__________________________________
di Gary North
La Federal Reserve è la banca centrale degli Stati Uniti. Fu fondata dal Congresso nel 1913 per fornire alla nazione un sistema finanziario e monetario più sicuro, più flessibile e più stabile. Negli anni il suo ruolo nel sistema bancario ed economico si è espanso.
Il paragrafo (in corsivo) è l'introduzione di un opuscolo pubblicato dalla Federal Reserve, The Federal Reserve System: Purposes and Functions (nona edizione, 2005). E' stato stampato in continuazione sin dal 1939.
Questo paragrafo è preso in alta considerazione dall'elite degli intellettuali degli Stati Uniti. E' preso in alta considerazione da quasi tutti gli accademici in ogni settore scientifico sociale. Non troverete un testo universitario che introduce all'economia o alla storia americana, pubblicato da una qualsiasi grande azienda, che non accetti la verità di questo paragrafo.
Una delle difficoltà che affrontano i critici del sistema bancario centrale di tutto il mondo, è che gli economisti accademici sono quasi tutti sostenitori del sistema bancario centrale.
Per capire perchè le cose stanno così, dobbiamo inquadrare l'economia bancaria come un insieme di cartelli economici.
- Tutti i sistemi bancari centrali sono basati sull'autorizzazione e sulla regolamentazione da parte del governo.
- Tutte le autorizzazioni e le regolamentazioni creano barriere d'entrata.
- Tutte le barriere create dal governo per entrare creano cartelli.
- Tutte le banche centrali sono poliziotti del cartello bancario nazionale.
Nessun capitolo sul sistema bancario centrale di un qualsiasi libro di testo introduttivo o superiore pubblicato da un editore mainstream parla del sistema bancario centrale in questa ottica. Il capitolo sul sistema bancario centrale è trattato diversi capitoli dopo quello sul denaro e sul sistema bancario. I due capitoli non hanno riferimenti incrociati.
Ciò è andato avanti sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Potrebbe essere andato avanti anche da prima, ma i libri di testo di quel tempo sono difficili da rintracciare. Le biblioteche universitarie gettano via i vecchi libri di testo. Ciò rende difficile per gli sotrici del pensiero in un qualsiasi campo redigere la storia secondo l'opinione universitaria.
[Nota: le biblioteche inoltre non proibiscono le riviste popolari. Sarebbe impossibile scrivere un'accurata storia del pensiero sociale americano senza l'accesso al Reader's Digest, il Saturday Evening Post, il Ladies Home Journal ed il Cosmopolitan. Tuttavia non esiste facile accesso a nessuna di esse. Ecco perchè i libri sul pensiero sociale americano sono per la maggior parte storie di quello che gli accademici hanno scritto su cosa percepivano che fossero le tendenze importanti segnate da libri campioni d'incassi, film e qualche sondaggio.]
L'ECONOMIA DEI CARTELLI
Tutte le scuole d'economia criticano allo stesso modo i cartelli. Leggete il capitolo sui cartelli in un qualsiasi libro di testo universitario che introduce all'economia. Le analisi in ognuno di questi saranno per lo più le stesse. I cartelli sono presentati come gruppi organizzati di produttori con interessi propri che usano l'interventismo del governo per mantenere fuori dal mercato produttori più efficienti. Queste associazioni si oppongono al taglio dei prezzi da parte delle singole imprese. Cercano di creare accordi entro l'industria per frenare il taglio dei prezzi. Tutte le scuole d'economia considerano questo fatto che sia contro gli interessi del consumatore. I cartelli promuovono azioni per frenare il commercio.
Il capitolo standard sui cartelli identifica il cartello come un aspetto di monopolio. Un monopolio è definito come un singolo venditore che estrae un'eccedenza economica frenando la produzione, consentendogli pertanto di richiedere un prezzo più alto di quello che sarebbe stato se ciò che viene venduto fosse potuto essere prodotto senza restrizioni. Un cartello è un sistema di monopolio basato su più di un produttore.
Gli economisti riconoscono che pochi, se non alcun monopolio, potrebbe esistere senza l'interventismo del governo (la perenne eccezione, il bicarbonato di soda della Arm & Hammer, non è mai discussa. Merita almeno una tesi di un insegnante).
