Bibliografia

lunedì 27 febbraio 2012

Tuttlemania





di Johnny Cloaca


Ricordate che fine fa Tuttle nel film Brazil? Ci sono alcuni decerebrati là fuori che si stanno sbucciando le ginocchia davanti lo zio Mario affinché ci inondi di carta da cesso colorata. La mania del 3-D sta facendo uscire di melone parecchi soggetti. A volte rischia di diventare talmente reale da diventare devastante. Così, anche stavolta, abbiamo trovato il "premio" da dare alla montagna di cazzate più alta che si sia mai vista dopo la comprasa sulla scena mondiale della General Theory. Quando le persone si impegnano riescono a partorire una sequenza combo di assurdità tutte pronte da essere degustate dall'attento lettore. Orsù, apriamo le tende del circo e lustriamo la vecchia carabina.

Le grandi crisi partoriscono grandi idee. Così fu dopo il crac del 1929 e la Depressione.

Questa non me la voglio perdere...

Per uscirne, l'Occidente usò il pensiero di John Maynard Keynes, scoprì un ruolo nuovo per lo Stato nell'economia, inventò le politiche sociali del New Deal e la costruzione del moderno Welfare State. Oggi siamo daccapo.

>"Buongiorno, lei è...?"

>"Termine...Lungo Termine"

Eccoci, il lungo termine è arrivato. Siamo daccapo perché quelle politiche erano fallimentari, infatti Roosevelt scopiazzò il suo discorso per il New Deal dai deliri di Keynes nella General Theory promettendo all'elettore medio la luna. Ma c'è una domanda: chi paga?




Ecco il costo delle promesse. In realtà, la Grande Depressione terminò nel 1946, quando 10 millioni di individui ritornarono nei ranghi dei disoccupati e la spesa federale calò del 40% dopo la morte di Roosevelt ed il conseguente abbandono del New Deal.

L'eurozona sprofonda nella sua seconda recessione in tre anni. Gli Stati Uniti malgrado la ripresa in atto pagano ancora i prezzi sociali elevatissimi della Grande Contrazione iniziata nel 2008 (almeno 15 milioni di disoccupati).

Una ripresa nominale. Grazie alla distrazione chiamata "Europa" e alla stampante dello zio Ben.

Ma dall'America una nuova teoria s'impone all'attenzione. Si chiama Modern Monetary Theory, ha l'ambizione di essere la vera erede del pensiero di Keynes, adattato alle sfide del XXI secolo. Ha la certezza di poter trainare l'Occidente fuori da questa crisi.

Ho un prurito. "Più zecche, più pulci!"

E' questa la presunta soluzione archittetata da questi riformatori sociali del fine settimana. Ma non vi erano dubbi che ormai il Keynesismo, avendo fallito su ogni fronte, dovesse darsi una lucidata per proporre le sue bislacche soluzioni ad un'economia allo sfascio. Ma vediamo quale è questa "certezza".

(rullo di tamburi)

A patto che i governi si liberino di ideologie vetuste, inadeguate e distruttive. È una rivoluzione copernicana, il cui alfiere porta un cognome celebre: James K. Galbraith, docente di Public Policy all'università del Texas e consigliere "eretico" di Barack Obama.

Se avete iniziato a ridere, vi do un motivo per non smettere.

James K. Galbraith è figlio di uno dei più celebri economisti americani, quel John Kenneth Galbraith che fu grande studioso della Depressione e consulente di John Kennedy.

Galbrauth senior era l'autore di The Affluent Society, che contrastava e criticava il settore privato per una mancanza di sostegno del settore pubblico. Galbraith senior invocava nuovi investimenti in parchi, trasporti, istruzione ed altre amenità pubbliche. Risposta? Maggiore spesa, maggiore stimolo della domanda. Quando però interrogato sulla reale necessità di tali soluzioni e del costante fallimento della pianificazione centrale, magicamente l'attenzione si spostava altrove.

Il nuovo Verbo che sconvolge i dogmi degli economisti, assegna un ruolo benefico al deficit e al debito pubblico. È un attacco frontale all'ortodossia vigente.

