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di Michael Pollaro
E' stata un'asserzione di lunga data, sostenuta sia da una base teorica che storica, che una delle strade più sicure per l'iperinflazione è quella basata su un governo la cui risposta ad ogni problema economico e sociale è di prendere in prestito e spendere, sostenuto da una banca centrale capace, disposta e pronta a finanziarne lo sforzo. Tale sostegno si basa ovviamente sulla stampa di denaro attraverso il quale acquistare il debito emesso dal governo – ciò che è eufemisticamente chiamato monetizzare il debito – facendo pertanto esplodere l'offerta di denaro ed infine collassare il suo valore.
Qui al THE CONTRARIAN TAKE concordiamo con impegno totale con questa asserzione.
Così dati gli straordinari bisogni del governo degli Stati Uniti di prestiti, attualmente sostenuto dalla Federal Reserve il cui programma di acquisto di asset (QE2) è ampio abbastanza da finanziare il 100% delle richieste di finanziamento del governo almeno da giugno, pensavamo che dovremmo dare uno sguardo alle prospettive di un evento iperinflazionistico in America. E mentre pensiamo che l'iperinflazione – definita come la totale distruzione del valore del dollaro degli Stati Uniti – sia un evento di bassa probabilità, una grande, e quando diciamo grande intendiamo molto grande, inflazione monetaria certamente non lo è. Vedete, quando si ha un governo che pare riluttante a cambiare le sue politiche legate alla spesa ed ai prestiti in modo significativo – un argomento preso in considerazione qui – associato ad una banca centrale il cui presidente è un uomo che pensa che politiche monetarie e fiscali accomodanti siano un trampolino di lancio per un'economia oppressa, si ha la ricetta per una catasta di inflazione monetaria. Infatti, secondo il THE CONTRARIAN TAKE, mai una banca centrale ha avuto come presidente un uomo che è molto certo che politiche fiscali e monetarie accomodanti siano esattamente quello che un'economia con una capacità produttiva impantanata e con un'alta disoccupazione richieda per far andare le cose nel modo giusto.
Prima di parlare delle possibilità di una iperinflazione, alcuni preliminari...
Preliminari
In primo luogo il debito del governo sarà definito come il debito del Tesoro degli Stati Uniti più il debito delle agenzie sponsorizzate dal governo Fannie Mae e Freddie Mac (popolarmente chiamate agenzie). L'inclusione del secondo potrebbe essere un pò tirato per la manica, ma come abbiamo discusso qui, per noi la sua inclusione nel debito del governo degli Stati Uniti è ovvia. Creazioni del governo degli Stati Uniti, queste imprese sponsorizzate dal governo ed il loro debito sono sempre state implicitamente sostenute in varie forme dalla piena fiducia e dal credito del Tesoro degli Stati Uniti, un sostegno reso chiaramente esplicito a tutti ed agli scettici quando il 24 dicembre 2009, in piena crisi, il governo degli Stati Uniti ha dato a quelle imprese accesso sostanzialmente illimitato al Tesoro fino a nuovo ordine. Ci chiediamo perchè qualcuno avrebbe pensato qualcosa di diverso, poichè nella peggiore delle ipotesi il governo degli Stati Uniti avrebbe protetto sé stesso, reso esplicita questa implicita garanzia e reso il debito di Fannie Mae e Freddie Mac il debito de facto degli Stati Uniti.
In secondo luogo è pratica comune misurare il peso del governo sull'economia paragonando il debito del governo alla produttività della nazione o al PIL. E mentre concordiamo che a lungo andare è la capacità produttiva della nazione che fornisce i mezzi necessari a pagare i debiti del governo, pensiamo che sia più istruttivo paragonare quei debiti ai risparmi della nazione. Vedete, sono i risparmi della nazione e la disponibilità a rimandare il conusmo che rendono possibili i programmi di prestito e spesa del governo. Restando tutte le altre cose uguali, un'economia che consuma di più e risparmia poco è un'economia che non può permettersi prestiti e spese. La domanda cruciale in ogni esame appropriato del peso del governo sull'economia è questa...il bacino dei risparmi di una nazione è abbastanza grande da finanziare le richieste di prestito del governo, quanto a lungo ed a che tasso di interesse?
In terzo luogo la Federal Reserve non è la sola istituzione degli Stati Uniti che ha il potere di monetizzare il debito del governo degli Stati Uniti. A causa del nostro sistema bancario a riserva frazionaria protetto dal governo, hanno un partner – il sistema bancario privato – che può e compra titoli del Tesoro e delle agenzie, pagando per essi semplicemente rimborsando i conti bancari dei venditori. Giusto, stampando denaro proprio come la Federal Reserve.
