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di Wendy McElroy
Anni fa, uno zelante membro del personale decise che Murray Rothbard avesse bisogno di perdere un pò di peso per il bene del movimento. Così ella fece un commento tagliente sul grosso dessert nel suo piatto. Murray conficcò la sua forchetta nella torta e la agitò per aria, dicendo provocatoriamente: "Ogni caloria dice si alla vita!"
Mi ricordai di questo incidente da un articolo recente del Boston Globe che apriva:
"Hey, grassone! Togli quella ciambella dal tuo buco mangiatorte! Sembri un maiale, stai costando a me e ad ogni altro contribuente miliardi di dollari ogni anno in assistenza sanitaria non necessaria!"
Come considerate la mia nuova campagna d'annunci per il pubblico servizio, progettata a stigmatizzare il sovrappeso e l'obesità nello stesso modo in cui lo sono stati i fumatori?
Molte persone bramano ardentemente dire alle altre cosa mangiare, non fumare, quanto bere, non aggiungere sale, evitare gli acidi grassi, come fare esercizio, quanto pesare — e lo fanno in un modo bigotto. L'espressione politica della loro brama è mamma-Stato: un governo che controlla ampiamente il comportamento personale nel nome della protezione del benessere delle persone, specialmente in quelle aree come la sicurezza e la sanità.
La moralità degli impiccioni è rafforzata dai programmi di mamma-Stato, come il programma sanitario di Obama, che sposta legalmente il prezzo del "cattivo" comportamento dall'individuo alla società. La società, a causa di questi programmi costosi, sostiene un diritto a dettare un comportamento "appropriato" verso l'individuo che sbaglia.
Un principio chiave dell'individualismo filosofico è sistematicamente rigettato da mamma-Stato: l'individualismo metodologico. Nel suo capolavoro l'Azione Umana, l'economista Austriaco Ludwig von Mises offrì una descrizione del "principio dell'individualismo metodologico":
Dobbiamo dapprima realizzare che tutte le azioni sono compiute dagli individui. [...] Se scrutiniamo il significato delle varie azioni compiute dagli individui dobbiamo necessariamente imparare tutto sulle azioni della colletività. Una collettività sociale non esiste, poiché non esiste una realtà al di fuori delle singole azioni dei suoi membri.
In breve, non c'è un'entità in carne ed ossa conosciuta come "società" che ha un'esistenza indipendente dai suoi singoli membri. La "società" è un'astrazione che sorge dalla massiccia interazione degli individui che funziona entro un contesto specifico. In termini di formazione dell'astrazione "società", il contesto richiesto potrebbe essere nient'altro che individui che vivono entro certi confini geografici.
Un altro esempio di insieme collettivo è "la famiglia", che consiste interamente dei suoi membri individuali e non esiste senza di loro.
Nella riduzione dei gruppi alle loro unità di base — l'individuo — Mises non negò mai l'importanza delle astrazioni collettive. Proprio il contrario. Spiegò:
L'individualismo metodologico, lontano dal contestare il significato di tali insiemi collettivi, considera come uno dei suoi obiettivi principali descrivere ed analizzare il loro inizio e la loro socmparsa, le loro strutture mutevoli ed il loro funzionamento. E sceglie solo il metodo adeguato per risolvere questo problema con soddisfazione.
L'individualismo metodologico è uno strumento analitico potente e necessario per scoprire i principi con cui un gruppo di persone interagisce, e capire il flusso della storia e le istituzioni della loro società. E' il metodo migliore con cui comprendere come il mondo stesso funziona.
Il focus di Mises sull'individualismo metodologico non è sorto dal nulla. Fu in risposta alla teoria dell'olismo sociale che divenne popolare all'inizio del ventesimo secolo. Gli olisti sociali sostenevano che gli insiemi collettivi avevano un'esistenza indipendente che era di gran lunga importante della somma delle loro parti individuali. La collettività era più grande e più importante rispetto all 'individuo.
