"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni." -- Albert Einstein
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di Ludwig von Mises
[Marxism Unmasked (2006)]
I liberali hanno sottolineato l'importanza del singolo individuo. I liberali del 19° secolo avevano già considerato lo sviluppo della persona come la cosa più importante. "Individuo e individualismo" era lo slogan progressista e liberale. I reazionari avevano già attaccato questa posizione all'inizio del 19° secolo.
I razionalisti ed i liberali del 18° secolo sottolinearono che ciò che era necessario erano buone leggi. Le antiche usanze che non potevano essere giustificate dalla razionalità, dovevano essere abbandonate. L'unica giustificazione per una legge era se promuoveva o meno il benessere sociale pubblico. In molti paesi i liberali ed i razionalisti chiesero costituzioni scritte, la codificazione delle leggi, e nuove leggi che avrebbero permesso lo sviluppo delle facoltà di ogni individuo.
Si sviluppò una reazione a questa idea, soprattutto in Germania dove il giurista e storico legale Friedrich Karl von Savigny (1779-1861) era attivo. Savigny dichiarò che le leggi non possono essere scritte dagli uomini; le leggi sono sviluppate in qualche modo mistico dall'anima di tutta l'unità. Non è l'individuo che pensa — è la nazione o un'entità sociale che utilizza l'individuo solo per esprimere i suoi pensieri. Questa idea è stata molto sottolineata da Marx e dai Marxisti. A questo proposito i Marxisti non erano seguaci di Hegel, la cui principale idea di evoluzione storica era un'evoluzione verso la libertà dell'individuo.
Dal punto di vista di Marx ed Engels, l'individuo era una cosa trascurabile agli occhi della nazione. Marx ed Engels negarono che l'individuo aveva un ruolo nell'evoluzione storica. Secondo loro, la storia va per conto suo. Le forze produttive materiali percorrono una propria strada, sviluppandosi indipendentemente dalla volontà degli individui. E gli eventi storici arrivano con l'inevitabilità di una legge di natura. Le forze produttive materiali funzionano come un regista di un'opera lirica; ma devono avere un sostituto in caso di problemi, come il direttore d'opera deve avere un sostituto se il cantante si ammala. Secondo questa idea, Napoleone e Dante, per esempio, erano poco importanti — se non fossero apparsi per prendere il loro posto speciale nella storia, qualcun altro sarebbe apparso sul palco per riempire il loro posto.
Per capire certe parole, è necessario comprendere la lingua Tedesca. Dal 17° secolo in poi, un notevole sforzo fu fatto nella lotta contro l'uso delle parole in Latino e la loro eliminazione dalla lingua Tedesca. In molti casi rimaneva una parola straniera, anche se c'era un'espressione Tedesca, con lo stesso significato. Le due parole nascevano come sinonimi, ma nel corso della storia, avevano assunto significati diversi. Per esempio, prendete la parola Umwälzung, la traduzione letterale Tedesca del termine Latino rivoluzione. Nella parola Latina non c'era senso di combattimento. Quindi, si sono evoluti due significati della parola "rivoluzione" — uno per la violenza, e l'altro significato per una rivoluzione graduale come la "Rivoluzione Industriale". Tuttavia, Marx usa la parola Tedesca Rivoluzione non solo per le rivoluzioni violente, come la rivoluzione Francese o Russa, ma anche per la graduale Rivoluzione Industriale.
Per inciso, il termine rivoluzione industriale è stato introdotto da Arnold Toynbee (1852-1883). I Marxisti dicono che "Ciò che favorisce il rovesciamento del capitalismo non è la rivoluzione — date un'occhiata alla Rivoluzione Industriale."
Marx assegnò un significato speciale alla schiavitù, alla servitù della gleba, e ad altri sistemi di schiavitù. Era necessario, disse, che i lavoratori fossero liberi in modo che lo sfruttatore potesse sfruttarli. Questa idea nacque dall'interpretazione che diede alla situazione del signore feudale che doveva avere cura dei suoi dipendenti anche quando non stavano lavorando. Marx interpretò i cambiamenti liberali che si svilupparono come una liberazione dello sfruttatore dalle responsabilità della vita dei lavoratori. Marx non vide che il movimento liberale era direzionato all'abolizione delle disuguaglianze nella legge, come tra servo e signore.
