giovedì 26 gennaio 2012

Come le Forze Deflazioniste si Trasformeranno in Inflazione

Rimanendo sulla scia dell'articolo di ieri, vediamo come le "paure" deflazioniste e l'apparente contrazione economica saranno utilizzate per iniettare nell'economia ulteriore liquidità. Il nostro super Mario, ad esempio, ha detto che il fondo ESM (vi consiglio di consultare questo link per capire le cose allucinanti che ci riserberà il futuro) a €500 miliardi non è sufficiente. Non l'ha detto esplicitamente, ma si parla (come minimo) di un raddoppio delle cifre: €1 biliardo. I PIIGS hanno bisogno di quantità crescenti di denaro per i loro apparati burocratici e di welfare. Ciò significa che la spesa sarà sempre un passo in avanti alle entrate, e l'innalzamento delle tasse non servirà ad uscire dal pantano in cui siamo. Anzi, l'economia continuerà a collassare mentre i più furbi hanno già le valigie pronte (per il Brasile, ad esempio). L'Europa si sta sgretolando. Monti può anche alzare ulteriormente le tasse, ma gli unici che rimarranno infine saranno i vecchi, i malati, i pigri ed i matti. Ci sarà da ridere nel vedere questa scena. Chi può farlo scapperà. Capite, quindi, perché vogliono imbastire un governo mondiale?
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di Thorsten Polleit


I.

L'attuale crisi finanziaria ed economica non solo ha alimentato il timore che si finirà con l'inflazione — poiché le banche centrali stamperanno quantità sempre maggiori di denaro — ma ha anche dato origine ad un problema diametralmente opposto: cioè, quello della deflazione.

Per esempio, nel Dicembre 2011 Christine Lagarde, capo del Fondo Monetario Internazionale (FMI), ha avvertito che il mondo potrebbe rischiare di scivolare in un crollo in stile 1930, come la Grande Depressione.

Questo episodio fu caratterizzato da banche di tutto il mondo che andavano in default, una contrazione dell'offerta di moneta (o deflazione), che a sua volta portò alla caduta dei prezzi su tutta la linea, una produzione in netto calo e disoccupazione drasticamente in aumento.

Nell'odierno regime di moneta fiat — che contrasta con il gold-exchange standard che allora era in vigore in molti paesi — la possibilità di deflazione appare infatti piuttosto piccola.[1]

Ciò appare evidente se si prende in esame il funzionamento del sistema monetario fiat di oggi, un sistema in cui l'offerta di moneta può effettivamente essere aumentata in qualsiasi momento e in qualsiasi importo ritenuto politicamente auspicabile.



II.

Le banche commerciali hanno bisogno di due ingredienti per la produzione di ulteriore credito bancario, attraverso il quale il l'offerta di moneta fiat viene aumentata, in particolare, il denaro delle banche centrali ed il capitale azionario.

Il denaro delle banche centrali è un "prodotto di monopolio", gestito dalla banca centrale, tipicamente attraverso prestiti alle banche commerciali.

Il capitale azionario proviene da investitori che sono disposti ad investire i loro soldi nelle banche commerciali, diventando così i proprietari delle banche.

Le banche hanno bisogno del denaro delle banche centrali per tre motivi. In primo luogo, devono mantenere una certa percentuale della loro passività in denaro della banca centrale; sono le cosiddette riserve minime.

In secondo luogo, le banche hanno bisogno del denaro della banca centrale per effettuare i pagamenti sul mercato interbancario. E in terzo luogo, le banche mantengono il denaro della banca centrale per ovviare al prelievo di contanti, causato da clienti che esigono una quantità in denaro dai loro depositi.

Se, per esempio, il tasso di riserva obbligatorio per i depositi a vista è del 2%, il settore bancario nel suo complesso è in grado di produrre $50 di credito e denaro fiat con ogni $1 di denaro della banca centrale (sarebbe 1 diviso 0.02).

Il regolamento governativo impone alle banche commerciali di coprire i loro "asset rischiosi" (come prestiti e titoli) con un capitale azionario "minimo". Se, per esempio, il requisito patrimoniale minimo è del 8%, una banca può produrre $12.50 di credito e denaro (sarebbe 1 diviso 0.08) con un capitale azionario di $1.

