Sapete, credo che Chodorov sia uno degli scrittori più fenomenali ed interessanti del novecento; il gusto di leggere i suoi scritti si risolve quasi sempre in un appassionante voracità delle parole con cui dipinge una realtà che nel tempo ha irrigidito la sua scorza intorno ad un manipolo di ladri che fa il bello ed il cattivo tempo con il raziocinio delle persone. L'amaro boccale di come stanno in realtà le cose è sempre difficile da ingurgitare, ma se serve a farti camminare "rasente i muri", ben venga. Sta di fatto che con questo scritto vediamo come si è creato, come si è trmandato il debito di generazione in generazione, come verrà tramandato e, soprattutto, chi lo detiene. Una lettura "dedicata", inoltre, a tutti i cosidetti signoraggisti.
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di Frank Chodorov
[Capitolo 17, Out of Step (1962). Un file audio MP3 di questo articolo, letto da Steven Ng, è disponibile per il download. Il lettore potrebbe considerare gli ulteriori meriti della discussione di Chodorov, dati dall'esistente debito federale di 12$ trliardi.]
Nel 1800 il Tesoro degli Stati Uniti possedeva 83$ milioni. La popolazione di allora era di tre milioni. Ogni bambino nato quell'anno fu caricato con un fardello di debito di circa 28$; se il tasso d'interesse era al 6%, il neo-nato cittadino poteva guardare in avanti e vedersi addebitati 1,68$ all'anno a causa del debito nazionale. Oggi il carico di debito della nazione va ben oltre i 290$ miliardi e la popolazione è, in cifra tonda, di 180 milioni. Così mentre la popolazione è aumentata di 60 volte, il debito nazionale è aumentato di 3,600 volte; e considerando il tasso d'interesse al 4%, il costo per gestire questo debito è, all'incirca, di 68$ per cittadino all'anno. Il bambino è ora caricato alla nascita con un debito di 1,700$. Queste cifre potrebbero essere aggiustate all'aumento della produzione per cittadino ed alla diminuzione del valore del dollaro. Anche così i fatti mostrano che i posteri non ripagano alcunchè sul debito nazionale, che ogni amministrazione aggiunge del suo al debito lasciato dalla precedente e che le promesse di pagamento implicate su ogni bond emesso sono una falsa promessa.
Il grosso dell'aumento del debito nazionale è avvenuto sin dal 1933, quando Franklin D. Roosevelt abolì il gold standard e così rese il denaro riscattabile in — denaro. Quando il denaro era riscattabile in oro, lo spreco interno del governo era in qualche modo limitato; poichè se il cittadino perdeva la fiducia nel suo denaro o nei suoi bond, poteva richiedere oro in cambio e dal momento che il governo non aveva abbastanza oro a portata di mano per soddisfare la domanda, doveva di conseguenza limitare la sua tendenza a spendere. Ma Mr. Roosevelt rimosse questa catena e così aprì la diga. Il solo limite per la tendenza di ogni politico a spendere denaro, in modo da acquisire potere, è il rifiuto della gente di prestare il proprio denaro al governo. Ovviamente il governo può in seguito fare ricorso alla stampa di denaro, per crearlo dal nulla, ma almeno le persone non saranno esposte all'inganno. Di conseguenza offro il seguente consiglio gratuito:
Non comprate i bond.
Il consiglio è basato sulla pura morale, non su basi fiscali. Potrei sottolineare che quando il governo emette un bond sta smorzando il valore di tutto il denaro esistente. Ogni bond è, in effetti, denaro: il fatto che il contratto porta il sigillo e l'impronta del governo lo rende tale, anche se non può entrare nel mercato come denaro; non viene monetizzato per un pò di tempo. Ovvero, ogni bond emesso dal governo è inflazionistico e così deruba i risparmiatori del valore dei loro risparmi. Ovviamente ciò è un'inganno ed è immorale. Ma l'immoralità dei bond è molto più profonda.
In prima istanza quando lo Stato spende più denaro rispetto a quello che riceve in tasse — un fatto indelebilmente scritto nei bond — sta deliberatamente commettendo un'atto di bancarotta. Se il vostro vicino facesse ciò voi lo riconoscereste immediatamente come una persona disonesta. La disonestà è trasformata nel suo opposto quando commessa da un'entità legale? Da quale moltiplicatore il furto può essere reso una virtù? L'atto di prendere in prestito in presenza di entrate immaginarie è una frode, senza badare a chi lo faccia, e quando si concede un prestito a quel debitore si aiuta e si favorisce la frode.
