Bibliografia

lunedì 25 luglio 2011

La Crescita della Popolazione come Propaganda: I Verdi ed i Rossi #3






Terza ed ultima parte. Qui il link alla Prima Parte ed alla Seconda Parte.




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di Gary North


PROPAGANDA E REALTA' DOPO IL 1960

La propaganda "dell'astronave Terra" si intensificò negli anni sessanta. Un primo esempio fu The Population Explosion and Christian Responsibility, pubblicato nel 1960. Dal 1965 in poi, i titoli dei libri proclamavano un'età di limiti -- non i limiti tradizionali ma i limiti assoluti: Our Depleted Society, Too Many Americans, Famine-1975! America's Decision: Who Will Survive? The Costs of Economic Growth, The Biological Time Bomb, The Limits to Growth (a best-seller), The No-Growth Society, The Overdeveloped Nations. Nel 1972 venne alla luce una commissione presidenziale capeggiata da John D. Rockefeller III, un promotore da sempre della crescita zero della popolazione: Population and the American Future.

Cosa stava accadendo durante lo stesso periodo? Nel 1980 circa solo il 2% della popolazione mondiale era minacciata da carestie pericolose. Che dire dell'incursione delle città sulle terre agricole? Un mito. Dal 1950 al 1960, ci fu un incremento del 9% nel totale della terra arabile in 87 paesi studiati, nazioni costituenti il 73% della terra totale del mondo. Uno studio delle Nazioni Unite concluse che ci fu un addizionale 6% d'aumento dei terreni agricoli arabili del mondo, dal 1963 al 1977. Nel 1980 negli Stati Uniti meno del 4% della terra totale della nazione era utilizzata a scopi urbani. In breve, la retorica della crisi imminente fu contraddetta dalla realtà della crescita economica pro capite.

Considerate l'anno 1971. Gli Stati Uniti incrementarono la produzione dei raccolti del 13% nel 1970. Il Canada aveva raccolto più del 50% di grano. La produzione dell'India fu così grande che ebbe un'eccedenza di otto milioni di tonnellate di grano. L'India diede al Bangladesh il 10% della sua eccedenza ed evitò laggiù una carestia. La produzione di cibo dell'India superò la crescita della sua popolazione dopo il 1948. Anche così, se avessero ammazzato tutte le loro sacre mucche non produttive nel 1971, i contadini dell'India potevano dar da mangiare ad almeno 1,2 miliardi di persone in più.

Sovrappopolamento? Nel 1970 tutte le persone sulla Terra, le loro case ed i parchi locali avrebbero potuto trovarsi bene nel 15% della terra degli Stati Uniti. Se questi quattro miliardi di persone sarebbero state disposte a vivere nella stessa densità di popolazione che hanno accettato a New York, l'intera popolazione del mondo sarebbe potuta entrare nello Stato del Montana (ma non avrebbero amato gli inverni). Sarebbe stato possibile far entrare ognuno sulla Terra dentro gli Stati Uniti nella stessa densità di popolazione che prevaleva nello Stato del New Jersey: 1,000 persone per miglio quadrato. Vale la pena notare che i politici del New Jersey lo hanno chiamato Garden State.



ETICA E STILE DI VITA

L'occidente del ventesimo secolo ha esportato i mezzi per migliorare le vite delle persone povere. Il problema del cibo è stato superato ripetutamente sin dalla fine del diciottesimo secolo. In molte regioni arretrate i tassi di natalità sono rimasti alti, i tassi di mortalità sono diminuiti e le popolazioni sono aumentate. Ma i tassi di natalità diminuiscono al crescere della ricchezza, le persone si spostano nelle città ed i costi netti delle famiglie per allevare i bambini aumentano. Gli atteggiamenti umani cambiano. Questa fu un'esperienza demografica universale nel ventesimo secolo.

