In Africa ci sono interessi energetici che vanno oltre la più fervida immaginazione. I giochetti per giustificare azioni belliche sono vari, ma l'importante è che scene strappa-lacrime siano sempre presenti ed immediate da utilizzare. Sempre. Allora non sorprende che la popolazione Americana venga inondata da nuova propaganda, con il Dipartimento di Stato che "pubblicizza" questo video. Oltre a chiedersi se questi pagliacci nello spot sappiano dove si trovi il Conro d'africa, viene spontaneo domandarsi perché in simili spot non appaia un personaggio come Diambisa Moyo. Tra il 1970 e il 1998, sono stati immessi in Africa oltre un biliardo di dollari in “aiuti,” e la povertà è aumentata dall'11% al 66%. Il risultato non è stata una redistribuzione di ricchezza, ma una diffusione globale della miseria. La “solidarietà” coloniale alimenta quegli stessi problemi che usa per giustificare sé stessa.
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di Eric Margolis
Attenzione a tutti gli Americani infelici!
Infelici nell'aver perso $1 biliardo nell'inutile guerra in Iraq? Ed essere presi a calci nel loro culo tecnologico da Afghani medievali?
Non è possibile pagare i conti in patria o all'estero? Il governo è paralizzato? Sta annegando nel debito?
La Cina preoccupata sta inghiottendo le risorse dell'Africa?
La soluzione a tutto questo è semplice.
Indossate il vostro casco e tuffatevi nei conflitti dell'Africa.
Dopo aver finito l'ex-alleato Muammar Gheddafi, il Pentagono, il suo nuovo Comando in Africa, e la CIA si stanno ora concentrando sull'Africa Orientale.
Nelle ultime settimane, il lungo conflitto nel Corno d'Africa si è infiammato poiché gli Stati Uniti e la Francia hanno intensificato le operazioni militari contro i guerriglieri nazionalisti/Islamici della Somalia, gli Shebab.
I politici e i media occidentali avvertono che gli Shebab sono una terribile minaccia internazionale che deve essere abbattuta, anche se la maggior parte di loro non riuscirebbe a trovare la Somalia su un atlante. Avendo sbagliato i calcoli con l'Afghanistan, il Pentagono e le sue cheerleader politiche sono in procinto di immergersi nel mistero profondo dell'Africa Centrale.
Anche se il capo della CIA Leon Panetta ha recentemente ammesso che solo 25-50 membri di al-Qaida eramo attivi in Afghanistan, sembra che nuove minacce di al-Qaeda stiano spuntando in tutta l'Africa e il Medio Oriente. Al-Qaeda è diventata il Pac-Man della nostra epoca.
E giusto in tempo per Halloween, ci sta tormentando il fantasma di Osama bin Laden.
Gli Stati Uniti invieranno in Uganda 100 killer speciali tra le truppe delle Forze Speciali, un alleato degli Stati Uniti anti-democratico ed un protettorato Americano. Questa nuova forza degli Stati Uniti secondo i resoconti opererà anche in Congo (ex-Zaire), Repubblica Centrafricana, Kenya e Sudan Meridionale.
Quest'ultima nuova nazione è interessante perché la sua secessione dal Sudan è stata recentemente progettata da Washington. Casualmente, il Sudan Meridionale ha notevoli giacimenti di petrolio. Washington sta lavorando ad un piano per costruire un oleodotto dai giacimenti petroliferi del Sudan Meridionale attraverso l'Uganda fino alla costa del Kenya, in modo da evitare l'attuale percorso d'esportazione attraverso il Sudan, che si trova sulla lista nera dell'America.
La ragione apparente per il nuovo coinvolgimento dell'America in Africa, è un gruppo profondamente oscuro di ribelli Ugandesi, l'Esercito di Resistenza del Signore, che ha sequestrato abitanti dei villaggi ed ha rubato polli per decenni. Washington deve aver scrutato molto a lungo per trovare una scusa talmente debole per l'intervento.
Allo stesso tempo, Washington sta finanziando l'attuale invasione Kenyana della Somalia meridionale; la Francia sta fornendo al Kenya supporto navale ed armi.
Il Kenya dice che sta reagendo agli attacchi provenienti dalla Somalia da parte degli Shebab. Ma i veri aggressori sono stati probabilmente i banditi locali Somali conosciuti come "shiftas". Perchè il Kenya abbia deciso di affondare la sua testa nel nido di vespe Somalo è incerto. Potrebbe avere qualcosa a che fare con il denaro.
