Bibliografia

martedì 26 aprile 2011

Perchè i Tassi d'Interesse Aumenteranno

Ora, la BCE ha di recente alzato i tassi d'interesse di un quarto di punto perchè sanno cosa vuol dire mantenerli sottoterra; gli effetti sono stati quelli più ovvii. Zio Ben invece prosegue per la sua strada, fottendosene altamente e continuando a mettere mano alla manovella in modo da riempire le tasche degli "amici degli amici".

Voilà! "Crescita economica", con le merci che però hanno visto aumentare i propri prezzi da 10 anni. Oh si, ma lui è fiducioso che si fermeranno; ma sempre più persone si "sognano" la notte la curva domanda/offerta partecipando ad un sogno collettivo che farebbe impallidire anche Jung. Cosa vorrà mai dire? Forse North ha la risposta...

___________________________________


di Gary North


Il mondo è in un delirio consumistico Keynesiano. Le banche centrali occidentali stanno creando denaro come non mai in un periodo di pace. I governi occidentali si stanno imbarcando in massicci deficit di bilancio.

L'Unione Europea nel 1997 stabilì un Patto di Crescita e Stabilità, che fissò le linee guida per la politica fiscale: un deficit annuale non maggiore del 3% del PIL ed un rapporto totale debito del governo/PIL non maggiore del 60%.

L'occidente è ben oltre entrambi i limiti. In un discorso del 20 marzo di un funazionario anziano del FMI, leggiamo quanto segue:

«Nelle economie avanzate, ridurre la disoccupazione è una priorità. Allo stesso tempo, comunque, il debito pubblico si sta accumulando a ritmi senza precedenti, creando preoccupazioni per la sostenibilità fiscale in molti paesi avanzati. Infatti l'analisi del FMI indica che i deficit fiscali delle economie avanzate raggiungeranno circa il 7% del PIL nel 2011 e la media del rapporto del debito pubblico supererà il 100% del PIL per la prima volta sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Come è vistosamente ovvio, tale tendenza fiscale non è semplicemente sostenibile. Mentre le azioni delle politiche fiscali espansionistiche hanno aiutato a salvare l'economia globale da una ben più profonda flessione, la ricaduta fiscale della crisi deve essere gestita prima che inizi ad ostacolare la ripresa ed a creare nuovi rischi. La sfida centrale è di evitare una potenziale crisi fiscale futura, mentre allo stesso tempo si creano lavori e si sostiene la coesione sociale.»


Egli è un'economista Keynesiano standard. Ha detto senza riserve che "le azioni delle politiche fiscali espansionistiche hanno aiutato a salvare l'economia globale da una ben più profonda flessione". Ha affermato che coloro che ascoltavano sarebbero stati d'accordo con lui. Questa è stata la linea di partito Keynesiana sin dal 1936. Non è discutibile. Ma ora l'accettazione della linea di partito Keynesiana ha rimosso tutte le resistenze per i deficit fiscali ad un livello senza precedenti in un periodo di pace.

"La sfida centrale è di evitare una potenziale crisi fiscale futura, mentre allo stesso tempo si creano lavori e si sostiene la coesione sociale". Ciò è come dire: "I governi hanno bisogno di perseguire politiche o bianche o nere – mai grigie". Secondo i Keynesiani la crisi fiscale può essere superata dalla crescita economica. Ma i governi ancora perseguono deficit massicci e le banche centrali creano denaro. Nessun Keynesiano è disposto a dire: "Quando è troppo è troppo. L'economia è ora su una via di ripresa auto-sufficiente. E' ora di impiegare una exit-strategy sia per i deficit sia per l'espansione monetaria". Al contrario, invocano l'ampliamento dei deficit. Lodano la disponibilità delle banche centrali a comprare gli IOU dei governi nazionali.

