_________________________________________
di Thorsten Polleit
Linguaggio Ingarbugliato, Pensiero Confuso
Secondo gli insegnamenti del filosofo greco Parmenide, il linguaggio illustra il pensiero umano (ed il ragionamento); il linguaggio ingarbugliato è così equivalente ad un pensiero confuso; il pensiero confuso provoca azioni non volute e risultati indesiderati.[1]
La "Bilingua" — un termine che emerse dal lavoro di Eric Blair (1903-1950), più famosamente conosciuto come George Orwell — è una forma evidente di linguaggio e pensiero ingarbugliato. Il termine bilingua fu effettivamente ricavato dai termini "neolingua" e "bipensiero", che Orwell usò nel suo romanzo 1984 pubblicato nel 1949.[2] Mentre era sotto l'opprimente detttame del Partito, la mente del protagonista, Winston Smith:
"scivolò nel mondo labirintico del bipensiero. Sapere e non sapere; credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si pronunciavano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullavano a vicenda sapendole contraddittorie tra di loro e tuttavia credendo in entrambe, fare uso della logica contro la logica; rinnegare la morale proprio nell'atto di rivendicarla; credere che la democrazia sia impossibile e nello stesso tempo vedere nel Partito l'unico suo garante; dimenticare tutto ciò che era necessario dimenticare ma, all'occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo. Soprattutto, sapere applicare il medesimo procedimento al procedimento stesso. Era questa, la sottigliezza estrema: essere pienamente consapevoli nell'indurre l'inconsapevolezza e diventare poi inconsapevoli della pratica ipnotica che avevate appena posto in atto. Anche la sola comprensione della parola "bipensiero" ne implicava l'utilizzazione."[3]
L'eufemismo è una forma di bilingua: è una figura retorica usata a volte intenzionalmente ed a volte non intenzionalmente — un'attenuante linguistica, equivalente alla distorsione della verità — in molti casi applicato per evitare di offendere le persone. Nella vita reale gli eufemismi possono essere usati da qualcuno per provare e legittimare azioni che vanno contro gli interessi degli altri. In questo senso gli eufemismi sono una "manipolazione del linguaggio" ed una "manipolazione attraverso il linguaggio".
Gli Eufemismi sulla Scia della Crisi del Credito
Sin dallo scoppio della cosidetta crisi del credito internazionale, sono emersi grandi eufemismi. Ciò è vero in particolare per gli esperti della politica monetaria, che impiegano enormi sforzi per segnalare una variazione sulle misure delle strategie politiche nell'interesse di un bene maggiore, poichè si presume che loro "combattano" la crisi del credito. Si considerino i seguenti esempi.
- L'espressione "politiche monetarie non convenzionali" pone le azioni della banca centrale in una luce piuttosto favorevole.[4] L'aggettivo "convenzionale" sta per "ereditario" e "sorpassato", mentre non convenzionale potrebbe suggerire qualcosa che si avvicini a "coraggioso" ed "innovativo".
- Usare l'espressione "politica monetaria aggressiva" è la stessa cosa.[5] Si riferisce spesso, per esempio, ad un drastico taglio nei tassi d'interesse ufficiali verso un recordo di livelli bassi, oppure un forte aumento nella base dell'offerta di denaro alla luce di una recessione in avvicinamento, trasmettendo l'idea che coloro che prendono le decisioni compiano azioni "audaci" e "temerarie" per un bene maggiore.
- Il termine "quantitative easing" (alleggerimento quantitativo, ndt) rende estremamente difficile, se non impossibile (per le persone in generale), scorgere cosa sia in realtà una simile politica monetaria — ovvero, una politica di aumento dell'offerta di denaro (creato dal nulla), che è uguale ad una politica monetaria inflazionistica.[6]
- Parlare di "politica monetaria di bassi tassi" sorvola il fatto che la politica monetaria spinga il mercato del tasso d'interesse al di sotto del tasso d'interesse naturale (il tasso sociale della preferenza temporale), che causa pertanto investimenti improduttivi piuttosto che introdurre una ripresa economica.
