Bibliografia

martedì 10 gennaio 2012

Un Consiglio ad un Canditato Generico

Non c'è niente di meglio che la penna di Fred Reed per commentare le ultime allucinazioni di potere di qualche manichino di Washington. Diceva Sun Tzu: "L'arte della guerra consiste nello sconfiggere il nemico senza doverlo affrontare"; ed è quello che pare l'America abbia intenzione di fare, cercando di indebolire l'Iran prima di sferrare un colpo decisivo. Anche se i piani non sempre finiscono come programmati (vedi Libia). La gatta da pelare per gli USA è che l'Iran risulta energeticamente fondamentale per molte nazioni, tra cui alcune Europee, la Russia, la Cina, la Corea del Sud, il Giappone. Infatti, Pechino ha già fatto sapere che nonostante le voci sul nucleare continuerà a comprare petrolio dall'Iran. Finché non sarà trovata soluzione a qeusto fatto le cose rimarrano in stallo, con la macchina della propaganda che nel frattempo lavorerà a pieno ritmo prima che l'asse USA-Israele ingaggi un confronto aperto. Nell'aria, difatti, si sente già puzza di "rivoluzione colorata".
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di Fred Reed


Ieri sera sullo zombie box mi sono imbattuto in un altro candidato alla presidenza, un certo Mr. Sanctorum, che ha minacciato di dichiarare guerra all'Iran. Non riesco a decidere se l'idea è più spaventosa o affascinante, o più affascinante che spaventosa. Direi che i candidati non hanno la competenza militare di un orso impagliato. Dato che l'attività principale degli Stati Uniti è la guerra e la sua preparazione, vogliamo un analfabeta totale in carica? Non si lasciano giocare i bambini con le motoseghe. (Da tutto ciò esento Ron Paul, che sembra essere l'unico sano di mente.)

Per salvare la repubblica, se ce n'è una, da un altro disastro militare di routine, offro i seguenti pensieri.

Tanto per iniziare, vorrei porre le seguenti domande ai candidati, e visto che sono qui anche ad Obama, al Segretario della Difesa e ad un burocrate in generale.

Ci potete spiegare i seguenti termini: Convergence zones, base bleed, Kursk, range-gate pull-off, artillery at Dien Bien Phu, IR cross-over, Tet and queen sacrifice, Brahmos 2, CIWIS, supercruise, side-lobe penetration, seven-eighty-twice gear, super-cavitating torpedoes, phased arrays, pulse Doppler, the width of Hormuz versus the range of Iranian cruise missiles, DU, discarding sabot, frequency agility, Chobham armor, and pseudo-random PRF?

Questi, signori, sono i termini spiccioli per coloro che vogliono studiare seriamente l'apparato militare. Ovvero, uomini come David Isby, autore di libri come Weapons and Tactics of the Soviet Army per Jane's, di cui probabilmente non avete mai sentito parlare, o di William S. Lind, probabilmente la migliore mente militare (anche se, o perché, non era un soldato), che ho incontrato. Se avete poca dimestichezza con loro e con le cose sopra elencate, non avete dimestichezza con i militari. Eppure si fa campagna elettorale per il possesso del grilletto.

Forse un pò di umiltà, neanche per sogno, e ed un pò di auto-esame potrebbero essere d'aiuto.

Scrutando nel vostro profondo, probabilmente scoprirete che l'umiltà non è qualcosa che emerge facilmente. Nei miei decenni tra le forze armate, ho notato tra gli uomini la convinzione nella loro innata competenza per quanto riguarda le guerre. Uomini che ammetterebbero prontamente l'ignoranza in geologia del petrolio, in oftalmologia, o nell'antica grammatica Sumera ciononostante credono di capire le questioni militari. Di solito non le capiscono. In particolare, hanno una convinzione assolutamente non riscontrata dell'invincibilità militare Americana.

I candidati devono stare attenti riguardo ciò. Invece, la maggior parte di voi propone ultimatum all'Iran, come se si trattasse di minacciare un bambino di tre anni con una sculacciata. Pensate veramente che la flotta Americana triterebbe rapidamente gli impudenti Persiani senza conseguenze inaspettate. Fate come diciamo noi, o la flotta vi darà un'allegra lezione.

La pensava così anche Filippo II nel 1588.

Leggere non farebbe male. Consiglio vivamente A Legacy of Ashes, di Tim Weiner, sulla CIA, e We Meant Well, di Peter van Vuren, un ex-tizio del Dipartimento di Stato su come sono andate realmente le cose in Iraq. Avrete una bella sorpresa. Accetto in anticipo la vostra gratitudine per questi suggerimenti.

Una volta che un candidato da una delle due barricate verrà eletto, come può accadere, diventerà prigioniero di Washington in una decina di minuti. Anche questo si dovrebbe tenere a mente. Sarete informati dalla CIA, che inizierà a raccontarvi delle cose in modo che crederete a quello che vuole farvi credere. Le spie vi irradieranno con fascino letale e vi parleranno con sicurezza di un ordine superiore delle cose. Questo vi darà un senso di appartenenza ad un albero genealogico speciale in cui ognuno ha un anello segreto di Capitan Marvel (due dollari e cinuqanta). Ed a Washington, non avrete accesso a nessun altro punto di vista. Preso!

