Bibliografia

venerdì 11 novembre 2011

E' Necessario il Debito per la Ripresa?

«Questa "teoria del dolore" con cui vengono identificati gli Austriaci è distorta. Non si direbbe, per esempio, che un chirurgo che tenta di salvare la vita di un uomo con la chirurgia cardiaca, sia a favore del dolore come modo per salvare l'uomo, anche se il dolore è quasi sicuramente un sottoprodotto dell'operazione. Non si direbbe mai al cardiochirurgo: "Oh, sta causando dolore." Sappiamo tutti che una tale operazione viene eseguita solo per prevenire ulteriore dolore, e forse la morte. Allo stesso modo, un economista Austriaco che richiede un atteggiamento di laissez-faire durante la fase di discesa del ciclo economico sta facendo così solo perché sa che le alternativa sono peggiori. Una ripresa della stampa di denaro può sostenere al principio la struttura di capitale manipolato dalla banca centrale, nel breve termine, ma ciò vorrà solo dire una liquidazione più grande o iperinflazione. Quindi, l'appello Austriaco per la liquidazione degli investimenti improduttivi è più simile ad un chirurgo che ritiene di rimuovere un tumore maligno. Gli economisti Austriaci hanno a che fare col dolore tanto quanto i cardiochirurghi. Gli economisti Austriaci guardaano al ciclo economico e dicono: "Meglio che ti fermi ora, perché non può altro che peggiorare." Questa non è una teoria del dolore. E' una teoria per limitare il dolore.» -- Robert Wenzel
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di Robert P. Murphy


Dall'inizio della crisi, uno dei temi dominanti negli argomenti per una corretta politica di governo è stata la visione Keynesiana secondo cui è cruciale sostenere la spesa totale. Il nuovo sviluppo durante questa particolare recessione è il peso schiacciante del debito del settore privato, il che rende presumibilmente ancora più urgente che i governi ricorrano a deficit di bilancio.

In un precedente articolo ho affrontato la cosiddetta riduzione della leva finanziaria ed ho sostenuto che era una cosa buona, sia per i singoli indebitati o per l'impresa, sia per la ripresa economica generale.

Tuttavia, provocato da un recente rimprovero fatto da Paul Krugman, è importante rivisitare il tema in modo più elementare. Quando Krugman, et al. affermano casualmente che la riduzione del debito farebbe cadere la spesa totale attraverso la pura contabilità, semplicemente si sbagliano. Così il loro errore è duplice: la loro economia Keynesiana difettosa li porta a preoccuparsi inutilmente per la spesa nominale, mentre le loro contabilità sciatta li conduce a difendere il debito come necessario per gli investimenti.



Krugman sulla Riduzione del Debito

In un articolo ironicamente intitolato "Arithmetic Has a Well Known Keynesian Bias" — ironico perché il suo pregiudizio Keynesiano lo porta a commettere un errore elementare di contabilità — Krugman spiega che un esperto Britannico esasperato stava

reagendo alla dichiarazione di Cameron, semi-ritirata ma non del tutto, che quello di cui la Gran Bretagna ha bisogno è che tutti ripaghino il debito, detto in evidente dimenticanza del fatto che se tutti tagliano la spesa allo stesso tempo, le entrate devono cadere.

Ma poi, questo tipo di dimenticanza è molto diffusa, e la mia esperienza è che se si tenta di evidenziare il problema — se si cerca di spiegare che la mia spesa è il tuo reddito e viceversa — si ottiene una risposta belligerante. Y = E è visto come una dichiarazione politica, che in un certo senso lo è se da un lato dello spettro politico insiste a credere cose che non possono essere vere. (enfasi aggiunta)

Come ho già detto in apertura, questa affermazione è stata ripetuta fino alla nausea negli ultimi tre anni. In particolare, gli avversari della spesa a deficit sono stati picchiati sulla testa con il presunto "fatto" che per una questione di semplice contabilità, una diffusa riduzione del debito implica una riduzione della spesa e, quindi, una riduzione del reddito.

La seconda parte della tesi è vera. Ogni volta che qualcuno spende un dollaro in una transazione è, allo stesso tempo, parte del reddito di qualcun'altro. Nel mio precedente articolo, ho sostenuto che questa tautologia non perora la causa Keynesiana della spesa a deficit.

