Bibliografia

domenica 2 gennaio 2011

Una versione tradotta del discorso di Napolitano




di Johnny Cloaca


Si lo so, era tutto finito con l'articolo di Mises ma è stato più forte di me. Le minchiate erano così colossali che non possono rimanere lì a vegetare e germogliare senza che qualcuno ne sottolinei la potenziale pericolosità per la sanità mentale del lettore; altrimenti se inevitabilmente se ne assume una quantità eccessiva, solo una lobotomia frontale potrebbe compensare i danni alla psiche (capite, no? Il classico rannicchiarsi in un angolo e tentare di convincersi che tutto ciò non era vero e che le buche per le strade si auto-riempiranno da sole). Quindi avventuriamoci allegramente nel discorso del caro presidente della Repubblica:


«"Dedico questo messaggio soprattutto ai più giovani tra noi, che vedono avvicinarsi il tempo delle scelte e cercano un'occupazione, cercano una strada. Dedico loro questo messaggio, perché i problemi che essi sentono e si pongono per il futuro sono gli stessi che si pongono per il futuro dell'Italia."»
[Traduzione]: sono qui per il vostro bene, quindi rilassatevi penserò a tutto io. Prima di tutto, i fessi della generazione precedente sono fottuti senza il vostro contributo nel gigantesco schema truffaldino di Ponzi chiamato "pensione"; sappiamo entrambi che il governo deve intervenire per rimediare ai casini dei vecchi interventi, ma ora con questi nuovi interventi creeremo nuovi posti che di economicamente produttivo non hanno cazzo, fanno bene alle tasche degli amici degli amici e fruttano tanti voti. Il nostro futuro sono i voti ed attraverso il vostro rincoglionimento potremmo ottenere tale garanzia.


«Nel richiamare la preoccupazione già espressa, anche in occasione del saluto con le Alte magistrature dello Stato, "per il malessere diffuso tra i giovani e per un distacco ormai allarmante tra la politica, tra le stesse istituzioni democratiche e la società, le forze sociali, in modo particolare le giovani generazioni", il Capo dello Stato ha sottolineato "l'esigenza di uno spirito di condivisione - da parte delle forze politiche e sociali - delle sfide che l'Italia è chiamata ad affrontare; e l'esigenza di un salto di qualità della politica, essendone in giuoco la dignità, la moralità, la capacità di offrire un riferimento e una guida."»
[Traduzione]: dove credete di andare? Siete degli imbecilli ed avete bisogno di delegare le vostre responsabilità per vederle realizzate. Ricordatevi che vivete in uno Stato e quindi dovete rispettare le sue regole coercitive ed abbiamo bisogno del vostro rincoglionimento per far andare avanti la baracca. Su, su, tutti uniti ed in fila per fare l'ispezione e vedere da che lato faccia più male mettervelo nel culo. E' così che sono andate le cose, che vanno e che andranno. Avete subito un training di massiccia propaganda per questo fine, non bruciate tutto ora. Sappiamo noi dove andare. Lo dice anche l'educazione civica.


«Ma - ha aggiunto il Capo dello Stato - a questo riguardo "voi che mi ascoltate non siete semplici spettatori, perché la politica siete anche voi, in quanto potete animarla e rinnovarla con le vostre sollecitazioni e i vostri comportamenti, partendo dalle situazioni che concretamente vivete, dai problemi che vi premono."»
[Traduzione]: ora lasciatemi divertire facendovi bere l'enorme minchiata che lo "Stato siamo tutti noi". Palle, palle col botto.


