lunedì 5 dicembre 2011

I Lavori Governativi Sono Produttivi?

"[...] I posti di lavoro pubblici non offrono opportunità per l'esibizione di talenti e doni personali. L'irreggimentazione rovina l'iniziativa. Il giovane non si fa illusioni sul suo futuro. Egli sa cosa c'è in serbo per lui. Otterrà un lavoro in uno degli innumerevoli uffici governativi, sarà un ingranaggio di un'enorme macchina il cui funzionamento è più o meno meccanico. La routine della tecnica burocratica storpierà la sua mente e legherà le sue mani. Si godrà la sicurezza. Ma questa sicurezza sarà simile a quella di un condannato che si trova all'interno delle mura di una prigione. Non sarà mai libero di prendere decisioni e modellare il suo destino. Sarà per sempre un uomo direzionato da altre persone. Non sarà mai un vero uomo che fa affidamento sulle sue forze. Rabbrividisce alla vista degli edifici enormi, in cui egli sarà seppellito." -- Ludwig von Mises, Bureaucracy
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di Ryan P. Long


La recente risposta di Ron Paul alla domanda sollevata da Wolf Blitzer rivela un interessante test sul se una persona accetta la premessa fondamentale della moderna macroeconomia (Keynesiana).

Come riporta Politico:

Durante il suo discorso sulla CNN, Paul è stato pressato da Wolf Blitzer su come stimolerebbe l'economia l'eliminazione di circa 221,000 lavori governativi in tutti e cinque i dipartimenti. Ha risposto: "Non sono lavori produttivi".

Sono o non sono "lavori produttivi"?



Produttività

Deve essere dapprima notato che il Dr. Paul non intende dire che questi lavori coinvolgono una bassa produttività nel senso economico del termine, cioè, produzione all'ora. Il Dr. Paul non stava dicendo che gli impiegati governativi sono pigri. Quello che Paul intendeva dire era che i lavori governativi non forniscono alla società beni o servizi di consumo.

Pensate all'ambasciatore della Ruritania. Se dovessimo misurare la produttività dell'ambasciatore in termini di produzione all'ora, il denominatore di questa equazione consisterebbe semplicemente in tutte le ore in cui egli o ella ha lavorato.

Ma pensate alla produzione dell'ambasciatore. Il lavoro giornaliero di un ambasciatore consiste maggiormente in incontri con diplomatici esteri, negoziazioni, compilazione di rapporti e memorandum, e gestione di certi progetti diplomatici. La somma di tutti questi incontri, rapporti e gestione di progetti ci darebbe una certa misura della "produzione" dell'ambasciatore. Un ambasciatore che completa un gran numero di tali compiti sarebbe più produttivo di un altro.

Ciò ci dà la misura della "produttività" dell'ambasciatore nel gergo economico della parola.



Lavori Produttivi

Fino ad ora dovrebbe essere ovvio che il Dr. Paul non ha esattamente in mente la produttività quando dice che i lavori governativi non sono produttivi. In un certo senso tecnico, sono egualmente "produttivi" come qualsiasi altro lavoro.

Invece, il Dr. Paul — insieme alla maggior parte degli economisti Austriaci — dice che i compiti svolti da un ambasciatore (o qualsiasi altro impiegato del governo) non forniscono una funzione di mercato. Questi servizi non sarebbero richiesti da nessuno in un'economia di mercato.

Fondamentalmente, il governo crea una domanda dal nulla per questi servizi: l'esistenza degli ambasciatori è ciò che conduce al lavoro fatto dagli ambasciatori. Non prendono i loro servizi per venderli a qualcuno che potrebbe essere un acquirente interessato. I governi nominano gli ambasciatori per svolgere servizi che nessun consumatore desidera comprare.

Paragonate questi servizi ai servizi svolti da un individuo per cui c'è una vera domanda — diciamo, un ingegnere meccanico. Gli ingegneri meccanici sono assunti da persone che non possono soddisfare efficientemente i bisogni dei loro attuali clienti poiché non hanno una soluzione ad un problema meccanico, come muovere grandi oggetti da un punto A ad un punto B, aumentare la produzione a cui l'oggetto X viene prodotto, ecc. L'ingegnere meccanico progetta una soluzione a questi problemi per una tariffa corrispondente alla quantità di denaro che il datore di lavoro si aspetta di risparmiare avendo una nuova e più efficiente soluzione.



