Bibliografia

martedì 12 giugno 2012

Economisti contro il Gold Standard

Una notizia succulenta da ETF Daily News. Leggiamo: "Questa settimana Barron's punta ai recenti dati del World Gold Council che riportano enormi acquisti d'oro da parte di banche centrali negli ultimi anni. Questi acquisti molto probabilmente non sono una mossa tattica temporanea, ma piuttosto un trend di lungo termine che continuerà per anni, se non decadi. Ma aspettate: le banche centrali non dicono a noi "comuni mortali" di acquistare più azioni, di investire e spendere più valuta fiat, e di schernire i gold bug per la loro idiozia? Sembra proprio un caso di "Fai quello che dico, non quello che faccio." [...] Questo flusso regolare di oro nei caveau dei banchieri centrali è notevole sia per la quantità sia per la consistenza del suo volume. Infatti, questo tipo di acquisto ufficiale è avvenuto l'ultima volta nel 1965, quando il panorama economico globale difficilmente rassomigliava all'attuale sistema fiat sperimentale."
Leggiamo ora da Barron's: "Le banche centrali hanno aumentato i loro accumuli d'oro di 400 tonnellate [...] durante i passati 12 mesi fino al 31 Marzo, un aumento di 156 tonnellate rispetto all'anno precedente, secondo gli attuali dati del World Gold Council. Il consiglio "è ora fiducioso che le banche centrali continueranno a comprare oro e ha aggiunto gli acquisti ufficiali ai parametri della domanda d'oro," scrive Austin Kiddle per il bullion dealer Sharps Pixley di Londra."
Alla faccia della reliquia barbarica! Fate le vostre scommesse.
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di Gary North


Se c'è una sola confessione di fede che unisce gli economisti di tutto il mondo oggi è questa: la loro ostilità senza compromessi nei confronti di un gold coin standard.

La seconda confessione di fede è il loro supporto qualificato al concetto di banca centrale.

Le due posizioni sono operativamente una sola posizione.

Gli economisti della Scuola Austriaca si oppongono al sistema bancario centrale. Ciò risale al libro di Ludwig von Mises del 1912, The Theory of Money and Credit. Mises promuoveva il free banking: attività bancaria commerciale disciplinata dal diritto dei contratti. Non sosteneva l'idea di una legislazione per istituire un settore bancario a riserva del 100%.

Il suo discepolo Murray Rothbard promuoveva un settore bancario a riserva del 100%. Ma, poiché si opponeva all'esistenza dello stato, la sua tesi delle riserve al 100% non era una richiesta di legislazione che prevedeva riserve al 100%. Per quanto posso vedere, operativamente parlando, la sua posizione era la stessa posizione di Mises: free banking.

Gli economisti della Scuola Austriaca sostengono qualunque standard monetario che una società di libero mercato produce attraverso lo scambio volontario. Ritengono che questo standard monetario è probabile che sia il denaro – basato sui metalli preziosi. Credono negli standard paralleli: monete d'argento, monete d'oro, e monete di metalli di base commerciate senza i controlli statali. Non credono nel controllo dei prezzi – tassi di cambio fissi – come base dello standard di unificazione di più monete metalliche.

Gli Austriaci rifiutano l'idea di denaro emesso dallo stato. Il denaro emesso dallo stato non è affidabile. Perché no? Perché i funzionari dello stato sono sempre tentati di svalutare la moneta. Vogliono aumentare la spesa pubblica senza imporre nuove tasse visibili, le quali portano ad una resistenza politica. E' più economico, più facile e più sicuro espandere l'offerta di moneta, e poi spendere il denaro (contraffatto) da poco creato. Comprano le merci di oggi ai prezzi inferiori di ieri, almeno fino a quando gli investitori lo capiscono ed iniziano a far salire i prezzi nei mercati dei futures. Ho scritto un libro su questo, Honest Money.

Perché gli economisti si oppongono ad un gold coin standard? Ci sono tre ragioni:
  1. interesse personale,
  2. arroganza, e
  3. fiducia nello Stato.



INTERESSE PERSONALE

Cominciamo con l'ipotesi  #2 di tutte le metodologie economiche di libero mercato: l'interesse personale è il #1 fattore motivante dietro l'azione economica. (L'ipotesi #1 è la scarsità: "A costo zero, ci sarà un aumento della domanda rispetto all'offerta.")

Supponiamo che un fresco possessore di un dottorato in economia vada in cerca di un lavoro. Non ha la capacità di fare soldi come un imprenditore. E' un burocrate certificato dai burocrati. Non può prevedere con successo i mercati.

