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di Hans-Hermann Hoppe
[Libertarians Papers (2011)]
Addendum
Privatizzazione: Principi ed Applicazioni
La sola soluzione effettiva al problema del conflitto, ovvero, la sola regola o norma che può assicurare l'elusione del conflitto dall'inizio dell'umanità in poi e produrre "pace eterna" è l'istituzione della proprietà privata, fondata in definitiva su azioni di appropriazione originaria di risorse "comuni" in precedenza non possedute. Opposto a ciò, l'istituzione della proprietà pubblica inizia col conflitto, ovvero, con un atto originario di espropriazione di una certa proprietà in precedenza privata (piuttosto che con l'appropriazione di beni in precedenza non posseduti); e la proprietà pubblica non termina il conflitto e l'espropriazione, ma li istituzionalizza e li rende permanenti.
Di conseguenza sorge l'imperativo della privatizzazione — e da qui il principio della restituzione, ovvero, la nozione che la proprietà pubblica può essere restituita qua proprietà privata a coloro da cui era stata forzatamente presa. Cioè, i beni pubblici dovrebbero diventare proprietà privata di coloro che hanno finanziato o altrimenti sovvenzionato questi beni e che possono stabilire una rivendicazione oggettiva — intersoggettivamente accertabile.
Applicare questo principio al mondo esistente è spesso complicato e richiede un considerevole sforzo legale. Dovrei considerare solo i casi di privatizzazione realistica in modo da indirizzarmi verso alcune questioni e decisioni centrali.
Il primo caso, approssimato molto da vicino dalla precedente Unione Sovietica, è di una società in cui ogni proprietà è proprietà pubblica, amministrata da un governo di Stato. Ognuno è un impiegato statale e lavora in uffici pubblici, imprese, industrie e negozi; ed ognuno si muove e vive su suolo pubblico ed in case pubbliche. Non c'è proprietà privata eccetto per i beni di consumo necessari, per la biancheria, per lo spazzolino da denti, ecc. Per di più tutte le informazioni riguardo il passato legale sono andate perse o distrutte in modo che nessuno, basandosi su queste informazioni, possa convalidare una rivendicazione per una qualsiasi parte identificabile della proprietà pubblica.
In questo caso, il principio secondo cui ogni rivendicazione della proprietà pubblica deve essere fondata su "dati" oggettivi ed intersoggettivamente accettati condurrebbe a conferire il possesso privato (ed i titoli per vendere tale proprietà) basandosi sull'occupazione presente o passata: gli uffici andranno ai burocrati che li occupano, le industrie agli operai, i campi agli agricoltori e le case ai residenti. Ai lavoratori pensionati sono conferiti i titoli di proprietà dei loro precedenti posti di lavoro in accordo con la durata del loro impiego. Come occupanti presenti o passati della proprietà in questione, solo loro hanno un legame oggettivo con questa proprietà. Sono i soli che hanno gestito la proprietà mentre altri stavano lavorando altrove in altri posti di lavoro pubblici.
Ogni altra cosa, ovvero, tutta la proprietà pubblica che non è attualmente occupata e gestita da alcuno (ad esempio, le "regioni selvagge") diventa proprietà "comune" ed è aperta a tutti i membri della società per la privatizzazione attraverso l'appropriazione originale.
Questa soluzione lascia fuori solo un'importante domanda. Tutti i documenti legali sono presumibilmente perduti. Ma le persone non hanno perso i loro ricordi. Ancora ricordano i crimini del passato. Ci sono vittime e testimoni di omicidi, percosse, torture ed imprigionamenti. Cosa fare con coloro che commettono questi crimini, che li hanno ordinati o commissionati, o che hanno cooperato nella loro esecuzione?
Gli aguzzini della polizia segreta e della nomenklatura comunista, per esempio, dovrebbero essere inclusi in questo schema di privatizzazione e divenire i proprietari privati di stazioni di polizia e palazzi di governo dove amministravano e pianificavano i loro crimini? La giustizia richiede invece che ogni presunto trasgressore criminale venga condotto in giudizio dalle sue presunte vittime e, se giudicato e condannato, non solo sarà escluso dall'ottenere qualsiasi proprietà pubblica, ma gli sarà inflitta una punizione anche più dura.