La Questione Cruciale

Considerando che gli ambasciatori sono pagati da denaro raccolto dalle entrate pubbliche, mentre gli ingegneri sono pagati con capitale di individui e di aziende, i lavori governativi creano la seguente situazione:
  1. I governi assumono ed iniziano a pagare gli ambasciatori.
  2. I governi tassano la gente per pagare gli ambasciatori.
  3. La gente ha meno risparmi totali, perché hanno pagato più tasse.
  4. Con risparmi ridotti, la gente ha meno capitale per investire in progetti ingegneristici.

Quindi, l'impatto di pagare gli impiegati del governo è quello di trasferire le risorse economiche dalla produzione di beni e servizi economici allo svolgimento di servizi per cui non esiste alcuna domanda di mercato.

Questo è quello che intende il Dr. Paul quando dice i lavori governativi "non sono produttivi".



La Pretesa Keynesiana ed la Prova del Nove

Gli economisti Keynesiani sostengono che i salari dati agli ambasciatori infine finiranno nelle mani della gente quando gli ambasciatori portano i loro salari sul mercato per acquistare i loro stessi beni di consumo e servizi. Mentre esiste un costo iniziale a causa delle tasse, l'economia nel suo complesso non dovrebbe soffrirne, dal momento che il denaro ritorna all'economia sottoforma di consumo da parte degli impiegati del governo.

Se non portiamo oltre l'esempio di sopra, non possiamo dire che il discorso Keynesiano sia sbagliato. La questione coinvolta non è semplicemente se gli impiegati del governo infine spenderanno il loro denaro in beni di consumo. Lo faranno.

La prova del nove è la misura in cui una persona crede che il consumo degli impiegati del governo ritorna all'economia come efficientemente distribuito prima che fosse prelevato con le tasse. Il denaro pagato agli impiegati di governo in un'economia passa semplicemente attraverso il governo e ritorna esattamente come era prima agli individui? Oppure la distribuzione totale di denaro cambia quando il denaro viene tolto con le tasse dai produttori che lo avrebbero usato come capitale d'investimento e viene dato agli ambasciatori che lo usano per il consumo?



Le Spese del Governo secondo la Prospettiva Austriaca

Nell'esempio qui sopra, gli aderenti alla Scuola Austriaca evidenzierebbero quanto segue:
  • Visto che il governo ha assunto un ambasciatore, qualcuno che altrimenti sarebbe stato impegnato in un'altra attività svolge ora una funzione non di mercato per la quale non c'è domanda.
  • Visto che il governo paga l'ambasciatore con i soldi tassati da privati operatori di mercato, le risorse che una volta erano utilizzate per la produzione di una serie di beni sono ora dirottate verso la produzione di beni non di mercato per i quali non c'è domanda.

Pertanto, vi è un cambiamento nella distribuzione delle risorse.

Che succede quando gli ambasciatori spendono i loro soldi? Anche in questo caso, tornando all'esempio precedente, i seguaci della Scuola Austriaca evidenzierebbero quanto segue:
  • Il denaro che alcuni individui avevano intenzione di spendere in ingegneria meccanica è stato trasferito agli ambasciatori.
  • Gli ambasciatori devono, prima di qualsiasi altra forma di consumo, acquistare prodotti alimentari, vestiario, alloggio, sanità, ed altre necessità del genere.

Il consumo degli ambasciatori non ritorna agli ingegneri meccanici che sarebbero stati i destinatari originali di quei soldi. Invece, è deviato verso i produttori di cibo, vestiario, alloggi, sanità, ecc. Se il denaro riesce finalmente a trovare la sua strada verso gli ingegneri meccanici, è una quota molto più piccola della spesa per consumi degli ambasciatori.

Gli economisti della Scuola Austriaca si riferiscono a questo fenomeno come la non-neutralità della moneta.



Conclusione

Che voi concordiate o no con l'affermazione del Dr. Paul secondo cui i lavori governativi "non sono produttivi", ciò vi fornirà un'importante stima che rivelerà quanto siete disposti a sciropparvi le vedute Keynesiane della moneta nella macroeconomia.

