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di Frank Shostak
Il professore d'economia della New York University Nouriel Roubini ha detto a Davos, Svizzera, il 25 Gennaio 2012, che le politiche di ristrettezza stanno facendo peggiorare la recessione nell'eurozona. Secondo Roubini ciò di cui l'Europa ha bisogno è meno austerità e più crescita. In particolare, il professore della NYU è preoccupato per la grave recessione nei paesi periferici della zona euro: Spagna, Portogallo, Grecia — tutti in un rigido regime di austerità. Ad esempio, in Spagna il tasso annuale di crescita della spesa del governo era pari al -12.4% a Novembre rispetto al -15.7% del mese precedente. In Portogallo il tasso annuale di crescita era pari a -3.6% nel mese di Dicembre rispetto al -2.5% del mese di Novembre. In Grecia il tasso annuale di crescita è sceso al 2.9% nel mese di Dicembre dal 6.2% del mese precedente.
Una visibile ristrettezza si osserva anche nelle due principali economie Europee di Germania e Francia. Le spese del governo anno dopo anno in Germania erano pari a -1.6% nel mese di Novembre rispetto al -1.7% nel mese di Ottobre. In Francia il tasso annuale di crescita era pari a -12.4% nel mese di Novembre rispetto al -12.3% del mese precedente.
Secondo Roubini ed altri esperti, un atteggiamento di maggiore ristrettezza indebolirà l'attività economica dell'eurozona già depressa. Il tasso annuale di crescita del PIL in termini reali è sceso al 1.3% nel terzo quadrimestre dal 1.6% del secondo quadrimestre e nel terzo quadrimestre del 2.3%. Inoltre il momento di crescita della produzione industriale mostra un ammorbidimento. Anno dopo anno, il tasso di crescita è sceso a -0.3% nel mese di Novembre dal 1% del mese precedente e 8.1% nel Novembre 2010.
Roubini sta sostenendo che l'austerità non permetterà ai paesi dell'eurozona di crescere in modo da uscire da questa situazione. Quello di cui oggi c'è bisogno per migliorare la situazione economica dell'eurozona è svalutare l'euro del 30%, sostiene Roubini. Da notare che il prezzo dell'euro in termini di dollari USA è sceso da 1.48 nel mese di Aprile dello scorso anno a 1.29 nel mese di Dicembre — un calo del 12.8%. Eppure, nonostante questo deprezzamento dell'euro, il tasso annuale di crescita della produzione industriale è sceso dal 5.4% di Aprile al -0.3% del mese di Novembre. E allora perché un deprezzamento del 30%, come suggerito dal Roubini, dovrebbe rilanciare l'economia?
Secondo il pensiero popolare la chiave della crescita economica è la domanda di beni e servizi. Si ritiene che gli aumenti o le diminuzioni della domanda di beni e servizi sono la causa degli aumenti e delle diminuzioni della produzione di beni. Pertanto, al fine di mantenere l'economia a galla, le politiche economiche devono prestare molta attenzione alla domanda complessiva.
Ora, una parte della domanda di prodotti nazionali proviene dall'estero. La soddisfazione di questa domanda è etichettata come esportazioni. Allo stesso modo, i residenti locali esercitano una domanda per beni e servizi prodotti all'estero, la quale è etichettata come importazioni. Si osservi che mentre un aumento delle esportazioni implica un aumento della domanda per la produzione interna, un aumento delle importazioni indebolisce la domanda. Quindi le esportazioni, secondo questo modo di pensare, sono un fattore che contribuisce alla crescita economica, mentre le importazioni sono un fattore che disturba la crescita dell'economia.
Da questo modo di pensare ne consegue che, considerando che la domanda estera di beni e servizi di un paese è un ingrediente importante nello stabilire il ritmo della crescita economica, ha abbastanza senso senso rendere i prodotti ed i servizi locali attraenti per gli stranieri. Uno dei modi per aumentare la domanda straniera di beni di produzione nazionale è quello di rendere i prezzi di questi beni più attraenti.
Per esempio, il prezzo di un sacco di patate negli Stati Uniti è di $10 e in Europa di €10. Inoltre, il tasso di cambio tra il dollaro e l'euro è di 1:1 (uno a uno). Al tasso di cambio di €1 per $1, un Americano può ottenere per i suoi $10 dollari un sacchetto di patate Europeo.
Uno dei modi per rafforzare la loro competitività è che gli Europei svalutino l'euro rispetto al dollaro USA. Supponiamo che, in risposta all'annuncio della Banca Centrale Europea (BCE) di rendere la politica monetaria più accomondante, il tasso di cambio scende a 50¢ per ogni Euro. Ciò significa che ora €10 valgono $5, il che a sua volta implica che un sacco di patate Europeo è disponibile negli Stati Uniti per $5, restando uguali tutte le altre cose. Di conseguenza, un Americano può ora acquistare con $10 dollari due sacchi di patate Europei rispetto a prima del deprezzamento dell'euro in cui ne poteva comprare uno. In altre parole, il potere d'acquisto degli Americani è raddoppiato per quanto riguarda le patate Europee.
Se applichiamo l'esempio delle patate a tutti i beni e servizi, giungiamo alla conclusione che, a causa del deprezzamento della valuta e restando tutte le altre cose uguali, la domanda complessiva per beni di produzione nazionale è destinata ad aumentare. Ciò a sua volta darà luogo ad una bilancia dei pagamenti migliore e ad una crescita economica maggiore in termini di PIL.