Nessuno nel settore privato è probabile che lo paghi per scrivere tesine illeggibili sulla base di formule che non hanno alcuna relazione con i mercati reali. Eppure la scrittura di tali tesine è la sua abilità principale. La sua altra abilità è sostenere gli esami sulla base di queste formule.

Sta per arrivare ai trent'anni. E' fortemente indebitato. Lo stato ha finanziato la maggior parte della sua istruzione, ma ancora è in debito. Ha pagato in eccesso.

C'è stato un eccesso di dottorati sin dal 1969. E' peggiorato ogni anno. Ma, poiché i dipartimenti universitari vengono pagati di più dagli studenti laureati piuttosto che da quelli non ancora laureati, le facoltà hanno un incentivo ad assumere gli studenti nelle scuole di specializzazione. E' stato risucchiato. Non ha visto il mio dibattito sul perché non è una buona idea prendere un dottorato di ricerca in economia.

Nessun dipartimento di economia lo assumerà: sovrabbondanza. Ma il Federal Reserve System sì, se si è specializzato nel settore monetario e bancario. The Huffington Post ha pubblicato nel 2009 un articolo indispensabile, "Priceless: How the Federal Reserve Bought the Economics Profession."

Nel 1993, ci venne detto, Alan Greenspan informò la Commissione Bancaria della Camera che 189 economisti lavoravano per il Consiglio dei Governatori (un'operazione del governo) e 171 lavoravano per le 12 banche regionali Federal Reserve (possedute privatamente). Poi c'erano 703 come personale di supporto e di statistica. Questi provenivano dai ranghi degli economisti.

Questa era solo una parte della storia: la proverbiale punta dell'iceberg. Dal 1991 al 1994, la FED distribuì $3 milioni ad oltre 200 docenti per condurre una ricerca.

E' ancora in corso. C'è stata una crescita. Il Consiglio dei Governatori oggi impiega 220 economisti di livello universitario. Ma la crescita reale è avvenuta nei contratti.

Un portavoce della FED ha detto che le cifre esatte per il numero di economisti sotto contratto non erano disponibili. Ma, dice, la Federal Reserve ha speso $389.2 milioni nel 2008 per "la politica monetaria ed economica," denaro speso per analisi, ricerche, raccolta dati e studi sulla struttura del mercato; $433 milioni erano a bilancio per il 2009.

Questa è una grande somma di denaro. Questa somma di denaro, sosteneva l'autore, è sufficiente per comprare il silenzio. Affermava che c'erano meno di 500 membri dell'American Economic Association la cui specialità è o il denaro ed i tassi di interesse oppure la finanza pubblica. Nel settore privato, circa 600 fanno parte della National Association of Business Economists' Financial Roundtable.

Se si contano gli economisti esistenti a salario, gli economisti del passato a libro paga, gli economisti beneficiari di una sovvenzione, e quelli che vogliono entrare nell'affare, "abbiamo il quadro della parte molto significativa del campo."

Mi viene in mente solo un economista della Scuola Austriaca che abbia mai avuto un posto di lavoro nella Federal Reserve. Ci andò non appena ricevette il suo dottorato. Smise di scrivere pubblicazioni sulla Scuola Austriaca per i successivi 35 anni. "Se si prende lo scellino della regina, bisogna eseguire gli ordini della regina."



ARROGANZA

Il cuore dell'analisi dell'economica della Scuola Austriaca è l'idea che il libero mercato offre una migliore informazione ai decisori rispetto a qualsiasi commissione governativa. Le fonti decentrate d'informazione, quando governate da un sistema di prezzi, forniscono informazioni più accurate. Le sanzioni dei profitti e delle perdite ricompensano i raccoglitori di informazioni accurate e penalizzano quelle inesatte. Ciò significa che l'analisi della Scuola Austriaca è intrinsecamente ostile alla pretesa dei burocrati che il governo civile, in particolare il governo nazionale, possa prendere decisioni più efficienti rispetto al libero mercato.

Questa fede è diminuita fin dal collasso economico dell'Unione Sovietica, 1987-1991. Ma, anche così, c'è una sola eccezione annunciata dagli economisti accademici: il Federal Reserve System. Ci viene chiesto di credere che la FED non funziona come un normale cartello creato dal governo, anche se i suoi tratti caratteristici sono condivisi da tutti gli altri cartelli creati dal governo e difesi dal governo: prezzi alti, poca responsabilità, gestione fine a se stessa, entrate garantite, e tutto a causa di una concessione monopolistica di privilegio da parte del governo.

Nei libri di testo universitari di economia, il capitolo sui cartelli è separato dal capitolo sulla Federal Reserve, di solito da almeno una dozzina di capitoli. Non appaiono riferimenti avanti e indietro.