Se il rischio attribuito all'asset rischioso è, diciamo, del 25% invece che del 100%, una banca può produrre credito e denaro fiat per l'importo di $50 (sarebbe 1 diviso 0.25, ripetuto per 12.5 volte). Detto questo, una perdita di $1 richiede ad una banca di ridurre la sua offerta di moneta e di credito per $50.

In questo contesto scopriamo che più è basso il coefficiente di riserva minimo, più credito e denaro fiat il settore bancario può produrre con una data unità di denaro della banca centrale. E ancora, minore è il requisito patrimoniale, nonché i coefficienti di rischio, maggiore sarà la leva che le banche possono costruire con una data quantità di capitale azionario.



III.

Dall'inizio del 1960 fino alla fine del 2007, il credito delle banche degli Stati Uniti ed i moltiplicatori del denaro (che indicano l'ammontare di credito e di denaro che le banche possono produrre con $1) sono aumentati drasticamente — grazie ad un aumento continuo del denaro della banca centrale, obblighi di riserva sempre più bassi, e capitali azionari bancari prontamente disponibili.

Per esempio, con un'offerta di moneta della banca centrale di $1, le banche hanno prodotto circa $211 di credito bancario nell'Agosto del 2008. Ciò a fronte di meno di $20 nei primi anni del 1960.




Nel "combattere" la crisi del credito, la Federal Reserve ha aumentato drasticamente le riserve (in eccesso) delle banche Americane a partire dalla fine dell'estate 2008. Poiché le banche non hanno utilizzato tali fondi (in totale) per produrre credito aggiuntivo e denaro fiat, tuttavia, i moltiplicatori del denaro e del credito sono crollati realmente.

Il crollo dei moltiplicatori veicola un messaggio importante: le banche commerciali non sono più disposte o in grado di produrre ulteriore credito e denaro fiat nel modo in cui hanno fatto nel periodo pre-crisi.

Questo risultato può essere spiegato da tre fattori. In primo luogo, il capitale azionario delle banche è diventato scarso a causa delle perdite (come, ad esempio, per svalutazioni ed insolvenza dei creditori) sostenute durante la crisi.

In secondo luogo, le banche non sono più disposte a mantenere alti rischi di credito sui loro bilanci. E in terzo luogo, le valutazioni delle azioni delle banche sono diventate abbastanza depresse, facendo diventare la raccolta di capitale aggiuntivo un'impresa costosa per i proprietari delle banche (in termini di effetto diluizione).

Per esempio, nell'area dell'euro, i prezzi delle azioni delle banche sono scesi di circa il 76% dall'inizio del 2007 all'inizio del 2012 — segnalazione inconfondibilmente della mancanza di fiducia da parte degli investitori nella vitalità del modello di business di molte banche. Negli Stati Uniti, il calo del prezzo delle azioni delle banche è pari a poco più del 50%.




Gli ultimi sviluppi indicano che le banche stanno (almeno per ora) per avviare il ridimensionamento dei loro asset rischiosi in relazione alla loro base di capitale prevalente. In altre parole, le banche stanno adottando una strategia di "deleveraging" e "derisking".

Tale strategia può essere messo in pratica, ad esempio, astenendosi dal rinnovare prestiti in scadenza concessi, per dire, ad aziende, consumatori ed enti pubblici — qualcosa che in un sistema a denaro fiat avrà come risultato un calo del credito e dell'offerta di moneta fiat.

In alternativa, le banche possono ridurre i rischi vendendo gli asset finora registrati sui loro bilanci. Ciò consentirebbe anche di ridurre l'offerta di moneta — poiché gli acquirenti degli asset della banca pagherebbero con depositi a vista esistenti, che sarebbero quindi letteralmente "distrutti".

Dato che gli investitori in capitale bancario diventano riluttanti ad esporre i loro soldi a rischi di credito, per non parlare di assumersi nuovi rischi di credito, il sistema di denaro fiat, che è risultato altamente inflazionistico negli ultimi decenni, diventerebbe deflazionistico.



IV.