Quei deterministi ambientali che hanno compreso che le persone cambiano il loro atteggiamento riproduttivo hanno cambiato argomento, dalla crescita della popolazione allo stile di vita. Il rallentamento è insufficiente. E' necessario il più -- più di meno. Meno è di più. "Piccolo è bello", annunciava il teorico sociale buddhista E.F. Schumacher e gli umanisti secolari risposero con entusiasmo. Arnold Nash scrisse: "La questione iniziale è il tipo di vita che vogliamo vivere su questa Terra a differenza del numero di persone che vivono questa vita". Metteva in guardia per una Terra sovrappopolata che avrebbe portato "caos sconvolgente in tutto il mondo e nella nostra vita sociale... " Ci venne detto che il sovrappopolamento delle città avrebbe prodotto crimine crescente. Il mondo intero potrebbe essere diretto verso Calcutta: "dove più di mezzo milione di persone mangiano, dormono, vivono e muoiono senza nessuna casa tranne le strade... "

Dopo che l'India iniziò a rimuovere la maggior parte del suo controllo sull'economia nella metà degli anni novanta, la crescita economica iniziò a superare quella che era considerata povertà intrattabile. Venne fuori che il meno in realtà significava di più: meno Stato, più ricchezza.

Il problema con la città non è il sovrappopolamento; è l'ampia perdita di fede che prende luogo nelle città. L'impersonalità della città moderna aumenta il costo del combattimento del crimine; l'auto-disciplina diventa più importante. La perdita di fede produce cattive conseguenze più velocemente, dal momento che i costi di detenzione e del servizio di polizia sono più alti. Ma il problema è la perdita di fede. E' la perdita di fede e quelle comunità che crescono al di fuori della fede. La critica di Jane Jacob alla moderna pianificazione della città era mirata: la devastazione della pianificazione urbana che distrugge i vecchi quartieri. La città medievale era un'associazione basata sul patto, sulla comune participazione alla Cena del Signore. La città moderna no.

Il problema non è, come Nash ed altri commentatori hanno insistito, il controllo crescente dell'uomo sulla natura. Nash porta questa critica al dominio dell'uomo: "Ciò che l'uomo ha fatto nello sconvolgere così violentemente l'ecologia naturale del mondo è semplicemente un'estensione di quello che ha fatto dall'alba della sua storia. Ha provato a cambiare la natura del mondo." L'uomo sta inquinando il mondo. Sta avvelenando l'atmosfera. "Emergeranno presto carenze di minerali." E così via. Society and Environment: The Coming Collision annunciava il titolo di una collezione di saggi del 1972. The End of Nature, avvertiva il libro di Bill McKibben del 1989. L'uomo, il distruttore, sta distruggendo il mondo naturale.

Passo dopo passo la teologia dei critici della crescita economica è diventata più chiara: l'umanesimo radicale in una alleanza con un nuovo animismo-panteismo. Siamo, secondo le parole di Berit Kjos, Sotto l'Incantesimo di Madre Terra. La letteratura dell'eco-animismo è vasta ed in crescita. Nel giugno del 1992 c'è stata la più grande riunione dei leader mondiali e dei rappresentanti dei media sin dalla fondazione delle Nazioni Unite nel 1945, l'Earth Summit di Rio de Janeiro. Tutto si sta muovendo verso una nuova Torre di Babele, tutto nel nome di una causa comune: salvare la Terra dalla produttività dell'uomo.

Ma da dove è venuta questa produttività? La connessione causa/effetto etica annunciata da Dio nella Sua legge è la risposta. La crescita della produttività pro capite dell'umanità è come una benedizione di Dio in risposta ad una volontà crescente da parte di varie società a conformarsi verosimilmente alle Sue leggi sulla proprietà privata e sulla responsabilità personale. Capite, questa non è stata solamente una crescita nella produttività in concomitanza con l'incremento del numero degli uomini; è stato un sistema di incremento di ricchezza per individuo. Le sanzioni positive economiche elencate nel Deuteronomio 28: 1-14 sono state sperimentate dall'occidente per più di due secoli. Guardati dunque dal pensare: La mia forza e la potenza della mia mano mi hanno acquistato queste ricchezze (Deut. 8:17).


CONCLUSIONE

La società di oggi non soffre di un sovrappopolamento ma di una eccessiva regolamentazione. Non soffriamo di una scarsità crescente di risorse, ma di una scarsità crescente di libertà. La libertà non è gratuita. In questo senso, non è naturale. E' il prodotto di un accurato pensiero economico e di moderazione morale. Quando Malthus scrisse sulla moderazione morale aveva in mente l'attività sessuale. La moderazione morale di cui abbiamo bisogno oggi è una restrizione della politica.