La prospettiva Austriaca sostiene che tutti i lavori governativi deviano risorse nella produzione di beni e servizi che non sarebbero mai esistiti in condizioni di libero mercato o sarebbero esistiti in minore estensione.

In questo senso, i lavori governativi non sono produttivi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


10 commenti:

  1. Concordo quasi completamente con il testo del post. In effetti gli unici "servizi" offerti dal governo che vengono realmente richiesti dal mercato sono la polizia, la giustizia, l'esercito e poca altra roba.
    Devo però dare un senso a quel "quasi" che ho riportato prima.
    L'essere umano è per sua natura fallace, permeato di egoismo e di scarsa preveggenza, spesso.
    Consideriamo quindi che l'economia si muove su bisogni.
    Alcuni di questi bisogni vengono percepiti ex-ante, prima che si avverino. Tutti sappiamo di dovere mangiare e quindi ci prodighiamo per procurarci il cibo.
    Siamo anche essenzialmente consapevoli che, poiché in giro vi sono anche i delinquenti, abbiamo bisogno di polizia, giudici e carceri.
    Ma ben pochi sono realmente consapevoli, intendendo consapevolezza come il fare seguire una azione conseguente al semplice enunciare che si conosce il fatto, che, ad esempio, ogni tanto c'è un terremoto, un'inondazione o quant'altro.
    In altre parole sono molto pochi coloro che, prima che questi eventi si verifichino, sono disposti a spendere risorse per prevenire i danni che conseguiranno a questi eventi.
    In altre parole, tutti pensano che un terremoto prima o poi arriverà, ma non dove loro abitano e che quindi è inutile spendere tanti soldi per la protezione civile.
    Ci sono poi, addirittura, bisogni di cui non si acquista consapevolezza neanche ex-post, ma che in realtà esistonno e che, se soddisfatti, ci rendono la vita migliore di quanto non ce la renda, ad esempio, l'acquisto di un bene.
    Vivere in una città pulita, con parchi ben curati, ci soddisfa, in realtà, molto di più dell'acquisto dell'ultimo modello di telefonino, ma non ne siamo affatto consapevoli.
    Quando lasciamo al solo mercato decidere l'allocazione delle risorse è molto probabile che si abbia un sacco di gente impegnata a fabbricare telefonini e ben poca impegnata a pulire le strade.
    ecco quindi il senso di quel "quasi". E' su questi bisogni che è necessario l'intervento dell Stato.
    Quello che è essenziale è che sia uno Stato "buono".
    Questa è la discussione che si dovrebbe veramente aprire, come fare sì che lo Stato sia "buono".
    Personalmente penso che la vvia sia quella di passare da una democrazia rappresentativa ad una partecipativa.
    Ma questa è tutt'altra discussione.
    vincenzo

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  2. Sono sempre Vincenzo, quello di prima.
    Vorrei aggiungere una ulteriore annotazione.
    Nel testo del post si dice: "Visto che il governo paga l'ambasciatore con i soldi tassati da privati operatori di mercato, le risorse che una volta erano utilizzate per la produzione di una serie di beni sono ora dirottate verso la produzione di beni non di mercato per i quali non c'è domanda."
    Il fatto che non vi sia una domanda per l'ambasciatore non vuole affatto dire che non sia utile e non produca un beneficio superiore a quello che si avrebbe utilizzando le risorse in altro modo. Significa che il mercato non è in grado di vedere quel beneficio, magari perché quel beneficio è riscontrabile indirettamente e su tempi magari lunghi.
    E' un po' come la questione della qualità. La domanda corretta non è tanto quanto costa la qualità ma quanto costa la non-qualità.
    Porto un esempio basato sulla mia esperienza lavorativa, tutta svolta nel settore privato.
    Io mi occupo di prodotti chimici per uso industriale. Alcuni di questi prodotti vengono utilizzati per ridurre i fenomeni di corrosione negli impianti industriali.
    La corrosione ha un costo che numerosi studi hanno stimato essere dell'ordine di grandezza del 4 % del PIL di ogni nazione, un numero enorme.
    Nei miei anni di lavoro ho incontrato persone che sono consapevoli di questi costi potenziali e agiscono di conseguenza prevenendo la corrosione e altri che se ne accogono solo quando hanno sei problemi e a quel punto chiudono la stalla quando i buoi sono scappati.
    Ma vi è una cospicua minoranza che non se ne rende conto assolutamente e questo perché i costi sono "spalmati" su molteplici voci del budget aziendale e, soprattutto, non classificati come costi causati dalla corrosione. Viceversa i costi di un programma di controllo sono tutti classificati sotto un'unica voce e immediatamente visibili. Il risultato è facile da immaginare.
    Lo stesso avviene per tanti altri aspetti della vita umana.
    Ecco quindi perché abbiamo bisogno di una "organizzazione" che aiuti il singolo individuo a capire queste cose.
    Certamente, come prima ho scritto, occore uno "Stato buono", che non sprechi.
    E ripeto di nuovo che il problema che ci si dovrebbe realmente porre non è "Stato o non-Stato" ma "Stato-buono o Stato-cattivo".

