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di Gary North
Hegel sottolinea da qualche parte che tutti i grandi fatti della storia del mondo e dei grandi personaggi appaiono, per così dire, in doppia coppia. Dimenticò di aggiungere: la prima volta come una tragedia, la seconda come una farsa.
Così scrisse Karl Marx nell'apertura di The 18th Brumaire of Louis Bonaparte (1852).
Nella moderna teoria economica, la tragedia è stata la squadra John Maynard Keynes ed il suo interprete, Paul Samuelson. La farsa è la squadra Ben Bernanke ed il suo interprete, Paul Krugman -- i due economisti più famosi della Princeton University.
Ben Bernanke è il primo economista di un'aula scolastica a diventare Presidente del Consiglio Direttivo della Federal Reserve sin dai tempi di Arthur Burns. Non ce ne sono stati altri.
IL PROFESSOR BURNS VA A WASHINGTON
Burns si insediò alla FED all'inizio del 1970. Mantenne la posizione fino all'inizio del 1978. Fu sotto di lui che Nixon sperimentò la recessione del 1969-1970 e poi uccise gli ultimi resti del gold exchange standard del 1922, il 15 Agosto 1971.
Burns iniziò i suoi anni a Washington all'inizio del 1953, quando si insediò come terzo Presidente del Council of Economic Advisers. In questa posizione, seguì la recessione del 1953, la prima recessione sin dal 1937. Mantenne questa posizione fino al 1956.
Nel 1975, seguì la recessione di Ford.
Quindi, è stato un consigliere importante in tre recessioni, una caratteristica ineguagliata da nessun'altra figura accademica. Burns era il presidente del National Bureau of Economic Research dal 1957 al 1967. Questa organizzazione di ricerca senza scopo di lucro è l'agenzia che ufficialmente decide quando una recessione è iniziata ed è finita. Ha dovuto deciderlo tre volte quando Burns era un consigliere economico del Presidente di quel tempo.
Wikipedia descrive la sua carriera accademica.
La parte accademica della carriera di Burns si è concentrata sulla misurazione del ciclo economico, incluse questioni come la durata delle espansioni economiche e quali variabili economiche sorgono durante le espansioni ed il crollo nelle recessioni. Ha spesso collaborato con Wesley Clair Mitchell ed ha stabilito la tradizione accademica continuata dalla commissione sulla datazione del ciclo economico del NBER, che è generalmente considerata autorevole nella datazione delle recessioni. L'analisi macroeconomica dettagliata di Burns ha influenzato il lavoro di Milton Friedman ed Anna Schwartz su A Monetary History of the United States, 1867--1960.
E' stata una delle grandi ironie della vita che Burns arrivò a Washington nel 1953. Non ritornò mai ad insegnare a tempo pieno alla Columbia fin dopo il 1956. Ciò consentì a Murray Rothbard di conseguire il suo dottorato nella primavera del 1956. Burns lo bloccò per un decennio. La dissertazione di Rothbard sul dottorato fu pubblicata nel 1962 dalla Columbia University Press: The Panic of 1819.
SUBENTRA IL PROFESSOR BERNANKE
Ben Bernanke si è insiediato alla FED con una grande fanfara il primo Febbraio 2006. Si è anche guadagnato il proprio video musicale, grazie ad uno studente della Columbia Business School (CBS).
Mi era abbastanza chiaro nel 2006 quello che sarebbe capitato. Lessi attentamente The 18th Brumaire quando scrissi il mio libro su Marx nel 1968. Marx fornì la struttura interpretativa per capire Bernanke.
La tradizione di tutte le generazioni morte opprime come un incubo le menti dei viventi. E proprio mentre sembrano impegnati a rivoluzionare se stessi e le cose, creando qualcosa che non esisteva prima, è precisamente in tali epoche di crisi rivoluzionaria che con ansia fanno comparire gli spiriti del passato a loro servizio, prendendo in prestito da loro nomi, slogan di battaglia e costumi in modo da presentare questa nuova scena nella storia del mondo travestita come tradizionale e con un linguaggio preso in prestito.