La scusa del prendere in prestito dello Stato è che investe i ricavi dei suoi bond per il beneficio dei posteri. Invece di mettere l'intero fardello del costo delle sue azioni benefiche sui viventi, intende richiedere ai bambini non nati la loro parte dei costi. Abbastanza plausibile! Ma non è questa l'impossibile dottrina del controllo dei morti sui vivi Cosa pensereste se un padre caricasse deliberatamente la sua progenie di un debito? Ciò è esattamente quello che si fa quando si coopera con il programma di prestiti dello Stato. Si carica sui filgi e sui filgi dei figli un obbligo di pagamento per qualcosa su cui non avevano voce in capitolo e di cui non potevano interessarsi affatto. Il vostro "investimento per il futuro" potrebbe farvi guadagnare nient'altro che una maledizione per il futuro.
L'uso della parola investimento in relazione con un bond emesso dallo Stato è un infido eufemismo. Quando una persona compra un bond industriale presta denaro ad una corporazione cosicché possa comprare un macchinario con cui incrementare la sua produzione di cose volute dal mercato. L'interesse pagato è parte della produzione aumentata resa possibile da quel prestito. Questo è un investimento. Lo Stato, tuttavia, non mette il denaro in produzione. Lo Stato lo spende — questo è tutto quello che è capace di fare — ed i vostri risparmi spariscono. L'interesse che ne ricavate viene fuori dal fondo delle tasse, a cui contribuite in parte e la vostra parte è aumentata dal costo della manutenzione del vostro bond. In effetti, state pagando voi stessi. E' questo un'investimento?
Quando morite passate ai vostri eredi sia il bond maturante dalla raccolta delle tasse sia l'obbligo di pagamento delle tasse che rappresenta. O come accade di solito — poichè la storia dei bond è che il possesso tende a concentrarsi in poche mani — se vendete il vostro bond, il nuovo proprietario a tempo debito passa ai suoi eredi una rivendicazione sulla produzione della vostra progenie. Il vostro pronipote è chiamato a lavorare per il suo pronipote. Il bond così diventa una eredità di schiavitù.
Il fatto è che i posteri non ripagano mai i debiti ancestrali — o non nel modo in cui viene fatto credere dai venditori di bond dello Stato. La generazione presente sono i posteri di tutte le generazioni venute prima. Stiamo ripagando i debiti contratti dai nostri progenitori? A malapena. Abbiamo le nostre spese da affrontare e dobbiamo lasciare ai nostri posteri alcuni nuovi debiti come anche quelli che abbiamo ereditato. Loro, in verità, faranno lo stesso.
Se o no c'è un qualsiasi obbligo sui vivi di liquidare il debito lasciato da un'ascendenza arbitraria, la macchina politica impedisce che ciò venga compiuto. La corrente liquidazione necessiterebbe di un incremento della tassazione, da un lato, e dall'altro di un taglio alla spesa del governo. Un aumento della tassazione è sempre benvenuto dallo Stato, poichè qualsiasi aumento delle tasse vuol dire aumento del potere dello Stato ed i politici sono sempre a favore di ciò; non si risparmierà un centesimo per la riduzione del debito nazionale. Nessuno Stato — assolutista o costituzionale — ha mai messo da parte le sue ambizioni per far del bene con i suoi "pagherò". Il discorso "i posteri dovrebbero pagare", alla luce di questo fatto storico, diventa un corredo di un gioco di fiducia.
Quindi, cosa ne è del debito nazionale? Cresce e cresce finchè, come un pallone, scoppia. Ma, sebbene ciò sia inevitabile grazie al monopolio della creazione del denaro da parte dello Stato, ci vuole un pò di tempo prima che il pallone scoppi e certe condizioni devono prevalere per causare l'esplosione.
Quando il "pagherò" di una piccola nazione è detenuto da una potente, qualche parvenza di rettitudine finanziaria è mantenuta mediante i fanti di marina; l'economia dello Stato in via di default è congelata finchè il debito non è saldato ed a volte per un lungo periodo. I debiti interni, d'altra parte, non sono mai saldati. Quando il fardello delle spese dei servizi diventa economicamente insopportabile ed il credito dello Stato è andato, si fa ricorso al rifiuto di pagare il debito o all'inflazione.
Dei due metodi il rifiuto di pagare il debito è di gran lunga quello più onesto. E' una schietta dichiarazione dei fatti: lo Stato dichiara la sua inabilità a pagare. Sbarazzarsi del debito, inoltre, può avere un effetto salutare sull'economia del paese, dal momento che la diminuzione del fardello tributario lascia molto da fare ai cittadini. Il mercato diventa a questo punto più sano e più vigoroso. I perdenti in questa operazione sono i pochi che detengono i bond, ma dal momento che anche loro sono membri della società beneficeranno nel lungo termine dal miglioramento dell'economia in generale; perdono come esattori delle tasse, guadagnano come produttori.
Il rifiuto di pagare il debito è gradito anche perchè indebolisce la fiducia nello Stato. Finchè l'azione non è dimenticata dalle seguenti generazioni, le promesse dello Stato trovano pochi credenti; il suo credito è distrutto. Mai, sin dal rifiuto russo del 1917, il governo ha tentato di far circolare all'estero un bond emesso, mentre le sue operazioni d'importazione sono state fatte in gran parte sul principio di cassa. Internamente, la Russia prendeva i "prestiti" dai suoi stessi cittadini come fa un bandito di strada.
