Bibliografia

mercoledì 26 ottobre 2011

L'Anticapitalismo dei Colletti Blu

Mises disse: "Una società che sceglie tra i lcapitalismo ed il socialismo non sta scegliendo tra due sistemi sociali; sceglie tra la cooperazione sociale e la disintegrazione della società."
Hayek aggiunse: "La preservazione di quello che è conosciuto come sistema capitalista, del sistema dei liberi mercati e della proprietà privata dei mezzi di produzione, sono una condizione essenziale per la sopravvivenza dell'umanità."
Infine, Rothbard evidenziò: "Il capitalismo di libero mercato è una rete di scambi liberi e volontari in cui i produttori lavorano, producono e scambiano i loro prodotti per i prodotti degli altri attraverso prezzi volontariamente concordati."
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di Ludwig von Mises


[The Anti-Capitalistic Mentality (1956)]

L'emersione dell'economia come nuova branca della conoscenza è stato uno degli eventi più portentosi nella storia dell'umanità. Pavimentando la strada per l'impresa privata, trasformò in una generazione tutti gli affari dell'uomo più di quanto avessero fatto i precedenti 10,000 anni. Dal giorno della loro nascita fino al giorno della loro morte, gli abitanti di un paese capitalista traggono minuzioso profitto dai meravigliosi raggiungimenti del modo di pensare ed agire capitalista.

La cosa più sorprendente riguardo il cambiamento senza precedenti nelle condizioni generate dal capitalismo, è il fatto che fu compiuto da un ristretto numero di autori e non da un maggiore numero di statalisti che assimilarono i loro insegnamenti. Non solo i popoli pigri ma anche la maggior parte degli imprenditori, che attraverso il loro commercio resero effettivi i principi del laissez-faire, fallirono nel comprendere le carattersitiche essenziali della loro operazione. Anche nel fiore degli anni del liberalismo solo poche persone afferarono compeltamente la funzione dell'economia di mercato. La civiltà occidentale adottò il capitalismo su raccomandazione di una piccola elite.

Ci furono, nei primi decenni del diciannovesimo secolo, molte persone che consideravano la loro mancanza di familiarità con i problemi in questione un serio difetto, ed erano ansiose di porvi rimedio. Negli anni tra Waterloo e Sebastopol, nessun altro libro era avidamente assorbito in Gran Bretagna se non quelli che riguardavano trattati d'economia. Ma la moda si attenuò presto. L'argomento era difficile da accettare dal lettore generale.

L'economia è così differente dalle scienze naturali e dalla tecnologia da un lato, e la storia e la giurisprudenza dall'altro, che appare estranea e repulsiva al principiante. La sua singolarità euristica è vista con sospetto da coloro il cui lavoro di ricerca avviene in laboratori o in archivi e biblioteche. La sua singolarità epistemologica appare senza senso ai fanatici dalle vedute ristrette del poistivismo. Le persone vorrebbero trovare in un libro d'economia conoscenza che si adatti perfettamente alla loro immagine preconcetta di quello che l'economia dovrebbe essere, ovvero, una disciplina costruita secongo la struttura logica della fisica o della biologia. Sono sconcertati e desistono nell'affrontare seriamente i problemi, l'analisi dei quali richiede uno sforzo mentale inconsueto.

Il risultato di questa ignoranza è che le persone ascrivono tutti i miglioramenti nelle condizioni economiche al progresso delle scienze naturali e della tecnologia. Per come la vedono, nel corso della storia umana prevale una tendenza autonoma delle scienze naturali verso l'avanzamento progressivo e la loro applicazione viene considerata una soluzione ai problemi tecnologici. Questa tendenza è irresistibile, è intrinseca al destino dell'umanità, ed il suo operato ha effetto qualunque sia l'organizzazione politica ed economica che la società possa avere. Per come la vedono, i miglioramenti tecnologici senza precedenti degli ultimi 200 anni non sono stati generati o promossi dalle politiche economiche di quell'era. Non sono stati un conseguimento del liberalismo classico, del libero commercio, del laissez-faire e del capitalismo. Pertanto questa tendenza andrà avanti in qualsiasi altro sistema di organizzazione economica della società.

Le dottrine di Marx ricevettero approvazione semplicemente perché adottarono questa interpretazione popolare degli eventi e la rivestirono di un velo pseudo-filosofico che le resero gradite allo spiritualismo Hegeliano ed al crudo materialismo. Nello schema di Marx le "forze produttive materiali" sono un'entità indipendente della volontà e delle azioni degli uomini. Vanno nella loro via che è stabilita.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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