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di Thorsten Polleit
Nel 1953, Ludwig von Mises scrisse:
Il principio del denaro sonante ha due aspetti. E' affermativo nell'approvare la scelta del mercato di un mezzo comunemente usato per lo scambio. E' negativo nell'ostacolare la propensione del governo ad interferire con il sistema di valutario.[1]
E ancora,
E' impossibile cogliere il significato del concetto di moneta sonante se non ci si rende conto che è stato concepito come uno strumento per la protezione delle libertà civili contro le dispotiche incursioni da parte dei governi. Ideologicamente appartiene alla stessa classe delle costituzioni politiche e delle leggi del diritto [2].
Per Mises, il principio del denaro sonante era così inteso
- libera scelta della valuta, il che significa che il denaro è scelto e prodotto dalla libera domanda e dalla libera offerta di denaro sul mercato, e
- una linea di difesa contro le violazioni del governo dei diritti di proprietà individuali.
In ciò che segue cercherò di dimostrare che si può logicamente concludere che se il denaro non è conforme con il principio del denaro sonante, cioè se si tratta di denaro non-sonante, si eroderanno e alla fine distruggeranno le libertà civili (e qui posso aggiungere, sempre di più) con incursioni dispotiche da parte del governo.
Tale dichiarazione può essere dimostrata inconfutabilmente vera, poiché deriva dal principio del denaro sonante, e il principio del denaro sonante può essere fatto risalire al vero assioma inconfutabile dell'azione umana, che è al centro della prasseologia: la logica dell'azione umana, come la chiamò Mises.
II.
Uno dei successi pionieristici di Mises è che ricostruì la scienza economica lungo le linee della prasseologia.[3] Al cuore del prasseologia c'è l'assioma dell'azione umana.
L'assioma dell'azione umana è di una qualità piuttosto particolare: soddisfa i requisiti di un giudizio sintetico a priori, come lo chiamò il filosofo Tedesco-Prussiano Immanuel Kant (1724-1804).[4]
Per spiegare, a priori qui significa una conoscenza che precede, o è indipendente, l'esperienza sensoriale. Una conoscenza a priori è all'interno delle nostre menti, per così dire. E' la conoscenza del mondo reale (la realtà), e per ottenerla non si deve ricorrere all'osservazione.
Consideriamo i seguenti due esempi:
- Se questa cosa è lungo un metro, non è, e non può essere, due metri di lunghezza.
- Se A è più alto di B, e B è più alto di C, allora A è più alto di C.
Queste dichiarazioni colpiscono come necessariamente una verità a priori; non si dovrebbe testarle per dimostrare la loro validità.
Sintetico significa che si aggiunge ad un concetto (ad esempio, corpo) un predicato (diciamo, pesante) che non è pensato nel concetto precedente. L'esempio è questo:
Tutti i corpi sono pesanti.
Bisognerebbe imparare dall'esperienza che i corpi sono pesanti; non si saprebbe a priori. I giudizi sintetici sono a posteriori.
Kant sosteneva che vi è la possibilità dei cosiddetti giudizi sintetici a priori: giudizi che né ripetono tautologicamente il significato di concetti né esprimono nuove informazioni sul soggetto in base all'esperienza maturata.
Secondo Kant, i giudizi sintetici a priori devono soddisfare due requisiti.
- Essi non devono essere derivati dall'esperienza, ma dalla riflessione.
- Essi devono essere auto-evidenti, cioè il loro valore di verità non può essere negato senza incorrere in una contraddizione intellettuale.
L'assioma di Mises dell'azione umana soddisfa entrambe le esigenze.[5] L'assioma dell'azione umana non deriva dall'osservazione sensoriale. Capire che gli esseri umani agiscono nasce da una comprensione riflessiva, non dall'osservazione.
Ed è auto-evidente. Il vero valore dell'assioma dell'azione umana non può essere negato, in quanto tale rifiuto sarebbe una forma di azione e quindi contraddizione della dichiarazione che non ci può essere una cosa come l'azione umana.