Eppure la citazione di Krugman contiene un errore ancora peggiore. Sta dando per scontato che se la gente in Gran Bretagna inizia a ripagare i propri debiti, allora ciò porterebbe necessariamente ad una riduzione della spesa Britannica totale. Semplicemente si sbaglia, come mostrerò nella prossima sezione.



Debiti e Spesa: Una Fiaba Semplice

Immaginate un mondo semplice con tre persone: Cathy la capitalista, Larry il proprietario terriero, e Willy il lavoratore. Inizialmente ci troviamo in un modello stabile, dove in ogni periodo, si verificano le seguenti operazioni:

  • Larry paga Willy $1,000 per lavorare sulla sua terra e raccogliere il cibo.
  • Willy paga $100 in oneri finanziari sul suo debito di $500 a Cathy, che lo sta rinnovando al tasso di interesse del 20% a periodo. (Willy ogni periodo paga solo gli oneri finanziari, mantenendo il saldo residuo intatto a $500.)
  • Willy spende i suoi rimanenti $900 per l'acquisto di cibo da Larry.
  • Cathy spende i suoi $100 di entrate dell'interesse per l'acquisto di cibo da Larry.
  • Larry mangia il cibo rimanente che non ha venduto a Cathy o Willy.

In questo scenario, ogni periodo vengono spesi $1,000 per il cibo, solo il bene o servizio finito. Come ufficialmente misurato — notare che manca il "consumo interno" di Larry — il prodotto interno lordo (PIL) per questa semplice economia è di $1,000 a periodo.

Ora supponiamo che Willy dia ascolto a Dave Ramsey e decida di liberarsi dal debito. In questo periodo particolare, potrebbe accadere quanto segue:

  • Larry paga Willy $1,000 per lavorare sulla sua terra e raccogliere il cibo.
  • Willy paga $100 in oneri finanziari sul suo debito da $500 a Cathy, che lo sta rinnovando al tasso di interesse del 20% a periodo.
  • Inoltre, Willy paga altri $500 a Cathy per estinguere il suo debito verso di lei.
  • Willy spende i suoi rimanenti $400 per l'acquisto di cibo da Larry.
  • Cathy spende i suoi $100 di entrate dell'interesse, ed i suoi $500 di rimborso del capitale, per l'acquisto di cibo da Larry.
  • Larry mangia il cibo rimanente che non ha venduto a Cathy o Willy.

Ora, in questo scenario, la spesa totale è ancora $1,000, e il PIL misurato è ancora $1,000. Larry il proprietario del terreno non vedrebbe un calo della domanda per il suo cibo. Willy ha ridotto il suo consumo ed ha risparmiato molto di più dal suo reddito in questo periodo, ma ciò non ha influenzato neanche il reddito nominale perché il consumo di Cathy ha colmato la lacuna.

Forse il nostro scenario non è probabile, a seconda delle varie ipotesi che possiamo fare con le abitudini di spesa di Cathy, ma è certamente possibile. Quindi vediamo che un'economia può iniziare con una persona che ha un grande debito, per poi liberarsene, senza necessariamente alterare la spesa totale o il reddito complessivo, anche se misurata in termini nominali (cioè, in dollari).

Lasciatemi che sia leale con Krugman. Potrebbe ammettere che lo scenario di sopra è quello che qualcuno come Cameron (o Dave Ramsey se è per questo) ha in mente quando suggerisce alle persone di "ripagare i loro debiti", ma se diventiamo tecnici — potrebbe obiettare Krugman — in realtà non c'è stata una riduzione netta del debito aggregato nello scenario precedente. Sì, Willy ha ripagato il suo debito di $500, ma Cathy in un certo senso "ha bruciato i risparmi" lasciando che i suoi beni finanziari calassero di $500. Se ci piace, possiamo dire che il debito di Cathy è partito da -$500, e poi è arrivato a $0, il che significa che il suo debito è "aumentato" di $500.

Va bene, sono felice di dare Krugman questa via di fuga. Come vedremo, non lo salva. Riesco ancora a mostrare come Willy può ripagare il suo debito senza far calare la spesa totale di denaro, e senza che nessuno nella comunità soffra anche di una diminuzione degli asset finanziari.