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  3. Ciao Vincenzo.

    "[...] E' su questi bisogni che è necessario l'intervento dell Stato.
    Quello che è essenziale è che sia uno Stato "buono".
    "

    Presupponi però che il tessuto sociale si deformi ed imploda nel momento in cui lo stato non faccia più parte della vita delle persone. Ma soprattutto, credo tu stia facendo confusione con il ruolo dello stato e quello del governo.

    Secondo Nock, ad esempio, queste due entità sono separate:

    «[...]è la comprensione comune ed il comune accordo della società; [...] Il [g]overno mette in pratica il comune desiderio della società, primo, per la libertà, e secondo, per la sicurezza. Oltre di ciò non va; non contempla alcun intervento concreto sull'individuo, ma solo un intervento passivo. [...] Il codice del governo sarebbe dovuto essere quello del leggendario re Pausole, che prescrisse solo due leggi per i suoi sudditi, la prima, Non fare del male a nessun uomo, e la seconda, Poi fa come vuoi; e [...] l'unico interesse del governo dovrebbe essere quello puramente passivo di vedere questo codice messo in atto.»

    Al contrario, Nock diceva che lo Stato:

    «non si originò dalla comune comprensione ed dall'accordo nella società; si originò dalla conquista e dalla confisca. La sua intenzione, lontana dal contemplare la "libertà e la sicurezza", non contemplava niente del genere. Contemplava principalmente lo sfruttamento economico continuo di una classe su un'altra e si preoccupava della libertà e della sicurezza in coerenza con questa intenzione principale; ovvero molto poco. La sua funzione primaria o esercizio non era mediante [...] interventi puramente passivi sull'individuo, ma mediante innumerevoli e molto onerosi interventi concreti, tutti allo scopo di mantenere la stratificazione della società in una classe sfruttatrice e proprietaria ed un'altra dipendente e senza proprietà. L'ordine di interesse che è riflesso non è sociale, ma puramente antisociale; e coloro che lo amministrano, giudicati dal comune senso dell'etica o perfino dal comune senso della legge applicata alle persone, sono indistinguibili da una classe professionista di criminali.»

    Quindi, il governo dovrebbe farsi carico di questi obblighi non supportato da una struttura violenta che lo copre. Ma come mostrerò in articolo prossimo, il diritto privato è in grado di scavalcare anche il ruolo del governo.


    "[...] Personalmente penso che la vvia sia quella di passare da una democrazia rappresentativa ad una partecipativa."

    in sintesi, non c'è una maniera giusta di usare la Democrazia.
    Ogni tentativo di riformare il sistema tramite il sistema stesso, verrà riassorbito dal sistema, che in fondo, non è altro che un grande ammortizzatore, una melma purulenta che frena tutte le istanze verso la libertà. Il potere vero non sta nel Parlamento, ma nel Re: che sia un Re palese od occulto, la questione non cambia.

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  4. "Il fatto che non vi sia una domanda per l'ambasciatore non vuole affatto dire che non sia utile e non produca un beneficio superiore a quello che si avrebbe utilizzando le risorse in altro modo."

