Bibliografia

martedì 3 gennaio 2012

Alcune Riflessioni Aggiuntive sulla Crisi Economica e sulla Teoria del Ciclo Economico

«Un’assurdità comunemente sostenuta dal fisco è che l’evasore obbliga il contribuente onesto a pagare di più. Ma non è così. Gli oneri fiscali che vengono evasi o elusi non vengono assunti da altre persone. Se il mio vicino lavora “in nero” e non paga le imposte, le mie aliquote fiscali non aumentano. Questo poteva valere nell’antico Egitto, dove ogni abitante era responsabile per il pagamento delle imposte dell’intero villaggio, ma oggi una regola simile non esiste. Oggi, meno imposte vengono pagate, meno lo Stato può spendere, e molta gente ritiene che lo Stato abbia comunque troppo denaro da spendere. Più di vent’anni fa un inglese di nome Parkinson formulò un paio di aforismi sulle tasse e sulla burocrazia: “Le spese aumentano fino a raggiungere le entrate”, cosa che significa che un governo spenderà tutto quello che riceverà; e “Il lavoro si espande fino a occupare tutto il tempo disponibile”. In altre parole, gli Stati (e i loro impiegati) sprecheranno, se verrà loro data l’opportunità di farlo, sia tempo che denaro. Viceversa, se i loro portafogli saranno piccoli, i governi faranno economia, quindi l’evasione potrebbe, alla lunga, avere un effetto benefico sulla spesa pubblica.» -- Charles Adams
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di Jesus Huerta de Soto


I tre anni che sono passati da quando sono iniziate la crisi finanziaria mondiale e la conseguente recessione economica, hanno fornito agli economisti Austriaci un'occasione d'oro per diffondere la loro teoria del ciclo economico e la loro analisi dinamica delle condizioni sociali. Nel mio caso, non avrei mai potuto immaginare all'inizio del 1998, quando apparve la prima edizione del mio libro Money, Bank Credit, and Economic Cycles, che 12 anni dopo, indubbiamente a causa di una crisi finanziaria e di una recessione economica senza pari nel mondo sin dalla Grande Depressione del 1929, una crisi ed una recessione che nessun altro paradigma economico è riuscito a prevedere e spiegare adeguatamente, il mio libro sarebbe stato tradotto in 14 lingue e pubblicato (finora) in nove paesi ed in diverse edizioni (due negli Stati Uniti e quattro in Spagna). Inoltre, negli ultimi anni sono stato invitato ed ho partecipato a numerosi incontri, seminari e conferenze dedicati alla presentazione del mio libro e ne ho discusso i contenuti e le affermazioni principali. In queste occasioni, alcune questioni sono ritornate ripetutamente e, anche se la maggior parte sono debitamente trattate nel mio libro, in questo momento forse è rischiesta una loro breve rassegna. Tra questi temi, toccheremo i seguenti:



1. La Relazione tra l'Espansione del Credito ed il Danno Ambientale

I teorici "dell'ambientalismo di libero mercato" (Anderson e Leal 2001) hanno dimostrato che il modo migliore per preservare l'ambiente è quello di estendere la creatività imprenditoriale ed i principi del libero mercato a tutte le risorse naturali, il che richiede la loro completa privatizzazione e la definizione efficiente e la difesa dei diritti di proprietà che spettano loro. In assenza di tali diritti, il calcolo economico diventa impossibile, viene impedita l'adeguata ripartizione delle risorse agli usi più utili, e vengono incoraggiati tutti i tipi di comportamenti irresponsabili, come il consumo e la distruzione ingiustificata di molte risorse naturali.

Tuttavia, i teorici dell'ambientalismo di libero mercato hanno trascurato un'altra delle principali cause del cattivo utilizzo delle risorse naturali: l'espansione del credito che orchestrano le banche centrali e ciclicamente iniettano nel processo economico attraverso il sistema bancario privato, che opera con il privilegio di usare la riserva frazionaria. Infatti, l'espansione artificiale dei mezzi fiduciari innesca una fase di bolla speculativa in cui c'è una "esuberanza irrazionale". Questa fase finisce per mettere una tensione ingiustificata nell'economia reale, facendo apparire redditizi molti progetti che non sono redditizi (Huerta de Soto 2009). Il risultato è una pressione eccessiva sull'intero ambiente naturale: alberi che non dovrebbero essere tagliati vengono abbattuti; l'atmosfera viene inquinata; i fiumi vengono contaminati; le montagne vengono forate; il cemento viene prodotto; e minerali, gas, petrolio, ecc. vengono estratti, nel tentativo di completare progetti troppo ambiziosi che in realtà i consumatori non sono disposti a richiedere, ecc.

