Bibliografia

giovedì 26 aprile 2012

Nessuno Piange per l'Argentina che Abbraccia il 25% dell'Inflazione della Fernandez

Dopo il vespaio eruttato nel precedente articolo sull'Argentina, ed aver rotto il giocattolo agli interventisti che vorrebbero "santificare" la Kircnher, torniamo sull'argomento con un articolo di circa un anno fà ma ancora in possesso di indizi preziosi che ci svelano che quello che sta avvenendo in Argentina è il classico ciclo economico Austriaco che a sua volta condurrà il paese al bust, e se verranno implementate politiche anticicliche allo sfascio totale. Ancora una volta.

"L'alcol monetario dà, l'alcol monetario toglie."

Mi raccomando, fatemi sbellicare dalle risate affermando come dei beoti che un paese progredisce con i prezzi nella nazione che salgono costantemente. Quasi dimenticavo, aggiungerò enfasi nei "punti chiave" dell'articolo.
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di Eliana Raszewski


Immigrato in Argentina nel 1992, Zheng Jicong ha dovuto imparare lo Spagnolo ed adattarsi agli usi e costumi locali. Dopo aver costruito una catena di tre supermercati a Buenos Aires, sta cercando ancora di adattarsi all'inflazione che è circa sei volte superiore di quella della Cina.

Zheng, 35 anni, ha dovuto cambiare giornalmente i prezzi nei suoi negozi poiché i rifornitori gli mandavano nuove liste, con aumenti in certi prodotti che andavano dal 5% mensile al 5-10% settimanale.

"Se non avessi cambiato i prezzi, forse sarei finito a vendere i beni ad un prezzo inferiore ai nuovi costi," dice Zheng. "In Argentina, bisogna farci l'abitudine ad una situazione simile."

Un decennio dopo essere andata in default per $95 miliardi di bond in seguito ad una recessione di quattro anni, l'Argentina sta di nuovo assistendo ad un incremento dell'inflazione, come riporta la rivista Bloomberg Markets del mese di Maggio. Mentre le cifre ufficiali piazzano il tasso all'11%, economisti indipendenti stimano che il numero possa essere circa il 2.5 superiore.

Ciò porrebbe l'Argentina in seconda posizione solo dopo il Venezuela di Hugo Chavez, dove il Fondo Monetario Internazionale ha stimato ad Ottobre che i prezzi sono saliti del 33.3% lo scorso anno, il tasso più alto nel mondo.



Spesa in Accelerazione

La spesa in accelerazione da part del governo del presidente Cristina Fernandez de Kirchner sta attizzando i prezzi, dicono gli economisti. Le spese su tutto, dalla costruzione di autostrade alle pensioni sono salite del 37% lo scorso anno dal 2009 -- ed un aumento del 39% solo nel Gennaio di quest'anno. La generosità della Fernandez è resa possibile in gran parte dal boom globale delle materie prime.

Prodotti alimentari come la soia, il frumento e la farina rappresentavano circa il 70% dei proventi delle esportazioni del paese nel 2010, secondo la Agritrend SA, una società di ricerca di Buenos Aires.

Le entrate fiscali sull'esportazione, guidate da un prelievo del 35% sui semi di soia, sono aumentate del 11.2% nel mese di Febbraio rispetto ai 3 miliardi di pesos dell'anno precedente ($740 milioni).

Anche i 40 milioni di persone dell'Argentina stanno spendendo -- come un modo per proteggersi dal rialzo dei prezzi. Stanno comprando di tutto, dai televisori a schermo piatto alle automobili e persino le proprietà. Le vendite di prodotti come elettrodomestici, giocattoli ed abbigliamento sono salite del 39.5% nel mese di Dicembre rispetto all'anno precedente, l'aumento maggiore in questo mese almeno sin dal 1998. Le vendite di auto hanno guadagnato il 43.3% in termini unitari, le più alte sin dal 2004.



Salari Aumentati

La domanda per forniture da costruzione come cemento, acciaio e vernice è aumentata del 20% a Dicembre. Il consumo ha aiutato a spingere la crescita economica al 9.2% lo scorso anno dallo 0.9% del 2009. Alimentando tale crescita -- ed inflazione -- il governo sostiene gli aumenti salariali annuali del 30% o più.