«Anche se questo 2010 è stato dominato da condizioni di persistente crisi e incertezza dell'economia, il Presidente della Repubblica ha esortato a non farsi "paralizzare da quest'ansia": "E' possibile - ha affermato - un impegno comune senza precedenti per fronteggiare le sfide e cogliere le opportunità di questo grande tornante storico. Siamo tutti chiamati a far fronte ancora alla sfida della pace, sempre messa a dura prova da persistenti e ricorrenti conflitti e da cieche trame terroristiche: della pace e della sicurezza collettiva, che esigono tra l'altro una nuova assunzione di responsabilità nella Comunità Internazionale da parte delle grandi potenze emergenti. Siamo chiamati a cogliere le opportunità di un processo di globalizzazione tuttora ambiguo nelle sue ricadute sul terreno dei diritti democratici e delle diversità culturali, ed estremamente impegnativo per continenti e paesi - l'Europa, l'Italia - che tendono a perdere terreno nell'intensità e qualità dello sviluppo."»
[Traduzione]: se non avete capito lo Stato ci campa sulle guerre, sia finanziariamente sia politicamente. Un modo come un altro per farvi cagare addosso dalla paura e correre tra le nostre braccia. Ecco...così...correte da noi, sapete che lo volete. Siete stati programmati per questo imbambolamento. Ora sul carro buoi ci vanno loro, ma queste sono solo prove generali perchè presto ci potrete finire anche voi. Vi stiamo solo preparando a non lamentarvi. Almeno non troppo...il giusto. Per questo continueremo a spendere vagonate di soldi in un settore altamente improduttivo e tenuto in piedi come fucina di favori; inoltre siamo saldamente tenuti per i coglioni dalla presa dell'America. Ah poi ovviamente un nonsense è d'obbligo in ogni discorso, infatti l'ultima frase, in cui dò sfoggio delle mie capacità cabarettistiche e parlo di "sviluppo" e "globalizzazione", è vuota come la testa di Navarro.


«Il Capo dello Stato si è detto convinto che "quando i giovani denunciano un vuoto e sollecitano risposte sanno bene di non poter chiedere un futuro di certezze, magari garantite dallo Stato, ma di aver piuttosto diritto a un futuro di possibilità reali, di opportunità cui accedere nell'eguaglianza dei punti di partenza secondo lo spirito della nostra Costituzione. Nelle condizioni dell'Europa e del mondo di oggi e di domani, non si danno certezze e nemmeno prospettive tranquillizzanti per le nuove generazioni se vacilla la nostra capacità individuale e collettiva di superare le prove che già ci incalzano. Tanto meno, ho detto, si può aspirare a certezze che siano garantite dallo Stato a prezzo del trascinarsi o dell'aggravarsi di un abnorme debito pubblico. Quel peso non possiamo lasciarlo sulle spalle delle generazioni future senza macchiarci di una vera e propria colpa storica e morale."»
[Traduzione]: scordatevi l'azione individuale di ogni individuo. Tutte le vostre mosse verranno accuratamente decise, analizzate e valutate nelle opportune sedi e vedremo come agire di conseguenza. La società è questo per noi, non persone che agiscono ma un'insieme informe di pecoroni che va verso il baratro. Vi faremo passare il baratro in un modo o nell'altro ma ci saranno perdite. La soluzione è un ponte tibetano; come inizio non c'è male, eh? Perchè infatti abbiamo viaggiato in un periodo di espansione economica fasulla e ci abbiamo marciato fregandocene altamente, vivendo nell'idilliaco mondo di Keynes e del suo pagliaccio di corte Krugman (lui sa; e cazzo, scrive sul NY Times ed ha vinto un premio nobel, deve sapere quello che fa. Tanto per chiarirci il premio nobel l'hanno dato anche a quel cretino di Stiglitz e a quell'altra patacca di Obama) che ci dicevano che "nel lungo periodo saremmo tutti morti" quindi dovevamo pensare solo al presente, spisciandoci dalle risate mentre i numeretti del debito salivano. Dai ragazzi è una burla! E che saranno 30,000€ di debito (in aumento) a persona?


«Bisogna quindi "trovare la via per abbattere il debito pubblico accumulato nei decenni; e quindi sottoporre alla più severa rassegna i capitoli della spesa pubblica corrente, rendere operante per tutti il dovere del pagamento delle imposte, a qualunque livello le si voglia assestare. Questo dovrebbe essere l'oggetto di un confronto serio, costruttivo, responsabile, tra le forze politiche e sociali, fuori dall'abituale frastuono e da ogni calcolo tattico. Ma affrontare il problema della riduzione del debito pubblico e della spesa corrente, così come mettere mano a una profonda riforma fiscale, vuol dire compiere scelte significative anche se difficili."»
[Traduzione]: un modo di fermare questa follia del debito ci sarebbe, ovvero tagliare drasticamente la spesa pubblica; però poi dovremmo spiegare come la parola diritti e welfare siano solo delle illusioni e ciò che facevano era facilitare la rapina a mano armata dei contribuenti e redistribuire a cazzo di cane la refurtiva. No, meglio essere Keynesiani fino in fondo: alzeremo le tasse. A qualunque livello, e voi ovviamente dovete contribuire. Siete stati programmati apposta.