Le squadre della CIA, i mercenari finanziati dagli Stati Uniti, i droni Predator e le forze Etiopiche sono sempre più attive in Somalia negli attacchi degli Shebab. Tali operazioni sono state studiate in una nuova base semi-segreta franco-americana nel Gibuti.
Tutto ciò dovrebbe essere inutile. Nel 2005, un movimento musulmano moderato, l'Unione delle Corti Islamiche, aveva stabilito il controllo su gran parte della caotica Somalia centrale e meridionale. Questo fu il suo primo governo stabile dal 1991 ed avrebbe dovuto essere accolto da Washington e dall'Occidente.
Ma la bassa intelligenza dell'amministrazione Bush, che ancora si doveva riprendere dal 9/11, andò su tutte le furie al nome "Islamiche" e stupidamente ordinò di rovesciare l'Unione delle Corti.
All'inizio del 2006, Washington finanziò l'Etiopia, uno stretto alleato degli Stati Uniti, per invadere la Somalia. Il governo dell'Unione delle Corti fu debitamente spodestato, ma gli Etiopi, vecchi nemici dei Somali, dovettero ritirarsi alla fine, lasciando nella loro scia più caos. I nemici dell'Etiopia, l'Eritrea, vennero coinvolti in questo conflitto.
L'invasione dell'Etiopia diede i natali agli Shebab, un'organizzazione giovanile Islamica dedicata alla liberazione della Somalia dal controllo straniero. I suoi impetuosi leader hanno preso come modello l'epica resistenza Somala del 19° secolo contro il colonialismo Britannico e Italiano, ed hanno imposto la sharia.
Nel frattempo, la Somalia settentrionale è andata per i fatti suoi nella formazione autonoma di Puntland e Somaliland, dalle cui coste fiorisce la pirateria.
Gli Stati Uniti hanno istituito un governo fantoccio nella capitale Somala, Mogadiscio, un "Governo Federale di Transizione" con titoli altisonanti, ma impotente e deriso. Questo governo fantoccio è stato sostenuto da 9,000 mercenari Ugandesi e Burundesi finanziati dagli USA – col nome "African Union Peace Force" – e sostenuti da forze Etiopi sul confine. Gli stessi media Statunitensi si riferiscono sempre a questi mercenari come "forze di pace".
I droni, gli aerei da combattimento e le forze speciali Statunitensi ormai attaccano costantemente gli obiettivi Somali, oltre a quelli in Yemen. Israele è anche discretamente coinvolto negli scontri nel Corno d'Africa, Uganda, Sudan Meridionale e Kenya.
In mezzo a questa confusione sanguinosa, carestia e siccità stanno devastando il Corno d'Africa, producendo milioni di profughi disperati. Gli Shebab sono accusati di bloccare gli aiuti alimentari. Ma gli Shebeb vedono i gruppi di aiuto delle Nazioni Unite e gli altri come strumenti di "potere leggero" delle potenze occidentali.
Washington non ha già abbastanza problemi suoi senza dover inviare truppe in Uganda e in Somalia, o in Sudan Meridionale?
Gli Stati Uniti si stanno muovendo in Sud Africa per due ragioni principali. In primo luogo, mettere al sicuro i giacimenti di petrolio nel Sudan Meridionale e le risorse energetiche che si trovano in Uganda. In secondo luogo, bloccare l'ulteriore diffusione della influenza economica Cinese nella regione. Il governo Francese, guidato da neoconservatori, è anche molto preoccupato per il coinvolgimento della Cina nella sua sfera d'influenza in Africa.
Chiaramente, ci sono pericoli manifesti per gli Stati Uniti in Africa Centrale e nel Corno d'Africa. Washington potrebbe essere risucchiato in un altra regione turbolenta in cui non ha interessi strategici reali oltre al desiderio di risorse energetiche e ad una reazione istintiva a tutto ciò che sia Islamico.
La Casa Bianca dovrebbe tagliare la spesa in un momento in cui i budget sono fuori controllo e 44 milioni di Americani vivono di buoni pasto. Eppure, le forze USA si stanno facendo coinvolgere sempre di più in Nord Africa, nella regione Sahariana, e ora in Africa Nera.
Lasciamo che i politici di Washington mandino avanti i battibecchi da mal di testa sul tema noioso del budget, dice il potente complesso militare Statunitense. Andiamo a Kampala e Juba! Tirate fuori il vestiario da safari! E' un fardello dell'Uomo Bianco, ancora una volta.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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