Bibliografia

giovedì 17 marzo 2011

150 anni di scempio e menzogne





di Johnny Cloaca


Una festa imbastita da mesi ormai prorompe, obbligatoriamente, nelle case dei cittadini italiani. Chi l'ha chiesta? A chi serve? Ho capito, è l'ultimo sfoggio gratutito dei soldi dei contribuenti che vanno a farsi fottere durante qualche parata insensata e per qualche memoriale a qualche cretino che si è fatto ammazzare in Kaffiristan. A quanto pare c'è chi è contento di saltare una giornata di lavoro per vedere, non curante, i propri soldi scialacquati in ridicole feste con coriandoli e bandierine; poi però ci si lamenta che la sanità va a gambe all'aria e che lo stipendio non permette di arrivare a fine mese. Subito a piangere da papà Stato affinchè sganci qualche dinero fregato qua e là e lo redistribuisca secondo la sacra carta fottituente. Certo perchè ora la carta da cesso è stata innalzata ad un nuovo livello di sacralità, tutti dobbiamo obbedire. Tutti devono essere tirati per la giacchetta, tutti devono pagare.

E così si perpetua l'ennesimo crimine nei confronti delle persone, la maggioranza che come branco aggredisce coloro diversi e per niente lieti di festeggiare. E vorrei dire, incazzati anche. Perchè qualsiasi oltraggio fatto (ai tanto cari a Napolitano) padri della patria non sarà mai abbastanza per quello che invece loro hanno fatto all'Italia (ed al sud in particolare). Già, la patria... una predazione continua e smaccata di una parte dello stivale ha consentito ad un manipolo di farabutti di diventare degli eroi; semplici criminali e pianificatori assassini. Da Cavour fino a Garibaldi. Ah certo, sfruttamento tutt'ora in corso se aguzzate la vista sulla Campania, ad esempio. Si devono smaltire le portate precedenti, prima di passare a quelle successive.

E' una favola che va avanti da anni, insegnata, imposta e richiesta da mamma scuola che tanto ci tiene a rincoglionire le giovani menti degli studenti; ma si tiene bene alla larga dall'insegnare che il voto è una presa in giro e la democrazia per niente è sinonimo di libertà.

Ma dobbiamo adorare qualcosa, dobbiamo avere una ispirazione nelle notti buie. Le notti saranno buie perchè tutto intorno è stato dipinto col nero dell'ignoranza, la quale costringe ad obliterare un biglietto mai voluto e mai comprato ma forzatamente infilato nelle mani al fine di partecipare ad una messa in scena imbastita solo per frodare il più possibile il prossimo e mantenere utili schiavi per necessità. Il chi non ha importanza, questo chi cambia di volto molte volte; è l'idea che c'è dietro che non cambia mai. No, non stiamo festeggiando la libertà. Stiamo festeggiando la schiavitù. E' questo il grande inganno. La neolingua ed il raggiro hanno creato quel buio che vediamo dalla finestra. Non esiste il buio, è una finzione, è un'illusione. Ma a volte le illusioni e le allucinazioni sono così potenti da poter uccidere le persone e quindi, parafrasando l'Amleto di Shakespeare, temiamo quello che non conosciamo e ci rannichiamo in cerca di un aiuto, di una mano che ci porti via dal dolore.

Quello in cui credere è rappresentato da questi padri della patria? Questi sono gli eroi? Gli stessi generali piemontesi che esortavano le truppe all'omicidio a sangue freddo ed allo stupro? Gli stessi che radevano al suolo interi villaggi solo perchè sospettati di dare rifugio ai cosidetti "briganti"? Perchè già serpeggiava quell'indole del "o siete con noi o siete contro di noi". La stessa che serpeggia quando si vota, o meglio si lascia carta bianca a dei pazzi in cravatta, e la cosidetta maggioranza impone le proprie scelte sulla minoranza. Anzi chiamiamo le cose col loro nome. Dove il branco impone con la forza le proprie scelte. Democrazia? Io la chiamo coercizione.

Ma andiamo avanti, a decantare le lodi che vengono tessute a questi eroi. Come eroi sicuramente erano quei deputati nordici che si ingegnavano per una cosidetta "soluzione finale" per i meridionali: forse metterli nel tricarne sarebbe parso troppo brutto, altrimenti il futuro non li avrebbe eretti ad eroi e nessuno avrebbe speso un centesimo per parate e puttanate assortite. Deportarli sarebbe stata la soluzione migliore, con tutti gli incoraggiamenti del caso ad andare in Patagonia e fare così largo ai conquistadores piemontesi.