Come Burns, Bernanke ha costruito la sua reputazione come uno studento di lunga data del ciclo economico -- nello specifico, la Grande Depressione. Burns influenzò il libro di Friedman sul denaro, che offriva una conclusione: la Grande Depressione fu causata dalla Federal Reserve, che non inflazionò abbastanza. Bernanke prese a cuore questa lezione. In un discorso rivelatorio del 2004, mentre era un membro del Consiglio Direttivo, avanzò questa domanda:
Cosa ha causato la Depressione? Questa domanda è difficile, ma rispondervi è importante se si vuole attingere dall'esperienza la giusta lezione per la politica economica. Risolvere il puzzle della Depressione è anche cruciale nel campo economico stesso poiché getterebbe una luce sulla nostra comprensione base di come l'economia funziona.
Per rispondere a questa domanda, avrebbe potuto fare riferimento al libro di Rothbard del 1962, The Panic of 1819. Avrebbe anche potuto fare riferimento al successivo libro di Rothbard, America's Great Depression (Princeton: Van Nostrand, 1963). Ma non l'ha fatto. Fece riferimento al libro di Friedman, pubblicato dall'altra parte della città dalla Princeton University Press quello stesso anno.
Tuttavia, nel 1963, Milton Friedman ed Anna J. Schwartz trasformarono il dibattito sulla Grande Depressione. Quell'anno vide la pubblicazione del loro libro, ora un classico, A Monetary History of the United States, 1867-1960. The Monetary History, il quale nome è subito riconosciuto da qualsiasi macroeconomista, esaminò in grande dettaglio la connessione tra i cambiamenti nella riserva di denaro nazionale -- determinata da una politica consapevole o da forze più impersonali come i cambiamenti nel sistema bancario -- ed i cambiamenti nelle entrate nazionali e nei prezzi. L'obiettivo più ampio del libro era capire come le forze monetarie avessero influenzato l'economia degli Stati Uniti per quasi un secolo. Nel processo di conseguimento di questo obiettivo, tuttavia, Friedman e Schwartz offrirono un'importante nuova prova e nuovi argomenti sul ruolo dei fattori monetari nella Grande Depressione. In contraddizione alla visione prevalente di quel tempo, per cui il denaro e la politica monetaria giocavano al massimo un ruolo puramente passivo nella Depressione, Friedman e Schwartz dissero che "la contrazione [economica] è difatti un tragico testimonial all'importanza delle forze monetarie" (Friedman and Schwartz, 1963, p. 300).
Per sostenere il loro punto di vista secondo cui le forze monetarie hanno causato la Grande Depressione, Friedman e Schwartz revisionarono i dati storici ed identificarono una serie di errori -- errori sia di omissione sia di commissione -- fatti dalla Federal Reserve alla fine degli anni '20 ed all'inizio dei '30. Secondo Friedman e Schwartz, ognuno di questi errori ha condotto ad una ristrettezza indesiderata della politica monetaria, come riflesso nei bruschi declini dell'offerta di denaro. Attingendo dalla loro prova storica degli effetti del denaro sull'economia, Friedman e Schwartz dissero che i declini nella riserva di denaro generati dalle azioni della FED -- o inazioni -- potrebbero ritenersi responsabili dei crolli nei prezzi e nella produzione che avvennero successivamente.
Io ho letto America's Great Depression nell'estate del 1963. Ho pertanto compreso nel 2006 quello che Bernanke avrebbe presto affrontato: una grande recessione. Perché? A causa dell'eredità di Greenspan dopo il 2001: l'espansione dell'offerta di denaro. Bernanke si insediò nel Febbraio del 2006. Greenspan aveva già ristretto il deanro. Il tasso dei Fondi Federali salì. Alla fine di Novembre, 2005, scrissi che ciò avrebbe presto creato una crisi nel mercato immobiliare. Bernanke negò che una qualsiasi cosa simile sarebbe potuta accadere.
Alla fine dell'Agosto 2006, scrissi "Bernanke's International Time Bomb". Proposi questa mia valutazione del suo discorso, "Global Economic Integration: What's New and What's Not?"
Una settimana fa, ho descritto la bomba ad orologeria di Alan Greenspan, la quale è stata passata a Ben Bernanke lo scorso Febbraio. Questa bomba ad orologeria è l'enorme costruzione del denaro fiat che ha permesso a Greenspan di scampare alla recessione del 2001 senza un graffio.
Ci sono tre cose che Bernanke può fare:
- continuare la politica della FED di denaro stabile, che la farà detonare entro qualche mese;
- invertire il corso ed espandere l'offerta di denaro, il che manderà le lancette dell'orologio avanti ma aggiungerà ulteriore materiale esplosivo;
- dimettersi.
