Bibliografia

domenica 29 maggio 2011

Gli Effetti del Congelamento del Bilancio

Giugno si avvicina prepotentemente e con esso i giocatori dovranno posare sul tavolo le carte da far vedere all'avversario. E' un momento sublime, in cui la persona che fino a pochi secondi prima credeva di avere la situazione in pugno, si vede raggelare dalle mani degli altri giocatori. Tutti gli enigmi, tutte le parole e tutte le strategie sono svelati in una breve frazione di tempo; per la Federal Reserve vale la stessa cosa, poichè avrà termine il programma di acquisto di asset lanciato l'anno scorso (QE2) e con esso, molto probabilmente, il momento di crescita sperimentato finora. Freedonia in tutta la prossima settimana dedicherà molte pubblicazioni su questo argomento, iniziamo la carrellata con la posizione "ottimista" di Shostak.
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di Frank Shostak


Per la fine di giugno ci si aspetta che l'espansione del bilancio della Federal Reserve abbia fine. I cronisti economici si aspettano che i funzionari della FED mantengano inizialmente costante il bilancio della banca centrale — attualmente a 2,75$ triliardi — reinvestendo i profitti dei titoli del Tesoro in maturazione e delle obbligazioni ipotecarie. Inoltre questi cronisti credono che, mentre l'attività economica inizia a guadagnare forza, i funzionari della FED probabilmente restringeranno la grandezza del bilancio vendendo gli asset.

La maggior parte degli esperti e dei funzionari della FED sono dell'opinione che congelare e successivamente ridurre la grandezza del bilancio non genererà sconvolgimenti all'attività economica fintanto che l'economia è su una via di crescita sostenuta. La maggior parte degli esperti è anche dell'opinione che attualmente siamo su questa via.

Da notare che per la maggior parte degli economisti il fattore chiave è la forza dell'attività economica. Da notare anche che il ritmo dell'attività economica non deve essere troppo forte, in modo da evitare di infiammare aspettative inflazionistiche che a loro volta infiammerebbero il tasso di inflazione.

Questi economisti attribuiscono ad un'oscillazione economica, ovvero il ciclo boom-bust, vari fattori misteriosi come l'improvviso indebolimento nella spesa al consumo ed il suo conseguente effetto sull'attività economia delle aziende. Fintanto che l'economia è su una via di crescita sostenuta, vari fattori disgregatori che causano i cicli boom-bust possono essere contenuti — così si dice. Ciò vuol dire che quello che si richiede qui è dirigenti della FED capaci che saranno in grado di condurre l'economia verso il cammino di crescita della stabilità economica. Non è capitato di pensare, alla maggior parte dei cronisti, che il presunto difensore dell'economia — la FED — sia forse la fonte principale dell'instabilità economica.

Sosteniamo che il fattore chiave dei cicli boom-bust è la politica monetaria della FED. La cosiddetta economia secondo i modelli degli esperti della FED non è nient'altro che un rotazione monetaria che (una volta sgonfiata da un indice dei prezzi incerto) è etichettata come attività economica reale o prodotto interno lordo reale. Fintanto che il ritmo del pompaggio monetario accelera, la cosiddetta economia reale fa la stessa cosa. Tuttavia, una volta che il ritmo di pompaggio rallenta, rallenta anche il ritmo della cosiddetta espansione dell'economia (seppur con un pò di ritardo).

Ora, fintanto che lo stato del bacino dei risparmi è ancora OK, ovvero fintanto che ci sono abbastanza creatori di ricchezza da sostenere attività non-produttive (attività in bolla), la politica dei dirigenti della FED la passa liscia con l'impressione che stanno aiutando l'economia (di nuovo, da notare che più pompano denaro, più ampia diventerà la rotazione monetaria e di conseguenza il PIL). Una volta che il bacino dei risparmi diventa stagnante — o peggio, inizia a restringersi — l'economia reale (la vera economia reale) segue la stessa sorte. In questo caso non importa quanto aggressive siano le politiche della FED: l'economia non può essere resuscitata. Al contrario, politiche monetarie accomodanti renderanno solo le cose peggiori deviando i finanziamenti dalle attività che generano ricchezza alle attività non-produttive in bolla.

Data l'importanza dei risparmi reali nella ripresa della vera economia, è sbalorditivo che molti esperti, incluso il premio nobel Paul Krugman, sono dell'opinione che ci sia bisogno di un QE3 per far continuare ad andare avanti l'economia.

Sosteniamo che una volta che i dirigenti della FED congeleranno il bilancio della banca centrale degli Stati Uniti, rallenterà il momento di crescita del bilancio della FED. Di conseguenza ciò eserciterà una pressione in discesa sul momento di crescita dell'offerta di denaro. Da notare che, in ultima istanza, sono state le fluttuazioni nel momento di crescita dell'offerta di denaro che hanno messo in moto le fluttuazioni nel ritmo di formazione delle attività in bolla. Come risultato, varie attività in bolla che sono emerse a cavallo del momento di crescita dell'offerta di denaro in espansione, andranno sotto pressione — sarà messo in moto un bust economico.