Vogliamo parlare dell'aderenza alla massoneria di Garibaldi? Ma, ohibò! Questo non c'è scritto nei libri di storia! Al rogo!

Ma in fin dei conti non sarebbe nemmeno questo un problema. I grattacapai sorgono quando viene riportata questa storia, perchè nonostante sia stata dimostrata non è "sano" per i pargoli apprendere questo lato oscuro dell'eroe sbarcato a Marsala. Ma perchè tacere allora? Ecco che vediamo come la scuola raggira le giovani menti: semmai dovesse essere riportata simile informazione si assocerebbe l'unità d'Italia ad una combriccola di uomini che ha appoggiato simile progetto solo per i propri scopi. Di conseguenza tutta la politica ed il sistema creato successivamente sarebbero stato frutto di una cerchia ristretta di persone, e dei loro interessi. Tali interessi cozzerebbero con l'idea che lo "Stato siamo tutti noi" e qualcuno potrebbe avere qualche dubbio perfino sulla democrazia.

Ma la scuola si tiene alla larga dall'insegnare ciò, e ci ricorda con l'educazione civica che votare è bene, questionare è male; annuire è bene, dubitare è male; lo Stato è il migliore dei sistemi auspicabili e non esiste alcuna alternativa valida. A parte la lobotomia.

Revisionista! Revisionista! Sento già le sirene.

Chissà se tutte queste storie rientrano nella grafica delle bandierine. Non è unione questa. E' aggressione, sfruttamento e disprezzo. Perchè una volta depredato il meridione alla grande, le ondate di meridionali si sono fatte sentire al nord e questo è andato avanti per anni, ma solo negli anni recenti qualcuno invocava la "secessione". Ohibò! Che sorpresa! Dopo che è stato depredato, distrutto, stuprato, saccheggiato, sfruttato, martoriato il meridione si ha pure il coraggio di proferire simile verbo. Bè, io vi dico: "Tenetevela pure la vostra festa e la mia inferiorità; ma il consenso a simile assassinio e scempio non lo avrete".

Ma questa, si dirà, è solo una storia apocrifa.


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Riferimenti ed approfondimenti

  • Angela Pellicciari, La Padania, 21 ottobre 2001, I Mille? Benedetti dal conte di Cavour.
    «[...] Per sapere come si sono svolti i fatti è utile ricorrere all’epistolario e agli articoli del braccio destro di Cavour, l’influente storico massone Giuseppe La Farina, potentissimo segretario della Società Nazionale. Nella lettera del 14 ottobre 1860, per esempio, questi racconta all’amico Pietro Sbarbaro: "V’è una parte della mia biografia completamente sconosciuta, ed è forse la più importante, voglio dire le mie relazioni con conte di Cavour: relazioni intime, e pur tenute segretissime dal ‘56 al ‘59, e non sospettate né anco dagli amici stretti del Conte di Cavour. Io vedevo il conte di Cavour quasi tutti i giorni prima dell’alba [...] fui io che gli feci conoscere Garibaldi, e che l’indussi ad adoperarlo nella guerra d’indipendenza che si apparecchiava [...] Le potrò dare notizia della parte presa da me e dalla Società Nazionale alla spedizione di Sicilia; ed Ella vedrà che il concetto fu mio; che Garibaldi esitava (e ne ho documenti)
• 10 giugno 1860 a Cavour: "Un governo ch’è la negazione di ogni governo. In un paese in cui è ignota la coscrizione, si pensava sul serio a fare una levata di 300.000 uomini. Si decreta che dai consigli civici siano esclusi gli antichi impiegati regii, che in certi municipii sono i soli che sappiano leggere e scrivere. Si sminuzzano le province che sono 7, creando governatori in tutti i distretti che sono 25. Si fa governatore di Palermo un giovinetto di Marcilepre, che nessuno conosce".

• 12 giugno: "Il governo (o per dir meglio, Crispi e Raffaele) sapendosi avversato dalla maggioranza dei cittadini, cerca farsi partigiani negli uomini perduti".

• 18 giugno: "Fanno leggi sopra leggi [...] mettono le mani nei depositi dei particolari esistenti in tesoreria [...] non trovando partigiani nel partito liberale, cercano farsi amici negli uomini più odiati e spregiati [...]. La legge della leva così imprudentemente pubblicata e stoltamente redatta, già produce i suoi frutti: un grido d’indignazione s’è levato da per tutto [...] In molti Comuni sono avvenute delle vere sollevazioni".

• 28 giugno: "Io non debbo a lei celare che all’interno dell’isola gli ammazzamenti sieguono in proporzioni spaventose; che nella stessa Palermo in due giorni quattro persone sono state fatte a brani; e che tutto è stato disordinato e messo sossopra con una insensatezza da oltrepassare ogni limite del credibile".