Alla fine il mercato imporrà il giudizio dei consumatori, e molti beni capitali rimarranno inattivi, rivelando così che la loro produzione è stata un errore (cioè, distribuiti in modo non corretto nello spazio e nel tempo), perché gli imprenditori si sono fatti ingannare dalle condizioni di credito facili e dai bassi tassi di interesse decretati dalle autorità monetarie. Il risultato è che l'ambiente naturale viene danneggiato inutilmente, in quanto lo standard di vita dei consumatori non viene affatto aumentato. Al contrario, i consumatori diventano più poveri con gli investimenti errati dei risparmi reali della società in progetti troppo ambiziosi e non indispensabili (per esempio, 1 milione di case in Spagna senza acquirenti). Quindi, l'espansione del credito ostacola lo sviluppo economico sostenibile e danneggia inutilmente l'ambiente naturale.

Questa breve analisi punta ad una conclusione ovvia: gli amanti della natura devono difendere un sistema monetario libero, senza una banca centrale, un sistema in cui i banchieri privati operano con un requisito di riserva al 100% sui depositi a vista e sui loro equivalenti, un sistema che poggia su un vero gold standard. Questo è l'unico modo per sradicare le fasi ricorrenti di boom artificiale, crisi finanziaria e recessione economica, che danneggiano molto l'ambiente economico, l'umanità, e il processo di cooperazione sociale.



2. Quindi E' Davvero Necessaria l'Espansione del Credito per Stimolare la Crescita?

Un argomento popolare (impiegato ed alimentato da più di un paio di prestigiosi economisti come Schumpeter) sostiene che l'espansione del credito ed i bassi tassi di interesse facilitino l'introduzione di innovazioni tecnologiche ed imprenditoriali, che favoriscono lo sviluppo economico. L'argomento è spregevole. In un'economia di mercato è tanto importante garantire il finanziamento per i progetti imprenditoriali validi quanto lo è negarlo per quelli non validi e strampalati: molti "imprenditori" sono come dei cavalli in fuga, e dobbiamo limitare le loro possibilità di calpestare le risorse scarse della società.

Il problema è che solo il mercato è capace di distinguere tra questi due tipi di progetti, e lo fa con un processo sociale in cui gli elementi chiave sono appunto l'indicatore del valore reale delle risorse risparmiate e il tasso sociale di preferenza temporale, che aiuta a separare i progetti che dovrebbero essere finanziati da quelli il cui tempo non è ancora arrivato e che quindi devono rimanere "in cantiere". E' vero che ogni espansione artificiale del credito e dei mezzi fiduciari provoca una ridistribuzione del reddito a favore di coloro che per primi ricevono i nuovi fondi disponibili e che questo non ci permette di teorizzare gli effetti netti che avrà il processo sul risparmio reale della società. (Questo dipenderà da come la preferenza temporale di coloro che vengono prima si rapporterà con quella di coloro che vengono dopo.) Tuttavia, ci sono segni a sufficienza per cui l'inflazione scoraggia il risparmio reale, se non altro perché genera l'illusione della ricchezza, che stimola la spesa per i beni di consumo e per il consumo di capitale.

Inoltre, alla fine ("ex post") è chiaro che solo ciò che è stato risparmiato in precedenza può essere investito. Anche allora, ciò che è stato precedentemente risparmiato può essere investito saggiamente o stupidamente. L'espansione del credito promuove lo spreco e l'investimento errato dei fattori di produzione scarsi in progetti di investimento insostenibili e non redditizi. Ciò significa che il modello di sviluppo economico basato sull'espansione del credito artificiale distrugge ciclicamente un elevato volume di beni capitali, il che lascia la società sostanzialmente più povera (rispetto al tenore di vita che potrebbe essere raggiunto a lungo termine con una crescita sostenibile non forzata dall'espansione del credito e più in sintonia con i veri desideri dei consumatori rispetto alle loro valutazioni di preferenza temporale).