Per vedere ciò, torniamo al nostro scenario originale, in cui Willy deve a Cathy $500. Come prima, Willy decide di ripagare il suo debito, attraverso un maggiore risparmio. Ma questa volta, immaginiamo che accada quanto segue:

  • Larry paga Willy $1,000 dollari per lavorare sulla sua terra e raccogliere il cibo.
  • Willy paga $100 in oneri finanziari sul suo debito di $500 a Cathy, che lo sta rinnovando al tasso di interesse del 20% a periodo.
  • Inoltre, Willy paga altri $500 a Cathy per estinguere il suo debito nei suoi confronti.
  • Cathy spende i suoi $100 di entrate dell'interesse per l'acquisto di cibo da Larry, come ha sempre fatto.
  • Larry emette $500 in nuove azioni per la sua corporazione terriera, che Cathy compra.
  • Larry paga Willy $500 per arare un appezzamento della sua terra che prima era incolto.
  • Willy spende $400 + $500 = $900 per l'acquisto di cibo da Larry.
  • Larry mangia il cibo rimanente che non ha venduto a Cathy o Willy.

In questo scenario finale, la spesa per i consumi è di $1,000 mentre la spesa per l'investimento netto è di $500, il che significa PIL ufficiale è di $1,500 — è in realtà aumentato del 50%! Allo stesso tempo, Willy ha ripagato il suo debito, mentre Cathy ha scambiato un bond da $500 per $500 in quote azionarie, in modo che (considerando solo queste due cose) c'è stata una netta riduzione dell'indebitamento nella comunità.

Ma che dire di Larry? Ha semplicemente sostituito Willy come nuovo debitore nella nostra economia?

No. Anche se Larry ha preso $500 mentre raccoglieva i fondi per la sua società, egli non è in debito con Cathy, e quindi non possiamo dire che la sua decisione finanziaria durante il periodo ha in qualche modo compensato il rimborso del debito di Willy. Cathy non ha un titolo di credito su Larry; invece possiede partecipazioni nelle sua società. C'è tutta una letteratura in finanza sulle differenze importanti tra indebitamento e patrimonio netto, compreso il fatto che il finanziamento del debito indebita un'azienda, mentre non lo fa il finanziamento delle quote azionarie.

Non accadrà nemmeno che Larry dovrà ridurre il suo consumo futuro al fine di effettuare i pagamenti dei dividendi a Cathy (per giustificare la valutazione iniziale del suo capitale azionario a $500). Finché gli investimenti per $500 di Larry sono saldi, il nuovo campo aumenterà i raccolti futuri, permettendo eventualmente a Larry di mantenere il sua consumo originale di cibo, anche se Cathy ha ora una quota di proprietà negli utili netti dell'mpresa.



L'Aritmetica Imparziale di Krugman

Come illustra il nostro esempio fantasioso, non c'è nulla nella contabilità del PIL che richieda un periodo di riduzione della leva finanziaria per ottenere una "spesa totale" più piccola e quindi un "reddito complessivo", anche se misuriamo gli elementi in termini monetari nominali.

Ovviamente, Krugman potrebbe obiettare che sono andato troppo oltre ed ho scelto una storia del tutto irrilevante. Nella nostra attuale situazione reale di una domanda depressa ed una capacità in eccesso, Krugman potrebbe affermare, perché Larry non dovrebbe emettere più azioni e cercare di espandere la sua operazione?

Eppure qui abbiamo lasciato il regno della contabilità del PIL, e siamo entrati nel regno dei modelli economici. Ecco perché ho detto che il titolo dell'articolo di Krugman — "Arithmetic Has a Well Known Keynesian Bias" — era così ironico. Il mio esempio fantasioso mostra che la contabilità tautologica del PIL (o "aritmetica") è coerente con una storia in cui il risparmio supplementare permette maggiori investimenti, che a loro volta forniscono una possibilità ai lavoratori sottoccupati per guadagnare di più. (Notare che nello scenario precedente, Willy non ha ridotto il suo consumo di cibo. Invece, ha pagato il suo debito lavorando di più e guadagnando uno stipendio più grande per l'intero periodo.)