«Si debbono o no - si è chiesto il Presidente Napolitano - ad esempio fare salve risorse adeguate, a partire dai prossimi anni, per la cultura, per la ricerca e la formazione, per l'Università? Che questa scelta sia da fare, lo ha detto il Senato accogliendo espliciti ordini del giorno in tal senso prima di approvare la legge di riforma universitaria. Una legge il cui processo attuativo - colgo l'occasione per dirlo a coloro che l'hanno contestata - consentirà ulteriori confronti in vista di più condivise soluzioni specifiche, e potrà essere integrato da nuove decisioni come quelle auspicate dallo stesso Senato."»
[Traduzione]: babbei. La legge è passata, ora potete sbizzarrirvi come volete, il nostro compito l'abbiamo fatto. Perchè basterebbero due paroline per mettere fine alla diatriba scolastica: liberalizzazione e sgancio dal sistema statale. Concorrenza e leggi di mercato. Brrrrr! Percepisco i vostri brividi, vedo che il programma di rincoglionimento funziona, ora infatti c'è anche quel buffone di Vendola che spara la grandiosa balla mega-galattica del "turbo-capitalismo". Geniale, non è vero? Vi fregheremo anche le mutande davanti ai vostri occhi. Nel frattempo perchè non pascolate un pò per le strade?


«Per il Capo dello Stato "occorre in generale individuare priorità che siano riferibili a quella strategia di più sostenuta crescita economico-sociale che per l'Italia è divenuta - dopo un decennio di crescita bassa e squilibrata - condizione tassativa per combattere il rischio del declino anche all'interno dell'Unione Europea."»
[Traduzione]: Ecco la scaletta:
  1. occorre individuare = noi e solo noi
  2. priorità = sceglieremo dove allocare le risorse
  3. strategia di più sostenuta crescita economico-sociale = niente libero mercato e relative leggi.
Sintesi? Ulteriori casini a ripetizione.


«Queste priorità sono "da far valere non solo attraverso l'azione diretta dello Stato e di tutti i poteri pubblici, ma anche attraverso la sollecitazione di comportamenti corrispondenti da parte dei soggetti privati. Abbiamo, così, bisogno non solo di più investimenti pubblici nella ricerca, ma di una crescente disponibilità delle imprese a investire nella ricerca e nell'innovazione. Passa anche di qui l'indispensabile elevamento della produttività del lavoro: tema, oggi, di un difficile confronto - che mi auguro evolva in modo costruttivo - in materia di relazioni industriali e organizzazione del lavoro."»
[Traduzione]: avete letto il giornale in classe? Si? Bene. Perchè infatti vi sto chiaramente dicendo che noi decideremo in sostanza (delirio) dove e come allocare le risorse, il mercato è troppo imbecille ed anche voi lo siete per compiere azioni. In realtà non possiamo agire attraverso il mercato nella nostra situazione, è oltremodo drogato e narcotizzato; quindi l'informazione necessaria per attuare pesanti e critiche decisioni economiche ci è preclusa. E' la pianificazione centrale, baby! Ovviamente mi rivolgo anche a coloro che ambiscono a sfondare il culo dei contribuenti e vogliono gioire della refurtiva statale godendo, inoltre, dei privilegi elargiti dallo Stato: ad una sola condizione ovviamente, dovete fare quello che vi diciamo noi. La riallocazione del lavoro ci penseremo noi ad atturala, pregni della nostra onnipotenza abbiamo già qualche ideuzza; non funzionerà, ma almeno diremo che ci siamo preoccupati e spareremo qualche minchiata casuale per distrarre la massa e puntare il dito verso il primo fesso che passa. Lo speculatore poi è uno di quelli che non passa mai di moda.


