Bibliografia

giovedì 25 agosto 2011

Roubini, Marx e Keynes

Dato che Mises conosce Batman, potremmo vedere se ci da una mano a prendere a pedate nel culo quel saltimbanco del "Dr. Doom". Forse i Fantastici 4 staranno in vacanza, il che potrebbe spiegare perché ultimamente può spararle a ruota libera. Dopo l'analisi proposta nell'articolo "Il Minestrone Keynesiano-Marxista", ritorniamo sulle profezie del Dr. Doom per approfondire il discorso "il capitalismo nella testa di Roubini è fallito" e tracciare una linea che raccoglie lungo il suo corso il pensiero Marxista, Keynesiano e quello di Roubini.
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di Gary North


Nouriel Roubini, conosciuto come "Dr. Doom" – avendo sostituito Henry Kaufman in questa capacità – ora dice che Karl Marx aveva ragione, secondo un recente articolo.

Roubini insegna alla New York University's Stern School of Business. Kaufman conseguì un dottorato alla Stern School of Business. Sono entrambi membri molto rigorosi.

Difficilmente potrei redarguire Kaufman per la sua severità. Terminò la sua carriera alla Lehman Brothers come presidente della Finance and Risk Committee. E' l'autore di The Road to Financial Reformation: Warnings, Consequences, Reforms (2009), conosciuto anche come Fai Come Dico oppure Finisci come Siamo Finiti Noi.

Il Dr. Roubini viene dalla Persia, termine utilizzato dall'Establishment per dire Iran: "speriamo di ritornarci un giorno, forse presto".

Apprendiamo da Wikipedia che "durante l'amministrazione del Presidente Clinton, era un economista del Council of Economic Advisers, spostato in seguito al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti come consigliere di Timothy Geithner, che ora è segretario del Tesoro." Chiunque abbia lavorato con Geithner deve conoscere le capacità di quell'uomo. Difficilmente potrei redarguire Roubini per essersi preoccupato dell'imminente catastrofe. Ho la stessa preoccupazione.

Dall'altro lato, le ragioni della mia preoccupazione sono diverse da quelle di Roubini. Secondo un articolo recente, Roubini pensa che Marx ci avesse visto giusto.

Karl Marx aveva ragione. Ad un certo punto, il capitalismo può auto-distruggersi. Non si può continuare a trasferire reddito dal lavoro al capitale senza causare eccesso di capacità produttiva e calo della domanda aggregata. Questo è ciò che è accaduto. Pensavamo che i mercati funzionassero. No, non stanno funzionando. Il singolo può essere razionale. L’azienda, per sopravvivere e crescere può abbattere sempre più il costo del lavoro, ma i costi del lavoro sono il reddito e quindi il consumo di qualcun altro. È un processo auto-distruttivo.



IL DR. MARX SULLA CRISI DEL CAPITALISMO

Questo era anche quello che pensava il Dr. Marx. Lo chiamò processo di sfruttamento del lavoro. Sosteneva che i datori di lavoro – i capitalisti – estraessero il valore dai lavoratori perché li pagavano meno di quanto valessero. I capitalisti pagavano ai lavoratori salari necessari solo a sopravvivere, e poi intascavano la differenza.

[Nota: la frase "intascavano la differenza" è il cuore degli infiniti dibattiti tra tutte le scuole di opione economica. Perché? Perché nessuno tiene il denaro nelle proprie tasche a lungo. Ci si fa qualcosa con esso. Quindi, per comprendere l'economia, seguite il denaro: nelle tasche e fuori dalle tasche.]


Pertanto, Marx concluse: il modo per diventare ricchi è di stabilire un'attività in India e Cina, dove ci sono enormi bacini di manodopera da essere sfruttata. Oops, scusate, questo non è quello che Marx pensava. Disse che il modo per diventare ricchi fosse quallo di imitare il suo compare, Frederick Engels, che gestiva un'industria a Manchester. Bè, in realtà non ammise che il suo compare era uno sfruttatore capitalista, ma sapeva come avesse fatto abbastanza denaro mediante un sussidio di disoccupazione per 30 anni. Così, Marx sosteneva: il modo per diventare ricchi è quello di stabilire un'attività in un'economia in crescita – un'economia capitalista – dove ci sono meno lavoratori che in Asia, e che vivono meglio di come vivevano gli Asiatici nel 1850. Sfruttare i lavoratori più ricchi – questo è il biglietto per la ricchezza!

Ma come hanno fatto quei salariati inglesi a diventare più ricchi degli Asiatici? Marx non offrì mai una spiegazione coerente.

