Bibliografia

martedì 29 novembre 2011

Quale Miccia E' Più Corta?

9 Dicembre, tutti gli occhi sono puntati su questa data. I cambiamenti previsti per questa data, sono stati fermamente promessi dai leader delle tre maggiori economie d'Europa. Ovvero: tempo di governo totalitario. I tempi a quanto pare devono essere affrettati data la situazione critica che si sta venendo a formare anche in Germania. Infatti, se non entra in gioco la BCE l'euro forse nenache ci arriverà a questa data (ed è per questo che tutt'intorno c'è un latrato affinché zio Mario "si faccia avanti"). Ma dopo la corsa dei decerebrati che si affrettavano a comprare qualche Btp (solo per vederlo perdere di valore man mano che si allontanavano dalla cassa e si dirigevano verso l'uscita della banca), la maggior parte delle persone dimostra di essere pronta per la dittatura e non per la libertà.
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di Peter Schiff


Con le bombe fiscali ad orologeria che ticchettano sia in Europa che negli Stati Uniti, la domanda pertinente ora sembra essere chi esploderà per primo. Per gran parte dei mesi scorsi sembrava che l'Europa stesse per esplodere. Ma il rifiuto di Angela Merkel a sostenere un piano di salvataggio in stile Federal Reserve degli stati Europei e la sua recente dichiarazione per cui non ha un bazooka fiscale in stile Hank Paulson nella borsetta, ha abbassato la tensione. Al contrario, negli Stati Uniti la totale incapacità della Super Commissione del Congresso di avere un briciolo di successo per affrontare i problemi fiscali degli Stati Uniti ha suscitato una rinnovata presa di coscienza secondo cui la miccia dell'America è pericolosamente breve.

La cancelliera Merkel ha posto enfasi sul fatto che ai politici Europei non sarà data una stampella monetaria simile a quella su cui si sono appoggiati i loro omologhi Americani. Il suo obiettivo lodevole, molto deriso sulle pagine del New York Times, è quello di disinnescare la bomba del debito dell'Europa con riforme di bilancio sostanziali, e di conseguenza rendere l'euro "la moneta più forte del mondo." Molto è stato detto sull'asta di oggi dei titoli di Stato Tedeschi andata male, con alcuni che dicono che la mancanza di domanda (che ha spinto i rendimenti dei titoli Tedeschi a 10 anni oltre il 2% – poco indicativo di una vendita da panico) è la prova di un disagio degli investitori per le politiche economiche della Merkel. Direi il contrario: che molti investitori pensano ancora che la Merkel stia bluffando e che alla fine la Germania stamperà e stimolerà come tutti gli altri. E' probabile che per questa ragione i rendimenti sul debito Tedesco siano moderatamente aumentati.

Al contrario, l'intenzione degli Stati Uniti è chiaramente quella di ignorare i suoi problemi di debito. Con il fallimento della Super Commissione di questa settimana, ciò è diventato ufficiale. I politici Americani in nessun caso affronteranno volentieri la nostra crisi del debito. Mentre l'esito della Super Commissione non avrebbe dovuto essere una grande sorpresa, la totale disfunzione mostrata dovrebbe servire come un campanello d'allarme per chi si aggrappa ad illusioni disperate. Alcuni membri del Congresso, come John McCain, hanno anche preso posizione contro i $1.2 biliardi in tagli automatici alla spesa che entrerebbero in vigore nel Gennaio 2013. Aspettatevi che più politici di entrambe le parti seguano vigliaccamente tale l'esempio.

Nel prossimo decennio, il governo Statunitense prevede di spendere più di $40 biliardi. Anche se i $1.2 biliardi in tagli automatici fossero messi in atto, l'importo ammonta a solo il 3% della spesa prevista. In un colpo da maestro di contabilità ipocrita, $216 miliardi di questi "tagli" proposti rappresentano soltanto le riduzioni previste nei pagamenti dell'interesse che deriverebbero da tagli attuali per $984 miliardi. Questi tagli non intaccheranno più di tanto i nostri deficit previsti, poiché se la storia può essere una guida, probabilmente aumenteranno di molto non appena la realtà economica si dimostrerà molto più triste di quanto avessero predetto gli statistici del governo. Infine, i tagli non sono dei tagli nel senso ordinario della parola, dove la spesa viene effettivamente ridotta. Sono tagli di fondo, il che significa che la spesa aumenterà solamente poco di meno di quanto era stato precedentemente pianificato.

Nel frattempo, la prospettiva di default sovrani in Europa sta guidando la domanda per un rifugio "sicuro" verso il dollaro. Quindi in contrasto con il gioco politico dello scaricabarile, i problemi dell'Europa stanno in realtà fornendo uno stimolo temporaneo alla bolla economica Americana. Tuttavia, una risoluzione della crisi in Europa potrebbe invertire tali flussi. E data la disciplina proveniente da Berlino, una soluzione reale non è fuori questione. Se laggiù la fiducia potrà essere ripristinata, ogni volo episodico verso la sicurezza potrebbe concentrarsi sempre di meno sul dollaro Statunitense. Al contrario, gli investitori avversi al rischio potrbbero preferire un paniere di valute ad alto rendimento e più fiscalmente sostenibili.

L'ironia è che l'Europa viene effettivamente criticata per la sua incapacità di seguire l'esempio degli Stati Uniti. Questa critica fuori luogo si basa sulla convinzione che il nostro approccio abbia funzionato. E invece no. Certo, può avere ritardato l'esplosione, ma ne ha assicuarato una molto più grande in futuro. Nel frattempo, molti hanno scambiato il ritardo per il successo.

Tuttavia, se la linea dura della Merkel funzionerà, e ne seguiranno tagli reali, l'Europa sarà lodata per aver illuminato un percorso diverso. Di conseguenza l'euro potrebbe riprendersi e il dollaro affondare. I prezzi delle materie prime saliranno, esercitando una pressione rialzista sempre maggiore sui prezzi al consumo e sui tassi di interesse negli Stati Uniti.

Ogni inversione significativa dell'attuale trend in salita del dollaro potrebbe fornire un catalizzatore a lungo atteso dalle nazioni con grandi riserve in dollari per diversificarle in altre valute. La mia ipotesi è che la Merkel capirà il grande vantaggio di cui gli Stati Uniti hanno goduto come emettitori della valuta di riserva mondiale. Credo che brami questo premio per l'Europa, e basandosi sulla sua strategia, è chiaramente alla sua portata.

C'è un vecchio detto che dice che spesso non si apprezza ciò che si ha fino a che non lo si perde. La stupidità quasi criminale ora in mostra a Washington può finalmente costringere il resto del mondo a cancellare i nostri privilegi di valuta di riserva. Tale perdita potrà dare agli Americani un profondo apprezzamento di questo concetto.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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