- Parlare di "rendere neutrale l'incremento della base monetaria" è chiaramente fuorviante, poichè un'aumento della riserva monetaria non è mai e mai potrà essere neutrale. E' necessariamente accompagnato da effetti redistributivi — indipendentemente se i riceventi dell'iniezione di denaro addizionale (che è stato creato dal nulla) mantengono questi bilanci come "riserve in eccesso" o nella forma di, diciamo, depositi temporanei.[7]
- Fare riferimento "all'abbondante liquidità" (come fattore contribuente alla "crisi del credito") tende a coprire il fatto che le banche centrali hanno gonfiato l'offerta di denaro (attraverso l'espansione del credito bancario in circolazione).[8] Il termine liquidità tende a mascherare il fatto che condizioni monetarie sfavorevoli siano un risultato delle azioni della banca centrale.
Un buon esempio di un recente eufemismo nel campo delle politiche monetarie, è stato l'annuncio da parte del Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea (BCE) il 10 maggio 2010. Si è detto che si vorrebbe:
"condurre interventi nell'area dell'euro per quello che concerne i titoli di debito pubblici e privati (Securities Markets Programme) per assicurare spessore e liquidità in quei segmenti di mercato che sono malfunzionanti. L'obiettivo di questo programma è di rivolgersi al malfunzionamento dei mercati dei titoli e ripristinare un meccanismo di trasmissione appropriato nelle politiche monetarie."[9]
Tale politica monetaria può essere vista come sovvenzionante i prezzi dei bond emessi da qualche governo nell'area dell'euro — ovvero, quelli che sono visti come maggiormente pericolanti dagli investitori — favorendo pertanto alcuni emettitori (ed investitori che detengono questi bond) a spese di altri.
Tale politica porterà praticamente a qualcosa come una politica del prezzo minimo[10] per i bond di certi governi che li emettono, se e quando la banca centrale fa acquisti che mantengono certi prezzi dei bond al di sopra dei livelli che altrimenti sarebbero affiorati.
Linguaggio Ingarbugliato, Risultati Indesiderati
Con l'aumentato uso del linguaggio ingarbugliato da parte degli esperti sulle politiche monetarie, le controforze correttive contro una politica monetaria dannosa stanno ampiamente diminuendo. Ciò perchè il linguaggio ingarbugliato — ed il suo risultato, il pensiero confuso — rende maggiormente difficoltoso per la gente comprendere le conseguenze a medio-lungo termine delle misura politiche; e questa conoscenza è chiaramente necessaria per resistere alle politiche dannose.
L'uso reiterato del linguaggio ingarbugliato potrebbe generare un panorama sociale che pochi praticamente si aspettavano. Si consideri il caso di una maggiore espansione del governo. La ragione per cui l'apparato statale continua a crescere a spesa del settore privato è in larga parte causa dell'acquisizione del governo del pieno controllo sulla produzione di denaro. Tenendo il monopolio dell'offerta di denaro, il governo può aumentare l'offerta attraverso l'espansione del credito senza alcun risparmio reale che la sostenga.
Con il denaro creato dal nulla il governo può ed aumenta la sua spesa ben oltre l'ammontare che i contribuenti sono preparati a consegnare allo Stato. Come risultato sempre più persone sono dipendenti dalla spesa del governo (alcuni volontariamente), come gli impiegati statali, gli appaltatori del governo o i beneficiari delle pensioni gestite dallo Stato, l'assicurazione sanitaria, l'istruzione e la sicurezza.
Presto o tardi la dipendenza delle persone dai sussidi del governo raggiunge, e poi sorpassa, un livello critico. Le persone vedranno in seguito una politica monetaria che prevede sempre maggiori aumenti nell'offerta di denaro essendo più favorevole rispetto ad un default del governo per il suo debito, che spazzerebbe ogni speranza di ricevere benefici dal governo in futuro. In altre parole una politica di inflazione, anche iperinflazione, sarà considerata una politica di minor male.
Grazie alla neolingua degli esperti delle politiche monetarie, il lancio delle politiche monetarie che si dirigono verso un'alta inflazione non potrebbe essere carpito dalla gente in generale. Una politica monetaria con cui la gente non sarebbe presumibilmente d'accordo, se fossero informati sulle conseguenze a medio-lungo termine, può così essere sguinzagliata.