L'oratore è stato schietto nella sua affermazione su cosa dovesse essere fatto. Il problema è che non c'è alcun grande partito politico che farà ciò:

«L'obiettivo fiscale attuale tra i paesi avanzati è di ridurre credibilmente i deficit ed i debiti a livelli sostenibili, mentre rimangono conformi al raggiungimento di una potenziale crescita economica a lungo termine e di una riduzione della disoccupazione. Raggiungere il solo aggiustamento fiscale non è un compito da poco: una estesa riduzione del bilancio primario (ciclicamente aggiustato) delle economie avanzate, che sarà necessaria per portare indietro i rapporti di debito ai loro livelli pre-crisi entro i prossimo due decenni – in media circa 8% del PIL – sebbene ci sia una considerevole variazione tra i paesi. Ampi requisiti di finanziamenti lordi – in media oltre il 25% del PIL di questo e del prossimo anno – si aggiungono solamente all'urgenza di creare piani credibili di aggiustamento fiscale a medio termine.»


Urgenza? Quale urgenza? Non c'è alcun sentimento di urgenza. I deficit salgono, il rapporto debito/PIL sale ed i politici non mostrano nessun segno di invertire tali accadimenti.

I bassi tassi d'interesse hanno salvato le economie occidentali dalla sofferenze di serie limitazioni per le politiche fiscali. Ciò non durerà molto a lungo, secondo lui.

Questa combinazione di aumento del debito e stabile ripagamento del debito probabilmente non continuerà a lungo. Deficit e debiti più grandi – insieme lla normalizzazione della crescita economica – presto o tardi condurranno a più alti tassi d'interesse. Alcune evidenze suggeriscono che un aumento del rapporto debito/PIL del 10% è associato ad un aumento nel lungo termine dei tassi d'interesse dal 30% al 50%.

Egli identifica il primo problema: l'aumento vertiginoso per l'assistenza sanitaria finanziata dal governo. Il problema è che la stessa è politicamente intoccabile. Lo sa. Fallisce nel menzionarlo. Invece lo descrive solamente:

«Per essere credibile qualsiasi strategia fiscale di un'economia avanzata deve affrontare il costo dei diritti che sono la chiave delle pressioni sulla spesa a lungo termine. Ovviamente le riforme sulla spesa relative alla sanità dovranno formare la parte centrale di una qualsiasi strategia per il bilancio. Nuove proiezioni da parte dello staff del FMI mostrano che per le economie avanzate, la spesa pubblica per la sola sanità ci si aspetta che salga all'incirca del 3% del PIL nei prossimi due decenni. Così, affinchè un qualsiasi piano di consolidamento del bilancio sia credibile, deve affrontare la realtà dei costi in aumento della sanità. Inevitabilmente le riforme di successo in quest'area includeranno controlli efficaci sulla spesa, ma anche riforme dal basso verso l'alto che miglioreranno l'efficienza dei servizi sanitari.»


Credibile è colui che ottiene credibilità. I governi occidentali non stanno facendo nulla per porre sotto controllo questi deficit. Di questo passo le promesse e le assicurazioni dei politici saranno infondate.

Questo è un elefante nella sala da pranzo. Un funzionario del FMI almeno ha menzionato tale presenza. Egli non ha ovviamente offerto alcun suggerimento per come dovrebbe essere rimosso questo elefante, oppure chi dovrebbe provare a toglierlo. Questo lo devono decidere i politici.

I politici hanno deciso di lasciare che l'elefante occupasse la sala da pranzo indefinitamente.

Gli elettori sono inconsapevoli del problema. Pensano che questo elefante non sia un problema. Ma gli elefanti devono essere nutriti e puliti. Da chi?



ASSISTENZA SANITARIA

L'assistenza sanitaria è stata per anni percorsa dal deficit. Questo deficit è stato finanziato dai fondi generali. Gli amministratori si aspettano che ciò continui. Ma offrono una speranza. Il sistema non crollerà fino al 2029. Con "solvente", intendono che gli Amministratori non esauriranno IOU non commerciabili del Tesoro da rivendere ogni anno, il quale deve presentarsi col denaro per comprare questi IOU anno dopo anno.

Gli amministratori inoltre fanno una grande supposizione. La legislatura del 2010 ridurrà i costi dell'Assistenza Sanitaria, come promesso. Questo era il Patient Protection and Affordable Care Act rettificato dal Health Care and Education Reconciliation Act del 2010 ("Affordable Care Act" o ACA):

«Molti dei miglioramenti stimati nelle finanze dell'Assistenza Sanitaria sono dovuti all'ACA che riduce i pagamenti per la maggior parte dei beni e servizi dell'Assistenza Sanitaria oltre ai servizi dei medici ed i farmaci attraverso una crescita misurata della totale produttività economica, che è stimata aumentare in media al 1,1% annuale. Questa disposizione è sostenuta sulla supposizione che la crescita della produttività nel settore sanitario possa combaciare con quella dell'economia in generale, piuttosto che rimanere indietro come è stato nel passato. Questa relazione sottolinea che raggiungere questo obiettivo per lunghi periodi di tempo potrebbe rivelarsi difficile e probabilmente richiederà che i pagamenti ed i sistemi di consegna della sanità siano resi più efficienti rispetto a quanto lo siano attualmente.»