La prasseologia, dunque, ci fornisce la vera conoscenza del mondo esterno, e la verità della conoscenza derivata dalla prasseologia è valida indipendentemente dall'esperienza sensoriale. E' in questo senso che possiamo parlare di prasseologia come una teoria a priori.
III.
Una proposizione economica a priori ci informa sui rapporti tra gli eventi osservabili e le alternative controfattuali a questi eventi; non riguarda i rapporti tra i vari eventi osservabili.[6]
Una proposizione aprioristica ci permette di identificare il risultato di una determinata azione con certezza. Per esempio, se lo stock di moneta è aumentato, sappiamo per certo che abbasserà il valore di scambio di una unità di denaro.
Sappiamo che la legge dell'utilità marginale decrescente è implicita nell'assioma dell'azione umana. Questa legge dice che l'utilità marginale di una unità (cioè l'utilità di una unità addizionale del bene) diminuisce se l'offerta del bene aumenta (a parità di condizioni).
Un'unità di denaro aggiuntiva in possesso di qualcuno può essere impiegata solo come mezzo per la rimozione di un disagio che è ritenuto meno urgente tra quelli meno urgenti che finora sono stati soddisfatti dalle dimensioni invariate delle unità di denaro in proprio possesso.
Possiamo quindi dire con certezza che un aumento dello stock di moneta riduce necessariamente il valore di scambio di una unità di denaro (rispetto ad una situazione in cui lo stock di moneta sarebbe rimasto invariato).
Ciò, naturalmente, non vuol dire che le proposizioni aprioristiche ci permettono di fare previsioni esatte in senso quantitativo. Per esempio, non sappiamo quando e in che misura il valore di scambio di un'unità di moneta diminuisce se e quando lo stock di denaro aumenta.
Tuttavia, una teoria a priori ci dice in anticipo (cioè, senza dover eseguire un esperimento sociale) se una determinata azione — o misura di politica, del resto — può o non può produrre gli effetti promessi.
Per esempio, sappiamo con certezza che un aumento dello stock di moneta non sarà mai "neutrale", nel senso che non lascerà inalterati il reddito degli agenti di mercato e le posizioni della ricchezza. Un aumento dello stock di moneta porterà sempre vantaggi a qualcuno a scapito di altri. E' impossibile pensare il contrario.
Dato che l'azione richiede tempo — con il tempo che è una categoria dell'azione umana — un aumento nell'offerta di denaro va a beneficio dei primi destinatari del denaro di nuova creazione, a spese dei ricevitori successivi o quelli che non ricevono nessuno dei nuovi capitali (noto come "effetto Cantillon").
IV.
In quanto segue si dimostrerà che il principio del denaro sonante può essere fatto risalire all'assioma dell'azione umana. Per farlo, bisogna iniziare con l'indicare alcune proposizioni vere che possono essere logicamente derivate da questo assioma.
Dall'assioma inconfutabile dell'azione umana sappiamo che l'azione umana è l'azione intenzionale: i mezzi vengono utilizzati per raggiungere certi fini.
Sappiamo anche che i mezzi sono scarsi in relazione ai servizi per i quali l'uomo vuole usarli. Dove l'uomo non è ostacolato dalla quantità insufficiente di cose disponibili, non è necessaria alcuna azione — e questo è impossibile da pensare.
E a causa della scarsità dei mezzi, sappiamo anche che l'uomo preferisce più beni ad un minor numero di beni.
Supponendo che la gente si rende conto che la divisione del lavoro produce una produttività superiore a quella auto-sufficiente (che, va sottolineato, è una supposizione), si impegnerà nella specializzazione e nel commercio.
Il commercio diventa più efficiente se le persone fanno uso di un mezzo indiretto di scambio. Lo scambio di beni contro un bene che ha una maggiore commerciabilità espande i mercati degli attori, permettendo loro di sfruttare appieno i guadagni della produttività forniti dalla divisione del lavoro.