Il secondo caso differisce dal primo in un solo aspetto: il passato legale non è stato spazzato via. Documenti e dati esistono per provare le espropriazioni passate e basandosi su tali documenti persone specifiche possono avanzare rivendicazioni oggettive per specifici pezzi di proprietà pubblica. Questo fu essenzialmente il caso degli Stati in precedenza vassalli dell'Unione Sovietica, come la Germania Est, la Cecoslovacchia, la Polonia, ecc. dove l'assorbimento comunista ebbe luogo per circa 40 anni o una generazione prima (piuttosto che i 70 anni dell'Unione Sovietica).
In questo caso, i proprietari originali ed espropriati o i loro eredi legali dovrebbero essere considerati come proprietari privati della proprietà pubblica in questione. Ma che dire dei miglioramenti di capitale? Più nello specifico, che dire delle strutture da poco erette (case ed industrie) — che diventerebbero privatamente possedute dai loro attuali o passati occpanti — che sono state costruite su una terra restituita ad un proprietario terriero differente ed originale? Quante parti della proprietà dovrebbe ricevere il proprietario terriero e quante invece i possessori della struttura? Le strutture e la terra non possono essere fisicamente separati. In termini di teoria economica, sono dei fattori di produzione assolutamente specifici e complementari il cui relativo contributo al valore del prodotto non può essere sbrogliato. In questo caso non esiste alternativa per le parti contendenti se non un accordo.
Il terzo caso è quello della cosiddetta economia mista. In queste società esiste un settore pubblico a fianco di un settore teoricamente privato. Ci sono beni pubblici ed impiegati pubblici vicino alla proprietà teoricamente privata ed ai proprietari ed agli impiegati nelle attività private. Come al solito gli impiegati pubblici che amministrano la proprietà pubblica non producono beni o servizi che sono venduti sul mercato (per un caso atipico di imprese pubbliche produttrici di valore, vedere sotto).
I loro ricavi dalle vendite e le loro entrate di mercato sono zero. I loro salari e tutti gli altri costi coinvolti nelle operazioni di beni pubblici sono invece pagati da altri. Questi altri sono i porprietari e gli impiegati di attività private. Attività private ed impiegati, al contrario delle loro controparti pubbliche, producono beni e servizi che sono venduti sul mercato e così guadagnano delle entrate. Da queste entrate, le attività private non pagano solamente i salari ai loro impiegati e provvedono alla gestione della loro proprietà; pagano anche — sottoforma di imposte sul reddito e sulla proprietà — i salari (netti) di tutti gli impiegati pubblici ed i costi operativi di tutta la proprietà pubblica.
In questo caso il principio secondo cui la proprietà dovrebbe essere restituita qua proprietà privata a coloro che praticamente l'hanno finanziata condurrebbe ad assegnare i titoli di proprietà esclusivamente a proprietari, produttori ed impiegati privati secondo la loro proprietà del passato ed i pagamenti delle imposte sul reddito, mentre i manager e gli impiegati pubblici sarebbero esclusi. Tutti gli uffici di governo e palazzi, per esempio, sarebbero sgomberati dai loro attuali occupanti. I salari del settore pubblico venivano pagati solo — e la proprietà pubblica esisteva solo — a causa del sovvenzionamento fornito dai proprietari di attività private e dai loro impiegati. Di conseguenza mentre gli impiegati pubblici potrebbero tenere la loro proprietà privata, non hanno alcuna voce in capitolo per la proprietà pubblica che hanno usato ed hanno amministrato.
(Ciò è differente solo nel caso atipico dove l'impresa pubblica, come una fabbrica d'automobili posseduta dal governo, ha prodotto beni commerciabili e servizi e così ha guadagnato un'entrata di mercato. In questo caso gli impiegati pubblici potrebbero avere una rivendicazione legittima sulla proprietà, in dipendenza dalle circostanze. Hanno una piena rivendicazione al pieno possesso della fabbrica, se non esiste alcun precedente proprietario che sia stato espropriato e possa avanzare una rivendicazione per la fabbrica e se la fabbrica non abbia mai ricevuto sussidi dalle tasse. Se esiste un proprietario precedente, gli impiegati della fabbrica possono rivendicare al meglio un parziale possesso e devono trovare un accordo col proprietario riguardo la loro relativa parte dei titoli di proprietà. E se e nell'estensione in cui la fabbrica fosse stata sussidiata con le tasse, i lavoratori della fabbrica dovrebbero dividere ulteriormente la loro proporzione di titoli di proprietà con impiegati del settore privato qua contribuenti.)
