Bibliografia

sabato 1 ottobre 2011

Le Basi della Libertà Economica

"Tutti i tentativi di emergere dalla crisi con nuove misure interventiste sono completamente maldestri. C'è solo un modo per uscire dalla crisi: rinunciare ad ogni tentativo di impedire l'impatto dei prezzi di mercato sulla produzione. Rinunciare a perseguire politiche che tentano di stabilire i tassi d'interesse, i saggi salariali ed i prezzi delle materie prime in modo diverso da quelli che il mercato indica. Ciò può contraddire la visione predominante. Sicuramente non è popolare. Oggi tutti i governi ed i partiti politici hanno piena fiducia nell'interventismo e probabilmente non abbandoneranno il loro programma. Tuttavia, forse non è troppo ottimista affermare che quei governi e partiti le cui politiche hanno condotto a questa crisi un giorno spariranno dalle scene e lasceranno spazio a uomini il cui programma economico conduce, non alla distruzione ed al caos, ma allo sviluppo economico ed al progresso." ~ Ludwig von Mises, The Causes of the Economic Crisis
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di Ludwig von Mises


[Economic Freedom and Interventionism (1980)]


Gli animali sono guidati da impulsi istintivi. Cedono all'impulso che prevale al momento e prontamente cercano di soddisfarlo. Sono marionette dei loro desideri.

L'eminenza dell'uomo è da vedersi nel fatto che egli sceglie tra le alternative. Regola il suo atteggiamento cautamente. Può padroneggiare i suoi impulsi e desideri; ha il potere di sopprimere i desideri, la cui soddisfazione lo forzerebbe a rinunciare al raggiungimento di scopi più importanti. In breve: l'uomo agisce; ambisce intenzionalmente a fini scelti. Questo è quello che abbiamo in mente quando si afferma che l'uomo è una persona morale, responsabile per la propria condotta.



Libertà come un Postulato della Moralità

Tutti gli insegnamenti ed i precetti dell'etica, che siano basati su un credo religioso o che siano basati su una dottrina secolare come quella dei filosofi Stoici, presuppongono questa autonomia morale dell'individuo e pertanto si appellano alla coscienza dell'individuo. Presuppongono che l'individuo sia libero di scegliere tra vari modelli di condotta e gli richiedono di comportarsi in accordo con regole definite, le regole della moralità. Fa la cosa giusta; evita le cose cattive.

E' ovvio che le esortazioni e gli ammonimenti della moralità hanno senso solo quando sono indirizzati ad individui che sono agenti liberi. Sono vani quando diretti agli schiavi. E' inutile dire ad un servo cosa sia moralmente buono e cosa sia moralmente cattivo. Non è libero di determinare il suo comportamento; è forzato ad obbedire agli ordini del suo padrone. E' difficile incolparlo se preferisce arrendersi ai comandi del suo padrone per la più crudele delle punizioni che incombe non solo su di lui ma anche sugli altri membri della sua famiglia.

Ecco perché la libertà non è solo un postulato politico, ma anche un postulato religioso o di secolare moralità.



La Lotta per la Libertà

Tuttavia per migliaia di anni una considerevole parte dell'umanità è stata interamente o almeno in molti casi privata della facoltà di scegliere tra cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato. Nello status della società del passato, la libertà di agire secondo le proprie scelte era, per gli strati bassi della società (la grande maggioranza della popolazione), seriamente ristretta da un rigido sistema di controlli. Una formulazione diretta di questo principio era lo statuto del Sacro Romano Impero che conferiva a principi e conti del Reich (Impero) il potere ed il diritto di determinare la fedeltà religiosa dei loro sottomessi.

Gli orientali si adeguarono docilmente a questo stato di affari. Ma i cristiani d'Europa ed i loro rampolli che si sistemarono in territori al di là dell'oceano non si sono mai stancati della loro lotta per la libertà. Passo dopo passo abolirono tutti gli status ed i privilegi di casta fino a che infine ebbero successo nello stabilire il sistema che gli araldi del totalitarismo provano a diffamare col nome di sistema borghese.



La Supremazia dei Consumatori

Le basi economiche di questo sistema borghese sono rappresentate dall'economia di mercato in cui il consumatore è sovrano. Il consumatore, ovvero, tutti, determina con i suoi acquisti o l'astensione da questi cosa debba essere prodotto, in quale quantità ed in quale qualità. Gli imprenditori sono forzati dalla legge dei profitti e delle perdite ad obbedire agli ordini dei consumatori. Possono prosperare solo quegli imprenditori che forniscono nel miglior modo possibile ed al più basso prezzo possibile quelle merci e servizi che gli acquirenti sono più ansiosi di comprare. Coloro che falliscono nel soddisfare la popolazione soffriranno di perdite e saranno infine forzati ad andare in bancarotta.