Come risultato, c'è una forte ragione per temere che il linguaggio orwelliano confondente ed il pensiero confuso da questo generato, possano spianare la strada all'alta inflazione.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
__________________________________________________________________
Note
[1] Nota del redattore: Nascita e morte di Parmenide sono soggetto di dibattito. Probabilmente scrisse la maggior parte del suo materiale prima del 500 a.C.
[2] Da notare che il termine "bilingua" non appare da nessuna parte nel libro 1984 di Orwell.
[3] Orwell, G. (1989 [1949]), 1984, Penguin Books, pp. 37–38.
[4] L'espressione può essere trovata frequentemente nei media finanziari. Tuttavia è anche usata nella letteratura accademica. Vedi, per esempio, Curdia, V., Woodford, M. (2010), Conventional and Unconventional Monetary Policy, in: Federal Reserve of St. Louis Review, Luglio/Agosto, 92(4), pp. 229–264. Dovrebbe essere notato che nell'ultimo articolo gli autori non forniscono alcuna definizione di cosa voglia praticamente significare politica monetaria non convenzionale. Una definizione mediocre può essere trovata in Bini Smaghi, L., Conventional and unconventional monetary policy, keynote lecture at the International Center for Monetary and Banking Studies (ICMB), Ginevra, 28 Aprile 2009: "Gli strumenti non convenzionali includono un'ampia serie di misure volte a facilitare le condizioni finanziarie". Tuttavia tale definizione include fondamentalmente tutti i tipi di misure politiche:
"Avendo questo menù di possibili misure a loro disposizione — che non sono reciprocamente esclusive — i decisori delle politiche monetarie hanno chiaramente definito gli obiettivi intermedi delle loro politiche non convenzionali. Queste possono comprendere il fornire liquidità addizionale alle banche da parte della banca centrale per mirare direttamente alle scarsità di scorte e la diffusione di credito in certi segmenti del mercato. I decisori devono poi selezionare quelle misure che meglio si adattano a determinati obiettivi."
[5] Vedi, per esempio, Banca dei Regolamenti Internazionali, ottantesima relazione annuale, 28 giugno 2010, p. 36.
[6] Il "quantitative easing" è un'aumento nella base della massa monetaria, una politica monetaria intrapresa se e quando i tassi d'interesse ufficiali hanno raggiunto lo 0%. Il termine fu reso pubblico dalla Banca del Giappone, che ha adottato la politica di "quantitative easing" dal marzo 2001 al marzo 2006. Vedi, per esempio, Ugai, H., Effects of the Quantitative Easing Policy: A Survey of Empirical Analyses, Bank of Japan Working Paper Series, No. 06, Luglio 2006.
[7] Per esempio, il presidente della BCE J.-C. Trichet disse davanti la Commissione degli Affari Economici e Monetari del Parlamento Europeo il 21 giugno 2010:
"Visto che lo scopo del programma non è iniettare liquidità addizionale nel sistema bancario, controbilanciamo completamente gli acquisti dei bond attraverso specifiche operazioni di ri-assorbimenro. Come risultato, il livello prevalente di liquidità ed i tassi del denaro nel mercato non sono influenzati dal programma. In altre parole l'atteggiamento della nostra politica monetaria non è influenzato e non ci sono rischi inflazionistici connessi a questo programma."
[8] "Abbondante liquidità" è diventato un termine ampiamente usato. Vedi, per esempio, Bollettino Periodico della Banca di Francia, No. 158, Febbraio 2007, pp. 1–2; anche Hirose, Y., Ohyama, S., Taniguchi, K., Identifying the Effect of Bank of Japan's Liquidity Provision on the Year-End Premium: A Structural Approach, Bank of Japan Working Paper Series, No. 09, E6, Dicembre 2009.
[9] Comunicato stampa della BCE: "La BCE decide sulle misure da rivolgere alle gravi tensioni nei mercati finanziari", 10 maggio 2010.
[10] Da notare che c'è una connessione inversa tra un bond ed il ricavo del bond: se il tasso d'interesse di mercato aumenta (diminuisce), il prezzo del bond diminuisce (aumenta). Quindi una politica del prezzo minimo è essenzialmente la stessa di una politica del tasso d'interesse massimo.
__________________________________________________________________
Nessun commento:
Posta un commento