    Infatti. Il punto dell'articolo si scaglia contro la cosiddetta Pretense of Knowledge che acceca molti pianificatori centrali, i quali si considerano pensatori onniscenti in grado di direzionare a piacere il mercato. L'utilità o il beneficio di tale "servizio" non è deciso dal mercato bensì artificialmente, da delle persone che dicono che tale fidgura sia necessaria; e anche se il mercato segnala il contrario si persiste sulla stessa strada incuranti delle conseguenze.

    Come al solito si impedisce la liquidazione degli elementi improduttivi.


    "Ecco quindi perché abbiamo bisogno di una "organizzazione" che aiuti il singolo individuo a capire queste cose."

    Ma ci sei tu, ad esempio, che mi hai fatto comprendere la pericolosità degli agenti corrosivi in ambito aziendale senza il supporto di un apparato burocratico alle spalle. :)

    Ora, immagina ora se le aziende dovessero compilare meno scartoffie burocratiche ed erariali, e si potessero dedicare principalmente alla gestione della propria attività...

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  5. Uno stato nonchè un governo giusto si avrà quando ci saranno le stelle di giorno.......
    E' utopico pensare che altre persone si prendono cura degli interessi di altri, se ancora non si è capito questo allora chissa quanta acqua deve passare sotto i ponti prima di poter decidere del ns destino.
    E' bello pensare che quando ci svegliamo la mattina ci sia chi pensa a tutti quei bisogni di cui si necessita, utopico crederlo, corruzione, incapacità e interessi personali avranno sempre la meglio sulla buona fede, infondo il detto è l'occasione fa l'uomo ladro.
    Ultima annotazione, oggi ho viste le lacrime di un ministro del governo Monti, aldilà del motivo di tanta commozione io mi sono vergognato di essere un italiano per la figura che abbiamo fatto difronte alla comunita internazionale.

    Ciao

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  6. Cia Johnny,
    grazie delle risposte, sono sempre Vincenzo.
    Mi dovrò leggere con mollta attenzione soprattutto la prima risposta, poiché la mia preparazione è differente, come avrai capito, mentre tu entri nel campo della filosofia politica e qualche, per usare un eufemismo riduttivo, difficoltà a comprendere ce l'ho.
    Premesso questo ti dirò che negli ultimi giorni, visto il casino che c'è in giro, sto seguendo molto i blog sull'economia, in particolare quelli anticonvenzionali come questo e quelli dei seguaci della MMT (che alla fine, per quanto ne ho capito, non c'entra niente con Keynes anche se vi si richiamano forse perché è un nome che fa richiamo).
    Da inesperto ho colto che probabilmente le differenze tra le posizioni libertarie e qeulle degli MMTers sono molto minori di ciò che le avvicina. In fondo la MMT dice "lo Stato può spendere a deficit purché non lo faccia in cose inutili e non spenda più di quanto cresce la produttività del paese". In fondo sono contrari alla riserva frazionaria anche loro. In fondo sono contrari alla FED e alla BCE anche loro. Ho appena postato un commento, su un blog MMT, in cui faccio una critica libertaria.
    Tu, giustamente, mi osservi che io ti ho fatto capire i costi della corrosione. Ma come fare con coloro che non li capiranno neanche a cannonate? Ci possiamo realmente permettere come società, che ci siano persone che sprecano per ignoranza?
    Forse, la vera risposta, almeno quella che mi viene in mente adesso, sta nel fatto che prima di tutto deve venire la cultura. Senza cultura qualsiasi forma di governo o non-governo, di Stato o non-Stato è destinata al fallimento

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  7. "Mi dovrò leggere con mollta attenzione soprattutto la prima risposta, poiché la mia preparazione è differente, come avrai capito, mentre tu entri nel campo della filosofia politica e qualche, per usare un eufemismo riduttivo, difficoltà a comprendere ce l'ho."

    Ho capito. Ti consiglio allora di saltare quella parte del mio commento e leggerti l'articolo Anatomia dello Stato.


    "Da inesperto ho colto che probabilmente le differenze tra le posizioni libertarie e qeulle degli MMTers sono molto minori di ciò che le avvicina."

