Bibliografia

martedì 2 agosto 2011

Chi Ha Paura della Deflazione?

Sentite questa: "OK, è disponibile la nuova relazione. L'inflazione totale è in realtà scesa, come predetto, ma l'inflazione core è al di sopra del target su base mensile della FED. Cosa dovremmo concludere? Primo, non c'è iperinflazione." Abbiamo già un problema: se fino all'altro ieri Krugman era preoccupato per la deflazione ora perché parla di iperinflazione? Questa piccola discesa, comunque, non significa che l'inflazione nei prezzi abbia fatto il suo corso e sia finita. Perché no? Perché il suddetto idiota non triterebbe i coglioni affinché vengano tolti dal paniere dell'inflazione, oltra a cibo ed energia, anche tutte quelle cose che stanno aumentando di prezzo. Ma quando si parla di deflazione non tutti sono d'accordo, poiché romperebbe le uova nel paniere anche agli "amici degli amici".
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di Philipp Bagus


Quando si parla di deflazione, anche gli economisti Austriaci sono in disaccordo. Al contrario di coloro che favoriscono un sistema con 100% di riserva e l'effetto che tale sistema avrebbe sui prezzi, i difensori Austriaci di un sistema free-banking a riserva frazionaria (FRFB) sembreranno ancora nutrire una paura per la deflazione nei prezzi.[1] Esempi di questo gruppo includono Steven Horowitz, George Selgin e Lawrence H. White, che sostengono un sistema bancario o una politica monetaria che stabilizza le entrate nominali (MV).[2] Parlando in generale, favoriscono un incremento nell'offerta di denaro se la domanda di possedere denaro (ovvero, l'accumulo) aumenta. Senza un corrispondente aumento nell'offerta di denaro, un aumento nella domanda di possedere denaro causerebbe una generale caduta di prezzi (ovvero, deflazione nei prezzi).

David Howden ed io ci siamo di recente dilungati, dicendo che diversi "free banker" soffrono di una speciale tensione nervosa che Mark Thornton ha chiamato "apoplithorismophobia" — una paura della deflazione.[3] In una lunga risposta scritta secondo il suo modo polemico di esporre, Selgin è in disaccordo con la nostra critica al suo libro Less than Zero: The Case for a Falling Price Level in a Growing Economy, in cui egli dice che ai prezzi dovrebbe essere permesso di scendere quando c'è crescita economica.[4] Dal titolo del suo libro, sembra che Selgin debba favorire un declino nel livello dei prezzi, e di conseguenza noi dovremmo ritirare la nostra critica (come desidera Selgin).

Infatti un'attenta lettura del nostro lavoro rivela che non abbiamo mai negato che Selgin favorisca il declino dei prezzi durante periodi di crescita economica. Diciamo semplicemente che alcuni free banker non pensano che lo stesso sia vero per gli aumenti nella domanda di denaro. Qui in particolare è dove la "speciale tensione nervosa" dell'apoplithorismophobia, di cui soffrono, diviene evidente. Un effetto collaterale di un sistema free banking a riserva frazionaria è che stabilizza il livello dei prezzi quando la domanda per il denaro aumenta. Per i free banker, implicitamente, un sistema FRFB è superiore rispetto ad sistema free banking con riserva al 100% perché permette all'espansione del credito di stabilizzare MV. Selgin (tra gli altri) è abbastanza esplicito sugli effetti negativi della deflazione:

«Ciononostante, la deflazione (risultante da una domanda non soddisfatta di denaro) è stata un importante fattore nello storico ciclo economico, ed un sistema bancario che promuove la deflazione sconvolge l'attività economica quasi sicuramente come quello che promuove l'inflazione, sebbene l'esatta natura dello sconvolgimento differisce nei diversi casi.»[5]


Scrive che il concetto di produttività "richiede espansione monetaria per impedire qualsiasi fenomeno deflattivo non coerente con miglioramenti nel fattore della produttività."[6]

Pensiamo che sia giustificato dire che c'è una certa paura della deflazione nella difesa di Selgin di un sistema FRFB.

Una implicazione importante di questa paura della deflazione è di natura politica. La domanda è: Che succede se non c'è un sistema FRFB per aumentare l'offerta di denaro in risposta ad una domanda aumentata di possedere denaro? La banca centrale dovrebbe provare a stimolare un sistema FRFB e stabilizzare MV? Il desiderio di stabilizzare l'aggregato macroeconomico di MV ha anche condotto Lawrence White a sostenere la politica di Bernanke del quantitative easing (QE1), secondo l'Economist:

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«Ma Lawrence White, un economista alla George Mason University di Washington DC, dice che questa è un'ingiusta caratterizzazione. "Hayek non era un liquidatore", dice riferendosi alla filosofia di Andrew Mellon segretario del Tesoro dell'era della depressione sotto il presidente Herbert Hoover, che voleva "epurare dal marciume il sistema". Hayek credeva che la banca centrale dovesse mirare a stabilizzare le entrate nominali. Su questa base Mr. White pensa che la FED fosse nel giusto a perseguire il primo giro di quantitative easing, dal momento che il PIL nominale stava cadendo, ma nel torto a perseguire il secondo giro con una ripresa in attività.»[7]


Al contrario, quelli di noi che favoriscono un free banking con 100% di riserva hanno aspramente criticato tutti i giri di quantitative easing. Gli aumenti nell'offerta di denaro conducono ad una ridistribuzione a favore delle persone che ricevono il nuovo denaro per prime. Nel caso del QE1 e del QE2, la FED ha salvato le istituzioni finanziarie attraverso l'acquisto di asset. Mediante il sostegno moentario che favorisce le compagnie nei guai, la liquidazione degli investimenti improduttivi ed il necessario aggiustamento nella proprietà e nel controllo delle risorse reali sono state rallentate ed in certi casi impedite. Senza i salvataggi, molte compagnie sarebbero state prese dai creditori e ristrutturate se produttive o completamente liquidite se improduttive, liberando perciò risorse preziose per progetti d'investimento più urgenti agli occhi dei consumatori. Per di più, un'espansione monetaria come il QE1 può innescare investimenti improduttivi e bolle come è accaduto nel mercato dei bond del governo.

