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venerdì 10 giugno 2011
Fumo, Specchi ed Aspettative sull'Inflazione
Adesso anche la Federal Reserve inizia ad ammettere che le cose stanno "un pò" scivolando dalle mani. La Federal Reserve di New York, infatti, ha ammesso che l'inflazione sta mettendo il piede sull'acceleratore. Ovviamente con tanto di disegnini per gli imbecilli come William Dudley. Il suddetto bastardo infatti qualche mese fa andava allegramente dicendo (sputandolo in faccia alla gente) come si potesse comprare un iPad2 al prezzo di un iPad1. Al che (non un giornalista) arriva la "botta" dal pubblico: "I can't eat an iPad!" Sissignori, perchè i sapientoni delle banche centrali pensano che l'inflazione sia quella senza i costi di cibo ed energia; infatti finché si cambia paniere a fantasia tuuuuuuuutttto andrà per il meglio. Almeno per Wall Street, Main Street come al solito farà la fame.
Le uniche cose sensate da fare ora sono due: 1) Suonare al campanello della casa di Mr. Dudley e ricordagli, con scarso garbo, quanto demente egli sia; 2) leggere gli aggiornamenti sulla situazione economica attraverso l'analisi di Shostak.
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di Frank Shostak
Alcuni cronisti credono che la tempistica della Federal Reserve nell'uscire dal suo stimolo monetario da record, potrebbe essere determinata dalle aspettative sull'inflazione (una misura popolare delle aspettative sull'inflazione é la differenza tra il tasso d'interesse dei buoni del Tesoro a 10 anni ed il tasso d'interesse dei titoli del Tesoro a 10 anni protetti dall'inflazione [TIPS]). Dopo aver stabilito un 1,5% ad agosto dell'anno scorso, questa misura sulle aspettative inflazionistiche è balzata al 2,6% ad aprile. Per la maggior parte degli esperti, incluso il presidente della FED Ben Bernanke, tali aspettative sono la forza trainante del processo inflazionistico rappresentato dai cambiamenti nell'indice dei prezzi al consumo (CPI)[1] (infatti c'é un ritardo temporale tra i cambiamenti nelle aspettative sull'inflazione ed il tasso annuale di crescita del CPI [si veda il grafico]).
Questi cronisti credono che ci sono vari shock che potrebbero incrementare le aspettative sull'inflazione ed a loro volta il tasso di inflazione. Per esempio, se un brusco aumento nel prezzo del petrolio causasse aspettative inflazionistiche maggiori, ciò potrebbe mettere in moto una crescita vertiginosa di inflazione nei prezzi.
Se in qualche modo le aspettative potrebbero essere rese meno reattive ai vari schock di prezzi, allora ciò nel tempo mitigherebbe l'effetto di uno shock di prezzi sull'inflazione nei prezzi. Quindi, c'é un modo per rendere queste aspettative meno sensibili ai vari shock di prezzi?
Bernanke ed altri esperti credono che é possibile portare le aspettative inflazionistiche ad uno stato d'equilibrio mediante politiche trasparenti della banca centrale. In un simile stato d'equilibrio, affermano, le aspettative sono perfettamente ancorate oppure non sono sensibili ai cambiamenti nei vari dati economici.
Secondo questo modo di pensare, una volta che le aspettative inflazionistiche sono ben ancorate ai vari shock di prezzi, come bruschi aumenti nei prezzi del petrolio o del cibo, probabilmente esse saranno di natura transitoria. Ciò vuol dire che nel tempo gli shock di prezzi improbabilmente avranno molto effetto sul tasso d'inflazione.
Da notare che quello che conta secondo questo modo di pensare é l'inflazione nei prezzi. Pertanto il presidente della FED e molti economisti credono che per essere in grado di seguire l'inflazione, devono prestare attenzione all'inflazione core — cambiamenti percentuali nell'indice dei prezzi al consumo senza cibo ed energia.
Secondo Bernanke ed altri esperti, é difficile portare le aspettative inflazionistiche ad uno stato d'equilibrio fintanto che agli individui non é chiaro il preciso target di inflazione a cui i dirigenti della FED stanno puntando.
Assolutamente nulla viene detto qui sul possibile ruolo che i cambiamenti nell'offerta di denaro potrebbero avere negli incrementi generali dei prezzi. Senza un precedente incremento nell'offerta di denaro non ci può essere un incremento generale nei prezzi (che il pensiero popolare etichetta come inflazione).
Ci Può Essere Inflazione senza un Incremento nell'Offerta di Denaro?
Cos'é il prezzo di un bene? E' la quantità di dollari pagati per unità di un bene. Dopo ovviamente, per una data quantità di beni reali, se la riserva di denaro rimane inalterata, anche la quantità di dollari spesa per unità di bene rimarrà inalterata (rimanendo tutte le altre cose uguali). In modo da avere un aumento generale nei prezzi dobbiamo avere un incremento nella riserva di denaro. Potrebbero quindi essere le aspettative sull'inflazione a causare un generale aumento nei prezzi senza un precedente aumento nell'offerta di denaro?