Si noti che, per aumentare la domanda estera, gli Europei stanno ora effettivamente offrendo due sacchi di patate per un sacco di patate Americano. Questo significa anche che il prezzo del sacco di patate Americano vale in Europa il doppio di quanto valeva prima del deprezzamento dell'euro. Ciò molto probabilmente ridurrà la domanda di patate Americane da parte degli Europei. In breve, quello che abbiamo qui per quanto concerne l'Europa è più esportazioni e meno importazioni, che secondo il pensiero dominante è una grande notizia per la crescita economica.
Perché lo Stimolo delle Esportazioni Basato sul Deprezzamento della Valuta Danneggia il Processo di Generazione di Ricchezza
Quando una banca centrale annuncia un allentamento della sua politica monetaria, ciò porta ad una risposta veloce da parte dei partecipanti nel mercato dei cambi esteri attraverso la vendita della valuta nazionale a favore di altre valute, portando così ad un deprezzamento della moneta nazionale. In risposta a ciò, diversi produttori considerano ora più attraente aumentare le loro esportazioni. Al fine di finanziare l'aumento della produzione, i produttori si avvicinano alle banche commerciali, che, dato un aumento del pompaggio monetario da parte della banca centrale, sono felici di espandere il loro credito a tassi di interesse più bassi.
Per mezzo del nuovo credito, i produttori possono ora garantire le risorse necessarie per espandere la propria produzione di beni al fine di soddisfare la domanda estera. In altre parole, per mezzo del credito di nuova creazione, i produttori sottraggono risorse ad altre attività. Fintanto che i prezzi interni rimangono intatti, gli esportatori registrano un aumento dei profitti. (Per una data quantità di denaro guadagnato all'estero, ottengono ora di più in termini di moneta nazionale.)
Il cosiddetto miglioramento della competitività derivante dal deprezzamento della valuta equivale difatti ad un impoverimento economico. La "competitività migliorata" vuol dire che i cittadini di un paese stanno ora ricevendo minori importazioni reali per una data quantità di esportazioni reali. Mentre il paese sta diventando ricco in termini di valuta estera, sta diventando povero in termini di ricchezza reale — cioè, in termini di beni e servizi necessari per il mantenimento della vita e del benessere delle persone.
Col passare del tempo, gli effetti della politica monetaria espansiva filtrano attraverso un ampio spettro di prezzi di beni e servizi e, infine, indeboliscono i profitti degli esportatori. Un aumento dei prezzi pone fine al tentativo illusorio di creare prosperità economica dal nulla. Secondo Ludwig von Mises,
Le chiacchiere sui vantaggi che garantisce la svalutazione nel commercio estero e nel turismo, sono interamente dovute al fatto che l'adeguamento dei prezzi interni e dei saggi salariali per lo stato delle cose create dalla svalutazione richiede un certo periodo di tempo. Fintanto che questo processo di adeguamento non è completo, l'esportazione viene incoraggiata e l'importazione viene scoraggiata. Tuttavia, questo significa semplicemente che in questo intervallo i cittadini del paese che sta svalutando stanno ottenendo meno per quello che stanno vendendo all'estero e pagano di più per quello che stanno comprando all'estero; in concomitanza devono limitare il loro consumo. Questo effetto può apparire come un vantaggio nell'opinione di coloro per i quali la bilancia commerciale è il metro del benessere di una nazione. In un linguaggio semplice deve essere descritto in questo modo: Il cittadino Britannico deve esportare più beni Inglesi per acquistare quella quantità di tè che riceveva prima della svalutazione in cambio di una piccola quantità di beni Inglesi esportati.
Bisogna contrastare la politica di deprezzamento della moneta con una politica conservatrice in cui il denaro non venga espanso. In queste condizioni, quando il bacino della ricchezza reale si espanderà farà lo stesso anche il potere d'acquisto della moneta. Ciò, restando tutte le altre cose uguali, porterà ad un apprezzamento della valuta. Con l'espansione della produzione di beni e servizi, i prezzi in calo ed i costi di produzione in declino, i produttori locali potranno migliorare la loro redditività e la loro competitività nei mercati esteri, mentre la valuta praticamente si apprezzerà. Da notare che mentre nel quadro della politica espansiva i guadagni temporanei degli esportatori sono a carico di altre attività nell'economia, nel quadro di una politica monetaria ristretta i guadagni non provengono a spese di qualcuno, ma sono solo il risultato di una espansione generale della ricchezza.
Occorre prendere coscienza che, contrariamente al pensiero popolare, le politiche fiscali e monetarie ristrette danno sostegno ai generatori di ricchezza, mentre indeboliscono le attività non-generatrici di ricchezza. Roubini ed altri esperti, chiedendo politiche più espansive, stanno in realtà chiedendo di rafforzare le attività distruttici di ricchezza e, quindi, raccomandando una crisi economica prolungata.
Sintesi e Conclusione
Secondo alcuni esperti, ciò che è necessario per "aggiustare" l'eurozona non sono politiche di bilancio più rigorose, ma una forte svalutazione dell'euro. I commentatori come Nouriel Roubini invocano un deprezzamento superiore al 30%. Tra Aprile e Dicembre dell'anno scorso, l'euro si è indebolito rispetto al dollaro USA di quasi il 13%, ma l'attività economica ha continuato a scivolare. Perché allora un deprezzamento del 30% rilancierebbe l'economia? Suggeriamo che l'incoraggiamento ad una svalutazione monetaria per aggiustare l'eurozona si basa su una struttura di pensiero errata. Semmai, una tale politica non può che far peggiorare le cose per quanto riguarda le condizioni economiche dell'eurozona.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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