La merce con la più alta commerciabilità sarà scelta come denaro. Mises descritto il processo come segue:
Ci sarebbe una tendenza inevitabile per una serie di beni meno commerciabili usati come mezzi di scambio ad essere scartati uno per uno fino a far rimanere alla fine una singola merce, che sarebbe universalmente impiegata come mezzo di scambio, in una parola, il denaro.[7]
Perché, però, il denaro scelto dal mercato non ostacolato è necessariamente una moneta merce, come sostiene Mises (come sosteneva Carl Menger prima di lui)? Già nel 1912, Mises aveva mostrato con il suo teorema della regressione che il denaro deve emergere, per considerazioni aprioristiche, da una merce.
La gente richiede moneta perché c'è incertezza (che a sua volta, è una categoria dell'azione umana), e il denaro aiuta a trattare l'incertezza: può essere scambiato con altri oggetti vendibili più convenienti, in quanto ha il potere d'acquisto.
Il potere d'acquisto della moneta è determinato dall'offerta e dalla domanda di denaro. Ma una tale spiegazione non è circolare? Se il potere d'acquisto della moneta è determinato dalla domanda e dell'offerta di denaro, come può questo spiegare la domanda di moneta, che è a sua volta determinata dal potere d'acquisto della moneta?
Mises con il suo teorema della regressione trovò la risposta a questa domanda. Spiegò che la domanda di moneta nel presente si spiega con il potere d'acquisto del denaro sperimentato nel passato (immediato).
Vide che il potere d'acquisto della moneta può essere regressivamente fatto risalire al momento in cui una merce, che era stata precedentemente utilizzata solo per scopi non-monetari, fu per la prima volta utilizzata per scopi monetari.
Da un punto di vista prasseologico possiamo dunque concludere che in un libero mercato — in cui la gente si presume sia governata dal proprio interesse ed abbia la capacità di apprezzare la maggiore produttività derivante da una divisione del lavoro — il denaro deve emergere sottoforma di moneta merce, e che il denaro di libero mercato vuol dire moneta sonante.
V.
In questo contesto sorgono le seguenti domande: Come può essere che il denaro di oggi — il dollaro, l'euro, il renminbi Cinese, la sterlina Inglese e il franco Svizzero — non è più composto da soldi legati alle materie prime? Come può essere che non è prodotto liberamente (rispettando i principi del libero mercato)?
I soldi di oggi sono i cosiddetti soldi fiat: soldi che rappresentano biglietti cartacei intrinsecamente privi di valore o "bit e byte" sui dischi rigidi dei computer; non sono rimborsabili in qualche cosa. Questi soldi fiat sono prodotti dalle banche centrali sponsorizzate dal governo, che detengono il monopolio della produzione di denaro.
Sappiamo dalla storia che il gold standard è stato, in un processo certamente lungo, sostituito dalla moneta fiat. Gli economisti mainstream in genere sostengono che questo è accaduto perché il gold standard fallì — in quanto non permetteva un aumento dell'offerta di denaro flessibile, o politicamente motivata.
Tuttavia, una teoria a priori offre una spiegazione piuttosto diversa sul perché il gold standard (denaro sonante) è stato sostituito da una moneta fiat standard (denaro non-sonante). L'elemento centrale in questa una spiegazione teorica a priori è il concetto di stato.
Murray N. Rothbard sviluppò una nuova teoria Austriaca dello stato, definendolo come segue:
Lo Stato è l'organizzazione della società che tenta di mantenere un monopolio dell'uso della forza e della violenza in una determinata area territoriale; in particolare, è l'unica organizzazione nella società che ottiene le sue entrate non da contributi volontari o pagamenti per i servizi resi, ma con la coercizione.[8]
Rothbard non solo spiegò che lo Stato è incompatibile con la società di libero mercato; in What Has Government Done to Our Money? sottolineò anche come e perché la moneta merce fu sostituita dalla moneta fiat — e cioè, a causa della continua espansione dello stato.
Hans-Hermann Hoppe ha esplorato in grande dettaglio le implicazioni logico-etico-economiche della proprietà pubblica del governo — come rappresentato dalla democrazia-repubblicanismo — dimostrando che una volta che la proprietà pubblica del governo è messa in atto, le conseguenze logiche saranno sempre più violazioni dei diritti di proprietà individuali.[9]
Tre fattori correlati spiegano ciò.
