di Johnny Cloaca
Per terra vengono lasciate delle briciole, seguirle è faticoso. A volte dispersivo. Ma ogni tanto si finisce per scoperchiare un vaso di vermi. Allora se qualcuno già storceva il naso quando sentiva i media occidentali osannare le varie rivolte primaverili, leggere e vedere determinati documenti rende abbastanza chiaro come il buon samaritano che elargisce la democrazia a presunti bifolchi sottosviluppati sia l'ennesimo stratagemma di conquista mondiale. Aggiorniamo il vocaboliario: democratizzazione = colonizzazione.
Come cantavano gli Who: "Meet the new boss, same as the old boss!"
Aaron Klein ha iniziato a raccogliere le briciole:
Un'influente "organizzazione di gestione delle crisi" che vanta il miliardario George Soros come membro del consiglio esecutivo, ha recentemente raccomandato agli Stati Uniti di distribuire una squadra speciale di consiglieri militari in Uganda per aiutare con le operazioni e gestire una piattaforma di intelligence.
Il presidente emerito di tale organizzazione, l'International Crisis Group, è l'autore principale del Responsibility to Protect, la dottrina militare usata da Obama per giustificare la campagna Stati Uniti/NATO in Libia. [...]
L'Open Society Institute di Soros è uno dei tre soli finanziatori non-governativi del Global Centre for Responsibility to Protect, una dottrina che è stata citata più volte dagli attivisti che sollecitano un intervento in Uganda. [...]
Molti dei principali fondatori della dottrina siedono nei consigli con Soros, che è tra i principali fautori della dottrina.
Soros mantiene stretti legami con gli interessi petroliferi in Uganda. Le sue organizzazioni hanno rappresentato gli sforzi principali tesi presumibilmente a facilitare una maggiore trasparenza nel settore petrolifero in Uganda, che è rigorosamente controllato dalla leadership del paese.
Sull'Atlantic di ieri, Max Fisher ha notato che l'amministrazione Obama lo scorso anno ha approvato basi di forze speciali e relative operazioni in tutto il Medio Oriente, nel Corno d'Africa e nell'Asia centrale.
"Ma queste operazioni, grandi e piccole, hanno come bersagli gruppi terroristici e stati canaglia che minacciano gli Stati Uniti — qualcosa che l'Esercito di Resistenza del Signore non poteva fare", ha scritto.
"E' difficile trovare un interesse degli Stati Uniti nella campagna di violenza dell'Esercito di Resistenza del Signore", ha continuato Fisher. "E' possibile che in gioco ci sia un certo interesse immediato degli Stati Uniti che ovviamente non possiamo vedere".
Ed Lasky allarga la visuale, mettendo sul tavolo il disegno più grande:
Sembra ci sia la mano di Soros nel tentativo di guidare lo sviluppo del petrolio e del gas in Uganda. Il governo Ugandese sarebbe naturalmente legato a Soros se egli potesse dimostrare di aver abbastanza influenza sulla Casa Bianca per utilizzare le truppe Americane per eradicare un gruppo di ribelli. Inoltre, la sconfitta del gruppo ribelle renderebbe lo sviluppo del settore energetico molto più praticabile in quanto le operazioni sarebbero molto più sicure.
Questa strategia presenta somiglianze con la storia di InterOil, una grande holding di George Soros, che ha ottenuto concessioni per quanto riferito maggiori riserve di gas naturale in Papua Nuova Guinea. Il governo lì ha recentemente discusso con InterOil riguardo la capacità di tale società di sviluppare queste riserve e costruire e far funzionare una porta di gas naturale liquefatto per l'esportazione del gas.
Cosa potrebbero fare gli amici di George Soros nel governo Americano per aiutarlo a rassicurare il governo della Papua Nuova Guinea che l'accordo ci sarà? Quello che l'amministrazione Obama ha fatto è stato inviare laggiù esperti governativi per aiutare la nazione a sviluppare le sue riserve. Ciò è stato particolarmente sorprendente in quanto il Dipartimento degli Interni ha accusato il suo ritardo nel rilascio di permessi per sviluppare le nostre riserve interne alla mancanza di manodopera e di finanziamenti -- ma l'amministrazione ha trovato la forza lavoro ed il denaro per esportare i nostri esperti affinché aiutassero a sviluppare le riserve della Nuova Guinea. O meglio le riserve che InterOil e il suo azionista principale, George Soros, vogliono che vengano sviluppate per gentile concessione del contribuente americano.
