Bibliografia

sabato 11 dicembre 2010

Recessioni economiche, riforma bancaria e futuro del capitalismo #1

Ora mettetevi comodi, togliete di mezzo tutte le scocciature e dedicate tutto il vostro tempo a leggere questa conferenza tenuta dal professor De Soto a Londra il 28 ottobre scorso. Tutto quello che volevate sapere sulla crisi e la recessione economica, sulle bolle, sul sistema bancario e le soluzioni all'orizzonte è contenuto in questo fenomenale passaggio da leggere e ri-leggere.
E' impossibile riassumere il tutto in poche parole, quindi lascio volentieri la parola al professor De Soto.


Parte 1 di 3.
___________________________________________________



di Huerta De Soto

[Conferenza alla Memoria di Hayek, The London School of Economics and political Science, 28 ottobre 2010]


E' un grande onore per me essere stato invitato dalla London School of Economics per questa conferenza in memoria di Hayek. Per iniziare vorrei ringraziare la scuola ed in special modo il professor Timothy Besley per avermi invitato, il professor Philip Booth e l'Istituto per gli Affari Economici per avermi permesso di usare questo evento come un'opportunità per indtrodurre il mio libro più recente intitolato Socialism, Economic Calculation and Entrepreneurship ed infine Toby Baxendale per aver reso possibile l'intero evento.

Oggi mi concentrerò sulla recente crisi finanziaria e l'attuale recessione economica globale, che secondo me sono il problema più impegnativo che noi come economisti dobbiamo affrontare.


L'Errore Fatale del Peel's Bank Act

Vorrei iniziare sottolineando la seguente importante idea: tutti i problemi finanziari ed economici con cui abbiamo a che fare oggi sono il risultato, in un modo o nell'altro, di qualcosa che è accaduto precisamente in questo paese il 19 luglio 1844. Cosa è accaduto quel fatidico giorno che ha condizionato la presente evoluzione finanziaria ed economica dell'intero mondo? In quella data il Peel's bank act fu messo in vigore dopo anni di dibattito tra i teorici della Scuola Banacaria e quella Valutaria sulle vere cause dei boom economici e le successive crisi finanziarie che hanno influenzato l'Inghilterra specialmente sin dall'inizio della Rivoluzione industriale.

Il Bank Charter Act del 1844 incorporò con successo le idee teoriche sulla moneta della Scuola Valutaria. Questa scuola fu in grado di distinguere correttamente che l'origine dei cicli di boom & bust era da ricercare nelle espansioni artificiali del credito orchestrate da banche private e finanziate non da precedenti e genuini risparmi da parte dei cittadini, ma attraverso l'emissione di enormi dosi di mezzi fiduciari (in quei giorni principalmente banconote di carta, o certificati di depositi a vista emessi dalle banche in maggiore quantità rispetto all'oro originariamente depositato nei loro caveau). Così il requisito del Peel's bank act di una riserva del 100% sulle banconote emesse non era solo in pieno accordo con i principi generali e più elementari della Legge Romana riguardo il bisogno di prevenire la contraffazione o l'eccessiva emissione di certificati di deposito, ma era anche il primo e positivo passo nella giusta direzione per evitare i cicli ricorrenti e senza fine di boom e depressioni.

Tuttavia il Peel's bank act, malgrado le buone intenzioni dietro di esso e le sue basi teoricamente sensate, fu un grosso fallimento. Perchè? Perchè non si estendeva alla riserva del 100% per i depositi a vista (Mises 1980, pp. 446-448). Sfortunatamente, da quando fu adottato il Peel's act, alcune idee originariamente escogitate dagli Scolastici del Secolo Aureo Spagnolo furono completamente dimenticate. Gli Scolastici scoprirono circa 300 ani prima che i depositi a vista (che chiamavano in Latino chirographis pecuniarium, oppure denaro creato solo da voci nei libri contabili delle banche) erano parte della massa monetaria (Huerta de Soto 2009, p. 606). Capirono anche che, da un punto di vista legale, l'incuria nel mantenere una riserva del 100% nei depositi a vista è un peccato mortale ed un crimine — non una contraffazione, come lo è nel caso di una eccessiva emissione di banconote, ma una appropriazione indebita.

Questo errore del Peel's bank act, o piuttosto della maggior parte degli economisti del periodo che erano inconsapevoli di qualcosa già scoperto prima dagli Scolastici Spagnoli, si rivelò un'errore fatale: dopo il 1844 i banchieri continuarono a perpetrare la riserva frazionaria, ovviamente non sulle banconote poichè proibito dal Bank Charter Act, ma sui depositi a vista. In altre parole le banche reindirizzarono la loro attività dal business dell'eccessiva emissione di banconote a quella dell'emissione di depositi a vista non supportati da una riserva al 100%, che da un punto di vista economico è esattamente lo stesso business.

