Bibliografia

giovedì 22 settembre 2011

TNT





di Johnny Cloaca


Alle borse piace la promessa di inflazione. Ecco perché lo scorso fine settimana le borse sembravano quasi impazzite con i loro guadagni dal 3% al 5%. Infatti, hanno reagito alla notizia per cui la compagnia della stampante era pronta per avventurarsi sul sentiero dell'inflazione di massa. Phileas Fogg ci mise 80 giorni per farsi un giretto per il globo, vediamo di metterci di meno. Il CPI della Gran Bretagna è saltato ad un tasso annuale del 4,5% ad Agosto, secondo l'Office for National Statistics. Le politiche monetarie della Banca d'Inghilterra non prevedono un innalzamento dei tassi e finora il suo governatore è rimasto riluttante nell'impiegare questa strategia.

Non solo, anche i costi dei funerali sono aumentati in Inghilterra, e di un percettibile 61%. Una ricerca svolta dalla Sun Life Direct, infatti, mostra come siano aumentati i costi dei funerali e dei memoriali in Inghilterra. Quindi, se pensate di schiattare non scapperete dall'inflazione nei prezzi.

Mentre dall'altra parte dell'oceano si registrano aumenti fino al 3.8% nel CPI negli ultimi dodici mesi, secondo il Bureau of Labor Statistics.

L'aumento stagionale negli indici di tutti gli oggetti è generale, con incrementi continui negli indici di carburante, cibo, alberghi ed abbigliamento. L'indice del carburante è aumentato per la dodicesima volta negli ultimi 14 mesi ed ha condotto ad un aumento del 1.2% nell'indice dell'energia, mentre l'indice alimentare è aumentato dello 0.5%, il suo più grande aumento sin da Marzo.

L'indice per gli alimenti al consumo è saltato al 1.1% (13.2% su base annuale) ad Augusto, il terzo aumento. Ad Agosto si sono registrati anche aumenti nei prezzi della carne, che sono saliti del 2.4% (28.8% su base annuale). Prezzi maggiori anche per pollame ed uova sono stati fattori importanti nell'aumento dell'indice degli alimenti finiti.

Anche l'inflazione core è aumentata del 2% in dodici mesi, l'incremento annuale più grande in circa tre anni. Il Consumer Price Index for Urban Wage Earners and Clerical Workers è perfino più alto. E' aumentato del 4.3% negli ultimi 12 mesi raggiungendo un livello di 223.326. Freddie Mac riporta che il tasso medio sui mutui a 30 anni è calato al 4.09%. Il tasso più basso sin dal 1951.

Questo l'andamento di monete, indici azionari, bond e merci nell'ultimo anno.




Ripetere forse che "siamo in deflazione" non cambierà le cose.

Un mondo di risate, se pensiamo che Bernanke sta pompando denaro a ritmo folle. (la crescita su base annua dell'offerta di denaro rappresentata da M2 è del 23.3%!)



LA CHINA SCIVOLOSA

Poi arriva l'articolo che non ti aspetti, con Paul Volcker che avverte come l'inflazione non sia una strategia per risolvere i problemi. "Solo un pò, poi smetto." No, non si mette. Bernanke è un fantoccio ed è abituato alle classi universitarie, dove l'informazione arriva a senso unico. Il dibattito è una farsa. Volcker è stato protagonista negli anni '80, respingendo la recessione che attanagliava gli Stati Uniti con la scelta di alzare i tassi d'interesse. Funzionò.

Si nota, comunque, come Volcker non sia l'ultimo arrivato sul carro di Perry e Bachman; ma nemmeno un sostenitore delle idee di Ron Paul. E' qui solo per prendere a sberle il suo collega, lo zio Ben, per fare in modo che non rompa il giocattolo con cui sta giocando. Una volta partiti, infatti, non si torna indietro facilmente. Obama, nel frattempo, non parla.

Chi parla invece è Jon Hilsenrath, secondo il quale la FED dovrebbe fare quanto segue.

[...] Potrebbe provare ad incoraggiare i prestiti tagliando lo 0.25% del tasso d'interesse attualmente pagato alle banche private quando parcheggiano il denaro alla banca centrale.


Se già adesso vediamo gli effetti delle riserve in eccesso che invadono l'economia più ampia, questa sarà la mazzata finale perché non farà altro che accelerare il ritmo della loro uscita. I giornalisti credono che un maggiore stimolo possa essere la soluzione hai problemi. Non lo è. Quello che stanno facendo è solo ingannare le persone. Come? Facendo credere loro che il governo e la banca centrale siano in grado di risolvere i loro problemi. Non lo sono. Ed i creditori? Saranno imbrogliati, vogliono perciò maggiori garanzie; altrimenti lasceranno che sia solo la banca centrale a sovvenzionare la sconsideratezza dei governi. Ciò vorrebbe dire nazionalizzazione delle banche centrali e socialismo di massa. Risultato? Iperinflazione.