• 29 giugno: "L’altro giorno si discuteva sul serio di ardere la biblioteca pubblica, perché cosa dei gesuiti: ieri il comandante della piazza, Cenni, ordinava di fare sgombrare le scuole. Si assoldano in Palermo più di 20.000 bambini dagli 8 ai 15 anni e si dà loro tre tari al giorno! Si mette la finanza della Sicilia in mano di quel ladrissimo e ignorantissimo B...! In una sola partita di cavalli requisita nella provincia di Palermo ne spariscono 200! Si dà commissione di organizzare un battaglione a chiunque ne faccia domanda; così che esistono gran’numero di battaglioni, che hanno banda musicale ed officiali al completo, e quaranta o cinquanta soldati! Si dà il medesimo impiego a 3 o a 4 persone! Si manda al tesoro pubblico a prendere migliaia di ducati, senza né anco indicarne la destinazione! Si lascia tutta la Sicilia senza tribunali né civili, né penali, né commerciali, essendo stata congedata in massa tutta la magistratura! Si creano commissioni militari per giudicare di tutto e di tutti, come al tempo degli Unni".

• 2 luglio a Davide Morchio: "Non abbiamo nulla che possa somigliarsi ad un governo civile: non vi sono tribunali [...] non ci è finanza, avendo tutto assorbito l’intendente militare; non v’è sicurezza, non volendo il dittatore né polizia, né carabinieri, né guardia nazionale, non v’è amministrazione, essendo state sciolte tutte le intendenze".

• 17 luglio ad Ausonio Franchi: "Garibaldi dichiara pubblicamente che non vuole tribunali civili, perché i giudici e gli avvocati sono imbroglioni; che non vuole assemblea perché i deputati sono gente di penna e non di spada; che non vuole niuna forza di sicurezza pubblica, perché i cittadini debbono tutti armarsi e difendersi da loro".

• 19 luglio a Giuseppe Clementi: "I bricconi più svergognati, gli usciti di galera per furti e ammazzamenti [sono] compensati con impieghi e con gradi militari. La sventurata Sicilia è caduta in mano di una banda di Vandali".

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10 commenti:

  1. Questa stupida festa è in funzione anti-leghista... Però, celebrare dei crimini per rispondere a delle stupidaggini...Ma, mi è stato risposto da un'intellettuale, in fondo tutte le bandiere grondano sangue, la nostra non è diversa...
    Bene, mi rifiuto di celebrarla. Tiriamola fuori solo per i mondiali di calcio...

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  2. Ciao Francesca e benvenuta su Freedonia.

    Condivido il tuo punto di vista e vorrei aggiungere un particolare. Secondo me questa nemmeno è una festa. Se proprio si dovesse analizzare il contenuto di questa farsa, è tutto tranne una festa. La festa è un momento di ritrovo, di unione, di libertà; nessuno dà sfoggio di se stesso.

    Dove sono queste caratteristiche nella presa in giro di stamani? Se la festa era di tutti perchè le persone sono state stipate in recinti come manzi da macello? Perchè hanno dovuto assistere ad una parata, palesemente, a riverenza di altri?

    Domande oavviamente retoriche (non per tutti a quanto pare), che mi hanno provocato un certo disgusto quando le ho associate alle immagini di persone che belavano da dietro le recinzioni.

    Da qui si comprende anche la frase di "pancia piena" Napolitano: "Non importa di quale schieramento siate, basta che festeggiate". Ovvero: "Non importa a quale menzogna crediate, l'importante è che porgete i polsi per le catene".

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  3. festeggiare che? immani massacri nel nome del solito interesse monetario? festeggiare i propri antenati perseguitati e scannati nel compiersi di una conquista coloniale? dopo aver letto pino aprile rabbrividisco ogni volta che sento esprimere orgoglio nazionale soprattutto da parte di amici meridionali. possibile che non abbiano ricordi di racconti tramamdati di padre in figlio di quei terribili anni? oggi solo 150 anni di vergogna. ma sono ottimista. il 200° anniversario non lo prevedo.

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  4. scusate quello sopra del 200° sono io.
    ciao.

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  5. ma sono ottimista. il 200° anniversario non lo prevedo.

    Ciao e benvenuto anche a te andrea

    Bizzarro, ho avuto la stessa "premonizione" :)

    L'innesco sarà inevitabilmente economico, inflazione ed imposta sostitutiva (principalmente) sgretoleranno (già lo stanno facendo) man mano le basi che costituiscono le fondamenta neo-keynesiane dello Stato italiano. A differenza di tutti i sognatori, sarà semplicemente un'auto-distruzione; semmai ci sarà una ribellione sarà solo una conseguenza alla vista del cadavere a lungo nascosto alla massa.

