Bibliografia

sabato 19 maggio 2012

Il Mito dei Decenni Perduti del Giappone #3





Terza ed Ultima Parte.




Qui il link alla Prima Parte.

Qui il link alla Seconda Parte.



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di Kel Kelly



Spiegazioni Aggiuntive e Concordanze


L'Aumento della Valuta

Si potrebbe pensare che parte della ragione per cui il Giappone ha visto aumentare il suo PIL pro capite negli ultimi 20 anni sia dovuta alla sua moneta più forte che si traduce in alti valori del PIL — quando si utilizzano i valori della valuta, invece di quelli del PPP. Ma il movimento della valuta non ne è responsabile. La moneta è salita proprio per aggiustarsi ai prezzi relativi, perché il Giappone ha avuto meno inflazione nei prezzi poiché ha creato meno denaro e credito (in realtà, l'ascesa dello yen riflette la caduta delle altre valute). I cambiamenti valutari hanno mantenuto la misura del PIL accuratamente aggiustata.

Una valuta più elevata ha aiutato, non danneggiato, il popolo Giapponese, dando loro più potere d'acquisto interno. Non ha fatto molta differenza a livello internazionale, perché la moneta si è aggiustata semplicemente ai prezzi. Un paese può stampare un sacco di soldi o no, ma le valute liberamente fluttuanti si aggiusteranno al potere d'acquisto reale.

Se il Giappone non avesse stampato denaro nel corso degli ultimi 20 anni, avrebbe visto la propria moneta aumentare ancora di più. Inoltre, i prezzi interni sarebbero calati. Questa non sarebbe stata deflazione, che è una discesa dei prezzi a causa di una contrazione dell'offerta di denaro. Sarebbe stato un crollo dei prezzi a causa del fatto che i beni ed i servizi sarebbero stati creati più velocemente del denaro. A differenza della deflazione, il calo dei prezzi aiuta tutti.

I prezzi sono rimasti per lo più piatti in Giappone perché la quantità di denaro è aumentata quasi allo stesso ritmo della quantità di beni. E per quanto riguarda i prezzi dei beni in particolare, l'offerta di denaro è effettivamente aumentata ad un ritmo più veloce rispetto agli aggregati monetari ufficiali perché il denaro è uscito dai mercati azionari ed immobiliari entrando nei mercati dei beni di consumo. Per far crescere l'economia non c'è bisogno di più denaro; i prezzi si aggiusteranno alla quantità di denaro — proprio come accade quando il denaro viene creato più velocemente dei beni. In realtà, meno denaro viene creato, più l'economia reale crescerà velocemente.


Come si E' Espansa l'Economia senza Prestiti Bancari e Crescita del Credito?

Data la mia esposizione sulla crescita vera del Giappone, molti potrebbero chiedersi come l'economia Giapponese abbia registrato una crescita senza la creazione di credito e senza prestiti bancari, perché è ben noto che le banche Giapponesi hanno dato vita a crediti inesigibili sui loro libri, e che sono riluttanti a prestare per questo e vari altri motivi.

Per cominciare, le banche hanno effettivamente effettuato prestiti, solo a prezzi ridotti rispetto agli standard storici (e in parte a causa del fatto che il denaro e quindi il credito sono stati creati ad un tasso ridotto). Inoltre, oggi ci sono altri tipi di istituti di credito in Giappone, oltre alle banche tradizionali.

Ma, più importante, deve essere chiaro che per un paese non è necessario nuovo credito per prosperare. Infatti, più credito — in contrapposizione a più risparmi reali — crea problemi economici e rallenta l'economia.

Una volta che i prezzi si adeguano al credito di nuova creazione, la quantità di credito disponibile in un'economia riflette la quantità di risparmi monetari veri e propri. Creare, quindi, credito aggiuntivo in eccesso rispetto ai risparmi reali aumenta la quantità di rivendicazioni utilizzate per acquisire lo stesso capitale fisico reale che i risparmi reali sono intesi ad acquisire — ciò è simile al gioco delle sedie musicali dove, invece di togliere le sedie, vengono aggiunte persone. Dopo che i prezzi si adeguano, tutto il credito che esisteva prima della creazione del nuovo credito è stato diluito dall'aggiunta di nuovo credito. Così, la creazione di moneta fiat riduce il potere d'acquisto reale di ogni unità dei risparmi e del credito creato in precedenza una volta che entra in scena l'inflazione nei prezzi.