Nessun cartello diviene legge con questo messaggio:
«Vogliamo che facciate passare leggi contro le compagnie che offrono ai compratori beni a bassi prezzi. Tali offerte riducono i nostri margini di profitto. Vogliamo massimizzaree il nostro profitto netto mantenendo alti i prezzi al dettaglio. Noi non possiamo mantenere forme innovative fuori dal mercato, ma voi potete. Vogliamo che voi facciate passare leggi contro la vendita di beni, a meno che queste aziende concordino di non vendere a prezzi più bassi di quelli fissati dalle nostre organizzazioni.»
Invece diviene legge con questo messaggio:
«La gente è esposta a beni di bassa qualità che mettono le persone in pericolo. Se la legge rimane ferma senza far nulla permettendo a produttori non qualificati e privi di esperienza di sfruttare l'ignoranza della gente, l'uomo comune sarà esposto a gravi rischi. Il miglior modo di proteggere la gente è che tutti i prodotti combacino con gli standard di qualità e che tutti i produttori siano certificati dalla legge. Il governo dovrebbe fissare gli standard di base e richiedere a tutti i produttori di rispettarli.»
Il cartello poi scrive gli standard, cosicché i nuovi e scarsamente sovvenzionati concorrenti sono mantenuti fuori. Le tariffe legali per prendere l'autorizzazione a vendere un prodotto a basso costo, manterranno la maggior parte delle nuove aziende fuori dal mercato.
Il capitolo sui cartelli offre un reseconto dettagliato di come il cartello cerca l'interventismo del governo, nel suo programma, per frenare il commercio e limitare l'entrata nel mercato. Il libro di testo incoraggia lo studente a pensare tramite le implicazioni che hanno le restrizioni d'entrata fissate dal cartello. Presenta ciò come una ricerca egoistica di profitti maggiori a spese della scelta del consumatore.
Niente di ciò è applicato al sistema bancario centrale.
UN CASO DI STUDIO
Si consideri la quinta edizione del libro di testo pro-libero mercato di Roger Leroy Miller, Economics Today (1985). Fu pubblicato nel mezzo della crisi dei risparmi e dei prestiti e dei salvataggi del governo federale.
Il capitolo 28 è dedicato a "Lavoro: Offerta di Monopolio, Domanda di Monopolio". C'è una breve discussione di un cartello. Il capitolo è indirizzato agli studenti universitari americani. Questa discussione riferisce della NCAA, la National Collegiate Athletics Association. E' abbastanza accurata. La NCAA è un cartello che si occupa di mantenere bassi i costi del lavoro: per gli atleti. L'autore offre questa definizione di cartelli:
«Qualsiasi organizzazione o accordo fatto da un membro di entità indipendenti per coordinare l'acquisto di decisioni di vendita o acquisto, cosicché tutte loro guadagnino dei profitti da monopoli o da monopsoni (p. 638).»
Centinaia di pagine prima, il Capitolo 14 è "Denaro e Sistema Bancario". Termina con una descrizione – e nessuna analisi economica – della Federal Reserve. Allo studente non sono stati ancora forniti gli strumenti concettuali necessari per capire il sistema bancario, ovvero, l'economia dei cartelli. Questa presentazione avviene mesi dopo, presumibilmente nel secondo semestre.
Il Capitolo 15, "Il Processo della Creazione di Denaro", include una descrizione – senza analisi economica – della creazione delle riserve delle banche sotto la supervisione della Federal Reserve. Non c'è alcuna discussione sugli effetti che hanno gli incrementi dell'offerta monetaria nel trasferire la ricchezza. La frase "denaro creato dal nulla" non compare. Non c'è alcuna presentazione del gold standard internazionale, dal 1815 al 1914. C'è una sezione sul FDIC, interamente laudatoria, ma senza alcuna analisi dell'effetto che l'assicurazione obbligatoria del governo ha sia sulla distribuzione del rischio sia sui costi d'informazione.
C'è una descrizione del gold standard nel Capitolo 35. E' solo di due pagine. Descrive come il sistema abbia funzionato prima del 1933. La sezione termina con queste parole:
«Ogni paese vuole controllare la propria offerta di denaro. Anche un gold standard modificato cadrebbe in pezzi presto o tardi a causa di questo desiderio e, difatti, è accaduto negli anni trenta (p. 784).»