- Sotto la proprietà pubblica del governo ci saranno custodi temporanei del potere del governo (i cosiddetti politici, o classe dirigente). Supponendo un interesse personale da parte loro, i custodi del governo useranno il loro potere temporaneo a proprio vantaggio.
- I custodi del governo massimizzeranno il loro attuale reddito piuttosto che il valore presente di tutte le entrate future del governo. Per quello che il custode temporaneo del governo non consuma quando è al potere del governo, non sarà in grado di consumarlo in futuro.
- La proprietà pubblica del governo significa che coloro che vogliono essere tra la classe dei governanti hanno bisogno del sostegno della maggioranza del popolo. Quest'ultimo, anch'esso guidato da interessi personali, sosterrà coloro che gli fornirà i benefici desiderati (monetari e non monetari).
I custodi del governo dovranno guadagnarne il maggior numero possibile di elettori per entrare e rimanere al potere. Ciò può essere ottenuto solo promettendo, e fornendo, benefici agli elettori potenziali che altrimenti non otterrebbero, o non potrebbero ottenere. Questi benefici dovranno essere espropriati, e necessariamente così, dagli altri.
Supponendo che gli elettori preferiscono più beni che un minor numero di beni — che è un'implicazione logica dell'assioma dell'azione umana — diventa evidente perché la proprietà pubblica del governo comporterà necessariamente violazioni progressive dei diritti di proprietà individuali.
Alcune forme di violazioni delle proprietà privata sono più vantaggiose per realizzare una ridistribuzione coercitiva del reddito e della ricchezza rispetto ad altre, sia dal punto di vista dei governanti e che dei governati.
In particolare, usare il denaro fiat è, politicamente parlando, più attraente rispetto ad altre forme di espropriazione (come l'aumento delle tasse). Ricorrendo alla moneta a corso forzoso, notò Rothbard, il governo "può quindi appropriarsi delle risorse silenziosamente e quasi inosservato, senza suscitare l'ostilità scatenata dalla tassazione."[10]
Rothbard descrisse le varie fasi attraverso le quali la moneta merce viene sostituita dal denaro fiat (tra cui, ad esempio, il monopolio della coniazione, dare un nome al denaro piuttosto che definirlo come un peso della merce che rappresenta, ecc.)
L'ultimo passo nella sostituzione della moneta merce col denaro fiat permette alle banche di sospendere il rimborso delle banconote in circolazione e dei depositi a vista con denaro appropriato (che era, in pratica, l'oro).
Questo è in realtà quello che è successo il 15 agosto 1971, quando Richard Nixon, presidente degli Stati Uniti d'America, chiuse la "finestra dell'oro". Nel suo discorso televisivo, il presidente Nixon disse:
Ho dato direttive al segretario Connally affinché sospenda temporaneamente la convertibilità del dollaro Americano se non in quantità e in determinate condizioni che siano nell'interesse della stabilità monetaria e nel migliore interesse degli Stati Uniti. [...] L'effetto di questa azione, in altre parole, sarà quello di stabilizzare il dollaro."
L'ordine del presidente Nixon fece sì che il dollaro non fosse più convertibile in oro. La misura non era temporanea; è ancora in vigore. E non stabilizzò il dollaro: tra l'Agosto 1971 e il Luglio 2011, il biglietto verde ha perso l'82% del suo potere d'acquisto (sulla base dei prezzi al consumo).
Con il sistema di Bretton Woods, tutte le principali valute — sterlina Inglese, franco Francese, yen Giapponese, solo per citarne alcuni — furono legati al dollaro Statunitense. Con la sospensione della rimborsabilità del dollaro in oro, anche tutte queste valute furono tagliate via dall'oro. Il denaro merce divenne il denaro fiat.
Detto questo, la sostituzione della moneta merce con la moneta a corso forzoso (cioè, sostituire il principio del denaro sonante col principio del denaro non-sonante) è, dal punto di vista prasseologico, una conseguenza logica della proprietà pubblica del governo.
