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sabato 17 dicembre 2011
La Porta sul Retro
di Johnny Cloaca
L'oro nelle ultime settimane è in calo. Anche il petrolio negli ultimi giorni ed altre materie prime. Si potrebbe dire che qualcuno s'è ficcato un dito in un occhio e preferisce non vedere il baratro sotto i suoi piedi. Bè, ancora può percepire la lieve berzza che gli ricorda cosa succede se il prossimo passo lo fa "alla cieca". Insomma, sta succedendo qualcosa di molto strano là fuori; inutile dire che i mercati sono drogati oltremodo e prevedere qualcosa è come lanciare in aria una moneta e sperare che cada di taglio. Ricordate Sam Neil in "Il Seme della Follia"? Ebbene, la razionalità dei mercati è andata a farsi friggere. I trader, infatti, pare che abbiano eletto il breve temine come salvatore della baracca, e stanno sostenendo lo zio Sam presupponendo che il porto sicuro della tempesta finanziaria sia composto da quattro assi di legno in più della baracca di lamiere Europea, che sta per essere fatta a pezzi dal tornado di cartaccia svolazzante. Gli USA sono nell'occhio del ciclone. Si godono la calma del momento.
La loro sicurezza è passeggera. Ma i trader pare che ignorino questo aspetto e vogliano continuare a sovvenzionare lo zio Sam ed il suo impero in modo che, ancora una volta, ci porti tutti quanti allegramente fuori a bere qualche bicchierino di brandy. Negano la possibile flessione del mercato USA. Credono che la BCE non sia in grado di salvare le chiappe all'eurozona, quindi mollano gli ormeggi e si rifugiano dallo zio Ben. Furbi. Almeno per il breve periodo. Gli Stati Uniti non stanno meglio dell'Europa ed il crescente debito non aiuta. Una prova? La recente disfatta della Supercommissione deputata a tagliare la spesa dei prossimi anni.
Ma sotto i riflettori c'è l'Europa. Zio Mario ha da poco tagliato di nuovo il tasso d'interesse, ora all'1%, e questo significa che indebitarsi è più facile, ma in termini reali più denaro gratis per ulteriori salvataggi. L'euro cala. Si parla di riduzioni della spesa, di pensare al futuro dell'eurozona; invece la BCE persevera nell'azzardo morale. Abbiamo quindi realizzato che il manicomio è il nostro futuro. Poi, dopo l'abbassamento generale dei tassi di interesse (Zombie pignolo: "stampiamo soldi e prestiamoli facendo valere meno i soldi che sono in giro, ovvero, inflazione") e la "porta sul retro" delle banche "non troppo ladre" (Zombie pignolo: "facciamo pagare il contribuente"), ancora più famiglie non riusciranno ad arrivare a fine mese perché gli stipendi sono gli stessi ma tutto quanto costa di più; ma avranno di che consolarsi perché le banche saranno salve e potranno fare ricorso al meccanismo del credito magicamente riattivato. E, per l'ennesima volta, di Main Street ce ne sbattiamo altamente. Avevate qualche dubbio?
E mentre in Europa si tagliavano ulteriormente i tassi, negli USA le cose rimanevano com'erano. Lo zio Mario ha voluto a tutti i costi l'occhio di bue sul suo palcoscenico. E nel mercato impera ancora la percezione che gli Stati Uniti siano come un faro nella notte, una sicurezza nei momenti di panico. Stanno scommettendo sul breve termine. Pensano che ne usciranno ancora una volta "vittoriosi". Il lungo termine non arriverà mai. Non stavolta, la quantità di debiti è esorbitante; non si può ignorarli. Ma non si vuole far percepire abbastanza dolore al contribuente. Vengono aumentati i deficit, ci sono appositi soggetti atti a propagandare questa visione distorta della "ricchezza". E si calcia di nuovo il barattolo; ma non stavolta. Stiamo arrivando.