Forse il lettore trova la mia storia avvincente, forse no. Ma il mio punto è che non c'è nulla di sbagliato nella contabilità del PIL con il mio racconto semplicistico. Le obiezioni immediate alla mia storia si baserebbero su ipotesi su come funziona l'economia — ipotesi che i Keynesiani di solito fanno e che i loro critici di solito rifiutano.



Conclusione

La vecchia soluzione dettata dal buonsenso per un'economia appestata da un debito eccessivo è che le persone lavorino duro e risparmino di più. Gli economisti Keynesiani hanno detto per tutta la crisi che questa saggezza popolare ignora la tautologia contabile di base, ma questi esperti stanno contrabbandando una teoria Keynesiana senza accorgersene.

Contrariamente alle affermazioni di questi esperti, un'economia non ha bisogno di montagne di debiti — che sia pubblico o privato — per crescere. Le imprese possono ancora raccogliere i finanziamenti necessari attraverso l'emissione di azioni. Ci sono pro e contro al finanziamento del debito, ma non è necessario affinché un'economia sia forte.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. KONDRATIEFF: ARRIVA L'INVERNO.
    Il grafico seguente invece si riferisce alle teorie di Kondratieff e ci presenta la storia dal 1789 dell'indice S&P500 deflazionato, con T-Bond ed l'indice CRB delle materie prime. Sono evidenziati i grandi "cicli K" con le loro fasi primavera-estate-autunno-inverno. Un “ciclo-K” è scomponibile in 4 fasi, cui corrispondono diversi “umori psicologici” e quindi comportamenti diversi da parte degli investitori: tali fasi sono la crescita, la recessione primaria, il periodo di stabilità e la depressione secondaria. Questa chart evidenzia che attualmente ci troviamo all'inizio dell'inverno dei mercati, periodo nel quale l'esasperato benessere accumulato costringe l’economia ad una fase di ritracciamento, in genere costituita da tre anni di deciso ribasso, seguiti da una quindicina di anni di contrazione economica. Questo secondo Kondratieff è l’unico modo che l’economia ha di resettarsi per poter ripartire in un nuovo ciclo di 54 anni.



    Il professor Nikolai Dmyitriyevich Kondratyev era un economista russo, il quale riteneva che l’iterazione tra fenomeni correnti generasse un pattern ripetitivo su un periodo di tempo lungo. Per aver contraddetto le tesi marxiste riguardo all’ estinzione dei sistemi capitalisti, il governo sovietico lo spedì in Siberia, dove morì ad un’età di soli 46 anni. Sosteneva che in un’economia capitalistica si sarebbero susseguiti dei trend, ognuno della durata approssimativa di 54 anni. I suoi studi furono tradotti all’inizio degli anni ’30, e si scoprì che Kondratieff aveva previsto non solo la depressione di quegli anni, ma anche la bolla speculativa che l' aveva preceduta.
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    E' interessante il grafico se non si visualizza lo trovi a questo indirizzo http://www.borsamonitor.it/market/macro/i-cicli-del-secolo.html

    ciao

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  2. Ciao Asmy. Interessante questa tua notizia. Per quanto mi riguarda, io conoscevo solo due tipi di cicli: quello di Schumpeter e quello "classico" di Mises-Hayek.

    La descrizione delle "fasi" assomiglia alquanto a quell'Austriaca, con l'euforia della sbronza seguita da un risveglio da mal di testa. Il bust è salutare, come credo di intuire anche dalle parole dell'articolo.

    Poi se guardiamo il grafico del s&p 500, vediamo come la creazione della bolla immobiliare sia solo l'interferenza nel ciclo recessivo da parte di forze esterne.

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  3. Si jhonny il problema pure secondo me della bolla immobiliare è quello che ha interferito con l'andamento del ciclo ( bolla creata ad arte? ) e quindi quale sarà l'evoluzione futura non è facilmente prevedibile perchè in passato non è mai successo un allungamento "dell'autunno" come si vede bene nel grafico. Cmq per chi segue i mercati sia azionari che quelli delle materie prime è bene che tenga sempre sotto controllo il grafico dello s&p deflazionato da sempre un'ottima idea di dove stiamo realmente con il ciclo economico cosa che le banche centrali cercano di nascondere per evitare alla speculazione di agire, cosa tra l'altro a mio avviso priva di senso e che limita fortemente l'attività e la libertà dei mercati stessi con conseguenze al momento sconosciute.

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