Al ragazzo fresco di dottorato è stata data un'istruzione schizofrenica, da Economia 1 fino alla prova finale orale. Gli è stato detto che i cartelli sono un male per i consumatori, e il Federal Reserve System è stato un vantaggio. Lo studente ha accettato entrambe le posizioni, il che significa che egli non riesce a connettere causa ed effetto in economia. Non può seguire una catena di ragionamento da una zona nell'economia (cartelli) ad un'altra (banca centrale). In breve, sarebbe un buon membro del personale economico in una delle 12 Banche regionali Federal Reserve o del Consiglio dei Governatori.

Per ottenere un lavoro deve fare questo: insegnare che il cartello delle banche centrali è un non-cartello positivo. Può rendere le persone improduttive (economisti) produttive. E' in grado di fornire denaro ai governi, eppure non indebolire il controllo democratico sui governi.

Si dice che le banche centrali siano in grado di fornire politiche positive nell'aggregato alla maggior parte dei membri della società, nonostante il fatto che i banchieri centrali nazionali favoriscano gli obiettivi politici di un gruppo o un altro, di una regione o un'altra. Gli economisti affermano che, nonostante vincitori e vinti, e nonostante il fatto che la teoria economica insegna che non esiste una scala di valori comune che unisce tutti i membri dell'ordine civile, la banca centrale è migliore rispetto al gold coin standard.

Egli crede che lui, insieme ad altri dipendenti del cartello bancario, la banca centrale, è in grado di elaborare una strategia economica nazionale e quindi applicarla, in modo che i risultati siano conformi al piano economico del governo.

Credono fermamente di possedere conoscenze economiche specialistiche che consentono loro ed agli altri come loro di unirsi in un ente che possiede il potere di coercizione noleggiato dal governo. Tali informazioni consentono loro di sognare politiche che faranno stare meglio le persone rispetto a quanto sarebbero state in un libero mercato.

Credono che la loro conoscenza, che li avrebbe mandati in bancarotta in poche ore nei mercati futures della valuta, li metta in una posizione migliore per pianificare l'istituzione centrale di un ordine sociale di divisione del lavoro: il sistema monetario.

Credono che le formule insegnate nella scuola di specializzazione, che producono perdite nei mercati futures della valuta, creano ricchezza in una banca centrale.

Credono che il controllo burocratico della base monetaria – soprattutto IOU del governo – che è lo strumento centrale della politica economica nella società, sia superiore ai mercati valutari, dove i profitti e le perdite governano il flusso delle informazioni. Credono che un incarico sia più di un incentivo per indovinare correttamente rispetto al sistema dei profitti e delle perdite nei mercati futures.

Ritengono che, quando sono parte di un cartello creato dal governo e protetto dal governo, sono più saggi dei mercati valutari.

Sono estremamente arroganti.

Il Congresso non controlla la banca centrale. I mercati dei capitali privati non possono controllarla. Allora cosa la controlla? La paura degli impiegati di essere accusati di una depressione e di default da un lato, e dall'altro l'iperinflazione. L'una e l'altra cosa la controllano.



FIDUCIA NELLO STATO

Questa fede è facilmente riassunta in una formula: M + B + G = P, dove M è il denaro, B sono i distintivi, G sono le pistole, e P è la prosperità.

Questa fede è la fede nella coercizione legalizzata: distintivi e pistole. La presenza di distintivi rende le armi efficienti nella produzione di ricchezza. Le armi senza distintivi sono viste come una distruzione della ricchezza: la legge del furto. Ma quando i distintivi si aggiungono alle pistole, tutto cambia in qualche modo. Quei funzionari che portano armi e distintivi vengono trasformati. Possono ora essere degni di fiducia per far rispettare le decisioni che porteranno a risultati che aumentano la ricchezza di tutti.

Questa fede nello stato è messa in discussione nei materiali di curriculum degli economisti della Scuola di Chicago. I Keynesiani estendono questa fede ad altri dipartimenti del governo, in particolare alla finanza del governo. Ma agli economisti della Scuola di Chicago viene insegnato a non fidarsi di eventuali cartelli, tranne due:
  1. il sistema bancario,
  2. il sistema educativo.

Per far funzionare queste due istituzioni, cioè farle funzionare meglio dei
  1. programmi non-Chicago e
  2. del libero mercato,
i politici devono adottare due regole:
  1. un tasso fisso di aumento di M1 (o forse M2) dal 2% al 5% l'anno, e
  2. buoni formativi.

Naturalmente, nessuna di queste due raccomandazioni è mai stata implementata, il che significa che gli economisti della Scuola di Chicago possono continuare a promuovere le loro riforme, giustificandole su questa base: "Non sono mai state provate."