Questo è solo un esempio, gli Stati Uniti hanno sperimentato una cosa simile già quest'estate. Il Grande Default è inevitabile, perché la via che gli stati hanno deciso di intraprendere è questa. Si stampa denaro, viene dato alle banche, lo usano per comprare debito del governo in modo da reggerlo a galla; in questo modo si crea l'illusione della risoluzione del problema. Ma si viene ripagati con cartaccia svolazzante, con un "valore" in perenne caduta.
Il debito viene monetizzato sulle spalle dei contribuenti, doppiamente tartassati. In questo modo si porta avanti l'azzardo morale, dove il governo può prendere in prestito maggiori quantità di denaro, promettere all'elettore la luna e tenere in vita il suo apparato burocratico e parassitario. In Europa la BCE ancora non è entrata in azione in "prima persona", ma ormai il coro pare unanime: "Inflazione!" A parte la Scuola Austriaca, tutti stanno con le trombette in mano per aspettare che dal balcone esca lo zio Mario ed annunci che la festa può avere inizio. Nel frattempo sta fornendo i boccali dalla "porta sul retro". Il balcone è ancora vuoto. E' ancora nel suo studio a dibattere con altri invitati sul da farsi. Infine uscira e brinderà insieme allo zio Ben. La frase della festa è: "Investire denaro senza subire perdite."
Non tutti sono invitati alla festa. Chi resta fuori subisce le conseguenze.
Ma questa strategia sta indebolendo l'economia reale. La disoccupazione è montate:
Non vengono creati lavori, e quelli creati dal governo vengono sostenuti artificialmente. Il supporto alle banche sta facendo degenerare la produzione di ricchezza. In questo modo vengono salvate le banche e sostenuti i governi, mentre tutti gl ialtri possono crepare.
Infatti, distorcendo in questo modo il mercato a favore di una determinata classe farà diminuire drasticamente gli standard di vita della classe media. Abbiamo bisogno del vero capitalismo, una moneta sonante, meno governo, meno pianificazione centrale, meno regolamentazione, meno tasse. Ma indovinate? Non stiamo affatto andando in questa direzione. Tasse e deficit. (Applausi). I sindacati, che pure hanno contribuito al debito sostenendo la teoria della spesa pubblica infinita, adesso sono sul piede di guerra. (Grasse risate).
Zombie: Ma loro non diceva: "Lo stato non deve per forza chiudere in attivo, si spenda?" Loro non diceva: "Facciamo andare in pensione la gente con 33 anni, 7 mesi e due giorni?"
Ora questi sono qui a dirci che la finanziaria è iniqua: difatti, lo è. Ma non per i motivi che vogliono farci credere. Credono davvero, i sindacati, che in caso di default si potranno ancora mantenere i loro nullafacenti delegati, sistemati dentro l'amministrazione pubblica, tanto per tirarne fuori una dal cappello magico? E credono che in caso di default si potranno aumentare gli stipendi degli impiegati del pubblico impiego?
In generale, penso che il default sarà anche un evento fortemente moralizzatore delle finanze. Insegnerà a chi ha creduto alle promesse del governo, che prestare a tale entità è come gettare le proprie ricchezze in aria durante una giornata di Libeccio.
Ma il coro diventata ogni giorno più assordante: "Inflazione!" I trader si fidano dello zio Ben con il suo fermacarte pesantemente posizionato sul pulsante "stampa". Non hanno la minima idea di cosa abbia creato. Si vuole che la stessa cosa accada in Europa. Si vuole che l'Europa sprofondi nello stesso baratro dell'America.
I prezzi sono quasi triplicati in questo arco di tempo. Ecco la "ricchezza" che ha creato la FED, il governo e tutti gl ialtri lacché al seguito. Credono che possa andare avanti all'infinito. Boom-bust, boom-bust, boom-bust. "Quando qualcosa non può andare avanti, tende a fermarsi." Lo zio Ben sin dall'inizio della crisi nel 2008, ha continuato a pompare denaro ad un ritmo annulae del 25%. Quando questa bomba ad orolegeria scoppierà loro in faccia, facendo aumentare vertiginosamente l'inflazione nei prezzi, sapremo chi aveva ragione. La corsa all'oro riprenderà. Ma sarà troppo tardi. Perché? Perché la gente crede nelle persone con pistole e distintivi.