Chiunque creda che il passaggio di questa legge riduca i costi dell'Assistenza Sanitaria probabilmente crede anche che l'elefante nel soggiorno andrà via presto di sua volontà. Gli amministratori lo sanno meglio, così si sono coperti le spalle: "Questa relazione sottolinea che raggiungere questo obiettivo per lunghi periodi di tempo potrebbe rivelarsi difficile". Potrebbe rivelarsi difficile! Sicuramente!

E' un segnale infausto, scritto con inchiostro rosso. Nessuno sembra notarlo. Il re non chiama un Daniele moderno per tradurlo. Il messaggio è in una lingua straniera: cifre. Il re non chiama i contabili per tradurlo perchè sa cosa essi gli diranno. Il messaggio è molto simile a quello dei tempi di Daniele: MENE, MENE, TEKEL UPHARSIN. TEKEL, ovvero: "Tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante". (Daniele 5:27)

Qualsiasi politico che dice apertamente: "E' ora di tagliare l'Assistenza Sanitaria", si ritroverà senza lavoro alle prossime elezioni. Le compagnie d'assicurazione diedero il benvenuto all'Assistenza Sanitaria come un modo per togliersi dai piedi gli anziani ad alto rischio. Ti buttano via a calci una volta che raggiungi i 65 anni. Non pagheranno niente per cui l'Assistenza Sanitaria pagherebbe. Si può rimanere nel grande disegno pagando premi alti, ma non si verrà ripagati.

Non c'è alcun modo di tornare indietro. L'elefante rimarrà nel soggiorno. Crescerà. Consumerà di più. La pila di escrementi aumenterà.

Tutti ai piani alti sanno come ciò finirà: in default. Nessuno è disposto a dire quale sarà la forma del default.

Alcuni pensano che finirà con l'iperinflazione. Ma ciò non terminerà il programma. Sarà ancora lì, nonostante il ripudio dei titoli del Tesoro.

Alcuni pensano che sarà la riluttanza delle banche centrali a comprare il debito del governo. Cesseranno di creare denaro. Ciò causerà la Grande Depressione 2.

Alcuni pensano che gli anziani saranno infine tagliati fuori e rimandati ai loro figli per assistenza medica. Ai costi odierni dell'Assistenza Sanitaria si raggiungeranno gli 11,000$ l'anno in tariffe assicurative aggiuntive, a simili condizioni le compagnie private si rifiuteranno di assicurare le persone.

Qualcuno pagherà per mandare via l'elefante dal soggiorno. I contribuenti non sorreggeranno i costi dell'Assistenza Sanitaria per sempre.



RIPENSANDO A KEYNES

John Maynard Keynes scrisse nel pieno della depressione mondiale. Il suo più famoso libro fu pubblicato nel 1936: The General Theory of Employment, Interest and Money, presto catturò le menti dei giovani economisti. Un decennio dopo Keynes morì. Al tempo della sua morte era chiaro che la sua spiegazione della Grande Depressione sarebbe diventata dominante.

Nel 1948 apparì la prima edizione del libro di testo di Paul Samuelson, Economics. Divenne il libro di testo dominante in occidente. Fu chiamato neo-Keynesiano. Cioè, era solo parzialmente incoerente, diversamente dalla General Theory di Keynes che è totalmente incoerente (gli scettici che pensano che stia esagerando o non hanno mai letto la General Theory oppure hanno speso anni a leggere libri di testo che li portassero a credere di poter capire la General Theory una volta che l'avrebbero letta dopo che avessero ricevuto il loro dottorato in economia).

L'editore di Keynes, Macmillan, ha pubblicato nel 1934 l'eccellente libro di Lionel Robbins, The Great Depression. Era breve, leggibile e teoricamente accurato. E' gratuitamente online qui.