Così le espansioni artificiali del credito ed i boom economici continuarono, le crisi finaziarie e le recessioni economiche non furono evitate e nonostante tutte le speranze e le buone intenzioni originariamente messe nel Peel's bank act, questo pezzo di legge perse presto tutta la sua credibilità e sostegno popolare. Non solo ciò, ma il fallimento della legge condizionò l'evoluzione delle questioni finanziarie fino ai giorni nostri e spiega pienamente la concezione istituzionale erronea che influenza il sistema finanziario e monetario delle cosidette economie di libero mercato e le terribili conseguenze economiche che stiamo attualmente subendo.

Quando consideriamo il fallimento del Peel's bank act, l'evoluzione degli eventi fino ad ora ha un senso preciso: le bolle continuarono a formarsi, le crisi finanziarie e le recessioni economiche non furono evitate, i salvataggi delle banche erano frequentemente richiesti, il prestatore di ultima istanza o la banca centrale fu creata precisamente per salvare le banche e permettere la creazione di liquidità necessaria in momenti di crisi, l'oro fu abbandonato, furono introdotte le leggi sul corso legale e fu introdotto un sistema puramente fiduciario in tutto il mondo. Come possiamo vedere, il risultato di questo processo storico getta una luce sull'erronea struttura istituzionale e sul casino finanziario che incredibilmente ancora sta colpendo il mondo all'inizio del secondo decennio del ventunesimo secolo!


Il Processo Salutare dell'Accumulo di Capitale Basato su Risparmi Reali

Ora è importante che rivediamo rapidamente le specifiche dei processi economici attraverso cui le espansioni artificiali del credito tramite il sistema della riserva frazionaria bancaria sotto la direzione di una banca centrale distorce interamente la struttura produttiva reale — e così genera bolle, induce a investimenti poco saggi ed infine innesca una crisi finanziaria ed una profonda recessione economica. Ma prima di ciò, ed in onore di Hayek, dobbiamo ricordare i rudimenti fondamentali della teoria del capitale, che fino ai giorni nostri — almeno sin dalla rivoluzione Keynesiana — è stata quasi del tutto assente nei programmi della maggior parte dei corsi universitari sulla teoria economica. In altre parole spiegherò inizialmente i particolari dei processi imprenditoriali, spontanei e microeconomici che in un libero mercato senza ostacoli tendono ad investire correttamente tutti i fondi precedentemente risparmiati da agenti economici. Ciò è importante perchè solo questa conoscenza ci permetterà di capire le enormi differenze riguardo a ciò che accade se l'investimento è finanziato non da risparmi ma dalla sola creazione di depositi a vista dal nulla, che si materializzano solo nelle voci dei libri contabili delle banche.

Ciò che spiegherò è niente di più e niente meno il perchè il cosidetto paradosso del risparmi è interamente sbagliato dal punto di vista della teoria economica (Hayek 1975, pp. 199-263). Sfortunatamente questo è una cosa che pochi studenti della teoria economica conoscono, anche quando finiscono i loro studi e lasciano l'università. Tuttavia questa conoscenza si applica senza dubbio ad uno dei più importanti e spontanei processi di mercato con cui ogni economista dovrebbe avere grande familiarità.

In modo da capire ciò che seguirà, dobbiamo visualizzare la reale struttura produttiva del mercato come un processo temporale composto da stadi temporali complessi in cui la maggior parte del lavoro, dei beni capitali e delle risorse produttive non sono dedicati alla produzione di beni di consumo che maturano in quell'anno, ma beni di consumo e servizi che matureranno, ed infine saranno richiesti dai consumatori, due, tre, quattro, o perfino molto più in là rispetto ad ora. Per esempio, un periodo di diversi anni scade tra il tempo in cui gli ingegneri iniziano ad immaginare e progettare una nuova macchina ed il tempo in cui il minerale di ferro è già stato estratto e convertito in acciaio, le differenti parti della macchina sono state prodotte, tutto è stato assemblato nell'industria automobilistica e le nuove macchine sono distribuite, commercializzate e vendute.

Questo periodo include una serie complessa di stadi temporali e produttivi successivi. Quindi, cosa accade se la preferenza temporale soggettiva degli agenti economici decresce improvvisamente se l'attuale consumo di questo anno decresce, per esempio, del 10%? Se ciò accade, tre processi microeconomici chiave e spontanei si innescano e tendono a garantire l'investimento corretto dei nuovi beni di consumo risparmiati.

