. Così siamo di nuovo impegnati con i metodi perniciosi di immischiarsi con l'offerta di moneta. Stiamo andando avanti con l'inflazione che con una velocità accelerata riduce il potere d'acquisto del dollaro. Dove si andrà a finire? Questa è la domanda che il signor Reuther ed i suoi pari non avanzano mai.



La Posta in Gioco per il Salariato

Solo un'ignoranza stupenda può definire le politiche adottate dai sedicenti progressisti "pro-lavoro." Il salariato come ogni altro cittadino è saldamente interessato alla conservazione del potere d'acquisto del dollaro. Se, grazie al suo sindacato, i suoi guadagni settimanali vengono aumentati al di sopra del tasso di mercato, ben presto scoprirà che il movimento al rialzo dei prezzi non solo lo priverà dei vantaggi che si aspettava, ma inoltre farà diminuire il valore dei suoi risparmi, della sua polizza assicurativa, e dei suoi diritti pensionistici. E, peggio ancora, potrebbe perdere il suo lavoro e non trovarne un altro.

Tutti i partiti politici ed i gruppi di pressione protestano che sono contrari all'inflazione. Ma quello che realmente intendono è che a loro non piacciono le conseguenze inevitabili dell'inflazione, cioè l'aumento del costo della vita. In realtà favoriscono tutte le politiche che comportano necessariamente un aumento della quantità dei mezzi circolanti. Non chiedono solo una politica di denaro facile per rendere possibile l'infinita stimolazione dei salari da parte dei sindacati, ma anche l'aumento della spesa pubblica e — allo stesso tempo — l'abbattimento fiscale attraverso l'innalzamento delle esenzioni.

Ingannati dal concetto Marxista dei falsi conflitti inconciliabili tra gli interessi delle classi sociali, la gente pensa che solo gli interessi delle classi possidenti si oppongono alla richiesta dei sindacati di salari più elevati. In realtà, i salariati non sono meno interessati rispetto ad altri gruppi o classi ad un ritorno al denaro sonante. Molto è stato detto negli ultimi mesi circa i danni che i poliziotti hanno inflitto ai membri dei sindacati. Ma lo scempio fatto ai lavoratori dalla stimolazione eccessiva dei salari avanzata dai sindacati è molto più dannosa.

Sarebbe esagerato sostenere che la tattica dei sindacati è la sola minaccia alla stabilità monetaria e ad una politica economica ragionevole. I salariati organizzati non sono l'unico gruppo di pressione le cui rivendicazioni oggi minacciano la stabilità del nostro sistema monetario. Ma sono i più potenti ed i più influenti tra questi gruppi e la responsabilità primaria spetta a loro.



Il Capitalismo e l'Uomo Comune

Il capitalismo ha migliorato il tenore di vita dei salariati in una misura senza precedenti. La famiglia media Americana gode di servizi oggi che, solo un centinaio di anni fa, nemmeno i più ricchi nababbi si sognavano. Tutto questo benessere è condizionato dall'aumento del risparmio e dei capitali accumulati; senza questi fondi che consentono alle imprese di fare un uso pratico del progresso scientifico e tecnologico il lavoratore Americano non avrebbe prodotto le cose migliori e in maggior numero per ore di lavoro rispetto agli Asiatici, non avrebbe guadagnato di più, e sarebbe, come loro, vissuto miseramente sull'orlo della fame. Tutte le misure che — come il nostro sistema fiscale sul reddito e sulle corporazioni — mirano ad impedire l'ulteriore accumulo di capitale o anche il decunulo di capitale sono quindi praticamente anti-lvaoro ed anti-sociali.

Un'ulteriore osservazione deve ancora essere fatta su questa questione del risparmio e della formazione del capitale. Il miglioramento del benessere portato dal capitalismo ha reso possibile per l'uomo comune risparmiare e quindi diventare egli stesso un capitalista in modo modesto. Una parte considerevole del capitale circolante nel mondo degli affari Americano è la controparte dei risparmi delle masse. Milioni di lavoratori dipendenti possiedono depositi a risparmio, obbligazioni e polizze assicurative. Tutte queste rivendicazioni sono pagabili in dollari e il loro valore dipende dalla solidità del denaro della nazione. Conservare il potere d'acquisto del dollaro è anche da questo punto di vista di vitale interesse per le masse. Per raggiungere questo scopo, non è sufficiente stampare sulle banconote la nobile massima, In God We Trust. Si deve adottare una politica adeguata.

Ho sognato che avevo un milione di dollari e non avevo più bisogno di lavorare.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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