Più importante, quando le persone aumentano la loro domanda per possedere denaro, lo fanno perché considerano i prezzi troppo alti — per esempio, perché notano prezzi in bolla nella borsa o nei beni di consumo a lungo termine (automobili o immobili). Se la tendenza dei prezzi in diminuzione è contrastata da una politica monetaria come il QE1, alle persone è impedito di godere di prezzi più bassi.

Quando le persone interpretano male la teoria, ne risultano cattive politiche. La deflazione non è nettamente negativa in economia. Molti free banker, come George Selgin, hanno fatto un buon lavoro di informazione sui benefici della deflazione per gli incrementi nella produzione. Ma proprio come le diminuzioni dei prezzi risultanti dagli aumenti nella produttività svolgono una funzione positiva, anche le diminuzioni dei prezzi causate dagli incrementi nella domanda per possedere denaro svolgono una funzione positiva.

In sintesi, una teoria problematica sembra aver portato alcuni sostenitori del free banking a riserva frazionaria ad appoggiare il salvataggio di Bernanke di Wall Street col QE1. Come accade per molti economisti mainstream, una certa paura della deflazione ha fatto crescere il sostegno per le politiche inflazionistiche. Questo argomento mostra l'importanza di una teoria sensata della deflazione come anche di un dibattito sul free banking


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Si veda Bagus, Philipp. 2003. "Deflation — When Austrians Become Interventionists" Quarterly Journal of Austrian Economics 6 (4): pp. 19–35. Per gli errori comuni sulla deflazione si veda Bagus, Philipp. 2006. "Five Common Errors About Deflation". Procesos de Mercado: Revista Europea de Economia Politica, 3 (1): pp. 105–23.

[2] Dovrebbe essere notato che altri sostenitori nel gruppo free banking a riserva frazionaria potrebbero avere diversi punti di vista sulla deflazione e sulla stabilizzazione delle entrate nominali.

[3] Bagus, Philipp e David Howden. 2010. "Fractional Reserve Free Banking: Some Quibbles". Quarterly Journal of Austrian Economics 13 (4): p. 33.[Scarica il PDF]

[4] Selgin ha risposto al nostro lavoro in "Mere Quibbles: Bagus and Howden's Critique of The Theory of Free Banking", un saggio su Social Science Research Network (SSRN). Gli abbiamo poi ampiamente risposto in "Unanswered Quibbles with Fractional Reserve Free Banking" Libertarian Papers 3, 18 (2011).

[5] Si veda Selgin, George. 1988. The Theory of Free Banking: Money Supply under Competitive Note Issue. New Jersey: Rowman and Littlefeld: p. 56. Si veda anche, Horwitz, Steven. 2000. Microfoundations and Macroeconomics: An Austrian Perspective. New York: Routledge, p. 227. Horwitz dice: "Durante il periodo che ci vuole affinché i prezzi diminuiscano, le aziende si ritroveranno accumuli involontari di scorte, implicando che il risparmio desiderato (possesso d'oro) non è uguale all'investimento desiderato. Ciò implica inoltre che gli incrementi nell'offerta di denaro sarebbero garantiti in modo da riportare indietro il risparmio e l'investimento.… [Ci] sarà un'abbassamento di pressione sui prezzi e, eccetto una perfetta flessibilità dei prezzi, un calo nella produzione e nell'occupazione. I teorici free banking dicono che le banche libere risponderanno a questo incremento nella domanda producendo più passività bancarie, impedendo così la caduta nella produzione e nell'occupazione che altrimenti avrebbero luogo." "Deflation: The Good, the Bad, and the Ugly" di Stephen Horowitz su Freeman 60 (1), fornisce una breve tassonomia della deflazione, dicendo che: "La deflazione nei prezzi, come si scopre, è il 'Buono' del film Il Buono, il Brutto ed il Cattivo. La deflazione monetaria è il 'Cattivo' e può condurre al 'Brutto.' … Il 'Cattivo' tipo di deflazione sorge da un'insufficiente offerta di denaro."

[6] Si veda Selgin, George. 1997. Less Than Zero: The Case for a Falling Price Level in a Growing Economy. London: The Institute for Economic Affairs, p. 59.

[7] Dovrebbe essere notato che Hayek non è stato coerente su questo punto in tutta la sua carriera. Nella prefazione alla prima edizione di Prices and Production, Hayek voleva "dimostrare che quel grido per una valuta 'elastica' che si espande e si contrae con ogni 'fluttuazione della domanda' [come farebbe in un free banking a riserva frazionaria] è basato su un serio errore di ragionamento." (Hayek, Friedrich A. 1931, "Preface," Prices and Production, Routledge: London, p. xiii)

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