I prezzi -- ed i salari -- sono aumentati così rapidamente che nel Novembre e Dicembre, la Banca Centrale dell'Argentina non è stata in grado di stampare denaro a sufficienza per soddisfare la domanda di contante da parte dei consumatori e delle aziende che cercano di coprire gli stipendi ed i bonus di fine anno. Mentre gli Argentini sio mettevano in fila davanti ai bancomat vuoti, la banca centrale ha preso la decisione senza precedenti di assumere la zecca del Brasile affinché sfornasse 160 milioni di banconote da 100 pesos Argentini, in modo che ci sarebbe stato denaro sufficiente per le persone desiderose di acquistare regali ed iniziare le vacanze estive.

"Se abbiamo un tasso di inflazione tra il 25% e il 30%, ciò significa un'importante espansione monetaria," dice Roque Fernandez, ex-presidente della banca centrale e un ministro dell'economia negli anni '90. "Quello che non sapevamo fino a quel momento era che c'erano problemi con l'emissione di tale quantità di banconote."



La Risposta della Banca Centrale

Nella maggior parte dei paesi, scenari simili avrebbero scatenato paura nei cuori dei responsabili politici e dei consumatori. Non in Argentina.

L'inflazione è il risultato di aziende che non sono in grado di soddisfare la domanda dei consumatori e dovrebbe essere risolta aumentando i prestiti per la produzione, dice Mercedes Marco del Pont, l'attuale presidente della banca centrale. Ha in programma di aumentare l'offerta di moneta del 28% quest'anno per incitare la crescita economica, una mossa che secondo lei non influenza l'inflazione.

"Il problema dei prezzi non ha radici monetarie," dice la banchiera centrale cinquantunenne laureata a Yale. "Le condizioni che potrebbero far accelerare l'inflazione non esistono in Argentina."

Infatti, dice Marco del Pont, la crisi economica mondiale degli ultimi anni ha dimostrato come l'intervento della banca centrale può svolgere un ruolo nello sviluppo dell'economia del paese. "La banca ha l'obiettivo della stabilità non solo nel sistema finanziario, ma anche nell'economia reale", dice.



"Abbiamo Visto di Peggio"

Anche molti Argentini ordinari, che ricordano i giorni del 1989 quando il tasso di inflazione annuale era esploso al 5,000%, stanno seguendo oggi questi numeri passo dopo passo.

"Abbiamo visto di peggio," dice Roberto Carlos Acosta, tassista di 35 anni da Avellaneda nella periferia di Buenos Aires. "Ero un adolescente che lavorava in un negozio, quando abbiamo avuto l'iperinflazione," ha detto Acosta. "Mi ricordo che un giorno il proprietario venne da me e mi disse 'Non vendere nulla' perché non sapevamo quanto sarebbe costato sostituirlo."

Gran parte dell'economia del paese è orientata verso il far fronte all'inflazione. "Si tratta di adattamento," dice Marcos Katz, che gestisce un negozio di tessuti in General Guemes, una città di circa 30,000 persone nella provincia nord-occidentale di Salta. Dice che visita grandi città come Cordoba o Buenos Aires una volta al mese per guardare i prezzi nei negozi più grandi. "Cerco di tenermi al passo," dice. "Questo è quello che un sacco di piccole aziende fanno."



"Le Banche Sono una Cosa Terribile"

Katz, che è stato in attività sin dal 1974, dice che ha imparato a lavorare soprattutto senza le banche dopo aver vissuto periodi di iperinflazione. "Le banche sono una cosa terribile," dice. "Si ottiengono un sacco di finanziamenti dai propri fornitori."

Una conseguenza della lunga storia dell'inflazione Argentina è che la gente spesso paga in contanti anche per i grandi acquisti, come case o automobili.

"E' facile per gli Argentini ricordare come affrontare l'inflazione," dice Claudio Loser, un Argentino che ha guidato il Western Hemisphere Department al Fondo Monetario Internazionale durante la crisi del 2001. "Si difendono dall'inflazione investendo."

Eduardo Costantini lo sa bene. In quattro giorni durante Ottobre, il capo del gruppo immobiliare e di asset management Consultatio SA dice di aver venduto 900 lotti in un progetto di abitazioni fuori Buenos Aires per un totale di $75 milioni, senza nemmeno pubblicità.