Ecco in chi crede la gente: in questi truffatori e bugiardi (o completi ignoranti) denominati "funzionari governativi" che si presuppone abbiano una conoscenza superiore e sappiano come "agire" nei momenti di crisi. Mi dispiace per voi babbei che ci credete, ma questi non sanno quello che fanno, lo zio Ben in primis; seguito da quell'imbecille di Krugman, premio Nobel dei miei stivali sporchi di fango, che alla vigilia dello scoppio della bolla immobiliare non aveva la minima idea di quello che stesse per accadere. Pagliacci. Mille volte pagliacci. Fidatevi di chi viene deriso, significa che sta dicendo la verità.
Il vecchio Cameron ha fatto la decisione migliore sul lungo termine e i mercati stanno apprezzando. La sterlina si sta rivalutando rispetto all'euro ormai destinato a fallire. A mio parere l'euro rimarrà solo in Germania, Francia e stati confinanti. Per gli altri si tornerà a valute nazionali legate all'euro a cambio fisso come la corona svedese.
RispondiEliminaAh, dimenticavo:
RispondiEliminahttp://libertarianation.org/2011/12/14/vinci-un-libro-sul-libertarismo-con-libertarianation/
;)
C'è ancora tempo fino al 25 Dicembre
Io dico che nelle prossime settimane la voce per un referendum per far entrare l'Inghilterra a tutti gli effetti in Europa si faranno sempre più insistenti. Poi se andrà male è una prova, quindi ci sarà bisogno di ripeterlo (Irlanda docet).
RispondiEliminaCameron ha fatto bene a non cedere culo e portafoglio a Merkozy, ma l'Europa non lascia nessuno indietro.
Poi se vuoi un commento con l'accento inglese, eccoti accontentato. :)
PS: ottima idea il concorso, mi dò da fare allora.
Mah non capisco come possa andare avanti l'idea dell'euro, la stessa Germania non crediamo che sia messa tanto bene, in tempi di crisi gli stati diventano piu protezionisti e meno inclini alle importazioni e questo per un paese come la Germania, che fa delle esportazioni il suo cavallo di battaglia, si tradurrebbe in difficoltà molto piu gravi di quello che crede.
RispondiEliminaInfine questa crisi ad oggi cercano di combatterla con maggiori tasse che servono a pagare interessi sul debito sovrano e a salvare le banche quindi la domanda è, se la ricchezza prodotta non viene utilizzata per migliorare la competitività come si pensa di invertire questo ciclo recessivo?
Probabilmente solo la manna dal cielo puo salvare l'euro visto le decisioni prese dai nostri capi.
Ciao Asmy. La tripla A credo se la possono scordare tutti, ormai: "S&P warns eurozone of mass downgrade."
RispondiEliminaNessuno è "al sicuro". I boccali sono stati distribuiti al pubblico, manca solo lo zio Mario che li riempia.
Per quanto riguarda le tasse, è il modo disperato che il governo adotta per ripianare gli sprechi fatti in periodi di vacche grasse. Monti è l'ennesimo clown uscito dal cilindro Keynesiano, perché tassare significa distruggere.
Scusate io vorrei capire una cosa, tendo a concordare con la visione "austriaca" in particolare è sorprendente come sia stata in grado di predire, con una certa semplicità di ragionamento, gli accadimenti futuri con tale precisione.
RispondiEliminaIn questa visione, tra le altre cose, l'oro è moneta.
Assumendo questo come dato di fatto, sebbene per convenzione culturale, come si spiega storicamente ed economicamente, il crollo dell'oro e la precedente sua "bolla" se si può dire cosi, degli anni 80?
