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di Murray N. Rothbard
[Estratto da For a New Liberty (1973)]
Il lavoro forzato permea la nostra struttura legale e giuridica. Così le venerate procedure giuridiche si basano su deposizioni forzate. Dal momento che è evidente nel libertarismo che debba essere eliminata tutta la coercizione — in questo caso, tutto il lavoro fozato — contro chiunque eccetto i criminali colpevoli, ciò vuol dire che anche la deposizione obbligata deve essere abolita. Negli anni recenti, è vero, le corti sono state attente a proteggere il Quinto Emendamento secondo cui nessun presunto criminale debba essere forzato a testimoniare contro se stesso — per fornire materiale alla sua stessa condanna. Le varie legislazioni hanno significativamente indebolito questa protezione facendo passare leggi sull'immunità, offrendo immunità contro la persecuzione se qualcuno avesse testimoniato contro i suoi compari — e, inoltre, obbligando il testimone ad accettare l'offerta e testimoniare contro i suoi associati. Ma forzare da chiunque una deposizione per una qualsiasi ragione è un lavoro forzato — e, inoltre, è simile al rapimento, dal momento che la persona è forzata ad apparire all'udienza o al processo e poi è forzata a fornire la deposizione. Il problema non è solo quello delle leggi sull'immunità; il problema è di eliminare tutte le deposizioni forzate, inclusi i mandati di comparizione per i testimoni di un crimine e poi forzarli a testimoniare. Nel caso dei testimoni, non esiste alcun reato di colpevolezza a loro carico quindi l'uso della forza su di loro — un'usanza che nessuno ha messo in dubbio finora — ha anche meno giustificazioni di una deposizione forzata da parte di criminali accusati.
Infatti il potere di emanare un mandato di comparizione dovrebbe essere abolito, perchè tale potere obbliga la presenza ad un processo. Anche il criminale accusato o il danneggiante non dovrebbero essere forzati a presentarsi al loro stesso processo, dal momento che non è stato ancora condannato. Se egli/ella è difatti — secondo il principio eccellente e libertario della legge Anglosassone — innocente fino a prova contraria, allora le corti non hanno alcun diritto di costringere l'imputato a presenziare al suo processo. Per ricordare, la sola esenzione alla proibizione della servitù involontaria del Tredicesimo Emendamento è: "eccetto come punizione per un crimine di cui la parte dovrebbe essere stata puntualmente condannata". Una parte accusata non è stata ancora condannata. Il massimo che le corti dovrebbero essere in grado di fare, quindi, è notificare all'imputato che sarà processato ed invitare lui/lei o il suo avvocato a presentarsi; altrimenti se si sceglie l'assenza, il processo procederà in absentia. Poi, ovviamente, l'imputato non godrà della migliore delle presentazioni per il suo caso.
Sia il Tredicesimo Emendamento sia il credo libertario considerano eccezione il criminale condannato. Il libertario crede che un criminale perda i propri diritti nella stessa estensione con cui ha aggredito i diritti altrui e pertanto che sia permissibile incarcerare il criminale condannato e sottoporlo/a a servitù involontaria per tale livello. Nel mondo libertario, tuttavia, lo scopo dell'imprigionamento e della punizione sarebbe indubbiamente differente; non ci sarebbe alcun "procuratore distrettuale" che si permette di fare un processo a nome di una "società" non esistente e poi punire il criminale nell'interesse della "società". In questo mondo l'avvocato rappresenterebbe sempre la singola vittima e la punizione sarebbe pretesa per andare a beneficio di quella vittima. Così un obiettivo cruciale della punizione sarà forzare il criminale a ripagare la — operare una restituzione alla — vittima. Un tale modello era pratica comune nell'America coloniale. Invece di incarcerare, diciamo, un uomo che aveva rubato un contadino nel distretto, il criminale era coercitivamente messo a contratto sinallagmatico con il contadino — in effetti, "schiavizzato" per dirla tutta — per lavorare per il contadino finchè il suo debito non fosse ripagato. Difatti durante il Medioevo, la restituzione alla vittima era il concetto dominante di punizione. Solo quando lo Stato è divenuto più potente le autorità governative — i re ed i baroni — si sono invischiate sempre di più nel processo di compensazione, confiscando sempre più spesso la maggior parte della proprietà del criminale per se stessi e trascurando la sventurata vittima. E quando l'enfasi cambiò dalla restituzione alla punizione per crimini astratti "commessi contro lo Stato", le punizioni pretese dallo Stato sui malfattori divennero più severe.