Le possibilità di una vera e propria deflazione (cioè una diminuzione dello stock di moneta) sono abbastanza piccole in un sistema a denaro fiat, prima di tutto perché la deflazione è in contrasto con gli interessi vitali del governo e dei suoi stretti collaboratori.

Questo gruppo include, per esempio, coloro che sono direttamente impiegati dal governo, ricevono affari dal governo ed investono i propri risparmi di una vita in bond del governo.

Per di più, gli economisti mainstream, che innegabilmente esercitano un'influenza importante sull'opinione pubblica, continuano a dire che la deflazione, a causa del suo presunto costo economico e politico devastante, deve ssere evitata con ogni mezzo.

La struttura di incentivi politici, combinata con la mentalità economica anti-deflazionista, apre davvero la strada all'attuazione di una politica che contrasta ogni contrazione dell'offerta di moneta fiat con tutti gli strumenti disponibili.

E il restringimento dell'offerta di moneta fiat può essere impedito, con ogni mezzo. Poiché in un regime di denaro fiat la banca centrale può aumentare l'offerta di moneta in qualsiasi momento, per qualsiasi importo ritenuto politicamente auspicabile.

Anche nel caso in cui il settore bancario commerciale continusse ad astenersi dal concedere prestiti al settore privato ed al governo, la banca centrale può aumentare l'offerta di moneta attraverso varie misure.

Monetizzando il debito presente o di nuova emissione, o acquistando valuta estera, può essere impedita la contrazione dello stock di moneta — "oppure 'stampando' denaro e distribuirlo in qualche modo alla popolazione come con un bonifico."[2]

Nel tentativo di "combattere" i default delle banche e dei governi, le principali banche centrali di tutto il mondo hanno già iniziato ad espandere il loro bilancio. Acquistano titoli di stato con l'emissione di nuovo denaro e forniscono alle banche commerciali qualsiasi ammontare di denaro necessario a mantenerle a galla.




L'offerta di moneta fiat può presumibilmente essere aumentata più comodamente attraverso una politica di monetizzazione del debito pubblico esistente, così come quello di nuova emissione — poiché ci sarà un forte sostegno pubblico per mantenere i governi solvibili.

I governi sarebbero quindi l'apparato attraverso il quale scorrerà la maggior parte di nuovo denaro nell'economia — il che significa anche una drastica espansione della quota del governo nell'economia a scapito della libertà individuale.

Tuttavia, in un ambiente del genere non solo molto probabilmente verrà impedita la contrazione dell'offerta di moneta, ma si andrà anche oltre — poiché aumentare l'offerta di moneta sarà molto probabilmente visto come una cosa appropriata per ridurre il peso reale del debito sui debitori.

La crescente influenza del governo sull'offerta di moneta rischia quindi di causare abusi ancora più grandi della stampante man mano che si va avanti, un risultato che è stato troppo spesso confermato dalle ingerenze del governo negli affari monetari.

Tuttavia, tutte le forze deflazionistiche nel corso della scomparsa del sistema a moneta cartacea si dimostreranno molto probabilmente di natura temporanea. In realtà, la vera minaccia, e rimane alta, è l'elevata inflazione.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Consultare in questo contesto, per esempio, Kemmerer, E. W. (1944), Gold and the Gold Standard, The Story of Gold Money, Past, Present and Future, 1st ed., McGraw-Hill Book Company, Inc., New York and London, esp. pp. 118; ed anche Rothbard, M. N. (2008 [1963]), What Has Government Done To Our Money?, Ludwig von Mises Institute, Auburn, Alabama, esp. pp. 90.

[2] Johnson, K., Small, D. Tryon, R. (1999), "Monetary Policy and Price Stability," Consiglio dei Governatori della Federal Reserve, International Finance Discussion Papers, Number 641, Luglio, p. 29.