«Il Presidente Napolitano ha rilevato che "reggere la competizione in Europa e nel mondo, accrescere la competitività del sistema-paese, comporta per l'Italia il superamento di molti ritardi, di evidenti fragilità, comporta lo scioglimento di molti nodi, riconducibili a riforme finora mancate. E richiede - ha ribadito il Capo dello Stato - coraggio politico e sociale, per liberarci di vecchie e nuove rendite di posizione, così come per riconoscere e affrontare il fenomeno di disuguaglianze e acuti disagi sociali che hanno sempre più accompagnato la bassa crescita economica almeno nell'ultimo decennio."»
[Traduzione]: altri nonsense. Niente di ciò verrà attuato ed agiremo come sempre abbiamo agito: distorcendo il mercato e fottendovi i risparmi con una sana dose di inflazione...che fa sempre male. Ma voi tranquilli continuate a sentire la mia voce, io sono per il bene comune ed è per questo che mi scaglio verso le disuguaglianze sociali che hanno affossato la vostra condizione! Avanti, alla riscossa! Ma dai? Non di mi dite che avete prestato ascolto anche a quest'ultima sciocchezza? Un piccolo suggerimento, anche medico se vogliamo, non focalizzatevi sulle conseguenze scatenate dai problemi ma sulle cause (o sintomi). Intanto mi godo il lauto pasto che finora mi avete garantito, nonostante i fallimenti.


«Il Capo dello Stato ha fatto riferimento agli ultimi dati del tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile e nel Mezzogiorno, per avvertire che "se non apriamo a questi ragazzi nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l'Italia: ed è in scacco la democrazia. Proprio perché non solo speriamo, ma crediamo nell'Italia, e vogliamo che ci credano le nuove generazioni, non possiamo consentirci il lusso di discorsi rassicuranti, di rappresentazioni convenzionali del nostro lieto vivere collettivo. C'è troppa difficoltà di vita quotidiana in diverse sfere sociali, troppo malessere tra i giovani. Abbiamo bisogno di non nasconderci nessuno dei problemi e delle dure prove da affrontare: proprio per poter suscitare un vasto moto di energie e di volontà, capace di mettere a frutto tradizioni, risorse e potenzialità di cui siamo ricchi. Quelle che abbiamo accumulato nella nostra storia di centocinquant'anni di Italia unita."»
[Traduzione]: Il libero mercato può andare a farsi friggere, la pianificazione deve restare un perno cardine in cui voi banda di babbei qulunquisti, pronti a leccare gli stivali (dottrina sapientemente propugnata dagli edifici nati dalle idee mazziniane) al primo che capita che afferma di risolvere i problemi con una nuova formula magica, deve credere; formula magica pescata poco prima forse dalle pagine scartate dall'idolo letterario del momento: J.K. Rowling. Anche lei ricorda che la gerarchia è essenziale. E' stata dura formare il babbeo italiano medio, quindi ora è il vostro turno sotto la ruota della sofferenza, ma è per un bene superiore e per il mio stipendio a fine mese. Mentre invece se si chiede un posto letto in ospedale ti sbattono in corsia senza nemmeno l'ossigeno e puoi bello che crepare. Peccato, avete pagato il servizio in anticipo. Questa infatti è una tradizione di cui andare fieri.


«A questo punto il Capo dello Stato ha sottolineato che le celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia non sono un rito retorico: "Non possiamo come Nazione pensare il futuro senza memoria e coscienza del passato. Nulla può oscurare il complessivo bilancio della profonda trasformazione, del decisivo avanzamento che l'Unità, la nascita dello Stato nazionale e la sua rinascita su basi democratiche hanno consentito all'Italia. Sono convinto che nelle nuove generazioni sia radicato il valore dell'unità nazionale, e insieme il valore dello Stato unitario come presidio irrinunciabile nell'era del mondo globale."»
[Traduzione]: Oltre a leggere i libri elargiti dal Sacro Impero dello Stato a madre scuola, tanto cara soprattutto a Mazzini e specialmente la versione in cui è obbligatoria, leggiamo qualcosa su Garibaldi.