Grato a chiunque voglia rispondermi
Ciao Anonimo.
RispondiElimina>"Assumendo questo come dato di fatto, sebbene per convenzione culturale, come si spiega storicamente ed economicamente, il crollo dell'oro e la precedente sua "bolla" se si può dire cosi, degli anni 80?
Ti rispondo riportando parte di un articolo che ho tradotto sul Portico Dipinto.
[...]Cosa ha guidato l'andamento dell'oro dal 1980 al 1999? Un cambiamento nelle politiche dl governo, che sono state storicamente un preludio al cambiamento — un punto fermo fondamentale del nostro processo d'investimento qui a U.S. Global Investors.
Gold Stock Analyst sottolinea che il Presidente della Federal Reserve Paul Volcker iniziò a dirigere l'economia degli Stati Uniti verso tassi d'interesse reali positivi nel 1980 e lo scopo di Volcker fu raggiunto nel 1992 — lo stesso anno in cui S&P 500 superò l'oro.
In modo che il relativo valore dell'oro ritorni ai picchi del 1979-1980 di 7.6 volte maggiori a S&P 500, John Doddy di Gold Stock Analyst dice che il prezzo dell'oro dovrebbe raggiungere la soglia dei $10,000. Ovviamente questo scenario è improbabile, ma pone in una certa prospettiva tutte queste insensatezze sulla "bolla dell'oro".
Un modo per far scoppiare le chiacchiere sulla "bolla dell'oro" è quello che i tassi d'interesse reali negativi rimangano in giro per un pò di tempo. Abbiamo in precedenza discusso che i tassi d'interesse reali negativi — uno dei maggiori motori del Fear Trade4 — sono stati nella storia un elisir miracoloso per il rialzo dei prezzi dell'oro. Il numero magico per i tassi d'interesse reali è il 2%. E' quando si può guadagnare più del 2% su un buono ordinario del Tesoro degli Stati Uniti dopo aver scontato l'inflazione. La nostra ricerca ha mostrato che le merci tendono ad andare bene quando i tassi calano sotto il 2%.
Prendete l'oro e l'argento, per esempio, che si sono storicamente apprezzati quando il tasso d'interesse reale è calato al di sotto il 2%. In aggiunta, più in basso cala il tasso d'interesse, più il ritorno verso l'oro tende ad essere corposo. Dall'altro lato, una volta che i tassi d'interesse reali aumentano al di sopra del 2%, si iniziano a vedere ritorni annuali negativi sia per l'oro che per l'argento.
E' importante sottolineare che sono le strategie politiche, e non i partiti politici, che guidano questo fenomeno. Durante gli anni '90, quando il presidente Clinton era in carica, c'era un'eccedenza di bilancio e gli investitori potevano guadagnare di più dai buoni ordinari del Tesoro (circa il 3%) rispetto al tasso d'inflazione (circa a 2). Ciò dava agli investitori scarso incentivo ad abbracciare merci come l'oro, ed i prezzi ronzavano intorno a $250 l'oncia.
Sin dal 2001, una regolamentazione esasperata in tutti gli aspetti della vita, tassi d'interesse reali negativi, welfare ed un'espansione dei diritti sovvenzionata con una spesa a deficit aumentata hanno creato uno sbilancio nel sistema economico Americano. E' stato questo squilibrio tra le politiche monetarie e fiscali che ha guidato l'oro verso il suo andamento rialzista.
Oggi, la FED ha incapsulato i tassi d'interesse vicino allo zero sin dal 2008 ed il deficit del bilancio federale è arrivato a $1.4 biliardi. Infatti, sia il deficit in percentuale del PIL (negativo 11%) sia il debito federale del governo in percentuale del PIL (circa il 65%) sono ai loro massimi sin dal 1950, come mostra una ricerca di Citigroup. Ciò ha fornito carburante alla salita dell'oro a $1,000, $1,500 ed ora a $1,800 l'oncia.
Grazie.