Diciamo che per un improvviso e brusco aumento nel prezzo del petrolio, le persone abbiano formulato maggiori aspettative sull'inflazione. Se la riserva di denaro rimane inalterata, non c'è alcun incremento nei prezzi che può avere luogo, restando uguali tutte le altre cose.[2] Tutto quello che avremo qui è una situazione dove i prezzi del petrolio e dei beni legati all'energia sono andati su ed i prezzi di altri beni e servizi sono andati giù.
Contrariamente a Bernanke ed agli economisti mainstream, sono i cambiamenti nell'offerta di denaro — non le aspettative sull'inflazione — che sostengono gli aumenti generali dei prezzi. Senza il sostegno da parte dell'offerta di denaro, nessuna accelerazione generale nell'inflazione dei prezzi può aver luogo, nonostante le aspettative sull'inflazione.
Infatti i cosidetti shock di prezzi tendono ad arrivare, per la maggiore, a causa di precedenti aumenti nella quantità di dollari generati dalla FED e dal sistema bancario.
Quando il nuovo denaro viene generato, non entra all'istante in tutti i mercati. Si muove sequenzialmente da un mercato ad un altro mercato — c'è un ritardo temporale tra i cambiamenti nell'offerta di denaro ed i cambiamenti nei prezzi di beni e servizi. Per alcuni beni il ritardo temporale tende ad essere breve, mentre per altri può essere molto lungo.
Ciò non vuol dire che un aumento del prezzo di un particolare bene non può essere causato da una brusca caduta nella sua offerta. Ma un incremento generale nei prezzi di tutti i beni non può aver luogo senza precedenti incrementi nell'offerta di denaro.
La maggior parte degli economisti é sdegnosa dell'offerta di denaro fintanto che la discussione verte su aumenti nei prezzi di beni e servizi. La ragione principale per ciò é che l'offerta di denaro non é sempre ben correlata con i cambiamenti nei vari indici di prezzo.
Quando si parla di ritardo temporale variabile dai cambiamenti nel denaro ai cambiamenti nei vari indici di prezzo, non é sempre possibile articolare graficamente l'importanza che il denaro ha nel guidare l'aumento generale dei prezzi.
Quello che conta qui, comunque, non é la correlazione statistica in quanto tale ma se sia logicamente possibile avere un generale aumento dei prezzi senza un precedente aumento nell'offerta di denaro.
Il tasso annuale di incremento nella nostra misura monetaria AMS[3] dal 2,4% di giugno dell'anno scorso al 10,6% del maggio di quest'anno, aumenta le probabilità di un brusco incremento nel momento ci crescita del CPI nei mesi a venire (si veda il grafico).
La pressione al rialzo nel momento di crescita del CPI, causata da questo forte incremento nell'offerta di denaro, non può essere neutralizzata da una politica trasparente da parte della FED. Questo probabile incremento nel tasso annuale di crescita del CPI non avverrà per conto di un incremento nelle aspettative sull'inflazione, ma piuttosto per conto di un incremento nell'offerta di denaro, restando uguali tutte le altre cose.
Infatti un incremento nelle aspettative sull'inflazione arriva sempre come ultima risposta agli incrementi nell'offerta di denaro (un incremento nell'offerta di denaro spinge i prezzi generali in su e ciò a sua volta solleva le aspettative sull'inflazione).
Conclusione
Il recente aumento nelle aspettative sull'inflazione potrebbe regolare la tempistica della banca centrale degli Stati Uniti per iniziare a rimuovere il suo stimolo monetario da record. Per il momento il presidente della FED Ben Bernanke ed altri esperti credono che i vari shock dietro l'incremento nelle aspettative sull'inflazione sono di natura transitoria. Ciò vuol dire che col tempo gli shock di prezzi improbabilmente avranno molto effetto sugli incrementi generali dei prezzi. Da qui gli esperti sostengono che fintanto che la FED resta trasparente riguardo la sua politica, questi shock non avranno molto effetto sul tasso d'inflazione. Ma secondo questo modo di pensare, nulla viene detto sul ruolo che i cambiamenti nell'offerta di denaro avranno sugli incrementi generali dei prezzi.
A prescindere dalle aspettative sull'inflazione, un incremento generale dei prezzi non può emergere senza un precedente aumento nell'offerta di denaro. Un incremento visibile nel momento di crescita dell'offerta di denaro durante giugno dell'anno scorso e maggio di quest'anno, ha già gettato le basi per un ulteriore rafforzamento nel momento di crescita del CPI.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Note
[1] Ben S. Bernanke‚ Inflation Expectations and Inflation Forecasting.‚Äù 10 giugno 2007, discorso al NBER.
[2] Non ci sarebbe abbastanza denaro per causare un incremento generale dei prezzi.
[3] Frank Shostak, "The Mystery of the Money Supply Definition", Quarterly Journal of Austrian Economics, volume 3, numero 4 (Inverno 2000).[Scarica il PDF]
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