Da notare la categoria non-economica, "paese". E' lasciata indefinita nel libro. Miller ha scritto "paese", ma vuole dire – ma avrebbe voluto dire – il cartello bancario di banchieri importanti, il sistema imposto dalla Federal Reserve che ha persuaso Franklin Roosevelt a confiscare unilateralmente tutte le monete d'oro e tutti i certificati di debito denominati in oro di tutti i residenti degli Stati Uniti e di tutti i cittadini americani, non importa dove vivessero. Poi, nel 1934, Roosevelt aumentò il prezzo dell'oro del 75% (da 20$ a 35$ l'oncia), che la Federal Reserve spese immediatamente per acquistare debito del Tesoro.
Questo è quello che vogliono i "paesi", perchè ciò è quello che gli economisti accademici vogliono: denaro creato dal nulla ed economisti accademici come consiglieri.
Il Capitolo 16 è su "La Federal Reserve e la Politica Monetaria". C'è una sezione su Milton Friedman ed anche (senza attribuzione) sulla famosa (e tautologica) equazione di cambio: MV-PQ, che Friedman ed i suoi pari presero da Irving Fisher, l'economista di Yale che predisse a settembre del 1929 che la borsa aveva raggiunto un'altezza definitiva, il quale poi perse la sua fortuna nel crollo.
L'unica critica fatta alla FED dal libro di testo è lo standard d'acconto, basata su Monetary History of the United States di Mitlon Friedman (1963), secondo cui la FED fallì nel creare abbastanza denaro, 1930-1933 (p. 351).
Il libro di testo solleva la domanda se la FED dovesse essere indipendente dal Congresso. L'autore non dice categoricamente "no". Non fa menzione che la FED, creata dal governo, dovrebbe pertanto trovarsi sotto l'autorità del governo. Non menziona mai la presunta indipendenza di qualsiasi altra entità creata dal governo. Solo la FED può pretendere questa potenzialità.
Non c'è alcuna discussione del fatto che l'economia del sistema bancario centrale si conforma esattamente all'economia di un cartello.
Non c'è alcuna discussione sugli atti istitutivi delle banche scritti dai governi per fungere da barriera d'entrata, con inveitabili ritorni di monopolio.
Non c'è alcun riferimento al sistema bancario libero: libera entrata nel mercato da parte di imprenditori privati.
C'è solo il suggerimento che il Congresso possa stabilire "una regola monetaria". Ciò è definito come segue: "Un tipo di politica monetaria in cui c'è una regola che specifica il tasso di crescita di alcuni aggregati monetari" (p. 354). Questo è un riferimento indiretto alla famosa – ed universalmente ignorata – raccomandazione di Friedman di un incremento annuale dal 3% al 5%. Per M-1? M-2? L'autore non lo dice.
Non c'è bisogno di dire che non vi è alcun riferimento per il libero sistema bancario di Ludwig von Mises – un mondo senza governi che autorizzano le banche al fine di limitare il commercio. Non c'è alcun riferimento al gold standard di Murray Rothbard. Non c'è alcun riferimento alla spiegazione di Rothbard per la Grande Depressione, America's Great Depression (1963): il primo gonfiamento dell'offerta di denaro, 1926-1929. Non c'è alcun riferimento al suo libro di testo sul denaro ed il sistema bancario, The Mystery of Banking (1984), che mostra gli effetti imposti di trasferimento della ricchezza operati dalla riserva frazionaria. Il libro mostra che la FED è un cartello creato dal governo.
In tutto ciò il libro di testo di Miller è conformato a tutti i libri di testo universitari, che evitano fermamente riferimenti alla teoria Austriaca del ciclo economico.
In uno di quei casi fortunati della vita, il libro include un glossario. A causa dell'ordine alfabetico, "Central bank" si trova dopo "Cartel". La voce per "Cartello" fa riferimento a pagina 638, dove leggiamo:
«Qualsiasi organizzazione o accordo fatto da un membro di entità indipendenti per coordinare decisioni di vendita o acquisto, cosicché tutte loro guadagnino profitti da monopoli o da monopsoni.»