Nel periodo pre-capitalista i ricchi erano i proprietari di grandi appezzamenti di terra. Essi o i loro antenati acquisirono la loro proprietà come dono (feudi) dal sovrano che con il loro aiuto aveva conquistato il paese e soggiogato i suoi abitanti. Questi proprietari terrieri aristocratici erano i veri signori, poiché non dipendevano dal patrocinio degli acquirenti. Ma i ricchi di una società capitalista ed industriale sono soggetti alla supremazia del mercato. Acquisiscono la loro ricchezza servendo il consumatore meglio di quanto fanno le altre persone, e perdono le loro ricchezze quando altre persone soddisfano i desideri dei consumatori meglio o ad un più basso costo rispetto a loro.

Nell'economia di libero mercato, i proprietari del capitale sono forzati ad investirlo in quelle linee in cui serva meglio la popolazione. Così il possedimento di beni capitali è continuamente spostato nelle mani di coloro che hanno più successo nel servire i consumatori. Nell'economia di mercato, la proprietà privata è in questo senso un servizio pubblico che impone ai proprietari la responsabilità di impiegarla nei migliori interessi dei consumatori sovrani. Questo è quello che gli economisti intendono quando chiamano l'economia di mercato una democrazia in cui ogni centesimo è un voto.



Gli Aspetti Politici della Libertà

Il governo rappresentativo è il corollario politico dell'economia di mercato. Lo stesso movimento spirituale che ha creato il moderno capitalismo ha sostituito i funzionari eletti del governo autoritario di re assoluti ed aristocratici ereditari. Fu questo liberalismo borghese tanto denigrato che portò la libertà di coscienza, di pensiero, di parola e di stampa e mise fine alla persecuzione intollerante dei dissidenti.

Un paese libero è quello in cui ogni cittadino è libero di modellare la sua vita in accordo con i suoi piani. E' libero di competere sul mercato per i lavori più desiderabili e sulla scena politica per le cariche più alte. Non dipende più dalle altre persone quanto loro non dipendano da lui. Se vuole avere successo sul mercato, deve soddisfare i consumatori; se vuole avere successo negli affari pubblici deve soddisfare gli elettori. Questo sistema ha portato nei paesi capitalisti dell'Europa occidentale, dell'America e dell'Australia un incremento senza precedenti nelle cifre della popolazione ed un alto standard di vita mai conosciuto nella storia. "L'uomo comune" di cui tanto si parla ha a sua disposizione amenità che gli uomini più ricchi nell'età pre-capitalista non si sognava nemmeno di avere. E' in una posizione per godere dei raggiungimenti spirituali ed intellettuali della scienza, della poesia e dell'arte che nei tempi passati erano accessibili solo ad una piccola elite di persone benestanti. Ed è libero di adorare qualsiasi cosa la coscienza gli dica di adorare.



Il Travisamento Socialista dell'Economia di Mercato

Tutti i fatti legati a come opera il sistema capitalista sono travisati e distorti dai politici e dagli scrittori che si arrogano l'etichetta di liberalisti, la scuola di pensiero che nel diciannovesimo secolo distrusse il governo dei monarchi e degli aristocratici e gettò le basi per il libero commercio e la libera impresa. Secondo il punto di vista di questi invocatori di un ritorno del dispostismo, tutti i mali che incombono sull'umanità sono colpa di sinistre macchinazioni delle grandi imprese; ciò di cui c'è bisogno per generare ricchezza e felicità per tutte le persone oneste è mettere le corporazioni sotto stretto controllo del governo. Ammettono, sebbene solo indirettamente, che ciò voglia dire l'adozione del socialismo — il sistema dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Ma sostengono che il socialismo sarà qualcosa di completamente differente nei paesi delle civiltà occidentali rispetto a quello in Russia. E tuttavia, dicono, non c'è altro metodo per privare le giaganti corporazioni dell'enorme potere che hanno acquisito ed impedire loro di danneggiare oltre gli interessi delle persone.

