Bibliografia

martedì 21 febbraio 2012

Il Target dell'Inflazione Sfonda il Tetto

Le comiche: "[...] Per sostenere una ripresa economica più forte e contribuire ad assicurare che l'inflazione, nel tempo, sia a livelli coerenti con il duplice mandato, la Commissione prevede di mantenere una posizione molto accomodante nella politica monetaria. In particolare, la Commissione ha deciso oggi di mantenere la fascia di target per il tasso dei fondi federali tra lo 0 e 1/4% e prevede attualmente che le condizioni economiche -- tra cui i bassi tassi di utilizzo delle risorse ed una prospettiva sommessa per l'inflazione nel medio periodo -- siano tali da giustificare livelli eccezionalmente bassi per il tasso dei fondi federali, almeno fino alla fine di 2014."
Cosa ci vogliono comunicare? Lo zio Ben ha imboccato un vicolo cieco. Ci sarà "più della stessa cosa"; finché la macchina dello zio Ben non si sfracellerà contro una quercia.
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di Antony P. Mueller


La crisi dei mercati finanziari non è finita, ma è diventata un circolo vizioso della crisi del debito sovrano. Tuttavia, i responsabili delle politiche monetarie delle maggiori economie perseguono lo stesso tipo di politica che ha portato alla crisi. Seguendo il modello del target dell'inflazione, continuano ad ignorare la quantità di denaro e come viene creato il credito. Come hanno fatto in precedenza, i banchieri centrali hanno tagliato i tassi di interesse al livello più basso possibile. Pochi sembrano ricordare che il concetto della politica monetaria del target dell'inflazione è stato adottato con la promessa che tassi di inflazione bassi e stabili avrebbero prodotto stabilità finanziaria ed economica. La realtà non ha confermato questa certezza. Al contrario, il target dell'inflazione è stato determinante nel far emergere la crisi finanziaria.



Che Cos'è l'Inflazione-Bersaglio?

Una banca centrale che persegue una politica monetaria basata sull'inflazione-bersaglio aumenterebbe il tasso di interesse (che nel caso degli Stati Uniti è il tasso dei fondi federali) quando il tasso di inflazione nei prezzi tenderà a muoversi al di là del target e ridurrà il tasso di interesse quando il tasso tenderà a scendere al di sotto del target. Operativamente, il tasso di inflazione è la variabile-bersaglio di questo approccio, mentre il tasso di interesse funge da strumento. Diversamente dal monetarismo, gli aggregati monetari svolgono solo un ruolo secondario o nessun ruolo nel modello dell'inflazione-bersaglio.

La politica monetaria dell'inflazione-bersaglio può essere estesa alla cosiddetta regola di Taylor per includere l'output gap e così inglobare gli obiettivi di politica economica quali la crescita economica e l'occupazione.[Scarica il PDF] Diversamente dalla regola di Taylor originale, la politica monetaria dell'inflazione-bersaglio ha in pratica ignorato la crescita della moneta e del credito, e ha unicamente selezionato l'attuale tasso di inflazione nei prezzi come suo standard principale. In particolare nelle fasi in cui il tasso di disoccupazione è risultato al di sopra del livello accettabile, i tassi bassi dell'indice dei prezzi al consumo sono serviti come giustificazione per ridurre i tassi di interesse a livelli eccessivamente bassi. In molte parti del mondo dove la politica monetaria impiega il modello dell'inflazione-bersaglio, è diventata una regola ignorare l'espansione degli aggregati monetari ed avere tassi di interesse estremamente bassi. L'inflazione-bersaglio ha indotto le autorità monetarie ad ignorare non solo la crescita di denaro e di credito, ma anche quella dei prezzi degli asset insieme ad altre variabili come il tasso di cambio. Con la logica dell'inflazione-bersaglio, la politica monetaria è diventata ottusa ed ignorante, e in questo senso è avvenuta una ripetizione di un precedente fallimento in un momento dove il futuro capo della Federal Reserve era sicuro che avrebbe potuto promettere che "non lo faremo mai più" e lasciare che l'economia Americana scivolasse in una depressione. Le sole lezioni che vengono apprese dalla storia sono quelle sbagliate, e in materia di politica economica ciò non è diverso da altri settori.

Come è stato rivelato dalle recenti trascrizioni delle riunioni della FED del 2006, il sistema bancario centrale è un'istituzione fraudolenta dove gli uomini in alto agiscono come degli ignoranti. Come mostrano palesemente le trascrizioni, non vi è stata alcuna mancanza di informazioni che ha incapacitato le autorità ad osservare la realtà, ma una carenza di comprensione ed una fede quasi infantile nella costruzione dei modelli.



