di Johnny Cloaca
Siamo alle comiche. Un nuovo record di coglionate per il sempreverde Krugman. Il circo Barnum è in città e l'attrazione principale si chiama Paul Krugman:
«[...] Vi sembra un decollo inflazionistico, oppure vi sembra che l'economia abbia sofferto di un attacco di deflazione — principalmente nei prezzi delle merci — durante i peggiori anni della crisi, poi abbiamo visto qualche rimbalzo, ma ancora ora si trova al di sotto del trend pre-crisi?»[1]
Magicamente la "salita" diventa "discesa" e quello che si paga oggi è meno caro di quello che si pagava ieri.[2] L'inflazione infatti non ha affatto toccato il potere d'acquisto. Nonostante sia sotto i suoi occhi, Krugman gira la testa dall'altro lato; nonostante il trend paia, difatti, continuare al rialzo nel prossimo futuro.
Ma non è finita:
«[...] Se si pensa realmente che all'incirca il 2% sia un giusto parametro (preferirei un 4, ma questo è un altro discorso), allora risulta chiaro che 1% di inflazione è tanto dannoso quanto un 3%; in una situazione in cui l'inflazione è al di sotto del tasso bersaglio, si presume che l'aumento di tale tasso sia una cosa buona. E di conseguenza se ci si trova dove siamo ora, con un'inflazione al di sotto dell'obiettivo ed una disoccupazione alta, tutte le luci dovrebbero essere verdi per un'espansione.»[3]
Che detto nel loro gergo: "Ok, se la sono bevuta; ora potete fregare un altro pò di soldi a questi babbei con un altro giro di QE".
Questo tizio infatti dovrebbe come minimo vergognarsi a sparare simili stronzate, ma, ahimè, troverà sempre qualcuno che gli farà il filarino e raccoglierà e difenderà i suoi cocci, spargendo tra l'altro, in lungo ed in largo, il verbo di suddetto pagliaccio. Che se l'occidente non fosse ormai diventato una discarica a cielo aperto, Krugman ed i suoi adepti starebbero a spalare merda di vacca in qualche fattoria.
Avanti così allora, i miei complimenti per la performance.
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Note
[1] Paul Krugman, Feel the Hyperinflation, New York Times, 28 aprile 2011.
[2] Il CPI Inflation Calculator utilizza la media dell'Indice dei Prezzi al Consumo per un dato anno sul calendario. Questa data rappresenta cambiamenti nel prezzo di tutti i beni e servizi acquistati per il consumo dalle famiglie. Questo indice è stato calcolato ogni anno sin dal 1913. Per l'anno corrente, è utilizzato l'indice di valore dell'ultimo mese.
[3] Paul Krugman, When Is A Target Not A Target?, New York Times, 27 aprile 2011.
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