Bibliografia

venerdì 7 gennaio 2011

Ci sarà un QE3, QE4, QE5...?

Ieri abbiamo visto come avvengono le svalutazioni e quanto danno arrecano. Ma soprattutto abbiamo capito che il cosidetto "quantitative easing" e la recente "ricapitalizzazione" della BCE non sono altro che stampa di denaro; una svalutazione per rimanere "competitivi" sul mercato. Assodato ciò andiamo oltre ed osserviamo come, oramai, queste frodi debbano andare avanti poichè questo è il prezzo della pianificazione centrale dell'economia, dove si tenta di direzionare "a piacere" il mercato e salvare determinati istituti ed imprese dai "malinvestments".
_____________________________________________


di Philipp Bagus

Recentemente Ben Bernanke ha indicato che il Quantitative Easing II (QE2) potrebbe essere seguito da un QE3, ecc. In una intervista all'inizio di dicembre è stato chiesto a Bernanke: "Prevede uno scenario in cui potrebbe impegnare più di 600$ miliardi?"

La risposta di Bernanke è stata sorprendente: "Oh, è certamente possibilie", "Ancora una volta dipende dall'efficacia del programma. Dipende dall'inflazione. Ed infine dipende da come sta l'economia".

La risposta è interessante perchè non solo indica la possibilità che la Federal Reserve (FED) acquisterà più bond del governo ma implica anche che Bernanke pensa che l'inflazione ed il QE siano concetti differenti, perchè altrimenti la sua frase sarebbe una tautologia senza senso: più inflazione dipende dall'inflazione.

Per dare un senso al parlare tecnico di Bernanke, torniamo indietro all'inizio dell'infame QE, ai mesi più scuri della crisi finanziaria. Durante il boom scoppiato da tassi d'interesse artificialmente bassi, le istituzioni finanziarie hanno finanziato investimenti sbagliati specialmente nel settore immobiliare. Quando la bolla è scoppiata ed i prezzi delle case sono iniziati a cadere, questi investimenti hanno rapidamente perso il loro valore. Perdite bancarie incalzavano, le azioni ordinarie bancarie cadevano ed emersero problemi di solvibilità. La liquidità si prosciugava mentre le istituzioni finanziarie iniziavano a dubitare della solvibilità di ognuna di loro data la problematica rogna dei prestiti nei loro libri.

Quando i mercati del credito si sono prosciugati nel settembre 2008, dopo il collasso della Lehman Brothers, i prestiti che hanno finanziato investimenti sbagliati non servivano più come garanzia per il prestito interbancario. La FED tappava il buco ed accettava questi cattivi asset come garanzia per i prestiti. Nel marzo 2009 la FED ha iniziato a comprare questi asset in blocco in quello che era soprannominato QE1. Come conseguenza di questo qualitative e quantitative easing, il bilancio della FED si è quasi triplicato in pochi mesi.[1]

Quanto a lungo queste misure straordinarie d'emergenza saranno mantenute? Nel marzo 2009 Ben Bernanke ha detto che la FED aveva una exit strategy dalle sue politiche creditizie d'emergenza. Potrebbe semplicemente disfarsi delle sue politiche creditizie e degli acquisti di asset, riducendo di conseguenza la grandezza del suo bilancio a livello pre-crisi.

Avevo detto che una tale semplice opzione non esiste. L'acquisto della FED di asset problematici non risolveva i problemi reali sottostanti nell'economia: l'iniezione di nuovo denaro non fa scomparire gli investimenti sbagliati. Sostenendo le istituzioni finanziarie, le necessarie liquidazioni ed i riaggiustamenti della struttura di produzione sono solo ritardati. Il QE1 avrebbe potuto anche causare più investimenti sbagliati e quindi aggravare il problema. La conseguenza poteva essere una Giapponizzazione del sistema bancario, con banche insolventi mantenute a galla dalla banca centrale.

Se la FED volesse uscire dalla situazione d'emergenza, ridurre il suo bilancio e fermare l'accettazione di asset problematici come garanzia per i prestiti, le istituzioni finanziarie tornerebbero alla situazione iniziale del settembre 2008. Se i prezzi delle case non ritornano al loro livello della bolla, molti degli asset problematici continueranno ad essere cattivi e non servirebbero da buona garanzia. Se valutati al prezzo di mercato, questi asset potrebbero mangiarsi le azioni delle banche. Se la FED concludesse le sue misure d'emergenza, torneremmo effettivamente alla situazione iniziale di mercato interbancario congelato e generale mancanza di liquidità.

Nell'ottobre del 2009 ho concluso che la FED non poteva tornare indietro al suo bilancio iniziale senza causare il collasso del sistema finanziario. Una possibile via d'uscita sarebbe potuta essere il rigonfiamento della bolla. Alzare i prezzi degli asset – e specialmente i prezzi delle case – avrebbe reso di nuovo molti asset problematici delle banche di valore.

