Bibliografia
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sabato 2 giugno 2012
La morte di Gondrano
E' davvero sorprendente come l'attuale situazione sia l'affresco esatto partorito dalla mente geniale di Eric Arthur Blair, quando con la penna ha dato vita ad Animal Farm. Quest'oggi ci troviamo esattamente qui. I maiali pasteggiano alle spalle della popolazione, parassitando il più possibile da essa. La morte di Gondrano? Un "effetto collaterale" che qualche parola ed un facile pianto possono spazzare via nel buco della memoria. Le apparenze devono essere preservate. La sera si festeggia in suo onore.
"Amate Napoleone!"
Oggi si festeggia al grido, "Amate lo stato, e ora facciamo una parata!" Clarino, in questi giorni, si è presentato alle masse addolorato e piangente e con "vigore" ci ha ricordato per cosa dovremmo essere "grati." Cosa rappresentiamo davvero. Poiché senza di esso le nostre identità sarebbero solo come quell'insopportabile filo di tessuto che testardamente si erge da un maglione di lana, il quale deve essere estirpato per conservare le apparenze di un sano capo d'abbigliamento. Non sta bene uscire dal seminato.
La corona in segno di dolore la poserà successivamente, ora bisogna "festeggiare." Anche in loro memoria, ovviamente. Ora ditemi, alla luce dei recenti avvenimenti, come può scaturire un sorriso? Come si può restare uniti quando una classe dirigente pensa rigorosamente ai suoi paradigmi autoreferenziali e li deve celebrare solo per ricordare chi è che comanda?
Il leviatano è una bestia senza cervello che conosce un solo principio: quello di autoconservazione...a tutti i costi.
La sera i maiali nella casa festeggiano. La parata del 2 Giugno presenta un apposito palchetto solo per determinati "eletti." Le transenne ricordano tale divisione. Davvero non capite il senso di questi "festeggiamenti"? Eppure sono lapalissiani. Il controllo sulle masse avviene anche attraverso i festeggiamenti, ma è il simbolismo che questi festeggiamenti richiedono ed impongono a dover far riflettere. La volontà popolare è uno specchietto per le allodole. Lo stato è il padrone, noi siamo il gregge. All'interno di un recinto l'animale è sempre libero di scorrazzare nel suo perimetro, ma ha dei limiti oltre i quali non può andare. La rete glielo ricorda. Le transenne glielo ricordano.
Allora, è il momento di demolire quel muro su cui sono state dipinte le regole del recinto. Lo facciamo con una breve revisione della Costituzione Italiana gradevolmente offerta da un utente che purtroppo ha lasciato la blogosfera, Linucs.
Art. 1.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. (altrui) La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. (ovvero decidono loro)
Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, (salvo dimenticare di specificare quali siano, ed in virtù di cosa siano inviolabili) e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. (salvo dimenticare nuovamente di specificare quali siano, così c'è spazio di manovra, che non guasta mai)
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. (e Mastella ride)
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana (la soluzione naturalmente è livellare tutto al minimo, così come gli stupidi si possono far sembrare meno stupidi rendendo illegale l'intelligenza) e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. (segue logicamente che i disoccupati non abbiano facoltà di partecipare all'organizzazione politica)
Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. (salvo tralasciare qualche dettaglio sul prerequisito diritto di proprietà)
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. (strano, pensavo di avere il dovere di sfamare la famiglia)
Art. 5.
La Repubblica, una e indivisibile, ("per redistribuire più lontano, Cappuccetto Rosso") riconosce e promuove le autonomie locali; (salvo additarle come "secessione" all'occorrenza) attua nei servizi che dipendono dallo Stato (quali?) il più ampio decentramento amministrativo; (ovvero: prima pagate, poi arrangiatevi) adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento. (amen)
Art. 6.
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche. (grazie, ci servirà quando il 90% dei cittadini parlerà arabo)
Art. 7.
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale. (tradotto: Radio Maria vi può friggere il cervello e non possiamo farci nulla, rassegnatevi)
Art. 8.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. (ma alcune sono più "libere" di altre)
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. (e laddove contrastano basta farsi scrivere una legge apposta)
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. ("tu mete in ginocchio! tu ha inteso? tuto mondo òdia... non zo peché!")
Art. 9.
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. (indirizzando dunque la cultura e la ricerca per mezzo della refurtiva fiscale, "però siamo liberi")
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. (magari come collaterale a qualche prestito)
Art. 10.
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. ("generalmente, più o meno, ma possiamo sequestrare gli arabi in mezzo alla strada e buttarli nei voli della CIA? solo se è generalmente riconosciuto!")
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. (mutevoli trattati internazionali, altro utile spazio di manovra)
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, (ovvero il 90% del mondo, da sempre) ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. (peccato che abbiano cominciato a sbarcare solo dopo l'avvio della bolla e la pioggia di welfare)
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici. (invece Solomon Morel se lo tengono stretto anche se è un assassino, e tutti zitti)
Art. 11.
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli (salvo portare l'energia elettrica alle gonadi altrui in Somalia) e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; (però dovevamo liberare l'Iraq perché "c'erano le armi") consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, (vedi Vicenza) alle limitazioni di sovranità (vedi Sardegna) necessarie ad un ordinamento (quale?) che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; (tradotto: non decidiamo più "noi", arrivano telefonate da più in alto) promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. (tradotto: i soldi che rubiamo non li vedrete mai più neanche sotto forma di servizi scadenti)
Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. (per fortuna è una bandiera semplice, altrimenti ci toccava cambiarla in corsa in omaggio ai meno fortunati)
Se questa roba fosse un contratto tra privati ci sarebbero avvocati che rotolano giù dalle scale ridendo...
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