Bibliografia

sabato 27 novembre 2010

Fiducia in discesa, tassi d'interesse in salita

Appuntamento con Peter Schiff che ci riferisce della situazione finanziaria mondiale. L'ennesima crisi tra le due Coree ha portato ad una ripresa del dollaro: ogni qual volta che c'è una crisi militare gli operatori di borsa comprano dollari, da questo punto di vista il dollaro pare rappresentare una sorta di qualità; quindi se ci sono tensioni e si cerca rifugio, si va sempre verso i dollari. Tutto ciò non migliora l'economia degli Stati Uniti né la situazione del dollaro, ma se le cose dovessero complicarsi e gli Stati Uniti si faranno coinvolgere dovrebbero spendere più denaro a prestito e la cosa non farà bene alla già traballante economia Statunitense. Ma gli operatori di borsa non pensano a lungo termine ma solo al presente, poichè tale ripresa del dollaro svanirà in un qualunque scenario bellico.

Ma non solo, dice Schiff, la ripresa del dollaro è dovuta anche al fatto che esiste una sorta di "concorso di bellezza" tra euro e dollaro, poichè quest'ultimo pare meno brutto agli operatori di borsa dopo il QE2. Nei guai è finito l'euro con il domino dei debiti sovrani: prima l'Irlanda, ora il Portogallo è sotto i riflettori e poi ci sarà anche la Spagna. Il dollaro sta respirando, non perchè è forte ma perchè l'euro sta peggio! Anche se la crisi del debito sovrano non risparmierà gli USA. Perchè proprio ora stanno avendo problemi i paesi Europei? I tassi stanno aumentando. Finchè erano bassi Irlanda e Portogallo non avevano problemi, ma quando l'attenzione si è spostata sul mercato obbligazionaro i costi dei prestiti sono aumentati (per paura del default). Ancora non è accaduto negli USA perchè grazie al QE2 si è tenuto a bada il mercato obbligazionario, ma i tassi d'interesse stanno aumentando lentamente (si guardi al lungo termine ed alla tendenza). Una volta che si intensificherà e si percepiranno gli odori di alti tassi, gli USA si ritroveranno nello stesso casino. Ma non solo per la nazione, anche per i singoli Stati! Si pensi alla California: si lascierà al suo destino o sarà salvata? Entrambe le strade sono deleteree per l'economia nazionale e per la salute del dollaro.

Secondo alcuni però, visto che gli USA possono ricorrere al QE non avranno problemi con l'innalzamento dei tassi d'interesse. In Europa i tassi d'interesse stanno aumentando perchè i creditori temono il default (temono di non riavere i loro soldi indietro), non vogliono prestare e vendono i loro bond. Quindi il QE non è una garanzia di salvezza: solo perchè gli USA non vanno in default non significa che non impongano perdite sui creditori. Le perdite avverranno sottoforma di aumento dell'inflazione, di svalutazione del potere d'acquisto. Ed anche i creditori Statunitensi venderanno i bond quando temeranno il pericolo di inflazione, perchè come per il default non riceveranno indietro i loro soldi.

I problemi Europei sono molti e gravi. Ma una nota positiva viene dalla Germania che è in condizioni migliori degli USA e potrebbe essere in grado di risolvere i grattacapi Europei.

Fin qui il discorso di Schiff fila. Ma da qui in poi vorrei esporre un mio pensiero. Non sono d'accordo con l'ultima parte in cui Schiff incita le persone a mettere i propri soldi in banca, aprire conti correnti in modo da permettere alle stesse di concedere prestiti. Non bisogna dimenticare il sistema a riserva frazionaria che permette alle banche di creare denaro dal nulla; del sistema come è strutturato ora, non ci si potrebbe fidare. In primis, le banche sono utili per la conservazione del capitale e per il risparmio; in secondo luogo, con il meccanismo della riserva frazionaria si espongono ad un rischio molto alto che però viene minimizzato o annullato dall'intervento del governo e delle Banche Centrali (il tutto a spese del contribuente). Stando così le cose, per poter riacquistare fiducia nelle banche, bisognerebbe che nelle stesse venga abolita la riserva frazionaria e di conseguenza l'impossibilità di prestare soldi che non hanno. In questo modo sarebbero costrette a prestare il proprio di capitale. Inoltre il gold standard sarebbe un'ottimo limitatore contro il furto delle banche: infatti alimentando lo spettro del fallimento si creerebbe una situazione in cui la paura di default farebbe rubare il meno possibile alle banche.

Mancando queste condizioni il rischio di perdere i propri soldi o ricadere in un'ulteriore casino economico sarebbe alto. Gli investimenti utili in questi casi sono ormai arcinoti, meglio comprare oro, argento o petrolio. Infatti come leggiamo anche su questo articolo da USEMLAB:

Durante la crisi del 2008, il prezzo dell'argento fu vergognosamente abbattuto (quale splendida occasione d'acquisto!!) scendendo addirittura sotto gli 8 euro l'oncia. A mio avviso quel prezzo, alla luce dei fatti, aveva ancora meno senso dei 4 euro che si pagavano appena 5-6 anni prima.

Ricordo che in quel periodo quando qualcuno mi chiedeva cosa doveva fare nella crisi bancaria, se comprare un appartamento o altro, rispondevo: hai già una casa? si! bene, un'altra non ti serve, l'affitto non ti rende neanche il 5% del costo, comprati una tonnellata d'argento, e mettila al sicuro, quando la crisi arriverà al fondo, con quell'argento ci comprerai una palazzina.





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