VI.
Che cosa ha da dire una teoria a priori sulla questione se il denaro fiat può durare, o se crollerà? La risposta può essere trovata all'interno della teoria Austriaca del ciclo economico, o con due importanti implicazioni, che possono sfuggire troppo facilmente alla nostra attenzione:
- Le iniezioni di denaro fiat prodotte attraverso la circolazione del credito bancario per "combattere" la crisi provocata dalla moneta fiat in espansione, impediscono in primo luogo agli investimenti non redditizi di essere liquidati, in quanto possono essere rifinanziati a tassi di interesse più bassi e sembrano essere redditizi.
- I tassi di interesse artificialmente soppressi — determinati da un ampliamento del credito bancario in circolazione — incoraggiano i progetti di investimento che non sarebbero stati intrapresi se l'interesse del mercato non fosse stato spinto in giù dalla banca centrale.
La conseguenza di questi due aspetti è che il carico complessivo di debito dell'economia continua a crescere ad un ritmo più veloce nel tempo rispetto ai redditi reali, portando (prima o poi) ad una situazione di sovraindebitamento, in particolare se e quando il governo è nelle mani dei custodi temporanei .
Una moneta fiat pertanto vedrà il suo dominio terminare, e logicamente così, in una situazione in cui i debitori non saranno più in grado (o in volere di, per questo motivo) di ripagare il loro debito, e gli istituti di credito non saranno più disposti a rinnovare il debito in maturazione. E' in questa fase che la stampa di quantità sempre maggiori di denaro fiat sarà vista come la strategia politica meno peggiore.
Anche questa è un'inferenza prasseologica. Per spiegare, la proprietà pubblica del governo riduce l'incentivo economico a limitare l'aggressione contro i diritti di proprietà degli individui. Riduce l'interesse delle persone nell'economia di mercato, aumentando il loro interesse al trasferimento dei redditi.[11] Aumenta la preferenza temporale della società, riducendo pertanto il risparmio e gli investimenti e così il progresso economico.
I beneficiari dal governo (come quelli impiegati nel governo o nelle imprese che ricevono ordini dal settore pubblico) saranno sempre più in favore di un governo in espansione — poiché il big government darà loro (almeno la possibilità di) grandi affari e redditi superiori (monetari e non monetari) — mettendo in moto un processo in cui un numero sempre maggiore di persone collaborerà con il governo. Frederic Bastiat riassume la logica sottostante: "Il governo è quella grande illusione, attraverso la quale ognuno cerca di vivere a spese di tutti gli altri."[12]
In realtà fu in conformità con la prasseologia che Mises concluse già nel 1923 — ben prima che egli proponesse la prasseologia — che sotto la proprietà pubblica del governo, la moneta fiat sarebbe stata progressivamente degradata, o addirittura completamente distrutta:
Se un governo non è in grado di negoziare prestiti e non osa imporre una tassazione ulteriore per il timore che gli effetti finanziari ed economici generali si riveleranno troppo chiaramente troppo presto, in modo che perderà il sostegno per il suo programma, ritiene sempre necessario adottare misure inflazionistiche. Così l'inflazione diventa uno degli aiuti psicologici più importanti per una politica economica che cerca di camuffare i suoi effetti. [...] Per ingannare l'opinione pubblica, permette la continuazione di un sistema di governo che non avrebbe alcuna speranza di ricevere l'approvazione della gente se le condizioni fossero state spiegate loro con franchezza.[13]
VII.
Per riassumere, il principio del denaro sonante di Mises può essere logicamente dedotto dall'assioma dell'azione umana, che è al centro della prasseologia; il principio del denaro sonante è assiomatico in natura.
Ciò è tanto più importante in quanto troviamo che il principio del denaro sonante è stato sostituito dal principio del denaro non-sonante in tutto il mondo:
- la produzione di denaro è monopolizzata dal governo, e
- il potere del governo sulla produzione di denaro sta portando a violazioni sempre maggiori dei diritti di proprietà privata degli individui.