Costantini, 64 anni, dice che gli Argentini sono diffidenti nei confronti dell'investimento estero a causa delle turbolenze finanziarie e sono insoddisfatti degli interessi quasi a zero sui depositi bancari in dollari -- per non parlare dei tassi di interesse reali negativi sui depositi in pesos.



Nessun Luogo in cui Investire

"Se comprate dollari, siete morti," dice Costantini, collezionista d'arte che ha fondato il Museo d'Arte Latino Americana a Buenos Aires. "Se si investe all'estero, non si sa cosa accadrà a causa dell'incertezza, e se si depositano i soldi nelle banche, non pagano nulla."

Il boom delle costruzioni ha alimentato il business per Ceramica Fanelli SA, una compagnia di mattoni a Buenos Aires che sta investendo €5 milioni ($7 milioni) per attrezzature dall'Italia il che aumenterà la propria produzione del 50% quest'anno.

"La produzione è stata superata dalla domanda," dice Claudio Moretto, direttore commerciale della compegnia. "E' incredibile la pressione che sto ricevendo dai nostri clienti."

C'è un lato oscuro nell'aumento della domanda, dice Moretto, 50 anni, che stima che l'inflazione sia stata del 25% lo scorso anno e prevede un salto simile nel 2011. "Non possiamo trasmettere ai clienti tutti i nostri aumenti nei costi, quindi i margini della compagnia stanno diminuendo," dice.



Il Lato Oscure dell'Inflazione

L'inflazione dilagante minaccia la salute economica a lungo termine dell'intero paese, dice Roberto Lavagna, che come ministro dell'economia del defunto marito e predecessore di Fernandez, Nestor Kirchner, ha condotto la ristrutturazione del debito del paese nel 2005.

L'Argentina, la terza economia più grande dell'America Latina, è scesa al sesto posto nella regione come destinazione diretta degli investimenti esteri. Ha attratto solo $2.2 miliardi nei primi sei mesi del 2010, secondo le Nazioni Unite, rispetto ai $17.1 miliardi del Brasile, i $12.2 miliardi del Messico e gli $8 miliardi del Cile.

"C'è una combinazione di una situazione soddisfacente per quanto riguarda la crescita economica da un lato, e dall'altro squilibri che si riflettono in un'alta inflazione ed un tasso di investimento che è inferiore a quanto il paese ha bisogno," dice Lavagna.



I Costi per gli Importatori

L'inflazione in Argentina sta mettendo un sacco di pressione sui costi per gli importatori, dice Hector Trevino, capo del settore finanziario della Coca-Cola Femsa SAB, la più grande ditta imbottigliatrice dell'America Latina. L'azienda residente a Città del Messico ha visto i suoi costi di trasporto Argentino saltare a quasi il 70% e gli stipendi sono saliti del 35% nel quarto trimestre del 2010, ha detto in una conferenza a Febbraio.

"L'impatto che abbiamo avuto nei costi di trasporto in Argentina e negli stipendi è enorme," ha detto.

Le aziende con dipendenti in Argentina, che aumentano i salari per tenere il passo con l'inflazione, percepiscono una pressione simile.

"Nel 2010, i costi del personale in Argentina sono saliti di circa il 20% in termini di dollari," ha detto in una conferenza stampa il 24 Febbraio a Madrid Antonio Brufau, amministratore delegato di Repsol YPF SA (REP), la compagnia petrolifera più importante in Spagna. Nel 2011, questi costi aumenteranno fino al 25% in pesos, ha aggiunto.

Dopo le elezioni presidenziali in Ottobre, il prossimo governo dovrà prendere decisioni difficili in merito al restringimento della politica fiscale e monetaria, dice Lavagna, che ora dirige l'Institute of Applied Economics and Society a Buenos Aires.



La Fernandez Cavalca i Sondaggi

La Fernandez non ha ancora annunciato se si proporrà per un secondo mandato. Secondo un sondaggio dal 24 Gennaio al 3 Febbraio condotto dalla Management & Fit, la Fernandez vincerebbe del 27.1% dei voti in un'elezione presidenziale, seguita dal leader dell'opposizione Ricardo Alfonsin, figlio dell'ex-presidente Raul Alfonsin, con il 6.6%, e dal Sindaco di Buenos Aires Mauricio Macri, al 5.4%. Circa il 38% degli intervistati era indeciso o non ha detto chi avrebbero votato.