Qualcuno ci vede un percorso qui? In un caso, Obama invia le forze militari in Uganda -- una nazione dove Soros è stato attivo nel cercare di aiutarla a formulare una strategia per sfruttare la sua ricchezza petrolifera. Ma prima che le strategie possano essere messe in atto, bisogna eliminare un gruppo ribelle. Nell'altro caso, Obama manda esperti del governo Americano per aiutare un'altra nazione a sviluppare la sua ricchezza di gas naturale, quando l'azienda in posizione ideale per beneficiare da questo sviluppo (finanziato dai contribuenti) ha come suo principale azionista nient'altro che George Soros.
Soros ha dichiarato il suo modus operandi proprio quando in un articolo del New Yorker del 2004 disse che ci sono "momenti di simbiosi tra interessi politici ed economici." Egli è un maestro nel trovare questi momenti e promuovere la carriera politica di chi farà la sua offerta.
Ma il gioco degli Stati Uniti si sta spingendo oltre, come scrive Paul Craig Roberts:
Conquistata la Libia, AFRICOM inizierà dagli altri paesi africani in cui la Cina ha investimenti energetici e minerali. Obama ha già inviato le truppe Americane in Africa Centrale con il pretesto di sconfiggere l'Esercito di Resistenza del Signore, una piccola insurrezione contro un dittatore a vita. Il Presidente Repubblicano della Camera, John Boehner, ha accolto con favore la prospettiva di un'altra guerra, dichiarando che l'invio di truppe Americane in Africa Centrale "favorisce gli interessi della sicurezza nazionale degli Stati Uniti e la politica estera". Il Senatore Repubblicano James Inhofe ha aggiunto un gallone di verbosità morale quando ha parlato di salvare "i bambini ugandesi," una preoccupazione che non ha avuto per i bambini della Libia o della Palestina, dell'Iraq, dell'Afghanistan e del Pakistan.
Washington ha ripreso il Grande Gioco del Potere ed è in competizione con la Cina. Mentre la Cina porta in Africa investimenti e doni fatti di infrastrutture, Washington invia truppe, bombe e basi militari. Prima o poi l'aggressività di Washington verso la Cina e la Russia ci esploderà in faccia.
Da dove arriverà il denaro per finanziare l'Impero Africano di Washington? Non dal petrolio della Libia. Grandi porzioni di questo sono state promesse a Francesi ed Inglesi per aver fornito copertura nell'ultima guerra di nuda aggressione di Washington. Non dalle entrate fiscali di un'economia al collasso, dove la disoccupazione, se misurata correttamente, è al 23%.
Allora diventa chiaro che la Libia non era tanto un obiettivo di per sé, quanto un pedone sulla nuova scacchiera mondiale dove sembra a tutti gli effetti partita una guerra di conquista dell'Africa. Intravediamo chi c'è dietro, la trasformazione degli stati in pupazzi al servizio del re, le risorse presenti in quei territori un piatto succoso in cui pasteggiare, la distruzione democratica arrecata in quei luoghi una perfetta scusante per speculatori e vampiri vari.
Questo è l'inizio di un nuovo gioco, che si svolgerà fondamentalmente in Africa. Oltre all'Uganda, le fiamme vengono spinte dal vento anche in Kenya e Somalia.
La macelleria Africana ha aperto i battenti.
1000 miliardi di euro è la cifra che viene messa nel "fondo salva stati", ma in realtà salva solo le banche, e la bancarotta dei cittadini chi la salva? I mercati azionari festeggiano mentre al solito i sindacati si preparano alla guerra e il ns mercato libero è sempre più un simbolo del passato, mi sembra questo il giusto scenario che ci stiamo apprestando a vivere da qui ai prossimi mesi.
RispondiEliminaNon credo che usciremo da questa situazione con qualche corteo di piazza, ma penso che saranno guai e pure grossi.
Ciao