Sarete ragguagliati dai generali del Pentagono con ferme strette di mano, sguardi d'acciaio, ed una visione convincente del mondo come composto principalmente da minacce. Sono molto bravi in questo. Non si può diventare un generale senza avere esperienza con Power Point e una parlantina di un uomo di cui poter avere fiducia. Anche i generali sono politici. Vi trasporteranno lungo la corrente come un tronco di legno in un diluvio primaverile. E pagherete il prezzo.

Un forte scetticismo è ben consigliato. La convinzione che i militari conoscano la guerra è affascinante. E' il loro mestiere, non è vero? Sicuramente devono essere delle autorità. I dentisti conoscono l'odontoiatria. I soldati devono sapere di guerra. Ma quando andate da un dentista quanto spesso tornate senza denti?

Infatti gli ufficiali in carriera vivono in un mondo mentale non ben idoneo alla vittoria delle guerre. Dovete comprendere questo punto. Il loro è un mondo di aggressione alla ricerca di uno sfogo, a causa di una fiducia inculcata istituzionalmente ed estranea alla realtà esterna, di soppressione del dissenso. Un giudizio errato e fatale è comune, e recentemente quasi la regola. Se pensate che ciò non sia plausibile, considerate:

Quando i Giapponesi attaccarono Pearl, il loro esercito pensava che avrebbe vinto, ad eccezione di Yamamoto. Quando la Wehrmacht entrò in Russia, pensava che avrebbe vinto. Così come lo pensava Napoleone. Quando i Tedeschi attaccarono nel 1914, pensavano che avrebbero vinto, il Piano Schlieffen pareva infallibile. Quando i Confederati bombardarono Sumpter, pensavano di poter vincere. Quando i Francesi se la presero coi Viet Minh, pensavano che avrebbero vinto. Quando gli Americani andarono in Vietnam, pensavano che avrebbero vinto. Quando sono andati in Iraq, Somalia, Beirut, Afghanistan....

E ora, il nostro neo-eletto ed appena pescato presidente, contempla una guerra contro l'Iran. Coloro che favoriscono quest'idea vi assicureranno che sarà breve ed indolore. Colpisci e terrorizza. Estremamente facile. Un gioco da ragazzi. Gli Iraniani incasseranno semplicemente, magari porranno una leggera e sfortunata resistenza, e capitoleranno rapidamente. I nostri aerei, dopo tutto, dicono varooom e pow-pow-pow e boom.

Buona fortuna.

Notare che nella precedente lista di guerre, ci si aspettava che tutte fossero finite velocemente. Ciò non dovrebbe sorprendere. I militari vivono nel mondo psichico della carica della cavalleria, della battaglia decisiva, del coraggio, dell'eroismo, e della vittoria gloriosa. Gli eserciti moderni sono progettati con in mente il concetto di breve ed indolore, con le navi armate e gli aerei destinati a combattere altre navi armate ed aerei. Purtroppo al giorno d'oggi le guerre sono più come avere a che fare con una burocrazia recalcitrante. Si va avanti e avanti. La potenza di fuoco concentrata non funziona bene contro i nemici sparsi. Il tesoro sanguina, il pubblico si stanca. Una rapida vittoria arriva raramente. Il Pentagono si agita e si agita con una disperazione sempre maggiore, una tigre dai denti a sciabola in una pozza di catrame di La Brea. Dateci solo un pò più di tempo, poche truppe di più, un aumento....

Riflettere sul fatto che il Pentagono non ha vinto una guerra sin dal 1945, a meno che non contiate le esplosioni titaniche come Granada. Sì, di solito vince le battaglie convenzionali, come ha fatto in Afghanistan, come ha fatto in Iraq, Missione Compiuta, ma poi il nemico distribuisce le armi più temibili degli ultimi cinquant'anni: l'AK, RPG, e lo IED.

Il Pentagono può bombardare l'Iran con impunità, come potrebbe farlo con l'Afghanistan. Può pensare di poter tenere aperti gli Stretti, come pensava di poter fare tutte le cose del passato che non è risucito a fare. Quante superpetroliere in fiamme sono necessarie per scoraggiare il resto?

Poi arriva l'inaspettato. Si scopre che il nemico non è stupido come la strategia si apettava. Forse migliaia di soldati Iraniani si infiltreranno in Iraq, in gran parte Sciita, che salterà in aria di nuovo. Oh divertente.

Se non si può vincere una guerra, se ne inizia una più grande. E lei, Mr. Sanctorum, o Romney o Gingrich, sarete lì. Che affare.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. "Candidato" - altrimenti qualcuno potrebbe incavolarsi!

    Poca gente conosce la cabala che ha trascinato l'America nella palude mesopotamica. Chi fa nomi viene trattato da paria. L'omertà non è eslusivamente un fenomeno dell'Italia meridionale.

    http://www.4shared.com/office/900X2C6i/The_Transparent_Cabal.htm

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  2. Vedo che il link è troppo grande, eccolo qui:
    http://goo.gl/xfBOk

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  3. http://goo.gl/RvbBl

    Neoconservatorismo spiegato senza il filtro di political correctness. Roba che scotta!

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