Karl Marx riteneva che l'accumulo di capitale era un ostacolo. Ai suoi occhi, l'unica spiegazione per l'accumulo di ricchezza era che qualcuno l'aveva rubata a qualcun altro. Per Karl Marx tutta la Rivoluzione Industriale consisteva semplicemente nello sfruttamento dei lavoratori da parte dei capitalisti. Secondo lui, la situazione dei lavoratori si aggravò con l'avvento del capitalismo. La differenza tra la loro situazione e quella degli schiavi e dei servi era solo che il capitalista non aveva l'obbligo di prendersi cura dei lavoratori che non erano più utilizzabili, mentre il signore doveva prendersi cura degli schiavi e dei servi della gleba. Questa è un'altra delle contraddizioni insolubili nel sistema Marxista. Eppure è accettata oggi da molti economisti senza che si rendano conto da cosa sia costituita questa contraddizione.
Secondo Marx, il capitalismo è una tappa necessaria e inevitabile nella storia degli uomini, l'umanità che da condizioni primitive si dirige verso il socialismo millenario. Se il capitalismo è un passo necessario e inevitabile sulla strada per il socialismo, allora non si può sempre sostenere, dal punto di vista di Marx, che quello che fa il capitalista è eticamente e moralmente cattivo. Pertanto, perché Marx attacca i capitalisti?
Marx dice che parte della produzione è nelle mani dei capitalisti e viene impedito che raggiunga gli operai. Secondo Marx, ciò è molto male. La conseguenza è che i lavoratori non sono più in grado di consumare tutta la produzione prodotta. Una parte di ciò che hanno prodotto, dunque, rimane non consumato; c'è "sottoconsumo". Per questo motivo, perché vi è sottoconsumo, si verificano regolarmente le depressioni economiche. Questa è la teoria Marxista delle depressioni. Eppure Marx contraddice questa teoria altrove.
Gli scrittori Marxisti non spiegano perché la produzione procede da metodi più semplici verso metodi sempre più complicati.
Né Marx citò il seguente fatto: Circa nel 1700, la popolazione della Gran Bretagna era di circa 5.5 milioni; a metà del 1700, la popolazione era di 6.5 milioni, circa 500.000 dei quali erano semplicemente indigenti. L'intero sistema economico produsse una popolazione "supplementare". Il problema della sovrappopolazione apparse dapprima in Gran Bretagna che nel resto dell'Europa continentale. Ciò accadde, prima di tutto, perché la Gran Bretagna era un'isola e quindi non era oggetto di invasioni da parte di eserciti stranieri, che contribuivano a ridurre le popolazioni in Europa. Le guerre in Gran Bretagna erano guerre civili, che furono un male, ma si fermarono. Poi scomparvero, in modo che il numero di persone in surplus crebbe. In Europa la situazione era diversa; l'opportunità per lavorare nel settore agricolo era più favorevole rispetto a quella in Inghilterra.
Il vecchio sistema economico in Inghilterra non poteva far fronte alla popolazione in eccesso. La sovrappopolazione era composta per lo più da persone molto brutte — mendicanti, ladri e prostitute. Erano sostenuti da diverse istituzioni, dalle leggi per i poveri,[1] e dalla carità delle comunità. Alcuni vennero inseriti nell'esercito e nella marina per il servizio all'estero. C'erano anche persone superflue nell'agricoltura. Il sistema esistente di corporazioni ed altri monopoli nelle industrie di trasformazione rese impossibile l'espansione del settore industriale.
In queste epoche pre-capitaliste, c'era una netta divisione tra le classi della società che potevano permettersi scarpe nuove e vestiti nuovi, e quelle che non potevano. Le industrie di trasformazione producevano in linea di massima per le classi superiori. Coloro che non potevano permettersi vestiti nuovi indossavano abiti di seconda mano. Ci fu poi un commercio molto considerevole negli abiti di seconda mano — un commercio che scomparve quasi del tutto quando l'industria moderna cominciò a produrre anche per le classi inferiori. Se il capitalismo non avesse fornito i mezzi di sostentamento per queste persone "in eccedenza", sarebbero morte di fame. Il vaiolo fece contare molte morti nell'epoca pre-capitalista; ora è stato praticamente spazzato via. Anche i progressi della medicina sono un prodotto del capitalismo.
