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venerdì 1 aprile 2011

I Tragici Eventi In Giappone Accelereranno Solamente l'Inevitabile Discesa Economica del Paese

Un aggiornamento circa la situazione economica giapponese e le relative ripercussioni che si prospettano per il mercato statunitense e mondiale. Da morire dal ridere la morsa che si delinea all'orizzaonte: tutti con la mano sulla stampante, perchè ora allo sbando non ci sono solo le economie ma anche il sistema monetario in se stesso. Nonostante si pensi che la gente sia imbecille, è ormai palese che le politiche gestite dalle banche centrali sono fallimentari e stanno solo "espandendo" una fossa già bella profonda. Ma è normale che sia così, il tutto deriva dal fatto che la gestione arbitraria di un potere più grande delle facoltà di gestione del controllore porterà quest'ultimo all'inevitabile auto-distruzione.
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di Jim Quinn


Le furbe menti finanziarie -- come John Mauldin ed Ambrose Evans-Pritchard -- si aspettavano un declino dell'economia giapponese negli ultimi anni. Questa sarebbe la normale risposta di un popolo traumatizzato. Un popolo vecchio, probabilmente, sperimenterà una depressione peggiore e non si riprenderà da questa tragedia. Il Giappone è ancora il decimo paese più popolato della Terra, con la terza più grande economia del mondo. La Cina ha da poco sorpassato il Giappone come seconda più grande economia del mondo. L'India sorpasserà il Giappone nel 2012.















I paesi giovani in tutto il mondo stanno raggiungendo il Giappone. La competizione globale è feroce. La Cina, l'India e gli altri paesi asiatici emergenti trarranno probabilmente vantaggio dalla sventura del Giappone riempiendo la nicchia lasciata vuota dalla produzione giapponese. I problemi a breve termine dell'energia, delle linee di rifornimento e della ricostruzione sono insignificanti se comparati alla massiccia riduzione (di circa il 25%) della popolazione giapponese da oggi fino al 2050.



























I sapientoni alla CNBC sostengono che dal momento che il Giappone non ha avuto alcun effetto dannoso dalla contrazione di un debito a 225% del PIL, farlo arrivare al 300% non sarebbe un problema. Gli studi di Reinhart e Rogoff hanno concluso che una volta che un paese sfonda il livello del 90%, la crescita rallenta e probabilmente ne risulterà una crisi del debito. Il Giappone è rimasto impantanato in una recessione di 20 anni, poichè ha scelto progetti di immediata attuazione Keynesiani, quantitative easing, manipolazioni della valuta ed insabbiamento della vera condizione finanziaria delle proprie banche per l'accettazione delle conseguenze di una bolla del debito. Vi ricorda qualcuno? Il risultato è che il PIL reale del Giappone è più basso oggi di quanto lo fosse nel 1995. I Paul Krugman del mondo sosterrebbero che non ha speso abbastanza.



















(clicca per ingrandire)


La sola ragione per cui il Giappone non è collassato è dovuta alla sua popolazione disposta a comprare praticamente tutto il debito emesso dal governo negli ultimi 20 anni ed alla sua prodigiosa capacità di produrre prodotti di alta qualità che il resto del mondo vuole. Il Giappone ha mantenuto una bilancia commerciale positiva ed il debito del governo è stato posseduto principalmente dalla suo stesso popolo, con il 95% dei bond del governo giapponese in possesso dei giapponesi -- ovvero il paese è stato in grado di finanziare se stesso senza dipendere da incostanti investitori esteri che avrebbero potuto preferire un ritorno maggiore del 1%. Questi non sono più gli anni novanta. Il tasso dei risparmi della popolazione giapponese è già diminuito dal 14% del 1990 al 2% del 2008. In un recente articolo Mike Sheldock ha spiegato la situazione precedente la recente devastazione:
«Il Government Pension Investment Fund, il quale supervisiona 117,6 triliardi di yen (1,4$ triliardi di dollari), a settembre ha previsto che avrebbe venduto 4 triliardi di yen in asset dell'anno fiscale in conclusione il 31 marzo per finanziare le quote. Tali vendite da parte dell'agenzia, che aiuta a supervisionare i fondi pubblici per le pensioni di 37 milioni di pensionati giapponesi, sono le prime fatte per i baby boomer giapponesi che nel 2012 compiranno 65 anni, aventi così diritto alla pensione. Le possibilità del Giappone sono di andare in default a causa del debito, stampare denaro per finanziare l'interesse sul debito, aumentare le tasse derubando effettivamente i risparmiatori dei loro risparmi, oppure intraprendere enormi tagli alla spesa.»