Inoltre, non pensate che l'inflazione fiduciaria serva ad impiegare le risorse inutilizzate, dal momento che lo stesso effetto può essere raggiunto senza investimenti improduttivi e sprechi, rendendo più flessibili i mercati del lavoro e dei fattori. Nel lungo periodo, l'espansione del credito crea posti di lavoro insostenibili, investimenti errati, e quindi meno crescita economica.



3. E' Vero che le Banche Hanno Causato la Crisi Correndo dei Rischi?

Attribuire la crisi alla cattiva condotta dei banchieri equivale a confondere i sintomi con le cause. Dopo tutto, durante la fase di euforia speculativa, i banchieri hanno semplicemente risposto agli incentivi (tassi di interesse reali nulli o negativi ed espansione artificiale del credito) creati dalle banche centrali. Ora, in una dimostrazione di ipocrisia e manipolazione dei cittadini, i banchieri centrali alzano le mani con orrore, incolpano gli altri per le conseguenze delle loro politiche malsane, e cercano di apparire come salvatori ai quali dobbiamo essere grati per il fatto che non siamo nella morsa di una depressione ancora più grave. E non dovremmo ripetere che è stato proprio durante la fase di boom, con un'alta inflazione nei prezzi degli asset finanziari, che i banchieri sono riusciti a sfoggiare un notevole capitale azionario nei loro bilanci, che, almeno in apparenza, ha sostanzialmente permesso loro di sfruttare la leva finanziaria ed ha permesso loro di sostenere rischi senza particolari difficoltà. Il tutto in un ambiente di tassi di interesse reali nulli o addirittura negativi e in una straordinaria abbondanza di liquidità promossa deliberatamente dalle banche centrali. In queste condizioni, nessuno dovrebbe essere sorpreso dal fatto che sempre più spesso sono stati concessi finanziamenti per progetti di investimento che sono stati sempre più rischiosi, e sempre meno redditizi (e meno certi di produrre profitti).



4. Quindi il Problema con il Sistema Bancario E' che i Banchieri Non Sono Riusciti ad Armonizzare Propriamente le Scadenze dei Prestiti con Quelle dei Depositi Ricevuti?

No, il problema è che le banche hanno operato con una riserva frazionaria; cioè, non hanno mantenuto una riserva del 100% riguardo ai depositi a vista ed ai loro equivalenti. L'esigenza di una riserva del 100% sui depositi a vista evita l'espansione del credito ed i problemi di liquidità del sistema bancario, perché permette l'investimento solo con ciò che è stato precedentemente risparmiato; e se gli investitori commettono un errore riguardo il termine di scadenza e la fattibilità dei loro progetti, possono richiedere nuovi prestiti (sulla base di risparmi reali precedenti) per rimborsare quelli in scadenza. Al contrario, l'espansione del credito derivata dalla riserva frazionaria dà luogo ad investimenti errati che sono confusi da molti con una mancata armonizzazione dei termini delle scadenze, quando il problema è molto più profondo: investimenti che sono insostenibili a causa della mancanza di risparmi reali. Il problema economico fondamentale non deriva da un errore nella corrispondenza dei termini, ma dall'assenza di un obbligo di riserva del 100%; in altre parole, nasce dalla riserva frazionaria.



5. Una Banca Isolata Può Uscire Incolume da un'Espansione del Credtio Diffusa?

I responsabili di una singola banca possono sperare di uscire indenni da un processo di espansione del credito se (a) credono di essere in grado di prestare denaro marginalmente per i progetti più redditizi e sicuri (quelli che saranno meno colpiti quando la crisi colpirà); e (b) credono che una volta che iniziano la loro espansione del credito su questi progetti, il resto delle banche seguirà la stessa politica espansiva come minimo allo stesso ritmo, e quindi la banca non sarà sola, né perderà riserve.