Quello che Marx chiamava la grande catastrofe della Rivoluzione Industriale non era affatto una catastrofe; determinò un miglioramento straordinario delle condizioni del popolo. Fece sopravvivere coloro che non sarebbe sopravvissuti altrimenti. Non è vero, come diceva Marx, che i miglioramenti nella tecnologia sono disponibili solo per gli sfruttatori e che le masse vivono in uno stato molto peggiore rispetto alla vigilia della Rivoluzione Industriale. Tutto ciò che dicono i Marxisti sullo sfruttamento è assolutamente sbagliato! Bugie! In realtà, il capitalismo rese possibile la sopravvivenza di molte persone, le quali non sarebbero sopravvissute. E oggi molte persone, o la maggior parte delle persone, vivono in uno standard di vita più alto rispetto a quello in cui i loro antenati vivevano 100 o 200 anni fa.
Nel corso del 18° secolo, apparve un certo numero di autori eminenti — il più noto fu Adam Smith (1723-1790) — che si dichiarò a favore della libertà di commercio. E parlavano contro il monopolio, contro le corporazioni, e contro i privilegi dati dal re e dal Parlamento. In secondo luogo, alcuni individui geniali, quasi senza alcun risparmio e capitale, cominciarono ad organizzare i poveri affamati per la produzione, non nelle fabbriche ma fuori le fabbriche, e non solo per le classi superiori. Questi nuovi produttori organizzati cominciarono a fare semplici prodotti proprio per le grandi masse. Questo fu il grande cambiamento che ebbe luogo; questa fu la Rivoluzione Industriale. E questa Rivoluzione Industriale produsse più cibo e altri beni, in modo che la popolazione crescesse. Nessuno vide meno di Karl Marx quello che realmente stava accadendo. Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, la popolazione era aumentata così tanto che gli Inglesi erano 60 milioni.
Non si possono paragonare gli Stati Uniti con l'Inghilterra. Gli Stati Uniti iniziarono quasi come un paese del capitalismo moderno. Ma possiamo dire in generale che su otto persone che vivono oggi nei paesi della civiltà Occidentale, sette sono vive solo grazie alla Rivoluzione Industriale. Siete personalmente sicuri che sareste stati quell'uno su otto che sarebbe sopravvissuto anche in assenza della Rivoluzione Industriale? Se non ne siete sicuri, fermatevi e considerate le conseguenze della Rivoluzione Industriale.
L'interpretazione data da Marx alla Rivoluzione Industriale viene applicata anche all'interpretazione della "sovrastruttura". Marx disse che le "forze produttive materiali", gli strumenti e le macchine, producono le "relazioni di produzione", la struttura sociale, i diritti di proprietà, e così via, che producono la "sovrastruttura", la filosofia, l'arte e la religione. La "sovrastruttura", disse Marx, dipende dalla situazione di classe degli individui, cioè, se uno è un poeta, un pittore, e così via. Marx interpretò tutto ciò che accadeva nella vita spirituale della nazione secondo questo punto di vista. Arthur Schopenhauer (1788-1860) fu chiamato il filosofo dei proprietari di azioni ordinarie ed obbligazioni. Friedrich Nietzsche (1844-1900) fu chiamato il filosofo della grande impresa. Per ogni cambiamento nell'ideologia, per ogni cambiamento nella musica, nell'arte, nella scrittura di romanzi, nei giochi di scrittura, i Marxisti avevano un'interpretazione immediata. Ogni nuovo libro veniva spiegato con la "sovrastruttura" di quel particolare giorno. Ad ogni libro venne assegnato un aggettivo — "borghese" o "proletario". La borghesia era considerata una massa reazionaria indifferenziata.