Un Episodio Precedente di Inflazione-Bersaglio

L'inflazione-bersaglio non è un fenomeno nuovo. La sua idea di base fu concepita dall'economista Americano Irving Fisher (1867-1947). La FED implementò una forma rudimentale di inflazione-bersaglio poco dopo che divenne operativa nel 1914 e praticò esplicitamente una politica di "stabilizzazione del livello dei prezzi" negli anni '20, nel decennio precedente alla nascita della Grande Depressione.[Scarica il PDF]

Gli anni '20 segnarono un periodo di rapido accumulo di debito che sino al 1929 venne accompagnato da un aumento della ricchezza a causa di un boom del mercato azionario ed immobiliare. Il crollo del mercato introdusse l'economia alla Grande Depressione, che durò oltre un decennio.

Durante gli anni '20 le autorità monetarie degli Stati Uniti sembravano poco preoccupate per l'espansione del credito, perché l'obiettivo principale era il "livello dei prezzi" — un costrutto statistico promosso anche da Fisher. Notando che il livello dei prezzi era "stabile", la Federal Reserve non provò alcun bisogno di cambiare rotta o di preoccuparsi per quello che stava succedendo. Gli Anni Ruggenti furono difatti tempi esuberanti — anche se non per l'agricoltura. Fu l'industria che celebrò la nuova era e questo decennio fu soprattutto una fioritura di Wall Street dopo la bonanza finanziaria che la Prima Guerra Mondiale aveva consegnato come il grande arricchimento del settore finanziario.

L'attenzione per l'inflazione nei prezzi aveva indotto le autorità monetarie ad ignorare la crescita del credito e l'espansione della moneta come anche a non tener conto degli aumenti della produttività dell'economia Americana in questo periodo. La FED si sentiva giustificata a lasciare che gli aggregati monetari si espandessero fino a quando il livello dei prezzi fosse rimasto relativamente stabile. Non venne data nessuna considerazione al concetto che con i progressi nella produttività il livello dei prezzi sarebbe dovuto diminuire come era accaduto quando gli Stati Uniti erano ancora in un pieno gold standard, e quindi la quantità di denaro era relativamente costante. Negli anni '20, fissi sul livello dei prezzi, le autorità monetarie non fecero rimanere costante la quantità di denaro, il che avrebbe significato deflazione, ma permisero invece un'espansione dell'offerta di denaro, perché non sembrava esserci alcuna ragione per essere preoccupati fintanto che il livello dei prezzi fosse rimasto stabile.

Quello che è successo negli anni '20 è stata una reazione sbagliata da parte dei responsabili della politica monetaria alla divergenza crescente tra il settore agricolo e quello industriale dell'economia degli Stati Uniti. Mentre l'agricoltura cadde in depressione già poco dopo la Prima Guerra Mondiale, l'industria Statunitense sperimentò un boom monetario manipolato. In media, il livello dei prezzi appariva stabile, anche se la sua stabilità era il risultato di un livellamento dovuto alla combinazione di una depressione deflazionistica del settore agricolo ed un boom inflazionistico del settore industriale.



La Crisi Attuale

L'ultimo episodio di un megaboom si è verificato negli anni '90 quando, come negli anni '20, c'è stata una bolla azionaria in combinazione con un aumento massiccio dell'indebitamento dei consumatori nel settore immobiliare ed altrove. I banchieri centrali non hanno prestato molta attenzione all'offerta di denaro e sono rimasti ottimisti per tutto il periodo che ha portato alla crisi attuale. Il mantra della politica monetaria era che, fintanto che il livello dei prezzi era relativamente stabile e venivano resgitrati solo tassi di inflazione nei prezzi moderati, i tassi di interesse avrebbero potuto scendere più in basso, e l'offerta di denaro sarebbe potuta crescere senza ritegno e garantire tutta la domanda di denaro che avrebbe potuto garantire.

Ci sono stati una serie di shock gravi negli anni '90 come pure nel decennio prima e dopo. Eppure, fino allo scoppio dell'ultima crisi, tutte le calamità precedenti avrebbero potuto trovare soluzione, almeno così sembrava, attraverso il semplice salvataggio dei creditori ed un'espansione dell'offerta di denaro. L'inflazione-bersaglio ha di conseguenza comportato una politica pervasiva di salvataggi e quindi posto le basi per una cultura finanziaria dell'azzardo morale.

Nel 2007 i mercati finanziari hanno improvvisamente cominciato a bloccarsi, il flusso di denaro nel mercato interbancario è arrivato ad uno stallo improvviso. Era come se un infarto avesse colpito il cuore dei mercati finanziari. Anche se scioccati, i responsabili della politica monetaria hanno dimostrato piena fiducia che una quantità adeguata di iniezione di liquidità avrebbe fatto muovere di nuovo e presto i mercati; quindi, credendo in questa convinzione ingenua, l'economia si sarebbe ripresa fino a prosperare di nuovo. Ma è avvenuto un disastro quando l'antica ricetta non ha funzionato più. Nonostante le massicce iniezioni di liquidità, i mercati si sono ripresi leggermente, e nel 2008 si è propagata un'ondata di default degli istituti finanziari. Nell'Agosto 2011, gli Stati Uniti sono andati vicino al fallimento, quando il Congresso era riluttante ad elevare il limite legale del tetto debito. Poco dopo la crisi finanziaria globale è deteriorata nella crisi Europea del debito sovrano. La Grecia è andata vicino alla bancarotta ed il contagio si è diffuso in Spagna, Portogallo e Italia.