L'ortodossia vigente è la stampa allegra di denaro ed una spesa a deficit senza ritegno, il tutto condito con prestiti dati anche all'ultimo morto di fame per la strada. Il nostro giornalista sta mascherando le carte, poiché sta proponendo una semplice cosa: più della stessa medicina. Un pò come i Keynesiani si lamentavano del fatto che le loro politiche non funzionassero e invocavano una maggiore dose. Il lettore che non fosse completamente cretino potrebbe anche cominciare a cogliere un trend...

Sfida l'ideologia imperante in Europa, che i "rivoluzionari" della Modern Monetary Theory (o Mmt) considerano alla stregua di un vero oscurantismo. Quel che accade in questi giorni a Roma e Atene, l'austerity imposta dalla Germania, per i teorici della Mmt non è soltanto sbagliata nei tempi (è pro-ciclica: perché taglia potere d'acquisto nel bel mezzo di una recessione), ma è concettualmente assurda.

Austerità sul settore pubblico che si è espanso a dismisura contraendo debiti enormi. L'entrata nell'euro per i PIIGS è stata una manna dal cielo, proprio perché ha visto il proprio rischio allineato con quello di nazioni più forti godendo di una maggiore sicurezza in fatto di spesa. L'Italia ne è l'esempio.

Il nuovo Verbo che sconvolge i dogmi degli economisti, assegna un ruolo benefico al deficit e al debito pubblico.

Proprio così, perché il vecchio ostacola il nuovo, e ci impone di usare l'euro e l'inflazione e il debito.

L'ho letto su Topolino quindi dev'essere proprio così.

Se nel 2012 devo ancora leggere queste boiate buttate lì come se fossero vere allora tanto vale che mi anneghi con la testa in un secchio d'acqua.

È un attacco frontale all'ortodossia vigente. Sfida l'ideologia imperante in Europa, che i "rivoluzionari" della Modern Monetary Theory (o Mmt) considerano alla stregua di un vero oscurantismo.

Oh povero... e pensare che i libri per studiare sono pure gratis.

Quel che accade in questi giorni a Roma e Atene, l'austerity imposta dalla Germania, per i teorici della Mmt non è soltanto sbagliata nei tempi (è pro-ciclica: perché taglia potere d'acquisto nel bel mezzo di una recessione), ma è concettualmente assurda.

Qui non si capisce come cazzo sia possibile affermare una cosa del genere. In pratica se ad un ubriaco viene diagnosticata una cirrosi epatica la soluzione è farlo bere ancora di più in modo che schiatti quanto prima.

Un semplice esercizio mette a nudo quanto ci sia di "religioso" nella cosiddetta saggezza convenzionale degli economisti. Qualcuno ha provato a interrogare i tecnocrati del Fmi, della Commissione Ue e della Banca centrale europea, per capire da quali Tavole della Legge abbiano tratto alcuni numeri "magici".

Sono gli stessi numeri magici che compongono il paniere dell'inflazione, rigorosamente aggiustato ogni anno.

La Teoria Monetaria Moderna fa a pezzi questa bardatura di vincoli calati dall'alto, la considera ciarpame ideologico. La sua affermazione più sconvolgente, ai fini pratici, è questa: non ci sono tetti razionali al deficit e al debito sostenibile da parte di uno Stato, perché le banche centrali hanno un potere illimitato di finanziare questi disavanzi stampando moneta.

Finanziare determinate attività con i soldi rubati ai cittadini (che in caso contrario sarebbero stati ben disposti a spendere), è un'idea di prosperità? Anche perché stampare moneta a tavoletta crea inflazione, che è l'equivalente di una tassa occulta.

Riflettiamo insieme: come cazzo è possibile uscire da una crisi rubando ai coglioni che lavorano, e come cazzo è possibile affidare all'interventismo la risoluzione dei problemi se esso stesso ne è stato la causa? Perché noi stiamo analizzando il periodo post-bolla, ma è esistito anche un periodo pre-bolla.