RispondiEliminaMa questo come si lega al fatto che l'oro sia "riserva di valore" o comunque moneta sonante? Apparentemente chi ha investito in oro agli apici di quella che è stata definita la bolla dell'oro, avrebbe perso in pochi anni metà della propria ricchezza (denominata in dollari), anche, e anzi a maggior ragione, se l'equivalente valore depurato dell'inflazione paragonato al valore reale dei beni attuali prendendo l'S&P500 come parametro, dovrebbe essere ora di 10mila dollari, la ricchezza che un risparmiatore avesse accumulato prima dello scoppio della bolla degli '80 sarebbe ancora oggi in gran parte persa con l'attuale quotazione dell'oro. Forse non ho espresso bene i miei dubbi o sto facendo un grossolano errore di valutazione?
Attenzione a non cadere nel trucco semantico dell'investire in oro. L'oro non ha perso nulla. L'oro permette ai cittadini di qualunque nazione di riappropriarsi di una moneta autentica e indistruttibile che ha già superato l'esame del tempo. Aiuta a scampare il disastro economico finanziario provocato dai pianificatori centrali di turno, siano essi politici o economisti.
RispondiEliminaPensa che un'oncia d'oro avrebbe acquistato 350 pagnotte di pane al tempo di Nabucodonosor, re di Babilonia che è morto nel 562 a.C. Un'oncia d'oro compra ancora oggi circa 350 pagnotte, dimostrando che per più di 2,500 anni l'oro si è dimostrato una copertura molto efficace contro l'inflazione, almeno quando si tratta di elementi essenziali di tutti i giorni.
Il "ciclo" non influenza le materie prima, è l'economia eccessivamente "drogata" ed incapace di mandare segnali reali. Siamo ormai entrati in una spirale di boom-bust senza fine, dove il crack-up boom è la fine del viaggio.
Se parliamo di investimenti il discorso cambia. Una mossa per fare soldi sarebbe stata, nel 1980 e non oltre, quella di investire i propri risparmi nelle azioni Walmart. Oppure, sempre nello stesso periodo, giocare con T-bond a 30 anni, fondi comuni dell'S&P e materie prime.
Grazie ancora però è proprio questo che non capisco. Parto dall'ipotesi che l'oro non sia un investimento quanto piuttosto, moneta. A questo punto se è vero che per una certa quantità di oro nella storia si ha un equivalente potere di acquisto in beni, fatti salve modifiche domanda/offerta di particolari beni in particolari momenti storici, questo significherebbe che prima e dopo dello scoppio della cosiddetta bolla degli anni 80 sul prezzo dell'oro, comunque l'oro aveva lo stesso potere di acquisto di beni e quindi ciò che sarebbe variato è il potere di acquisto della carta rispetto ai beni. Ma per avere una variazione simile, ciò significa che dopo il crollo si dovrebbe essere verificata una deflazione del valore dei beni denominati in carta e un restringimento della massa monetaria, non una semplice stabilizzazione dell'inflazione, che avrebbe in questo caso mantenuto il prezzo dell'oro denominato in carta, costante, non in calo. ... Dov'è l'errore in quanto ho scritto? Grazie ancora
RispondiEliminaCredo tu stia presupponendo che l'oro fosse agganciato alla base monetaria. Avremmo avuto un panorma diverso nel 1980 se fosse stato così. Come ce lo avremmo ora dopo tutto.
RispondiEliminaI possedimenti in oro della FED sono gli stessi (mi pare che siano 260 milioni di oncie d'oro), ma M1 e M2 si sono espansi tremendamente (al momento la base monetaria è praticamente più ampia di M1, un'indicazione degli sforzi frenetici della FED di espandere l'offerta di denaro). Ancorare la base monetaria all'oro oggi, significherebbe un prezzo del dollaro quasi di $8,000 l'oncia. Ancorare M1 significherebbe circa $7,000 l'oncia ed ancorare M2 significherebbe quasi $34,000 l'oncia.