Nell'inverno 2010 nessuno sta più parlando della riduzione del bilancio della FED o delle exit strategy. Al contrario la FED ha scelto il sentiero di una maggiore inflazione ed ha raddoppiato questa strategia del quantitative easing imbarcandosi nel "QE2".

Il QE2 ha uno scopo leggermente diverso rispetto al QE1. Il QE1 sosteneva direttamente le banche che facevano fatica, comprando i loro asset problematici. Il QE2 sostiene il governo.

Le politiche inflazionistiche della FED sono state accoppiate con le politiche Keynesiane del governo degli Stati Uniti. Quest'ultimo ha intrapreso la via della spesa a deficit per salvare le istituzioni finanziarie ed i produttori d'auto, sconvolgendo una rapida liquidazione degli investimenti sbagliati ed un lisco adattamento della struttura della produzione ai voleri del consumatore.

Il QE2 è una risposta diretta a questa spesa a deficit, che obbliga il governo ad emettere più bond. Con il QE2 la FED sostiene il governo comprando questi bond. La FED di conseguenza aiuta il governo nelle sue politiche Keynesiane, che sconvolgono la ripresa. Mentre il QE1 sosteneva il sistema finanziario, il QE2 sostieme il governo. Assodato ciò, questa differenza non è sostanziale dato che i destini del sistema finanziario e del governo sono intrecciati. Il sistema bancario finanzia il governo che a sua volta garantisce il privilegio della riserva frazionaria bancaria ed implicitamente garantisce per le perdite delle banche.

Ovviamente Ben Bernanke non dice che vuole aiutare a finanziare il deficit del governo attraverso la creazione di denaro. La scusa ufficiale per il QE2 è, ancora una volta, il capro espiatorio rappresentato dalla "deflazione".[2] Il prezzo dell'inflazione è troppo basso. James Bullard, presidente della Federal Reserve di St. Louis, dichiara che: "è importante difendere l'inflazione da un basso livello poichè la vorremmo in quello alto".

In altre parole se i prezzi salgono troppo lentamente dobbiamo stampare denaro cosicché le cose diventino più costose in fretta. Bernanke nega anche che il QE2 sia inflazionistico: "Un mito che c'è là fuori è che quello che stiamo facendo è stampare denaro. [...] L'offerta di denaro non sta cambiando in alcun modo significativo".

Bernanke gioca un trucco semantico in questa frase. Ovviamente la FED non crea la mole del suo nuovo denaro "stampandolo" letteralmente. Piuttosto la FED crea denaro manipolando le cifre nel suo computer. Quando la FED compra 1,000$ di bond del governo da una banca, trasferisce 1,000 nuovi dollari come un pagamento alla banca. E' vero che la FED non stampa denaro e lo spedisce fisicamente alla banca. Piuttosto aumenta di 1,000$ il conto che la banca possiede alla FED. E' più conveniente creare nuovo denaro da un computer.

Tuttavia il fatto che il nuovo denaro è creato elettronicamente non vuol dire che il QE2 non sia inflazionistico. Il QE2 è inflazionistico in molti modi:

Primo, la base di denaro (le riserve delle banche) aumenta. Quando la FED compra un bond del governo, crea denaro che trasferisce alla banca che vende il bond. Alla fine dell'operazione, la banca ha più riserve e la FED possiede il bond del governo.

Secondo, la qualità del denaro tende a diminuire.[3] La qualità media degli asset che la FED possiede decresce quando compra bond del governo. La percentuale d'oro degli asset totali che possono essere usati in una riforma monetaria diminuisce, mentre la percentuale dei bond del governo aumenta. Per di più questi bond sono di un governo che incrementa sempre i propri debiti.

Terzo, i prezzi saranno più alti rispetto a quanto lo sarebbero stati altrimenti. I prezzi sarebbero probabilmente calati sostanzialmente senza il QE1 ed il QE2. L'iniezione di nuove riserve bancarie ha inibito una contrazione del credito e la caduta dei prezzi. Infatti uno scopo del QE2 è di rilanciare i prezzi.

Il denaro scorre nel mercato azionario, rilanciando i prezzi delle azioni. Nel marzo 2009, quando il QE1 partì, il Dow Jones era sotto di 7,000 e salì a 10,800 finchè l'effetto del QE1 non finì. Quando il Dow Jones cadde di nuovo sotto i 10,000, i mercati iniziarono a speculare sulla possibilità di un QE2 e partì un nuovo giro.

Quando il denaro appena creato scorre nei mercati degli asset, i prezzi al consumo potrebbero non sollevarsi con forza. Ma prima o poi questi investimenti usciranno fuori dai mercati degli asset ed inizieranno a rilanciare i prezzi dei beni di consumo.

Quarto, il tasso di cambio sarà più basso rispetto a quello che sarebbe stato altrimenti. I partecipanti del mercato valuteranno il dollaro al ribasso dato che l'offerta della base di denaro aumenta e la qualità del dollaro decresce. Questa svalutazione è un altro scopo del QE2. E' un modo per dare agli esportatori un vantaggio. La svalutazione non è uno strumento tanto rozzo quanto la tariffa doganale, ma ha effetti simili. Rende i consumatori più poveri. Devono pagare prezzi più alti per i beni importati.