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5 commenti:

  1. Salve, riporto uno stralcio dal libro di Maloney guida per investire nell'oro e....
    Se Bernanke dovesse raggiungee quello che a mio avviso è il suo vero obiettivo - creare abbastanza inflazione da indurre la bolla immobiliare a compiere un atterraggio morbido - questo richiederebbe un tasso di inflazione molto accelerato e gli immobili sperimenterebbero un crollo invisibile(crollo del dow del 1966- 1982) ...mentre tornano ad essere una classe di attivi sottovalutata.In queste condizioni il prezzo degli immobili rimarrà stabile o aumenterà lentamente.L'espansione della riserva di valuta sarebbe enorme rispetto ad oggi e il risultato sarebbe che tutte le altre classi di attivi aumenterebbero più rapidamentedegli immobili, e in particolare oro ed argento.

    Potrebbe essere uno scenario molto vicino nel tempo?

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  2. >Potrebbe essere uno scenario molto vicino nel tempo?

    Ciao faniarte.

    Non molto lontano, dato che la propaganda ha iniziato a ventilare tale soluzione per il settore immobiliare.

    E l'oro non se ne starà a guardare.

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  3. Non credo che il Brasile rappresenti un rifugio sicuro dalla tempesta europea. La sua crisi arriverà quando caleranno i prezzi dei commodities (ovvero quando il mito della Cina - miracolo economico - crollerà. La massa monetaria in espansione fa brutti scherzi anche in America Latina.

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  4. @Johnny

    Mi pare difficile che si possa salvare l'edilizia, il processo di espansione è andato troppo oltre per metterci una pezza anche se grande. Forse avrebbe potuto provvedere Greenspan anni addietro, non ci riuscirà oggi Bernanke.

    @Anonimo

    Il Sud-America è la prova empirica che valida la la teoria di Albert Einstein; "Solo due cose sono infinite, l'universo e la stupidità umana, e della prima non sono sicuro".

    I Sud-Americani hanno seguito politiche di sviluppo dell'economia, tutte volte alla 'massimizzazione alla razionalizzazione' giustificate da due scuse:

    - La gloria e la prosperità della nazione.

    - La giustizia sociale.

    A questo i 'leader' hanno aggiunto la clausola 'nel più breve tempo ipotizzabile'. Come si fa a diventare ricchi, prosperi ed equi, in breve tempo? La risposta scelta è 'con l'economia pianificata'.

    Ed ecco spuntare i pittoreschi regimi 'del pueblo' tipo Chavez (Socialisti) quelli pseudo-democratici come quello Kichner (Interventista) e quelli totalmente autoritari delle 'junte militari' e dei Pinochet (Nazional-Socialista), che si differenziano fra loro solo per la demagogia e il livello di 'equità' e 'ricchezza' scelto.

    In generale ogni paese del sud america, ha fatto la spola fra questi tre regimi, passando di crisi in crisi, di guaio in guaio, con brevi periodi di 'ricchezza esplosiva' e fasi di sviluppo paraboliche, che si sono rivelate simili a funghi, che crescono, sbocciano e muoiono nell'arco di pochi giorni. Certo l'influenza dell'occidente e le ingerenze americane nella zona hanno influito sicuramente, ma 'los leaders maximos' non hanno mai dato cenni di sanità mentale a suon di slogan populisti e di intereferenza nel mercato hanno reso i loro paesi, potenzialmente le aree più ricche del pianeta, repubbliche delle banane flagellate da regimi corrotti e da crisi endemiche, con livelli di diseguaglianza sociale abissali, classi di Oligarchi più simili ai nobili del 1400 che ai capitalisti della rivoluzione industriale, il cui potere sembra intangibile, quasi infinito.

    Il miracoli del Brasile SocialDemocratico e dell' Argentina-Kichner sono più che altro dei miraggi, all'improvviso svaniranno, e i due rispettivi paesi si accorgeranno di essere in pieno deserto.

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  5. Ciao Giuseppe. Una cosa è certa infatti, nonostante le varie teste parlanti dicano che il settore immobiliare abbia raggiunto il fondo (a scadenza ciclica trimestrale), ciò non è vero. Nessuno sa quanto in basso possa ancora cadere.

    Per quanto riguarda l'America Latina, mi astengono dal dire altro perché devo documentarmi maggiormente e ti ringrazio per avermi fatto un riassunto "veloce". Mi era parsa degna di nota la notizia su quei flussi migratori, ma da quanto mi pare di intuire si tratta di una "nuova Irlanda".

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