«Dunque, "il futuro da costruire - guardando soprattutto all'universo giovanile - richiede un impegno generalizzato. Quell'universo è ben più vasto e vario del mondo studentesco. A tutti rivolgo ancora la più netta messa in guardia contro ogni cedimento alla tentazione fuorviante e perdente del ricorso alla violenza". La "strada giusta" è quella di "investire sui giovani, scommettere sui giovani, chiamarli a fare la propria parte e dare loro adeguate opportunità". E il Capo dello Stato ha richiamato alcune testimonianze della possibilità di "aprire la strada verso un futuro degno del grande patrimonio storico", per sollecitare a fare la loro parte "quanti hanno maggiori responsabilità - e ne debbono rispondere - nella politica e nelle istituzioni, nell'economia e nella società, ma in pari tempo ogni comunità, ogni cittadino. Dovunque, anche a Napoli."»
[Traduzione]: Cos'altro credete che mi interessi, a parte governare questi otto disgraziati dall'alto della presidenza, grazie al fatto che quelli sanno a malapena contare fino a 4? Fornire possibilità, certo. Infatti alzando le tasse ed elargendo favori a chi sappiamo noi, sicuramente aiuteremo il mercato del lavoro. Aiutare le aziende in fallimento è il nostro scopo, perchè dobbiamo rimanere tutti uniti e coesi. Abbiano inventato la cassaintegrazione proprio per questo. Che magia! Keynesiani fino alla fine. Ora mangiate e festeggiate, senza avere la minima idea di quello che ho detto e senza nemmeno verificare la veridicità delle mie parole; ci siamo, il vostro rincoglionimento è perfetto. Ed anche la generazione futura è andata. Tanto per divertirmi, sappiate che aggettivi e verbi al plurare con riferimento a "noi" erano rivolti a quei parassiti che ora vi mettono gli stivali in testa. Perchè i parassiti senza ospite che li finanzi, muoiono. Capito?


«Insomma "sentire l'Italia, volerla più unita e migliore, - ha concluso il Capo dello Stato - significa anche questo, sentire come proprio il travaglio di ogni sua parte, così come il travaglio di ogni sua generazione, dalle più anziane alle più giovani. A tutti, dunque, agli italiani e agli stranieri che sono tra noi condividendo doveri e speranze, il mio augurio affettuoso, il mio caloroso buon 2011."»
[Traduzione]: pregate che il figlio di Abdul vi paghi la pensione. Capite anche voi, arrivati fin qui, che uno dei travagli da evitare sarebbe proprio quello che prevede che i socialisti si freghino il denaro per la mobilità sociale, parlando di redistribuzione. Sta arrivando una ventata di fredda inflazione e disastri economici, io mi coprirei se fossi in voi.


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Note

Fonte del discorso: LINK


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5 commenti:

  1. Sì Johnny, da Pertini (ma sicuramente anche prima) a Napolitano, il discorso è sempre composto dagli stessi punti: i giovani sono il futuro, servono le riforme, appello all'unità nazionale e il parlamento deve dare prove migliori di sé.
    Sarebbe da prendere i discorsi degli ultimi 30 anni e trasmetterli uno in fila all'altro per rendere più evidente l'aria fritta da cui sono composti.
    Del resto è un politico e sarebbe sorprendente che si desse del ladro a reti unificate proprio a S.Silvestro.
    Da Napolitano non mi aspettavo altro, ma dai cittadini sì.

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  2. Ciao Alberto. Spero che almeno le feste siano andate bene.

    Parlando dei discorsi in chiave cronologica, ho fatto un lavoro simile quando scrissi un pezzo sui festeggiamenti di quest'anno della festa delle forze armate ed ho preso per l'occasione un discorso di Napolitano del 2006. Pressochè identici. Quello che mi preoccupa è che ci sono persone che credono che egli sia un faro della democrazia, ed è per questo motivo che ho deciso di scrivere questa "traduzione"; smascherare il prestigiatore per quello che è, uno dei tanti parassiti.

    Le mie aspettative sui cittadini non sono mai state eccessivamente positive, anzi; ma si sono azzerate quando ho sentito del gruppo di delegati (ma guarda un pò come le cose si ripetono) dagli studenti che hanno fatto visita a Napolitano per parlare della legge sulla scuola. Già prima non è che avessero le idee molto chiare, con questo gesto hanno dimostrato di non aver capito davvero nulla. Anche questa generazione, penso, sia ormai destinata al tritacarne. Stendiamo un velo sulla prossima.