Si potrà mai finalmente sapere da dove nasce questo curioso paradosso della storia? Oppure si tratta di uno dei tanti casi in cui le parole valgono quanto la carta da cesso ed acquistano il significato necessario volta per volta, dovunque ci si propone di fottere altri soldi e far passare l'idea che il privato, essendo moralmente indegno, comunque non meritava di averli guadagnati lavorando ogni maledetto giorno, salvo poi contribuire allo stipendio di Napolitano ed altri fantocci sacri della "patria" del mio beneamato cazzo?

E non solo questo è possibile, ma soprattutto è necessario.

Indovinate per chi...


La via della crescita, passa attraverso un rilancio di spese pubbliche in deficit, da finanziare usando la liquidità della banca centrale.

Ma basta, ancora con questa favoletta dello stato onniscente che sa dove spendere e sicuramente creerà ricchezza, porca puttana è già stato tutto scritto e riscritto tremila volte. Ci manca solo di far votare il bestiame "democratico" per decidere quanta carta stampare.

Poi si lamentano se il mondo va in merda: dove altro deve andare se devo leggere questa roba nel 2012, come se non si trovassero gratis (santiddio, GRATIS!) i libri da leggere su Internet...

Non certo alzando le tasse: non ora.

Infatti è più facile derubare il povero pirla che ti capita a tiro se non ti vede.

Se è così, stiamo sbagliando tutto. Proprio come il presidente americano Herbert Hoover sbagliò drammaticamente la risposta alla Grande Depressione, quando cercò di rimettere il bilancio in pareggio a colpi di tagli (stesso errore che fece Franklin Roosevelt nel 1937 con esiti nefasti).

Spulciamo nei ricordi:

«[...] La teoria di Stiglitz toglie dai guai anche le amministrazioni Hoover e Roosevelt, le cui politiche ostacolarono il sistema dei prezzi affinché riallocasse le risorse nel modo più efficiente rispetto ciò che avvenne in altri paesi.

Pensateci. Nella prima metà del 20° secolo, vi era per la prima volta nella storia umana un surplus di produzione agricola. Questo surplus, fortunatamente, pose una pressione al ribasso sui prezzi dei prodotti alimentari. Poi arrivarono Hoover e FDR che mantennnero più alti i prezzi agricoli rispetto a quello che altrimenti sarebbero stati, o ad un livello che rifletteva i loro livelli di prezzo precedenti all'esplosione della produzione agricola. I risultati economici di questi interventi sono sia prevedibili che disastrosi:

La quantità richiesta di produzione agricola cala (perché i prezzi sono mantenuti alti).

Sale alle stelle la disoccupazione agricola (a causa della riduzione della domanda per la produzione).

Molti milioni di persone che altrimenti sarebbero state in grado di sostenere se stessi e le loro famiglie lavorando nel mondo agricolo diventano quindi dipendenti dallo stato.

Le eccedenze agricole derivanti dagli aumenti artificiali (e violentemente imposti) dei prezzi conducono a bizzarri interventi secondari che richiedono al governo di distruggere cibo in un momento in cui milioni guadagnano salari da fame, se non nessun salario.»

Ohibò! Interventismo!

Il "nuovo Keynes" oggi non è un profeta isolato. Galbraith Jr. è solo il più celebre dei cognomi, ma la Mmt è una vera scuola di pensiero, ricca di cervelli e di think tank. Così come la destra reaganiana ebbe il suo pensatoio nell'Università di Chicago (dove regnava negli anni Settanta il Nobel dell'economia Milton Friedman), oggi l'equivalente "a sinistra" sono la University of Missouri a Kansas City, il Bard College nello Stato di New York, il Roosevelt Institute di Washington.

Potete assaporare questo gruppo di pensiero qui.

Oltre a Galbraith Jr., tra gli esponenti più autorevoli di questa dottrina figura il "depositario" storico dell'eredità keynesiana, Lord Robert Skidelsky, grande economista inglese di origine russa nonché biografo di Keynes.

Lo stesso Skidelsky che tentò di coprire con del fogliame qualunque le esternazioni amorose di Keynes per l'Unione Societica.