Di conseguenza il QE2 è, nonostante le parole di Bernanke, inflazionistico. Infatti è un'eufemismo chiamare questa strategia QE2. Il termine quantitative easing (alleggerimento quantitativo) nasconde la vera natura inflazionistica dello strumento. Inoltre suona come un tecnicismo. Il numero "2" aggiunto lo rende ancora più tecnico. Le persone che conoscono poco di economia potrebbero ignorare le notizie sul QE2. Perchè scomodarsi per comprendere qualcosa di talmente tecnico – lasciamo che se ne occupino gli esperti. Il termine ha anche una connotazione positiva. Chi non vorrebbe "alleggerirsi"?

Come Walter Block ha ripetutamente sottolineato, dovremmo prestare attenzione al nostro linguaggio. I linguaggio è cruciale per rendere limpida la comunicazione. L'uso del termine alleggerimento quantitativo genera una nube per nascondere la produzione di nuovo denaro. Le parole, come ricorda Block, possono essere più forti di penne e spade. Guidano i nostri scritti ed i nostri pensieri. L'invenzione del termine alleggerimento quantitativo impedisce alle persone di pensare alle conseguenze dell'inflazione. Il termine distorce il pensiero.

Perchè non chiamare il QE per quello che è? Perchè non chiamarlo per gli effetti che ha?

La stampa di denaro non può rendere la società più ricca; non produce maggiori beni reali. Ha un'effetto redistributivo in favore di coloro che ricevono il nuovo denaro per primi ed a danno di coloro che lo ricevono per ultimi. L'iniezione di nuovo denaro in una specifica parte dell'economia distorce la produzione. Così il QE non alleggerisce l'economia. Al contrario il QE rende la recessione più lunga e più dura.

L'iniezione di nuovo denaro nell'economia rigonfia le vecchie bolle e ne genera di nuove. La cosa più importante è che il QE facilita la spesa a deficit del governo – distorsioni addizionali e rigidità nell'economia. Gli investimenti sbagliati (Malinvestments) possono durare. I fattori di produzione non sono spostati verso posti in cui il consumatore li vuole più urgentemente.

Quindi sarebbe meglio chiamare il QE2 "Forzatura Quantitativa", "Distruzione Quantitativa II" o "Prolungamento della Crisi III".

Oppure potremmo chiamarlo come le intenzioni dietro di esso: "Svalutazione della Valuta I", "Salvataggio del Governo II" o più semplicemente "Impoverimento del Consumatore". Infine potremmo chiamarlo anche per la sua essenza: "Stampa di Denaro I e II". Oppure, se seguiamo Bernanke che ha sottolineato che la maggior parte del nuovo denaro è creato in un computer, possiamo chiamarlo "Creazione di Denaro I e II". Questo potrebbe essere il termine più neutrale.

I trucchi retorici non dovrebbero distrarci dal fatto che il QE è semplicemente creazione di denaro. Il fine di Creazione di Denaro II è finanziare la spesa del governo, svalutando il dollaro. Dovremmo scaricare il termine QE ed invece chiamare la creazione di denaro per quello che è: inflazione.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


__________________________________________________________________

Note

[1] Vedi Philipp Bagus e David Howden, "The Federal Reserve and the Eurosystem's Balance Sheet Policies During the Financial Crisis: A Comparative Analysis" in
Romanian Economic and Business Review 4, no. 3: pp. 165–85. (file pdf) Il Qualitative Easing potrebbe essere definito come un deterioramento della qualità media degli asset che la FED possiede, mentre il Quantitative Easing può essere definito come un'aumento nella quantità dei suoi asset.

[2] Vedi Philipp Bagus, "Deflation: When Austrians Become Interventionists" in
Quarterly Journal of Austrian Economics 6, no.4: pp. 19–35. (file pdf)

[3] Vedi Philipp Bagus, "The Quality of Money," in Quarterly Journal of Austrian Economics 12, no. 4: pp. 22–45. (file pdf)

__________________________________________________________________


1 commento:

  1. Quattro anni dopo questo articolo, ecco la FED di Boston annunciare come il QE dovrebbe diventare uno strumento di politica monetaria permanente: Let's Talk About It: What Policy Tools Should the Fed "Normally" Use?. Ovviamente a guidare la file abbiamo come sempre il Giappone: BoJ QE Exit "Out Of The Question," Former Official Says As Morgan Stanley Talks JGB Liquidity.

    La cosa divertente in tutta questa storia è che le azioni della FED per sostenere artificialmente il mercato obbligazionario dello zio Sam stanno facendo diventare illiquidi i decennali statunitensi. Rccattandone quanti più possibile in giro stanno costringendo i trader a guardare altrove per asset da usare come garanzie. E tutto ciò nonostante Basilea III.

    Exit strategy? Not a chance!

    RispondiElimina