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  3. Tutto bene, Johnny, spero così anche per te.

    Sul fatto che questa generazione (parliamo di quelli tra i 15 e 25 anni?) sia già nel tritacarne, non ne sono sicurissimo.

    Secondo me il famigerato "precariato" è una condizione che potrebbe riservare sorprese.

    Da sempre gli autonomi sono mediamente più consapevoli dell'iniquità su cui si fonda lo Stato, rispetto ai privilegiati, sicuri del loro posto e quindi portati a parlare con superficialità e qualunquismo di cose che, in fondo, non li riguardano.

    Aumentando il numero di autonomi (e, non dimentichiamo, di componenti la pessima "gestione separata" INPS) io mi aspetto che molta più gente acquisisca maggior senso pratico, lasciando da parte le stupidaggini della politica, a partire dal primo articolo della Costituzione (capolavoro di demagogia, mi si rivolta lo stomaco ogni volta che lo sento ripetuto a pappagallo).

    Mi aspetto inoltre che il debito pubblico giochi a favore di questa "epifania". L'Italia è sotto osservazione da parte della UE, delle agenzie di rating, ma soprattutto da parte degli speculatori (sempre siano lodati). Penso che l'assistenzialismo dovrà diminuire.

    Il mese scorso la Regione Sicilia ha assunto circa 30000 temporanei, in previsione delle prossime elezioni, che sentono immminenti. Ho l'impressione che queste siano le ultime cartucce di questo tipo, ancora in mano ai politici. I precari aumenteranno e non avranno più fondi per comperare i loro voti, nemmeno della maggioranza di loro.

    Johnny, non trovi che la miscela composta da crisi dell'occupazione e debito pubblico, possano darci belle sorprese?

    Anche il fascismo nacque da premesse simili, lo so, però erano altri tempi ... o no?

    Ciao

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  4. Rileggendo mi rendo conto che potevo formulare la domanda molto più semplicemente e in modo meno confuso, ci riprovo.

    Non ci sono più fondi per proseguire con politiche keynesiane. I disoccupati aumenteranno e si dovranno arrangiare. L'inflazione non farà che accelerare lo scontento. Non pensi che proprio tutto stia giocando contro lo Stato assistenzialista? Cosa, ancora, potrebbe salvarlo?

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  5. Niente male anche le mie feste.

    Sul fatto che questa generazione (parliamo di quelli tra i 15 e 25 anni?) sia già nel tritacarne, non ne sono sicurissimo.

    Mi ero riproposto di essere "ottimista", vedo che ho già fallito. D'altronde sto scrivendo apposta su questo blog, proprio per spingere verso determinate riflessioni; però quando mi sento ripetere "a me non interessa l'economia e neanche ho intenzione di capirla", è come se qualcuno dicesse "nonostante mi stiano inchiappettando non mi interessa il sesso". Però staremo a vedere, a me non importa vedere quello che succede ora (sicuramente ci sarà una rivolta) ma il dopo; perchè finchè ci sono persone (come ricordi giustamente) che si fanno scudo col primo articolo della sacra costituzione (ma lo Stato non era laico?), recitando il mantra del lavoro (= schiavitù), vedo pochi spiragli di libertà ed un'ennesima spirale coercitiva.

    Non ci sono più fondi per proseguire con politiche keynesiane. I disoccupati aumenteranno e si dovranno arrangiare. L'inflazione non farà che accelerare lo scontento. Non pensi che proprio tutto stia giocando contro lo Stato assistenzialista?

    Ovvio. Sprechi enormi e mantenimento di un'esercito di parassiti (tutti i facente parte del ministero): niente di più bancarottiero. Ma come ben sai, questa è solo la punta dell'Iceberg. Perchè se davvero avessero a cuore il "bene comune" darebbero priorità agli ospedali, ad esempio, obbligando (passami la bestemmia esemplificativa) le persone ai vari check-up e non invece ad andare a scuola.

    Cosa, ancora, potrebbe salvarlo?

    Una dichiarazione di bancarotta è poco probabile. Credo ci potrebbe essere un boom nelle vendite di elmetti e fucili.

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