Ovviamente è possibile avere una situazione in cui l'espansione dei prestiti "creati dal nulla" delle banche commerciali neutralizzi il congelamento del bilancio della FED. Rimane da vedere se ciò accadrà nei prossimi mesi. Per il momento, il bilancio della FED continua ad espandersi ad un ritmo veloce.

Fino a maggio il tasso annuale di crescita del bilancio della FED ha raggiunto il 16,9% contro il 14,8% di aprile. Inoltre il momento di crescita della nostra misura monetaria AMS mostra un rafforzamento visibile. Anno dopo anno, il suo tasso di crescita ha raggiunto il 9,2% ad aprile contro il 7,4% del mese precedente.

















Ora, noi sospettiamo che la difficoltà che finora la FED ha avuto nel "far riprendere" costruttivamente l'economia potrebbe indicare che lo stato del bacino dei risparmi reali o il bacino dei finanziamenti reali è nei guai. Ciò vuol dire che anche se il momento di crescita dei prestiti mostra attualmente un certo rafforzamento (si veda il grafico), è altamente improbabile che, con l'indebolimento delle attività in bolla per conto del congelamento del bilancio della FED, le banche perseguiranno un'espansione aggressiva del credito "creata dal nulla". Inoltre è abbastanza probabile che con il congelamento del bilancio, i titoli del Tesoro andranno sotto pressione ed il momento di crescita delle banche che detengono tali titoli si indebolirà. Ciò a sua volta esercità pressione in discesa sul momento di crescita dei prestiti delle banche, il che include anche i prestiti al governo.
















Ora, un rafforzamento visibile nel momento di crescita dell'indice dei prezzi al consumo (CPI) e dell'indice dei prezzi core (CPI senza cibo ed energia) potrebbe impedire ai funzionari della FED di introdurre il QE3 come suggerito da molti esperti.

Il tasso annuale di crescita del CPI è saltato dal 2,7% di marzo al 3,2% di aprile. La ripresa nel tasso di crescita del CPI ancora non preoccupa i funzionari della FED, incluso Bernanke, che sono dell'opinione che questo incremento è di natura temporanea.

Alcuni altri esperti hanno etichettato il rafforzamento del momento di crescita come debole; credono che non dovrebbe essere preso troppo sul serio. Infatti la maggior parte dei cronisti sono dell'opinione che un pò di inflazione è una buona notizia, perchè fornisce un tampone contro la deflazione, che considerano una cosa terribile.

La maggior parte degli esperti incolpa, per l'aumento del CPI, i prezzi del petrolio e varie altre componenti dell'indice dei prezzi, che secondo loro esercitano un effetto temporaneo sul CPI. Tuttavia, non è stato detto nulla sull'effetto del precedente pompaggio monetario da parte della FED.

Ricordate che il prezzo è la quantità di denaro pagata per un bene. Di conseguenza, restando uguali tutte le altre cose, non è possibile avere un incremento generale nei prezzi senza un incremento nell'offerta di denaro. Detto ciò, possiamo affermare che il tasso annuale di crescita del CPI probabilmente si rafforzerà ulteriormente nei prossimi mesi.

Non ci sarà da sorprendersi se il tasso annuale di crescita arriverà a circa il 5% alla fine dell'anno. Anche guardando il cosidetto core-CPI, il tasso di crescita sta mostrando un rafforzamento visibile. Il tasso annuale di crescita ha raggiunto 1,3% ad aprile quest'anno contro lo 0,9% ad aprile dell'anno scorso.

Sosteniamo che alla fine dell'anno il tasso di crescita potrebbe facilmente sorpassare l'obiettivo non ufficiale del 2% (si veda il grafico).



















Conclusione

La maggior parte degli esperti e dei funzionari della FED sono dell'opinione che il congelamento e successivamente la riduzione del bilancio della banca centrale degli Stati Uniti, non genererà molti sconvolgimenti nell'attività economica. Sosteniamo che il fattore chiave dei cicli boom-bust è la politica monetaria della FED.

Sosteniamo che una volta che i dirigenti della FED congeleranno il bilancio della banca centrale degli Stati Uniti, il momento di crescita dell'offerta di denaro rallenterà. In seguito varie attività in bolla che sono emerse a cavallo del momento di crescita dell'offerta di denaro in espansione, andranno sotto pressione. Un rafforzamento visibile nel momento di crescita del CPI potrebbe impedire ai funzionari della FED di introdurre il QE3 come suggerito da molti esperti.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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