Distribuiti questi preliminari, affrontiamo la questione a portata di mano...
Sta arrivando l'Iperinflazione in America?
Iniziamo con una veduta a lungo termine del prestito del governo degli Stati Uniti ed i trend del debito fino al terzo quadrimestre del 2010, l'ultimo dato disponibile:
Ed ora il trend dell'incasso da parte del governo degli Stati Uniti dei risparmi privati netti (NPS):
Nel 1960, il primo anno di questo studio, il governo degli Stati Uniti stava prendendo solo il 5% dai risparmi privati netti della nazione. Sta ora prendendo l'intera torta e molto di più, fissando nel 2009 un picco dal dopoguerra di 3,4 volte i risparmi della nazione. Continuando ad un ritmo di incasso di 1,5 volte i risparmi della nazione, il peso del debito del governo degli Stati Uniti sta andando nella direzione sbagliata e velocemente. Parlando in modo semplice, il governo degli Stati Uniti sta travolgendo la capacità dei risparmiatori americani di finanziare i programmi di prestito e spesa del governo.
Travolgendo i risparmi della nazione? Allora come si spiega questo:
Bella domanda. Se il governo degli Stati Uniti stesse veramente travolgendo i risparmi della nazione allora perchè il tasso d'interesse sul prezzo di riferimento nel commercio dei titoli del Tesoro a 10 anni è vicino ai minimi storici? Mentre la risposta a questa domanda è un pò complicata, pensiamo che abbia molto a che fare con l'appetito dei creditori esteri per il debito del governo degli Stati Uniti:
All'inizio del 1984 quando il tasso dei titoli del Tesoro a 10 anni stava ancora segnando picchi storici, i creditori esteri iniziarono ad aumentare i loro acquisti di debito del governo degli Stati Uniti. Agendo così sono stati una fonte in incremento di fondi per gli Stati Uniti ed una grande ragione per questi, storicamente, bassi tassi d'interesse. Da un minimo circa del 10% nel 1984, i creditori esteri hanno preso la loro quota nel notevole debito del governo degli Stati Uniti al 33%. Infatti sin dal 1984 hanno finanziato il 35% dei prestiti di cui il governo degli Stati Uniti necessitava, e sin dal 1995 di uno straordinario 50%. Senza dubbio hanno dato al governo degli Stati Uniti una mano d'aiuto formidabile.
Ora, visto che i creditori esteri avevano aumentato il finanziamento in un modo così incredibile, la Federal Reserve non avrebbe dovuto agire allo stesso modo. Infatti, dato il loro aiuto, la Federal Reserve è stata in grado di prendere parti sempre minori del debito del governo. Ed anche le banche private si sono tirate indietro insieme alla Federal Reserve. Con il loro saldo sostegno di prestatrici di ultima istanza, sostenute ovviamente dalla stampante della Federal Reserve, hanno avuto sempre meno bisogno di possedere debito del governo degli Stati Uniti a basso rendimento come riserve liquide. Date un'occhiata:
I numeri dicono tutto. La quota della Federal Reserve e delle banche private del debito del governo degli Stati Uniti ha seguito una via regolarmente in declino sin dalla fine degli anni settanta, da un massimo del 45% nel 1977 ad un minimo del 15% nel 2008, quando infine la crisi finanziaria ed i successivi salvataggi del governo hanno forzato la Federal Reserve a finanziare lo spike risultante nel debito del governo degli Stati Uniti. Non una perfetta immagine di cosa i creditori esteri hanno fatto, ma ci andiamo maledettamente vicino:
Quindi, se la Federal Reserve ed i suoi partner del sistema bancario privato non stanno monetizzando il debito del governo degli Stati Uniti, difficilmente si potrbbe dire che abbiamo il germe di una esplosione nell'offerta di denaro, senza scomodare un evento di iperinflazione. E come ci si aspetterebbe, i numeri lo confermano:
Questo non per dire che l'America non ha avuto ritmi abbastanza impressionanti nella crescita dell'offerta di denaro in questi ultimi 30 anni. Ha mostrato in tutto lo studio, come misurato dal nostro sistema metrico preferito la vera offerta di denaro "Austriaca" (TSM2), una tendenza al rialzo nel trend di crescita. Ma pensiamo che il tasso di crescita è qualcosa di diverso da quello che sarebbe potuto essere se i creditori esteri non stessero inghiottendo il debito del governo degli Stati Uniti a ritmi voraci. Infatti un rapido sguardo ai ritmi di monetizzazione visti durante gli anni sessanta e settanta, quando i creditori esteri erano una parte molto meno importante dei vari finanziamenti del governo, suggerisce che avremmo visto tassi di inflazione monetaria molto ma molto alti questi ultimi 30 anni, e specialmente gli ultimi 15 anni, se non fosse stato per i creditori esteri.