L'esca dell'inaccurata previsione di Malthus riguardo l'eccessiva espansione della popolazione umana in relazione al cibo, ha reso ciechi generazioni di pessimisti e pianificatori economici di fronte alla verità. Qual'è la verità? Questa: la libertà economica, quando accompagnata con l'orientamento verso il futuro di molti membri della società, può portare e porta ad una riduzione della fame, della povertà e ad un aumento delle possibilità. La crescita economica massima è raggiunta quando un ampio numero di persone in una società adotta volontariamente la seguente visione del mondo:

  1. Fiducia che questo mondo non è casuale, che è governato da principi morali duraturi (per esempio, un'etica non-pragmatica, non-Confuciana).
  2. Impegno a servire i consumatori come la più alta autorità (per esempio, poche regolamentazioni del governo sono state approvate per favorire i produttori: anti-mercantilismo).
  3. Un impegno politico a difendere leggi civili prevedibili le quali difendono la proprietà privata ("Tu non ruberai").
  4. Disponibilità a competere coi nuovi arrivati, per esempio, libere entrate nel mercato (anti-brevetti, anti-burocrazia).
  5. Orientamento verso il futuro: persone ottimiste che sono pronte ad investire (consumi rinviati).

Non è compito dello Stato creare un ampio orientamento verso il futuro; non è neanche compito dello Stato finanziare le attività degli altri. Il compito dello Stato è di portare sanzioni negative contro coloro che commettono un male comune. Deve difendere i diritti dei proprietari sui loro diritti come proprietari, non i "diritti di proprietà".

Il problema per le nazioni sottosviluppate non è che hanno ricevuto pochi aiuti economici dai governi occidentali, bensì troppi. Hanno adottato le false idee di tre o più generazioni di intellettuali occidentali che non credono che gli individui possano e debbano regolamentare i propri affari, portare i propri fardelli e raccogliere le proprie ricompense. Invece i critici della libertà considerano lo Stato come un agente sovrano che possiede sufficiente coscienza e sufficiente creatività per produrre ricchezza per tutti. Quello che lo Stato ha fatto è stato impoverire coloro che hanno poche riserve economiche per sostenere le decisioni disastrose dei pianificatori economici del governo.

Il mondo non ha bisogno di meno persone; ha bisogno di meno burocrati.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. Ciao Francesco,

    Questo lungo aticolo di North, in tre parti, e' davvero illuminante nella sua disarmante semplicita'.
    Ed il filo conduttore resta sempre lo stesso: le mille tattiche messe in opera per il controllo della fattoria. Le elite ci considerano stupidi irresponsabili animali da correggere e dominare ed il trucco principe e' proprio quello di convincerci o perlomeno di convincere il maggior numero possibile di individui che sono intimamente votati alla autodistruzione se non adeguatamente ( coercitivamente) indirizzati e regolamentati.
    Percio' ben vengano i regolatori di ogni settore della esistenza umana. Ben vengano gli esperti. Ben vengano i leader con la loro vision collettiva. Ben vengano le guide, i condottieri (da non disturbare), i... duci.
    Ben vengano le tassazioni esorbitanti per un mondo migliore. Ben vengano gli espropri. Ben venga la galera o l'infamia mediatica o la morte civile o fisica per chi non si adegua. Ben venga l'etica superiore del gregge. Ben venga un esercito di omini irregimentati, il gregge di prima addestrato da muta di cani aggressivi.

    Come e' facile ingannare il prossimo! Come e' facile prenderlo per il culo!
    Come e' facile condurre il pesce nella nassa con una esca appropriata!

    Tanti anni fa vidi un film sui pesci combattenti... Non ne rammento il titolo, c'era Matt Dillon se non erro.

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  2. Quel film, da noi Rusty il selvaggio, c'entra poco o nulla con l'articolo di North, ma me l'ha fatto ricordare l'immagine della nassa. Associazione di idee. Imprevedibile.

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