In pratica, di solito accade la b (l'espansione generalizzata del credito orchestrata dalla banca centrale stessa); ma a è altamente improbabile che accada e costituisce una mera illusione: i nuovi mezzi fiduciari (depositi creati) possono essere prestati a tassi di interesse relativamente ridotti e possono essere immessi nel mercato come prestiti per progetti che sono estremamente lunghi (per esempio, che maturano in un futuro più lontano) e rischiosi (incerti). Questi progetti sembrano redditizi solamente a tassi ridotti, ma non appena i tassi aumentano, cessano immediatamente di essere fattibili a causa del risparmio reale insufficiente.

Inoltre, qualsiasi banca in cui i direttori decidono tenacemente di tenersi fuori dal processo di espansione del credito vedrà diminuire la sua quota di mercato e correrà il rischio di diventare irrilevante. Questo dovrebbe rendere evidente che la riserva frazionaria esercita un effetto deletereo sul sistema bancario (un argomento già avanzato da Longfield nel 19° secolo). Inoltre, la prassi bancaria ha sempre offerto la conferma di questo fenomeno. (Per esempio, diversi presidenti di banche Spagnole mi hanno detto che durante la fase di boom erano a conoscenza che una grande percentuale di mutui immobiliari improbabilmente sarebbe stata sostenibile a lungo termine ed era molto rischiosa, ma sono stati "costretti" a concedere molti prestiti ed a partecipare in transazioni discutibili sotto la pressione di analisti, agenti di mercato, e della necessità di far crescere la loro banca, o almeno conservare la loro quota di mercato.)



6. I Risparmi come una Grandezza del "Flusso" rispetto al Saldo della Liquidità Sottoforma di Depositi come Grandezza dello "Stock"

Il denaro non è un bene di consumo (tranne che per avidi come Scrooge McDuck), né è un fattore di produzione. Si tratta di un terzo tipo di bene: un mezzo di scambio comunemente accettato. Inoltre, è solo come bene presente che il denaro svolge la sua funzione come mezzo di scambio. Tuttavia, può essere prestato, nel qual caso diventa un'asset finanziario per il prestatore, per il quale cessa di fornire servizi come mezzo di scambio.

Pertanto, è assurdo sostenere che il denaro depositato (che fa parte delle disponibilità liquide di un attore) è stato "risparmiato". Il deposito è una disponibilità di liquidità e quindi una grandezza dello stock. Il flusso di entrate non consumate dà origine al flusso dei risparmi che viene investito in asset finanziari o direttamente in beni capitali, a meno che qualcuno non decida di aumentare indefinitamente la propria disponibilità di liquidità (un aumento della domanda di moneta). Inoltre, la disponibilità di liquidità può essere incrementata non solo dalla riduzione del flusso di consumo, ma anche riducendo il flusso di investimenti (o entrambi).

Il problema è che con uno specifico e stabile flusso di risparmi, se qualcuno decide di incanalare la propria disponibilità di liquidità in depositi a vista in un sistema bancario a riserva frazionaria, il flusso di prestiti e di investimenti si gonfia senza alcun aumento nel flusso dei risparmi reali, e questo è precisamente quello che mette in moto il ciclo economico.

Solo il free banking con un requisito di riserva del 100% impedisce l'anomalia di sopra rendendo impossibile ai banchieri l'attuazione della seguente voce contabile:

Prestiti verso Depositi
---------- x ----------


E' questo tipo di voce che riflette l'attività principale delle banche, ma in un sistema free bankig con un requisito di riserva del 100%, tutti i depositi sarebbero coperti dai contanti del saldo corrispondente, in linea con i principi generali del diritto:

Contanti verso Depositi
--------- x ---------



7. Leland Yeager Offre un Argomento Solido quando Afferma che E' Impossibile Distinguere i Depositi a Vista ed i Prestiti a Breve Termine?

Quando i principi e la teoria sono ben compresi (che i depositi a vista ed i loro equivalenti devono essere sostenuti in ogni momento da una riserva al 100%), il mercato trova sempre le soluzioni più pratiche ed operative.