Ritornando alla domanda a portata di mano, data la tendenza del governo americano ad attaccare ogni problema economico e sociale con programmi di prestito e spesa, l'America è pronta per un evento iperinflazionistico o, se non di iperinflazione, ad un'ondata di inflazione monetaria da portare il dollaro degli Stati Uniti sul baratro? Bè, come potreste presupporre, pensiamo che molto avrà a che fare con cosa faranno dopo i creditori esteri, poichè senza l'aiuto di creditori esteri può venire a crearsi una situazione drammatica; per esempio, se si fermassero dal comprare debito del governo degli Stati Uniti, o peggio iniziassero a vendere, l'America si troverebbe a guardare la canna di una pistola carica.
Per inquadrare meglio questa domanda postuliamo lo stato dell'America senza l'aiuto dei creditori esteri. Quello che avremo...
- Un governo degli Stati Uniti con un debito profondo ed in crescita, un governo che anche se attualmente ostenta un debito totale più passività non sovvenzionate di circa 130$ trilioni non mostra pausa nelle sue politiche di spesa e prestiti; un governo che prende in prestito quasi 40 centesimi di ogni dollaro che spende ed ancora peggio sta attualmente perdendo circa 20 centesimi su ogni dollaro di tasse per pagare l'interesse sul suo debito (perfino a questi, storicamente, minimi tassi d'interesse); ed un governo che a causa di un'America che ha sfidato i risparmi sarà dipendente dai poteri della stampante della Federal Reserve e dai suoi partner del sistema bancario privato, non solo per finanziare i suoi programmi di spesa e prestito ma per stampare abbastanza denaro da impedire ai tassi d'interesse di salire ed al suo intero budget di esplodere.
- Un presidente della Federal Reserve detesta vedere aumentare i tassi d'interesse – un evento che pensiamo sia un fatto compiuto se i creditori esteri se ne vanno – e probabilmente comprare altrettanto debito del governo, stampando qualsiasi cifra in denaro necessaria a mantenere i tassi d'interesse sotto controllo. E se quella monetizzazione aiuta anche a finanziare un pò dei programmi di spesa del governo mirati a sostenere quella che sicuramente sarà un'economia in difficoltà poichè i finanziatori esteri se ne vanno, scommetteremmo che direbbe: tanto meglio!
- A fronte di questa economia in difficoltà e la risultante scarsità di opportunità di investimento proficuo e le accentuate preoccupazioni per la liquidità, il sistema bancario privato cercherà di comprare in sicurezza, sebbene gli investimenti abbiano più bassi rendimenti come il debito degli Stati Uniti. Con costi essenzialmente a zero per il denaro a breve termine fornito al sistema bancario dai programmi di QE della Federal Reserve, anche bassi rendimenti dei titoli del governo degli Stati Uniti possono fornire grossi profitti al sistema bancario quando sono comprati in blocco.
- Di nuovo, a fronte di questa economia in difficoltà ed in opposizione all'attuale coro di critiche anti-Federal Reserve, pensiamo ad un governo degli Stati Uniti, sostenuto da elettori insofferenti ed in molti casi indebitati allo stesso modo, che inciterà il presidente della Federal Reserve. Almeno finchè il valore del dollaro non diventerà un problema nazionale.
L'impatto che ciò avrà nell'offerta di denaro, pensiamo, sia analogo a qualcosa di pronto a scattare. Iperinflazione? E' possibile, ma non siamo così sicuri che le cose possano spingersi così lontano, solo per salvare loro stessi. Ma se i creditori esteri escono di scena, un cumulo di inflazione monetaria è praticamente assicurata.
E che dire dei creditori esteri e la probabilità che escano di scena? Per diverse ragioni, ragioni che sembrano sempre più venire a galla, pensiamo che ciò potrebbe accadere. Non oggi, non domani, ma crediamo che accadrà. Infatti alla recente moderazione in questi due anni nell'appetito verso il debito del governo degli Stati Uniti si sono connesse le crescenti attività di monetizzazione della Federal Reserve, e ciò suggerisce che il processo potrebbe essere iniziato.
Ma ciò sarà oggetto di un altro articolo.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/