Nel 1937 Macmillan pubblicò un altro libro sulle cause della depressione, Banking and the Business Cycle, di tre economisti. E' gratuitamente online qui.

Se questi due libri fossero prevalsi nella professione economica, l'occidente sarebbe di gran lunga più ricco oggi, se si sostiene che le decisioni prese da proprietari privati siano più efficienti di quelle prese da politici e banchieri centrali, nessuno dei quali può essere considerato economicamente e personalmente responsabile per il risultato delle loro decisioni. Questi due libri erano coerenti, accurati e dedicati al libero mercato. Sono dimenticati oggi. Se non fosse per il programma di pubblicazione online e ristampa fisica del Mises Institute per libri sul libero mercato fuori edizione, probabilmente non sarebbero disponibili.

Gli economisti del mondo sono alleati dei politici. Difendono i massicci deficit del governo come necessari per evitare le recessioni e la disoccupazione. Ma quest'ultima è più alta rispetto a qualsiasi altra cosa sin dalla Grande Depressione. Le politiche hanno chiaramente fallito. Nonostante ciò i loro difensori usano argomenti familiari tratti dalla storia delle analisi controfattuali: il tasso di disoccupazione sarebbe più alto oggi se non fosse stato per i deficit e l'inflazione della banca centrale. Ciò necessita di essere provato. Non si sono nemmeno azzardati a farlo.

Ai Keynesiani è stato dato un regalo dagli economisti non-Austriaci. Mentre gli economisti si lamentano di ciò o di quel piccolo dettaglio dei deficit e dell'inflazione della banca centrale, non c'è una critica su larga scala di queste politiche da parte degli economisti mainstream. Hanno scommesso ad occhi chiusi sulla riuscita positiva delle politiche.

L'aumento dei prezzi delle merci testimonia un problema in crescita. L'inflazione nei prezzi senza energia e cibo è rimasta bassa. I prezzi di energia e cibo sono considerati come irrilevanti nel medio termine, poichè sono volatili. Anch'essi diminuiscono. Ma quando categorie di prezzi non diminuiscono, come è successo per queste due sin dalla fine del 2008, si supporrebbe che gli statisti le includano nel loro modello statistico. Gli statisti del governo stanno resistendo a ciò.

Mentre l'aumento dei prezzi forzerà un aumento dei tassi d'interesse, il debito diventerà il canale di scolo principale per la spesa al consumo. I consumatori risponderanno alle spese mensili in crescita tagliando i prestiti. I governi no. Si rivolgono alla banca centrale affinchè intervenga e compri i bond con denaro creato da poco. Ciò non può andare avanti per molto. Il premio all'inflazione nel mercato obbligazionario aumenterà.

Il governo sta assorbendo i risparmi degli americani. I buchi profondi che costituiscono i clienti del governo federale assorbiranno il denaro che sarebbe andato altrimenti a finanziare le imprese. La crescita economica rallenterà. Poi diventerà contrazione.



CONCLUSIONE

Il burocrate del FMI ha terminato il suo discorso così:

«In sintesi non c'è dubbio che data l'evoluzione della ripresa, i paesi sono alle prese con sfide sempre più complesse e varie. Ciò è sicuramente vero per la politica fiscale. Ma per muoversi verso un futuro di crescita forte, sostenibile e bilanciata, queste sfide fiscali devono essere affrontate urgentemente. Bisogna agire ora.

Grazie per la vostra attenzione.»


Il problema; nessuno al potere sta prestando attenzione. Bisogna agire ora, ha detto. Gli economisti stipendiati hanno detto la stessa cosa da anni. Ma nessuno ha fatto nulla.

I debiti del governo aumenteranno finchè i tassi non saliranno. Poi i creditori smetteranno di prestare. Il capitale privato ne soffrirà. Sarà escluso dai bassi tassi del governo.

La Federal Reserve sta comprando oggi la maggior parte del nuovo debito del Tesoro. La base monetaria sta aumentando. L'inflazione monetaria sta aumentando. L'inflazione nei prezzi sta aumentando. Ecco perchè i tassi d'interesse saliranno.

Se siete in debito per qualcosa sulla base di tassi flessibili, siete nei guai.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


Nessun commento:

Posta un commento