Ma il parassita preferisce sempre mantenere in vita l'ospite, quindi si fermeranno allo stadio precedente: inflazione di massa. L'innesco saranno le banche commerciali.

Le banche sono riluttanti a prestare, data l'incertezza che si subodora dall'ambiente finanziario. Le imprese sono restie dallo stipulare prestiti, preferiscono optare per risparmi personali o da conoscenti o parenti per sovvenzionare un'attività dato l'ambiente ampiamente distorto che si trovano davanti.



SALI E SCENDI

L'ambiente "distorto" in cui ci troviamo immersi è il risultato delle politiche di "aggiustamento dell'economia" da parte della FED, ovvero, curare il problema precedente con un altro problema.




Stabilità? Non mi pare, a meno che non si commenti il grafico guardando da un lato invece che il monitor. Molti sicuramente vogliono dimenticare i prezzi alti degli immobili durante la presidenza di Greenspan, e come i loro sogni sono andati in pezzi; ma l'inflazione nei prezzi lì appare in tutto il suo raccapriciante splendore.



"CIRCOLARE, NON C'E' NIENTE DA GUARDARE QUI!"

Ma ogni qual volta che viene toccata la sacralità della banca centrale subito scatta il meccanismo di protezione del sistema, con i pagliacci accreditati dall'ente stesso di coercizione che sfoderano magie dal cilindro per rincoglionire le persone. Ed allora ecco lo Stiglitz che ti aspetti:

Una banca centrale indipendente concentrata esclusivamente sulla stabilità dei prezzi è diventata una parte centrale del mantra "riforma economica". Come così tante altre massime politiche, è stato ripetuto abbastanza affinché potesse essere creduto. Ma le affermazioni audaci, perfino da banchieri centrali, non si possono sostituire a ricerche ed analisi.

Le ricerche suggeriscono che se le banche centrali si focalizzano sull'inflazione, svoglono un lavoro migliore nel controllare l'inflazione. Ma controllare l'inflazione non è un fine di per sé: è solamente un mezzo per ottenere una crescita veloce e più stabile, con una disoccupazione più bassa.


Davvero? Quindi controllando l'inflazione si controlla la disoccupazione? Vediamo anni fà cosa ne pensava Rothbard.

Ogni volta che qualcuno chiede che il governo abbandoni le proprie politiche inflaizonistiche, gli economisti dell'establishment ed i politici avvertono che il risultato può essere solo una dura disoccupazione. Siamo intrappolati, pertanto, in un gioco inflazione contro disoccupazione, e veniamo persuasi che dobbiamo accettarle entrambe.

Questa dottrina è la posizione a cui ricorrono i Keynesiani. Inizialmente, i Keynesiani ci promettevano che manipolando ed aggiustando i deficit e la spesa del governo, ci avrebbero potuto donare prosperità permanente e piena occupazione senza inflazione. Poi, quando l'inflazione è diventata cronica e sempre maggiore, hanno cambiato la loro posizione per mettere in guardia dal presunto compromesso, in modo da indebolire qualsiasi pressione sul governo affinché fermasse la sua creazione inflazionistica di nuovo denaro.

La dottrina del compromesso è basata sulla presunta "curva di Phillips", una curva inventata molti anni fà dall'economista Inglese A.W. Phillips. Phillips correlò gli aumenti del saggio salariale con la disoccupazione, e sostenne che le due cose si muovessero inversamente: più sono alti gli aumenti nei saggi salariali, meno è la disoccupazione. A giudicare dalle apparenze, questa è una dottrina peculiare, dal momento che va contro la logica ed il buon senso. La teoria ci dice che più sono alti i saggi salariali, maggiore è la disoccupazione e viceversa. Se tutti andassero dal datore di lavoro domani ed insisterebbero per ottenere un saggio salariale raddoppiato se non triplicato, molti di noi sarebbero immediatamente senza un lavoro. Tuttavia questa bizzarra trovata era accettata come il vangelo dall'establishment Keynesiano.

Fin qui, dovrebbe essere chiaro che questa scoperta statistica viola i fatti come anche la logica. Durante gli anni '50, l'inflazione era solamente 1-2% l'anno e la disoccupazione si aggirava intorno al 3-4%, mentre dopo la disoccupazione raggiunse l'8-11% e l'inflazione tra il 5% ed il 13%. Negli ultimi due o tre decenni, in breve, sia l'inflazione che la disoccupazione sono aumentate bruscamente e duramente. Al contrario, abbiamo avuto una curva di Phillips invertita. Non c'è stato nient'altro che un compromesso inflazione-disoccupazione.