I difensori del libero mercato, allora come ora, hanno sostenuto che i lavoratori sono diventati più ricchi, 1820-1850, perché c'erano più investimenti di capitale per lavoratore. I capitalisti concorrevano l'uno contro l'altro per comprare i servizi dei lavoratori. I salari reali stavano aumentando nel 1850 – più alti di qualsiasi altro periodo della storia umana.

Marx sapeva che i salari reali stavano aumentando. Disse solo che i salari relativi stavano diminuendo. I lavoratori del proletariato stavano diventando più ricchi ad un ritmo più lento rispetto ai capitalisti.

Pensava che gli aumenti negli investimenti di capitale sono quello che causa la relativa miseria crescente del proletariato – sebbene non la miseria a livello dell'Asia. La miseria a livello dell'Inghilterra. La miseria del "comprare una pinta al pub". La miseria del "pesce e patatine". Gli aumenti negli investimenti di capitale avrebbero condannato il capitalismo. I capitalisti sarebbero andati in bancarotta nella loro ricerca del profitto, nonostante la loro estrazione del valore aggiunto da milionni di lavoratori sfruttati. Ne era sicuro. Ripetè questo avvertimento per tre decenni. Engels lo ripetè dopo che Marx morì. Tutti i Marxisti l'hanno ripetuto, fino al 31 Dicembre 1991, quando l'Unione Sovietica si è suicidata.

I salari in Occidente continuarono a salire dopo il 1820. I lavoratori divennero ricchi. Alla morte di Marx nel 1883, era chiaro a tutti in Occidente che il tipico lavoratore Occidentale viveva una vita che l'uomo della classe media del 1800 non si sarebbe sognato. Questo processo non si è mai fermato.

Se volete un riassunto della teoria dello sfruttamento di Marx, ne ho scritto uno nel 1968. Era il mio libro, "Marx's Religion of Revolution." Potete leggerlo qui, iniziando da pagina 120.

Cosa c'era di sbagliato nella teoria di Marx? Primo, c'era troppo valore aggiunto da sfruttare. I datori di lavoro continuavano a rilanciare il prezzo (i salari) di un qualsiasi lavoratore sfruttato nella loro ricerca del profitto. (Avidi bastardi!) Secondo, la manodopera non era il solo asset produttivo che forniva valore economico, contrariamente alla teoria del valore del lavoro. In questo senso, la teoria del valore del lavoro era sbagliata e Marx era l'ultimo famoso economista che la difendeva. Come disse Marta alla vista del cadavere di suo fratello Lazzaro: "Puzza." Diversamente da Lazzaro, non c'è stata alcuna resurrezione per la teoria del valore del lavoro. Ci hanno provato i Keynesiani. Come ci hanno provato!



MR. KEYNES SULLA CRISI DEL CAPITALISMO

John Maynard Keynes conseguì la sua laurea triennale in matematica nel 1905. Decise di non andare in una scuola di specializzazione post-laurea. Se ne andò per divenire un funzionario pubblico con un monotono lavoro nella burocrazia di Londra a supervisionare l'India – dove vivevano tutti quei poveri Asiatici.

Il suo vecchio professore d'economia a Cambridge, Alfred Marshall, si sentì dispiaciuto per il ragazzo. Stava per andare in pensione, così andò dal suo collega, A.C. Pigou, e lo persuase ad ingaggiare il giovane Johnny affinché insegnasse economia. A quell'epoca, il dottorato era facoltativo. Se si aveva qualcuno che oliava la propria carriera, anche una laurea triennale nel campo era facoltativa. Per rendere l'olio ancora più oleoso, Marshall suggerì che Pigou pagasse un salario al giovane ragazzo. Concordò. Poi entrambi andarono dal padre di Keynes, anch'egli un economista di Cambridge, e gli chiesero di tirare fuori una quantità simile. John, Sr. concordò. Così, offrirono al giovane Johnny un lavoro nel 1908. Accettò.

Il mondo non sarebbe stato più lo stesso. Un economista autodidatta finanziato dai genitori avrebbe infine ri-modellato il pensiero di generazioni di economisti.

Nouriel Roubini è uno di loro.

Nella sua General Theory (1936) Keynes fece risorgere una variante della teoria dello sfruttamento di Marx. Sosteneva che i capitalisti non erano disposti ad investire abbastanza denaro per fornire lavori ai lavoratori. Questi lavoratori erano disoccupati. Marx aveva una frase per loro: l'esercito dei disoccuapti. Diversamente da Marx, Keynes non voleva una rivoluzione sanguinosa. Quindi, propose quello che un sacco di altri oscuri non-economisti proposero ai giorni di Marx: spesa del governo. Ciò avrebbe riportato i lavoratori disoccupati a libro paga, sia nel settore privato che in quello governativo.