Ludwig von Mises spiegò come una valuta fiat collassa nelle sue tre fasi di distruzione. Nella prima fase le aspettative deflazionistiche delle persone (per cui i prezzi diminuiranno) porteranno ad una maggiore richiesta di denaro (a volte chiamata incetta) e la deflazione, o stabilità dei prezzi, si auto-realizzerà — per un pò. Infine gli aumenti dei prezzi condurranno ad una diminuzione della richiesta di denaro: le persone inizieranno a spendere prima che i prezzi aumentino ulteriormente. Ciò causerà un maggiore aumento dei prezzi. Ora si entra nella "zona pericolosa", la fase finale della distruzione del denaro, in cui la gente si aspetterà che i prezzi continueranno a salire per sempre, così la richiesta di denaro collasserà ed avverrà un crack-up boom.
..capisco l'obiezione, scusa lungi da me insistere, sono solo curioso e vorrei capire meglio il quadro, se non vorrai più rispondere peccato ma capisco... dunque anche considerando che l'oro non fosse, come non era e non è, agganciato alla base monetaria, gli andamenti "relativi" nel senso di reciproci, di conversione oro-carta dovrebbero essere correlati su per giu con gli andamenti reciproci oro-beni e carta-beni nel senso di potere di acquisto. Se con lo stesso oro compro sempre la stessa quantità di merci, su per giu, ma compro meno carta, significa che con la stessa carta compro piu merci.. magari non tanto quanto se fosse stato legato alla base monetaria ma su per giu almeno l'andamento dei prezzi dei beni denominati in carta dovrebbe diminuire, altrimenti non riesco a spiegarmi in che modo il prezzo dell'oro denominato in dollari sia crollato, se non perchè il dollaro abbia aumentato il suo potere di acquisto (o l'oro lo abbia diminuito cosa che abbiamo scartato come tesi) e l'aumento del potere di acquisto del dollaro come fa ad avvenire se non mediante restringimento della base monetaria. Altra cosa che nel discorso magari non c'entra ma mi ha fatto venire un altro dubbio è che nel momento in cui non è in linea teorica necessaria un'espansione della base monetaria per seguire la crescita di un'economia (come in un gold standard o comunque in generale a quanto mi è dato di capire secondo la teoria austriaca), significa che i prezzi dei beni devono diminuire all'aumentare della ricchezza prodotta dal sistema il che significa che sostanzialmente il potere di acquisto dell'oro non può rimanere stabile (Essendo l'oro sulla terra non inflazionabile), questo non contraddice l'esempio della pagnotta all'epoca di nabucodonosor e ai giorni nostri? grazie.. e al di la se vorrai rispondere.. buon natale
RispondiEliminaDomanda: il tuo discorso verte intorno ad un fatto, il prezzo dell'oro denominato in carta. Ma qual'è il prezzo della carta denominato in oro? :)
RispondiEliminaAllora Roberto. Devi capire che la carta è essenzialmente un sostituto del denaro (come in un senso più ampio, lo sono gli assegni, i conti correnti, ecc.); erano delle ricevute che le banche emettevano ai depositanti per confermare il loro possesso d'oro i nquell'istituto. Per ragioni pratiche questi biglietti hanno preso il sopravvento sul classico scambio in oro tra due attori nel mercato, e sono circolati proprio come "denaro" vero e proprio.
Le banche che li inflazionavano, quando scoperte, subivano corse agli sportelli e fallivano. Stiamo parlando del 1800, dove l'Occidente ha conosciuto una delle crescite economiche più forti e longeve della storia. Fin qui tutto bene, perché il mercato in sostanza, aveva deciso cosa fosse moneta (ovvero, la somma delle molteplici valutazioni delle singole persone).