E' in questo modo che il denaro fiat — con tutte le sue conseguenze corrotte — è uno strumento per erodere il fondamento dell'ordine di libero mercato, trasformandolo sempre più in un ordine socialista.
La via per il ritorno al principio del denaro sonante è una teoria dipendente. Mises scrisse:
La convinzione che un sistema monetario sonante possa essere nuovamente raggiunto senza apportare modifiche sostanziali alla politica economica è un grave errore. Ciò che è necessario in primo luogo è rinunciare a tutte le falsità inflazionistiche. Questa rinuncia non può durare, però, se non è saldamente radicata in un divorzio pieno e completo dall'ideologia imperialista, militarista, protezionista, statalista, e dalle idee socialiste.[14]
Per Mises, un ritorno al principio del denaro sonante deve iniziare smascherando le false teorie. Ciò perché le teorie sono al centro dell'azione umana:
L'azione è preceduta dal pensiero. [...] Colui il quale pensa ad una relazione causale pensa ad un teorema. L'azione senza il pensiero, la pratica senza la teoria sono inimmaginabili.[15]
Una teoria a priori è un potente strumento intellettuale per classificare le teorie come vere o false. In realtà, l'apriorismo ci mette in grado di smascherare le false teorie economiche ex ante, le teorie che fanno false promesse, con conseguenze dannose (anche disastrose) se messe in pratica.
Usare una teoria a priori ci mostra che il denaro del libero mercato è una moneta sonante, e che l'allontanamento dal principio del denaro sonante ci porta verso danni economici, sociali e politici disastrosi.
Per tornare alla moneta sonante, si deve comprendere la natura aprioristica del principio del denaro sonante. E così il lavoro di Mises sulla metodologia della scienza economica merita la massima attenzione.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Note
[1] Mises, L. v. (1953), The Theory of Money and Credit, New Haven, Yale University Press, p. 414 (Part Four, Monetary Reconstruction).
[2] Ibid.
[3] Sul metodo prasseologico vedere Rothbard (1997), "Praxeology: The Methodology of Austrian Economics."[Scarica il PDF] Per una spiegazione dettagliata, vedere, per esempio, Hoppe (2007), "Praxeology and Economics Science," Economic Science and the Austrian Method, pp. 7–48.
[4] Immanuel Kant sviluppò la sua epistemologia quasi completamente nella sua Critica della Ragion Pura (1781).
[5] In questo contesto vedere Hoppe, H.-H. (2007 [1995]), "Praxeology and Economics Science," Economic Science and the Austrian Method, pp. 7–48, esp. pp. 17–24.
[6] Vedere, per esempio, Hülsmann, J. G. (2003), "Facts and Counterfactuals in Economic Law," Journal of Libertarian Studies, volume 17, no. 1, Winter 2003, pp. 57–102.
[7] Mises, L. v. (1953), The Theory of Money and Credit, New Haven, Yale University Press, pp. 32–33.
[8] Rothbard (2009), Anatomy of the State, Ludwig von Mises Institute, p. 11.
[9] Vedere in questo contesto Hoppe, H. H. (2006), Democracy — The God That Failed: The Economics and Politics of Monarchy, Democracy, and Natural Order, Transaction Publishers, New Brunswick (US) and London (UK).
[10] Rothbard, M. N. (2008 [1963]), What Has Government Done To Our Money?, Ludwig von Mises Institute, p. 52.
[11] Vedere in questo Olson, M. (2000), Power and Prosperity, Outgrowing Communist and Capitalist Dictatorships, Basic Books, esp. pp. 1–24.
[12] Bastiat, C. F. (2007), The Bastiat Collection, Volume I, Ludwig von Mises Institute, p. 99.
[13] Mises, L. v. (2006, 1923), "Stabilization of the Monetary Unit — From the Viewpoint of Theory," The Causes of the Economic Crisis, p. 38.
[14] Ibid, p. 44.
[15] Mises, L. v. (1996), Human Action, 4th ed., Fox & Wilkes, San Francisco, p. 177.
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