Il primo effetto è la nuova disparità nei profitti tra i vari stadi produttivi: le vendite nelle attuali industrie di beni di consumo caleranno ed i profitti diminuiranno e ristagneranno paragonati con i profitti in altri settori situati dall'attuale consumo più avanti nel tempo. Mi sto riferendo alle industrie che producono beni di consumo che maturano in due, tre, cinque, o più anni da adesso, con la loro redditività non influenzata dall'evoluzione negativa del consumo attuale o a breve termine.

I profitti imprenditoriali sono il segnale chiave che muovono gli imprenditori nelle loro decisioni d'investimento e l'atteggiamento verso un profitto maggiore delle industrie di beni capitali, che aiutano a produrre beni di consumo che matureranno nel lungo termine, dice agli imprenditori in tutta la struttura produttiva che devono reindirizzare i loro sforzi ed investimenti dalle industrie meno proficue più vicine all'attuale consumo alle industrie di beni capitali più proficue situate dal consumo più avanti nel tempo.

Il secondo effetto del nuovo aumento dei risparmi è il calo del tasso d'interesse ed il modo in cui esso influenza il prezzo di mercato dei beni capitali situati dal consumo più avanti nel tempo: visto che il tasso d'interesse è usato per ridurre l'attuale valore dei ritorni aspettati nel futuro di ogni bene capitale, un calo nel tasso d'interesse aumenta il prezzo di mercato dei beni capitali e questo incremento nel prezzo è tanto grande quanto più a lungo il bene capitale tende a raggiungere la maturità come bene di consumo. Questo aumento significativo nei prezzi di mercato dei beni capitali paragonato con i bassi prezzi dei beni di consumo con minore richiesta (a causa dell'aumento dei risparmi) è un secondo effetto microeconomico molto potente che segnala in tutto il mercato che gli imprenditori devono reindirizzare i loro sforzi ed investire meno nelle industrie dei beni di consumo e più nelle industrie dei beni capitali situate dal consumo più avanti nel tempo.

Infine, ed in terza istanza, dovremmo menzionare ciò che Hayek chiamò "l'effetto Ricardo" (Hayek 1948, pp.220-254; 1978, pp. 165-178), il che si riferisce all'impatto di qualsiasi aumento nei risparmi sui salari reali: ogni volta che i risparmi aumentano, le vendite ed i prezzi di mercato dei beni di consumo stagnano relativamente o perfino diminuiscono. Se il fattore delle entrate rimane lo stesso, ciò vuol dire salari più alti e la corrispondente reazione degli imprenditori, che proveranno a sostituire i beni capitali relativamente più economici di adesso con il lavoro.

Ciò che l'effetto di Ricardo spiega è che è perfettamente possibile guadagnare anche quando le vendite (dei beni di consumo) vanno giù — se i costi diminuiscono anche più si può guadagnare tramite la sostituzione del lavoro, che è diventtato troppo costoso, con macchine e computer, per esempio. Chi produce queste macchine, computer e beni capitali che sono richiesti più di recente? I lavoratori che sono stati congedati dalla stagnazione delle industrie dei beni di consumo e sono stati riallocati nelle industrie di beni capitali, dove c'è una nuova domanda per loro per produrre i beni capitali richiesti di recente.

Il terzo effetto, l'effetto Ricardo, insieme con gli altri due menzionati di sopra, promuove un processo produttivo più lungo con più stadi, che sono situati dall'attuale consumo più avanti nel tempo. E questa nuova struttura produttiva e ad alto impiego di capitale è pienamente sostenibile, dal momento che è pienamente sostenuta da precedenti, reali e genuini risparmi. Inoltre può significativamente aumentare, nel futuro, la produzione finale di beni di consumo e le entrate di tutti gli agenti economici. Questi tre effetti combinati lavorano tutti nella stessa direzione; sono gli insegnamenti più elementari della teoria del capitale; e spiegano la tendenza secolare del libero mercato senza ostacoli ad investire correttamente nuovi risparmi e promuovere costantemente l'accumulo di capitale ed il corrispondente incremento dello sviluppo e del benessere economico.


La Natura delle Bolle Indotte dalla Riserva Frazionaria Bancaria

Siamo ora in posizione per capire pienamente, in contrasto con il processo di sopra dell'accumulo di capitale in modo salutare, cosa accade se gli investimenti sono finanziati non da precedenti risparmi genuini ma da un processo di espansione del credito artificiale, orchestrata dalla riserva frazionaria delle banche e diretta dal prestatore di ultima istanza o banca centrale.