Le parole "progetti di immediata attuazione" vennero dopo, ma il concetto era lì nel 1936. Keynes scrisse la seguenti perle: 100% strass.

La costruzione di piramidi, i terremoti, perfino le guerre potrebbero servire ad incrementare la ricchezza, se l'istruzione dei nostri statalisti secondo i principi dell'economia classica ostacola qualcosa di migliore. (p. 129)

Se il Tesoro dovesse riempire vecchie bottiglie con banconote, seppellirle ad una profondità adeguata in miniere in disuso che sarebbero poi riempite con immondizia cittadina, e lascerebbe che le imprese private secondo principi di laissez-faire scavassero per raccogliere le banconote...non ci sarebbe più disoccupazione e con l'aiuto delle ripercussioni, le entrate reali della comunità, ed anche la sua ricchezza di capitale, diventerebbero probabilmente un grande affare più grande di quello che potrebbe sembrare. Sarebbe più assennato costruire case e cose simili; ma se ci fossero difficoltà politiche e pratiche, la soluzione sopracitata sarebbe sempre meglio di niente. (p. 129)

"Scavare buche in terra", pagandole mediante i risparmi, aumenterà, non solo l'occupazione, ma il dividendo nazionale di beni utili e servizi. (p. 220)


Marx considerava come sfruttati i lavoratori impiegati a libro paga delle imprese. Keynes considerava come sfruttati i lavoratori disoccupati che potevano essere ingaggiati se l'imprenditore non esitasse così tanto nell'investire.

"Aspetta un attimo", potreste pensare. "Se il capitalismo sfrutta i lavoratori impiegati, ma sfrutta anche i lavoratori disoccupati, allora i capitalisti sono colpevoli di sfruttamento, non importa cosa fanno."

Andate al primo banco.

Questa linea di ragionamento corre parallela alla teoria capitalista Keynesiana dei prezzi.

1. I prezzi sono gli stessi: settaggio dei prezzi, collusione, oligopolio. Perseguire!
2. Una compagnia fissa prezzi più bassi: competizione accanita, concorrenti che abbassano i prezzi fino alla bancarotta. Perseguire!
3. Una compagnia alza i prezzi: monopolio di prezzi, speculazione sui prezzi, sfruttamento del consumatore. Perseguire!

Il Keynesiano conclude che il capitalismo ha bisogno di regolazione da parte del governo. Ha bisogno anche che il governo contragga ampi deficit. I governi devono prendere in prestito denaro dai capitalisti in modo da finanziare progetti di immediata attuazione che li farebbero altrimenti perdere denaro. I governi devono prendere in prestito il denaro e finanziare i progetti, perché i capitalisti non presterebbero a compagnie private che lancerebbero gli stessi progetti.

Ecco il ragionamento Keynesiano. A volte, i capitalisti rifiutano di prestare denaro, di conseguenza vengono tagliati i numeri dei lavori, di conseguenza viene tagliata la spesa al consumo.

[Nota: ritorniamo alla questione del denaro intascato. I capitalisti lasciano il loro denaro nella banca. Cosa ci fa la banca col denaro? I Keynesiani non si pongono questa domanda. Gli economisti Austriaci sì, il che spiega perché non sono ingaggiati dai governi o dalla Stern Business School.]


Se il capitalista decide di astenersi dal risparmiare ed invece spende questo denaro, ciò incrementa la domanda al consumo, ma non abbastanza, per una qualche ragione. (Non ci viene mai detto il perché.) Così, il capitalismo cade in una crisi permanente.

"Aspetta un minuto", potreste pensare. "Se i capitalisti causano una crisi economica quando risparmiano, l'accumulo di denaro cartaceo sotto il materasso (che non fanno le persone ricche), ma causano anche una crisi quando rifiutano di risparmiare questo denaro e lo spendono, allora devono essere incolpati per la crisi, non importa quello che fanno."

Andate al primo banco.

Se diventate bravi in tutto ciò, potreste guadagnare una laurea alla Stern Business School. Vi costerà $37,000 l'anno al netto delle tasse, più i libri di testo, più vitto ed alloggio a New York, ma se ci provate ce la potreste fare. Continuate a far crescere l'economia! Fermate lo sfruttamento dei lavoratori!