Gli olisti spesso tracciavano parallelismi tra la biologia e la sociologia. Dicevano che erano necessari principi di alto livello per descrivere un complesso organismo biologico, piuttosto che usarli per spiegare le sue molecole costituenti. Così anche loro sostenevano la società umana. Nuovi principi e caratteristiche emersero dentro una società ed erano interamente differenti da quelli che si applicavano all'individuo. In altre parole, c'erano leggi che si applicavano solo agli insiemi collettivi, non ai singoli membri.
Per di più, queste regole emergenti funzionavano in accordo ad un'analisi scientifica che non si applicava agli individui. Per esempio, considerate l'idea Keynesiana del calcolo monetario. L'economia Keynesiana si applicava alla società nel suo insieme ma non ad una casalinga che provava a bilanciare il proprio budget. Così, fu inserito nella politica un doppio standard di azione e valutazione — e questo spesso ha anteposto l'interesse della "società" a quello dell'individuo.
I Marxisti, in special modo, accusarono l'individualismo metodologico di essere "atomismo" o riduzionismo. Alcuni Marxisti andarono oltre sostenendo che era l'individuo, e non la società, l'astrazione, perché un essere umano (come noi conosciamo questo concetto) non potrebbe esistere senza la società. Come osservò Mises: "Il concetto di un individuo, dicono i critici, è una vuota astrazione. L'uomo reale è necessariamente sempre un membro della società nel suo insieme."
Karl Marx stesso sosteneva questo punto. Affermava che un individuo che era appena nato ed era stato abbandonato immediatamente su un'isola deserta a crescere in totale isolamento non sarebbe stato un essere umano. In sostanza, diceva che gli esseri umani sono organismi sociali che non possono essere rescissi dal loro contesto definito e restare umani. Il Robinsoe Crusoe adulto che era naufragato su un'isola deserta era di sicuro un essere umano, ma la sua umanità risultava da una precedente storia di socializzazione. Così, invertendo l'individualismo metodologico, Marx sosteneva che la collettività chiamata "società" creava i suoi singoli membri.
I liberali classici e gli economisti Austriaci replicavano che una persona cresciuta in completo isolamento sarebbe ancora stata un'essere umano con caratteristiche umane. Per esempio, avrebbe avuto una scala di preferenze con le quali avrebbe potuto agire per raggiungere la più alta.
Bisogna ammettere che senza interazione sociale, le grandi potenzialità dentro la persona non si svilupperebbero o non sarebbero espresse. Per esempio, non ci sarebbe alcuna ragione per sviluppare capacità linguistiche. Se tuttavia l'individuo isolato dovesse essere salvato le sue potenzialità inespresse potrebbero benissimo emergere. Ma qualsiasi cosa emerga deriverebbe dal suo potenziale umano interno e risulterebbe dalle interazioni individuali che ha sperimentato, non dall'astrazione conosciuta come "società". La "società" non potrebbe definire l'umanità degli individui.
I liberali classici non discutevano se un gruppo ha una dinamica differente rispetto a quella di un uomo isolato. Dopo tutto, solo nella società avvengono gli scambi intellettuali ed economici. Ma credevano che le differenze potevano essere spiegate rompendo la dinamica di gruppo in interazioni intricate di individui.
Per esempio, tutto di una conversazione di gruppo potrebbe essere rotto in frasi, corpo del linguaggio, ecc. degli individui coninvolti. La conversazione non richiederebbe ulteriori principi di spiegazione (ciò non semplifica il processo analitico; infatti, Mises spese molta della sua carriera a perfezionare la complessa "scienza dell'azione umana" conosciuta come prasseologia).
Questo approccio metodologico funzionava anche nell'analisi del complesso collettivo chiamato "Stato". Tutto ciò che è connesso allo Stato poteva essere ridotto alle azioni individuali dei suoi membri, che erano pienamente ed individualmente responsabili per quelle azioni. Come spiegò Mises:
Il carnefice, non lo Stato, uccide il criminale. E' il senso di coloro coinvolti che percepiscono nell'azione del carnefice un'azione dello Stato.
Gli individui che guardano al carnefice e vedono lo Stato in azione lo fanno solo perché hanno creato l'astrazione dello "Stato" per fornire un contesto. Ma tutto ciò che esiste veramente sono gli individui che agiscono.