    Tutta questa storia ricorda molto il film "Fatti nella vita del signor Valdemar" di George Romero. Lascio immaginare, all'attento lettore, quale sia i lruolo dell'Italia...

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  6. Allora chi ti parla è un conservatore nato nel Nord e che vive a Roma, odia la Lega e spera in una "Thatcher" per il partito che verrà. Ti si dovrebbe erigere un monumento, perchè tutto quello che dici è vero, anzi, verissimo. Garibaldi, un rubagalliine, assoldato da Cavour (pagato dai massoni inglesi e francesi) per unire l'Italia e far si che i Savoia si spartissero (sempre con Inglesi e Francesi) il bottino del Sud Italia fino a quel momento una delle regione più ricche del Mondo. Io sono contento di essere italiano, ma non di come ci sono "diventato". Non hanno unito per migliorare , ma per rubare, per POTERE. Che vadano al diavolo!

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  7. Ciao Chris e benvenuto anche a te.

    Bè, sono contento che a volte i miei travasi di bile siano fonte di riflessione. Merce rara, ormai, le persone disposte a riflettere.

    In più, il finale del tuo commento riassume perfettamente la storia dell'Italia finora: "Noi (privilegiati) uniti per rubare voi". Ma i pasti gratis finiranno...

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  8. "Non hanno unito per migliorare , ma per rubare, per POTERE."

    Questo perchè continui a vederla come una volontà unificatrice. Quella era la motivazione ufficiale, la giustificazione agli occhi di un'Europa che non avrebbe preso alla leggera una guerra di conquista, senza motivazioni e senza nemmeno una previa dichiarazione.
    Perchè in realtà fu una semplice guerra di conquista, o colonialista, come se ne sono viste tante.
    Il fatto è che dopo la guerra di Crimea, lo stato piemontese era sommerso letteralmente dai debiti. Gli inglesi, in buoni rapporti con Cavour, lo aiutarono a conquistare il regno delle due sicilie, togliendosi così di mezzo la potenza militare costituita dal regno borbonico, in un periodo cruciale come quello dell'apertura del canale di Suez e permettendo al piemonte di scaricare il suo debito sulle spalle dei conquistati. Tutto qui.
    La rabbia deriva dal fatto che si pensa che non sia stato rispettato il sud. Ma perchè mai un Paese dovrebbe essere rispettato da chi l'ha appena conquistato e magari beneficiarne anche? Non si è mai visto nella storia. Se la si guarda in questo modo non ci si sorprende se il sud è stato impoverito gradualmente a favore delle regioni settentrionali. Certo, ciò non toglie che tutte le cariche politiche vogliono presentarcela come una grande impresa di amore per la patria, prendendoci quindi in giro. E questo è fastidioso.

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  9. Ovviamente, con "potenza militare", intendevo navale.

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  10. Bell'intervento Jo. Vorrei aggiungere solo un paio di cose che mi sono balzate in mente alla lettura del tuo commento:

    Quella era la motivazione ufficiale, la giustificazione agli occhi di un'Europa che non avrebbe preso alla leggera una guerra di conquista, senza motivazioni e senza nemmeno una previa dichiarazione.

    La nascita degli Stati nazionali dell'Europa è sempre passata al di sopra dei popoli, come, ad esempio, oggi la nascita del "Superstato Europeo" (proprio sotto il nostro naso sta avvenendo) si sta facendo senza che la gente sappia chi l'abbia progettato e deciso, quando, come e perchè.

    Le rivolte dei popoli infatti sono state quasi sempre secessioniste, mai centralizzatrici.


    Il fatto è che dopo la guerra di Crimea, lo stato piemontese era sommerso letteralmente dai debiti. Gli inglesi, in buoni rapporti con Cavour, lo aiutarono a conquistare il regno delle due sicilie

    Quando un paese è in crisi, infatti, bastano un pò di dineri per fare andare a gambe all'aria tutti gli equilibri. Si può corrompere qualsiasi classe dirigente di un paese che già è sull'orlo della caduta per via di tensioni interne ed estere, dove suddetta classe o i funzionari preferiscono la ricchezza presente allo status quo (che dovrebbe, tuttavia, assicurare loro una certa stabilità ed una buona situazione economica, se le cose infine vanno bene).

    Gli Inglesi hanno solo giocato su di una situazione che poteva andare a loro favore se avessero giocato con furbizia.

    Un link utile, infine: http://www.morronedelsannio.com/sud/terza.htm

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