Il credito creato artificialmente provoca anche sequenze di boom-bust economici dovute agli investimenti improduttivi ed alle liquidazioni successive che creano i falsi risparmi (cioè, credito mascherato da risparmio). La nuova moneta modifica artificialmente i tassi di interesse, gli utili, i prezzi relativi ed altri segnali di mercato, causando una cattiva allocazione di capitale che fa espandere innaturalmente alcuni settori rispetto ad altri. Più credito viene creato, maggiore sarà la distorsione della struttura di produzione economica, e maggiore sarà il processo correttivo richiesto una volta che il flusso di denaro rallenta o si ferma. Maggiore è la distorsione economica che si viene a creare, maggiore sarà il capitale reale che in ultima analisi verrà distrutto dagli investimenti improduttivi. (Per una spiegazione relativamente concisa di questo processo, vedere le pagine 141-155 del mio libro.)

Il Giappone non ha creato credito ad un ritmo elevato, quindi non ha diminuito il valore dei suoi risparmi reali attraverso l'inflazione o attraverso boom e bust finanziari ed economici (rispetto al Giappone in passato, e ad altri paesi).

È estremamente importante capire che se un paese non distrugge continuamente i risparmi reali ed il capitale reale attraverso la creazione di credito e di inflazione, non ha bisogno di risparmiare continuamente ed accumulare nuovi fondi per gli investimenti. L'idea prevalente nella maggior parte dei paesi di rincorrere ad un risparmio sempre maggiore per scopi di investimento è dovuta al solo fatto che lo stock attuale dei risparmi monetari e dei capitali viene continuamente diminuito dalla creazione di credito e dall'inflazione (a parte il capitale fisico che viene distrutto tramite gli investimenti improduttivi).

Quando il credito non viene meno in questo modo, resta intatto, e il suo valore aumenta nel tempo mentre i prezzi calano. In questo modo, il capitale stesso può finanziare maggiori investimenti nel tempo, e non è sempre necessario capitale aggiuntivo per sostituire il capitale precedente.

Il fatto è che in un'economia senza inflazione e scenari di boom-bust — entrambe le cose distruggono il capitale — la base di capitale stesso può far crescere un'economia senza nuovi risparmi. Tutto ciò che è necessario è che una quota sufficiente di capitale fisico esistente venga destinata alla produzione di beni capitali relativi alla produzione di beni di consumo. I beni capitali di un'economia — i suoi strumenti, le fabbriche, le macchine — ed il lavoro corrispondente dedicato alla produzione dei beni capitali producono tutti i nuovi beni capitali, nonché tutti i nuovi beni di consumo.

Finché abbastanza domanda monetaria — dallo stesso blocco annuale di denaro esistente nell'economia — è orientata ogni anno verso beni capitali rispetto a beni di consumo, ci sarà produzione sufficiente di beni capitali per
  1. sostituire i beni capitali consumati nella produzione
  2. produrre una maggiore quantità netta di beni capitali rispetto a quelli prodotti l'anno precedente.

Una quantità crescente ogni anno di beni capitali produrrà una quantità crescente di beni di consumo ogni anno (e dato che l'offerta di beni aumenta in relazione all'offerta di denaro statica, i prezzi diminuiranno entro l'anno).

Per una comprensione visiva di questo concetto, consultare l'esempio di George Reisman dal suo libro  Capitalism (p. 625) figura 12. Qui, la quantità di beni capitali (set di riquadri sul lato sinistro) prodotti ogni anno è in eccesso rispetto alla quantità necessaria per sostituire i beni capitali usati (e questo semplice modello suppone che tutti i beni siano utilizzati ogni anno). Questo porta ad una quantità costante in espansione di beni capitali (1.2K, 1.44K, 1.728K, ecc., dove "1K" rappresenta una data quantità fisica di capitale). Il processo è simile all'interesse della crescita composta.


Fig. 12. Un modello di economia in crescita senza l'aggiunta di capitale addizionale.