Non credo sia possibile che un uomo persegua una certa ideologia per tutta la vita senza credere in essa. L'uso del termine "capitalismo maturo" mostra come le persone, che non si considerano in alcun modo Marxiste, siano state compeltamente influenzate da Marx. Il signor e la signora Hammond, infatti quasi tutti gli storici, hanno accettato l'interpretazione Marxista della Rivoluzione Industriale.[2] L'unica eccezione è Ashton.[3]
Karl Marx, nella seconda parte della sua carriera, non fu un interventista; era a favore del laissez-faire. Visto che si aspettava il crollo del capitalismo e la sostituzione col socialismo una volta che il capitalismo fosse maturato del tutto, divenne a favore del lasciar sviluppare il capitalismo. A questo proposito fu, nei suoi scritti e nei suoi libri, un sostenitore della libertà economica.
Marx riteneva che le misure interventiste erano sfavorevoli, perché ritardavano l'avvento del socialismo. I sindacati consigliavano gli interventi e, quindi, Marx vi si oppose. I sindacati non producono nulla e comunque sarebbe stato impossibile alzare i saggi salariali se i produttori non avessero effettivamente prodotto più.
Marx sosteneva che gli interventi ledessero gli interessi dei lavoratori. I socialisti Tedeschi votarono contro le riforme sociali di [Otto von] Bismarck istituite intorno al 1881 (Marx morì nel 1883). E in questo paese i Comunisti erano contro il New Deal. Naturalmente, la vera ragione per la loro opposizione al governo in carica era molto diversa. Nessun partito di opposizione vuole assegnare tanto potere ad un altro partito. Nella stesura dei programmi socialisti, tutti affermano tacitamente di poter essere il progettista o il dittatore, o che il progettista o il dittatore sarà intellettualmente e completamente dipendente da loro e che il progettista o il dittatore sarà il loro tuttofare. Nessuno vuole essere un singolo membro del piano di pianificazione di qualcun altro.
Queste idee di progettazione risalgono al trattato di Platone sulla forma del commonwealth. Platone era molto schietto. Progettò un sistema governato esclusivamente da filosofi. Voleva eliminare tutti i diritti e le decisioni individuali. Nessuno sarebbe potuto andare da nessuna parte, riposare, dormire, mangiare, bere, lavarsi, a meno che non gli fosse stato detto di farlo. Platone nel suo piano voleva ridurre le persone allo status di pedine. Ciò che serviva era un dittatore che nominasse un filosofo come una sorta di primo ministro o presidente di un consiglio centrale di gestione della produzione. Il programma di tutti i socialisti coerenti — Platone e Hitler, per esempio — pianificava anche la produzione di socialisti futuri, l'allevamento e l'educazione dei futuri membri della società.
Durante i 2,300 anni sin da Platone, è stata registrata molto poca opposizione alle sue idee. Nemmeno da Kant. Il pregiudizio psicologico a favore del socialismo deve essere preso in considerazione nella discussione delle idee di Marx. Ciò non si limita a coloro che si definiscono Marxisti.
I Marxisti negano che vi sia una cosa come la ricerca della conoscenza per il bene della sola conoscenza. Ma non sono coerenti nemmeno in questo caso, perché dicono che uno dei fini dello stato socialista è quello di eliminare una tale ricerca della conoscenza. E' un insulto, dicono, che le persone studiano cose che sono inutili.
Ora voglio discutere del significato della distorsione ideologica delle verità. La coscienza di classe non si è sviluppata agli inizi, ma dovrà inevitabilmente arrivare. Marx sviluppò la sua dottrina come ideologia, perché si rese conto che non poteva rispondere alle critiche sollevate contro il socialismo. La sua risposta era: "Ciò che dici non è vero. E' solo l'ideologia. Ciò che un uomo pensa, fintanto che non abbiamo una società senza classi, è necessariamente una ideologia di classe — cioè, si basa su una falsa coscienza." Senza alcuna spiegazione ulteriore, Marx affermava che tale ideologia era utile alla classe ed ai membri della classe che la sviluppavano. Tali idee avevano come loro obiettivo il perseguimento delle finalità della loro classe.