Fra gli altri teorici della Mmt ci sono Randall Wray, Stephanie Kelton, l'australiano Bill Mitchell. Non sono una corrente marginale; tra i loro "genitori" spirituali annoverano Joan Robinson e Hyman Minsky. Per quanto eterodossi, questi economisti sono riusciti a conquistarsi un accesso alla Casa Bianca.

L. Randall Wray è più che altro un Keynesiano dallo zoccolo duro che fa impallidire le fantasie di Krugman. Nel periodo Greenspan, considerava le sue politiche monetarie discrezionali ed inutili perché troppo graduali e quindi di scarso impatto. In sintesi, come credo abbiate ormai compreso, non esiste alcune teoria monetaria qui solo un dogma: "Stampa denaro dal nulla e crea ricchezza."

Di economia non vi è traccia, perché questo si chiama rubare. Questo modo di pensare è stato già prontamente messo a nudo:

Barack Obama consultò Galbraith Jr. prima di mettere a punto la sua manovra di spesa pubblica pro-crescita, così come fece la democratica Nancy Pelosi quando era presidente della Camera. Ma la vera forza della nuova dottrina viene dai blog.

Riassunto delle puntate precedenti.


The Daily Beast, New Deal 2.0, Naked Capitalism, Firedoglake, sono tra i blog che ospitano l'elaborazione del pensiero alternativo. Hanno conquistato milioni di lettori: è una conferma di quanto ci sia sete di terapie nuove, e quanto sia screditato il "pensiero unico".

Solo una cosa può sconfiggere le spore a questo punto!




La Teoria Monetaria Moderna è ben più radicale del pensiero "keynesiano di sinistra" al quale siamo abituati. Perfino due economisti noti nel mondo intero come l'ala radicale che critica Obama da sinistra, cioè i premi Nobel Paul Krugman e Joseph Stiglitz, vengono scavalcati dalla Mmt.

Due sacchi di sterco al prezzo di uno, per non parlare dei poveri pirla che gli hanno rifilato un Nobel.

Da una parte ci sono i "falchi" del deficit: come Angela Merkel, le tecnocrazie (Fmi, Ue), e tutti quegli economisti schierati a destra con il partito repubblicano negli Stati Uniti, decisi a ridurre ferocemente le spese. Per loro vale la falsa equivalenza tra il bilancio di uno Stato e quello di una famiglia, che non deve vivere al di sopra dei propri mezzi: un paragone che non regge, una vera assurdità dalle conseguenze tragiche secondo la Mmt.

Allora, vediamola questa "assurdità" con un esempio:




Dove l'avevo già sentita questa storia? Ora ricordo.

Poi ci sono le "colombe" del deficit, i keynesiani come Krugman e Stiglitz. Questi ultimi contestano l'austerity perché la giudicano intempestiva (i tagli provocano recessione, la recessione peggiora i debiti), però hanno un punto in comune con i "falchi": anche loro pensano che a lungo andare il debito crea inflazione, soprattutto se finanziato stampando moneta, e quindi andrà ridotto appena possibile.

Ovvero, la sua "soluzione" è quella di truffare i lavoratori con una politica monetaria più aggressiva di quella Statunitense. Quali sono i risultati storici di tale politica monetaria? Questo grafico ve lo rivela.




Ora potete tirare lo sciacquone.

Quasi dimenticavo, con ridotto intendono: più tasse. Il Keynesismo ha fallito.

Il terzo protagonista sono i "gufi" del deficit. Negli Stati Uniti come nell'antica Grecia il gufo è sinonimo di saggezza. I "gufi", la nuova scuola della Mmt, ritengono che il pericolo dell'inflazione sia inesistente.

Peccato che lo stiano già facendo:




Con i seguenti risultati.

Secondo Galbraith Jr. "l'inflazione è un pericolo vero solo quando ci si avvicina al pieno impiego, e una situazione del genere si verificò in modo generalizzato nella prima guerra mondiale". Di certo non oggi.