Ogni anno, visto che vengono creati maggiori beni capitali, ci sono più beni di consumo (i riquadri sul lato destro, che rappresentano le quantità consumate). La chiave è avere una quota sufficiente di spesa monetaria dedicata alla produzione, invece che al consumo: in questo caso, il 60% ai beni capitali ed il 40% ai beni di consumo. Tutta la produzione viene creata senza alcun risparmio o credito nuovo e aggiuntivo. La stessa quantità di risparmi fisici (l'originale 1K di capitale nell'anno 1) che acquista la stessa quantità di risparmi monetari/domanda (le 600 unità di denaro/spesa) viene utilizzata ogni anno per produrre una quantità sempre crescente di capitale, beni, e servizi.[1] Tutti i nuovi ed aggiuntivi risparmi/domanda (reali) — un rapporto, diciamo, 70/30 — aumenterebbe semplicemente il tasso di crescita della produzione. In prospettiva, si dovrebbe comprendere che se il rapporto fosse abbastanza basso, in modo tale che la quantità di beni capitali e beni di consumo prodotti compenserebbe esattamente la quantità utilizzata, l'economia diventerebbe stazionaria — non crescerebbe né si contrarrebbe. E se fosse ancora più basso, l'economia regredirebbe.

Tornando al caso del Giappone, poiché il paese ha distrutto ed inflazionato molto poco i risparmi ed i capitali negli ultimi 20 anni — cioè, poiché ha usato in gran parte lo stesso capitale — l'evoluzione della sua struttura produttiva è simile a quella nel nostro esempio. È vero, il capitale viene distrutto ogni anno attraverso la spesa al consumo (ad esempio, stimolo alla spesa, spesa sociale, ecc.), piccole sequenze boom-bust, regolazione/restrizioni ed altre distorsioni del governo, ma c'è abbastanza capitale creato ogni anno, oltre al livello elevato di risparmio interno disponibile, per coprire quella quantità di capitale perduto.

Ancor prima delle recenti crisi finanziarie ed economiche, tutte le economie sviluppate hanno sperimentato una distruzione annuale simile di capitale attraverso tasse ed altri interventi. Tutte le economie sono distorte e consumano capitale in una miriade di modi. Ma su una base netta, il capitale distrutto viene compensato — sebbene solo leggermente — dal nuovo capitale creato. Il Giappone ha semplicemente distorsioni diverse — e punti di forza diversi — rispetto ad altri paesi.

La figura 11 ci aiuta anche a vedere l'errore di pensare che nuovi capitali e nuovo credito potrebbero creare più domanda reale. La domanda reale può venire solo da beni o servizi effettivamente prodotti, che possono a loro volta essere scambiati per altri beni e servizi. Quello che serve sono più beni, non più domanda di merci, cioè, denaro. Più domanda monetaria non farà realmente lavorare o risparmiare più persone; ciò accadrà eliminando gli ostacoli artificiali che causano queste capacità inutilizzate.[2] Nuovo denaro e credito creerà semplicemente una sovrapproduzione in alcuni settori (ad esempio, gli immobili) rispetto ad altri.

Un aumento di denaro al fine di stimolare la domanda non genera un aumento della produzione di beni reali, ma solo l'illusione di un tale aumento. Questa illusione si manifesta attraverso l'inflazione ed attraverso il sovrainvestimento corrispondente in alcuni settori — dà la falsa apparenza di un boom economico. Il credito supplementare e l'inflazione fanno solo aumentare i prezzi non appena si aggiustano alla maggiore quantità di denaro. La quantità di beni fisici reali, rimane la stessa.

La morale della storia è che il Giappone non ha avuto bisogno di nuovo credito bancario, o anche di nuovi risparmi reali e capitali per prosperare. Ha solo avuto bisogno di mantenere una quota sufficiente di capitale (cioè, risparmi) allocato nella produzione di beni capitali efficienti.



Sommario

Nonostante l'opinione convenzionale, l'economia del Giappone non è stata stagnante; difatti è cresciuta in termini reali — sebbene non in termini monetari. Il punto cruciale è che i cambiamenti monetari non riflettono necessariamente i cambiamenti reali. La crescita del PIL del Giappone è stata lenta perché la crescita dell'offerta di denaro è stata lenta; è principalmente la crescita di denaro che guida i numeri del PIL. Pertanto, andando avanti, dobbiamo provare ad osservare la crescita economica reale — la produzione di beni e servizi reali — e non quella del PIL. Vedere le cose sotto una luce corretta ci permette di recuperare i decenni persi del Giappone, che non sono realmente andati persi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Questa crescita richiederebbe aumenti nel progresso tecnologico, che sarebbe quasi certamente presente in un'economia in crescita, particolarmente perché parte del capitale investito andrebbe nello specifico a creare nuove tecnologie.

[2] Ci saranno sempre capacità di riserva per molte ragioni, non ultima le aziende che mantengono intenzionalmente questa capacità di riserva.

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