IL DR. ROUBINI SULLA CRISI DEL CAPITALISMO

Adesso arriviamo al Dr. Doom 2, o allo Stern Man 2, dipende da come lo guardate. Secondo il giornalista, che ha scritto frettolosamente:

Marx, tra le altre teorie, sosteneva che il capitalismo aveva una contraddizione interna che avrebbe condotto ciclicamente a delle crisi, e che, come minimo, avrebbe posto pressione sul sitema economico.

Le compagnie, ha detto Roubini, sono motivate a minimizzare i costi, a risparmiare e ad accumulare denaro, ma ciò farà avere meno denaro nelle mani degli impieagti, il che vuol dire che avranno meno denaro da spendere e meno deanro fluirà indietro alle compagnie.

Ora, nell'attuale crisi finanziaria, i consumatori, in aggiunta ad avere meno denaro da spendere a causa di quello detto sopra, sono anche motivati a minimizzare i costi, a risparmiare e ad accumulare denaro, ingigantendo l'effetto del minor denaro che fluisce indietro alle compagnie.


Avete capito?
  1. Il capitalismo ha una contraddizione interna.
  2. Le imprese che risparmiano danneggiano l'economia, perché i lavoratori non possono spendere questo denaro.
  3. I consumatori minimizzano i costi, di conseguenza spendono meno su cose prodotte dalle imprese. Risultato: una crisi.

"Aspetta un minuto", potreste pensare "Se tutti stanno risparmiando tutto questo denaro, dove lo stanno risparmiando? Voglio dire, se lo mettono nelle banche o nei fondi del mercato monetario, i banchieri lo prestano e qualcuno lo spende."

Cari amici, state pattinando sul ghiaccio sottile.

"Aspetta un minuto", potreste pensare "Se il denaro nelle banche va alla Federal Reserve come riserve in eccesso, allora i banchieri sono il problema."

Cari amici, è meglio che non andiate fino in fondo.

"Aspetta un minuto", potreste pensare "Se il sistema si sta dirigendo verso una crisi, il Congresso non dovrebbe investigare la connessione tra la politica della Federal Reserve, i bilanci delle banche e lo sdebitamento? Non è la politica della Federal Reserve la radice del problema?"

Figlioli, state iniziando ad assomigliare a Ron Paul. E voi sapete cosa accade alle persone che assomigliano a Ron Paul. Non vengono assunte alla Stern School of Business.

Roubini ha aggiunto che in assenza di un crescita organica e forte del PIL – che può aumentare i salari e la spesa al consumo – quello di cui c'è bisogno è un grande stimolo fiscale, in accordo con un altro economista di alto profilo, il vincitore del prmio Nobel Paul Krugman, secondo cui, nel caso degli Stati Uniti, i $786 miliardi di stimolo fiscale approvati dal Congresso nel 2009 erano troppo pochi per creare la domanda aggregata necessaria per far avanzare l'economia degli Stati Uniti verso la ripresa economica ed un'espansione auto-sostenuta.

In assenza di uno stimolo fiscale addizionale, o di una crescita del PIL, la sola soluzione è una ristrutturazione universale del debito delle banche, delle case (essenzialmente famiglie) e governi, ha detto Roubini. Tuttavia, non è avvenuta nessuna ristrutturazione universale, ha detto Roubini.

Senza quello stimolo fiscale aggiuntivo, questa mancanza di ritrutturazione ha condotto a "case zombie, banche zombie e governi zombie", ha detto.


Quindi, se non vogliamo avere esperienza del giorno dei morti viventi, sarà meglio smettere di chiacchierare sulla riduzione del deficit. I deficit non contano – se sono abbastanza grandi. Ci rendono ricchi.

"Aspetta un minuto", potreste pensare "Se questi deficit sono finanziati dai capitalisti, allora il denaro sganciato al Tesoro o dovrebbe essere investito nel settore privato oppure speso al consumo. Quindi, come può la spesa del governo salvare il sistema da un collasso?"

Sembrate proprio confusi.

Inoltre, l'opinione che esce da qui sostiene che mentre nessuno si dovrebbe aspettare un "collasso imminente" del capitalismo, o perfino un collasso della versione Americana, il capitalismo corporativo – il capitalismo ed i liberi mercati sono troppo svegli e capaci ad adattarsi – dire che il nostro attuale ordine economico non stia sperimentando una crisi non sarebbe accurato.


Il messaggio sottostante è chiaro. C'è ancora speranza. Pertanto, non è troppo tardi per iscriversi alla Stern School of Business se avete $37,000 l'anno più i libri di testo, vitto ed alloggio.


CONCLUSIONE

Il mio suggerimento: seguite il denaro – il denaro fiat. Osservate attentamente la politica della Federal Reserve.

Fate un audit della FED.

Poi chiudetela.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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