Simultaneamente alla privatizzazione di tutta la proprietà pubblica, tutta la proprietà privata nominale sarebbe ripristinata al suo stato originale come proprietà privata reale. Cioè, tutta la proprietà privata nominale sarebbe liberata da tutte le tasse sul reddito e sulla proprietà e da tutte le restrizioni legislative pendenti su di essa (mentre rimangono in effetto gli accordi conclusi in precedenza tra le parti private riguardo l'uso della proprietà). Senza tasse, quindi, non ci sono spese del governo e senza spese del governo tutti gli impiegati pubblici saranno non stipendiati e dovranno cercare un lavoro produttivo per guadagnarsi da vivere. Allo stesso modo ogni beneficiario di sovvenzioni del governo, sussidi o ordini d'acquisto vedrà le proprie entrate ridursi o scomparire e dovrà cercare delle alternative.
Questa soluzione lascia ancora un'importante questione irrisolta. Una volta che a tutti i contribuenti è stata assegnato il numero appropriato di quote di proprietà pubblica, come entrano in possesso di questa proprietà ed esercitano i loro diritti come proprietari privati? Anche se esiste un inventario di tutta la proprietà pubblica, la maggior parte delle persone non ha la minima idea di cosa essi ora possiedono (parzialmente). La maggior parte delle persone ha idee abbastanza chiare sulla proprietà locale, ma per quanto riguarda la proprietà pubblica in altri luoghi distanti non ne sa quasi niente, eccetto qualcosa su alcuni "monumenti nazionali".
E' praticamente impossibile per qualcuno ottenere una stima realistica del prezzo "corretto" per tutta la proprietà pubblica e di conseguenza di una quota individuale in questa proprietà. Conseguentemente i prezzi chiesti e pagati per tali quote sarebbero altamente indeterminati ed ampiamente fluttuanti e divergenti, almeno inizialmente; e sarebbe piuttosto inefficiente ed altamente dispersivo in termini temporali fino a quando alcuni investitori o gruppi di investitori non abbiano rastrellato la maggioranza di tutte le quote in modo da iniziare ad operare o vendere le quote di questa proprietà per guadagnare un profitto su tale investimento.
Questa difficoltà può essere superata introducendo ancora una volta l'idea dell'appropriazione originale. I titoli nelle mani dei contribuenti non sono solo vendibili. Più importante, autorizzano i proprietari a riprendersi la proprietà in precedenza pubblica ed ora lasciata libera. La proprietà pubblica è aperta all'appropriazione originale ed i titoli sono una rivendicazione per la proprietà pubblica lasciata libera e momentaneamente non posseduta. Ognuno può associare i propri titoli a pezzi di proprietà pubblica e registrarli sotto il proprio possesso.
Visto che il primo a registrarsi con un particolare pezzo di proprietà sarebbe il suo possessore iniziale, è sicuro che tutti i pezzi della proprietà pubblica sarebbero quasi istantaneamente ripresi. Più nello specifico, la maggior parte della proprietà pubblica diventerebbe così, almeno inizialmente, posseduta dai residenti locali, ovvero, persone che vivono in stretta vicinanza ad un dato pezzo di proprietà e che sarebbero bene informati riguardo il suo potenziale valore produttivo.
Per di più, poiché il valore di ogni quota di proprietà diminuirebbe sempre di più in presenza di possessori di titoli addizionali che si registrerebbero con uno o lo stesso pezzo di proprietà, qualsiasi sottoscrizione in eccesso o sottoscrizione non interamente collocata per proprietà specifiche sarebbe evitata o eliminata velocemente. Molto in fretta ogni pezzo di proprietà sarebbe valutato realisticamente secondo il suo valore produttivo.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Ulteriori Letture
Hans-Hermann Hoppe, The Economics and Ethics of Private Property (Auburn, Ala.: Ludwig von Mises Institute, 2006).__________________________________________________________________
———, "De-Socialization in a United Germany," Review of Austrian Economics, Vol. 5, No. 2, 1991. [Scarica il PDF]
Murray N. Rothbard, The Ethics of Liberty (New York: New York University Press, 2003).
———, "How and How Not to Desocialize," Review of Austrian Economics, Vol. 6, No. 1, 1992. [Scarica il PDF]
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