Che cosa è successo, poi? Lo stato ha iniziato ad intromettersi in questo campo e vi ha posto sopra il suo monopolio (banca centrale). Ma le caratteristiche dell'oro ponevano un freno alla cupidigia delle entità statali, quindi si è lavorato sempre di più per sganciare l'oro dalla carte (la quale è altamente manipolabile); ovvero, si è lavorato per distruggere il concetto principe della moneta: la merce più commerciabile. In questo modo abbiamo visto la nascita della finanza e l'assassinio dell'economia come materia che studia l'azione umana, oltre all'espansione continua dello stato.
La carta oggi "acquista" perché c'è una legge che lo impone (corso legale). La moneta è unica, l'oro; e le monete nazionali sono soltanto denominazioni di peso. Questa moneta non è né di debito, né di credito (che cosa sarà poi una moneta di credito poi...) ma semplicemente una merce.
>"[...]questo non contraddice l'esempio della pagnotta all'epoca di nabucodonosor e ai giorni nostri?"
Per quanto riguarda questo aspetto ti invito a leggere questo articolo.
ok, e ci avevo già pensato, ma perchè il mio ragionamento non dovrebbe valere anche a parti invertite? voglio dire se l'oro denominato in carta vale una certa cifra, la carta denominata in oro varrà sostanzialmente il suo reciproco, è su per giu un tasso di cambio.quindi quando l'oro ha perso valore denominato in carta significa che la carta ha acquistato valore denominata in oro e nel momento in cui manteniamo costante il potere di acquisto dell'oro (è la tesi di partenza), significa che il potere di acquisto della carta è aumentato, ma per aumentare non doveva diminuire la massa monetaria? entrambe cose che non credo siano avvenute negli anni 80 (non sono ne storico nè un esperto ma non ricordo una simile cosa) se non al massimo può essere avvenuta una stabilizzazione dei prezzi per restringimento del credito, ma se non è avvenuto un apprezzamento reale della carta e contemporaneamente la carta denominata in oro ha aumentato valore e l'oro denominato in carta lo ha perso, allora questo non implica necessariamente che la tesi di partenza è falsa?
RispondiEliminaleggo anche l'altro articolo.. grazie
Invece negli anni '80 una politica di restringimento della base moentaria c'è stata. Anzi, per essere più precisi dal 1979 al 1982 quando Paul Volcker venne chiamato a sostituire il predecessore Miller, durante l'amministrazione Carter. I tassi d'interesse arrivarono al 20% per rispondere alla recessione che imperversava in quegli anni; fu una misura dura ma necessaria che fece perdere le elezioni a Carter in favore di Reagan.
RispondiEliminaPerò, il punto che ti sfugge è che l'oro è stato relegato al piccolo ruolo di "termometro" dell'economia. Non viene più considerata come moneta, bensì una merca come un'altra. Infatti, è proprio per questo che la carta può andare avanti finché il cittadino ha fiducia in essa; togli questo aspetto ed assisterai al rapido declino della nazione che adotta quella valuta cartacea.
Con questo non voglio dire che un paper standard decentralizzato non funzionerebbe. Potrebbe funzionare ma tesserebbe sempre lo spunto all'ente che emette i bglietti di carta di sovrabbondare (la storia ce lo ricorda). In definitiva, il gold coin standard è la scelta principe per riniziare daccapo secondo uno standard monetario sano e solido.
il particolare che hai citato non mi sfugge, cercavo però nei miei ragionamenti di dedurlo, non di partire da questo assioma. Cioè cercavo di capire in che modo il comportamento del prezzo dell'oro (o della valuta cartacea in oro), negli anni 80 non fosse in realtà una prova del fatto che l'oro non sia una merce come un'altra bensì moneta. Certamente ci fu un aumento dei tassi come mi avevi detto qualche giorno fa, ma questo non significherebbe eventualmente un rallentamento nell'aumento della base monetaria piuttosto che una sua riduzione? la carta che era già in circolazione, aumentando i tassi, non è stata riassorbita ed eliminata, ma al massimo si è evitato di metterne altra, e questo non avrebbe dovuto portare ad una stabilizzazione dei prezzi dei beni (quindi una stabilizzazione del potere di acquisto della carta) mantenendo stabile anche quello dell'oro denominato in carta (e della carta denominata in oro) a livello del picco raggiunto piuttosto che far crollare i reciproci tassi di cambio e i prezzi delle merci (se questi ultimi sono crollati)?