    Mi devo decidere a sfornare il megapost anche sulla MMT a quanto pare :D

    Ti basti sapere che la MMT si basa su un banalissimo concetto: se il castello delle monete fiat regge da quaranta anni vuol dire che reggerà in eterno. Anche alla vigilia della caduta del muro di Berlino, molti ancora pensavano che sia URSS che lo stesso muro avrebbero retto.

    I ragionamenti e le deduzioni che seguono la MMT, sono oltremodo pericolosi: basta stampare denaro e nessuno stato potrà mai fallire, basta aggiungere gli zeri e si risolve tutto, il debito non esiste, i governi possono creare ricchezza a piacimento e in maniera indefinita, ecc. fino all'assurdità che, purtroppo, hai citato "lo Stato può spendere a deficit purché non lo faccia in cose inutili e non spenda più di quanto cresce la produttività del paese".

    Spero che seguirari costantemente il blog per vedere come mai tale asserzioni è un'assurdità. Per iniziare puoi consultare questo articolo.


    "Ma come fare con coloro che non li capiranno neanche a cannonate?"

    Falliranno :)

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  8. Ciao Asmy.

    "Ultima annotazione, oggi ho viste le lacrime di un ministro del governo Monti, aldilà del motivo di tanta commozione io mi sono vergognato di essere un italiano per la figura che abbiamo fatto difronte alla comunita internazionale."

    La "classica" politica del chiagni e fotti.

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  9. Ciao Johnny,
    rimando a domani mattina a mente lucida la lettura sull'Anatomia dello Stato.
    Sono d'accordo con il testo dell'altro post indicato; se viene stampato denaro per aumentare gli stipendi degli impiegati statali senza aumentare le tasse perché gli altri cittadini si arrabbierebbero, si crea inflazione. Ma se viene stampato denaro per pagare un nuovo bene, che altrimenti NON verrebbe prodotto, non c'è inflazione. Quel denaro è l'equivalente di quel bene.
    Se prendo un disoccupato, che altrimenti non farebbe niente, e gli dico di andare a pulire un parco che mai nessuno pulisce perché gli altri sono impegnati a fabbricare automobili e vestiti, e lo pago con denaro nuovo, dove sta l'inflazione? Ho sì più denaro in giro, ma questo corrisponde a una quantità di beni e servizi maggiore.
    E la pulizia del parco non è inutile per il solo fatto che nessun privato ci metterebbe un soldo di tasca sua. Se c'è una cosa brutta dell'Italia, che tiene lontano i potenziali turisti, è proprio la sporcizia delle nostre strade, dei parchi, delle spiagge. Aspettiamo che si mettano d'accordo tutti gli albergatori, i ristoratori e gli altri operatori dell'industria del turismo per farlo perché in fondo è un loro "primario" interesse? Pia illusione. Basta andare ad una assemblea di condominio per rendersene conto.
    Mi potrai anche dire che se il tizio è disoccupato potrebbe anche ingegnarsi lui ad andare a pulire il parco e farsi pagare per questo. Ma, onestamente, quanti sono realmente in grado di ingegnarsi per inventarsi un'attività? E allora che facciamo? O li lasciamo morire di fame o li "aiutiamo" ad ingegnarsi.
    Poché quindi pulire il parco è una cosa utile e che quindi chi lo pulisce, non importa il perché lo faccia, crea ricchezza, mettiamo pire che si continui ad usare l'oro per i pagamenti.
    Se tutto l'oro in circolazione viene attualmente utilizzato da quelli che si scambiano cibo, vestiti, automobili e quant'altro, che oro si utilizzerà per pagare chi inizia a pulire il parco?
    Si può certo dire che un grammo d'oro non corrisponde più a due magliette ma a due magliette e un'ora di pulizia del parco, ma mano a mano che la popolazione aumenta e aumenta ancora di più la quantità di beni e servizi diventerebbe sempre più difficile commerciare.
    faccio con un altro esempio.
    Una mattina Alberto, che ha una moneta in tasca, va da Bruno a prendersi un caffè. Bruno poi punto va da Carlo a comprare il giornale, poi Carlo da Davide a prendere le caramelle e Davide da Ettore per un pezzo di pizza. Alla fine Ettore torna da Alberto per comprare una penna biro. In totale sei transazioni con una sola moneta, ma c'è voluto parecchio tempo per completarle. In più, se per caso Alberto, quella mattina non avesse avuto voglia del caffè, tutto il ciclo si fermerebbe. Non andrebbe fallito solo Bruno, il cui caffè non è gradito da Alberto, ma tutti gli altri.
    Se ognuno ha la sua moneta, gli altri scambi possono procedere indipendentemente dalla decisione di Alberto. A un certo punto sarà necessario creare un nuovo equilibrio, ma non vi saranno grossi traumi.
    E' però più probabile che essendoci più moneta in giro, e quindi più facilità di scambio, altre persone ancora vengano coinvolte nel giro degli scambi e quindi la ricchezza aumenti.
    Di nuovo grazie per l'ospitalità.