Marx ed Engels apparvero e svilupparono le idee di classe del proletariato. Pertanto, da questo momento in poi la dottrina della borghesia diviene assolutamente inutile. Forse si potrebbe dire che la borghesia avesse bisogno di questa spiegazione per risolvere una cattiva coscienza. Ma perché dovrebbe avere una coscienza sporca se la sua esistenza è necessaria? Ed è necessaria, secondo la dottrina Marxista, perché senza la borghesia, il capitalismo non può svilupparsi. E fino a quando il capitalismo non è "maturo", non ci può essere alcun socialismo.
Secondo Marx, l'economia borghese, a volte chiamata "apologia della produzione borghese," aiutava la borghesia. I Marxisti avrebbero potuto dire che la concezione che la borghesia diede a questa cattiva teoria borghese giustificò, ai loro occhi, come anche agli occhi degli sfruttati, il modo di produzione capitalista, rendendo così possibile l'esistenza del sistema. Ma questa sarebbe stata una spiegazione molto non-Marxista. Prima di tutto, secondo la dottrina Marxista, non è necessaria alcuna giustificazione per il sistema di produzione borghese; la borghesia sfrutta perché è il suo compito sfruttare, così come è compito dei microbi sfruttare. La borghesia non ha bisogno di alcuna giustificazione. La sua coscienza di classe le mostra che deve fare ciò; è nella natura del capitalista sfruttare.
Un amico Russo di Marx, gli scrisse che il compito dei socialisti doveva essere quello di aiutare la borghesia a sfruttare meglio e Marx rispose che non era necessario. Marx poi scrisse una breve nota dicendo che la Russia avrebbe potuto raggiungere il socialismo senza passare attraverso la fase capitalista. La mattina dopo doveva aver capito che, se avesse ammesso che un paese avrebbe potuto saltare una delle tappe inevitabili, ciò avrebbe distrutto tutta la sua teoria. Così non inviò la nota. Engels, che non era così brillante, scoprì questo pezzo di carta nella scrivania di Karl Marx, lo copiò di proprio pugno, e mandò la sua copia a Vera Zasulic (1849-1919), che era famosa in Russia perché aveva tentato di assassinare il commissario di polizia a San Pietroburgo e venne assolta dalla giuria — ebbe un buon consiglio di difesa. Questa donna pubblicò la nota di Marx, e divenne uno dei più grandi patrimoni del Partito Bolscevico.
Il sistema capitalista è un sistema in cui la promozione è proprio in base al merito. Se le persone non vanno avanti, c'è amarezza nelle loro menti. Sono riluttanti ad ammettere che non avanzano a causa della loro mancanza di intelligenza. Riversano la loro mancanza di progressi sulla società. Molti incolpano la società e si dedicano al socialismo.
Questa tendenza è particolarmente forte nelle fila degli intellettuali. Visto che i professionisti si trattano tra di loro da pari a pari, i professionisti meno capaci si considerano "superiori" ai non-professionisti e sentono di meritare un maggiore riconoscimento rispetto a quello che ricevono. L'invidia gioca un ruolo importante. C'è una predisposizione filosofica tra le persone ad essere insoddisfatte dall'attuale stato delle cose. C'è insoddisfazione, anche, nelle condizioni politiche. Se siete insoddisfatti, vi chiederete quale altro tipo di stato può essere considerato.
Marx aveva un "anti-talento" — cioè, una mancanza di talento. Fu influenzato da Hegel e Feuerbach, soprattutto dalla critica di Feuerbach sul Cristianesimo. Marx ammise che la dottrina dello sfruttamento prese forma da un pamphlet anonimo pubblicato nel 1820. La sua economia era composta da distorsioni rilevate da [David] Ricardo (1772-1823).[4]
Marx era economicamente ignorante; non si rese conto che ci possono essere dubbi in merito ai migliori mezzi di produzione da applicare. La grande domanda è, come possiamo utilizzare i fattori di produzione scarsi a disposizione. Marx presuppone che ciò che deve essere fatto è evidente. Non si rese conto che il futuro è sempre incerto, che è compito di ogni imprenditore provvedere per un futuro ignoto. Nel sistema capitalista, gli operai ed i tecnici obbediscono all'imprenditore. Sotto il socialismo, obbediranno al funzionario socialista. Marx non prese in considerazione il fatto che c'è una differenza tra il dire ciò che deve essere fatto e fare quello che qualcun altro ha detto che deve essere fatto. Lo stato socialista è necessariamente uno stato di polizia.