La voce per "Banca centrale" fa riferimento a pagina 309, dove leggiamo in una nota:
«Banca centrale. Una banca del banchiere, di solito un'istituzione ufficiale che serve inoltre come banca del Tesoro di un paese. Le banche centrali regolano le banche commerciali.»
Non c'è alcuna definizione economica qui, diversamente dalla definizione di cartello. C'è solo una descrizione – una descrizione pienamente in accordo con quella fornita dalla Federal Reserve, all'inizio del 1913.
KINGS-X
Qualsiasi libro di testo che fornisce solo una descrizione di cosa fa un cartello, basato sulle pubblicazioni del cartello stesso, non sarebbe pubblicato da un editore mainstream. Gli economisti nelle scuole non accetterebbero una tale descrizione delle operazioni economiche e degli scopi di un cartello.
Allo stesso modo, ogni libro di testo che descrive l'operato di una banca centrale come un cartello, con un'analisi economica dettagliata per fornire risposte chiare a tre domande economiche – "Chi vince? Chi perde? Come?" – anch'esso potrebbe non essere pubblicato. Gli economisti nelle scuole non accetterebbero una tale presentazione basata sulla Scuola Austriaca.
Per oltre un secolo la stragrande maggioranza delle gilde degli economisti ha sostenuto una posizione a "salvaguardia" del sistema bancario centrale. Le domande economiche che sono la base dell'analisi economica per ogni altra istituzione – "Chi vince? Chi perde? Come?" – non sono mai applicate alle banche centrali. Le descrizioni fornite dalla banca centrale sono dei sostituti che si inseriscono in un'analisi basata sui concetti economici della domanda e dell'offerta però sotto il controllo della regolamentazione del governo.
In breve, la banca centrale riceve un regalo dalle principali scuole d'economia: Keynesiani, monetaristi, teorici delle scelte pubbliche, teorici delle aspettative razionali e coloro che sostengono l'offerta. Le eccezioni sono fanno parte delle interpretazioni cosiddette marginali: Marxisti ed Austriaci. Non ci sono molti membri di entrambe le scuole che insegnano in dipartimenti d'economica e non ci sono libri di testo Marxisti o Austriaci pubblicati da nessun grande editore di libri di testo.
Non sto dicendo che il sistema bancario è il solo che ha protezione da parte degli economisti. Un altro sistema ce l'ha: l'istruzione universitaria.
Queste due eccezioni possono essere spiegate secondo la fondamentale categoria economica degli interessi personali. Non è negli interessi personali degli economisti stipendiati, che insegnano all'intero del cartello dell'istruzione, applicare l'economia dei cartelli ai loro datori di lavoro. "Non mordere la mano che ti nutre".
Coloro in possesso di un dottorato hanno pagato un alto prezzo per il loro titolo di studio: anni di rinunce a guadagni, lo sforzo di imparare ovvie siocchezze intellettuali, tasse universitarie, tasse sui libri scolastici ed anni di servilismo verso professori di un certo livello o di un altro e per un certo livello ad un altro. Come gli apprendisti nelle gilde medievali, cercano guadagni al di sopra di quelli di mercato attraverso l'entrata in un cartello. Una volta dentro non vogliono che la gilda perda la sua capacità di imporre barriere d'entrata. Perdere questo potere significherebbe affrontare la concorrenza del libero mercato. Hanno lavorato troppo duro, e per troppo tempo, per accettare questo risultato.
Gli accademici sono, secondo il linguaggio dell'economia mainstream, in cerca di rendita.
Per questo gli economisti non applicano l'analisi economica al cartello accademico. Per il NCAA, forse, ma non al cartello accademico stesso.
Quindi che dire della Federal Reserve? Perchè anch'essa è immune?
PORTABORSE DELLA FEDERAL RESERVE
In un mondo di cartelli del crimine, un portaborse fa delle commissioni per il cartello portando il denaro ai politici e ad altri che aiutano il cartello a guadagnare immunità dalla critica pubblica. Tenete a mente ciò.
[Nota: il portaborse più famoso nella storia americana fu Anthony Ulasewicz, il Portaborse del Watergate.]