Come il professor Schafer scrive: "Visto che lo Stato ha monopolizzato l'istituzione della punizione, i diritti della parte lesa furono lentamente separati dalla legge penale". Oppure con le parole del criminologo di inizio secolo William Tallack:
«Era principalmente dovuto alla vorace avidità dei baroni feudali e dei poteri ecclesiatici medioevali che i diritti della parte lesa furono gradualmente calpestati ed infine, in gran parte, appropriati da queste autorità, che pretendevano una doppia vendetta, difatti, sul trasgressore confiscando la sua proprietà per se stessi invece che darla alla sua vittima e poi lo punivano sbattendolo nelle segrete, torurandolo, mettendolo al rogo o alla forca. Ma la vittima del torto era praticamente ignorata.»[1]
In ogni caso, mentre il libertario non si oppone alla prigione di per se, si tira indietro di fronte a diverse pratiche comuni al presente sistema giuridico e penale. Una è la prigionia a lungo termine imposta all'imputato mentre attende il processo. Il diritto costituzionale ad un "processo veloce" non è arbitrario ma un modo di ridurre la lunghezza della servitù involontaria prima della condanna per un crimine. Infatti, eccetto in quei casi in cui il criminale è stato colto in flagrante ed in cui una certa ipotesi di colpevolezza già esiste, è impossibile giustificare qualsiasi imprigionamento prima della condanna, per non parlare prima del processo. Ed anche quando qualcuno è colto in flagrante, c'è un'importante riforma che deve essere istituzionalizzata per mantenere il sistema onesto: sottomettere la polizia e le altre autorità alla stessa legge usata per chiunque altro. Come verrà discusso più avanti se si suppone che tutti siano soggetti alla stessa legge, allora esonerare le autorità da questa legge concede loro una licenza legale a commettere un'aggressione continua. Il poliziotto che scopre un criminale e lo arresta, e le autorità giuridiche e penali che lo incarcerano prima del processo e della condanna — tutti dovrebbero essere soggetti alla legge universale. In breve, se hanno commesso un errore e si scopre che l'imputato era innocente, allora queste autorità dovrebbero essere soggette alle stesse pene come chiunque altro che rapisce ed incarcera un uomo innocente. L'immunità nel loro mestiere non dovrebbe più servire come una scusa, come quando il tenente Calley fu giustificato per aver commesso atrocità a My Lai nel corso della guerra del Vietnam.[2]
La garanzia della cauzione è un tentativo incerto di alleviare il problema dell'incarcerazione prima del processo, ma è chiaro che la pratica della cauzione discrimina i poveri. La discriminazione persiste anche se la crescita del mercato delle fideiussioni ha permesso a molte persone di raccimolare la cauzione. I rigetti intasano le corti ed il non poter pertanto garantire un processo veloce non va, ovviamente, a difesa del sistema; al contrario, questa insita inefficienza è un eccellente argomento per l'abolizione delle corti di governo.
Inoltre la decisione per la cauzione è arbitrariamente nelle mani del giudice, che ha un potere eccessivo e scarsamente controllato di incarcerare le persone prima che esse siano condannate. Ciò è particolarmente minaccioso nel caso delle citazioni per oltraggio alla corte, perchè i giudici stessi hanno quasi potere illimitato di schiaffare quanlcuno in prigione, dopo che il giudice stesso ha agito come procuratore, giudice e giuria nell'accusare, "condannando", e nel sentenziare la colpevolezza senza le regole ordinarie della prova e del processo, ed in violazione del principio legale fondamentale di non essere un giudice nel proprio stesso caso.
Infine c'è un altro caposaldo del sistema giuridico che è rimasto inspiegabilmente incontestato, anche dai libertari, per troppo tempo. Questo è stato l'obbligo di essere un giurato. C'è poca differenza in natura, sebbene ovviamente ce ne sia una maggiore in grado, tra l'obbligo di far parte di una giuria e la coscrizione: entrambi sono schiavitù, entrambi obbligano l'individuo a svolgere compiti a nome dello Stato e secondo gli ordini dello Stato. Ed entrambi sono una funzione con salari da schiavo. Proprio come la scarsità di arruolati volontari nell'esercito è una funzione di una scala di pagamento di gran lunga inferiore al salario di mercato, così l'abissale bassa paga per il servizio di giurato assicura che, anche se gli "arruolamenti" come giurati fossero possibili, non molti sarebbero disposti a partecipare. Inoltre non solo i giurati sono costretti a presentarsi e servire nelle giurie, ma a volte sono rinchiusi dietro porte chiuse per molte settimane ed è proibito loro leggere i giornali. Cos'è ciò se non una prigionia ed una servitù involontaria per non-criminali?
Si potrà obiettare che il servizio come giurato è una funzione civile molto importante ed assicura ad un imputato un giusto processo che non potrebbe ottenere da un giudice, specialmente dal momento che il giudice è parte del sistema Stato ed inoltre responsabile di essere parziale alla causa dell'accusa. Visto che tale servizio è precisamente fondamentale, è particolarmente importante che sia svolto da persone che lo facciano con piacere e volentieri. Abbiamo dimenticato che la libertà nel lavoro reca più felicità e più efficienza rispetto alla schiavitù? L'abolizione della schiavitù del giurato dovrebbe essere un caposaldo in una qualsiasi piattaforma libertaria. I giudici non sono coscritti; né lo sono gli avvocati; e nemmeno i giurati dovrebbero esserlo.
Forse non è una coincidenza che, in tutti gli Stati Uniti, gli avvocati siano ovunque tranne che in una giuria. Dal momento che quasi sempre sono gli avvocati che scrivono le leggi, possiamo individuare la classe delle leggi e la classe dei privilegi?
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Note
[1] Stephen Schafer, Restitution to Victims of Crime (Chicago: Quadrangle Books, 1960), pp. 7–8; William Tallack, Reparation to the Injured and the Rights of the Victims of Crime to Compensation (London, 1900), pp. 11–12.
[2] Per una critica divertente sulle immunità delle autorità penali e quelle che effettuano gli arresti, si veda H.L. Mencken, "The Nature of Liberty," Prejudices: A Selection (New York: Vintage Books, 1958), pp. 138–43.
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