Comunque, dal momento che onestà e politica sono termini contradditori il metodo standard dello Stato per affrontare i suoi obblighi sul debito è l'inflazione. Lo ripaga con carta incisa. Per essere sicuri, anche se emette i suoi nuovi "pagherò" per ripagare quelli inadempienti, il processo inflazionistico è innescato poichè ogni bond è difatti denaro; come denaro, è una pretesa sulla produzione. Il bond che si compra aumenta il mezzo circolatorio diminuendone così il valore e si sta scambiando denaro buono per denaro cattivo. Vi state auto-ingannando. Ciò è dimostrabile paragonando il potere d'acquisto del dollaro nel momento in cui si compra il bond con il suo potere d'acquisto quando esso giunge a maturità.
Come fece la Germania negli anni venti, lo Stato può rendere l'inflazione ed il rifiuto di pagare il debito dei sinonimi; può creare denaro dal nulla aumentando l'inflazione al fine di rifiutare di pagare il debito. Questo è quello che si chiama inflazione "incotrollata", un altro termine fasullo. Non esiste una cosa simile all'inflazione "incontrollata" o "galoppante", perchè la stampante non si accende da sola; qualcuno la deve avviare e farla funzionare finchè lo scopo desiderato, sbarazzarsi del debito nazionale, non è raggiunto. Lo svantaggio di questo processo, al contrario del totale rifiuto di pagare il debito, è che la cancellazione del debito cancella anche i valori che la cittadinanza ha faticosamente costruito; spazza via i risparmi. Tuttavia nessuna nazione è ricorsa all'inflazione "incontrollata" finchè la propria economia non fosse distrutta dalla guerra, finchè la produzione non fosse più in grado di soddisfare le spese dell'establishment politico, per non parlare del debito accumulato dai suoi predecessori.
Ma che dire della spinta naturale del patriottismo? A fronte di un pericolo nazionale, non è giusto che tutti noi ci schieriamo per la difesa comune? Ovviamente è giusto; e le persone sono quello che sono e gli interessi comuni sono spontanei quando la vita di comunità è minacciata, come nel caso di alluvioni, di terremoti o di una conflagrazione, oppure quando gli indiani attaccarono la palizzata. In simili catastrofi noi diamo; non prestiamo. Il patriottismo appesantito dal profitto è di natura dubbiosa. I bond non combattono le guerre. Gli strumenti ed i materiali della guerra sono forgiati dal lavoro dei vivi usando la scorta di capitale esistente; la spesa deve combaciare con l'attuale produzione. I bond sono emessi perchè i lavoratori ed i capitalisti sono riluttanti a dare la loro produzione per la causa comune; danno un valore maggiore alla loro proprietà rispetto alla vittoria. Quando la confisca tributaria è il solo mezzo per portare avanti la guerra, la sua popolarità potrebbe scemare; la guerra sarebbe sospesa.
Questa ingannevole risorsa del patriottismo spurio raggiunge il proprio massimo nella giustificazione da manuale per il debito pubblico. Accade una cosa del genere: i cittadini che hanno finanziato lo Stato, attraverso i bond, prendono un'interesse maggiore dai suoi affari. Così l'amore per il paese è subordinato alla probabilità di ricavi, sia come capitale e sia come bottino. Questo patriottismo ha il sentore di quello che motivò gli agenti di cambio nel Medioevo; una volta che ebbero investito nelle compagnie dei loro re non potevano più permettersi di far sbiadire la loro fedeltà.
Non è patriottismo quello architettato dallo Stato quando prende in prestito. E' servilismo. Con il suo portafoglio strapieno di bond, il finanziatore diventa in effetti un partner minore i cui interessi obbligano alla conformità. Un'assegnazione di bond ad una banca trasmette forza perchè i suoi presenti possedimenti potrebbero perdere valore se dubitasse dello Stato. Un calo vertiginoso nei prezzi delle emessioni federali scuoterebbe Wall Street fino alle sue fondamenta; da qui nuove emissioni dovrebbero essere rilasciate per proteggere quelle vecchie. La preoccupazione delle università, enormemente sovvenzionate per i loro possedimenti di bond, è tale che il dubbio di qualunque professore sulla moralità dei bond difficilmente potrebbe essere tollerato. Anche un ministro pacifista di una ricca chiesa sarebbe cauto a pesare le sue opinioni sul debito pubblico. Quindi gli interessi personali obbligano gli esattori delle tasse che posseggono bond a sostenere lo Stato, non il patriottismo.
Insomma il bond è un'istituzione profondamente immorale. Non prenderei uno di quei pezzi di carta neanche morto.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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