Il Huffington Post nel 2009 ha pubblicato un articolo fondamentale: "Senza prezzo: Come la Federal Reserve Ha Comprato la Professione Economica".
Nel 1993, veniamo a sapere, Greenspan informò la House Banking Committee che 189 economisti lavoravano per il Consiglio Direttivo (un'operazione di governo) e 171 lavoravano per le 12 delle banche regionali Federal Reserve (possedute da privati). Poi c'erano 703 membri tra staff di supporto e statistici. Questi venivano dai ranghi degli economisti.
Questa è solo una parte della storia: la classica punta dell'iceberg. Dal 1991 al 1994 la FED ha sborsato 3$ milioni ad oltre 200 professori per condurre richerche.
Ciò ancora va avanti. C'è stata una crescita. Il Consiglio Direttivo ora impiega 220 economisti laureati. Ma la vera crescita è risultata nei contratti:
«Una portavoce della FED dice che le esatte cifre per il numero degli economisti sotto contratto non erano disponibili. Ma, ella dice, la Federal Reserve ha speso 389,2$ milioni nel 2008 per la "politica moentaria ed economica", denaro speso per analisi, ricerche, raccolta di dati e studi sulla struttura di mercato; 433$ milioni sono stati programmati per il 2009.»
C'è un grande giro di denaro. Questa quantità di denaro, dice l'autore, è sufficiente a comprare il silenzio. Aggiunge che ci sono meno di 500 laureati come membri dell'American Economic Association, le cui specialità spaziano dal denaro e dai tassi d'interesse alla finanza pubblica. Nel settore privato circa 600 fanno parte del National Association of Business Economists' Financial Roundtable.
Se si contano gli economisti esistenti a libro paga, gli economisti a libro paga del passato, gli economisti che ricevono sovvenzioni e coloro che vogliono entrare nell'affare, "ti ritrovi una significativa maggioranza del settore".
In aggiunta la FED ha editori delle riviste accademiche sul suo libro paga o sulla lista delle sovvenzioni:
«E' molto importante, se si è precari e non si ha un impiego permanente, mostrare che si è stimati dalla Federal Reserve", dice Jane D'Arista, una critica della FED ed un'economista del Political Economy Research Institute alla University of Massachusetts, Amherst.»
CONCLUSIONE
La Federal Reserve è intoccabbile all'interno del mondo accademico. Ma sta iniziando a raccogliere critiche all'esterno del mondo accademico. Il bust ed il salvataggio dell'autunno del 2008 hanno mandato un messaggio che ha finalmente penetrato le barriere all'informazione imposte dai Vecchi del Settore: "Il sistema bancario è manipolato a favore delle grandi banche". Questo è stato vero sin dal 1914.
La FED è ancora omaggiata all'interno del mondo accademico. Ma non su internet.
Il QE2 gli si ritorcerà contro. Ci sarà o inflazione nei prezzi o un altro tentativo di exit strategy. L'exit strategy del 2010 ha fallito, come potete vedere qui.
Non c'è alcuna exit strategy permanente oltre quella della Grande Depressione 2. Quando arriverà, o prima oppure dopo l'iperinflazione, i "Kings-X" della FED nei ranghi del mondo accademico, con i loro portafogli della pensione decimati, avranno finalmente termine.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Johnny!!! Stai lavorando tantissimo!
RispondiEliminaMa che bravo!!!!!!
Oggi mi è arrivato il link ad un video moooolto interessante sulla crisi americana. La parte ultima, sugli investimenti si può saltare tranquillamente ma la prima parte.... da brivido!
http://www.stansberryresearch.com/pro/1103PSIEOAVD/MPSIM519/PR
Ciao!
Diciamo che ultimamente ho più tempo libero del solito :)
RispondiEliminaIl video ricordavo di averlo visto tempo addietro, mi piaceva soprattutto la parte in cui parlava del petrolio pagato in dollari come strategia geopolitica mondiale per avere nella tasca tutti gli altri paesi (un vantaggio non da poco); volevo dedicargli un post, ma di quel video mi annoiava la "pubblicità".
Concordo: tremendo come gli americani vendono SEMPRE! personalmente ho preferito scaricare la versione scritta e quando sono arrivata alla parte "piazzista" ho chiuso...;-)
RispondiElimina