L'estinzione dello stato era solo il tentativo di Marx per evitare di rispondere alla domanda su cosa sarebbe accaduto sotto il socialismo. Sotto il socialismo, i detenuti sapranno che essi vengono puniti a beneficio di tutta la società.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Note
[1] La legislazione Inglese in materia di assistenza pubblica per i poveri risaliva all'era Elisabettiana e venne rettificata nel 1834 per istituire a livello nazionale un soccorso uniforme.
[2] J.L. e Barbara Hammond, autori della trilogia The Village Labourer (1911), The Town Labourer (1917), e The Skilled Labourer (1919).
[3] T.S. Ashton, The Industrial Revolution 1760-1830 (London: Oxford University Press, 1998 [1948, 1961]).
[4] On the Principles of Political Economy and Taxation (London: John Murray, 1821 [1817]).
[5] Capital: A Critique of Political Economy, III (Chicago: Charles H. Kerr, Chicago, 1909), pp. 17, 530–677ff.
[6] Ibid., p. 696.
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"The Church of Rome is the most formidable combination that ever was formed against the authority and security of civil government, as well as against the liberty, reason, and happiness of mankind."
RispondiEliminaAdam Smith, "Wealth of Nations," Book V, Chapter 1, Part 3, Ant. 3
Concordo sulla prima
RispondiEliminaLa Chiesa (e in generale la religione) è da sempre il più grande ostacolo al raggiungimento dell'Onnipotenza Statale, il solo pensiero che ci possa essere un Potente più potente di ogni potente e che la sua parola valga più di qualsiasi altra parola è un incubo totale per ogni Tiranno che si rispetti; per fortuna fra gli utili idioti in vendita ci sono anche tanti filosofi;
Ecco Hegel, tirapiedi degli Hohenzollern, con la sua frase più becera 'Lo stato è la volontà di Dio'.
Ed ecco cosa disse Popper a riguardo di Hegel
"Hegel fu nominato (All'Università di Berlino) per venire incontro a questa richiesta (giustificare l'eliminazione dei riformatori e dei liberali che lo avevano aiutato il Kaiser)...Hegel riscoprì le idee platoniche che si celano dietro la perenne rivolta contro la libertà e la ragione. L' Hegelismo è una rinascita del tribalismo.. [Hegel] è l'anello mancante fra Platone è ogni forma di moderno Totalitarismo. La maggior parte dei tiranni moderni, sanno di avere un debito nei confronti di Hegel, ognuno di loro è cresciuto nell'atmosfera di un profondo Hegelismo. Gli è stato insegnato ad adorare lo stato, la storia e la nazione."
Sulla seconda sono diametralmente contrario;
Credo che il più grande difetto dei liberali antichi, sia stato quello di voler eliminare la Fede dalla vita dell'uomo o quanto meno relegarla in uno sgabuzzino, per farla sostituire dal razionalismo 'puro'. Purtroppo il razionalismo non è mai 'puro' eliminando la Fede in Dio qualcuno presto o tardi la sostituirà con la Fede in 'X' sostituisci quella X con Stato, Razza, Storia e vedrai che presto quella fede diverrà più forte di qualsiasi Razionalità.
Solo la giunzione fra la Ragione e la Fede può, a mio avviso, creare il giusto equilibrio nell'animo umano.
Una lettura intrigante, a questo proposito, potrebbero essere le pagine 74-81 del libro "L'anticristo e le nostre responsabilità fondamentali" (grazie a Luis Piz per il consiglio) in cui viene mossa una severa critica allo stato in generale, quello Vaticano compreso.
RispondiEliminaOra, io non sono Cristiano però considero quella frase di Gesù, "Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso", uno degli insegnamenti più libertari che ci possano essere. Ed è i nquest'ottica che trovo "intrigante" la suddetta lettura proprio perché l'autore considera lo stato "l'anticristo".