In un sistema bancario ideale, con un requisito di riserva al 100%, i prestiti a breve termine (da uno a tre mesi) sarebbero sicuramente facili da distinguere dai depositi a vista, e gli agenti coinvolti si impegnerebbero nelle consuete operazioni necessarie a pareggiare i flussi, operazioni che sono realizzate in maniera efficace nel libero mercato, basati sul principio ben collaudato e radicato della prudenza.

I prestiti "falsi" che si travestono da depositi sarebbero facilmente identificabili, soprattutto se si tiene conto che sul bordo del brevissimo termine (da una settimana ad un mese), la domanda per prestiti veri è molto debole (se non in circostanze del tutto eccezionali, e presumendo il corretto incontro tra i flussi).

In breve, ciò che è importante è se un attore ritiene o no che un deposito a "tempo" o un "prestito" (falso) formino parte della sua liquida immediatamente disponibile. Se è così, abbiamo a che fare con i veri depositi "a vista", che richiedono una riserva del 100%.



8. Quali Sono gli Scenari Possibili nel Caso di una Crisi come Quella Attuale?

Ce ne sono fondamentalmente quattro:
  1. Si crea di nuovo la bolla, con dosi massicce di nuova espansione. (Questo è praticamente il peggiore dei casi, dato che la depressione è solo rimandata a costo di renderla molto più grave in seguito: questo è quello che è successo nel 2001-2002, quando la fase espansiva è stata prorogata di sei anni, ma a costo di una crisi finanziaria e recessione economica unica al mondo sin dal 1929.)

  2. L'esatto opposto: il fallimento, secondo un effetto domino, di tutte le banche a riserva frazionaria e la scomparsa del sistema finanziario (una tragedia che è stato evitata "in extremis" con il piano di salvataggio del sistema bancario in tutto il mondo) .

  3. La "Giapponesizzazione" dell'economia: l'intervento del governo (in ambito fiscale e di credito) è così intenso che blocca i processi spontanei del mercato che tendono a correggere gli errori d'investimento commessi in fase di bolla, e quindi l'economia resta in recessione a tempo indeterminato.

E 4, il corso degli eventi più probabile: Con grande difficoltà, il mercato, che è dinamicamente efficiente, finisce per rettificare gli errori d'investimento: le imprese e le famiglie mettono a posto i loro bilanci riducendo i costi (in particolare quelli della manodopera) e rimborsando i prestiti . Le aziende restanti diverrebbero "sane" e l'aumento del risparmio permetterebbe il finanziamento di nuovi progetti d'investimento che sono effettivamente sostenibili nel lungo termine. La disoccupazione crescente raggiungerebbe il suo culmine quando terminerebbe la riorganizzazione, ed a quel punto la priorità assoluta sarebbe quella di liberalizzare il più possibile il mercato del lavoro (assunzione, retribuzione, licenziamento, e contrattazione collettiva) in modo che i disoccupati possano entrare di nuovo nella catena di produzione (ora sana) per lavorare in progetti validi. Inoltre, la massima austerità di bilancio è necessaria nel settore pubblico; è importante evitare aumenti fiscali e ridurre la burocrazia e l'intervento pubblico nell'economia.



9. Quali Misure nella Giusta Direzione Possono Essere Adottate Affinché ci Portino, Seppur Timidamente, verso il Sistema Finanziario Ideale di un'Economia di Vero Libero Mercato?

La tabella che segue offre una risposta a questa domanda:


Modello Monetario Ideale Misure (Molto) Timide verso la Giusta Direzione
Un vero gold standard
(Crescita dello stock mondiale d'oro ≤ 2% l'anno)
Conformità rigorosa con un limite di crescita dell'offerta di denaro, M, del 2% l'anno.
Tassi di cambio fissi. Euro.
Requisito di riserva del 100%
(Crisi bancarie impossibili.)
Abolizione della banca centrale.
La banca centrale si astiene dal fornire liquidità a banche nei guai per impedire una crisi bancaria.
Quello che viene depositato non viene prestato, e c'è un'armonia appropriata tra i flussi del risparmio e dell'investimento.
La fornitura di liquidità è sapearata dall'intermediazione finanziaria.
Una separazione radicale tra il commercial banking e l'investment banking.
(Glass-Steagall Act del 1933)