Bernanke non l'ha vista arrivare. L'ho sottolineato ai miei lettori:
Bernanke ha rifiutato perfino di menzionare la politica monetaria odierna della banca centrale -- denaro stabile -- come minaccia di un boom economico e creatrice di problemi per i pagamenti interbancari. Rifiuta di prestare attenzione al ticchettio della bomba ad orologeria di Greenspan, che ora si trova nelle mani di Bernanke. Questa bomba ad orologeria è la minaccia principale alla divisione del lavoro internazionale, non ai sindacati.
Bernanke ha speso la sua carriera accademica ad applicare le lezioni che aveva imparato da Milton Friedman. Pertanto, è stato preso alle spalle dalla recessione che è iniziata nel Novembre 2007 e che si è aggravata in una crisi di capitale nel Settembre 2008. Gli analisti della Scuola Austriaca l'hanno vista arrivare. Lui no. Ha letto il libro sbagliato nel 1963.
Sotto di lui, la Federal Reserve è andata su tutte le furie nel 2008 e di nuovo nel 2011. Date un'occhiata alla base monetaria.
La sola cosa che ha impedito all'economia degli Stati Uniti di divenire iperinflazionistica è il terrore dei banchieri, che hanno incrementato le riserve in eccesso alla FED per compensare gli effetti dei prezzi della politica della FED.
I banchieri hanno compensato le politiche della FED. Hanno rifiutato di prestare tutto il denaro che legalmente potevano prestare. La riserva frazionaria non ha moltiplicato. Ciò ha salvato il paese da una catastrofe inflazionistica.
L'INTERPRETAZIONE DI KRUGMAN
Se Bernanke è Don Chisciotte, allora Krugman è Sancho Panza. Se Bernanke è Bud Abbott, allora Krugman è Lou Costello. Fanno una bella squadra.
Nella sua colonna del New York Times del 5 Agosto, Krugman offre questa valutazione sul perché la ripresa era un fiasco e probabilmente diventerà una recessione. Abbiamo bisogno di più ampi deficit Federali affinché i consumatori spendano. Abbiamo bisogno di riportare al lavoro tutte quelle persone disoccupate. Lo stimolo di Obama di $819 miliardi nel 2009 non era semplicemente abbastanza. Il deficit di $1.6 biliardi di quest'anno non è semplicemente abbastanza.
Per risollevare questo disastro, un sacco di persone dovranno ammettere, almeno a loro stessi, che probabilmente sono stati in errore ed hanno bisogno di cambiare le loro priorità, subito.
Ovviamente, alcuni giocatori non cambieranno. I Repubblicani non la smetteranno di urlare per il deficit perché non erano sinceri in primo luogo: la loro lotta al deficit era una mazza con cui colpire i loro oppositori politici, nient'altro -- come è diventato ovvio ogni qual volta veniva suggerito un qualsiasi aumento delle tasse per i ricchi. E non molleranno questa mazza.
Ma la politica disastrosa dei due anni passati non è stato solo il risultato dell'ostruzionismo del G.O.P., che non sarebbe stato così efficace se la politica dell'elite -- incluse come minimo alcune figure anziane nell'amministrazione Obama -- non avesse concordato che la riduzione del deficit, non la creazione del lavoro, sarebbe dovuta essere la nostra priorità principale.
Ma ciò non è tutto. E' colpa della FED. Non è stata sufficientemente attiva.
Nemmeno dovremmo lasciare in pace Ben Bernanke ed i suoi colleghi: la FED non ha affatto fatto tutto quello che poteva, in parte perché era più preoccupata per un'ipotetica inflazione che per la disoccupazione reale, in parte perché si è lasciata intimidire da tizi come Ron Paul.
L'Uomo Nero ed i suoi troll l'hanno fatto: Ron Paul ed i suoi tizi.
Se solo fosse vero. Se solo avessimo i voti. Se solo potessimo terminare la FED.
CONCLUSIONE
Stiamo vedendo la fine del Keynesianismo. Si aggrappa disperatamente alla vita, ma è diventato una farsa. La tragedia dei professori Keynes e Samuelson è diventata la farsa dei professori Bernanke e Krugman.
Karl Marx c'aveva visto giusto.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Questo articolo storico, ci lascia una morale;
RispondiElimina"Chi dimentica la storia, pensando di essere avulso dagli errori del passato è destinato a fallire"
Leggevo pochi giorni fa Money,Bank,Credit & Economic cyrcles, di J. Huerta de soto, nel quale si fa un bel riepilogo della storia bancaria, in quelle pagine c'è la storia dei tentativi e dei fallimenti che i nostri avi hanno sperimentato, degli shock che si sono verificati e delle conseguenze postume. Come è possibile allora che le cose si ripetano, in maniera leggermente diversa, ma comunque simile?