Contro tutta questa propaganda fanatica c'è bisogno di sottolineare ancora ed ancora la verità che è la grande impresa che genera il miglioramento senza precedenti dello standard di vita delle masse. I beni di lusso per un piccolo numero di ricchi può essere prodotto da piccole imprese. Ma il principio fondamentale del capitalismo è di produrre per la soddisfazione dei voleri dei tanti. Le stesse persone che sono impiegate nelle grande corporazioni sono i principali consumatori dei beni prodotti. Se ci si guarda intorno, nella famiglia di un salariato americano medio, ci si accorgerà per chi stanno girando le ruote della macchina. E' la grande impresa che rende accessibili all'uomo comune i raggiungimenti della moderna tecnologia. Ognuno beneficia dall'alta produttività della produzione su larga scala.

E' sciocco parlare di "potere" della grande impresa. Il vero marchio del capitalismo è che il potere supremo in tutti gli affari economici è rivestito dalle figure dei consumatori. Tutte le grandi imprese sono cresciute da inizi modesti perché il patrocinio dei consumatori le ha fatte crescere. Sarebbe impossibile per le piccole o medie aziende produrre quei prodotti che nessun americano di oggi vorrebbe avere. Più è grande una corporazione, più dipende dalla prontezza dei consumatori che comprano le sue merci. Era il desiderio (oppure, come alcuni dicono, la follia) dei consumatori che ha guidato l'industria dell'automobile nella produzione di macchine sempre più grandi e l'ha forzata oggi ad assemblare macchine più piccole. Le catene di negozi ed i grandi magazzini devono necessariamente aggiustare le loro operazioni giornalmente per la soddisfazione dei voleri mutevoli dei loro clienti. La legge fondamentale del mercato è: il cliente ha sempre ragione.

Un uomo che critica la condotta degli affari finanziari e fa finta di conoscere metodi migliori per la soddisfazione dei clienti è solo un inutile chiacchierone. Se pensa che i suoi stessi progetti sono migliori, perché non li prova egli stesso? In questo paese ci sono sempre capitalisti in cerca di un investimento redditizio per i loro fondi, che sono pronti a fornire il capitale richiesto per qualsiasi ragionevole innovazione. La popolazione è sempre ansiosa di comprare ciò che è migliore o più a basso prezzo, oppure ciò che è migliore ed a basso prezzo. Cosa conta nel mercato non sono le fantasticherie, ma l'azione. Non sono state le chiacchiere che hanno reso ricchi i "magnati", ma il servizio ai clienti.



Dall'Accumulo di Capitale ne Beneficia Tutta la Popolazione

Va di moda oggigiorno far passare in sordina il fatto che tutti i miglioramenti economici dipendono dal risparmio e dall'accumulo di capitale. Nessuno dei meravigliosi raggiungimenti della scienza e della tecnologia potrebbe essere in pratica utilizzato se il capitale richiesto non fosse stato in precedenza disponibile. Ciò che impedisce alle nazioni economicamente arretrate di ottenere pieno vantaggio da tutti i metodi di produzione occidentali, e di conseguenza continuano a far vivere in povertà la loro gente, non è la mancanza di familiarità con la tecnologia, bensì l'insufficienza del loro capitale. Si giudicano male i problemi che affrontano i paesi sottosviluppati se si afferma che quello di cui mancano è la conoscenza tecnica, il "know-how". I loro imprenditori ed i loro ingegneri, la maggir parte di loro laureati nelle migliori scuole d'Europa ed America, sono ben informati sullo stato della scienza contemporanea. Ciò che lega le loro mani è una ristrettezza di capitale.

Un centinaio di anni fa l'America era anche più povera di queste nazioni arretrate. Ciò che ha fatto diventare gli Stati Uniti il paese più ricco del mondo era il fatto che il "marcato individualismo" degli anni precedenti al New Deal non pose troppi ostacoli sulla strada degli imprenditori. Gli imprenditori divennero ricchi perché consumavano solo una piccola parte dei loro profitti ed investivano la parte più grande nelle loro attività. Così arricchivano se stessi e tutte le altre persone. Poiché fu questo accumulo di capitale che incrementò la produttività marginale del lavoro, e perciò i saggi salariali.

Sotto il capitalismo, dalla tendenza ad accumulare del singolo imprenditore ne trae beficio sia lui che tutte le altre persone. C'è una relazione reciproca tra la sua acquisizione di ricchezza servendo i consumatori ed accumulando capitale, ed il miglioramento dello standard di vita dei salariati che formano la maggioranza dei consumatori. Le masse si trovano sia nell'insieme dei salariati sia nell'insieme dei consumatori interessati alla crescita dell'attività. Questo è quello che i vecchi liberali avevano in mente quando dichiararono che nell'economia di mercato prevale un'armonia di interessi veri da parte di tutti i gruppi della popolazione.