Puttanata. Perché non misuriamo l'inflazione come veniva misurata ai tempi di Carter? Data la grande contrazione economica che ha avuto luogo sotto Bernanke, i prezzi al consumo sarebbero dovuti calare. Invece questi dementi amano ancora masturbarsi con i dati del PCE.

Il deficit pubblico nello scenario odierno è soltanto benefico, a condizione che venga finanziato dalle banche centrali: comprando senza limiti i titoli di Stato emessi dai rispettivi governi.

Scrive Rothbard:

«Negli ultimi decenni abbiamo sempre avuto deficit federali. La risposta invariabile del partito fuori dal potere, qualunque esso sia, è quella di denunciare questi deficit come causa dell'inflazione perpetua. E la risposta invariabile di qualunque partito sia al potere è quella di affermare che i deficit non hanno nulla a che vedere con l'inflazione. Entrambe le affermazioni in opposizione sono dei miti.

Fare deficit significa che il governo federale sta spendendo più di quello che sta prendendo in tasse. Questi deficit possono essere finanziati in due modi. Se vengono finanziati con la vendita di buoni del Tesoro al pubblico, allora i deficit non sono inflazionistici. Non viene creato nuovo denaro; le persone e le istituzioni prosciugano semplicemente i loro depositi bancari per pagare le obbligazioni, ed il Tesoro spende quei soldi. Il denaro è stato semplicemente trasferito dal pubblico al Tesoro, e quindi il denaro viene speso da altri membri della popolazione.

Dall'altra parte, il deficit può essere finanziato con la vendita di titoli al sistema bancario. In tal caso, le banche creano nuova moneta con la creazione di nuovi depositi bancari e li utilizzano per comprare le obbligazioni. Il nuovo denaro, sottoforma di depositi bancari, viene poi speso dal Tesoro, e così entra definitivamente nel flusso di spesa dell'economia, aumentando i prezzi e causando inflazione. Attraverso un processo complesso, la Federal Reserve consente alle banche di creare nuovo denaro generando riserve bancarie di un decimo di quella cifra. Quindi, se le banche devono comprare $100 miliardi di nuove obbligazioni per finanziare il deficit, la FED compra circa $10 miliardi di vecchie obbligazioni del Tesoro. Questo acquisto aumenta le riserve bancarie di $10 miliardi, permettendo alle banche di piramidare la creazione di nuovi depositi bancari o di denaro dieci volte tale importo. In breve, il governo e il sistema bancario controllano in effetti la "stampa" di nuovo denaro per pagare il deficit federale.

Così, i deficit sono inflazionistici nella misura in cui vengono finanziati dal sistema bancario; non sono inflazionistici nella misura in cui vengono sottoscritti dal popolo.

Alcuni politici fanno riferimento al periodo 1982-83, quando i deficit erano in accelerazione e l'inflazione era in diminuzione, come "prova" statistica che i deficit e l'inflazione non hanno alcuna relazione tra loro. Questa non è affatto una prova. Le variazioni di prezzo generali sono determinate da due fattori: l'offerta e la domanda di denaro. Durante il 1982-83 la FED creò nuovo denaro ad un ritmo molto alto, circa il 15% annuo. Molto di questo denaro andò a finanziare il deficit in espansione. Ma dall'altra parte, la grave depressione di questi due anni aumentò la domanda di moneta (cioè, abbassò la voglia di spendere soldi in beni) in risposta alle gravi perdite aziendali. Questo aumento temporaneo nella compensazione della domanda di moneta non rende i deficit meno inflazionistici. Infatti, mentre la ripresa muoveva i suoi passi, la spesa aumentò e la domanda di moneta cadde, e la spesa del nuovo denaro accelerò l'inflazione.»

Ben più di quanto hanno iniziato a fare Ben Bernanke (Fed) e Mario Draghi (Bce), questa leva monetaria va usata in modo innovativo, spregiudicato: l'esatto contrario di quanto sta avvenendo in Europa.

Bisognerebbe ancora spiegare al lettore in che modo la stampa spropositata di denaro ci renda tutti ricchi, intelligenti e con il cuore colmo di doveri sociali, dato il pattume concettuale appena presentato.


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