All'inizio del 2012, la politica monetaria ha raggiunto uno stadio in cui è quasi completamente paralizzata. Con i tassi d'interesse prossimi allo zero nelle maggiori economie del mondo, è solo attraverso quantità gargantuesche di iniezioni di liquidità che viene sostenuto il sistema finanziario. Praticando una "politica del tasso d'interesse a zero" (ZIRP), acquistando beni di dubbia qualità da istituzioni finanziarie attraverso il Troubled Assets Relief Program (TARP) e cercando di pompare una liquidità sempre maggiore nel mercato attraverso la sua politica di "quantitative easing" (QE), è avvenuto un ampliamento dello stato patrimoniale della Federal Reserve di proporzioni senza precedenti.[Scarica il PDF] L'ipotesi reale o immaginaria che il sistema finanziario è sull'orlo del collasso totale ha causato massicci salvataggi governativi e programmi di stimolo che hanno portato ad un aumento dei deificit di bilancio e ad oneri sul debito pubblico non sostenibili. La deflazione è diventata lo spavento finale dei governi ed il terribile incubo dei banchieri centrali.



La Paura della Deflazione

E' in gran parte dimenticato che la spettacolare ascesa economica (per quasi un secolo fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale) della Gran Bretagna, di parti del continente Europeo, e degli Stati Uniti venne caratterizzata da una moderata deflazione, soprattutto dopo l'inizio della seconda metà del XIX secolo quando gli aumenti nella produttività cominciarono ad accelerare. Il livello dei prezzi scese davvero nell'economia in espansione, perché l'offerta di moneta era legata allo stock d'oro e lo stock d'oro era relativamente costante. Il periodo deflazionista venne segnato dal dominio della prosperità generata da un contesto finanziario di tassi di interesse stabili, un moderato calo dei prezzi a lungo termine, e l'aumento dei salari reali. Con una buona deflazione al lavoro, l'eccessiva crescita economica veniva frenata. Uno stock fisso della base monetaria impediva un eccesso al rialzo, e forniva automaticamente una garanzia contro gli eccessi al ribasso. Uno stock fisso della base monetaria non implicava una quantità rigidamente fissa di liquidità, in quanto una velocità adattabile del denaro fornisce una vasta gamma di flessibilità.

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale segna la fine del periodo deflazionistico e l'inizio dell'età inflazionistica. Quando venne rimosso l'ultimo ostacolo per una presa salda sul denaro e la Federal Reserve conquistò il potere illimitato di produrre tanto denaro quanto ne voleva, iniziò un nuovo capitolo della storia monetaria. Con l'abbandono degli ultimi residui del gold standard con l'Accordo Smithsoniano, la politica monetaria non ebbe più alcun ancoraggio se non una sorta di concetto politico. Tagliando nel 1971 ciò che restava dell'ancoraggio monetario, la base monetaria del dollaro iniziò a salire e si è gonfiata formando una valanga di soldi.

Ora, l'escalation del debito pubblico a livelli esorbitanti vieta praticamente alle banche centrali di aumentare i tassi di interesse se l'inflazione dovesse prorompere in maniera più evidente. A partire da ora, la liquidità aggiuntiva che le principali banche centrali hanno creato servirà principalmente al settore bancario per rifinanziarsi. La politica monetaria è diventata un veicolo per il salvataggio di un intero settore dell'economia. Venendo in soccorso del settore finanziario, le banche centrali hanno fornito maggiore dinamite monetaria. Il mondo è ad un bivio. La possibilità di uscire dalla correzione senza grande dolore è molto più piccola di quella di una iperinflazione seguita da una depressione economica o di uno schianto imminente nel baratro di una depressione deflazionistica. La politica monetaria ha raggiunto un vicolo cieco. Ancora una volta, una formula magica di una politica monetaria interventista ha sfondato il muro.



Conclusione

Nella misura in cui le banche centrali dominano il dibattito sulla politica monetaria, non c'è alcuna menzione sul fatto che l'inflazione-bersaglio non solo è difettosa nel garantire la stabilità monetaria, ma ha anche fornito le condizioni affinché avvenisse l'attuale crisi finanziaria. Lo strumento che era elogiato come il grande moderatore è stato una grande delusione, che è diventato l'incubo di una lunga stagnazione. Vi è un bisogno vitale di istituire un sistema di denaro sonante. Ne risulterebbe una deflazione moderata e la fuga da boom e bust. L'ostacolo principale al denaro sonante non è né intellettuale né pratico, ma politico. La resistenza proviene dal settore pubblico, perché la vittima chiave di un cambiamento istituzionale a favore del denaro sonante sarebbe il governo moderno insieme ai suoi guerrafondai, spacciatori di debito, e tutti gli amanti delle promesse ingannevoli che fanno parte di questo regno.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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