Il Benessere Economico Minacciato dallo Statalismo

E' nell'atmosfera mentale e morale di questo sistema capitalista che il cittadino americano vive e lavora. In alcune parti degli Stati Uniti ci sono ancora condizioni che paiono altamente insoddisfacenti per i prosperi abitanti dei distretti avanzati che formano la gran parte del paese. Ma il rapido progresso dell'industrializzazione avrebbe già da tempo spazzato via questa arretratezza se le sfortunate politiche del New Deal non avessero rallentato l'accumulo di capitale, lo strumento insostituibile del miglioramento economico.

Abituato alle condizioni di un ambiente capitalista, l'americano medio dà per scontato che ogni anno l'impresa faccia qualcosa di nuovo e più accessibile a lui. Guardando indietro agli anni della sua vita, comprende che molti strumenti che erano totalmente sconosciuti nei giorni della sua giovinezza e tanti altri che allora potevano essere goduti solo da una piccola minoranza sono ora attrezzature standard per quasi ogni famiglia. Ha piena fiducia che questa tendenza prevarrà anche in futuro. La chiama semplicemente "modo di vivere all'americana" e non dà molto pensiero a cosa abbia reso possibile questo continuo miglioramento dell'offerta di beni materiali. Non è ardentemente disturbato dall'operazione di fattori che non solo fermano l'ulteriore accumulo di capitale ma potrebbero molto presto causare il decumulo di capitale. Non si oppone alle forze che (con l'aumento della spesa pubblica, col taglio dell'accumulo di capitale, con la consumazione di parti del capitale investito nell'impresa e, infine, con l'inflazione) stanno indebolendo le basi del suo benessere materiale. Non è preoccupato dalla crescita dello statalismo che dovunque è stato provato che abbia causato scandalosi danni alle condizioni di produzione e preservazione.



Niente Libertà Personale Senza Libertà Economica

Sfortunatamente molti dei nostri contemporanei falliscono nel comprendere quale cambiamento radicale nelle condizioni morali dell'uomo genera l'avanzamento dello statalismo e la sostituzione dell'economia di mercato con l'onnipotenza del governo. Sono illusi dall'idea che prevalga un netto dualismo negli affari dell'uomo — che ci sia da un lato una sfera di attività economiche e dall'altra un campo di attività che sono considerate come non-economiche. Tra questi due campi, pensano che non ci sia alcuna connessione. La libertà che il socialismo abolisce è "solo" la libertà economica, mentre la libertà negli altri affari rimane intatta.

Tuttavia, queste due sfere non sono indipendenti l'una dall'altra come questa dottrina presume. Gli esserei umani non fluttuano in regioni eteree. Tutto quello che l'uomo fa deve necessariamente in un modo o nell'altro influenzare la sfera economica o materiale e richiede il suo potere di interferire con questa sfera. In modo da vivere, deve faticare ed avere l'opportunità di interagire con beni materiali e tangibili.

La confusione si manifesta nell'idea popolare che quello che sta accadendo sul mercato si riferisce solamente al lato economico della vita umana e dell'azione umana. Ma i prezzi del mercato riflettono, non solo le "cose materiali" come il cibo, un riparo ed altre amenità, ma anche quelle cose che sono comunemente chiamate spirituali o più alte o nobili. L'osservanza o la non-osservanza dei comandamenti religiosi (astenersi del tutto da certe attività o in specifici giorni, assistere quelli nel bisogno, costruire e gestire luoghi di culto e molte altre cose) è uno dei fattori che determina l'offerta di, e la domanda di, vari beni al consumo, e pertanto i prezzi e la conduzione dell'attività. La libertà che l'economia di mercato garantisce all'individuo non è solamente "economica", come se fosse distinta da altri tipi di libertà. Implica la libertà di determinare anche tutti quegli argomenti che sono considerati morali, spirituali ed intellettuali.