La nuova tragedia accelererà solamente la trasformazione dei risparmiatori giapponesi in spendaccioni. Milioni di risparmiatori giapponesi saranno forzati a spendere i propri risparmi per sopravvivere, poichè molti hanno perso il lavoro e l'attività a causa del monumentale danno al Giappone settentrionale.



















Gli operatori di borsa hanno capito cosa deve accadere nei prossimi anni. Una grande moltitudine di assicuratori e compagnie giapponesi inizierà a rimpatriare asset detenuti in altre valute per cominciare a ricostruire il paese, guidando il valore dello yen in alto. In un tempo di crisi uno yen più forte danneggerebbe severamente ed ulteriormente l'economia del Giappone fondata sull'esportazione. Perciò le banche centrali sono intervenute congiuntamente. La Banca del Giappone ha speso 2 trliardi di yen (25$ miliardi di dollari), mentre le banche centrali europee hanno contribuito con 5$ miliardi e la Federal Reserve ha speso 600$ milioni per spingere giù lo yen venerdì. La Banca del Giappone sta facendo quello che le riesce meglio -- stampare denaro. Il quantitative easing è un'arte praticata da tutte le banche centrali del globo. Ogni disastro negli ultimi 20 anni, che sia stato causato dall'uomo (guerre, collasso di internet, collasso del settore immobiliare, tracollo del debito) o dalla natura, è stato affrontato con la stessa esatta soluzione: stampare denaro.

Questo metodo funziona finchè non funziona più. La banca centrale del Giappone non può invertire la demografia. Da questo punto in poi la popolazione del Giappone sarà un venditore netto di debito del governo. Le compagnie d'assicurazione giapponesi saranno col cappio alla gola per pagamenti da 33$ miliardi. Avranno bisogno di vendere i bond del governo in modo da effettuare quei pagamenti. La Banca Mondiale ha stimato che il costo della ricostruzione è di 235$ miliardi. Il governo avrà bisogno di prendere in prestito questo denaro. Almeno il 30% dei suoi bisogni energetici sono off-line. Già importa il 95% del suo petrolio e carbone. Avranno bisogno di incrementare le importazioni di energia per sopperire alla scarsità di energia nucleare. La sua bilancia commerciale positiva era già in declino. I sapientoni della CNBC possono andare avanti a dire quanto buono sia questo disastro naturale per l'economia giapponese visto il sostanziale programma di ricostruzione, ma si sbagliano. Il Giappone avrà bisogno di emettere nuovo debito da centinaia di miliardi, il quale non può essere comrpato dai suoi cittadini, dai fondi pensione e dalle compagnie d'assicurazione. Quanti investitori esteri compreranno un bond a 10 anni del governo giapponese che rende al 1% e sapendo che il Giappone vuole indebolire la propria valuta? Nessuno. Le uniche possibilità sono o di alzare i tassi d'interesse per attirare acquirenti oppure stampare denaro. Con un livello di debito già soffocante, non possono permettere ai tassi d'interesse di aumentare; sarebbero strangolati dall'interesse.

La Banca del Giappone seguirà lo stesso copione di Ben Bernanke. Stamperà denaro e comprerà il debito da poco emesso e la valuta del Giappone collesserà in ultima istanza. Quando il Giappone crollerà per il suo debito, danneggerà la popolazione anziana del paese. L'America, dall'altro lato, danneggerà l'intero mondo quando tracollerà.

I giapponesi possiedono 886$ miliardi di titoli di Stato degli Stati Uniti ed hanno comprato 256$ miliardi di debito statunitense sin dall'ottobre 2008. Tim Geithner avrà bisogno di emettere 1,5$ triliardi di nuovi bond all'anno. Il Giappone non sarà più un compratore, ma piuttosto un venditore. Ciò metterà una pressione al rialzo ai tassi d'interesse degli Stati Uniti. Le necessità della ricostruzione del Giappone metteranno pressione sui prezzi delle merci e dell'energia. I problemi della produzione e dell'offerta per le parti ed i beni del Giappone stanno già creando problemi per la GM (General Motors) e per altre compagnie negli Stati Uniti. La mancanza di offerta conduce a prezzi più alti. Il tragico terremoto/tsunami/fusione nucleare del 2011 genererà più quantitative easing nel Giappone e negli Stati Uniti. Ciò risulterà in una maggiore inflazione di quella che stiamo sperimentando oggi. L'oro deciderà chi vincerà la gara. E' stata una gara testa a testa fin dal 2001. Non sono sicuro se questa è una gara che qualcuno voglia vincere, ma la destinazione è certa.



























«Gli sforzi per espandere la quantità di denaro in circolazione sia per incrementare la capacità del governo di spendere sia per generare un temporaneo abbassamento del tasso d'interesse, disintegrano tutte le valute e causano scompiglio nel calcolo economico.» -- Ludwig von Mises


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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