Ma le ideologie raramente fanno strada ai fatti, anche se continuano a chiedere di "testare" le loro teorie coi Fatti. Per salvare il concetto, hanno semplicemente concluso che la curva di Phillips rimane ancora un compromesso inflazione-disoccupazione, tranne che la curva ha inspiegabilmente "svoltato" verso una nuova serie di presunti compromessi. In questa sorta di atteggiamento mentale, ovviamente, nessuno potrà mai confutare alcuna teoria.

Infatti, l'attuale inflazione, anche se riduce la disoccupazione nel breve termine inducendo i prezzi a guizzare in avanti rispetto ai saggi salariali (riducendo pertanto i saggi salariali reali), creerà solo maggiore disoccupazione nel lungo termine. Infine, i saggi salariali raggiungeranno l'inflazione, e quest'ultima porta recessioni e disoccupazione inevitabile sulla sua scia.


Stiglitz pare fottersene allegramente dell'aumento dell'inflazione nei prezzi che sta avendo luogo nell'indice dei prezzi alla produzione. E' cieco? No, è un Keynesiano. Che vantaggio potrà mai avere il lavoratore da prezzi in aumento, un fenomeno innescato dalla manipolazione dell'offerta di denaro?



"HO UN PIANO!"

La disoccupazione alta che sta affliggendo gli Stati Uniti, non è un evento casuale. Obama ovviamente è subito corso ai ripari per ottenere il favore elettorale in vista delle presidenziali dell'anno prossimo. Quindi altro denaro drenato dall'economia per sostenere le politiche sconsiderate di una manica di cretini in giacca e cravatta.

I governi creano lavori nel settore pubblico; è una strategia politica che frutta, ed è quello che sta facendo Obama. I governi possono assumere insegnanti, operatori sociali e milioni di altri burocrati per amministrare le loro norme ed i loro programmi. I fondi per questi lavori devono essere forniti o dalla tassazione o da prestiti dal settore privato. In questo modo, l'occupazione del settore pubblico viene (in un certo senso) a spese delle opportunità di occupazione nel settore privato.

Il denaro prelevato attraverso la tassazione può essere sicuramente usato per creare lavori formando una qualche ridicola nuova commissione o dipartimento, ma bisogna sottolineare che il denaro estorto dai contribuenti non potrà essere speso in cose che loro stessi avrebbero voluto (viaggi, elettrodomestici, auto, ecc.). Così ogni lavoro creato con la spesa del governo è controbilanciato da lavori che non vengono creati (o sostenuti) nel settore privato. Il governo offre pasti gratis.

I lavori nel settore privato vengono creati in modo completamente diverso; se sono sostenibili, vengono finanziati e, in un certo senso, si auto-finanziano. Gli impiegati nel settore privato vengono assunti con l'aspettativa che i loro salari saranno pagati dalle entrate addizionali o dal valore che genereranno al datore di lavoro. Questi individui devono generare un flusso di benefici per la compagnia che compensi i salari con cui vengono pagati (oppure saranno licenziati). Le aziende private possono assumere lavoratori (e creare lavori) solo se ne traggono profitto da questa scelta. Nel mercato non ci sono pasti gratis.

La spesa del governo negli ultimi due anni è declinata. (Ma non il deficit, che è cresciuto; ciò a causa dei programmi di welfare, dei pagamenti degli interessi e dei vari prestiti concessi ai banchieri.)




Nello stesso periodo il settore privato ha tentato di ridurre il debito ed uscire dal pantano in cui era finito.




L'attuale dibattito sulla disoccupazione è una trappola. La disoccupazione nel settore privato si è stabilizzata e sta iniziando a diminuire. I lavori che invece vengono persi sono maggiormente in un settore: quello del governo.




L'ultima cosa di cui si ha bisogno ora è proprio un piano di stimolo per la creazione di lavori. Obama infatti ha intrapreso questa strada, allargamento della sfera pubblica distorcendo quella privata. Ancora una volta. Purtroppo sarà uno spreco di risorse dei contribuenti, e la notizia positiva per cui il governo iniziava a restringersi adesso apparirà solo come un miraggio.

Obama infatti ha usato questa scusa, questo feticcio della disoccupazione, per mettere in linea la popolazione e far porgere il portafoglio. L'ombra del governo aumenterà. La Federal Reserve è fuori controllo, il governo è fuori controllo; faranno di tutto per mantenere le poltrone calde. Hanno bisogno di più potere. Se lo prenderanno.



CONCLUSIONE

Volcker non chiede la chiusura della FED. Sta prendendo semplicemente per la giacchetta Bernanke, facendogli notare i rischi che sta correndo.

Se Volcker sarà ignorato, tenetevi strette le vostre monete d'oro, perché, come dice anche Volcker, se ci sarà avventatezza e si investirà ora su aspettative di prezzi più alti in futuro, ciò farà aumentare anche:
probabilmente le merci ed anche l'oro.


In altre parole, esploderà una bomba altamente devastante se si lascerà campo libero all'inflazione nei prezzi.


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