Nel controllo esclusivo di tutti i fattori di produzione, il regime socialista controlla anche l'intera vita di ogni individuo. Il governo assegna ad ognuno un lavoro definito. Determina quali libri e documenti dovrebbero essere stampati e letti, chi dovrebbe godere dell'opportunità di scrivere, chi dovrebbe essere autorizzato ad usare i saloni delle assemblee pubbliche, fare trasmissioni o usare tutti gli altri impianti di comunicazione. Ciò vuol dire che coloro in carica alla conduzione suprema degli affari del governo determinano in ultima istanza quali idee, insegnamenti e dottrine possano essere propagate e quali no. Qualunque cosa una costituzione scritta o promulgata possa dire sulla libertà di coscienza, pensiero, parola e stampa e sulla neutralità negli affari religiosi se il governo non fornisce i mezzi materiali per esercitare questi diritti è costretta a rimanere una lettera morta in un paese socialista. Colui che ha il monopolio di tutti i mezzi di comunicazione ha pieno potere di mantenere una mano stretta sulle menti ed anime degli individui.

Ciò che rende molte persone cieche alle caratteristiche essenziali di un qualsiasi sistema socialista o totalitario è l'illusione che questo sistema sarà gestito precisamente nel modo in cui loro stessi lo auspicherebbero. Nel sostegno al socialismo, danno per scontato che lo "Stato" farà sempre quello che loro stessi vogliono che faccia. Invocano solo quel genere di totalitarismo socialista "vero", "reale", o "buono" in cui i governanti si conformano anche alle loro idee. Tutti gli altri generi li denigrano come contraffatti. Quello che si aspettano prima di tutto dal dittatore è che sopprima tutte quelle idee che loro disapprovano. Infatti, tutti questi sostenitori del socialismo sono, a loro stessa insaputa, ossessionati dal complesso dittatoriale o autoritario. Vogliono che tutte le opinioni ed i piani con cui sono in disaccordo siano distrutti con azioni violente da parte del governo.



Il Significato dell'Efficace Diritto di Dissentire

I vari gruppi che invocano il socialismo, non importa che si chiamino comunisti, socialisti, o solamente riformatori sociali, concordano con un determinato programma economico. Vogliono tutti sostituire all'economia di mercato (con la sua supremazia dei singoli consumatori), il controllo dello Stato (o, alcuni preferiscono chiamarlo controllo sociale) sulle attività produttive. Ciò che li separa l'uno dall'altro non sono argomenti di gestione economica, ma convinzioni religiose ed ideologiche. Ci sono socialisti cristiani (cattolici e protestanti di denominazioni differenti) e ci sono socialisti atei. Ognuna di queste varietà di socialismo dà per scontato che la comunità socialista sarà guidata da precetti della loro stessa fede o dal rigetto di qualsiasi credo religioso. Non pensano mai alla possibilità che il regime socialista possa essere diretto da uomini ostili alla loro fede e ai loro principi morali, uomini che possono considerare come loro dovere l'usare tutti i tremendi poteri dell'apparato socialista per la soppressione di quello che ai loro occhi è errore, supersitizione ed idolatria.

La semplice verità è che gli individui possono essere liberi di scegliere tra quello che considerano come giusto o sbagliato solo quando sono economicamente indipendenti dal governo. Un governo socialista ha il potere di rendere il dissenso impossibile discriminando gruppi religiosi ed ideologici sgraditi e negando loro tutti gli strumenti materiali che sono richiesti per la propagazione e la pratica delle loro convinzioni. Il sistema monopartitico, il principio politico del governo socialista, implica anche un sistema monoreligioso e monomorale.

Un governo socialista ha a sua disposizione mezzi che possono essere usati per il conseguimento della rigorosa conformità in ogni campo, Gleichschaltung (conformità politica) come la chiamavano i nazisti. Gli storici hanno sottolineato quale ruolo importante abbia ricoperto la stampa nella Riforma. Ma quali possibilità avrebbero avuto i riformatori se tutte le stampanti fossero state gestite dai governi governati da Carlo V di Germania ed il re Valois di Francia?[1] E, per questo motivo, quali possibilità avrebbe avuto Marx in un sistema in cui tutti i mezzi di comunicazione fossero stati nelle mani dei governi?

Chiunque voglia libertà di coscienza deve aborrire il socialismo. Ovviamente, la libertà permette all'uomo non solo di fare cose buone ma anche di fare cose cattive. Ma nessun valore morale può essere attribuito ad un'azione, seppure buona, che è stata compiuta sotto la pressione di un governo onnipotente.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Carlo V di Germania (1500–1558), un cattolico devoto, perseguì l'eresia religiosa nei Paesi Bassi e lottò per sopprimere il Luteranesimo nei principati tedeschi. Durante il regno dei Valois di Francia (1328–1589) le guerre religiose furono combattute poiché i protestanti francesi, inclusi gli Ugonotti, lottarono per la libertà di culto.

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