E'dunque vero che "Il tempo cambia i costumi e gli strumenti, ma il soggetto principale, l'uomo, è sempre lo stesso".
Ciao Giuseppe.
RispondiEliminaSottolinei un punto fondamentale quando rivolgi il tuo pensiero all'uomo che non cambia. E' esattamente la pietra angolare dello sfacelo economico che nel corso della storia l'umanità ha continuato a fronteggiare, ovvero, l'ostinata interferenza e perturbazione dell'uomo di equilibri che vanno al di là della sua comprensione e non ci stanno ad essere imbrigliati.
Stiamo semplicemente assistendo all'ennesimo fallimento della pianificazione centrale.
Ciao Johnny ancora complimenti per il tuo blog, uno dei pochi di grande pregio.
RispondiEliminaIl fallimento del centralismo si concretizza giorno dopo giorno, purtroppo persiste la tecnica illusoria che fa credere alla maggioranza delle persone che questo sia libero mercato e che la prossima recessione sarà frutto del mercato che ha fallito. Questo porterà inevitabilmente all'instaurazione di altro regime di pianificazione centrale che non avrà più bisogno dell'illusione collettiva della libertà.
E' la triste realtà quella che raffiguri. Ho sempre meno fiducia nei miei simili proprio dal quadro tristemente veriterio che fuoriesce dal tuo commento. Qualora cadesse questo sistema, andremmo incontro a qualcosa di peggio. Solo in pochi riescono a resistere all'oppio socialista.
RispondiEliminaPer quanto sia nebulosa la prospettiva, abbiamo il dovere di confidare nel futuro, non si tratta di ottimismo ingenuo, è questione di equilibrio, le persone migliori che ho conosciuto nella mia vita mi hanno insegnato che bisogna essere realisti nel valutare il presente, ottimisti nel guardare al futuro .
RispondiEliminaOggi vedo che le cose non stanno andando bene ed il domani mi preoccupa, ammetto di non sapere ciò che avverà, so solo che non mi darò per vinto.
Il tuo è un ottimo consiglio. L'intuizione del futuro è sempre stato un ottimo stratagemma per riaprarsi da eventuali disastri; intuizione generata dalla lettura di determinati segnali (ad oggni ne abbiamo molti, uno tra i tanti lo sprofondamento del dollaro). Da questo punto di vista, ovvero, quando si è in grado di vedere i segni è più facilelottare, poiché come su una scacchiera si possono anticipare le mosse dell'avversario e mettersi adeguatamente al riparo.
RispondiEliminaQuella che stiamo giocando ad oggi è una partita con avversari multipli, dove, nonostante si possono vedere i segni, si hanno di fronte molteplici antagonisti anche tra il pubblico che guarda passivamente la partita (coloro che tendono a lascir scorrere i segnali d'avvertimento e continuano come se niente fosse) pronto a sabotare la partita di quei pochi che tentano di salvaguardare la propria posizione dalle inevitabile disfacimnento del sistema attuale. L'azione individuale viene soffocata dalla massa, dalla "società", pronta ad assecondare le classiche promesse di "qualcosa in cambio di niente".
In questo panorama per me resta abbastanza difficile conservare barlumi d'ottimismo.
Si è difficile, ma questo differenzia l'ottimismo dell'equilibrio, da quello ingenuo; per il primo c'è sempre speranza finché c'è la volontà di andare avanti e la coerenza dell'agire, per il secondo invece c'è speranza perché ci si aspetta che le cose andranno meglio da sole.
RispondiEliminaRicordati che vedere i segni ed interpretarli, da una grande forza, quella di poter schivare ed addirittura avvantaggiarsi delle situazioni critiche. Io penso che molti dei grandi investitori, anche quelli che noi critichiamo (vedi Buffet), in realtà siano arrivati la dove siamo arrivati anche noi da molto tempo, solo che loro stanno utilizzando questo sapere per salvaguardarsi e sopravvivere al domani,nel frattempo mantengono la facciata della morale sociale.
La conoscenza in genere è un grande potere. Dunque continuiamo a studiare e pensiamo a mettere in pratica quanto appreso.