In molte aree del mercato controllato, che deve essere riformato (privatizzazione delle strade, immigrazione libera, ecc.), è un grave errore credere che sia necessario per eliminare ogni forma di regolamentazione finché non avrà luogo la riforma ideale. Piuttosto è vero il contrario. Finché non avverrà la riforma, un minimo di regolamentazione è necessaria per simulare, per quanto possibile, i risultati del sistema ideale: nella sfera monetaria, un gold standard puro con un obbligo di riserva al 100% e nessuna banca centrale. Tuttavia, dobbiamo ripetere ancora e ancora una volta che, invece di cercare maldestramente di replicare con mezze misure quello che il mercato avrebbe raggiunto, senza dubbio la linea migliore e, infine, inevitabile di azione è quella di realizzare il la riforma radicale definitiva richiesta dal modello monetaria ideale.



10. Conclusione: Confusione tra Teorici e Cittadini

La società è confusa e disorientata dalla crisi. Il divario tra le persone ed i politici è quasi incolmabile. Inoltre, l'ignoranza e la confusione di questi ultimi è anche spettacolare. Tuttavia, la parte peggiore della situazione è che la maggior parte dei teorici economici non sta riuscendo a capire la teoria, e non riesce a capire ciò che sta accadendo, perché è successo e cosa potrebbe accadere in futuro.

La perdita di prestigio subita dall'economia neoclassica (l'ipotesi dell'efficienza del mercato, la teoria delle aspettative razionali, la fede "nell'autoregolamentazione", il principio di razionalità agente, ecc.) è totale e viene erroneamente interpretata come un fallimento del mercato che giustifica un maggiore intervento dello stato. (I Keynesiani attribuiscono la crisi all'improvviso "panico" finanziario e ad una mancanza di domanda aggregata che deve essere compensata dallo stato.) I teorici di diversi campi non riescono a comprendere il mercato e, quindi, sbagliano nelle loro analisi e nelle loro prescrizioni. Nel 21° secolo, il vuoto teorico è enorme. Fortunatamente, la teoria Austriaca del ciclo, in generale, e il mio libro Money, Bank Credit, and Economic Cycles in particolare, sono lì per colmare questo vuoto e chiarire la confusione attuale.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Riferimenti

  • Anderson, T.L. e D.R. Leal. 2001. Free Market Environmentalism. Rev. ed. New York: Palgrave Macmillan.
  • Huerta de Soto, J. 2009. Money, Bank Credit, and Economic Cycles. 2d ed. Auburn, Alabama: Ludwig von Mises Institute.

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2 commenti:

  1. Il piu grosso problema delle banche è che si definiscono mediatori e si comportano da commercianti è un conflitto d'interessi molto grave che nessuno fa notare, la maggior parte delle persone non sanno la differenza che passa fra essere mediatori o commercianti quindi non fa caso a questa distinzione, mentre servirebbe molta piu chiarezza su punto, solo cosi si renderebbe pubblico tutto il marciume che c'è dietro il mercato del credito e sarebbero un grosso freno alla "cattiva speculazione" che indebolisce i mercati finanziari.

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  2. Giusto Asmy. Quello infatti sarebbe il ruolo che spetterebbe alle banche: mediatori tra mutuatario e creditore. Ma come abbiamo visto nel corso della storia, le cose cambiano. Soprattutto gli uomini; prova ad indovinare chi ha proferito simili parole:

    «In tutta la Free Banking Era l'efficacia dei prezzi di mercato per le banconote, ed il loro impatto associato sul costo dei finanziamenti, impartì una disciplina nel mercato in crescita, forse perchè il cambiamento tecnologico del telegrafo e delle ferrovie monitoravano l'efficacia delle banche e riducevano il tempo richiesto a mandare una banconota per il proprio riscatto. [...]

    In parte, questa riduzione nel rischio era un riflesso del miglioramento nello stato di regolamentazione e supervisione. In parte, era anche una norma del mercato privato in un ambiente in cui il depositante ed i possessori di banconote non erano protetti da una rete di sicurezza. Ovvero, l'azzardo morale di cui oggi ci preoccupiamo molto non era ancora stato introdotto nel sistema.
    »

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