L'individualismo metodologico ha profonde implicazioni in mamma-Stato. Se la collettivià è un "processo mentale" dentro gli individui, e non una concreta entità con esistenza indipendente, allora non ha senso sostenere che ci sono regole uniche che si applicano ad una collettività e non agli individui che la compongono. Un doppio standard non ha senso perché tutto quello che veramente esiste sono gli individui.
Per di più, ogni persona parla per sé, non per la società. La persona che considera il vostro comportamento personale inaccettabile sta parlando secondo le sue stesse facoltà di individuo impiccione e saccente, non come una voce di un bene superiore.
L'anarchico individualista americano del diciannovesimo secolo Josiah Warren espresse quasi allo stesso modo il principio di Mises e ne fornì un'applicazione pratica. Warren iniziò come seguace del comunitarista Robert Owen. Warren era uno dei partecipanti originari della famosa comunità New Harmony, che ebbe inizio nel 1820; vide di persona cosa c'era di sbagliato nel principio organizzativo delle comunità socialiste. Dopo decenni e decenni di discussioni da parte di pianificatori utopici — sia in Inghilterra ed in America, New Harmony mise le loro teorie in pratica. Ci volle meno di un anno e mezzo prima che New Harmony si dissolse. Per il fallimento della comunità, Warren incolpò ampiamente la richiesta di comunitarismo che soffocò l'individualismo.
Warren scrisse nella sua pubblicazione Periodical Letter:
sembra che la differenza d'opinione, gusti e scopi aumenti proprio in proporzione alla domanda di conformità. [...] Sembra che sia stata la legge naturale della diversità che ci abbia conquistato. [...] I nostri "interessi uniti" erano proiettati alla guerra con le individualità delle persone, delle circostanze e dell'istinto di conservazione.
La disillusione di Josiah Warren lo condusse a concludere che l'armonia sociale richiedeva un individualismo radicale che etichettò come "Sovranità dell'individuo". Nel suo lavoro Practical Details, Warren spiegò il significato di questa frase:
La società deve preservare inviolata la SOVRANITA' DI OGNI INDIVIDUO. Si devono evitare tutte le combinazioni e le connessioni di persone ed interessi, e tutte le altre organizzazioni che non lasceranno ad ogni individuo in ogni momento la libertà di disporre del proprio corpo, del proprio tempo, della sua proprietà secondo i propri sentimenti o giudizi, SENZA COINVOLGERE LE PERSONE O GLI INTERESSI DEGLI ALTRI.
Così Warren piantava i semi di un approccio alla società fondamentalmente individualista, che fu ulteriormente sviluppato dalla generazione successiva. Il suo protetto Benjamin Tucker ampliò questa teoria, sostenendo che la società non esistesse — bensì solo gli individui. Oltre l'Atlantico in Inghilterra, Auberon Herbert dichiarò:
Lo Stato è creato dagli individui. E' modellato e rimodellato secondo la loro stessa volontà e desiderio [...] a loro uso e consumo, e quando non soddisfa i loro requisiti, lo mandano in pezzi e lo ricostruiscono. Gli uomini in tutta la loro vita sono inclusi in molti insiemi. [...] Le scuole, le università, i club, le associazioni, le società per azioni, le compagnie cooperative, i partiti politici, le organizzazioni di paesi o città e poi infine l'organizzazione nazionale o lo Stato; ma in tutti questi casi, l'organizzazione è creata dagli individui stessi. [...] [Come] è possibile che ogni cosa costruita e ricostruita sia superiore rispetto a quelli che la costruiscono e la ricostruiscono? Per assecondare questa idea, è come avere un intagliatore di idoli che, quando con le sue mani ha modellato il tronco di legno, cade in ginocchio davanti al suo idolo e lo considera come un dio. (Free Life, Luglio 1898)
La persona che sostiene che la società debba dettare moralisticamente come si deve vivere, si è inciso un idolo chiamato "il bene superiore" e si trova in ginocchio per adorarlo come un dio. Ma non c'è alcun bene sociale superiore rispetto all'individuo, senza di cui la società stessa non esisterebbe. E qulunque uomo che chiede che gli altri sacrifichino sé stessi per un falso dio, merita solo disprezzo.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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