    P.S. Di fondo sono un libertario anche io. Il mio concetto di Stato è la comunità dei Cittadini. Per me la più grande riforma che andrebbe fatta sarebbe la riformulazione dell'articolo 1 della Costituzione.
    L'Italia è una repubblica democratica fondata sui proncipi della Libertà. La sovranità appartiene ai Cittadini che la esercitano nei modi e nelle forme previste dalle leggi che essi si danno.

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  10. "[...] dove sta l'inflazione? Ho sì più denaro in giro, ma questo corrisponde a una quantità di beni e servizi maggiore."

    Allora. Per avviare un siffatto panorama hai bisogno di solide basi, e con solide basi si intendono i risparmi. Ricorda: il denaro è solo un mezzo di scambio, non rappresenta ricchezza di per sé. La creazione di denaro arbitraria di storce l'economia poiché coloro che ne beneficeranno sono solamente i primi destinatari della moneta. Gli ultimi saranno pesantemente penalizzati.

    Assodato ciò, la produttività della tua azione sarà giudicata dai consumatori. Sono loro in ultima istanza coloro che hanno il potere in un si stema di libero emrcato. Sarai premiato se la tua azione sortirà effetti positivi nei gusti dei consumatori e sarai remunerato di conseguenza, permettendo alla tua azienda di prosperare ed espandersi secondo i giusti segnali di mercato.

    La creazione di denaro, a questo punto, ad esempio, ti permetterebbe sì di migliorare sempre di più le attrattive della tua azienda, ma faranno sorgere crescenti investimenti improduttivi che si andrano a sommare nel tempo. L'inevitabile bust colpirà la tua azienda ed andrai fallito. Ciò detto in estrema sintesi.

    A meno che tu non detenga il monopolio della forza... :D


    "Ma, onestamente, quanti sono realmente in grado di ingegnarsi per inventarsi un'attività?"

    Per questo bisogna ringraziare l'enorme macchina burocratica e fiscale imbastita negli ultimi tempi dai vari stati mondiali.


    "Se tutto l'oro in circolazione viene attualmente utilizzato da quelli che si scambiano cibo, vestiti, automobili e quant'altro, che oro si utilizzerà per pagare chi inizia a pulire il parco?"

    In un mercato non ostacolato, e in un gold standard seguendo il tuo esempio, sarà il tasso di interesse che ti segnalerà quando sarà il momento per imbarcarsi in determinati investimenti (a lungo o breve termine).

    Inoltre, contrarre prestiti sarà ancora lecito in un gold standard. :)


    "Non andrebbe fallito solo Bruno, il cui caffè non è gradito da Alberto, ma tutti gli altri."

    Se il consumatore lo reputa una "ciofeca" il caffè è giusto che si astenga dal comprare. Ha "votato" contro Bruno; ma ciò non implica che anche gli altri attori presenti nel tuo esempio debbano vendere merce scadente. Infatti, come ti ripeto, il fine non è far circolare la moneta.


    "E' però più probabile che essendoci più moneta in giro, e quindi più facilità di scambio, altre persone ancora vengano coinvolte nel giro degli scambi e quindi la ricchezza aumenti."

    Purtroppo sbagli. In questo modo, distorci il panorama economico e vengono premiate "artificialmente" attività che invece in condizione non distorte probabilmente sarebbero rimaste non sovvenzionate. E' attraverso l'aumento del bacino dei risparmi, e non la creazione di denaro, che fornisci la possibilità di crescita ad un paese. Per questo aspetto ti rimando a questo articolo.

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