RispondiEliminaL'altro commento (sull'altro post) mi è chiaro, e ti ringrazio per la precisione.
>"il particolare che hai citato non mi sfugge, cercavo però nei miei ragionamenti di dedurlo, non di partire da questo assioma."
RispondiEliminaIn questo caso ti sarà utile il Teorema della Regressione di Mises: "Applicando l’utilità marginale alla moneta, Mises doveva risolvere la questione del cosiddetto “Dilemma Austriaco” ritenuta, da quasi tutti gli economisti, irrisolvibile. Gli economisti riuscivano a spiegarsi che il prezzo delle uova, dei cavalli o del pane era determinato dalle rispettive utilità marginali degli stessi; tuttavia, a differenza dei beni che sono richiesti per essere consumati, il denaro è richiesto e mantenuto in contanti per comprare altri beni. Nessuno, quindi, può richiedere moneta (e avere una utilità marginale per la stessa) a meno che essa non esista già, ed eserciti un prezzo e un potere d’acquisto sul mercato. Ma allora come si può spiegare il prezzo della moneta in termini di utilità marginale se la moneta, al fine di essere richiesta, ha bisogno di un valore preesistente? Mises con il suo “Teorema della Regressione” risolse il “DIlemma Austriaco” in uno dei suoi più importanti successi teorici: egli dimostrò che si poteva logicamente ritrovare il significato della domanda di moneta nei tempi antichi in cui essa non era moneta ma una materia prima comodamente utilizzata per il baratto; in breve, cioè, nei tempi in cui la moneta-materia prima (per esempio oro o argento) veniva domandata esclusivamente per le sue qualità di materia prima sia consumabile che utilizzabile nel baratto. Non solo Mises portò a termine la spiegazione logica del prezzo del potere d’acquisto della moneta, le sue scoperte ebbero anche altre importanti implicazioni. Prima fra tutte il fatto che la moneta potesse solo trovare origine in una maniera: grazie alla diretta domanda nel libero mercato come una utile materia prima. Ciò voleva dire che la moneta non aveva avuto origine per opera del governo, che dichiarava qualcosa avere valore di moneta, né era riconducibile a qualche particolare contratto sociale; essa si era potuta sviluppare a partire da una materia prima generalmente utile e preziosa."
>"[...]ma questo non significherebbe eventualmente un rallentamento nell'aumento della base monetaria piuttosto che una sua riduzione?"
Bisogna considerare che viviamo in un sistema a riserva frazionaria e questo significa falsare la presenza reale di denaro. Consideriamo quest'immagine. Allo scoppio della bolla la cime soffre di una stretta del credito ed il processo recessivo tenta di riportare il panorama economico verso un ambiente più reale. Si ha inoltre deflazione nei prezzi (come è ovvio che sia dopo il bust). Cos'ha fatto Volcker? Non ha inflazionato lasciando che i lprocesso di mercato svolgesse i lsuo compito, facendo raggiungere ai tassi di interesse i lloro numero reale.
Infatti, se noti gli aggregati monetari del periodo citato in precedenza (1979-82), tendono a diminuire. Quindi, la carta valeva di più perché dove c'era la stretta del credito (la cima) la domanda per denaro era aumentata, ma la FED (la base) non ne ha pompata di nuova lasciando al mercato la risoluzione dei casini. E guarda il caso il picco dell'oro si ha nel 1979.
Grazie molte, sei stato molto chiaro, ora approfondisco anche con i link che hai postato e vedo, ma credo di aver sostanzialmente compreso il punto.
RispondiEliminaComplimenti per il blog, uno dei migliori, se non il migliore, per qualità e quantità di materiale in italiano.