La Fernandez, 58 anni, deve il suo vantaggio nei sondaggi in parte alla continuazione delle politiche di suo marito, uscito di scena nel Dicembre 2007. Ha mantenuto il peso debole, così le merci locali sono rimaste a buon mercato e le esportazioni sono state forti. Sin dal momento in cui la Fernandez è entrata in carica, il peso Argentino è caduto del 22.4%, la maggiore tra le principali valute Latino Americane. Come risultato, la disoccupazione è caduta al 7.3% nel quarto trimestre del 2010 dal 22% nel 2002.

Kirchner, morto di un attacco di cuore nel mese di Ottobre, ha creato o mantenuto un tetto dei prezzi su tutto, dall'elettricità alla carne bovina. E ha minacciato gli investitori stranieri che uscivano dal seminato, chiedendo un boicottaggio nazionale della Royal Dutch Shell Plc (RDSA) per aver aumentato i prezzi del carburante nel 2005. La compagnia ha fatto marcia indietro.




Indici Sottostimati

E quando l'inflazione è rimasta bloccata a circa il 10% nel 2006, Kirchner sostituì i funzionari responsabili del CPI. Da allora, dice Lavagna, il governo ha sottostimato l'indice dei prezzi al consumo. L'ufficio della presidenza dice che i prezzi sono aumentati solo del 10.9% lo scorso anno, mentre la società di ricerca Ecolatina, fondata da Lavagna 30 anni fà, dice che il guadagno è stato del 26.6%.

"Quello che abbiamo detto quando abbiamo assunto l'incarico è che il consumo garantisce un mercato attivo, garantisce la crescita", dice Lavagna, che ha lasciato il governo di Kirchner nel 2005 e ha concluso al terzo posto la gara delle presidenziali del 2007. "Ma il consumo che genera investimenti è una cosa. Il consumo che genera inflazione è un'altra."

La Fernandez lo scorso anno ha invitato il Fondo Monetario Internazionale a visitare il paese per contribuire a creare un'indice d'inflazione nazionale. In Febbraio, il suo governo ha iniziato minacciando gli istituti indipendenti di ricerca, tra cui Ecolatina, con multe fino a $125,000 affinché non rivelasse come calcolano le loro stime del CPI. Jorge Todesca, ex-ministro dell'economia ora a capo di Finsoport, una delle ditte che ha ricevuto delle lettere da parte del governo, ha detto che questa mossa si rivolge ad intimidire i ricercatori e le aziende che parlano.



Prezzi Raddoppiati per le Carni Bovine

Minacce o no, ci sono crescenti segnali che la Fernandez non sarà in grado di utilizzare mezzi artificiali per tenere a bada l'inflazione. Il prezzo della carne bovina -- cosa sacra per un paese che è il secondo consumatore di carne pro capite al mondo -- è più che raddoppiato in quanto gli allevatori non potevano soddisfare la domanda a causa di allevamenti impoveriti. L'eccedenza nella bilancia commerciale dell'Argentina si è ridotta a $241 milioni a Dicembre da $1.2 miliardi dell'anno precedente. Nonostante la crescita dell'economia, si sta fallendo nell'attirare investimenti a sufficienza per soddisfare la domanda dei consumatori, dice Loser.

"Il primo effetto di un processo inflazionistico è l'euforia, perché la gente esce e spende," dice Lavagna. "Ma poi arrivano i costi di questa politica."

Una volta che la festa finisce, il prossimo presidente dell'Argentina dovrà fare i conti con tali costi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. pensa ci sono più possibilità di un default argentino che di quello Italiano (i loro spread contro i treasury sono oltre 800bps).
    nei miei post avevo già indicato come l'Argentina non sia un modello da imitare e per la cronaca sottolineo che il 30% degli argentini è di origine italiana. Da italiano questo mi turba non poco.

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  2. Ciao Andrew. Ho deciso di presentare qualcosa qui sul blog dato che ultimamente ronzavano tante mosche sullo sterco dell'accoppiata Kircnher-Del Pont facendo credere ai più tonti come la loro ricetta fossa la panacea di tutti i mali.

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