Espansione del credito unilaterale vuol dire che nuovi prestiti sono forniti dalla banche e registrati nel lato degli asset dei loro bilanci, contro nuovi depositi a vista che sono creati dal nulla come garanzia per i nuovi prestiti e sono automaticamente registrati sul lato delle passività dei bilanci delle banche. Quindi il nuovo denaro, o dovrei dire nuovo "denaro virtuale" perchè si "materializza" solo nelle voci del libro contabile della banca, è costantemente creato tramite questo processo di espansione del credito artificiale. Ed infatti più o meno solo il 10% della massa monetaria delle economie più importanti è sottoforma di denaro liquido (banconote e monete), mentre il restante 90% della massa monetaria è rappresentata da questo tipo di denaro virtuale che esiste solo come voce scritta nei libri contabili delle banche (ciò è precisamente quello che hanno definito gli Scolastici Spagnoli, circa 400 anni fà, chirographis pecuniarum, denaro virtuale che esiste solo come scritta su un libro contabile).

E' facile capire perchè le espansioni del credito sono così tentatrici e popolari ed il modo in cui corrompono interamente l'atteggiamento degli agenti economici e demoralizzano profondamente la società a tutti i livelli. Iniziando con l'argomento, gli imprenditori sono di solito molto felici per le espansioni del credito perchè queste fanno sembrare che un qualsiasi progetto d'investimento, non importa quanto folle possa sembrare in altre situazioni, possa essere facilmente finanziato a tassi d'interesse veramente bassi. Il denaro creato attraverso l'espansione del credito è usato dagli imprenditori per richiedere fattori di produzione, che impiegano principalmente in industrie di beni capitali situate dal consumo più avanti nel tempo.

Visto che il processo non è stato innescato da un'incremento nei risparmi, nessuna risorsa produttiva è liberata dalle industrie di consumo ed i prezzi delle merci, dei fattori di produzione, dei beni capitali e dei titoli che li rappresentano nel mercato azionario tendono a crescere sostanzialmente e creare una bolla di mercato. Tutti sono felici specialmente perchè sembra che sia possibile incrementare la propria ricchezza molto facilmente senza nessun sacrificio sottoforma di precedente risparmio e lavoro onesto, duro ed individuale.

Il cosidetto circolo virtuoso della nuova economia, in cui le recessioni sembrano essere state eliminate per sempre, imbrogliano tutti gli agenti economici: gli investitori sono molto felici mentre guardano alle quote del mercato azionario che aumentano giorno dopo giorno; le industrie dei beni di consumo sono in grado di vendere sul mercato tutto ciò che hanno ad ogni aumento dei prezzi; i ristoranti sono sempre pieni di lunghe liste d'attesa per prenotare un tavolo; i lavoratori ed i loro sindacati vedono quanto disperatamente gli imprenditori richiedono i loro servizi in un'ambiente di piena occupazione, di aumento di salari ed immigrazione; i leader politici beneficiano da ciò che sembra essere un clima sociale di eccezionale buona economia che vendono come invariabile all'elettorato e come il risultato diretto della loro leadership e delle buone politiche economiche; i burocrati statali sono impressionati di scoprire che ogni anno le entrate pubbliche aumentano a doppia cifra, in particolare i proventi dalle tasse sul valore aggiunto, che, sebbene infine siano pagati dal consumatore finale, sono anticipati dagli imprenditori di quei primi stadi creati da poco ed artificialmente finanziati dall'espansione del credito.

Ma potremmo chiederci, quanto a lungo può durare questa festa? Quanto a lungo può continuare ad esserci un'enorme mancanza di coordinazione tra il comportamento dei consumatori (che non desiderano incrementare i loro risparmi) e quello degli investitori (che aumentano in continuazione i loro investimenti finanziati dalla creazione artificiale di denaro virtuale da parte delle banche e non da risparmi precedenti e genuini dei cittadini)? Quanto a lungo può durare questa illusione secondo cui ognuno può prendere qualsiasi cosa voglia senza nessun sacrificio?

Il mercato senza ostacoli è un processo dinamicamente efficiente (Huerta De Soto 2010a, pp. 1-30). Presto o tardi scopre inevitabilmente (e prova a correggere) i grandi errori commessi. Sei reazioni microeconomiche spontanee si verificano sempre per fermare ed invertire gli effetti negativi della bolla finanziata negli anni dall'espansione artificiale del credito.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


(1). LINK alla Seconda Parte

(2). LINK alla Terza Parte


Nessun commento:

Posta un commento