Gli economisti della Scuola di Chicago si sforzano di rendere lo Stato più efficiente, imponendo regole diverse dalle regole del libero mercato, che sono:
  1. La legge dei contratti
  2. La proprietà privata
  3. Non ci sono restrizioni governative per entrare nei mercati
  4. Divieti contro la violenza e la frode

Gli economisti della Scuola di Chicago professano la fede nei risultati di queste quattro regole, tranne che nel settore bancario e nell'istruzione. In queste due aree, le regole non si applicano. Il perché, non ci viene detto.

Credo che abbia qualcosa a che fare con l'interesse personale, l'arroganza, e la fede nella coercizione, quando le norme che disciplinano la coercizione sono state progettate da economisti di professione.



INTERDETTI DA CHICAGO

Nel 1946, la facoltà di economia dell'Università di Chicago ebbe l'opportunità di assumere F. A. Hayek dalla London School of Economics. Il libro di Hayek, The Road to Serfdom (1944), era diventato un best-seller nel 1945. Venne pubblicato dalla University of Chicago Press.

Il dipartimento di economia lo rifiutò. Il motivo? Il punto di vista economico di Hayek non era abbastanza scientifico. Traduzione: era più sistematico nell'opporsi all'uso dei distintivi e delle pistole come modo per aumentare l'efficienza e la libertà.

Hayek era più favorevole alle pistole ed ai distintivi rispetto al suo maestro Ludwig von Mises. Il dipartimento di economia di Chicago non assunse nemmeno Mises.

Hayek arrivò a Chicago come professore non retribuito, così come Mises andò alla New York University. Il William Volker Fund pagò i loro stipendi.

Eppure nel 1994, Friedman scrisse l'introduzione all'edizione del 50° anniversario di The Road to Serfdom. Rifiutò di parlare dell'ostilità a lungo termine dei suoi colleghi pro-libero mercato nei confronti del punto di vista di Hayek.



CONCLUSIONE

Gli economisti si oppongono al gold coin standard perché non credono pienamente nell'ordine sociale del libero mercato. Non credono che lo scambio volontario in un ordine sociale a proprietà privata produca una maggiore libertà, e quindi una maggiore ricchezza, rispetto alla pianificazione del governo, vale a dire la pianificazione da parte delle commissioni di ruolo.

Il gold coin standard è una minaccia, sia nella teoria che nella pratica, alla moderna teoria economica come insegnato dal cartello dell'istruzione superiore. Si tratta di una testimonianza permanente dell'indisponibilità di economisti con interessi personali, arroganti, e certificati da un cartello, di estendere quello che dicono di credere sul libero mercato ai due cartelli che li impiegano: l'istruzione superiore ed il sistema bancario a riserva frazionaria.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. Gentile Francesco mi inserisco con un parziale OT e spero me lo concedi:-) Riguardo alla quotazione dell'oro: il fatto che siano i Rothschild (correggimi se sbaglio) a determinare il prezzo del metallo non può essere in futuro determinante per una sua seria svalutazione pilotata? nel senso: se il risparmiatore consapevole vuole sottrarsi al potere delle valute fiat e ovviamente i potentati economici ne sono al corrente non potrebbero essi organizzare un azione di forza contro i metalli preziosi? Spero la domanda abbia un senso....grazie e complimenti per il tuo blog:-)

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  2. Ciao jeanluc.

    Come giustamente fai notare, il mercato dei metalli preziosi è manipolato. E' ovvio che sia così, data l'enorme ruolo che gioca, ad esempio, l'oro. Non credo esista un manipolatore unico. Ho cercato di sviscerare l'argomento in questo post.

    Per quanto riguarda la quotazione ti consiglio di effettuare l'esercizio inverso: prova a considerare il prezzo del dollaro (o di qualsiasi altra valuta o parametro) rispetto all'oro. C'ho provato io qui.

    Possono abbattere il prezzo nominale dell'oro per quanto vogliono, ma non quello reale. E' immune alle svalutazioni. Per questo i pianificatori centrali lo odiano. Sono consapevoli che ci sono quantità abnormi di denaro fiat in giro, e per restare in carica dovranno stamparne ulteriormente. E' una corsa al ribasso mentre i pianificatori tentano di far restare in piedi questo spettacolo grottesco per quanto possibile ed accaparrarsi i primi posti della fila per uscirne quando l'inevitabilità della realtà colpirà con tutta la sua forza gettando la maschera a questo marasma di distorsioni economiche.

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  3. Immune alle svalutazioni...interessante spunto di riflessione..grazie per i post che mi hai segnalato, credo di averli letti in passato ma li rileggerò con più attenzione:-) buonanotte

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