Bibliografia

lunedì 29 novembre 2010

Una truffa che non si può rifiutare




di Johnny Cloaca


Se credevate di poter gestire i vostri soldi vi sbagliate di grosso. Infatti le persone sono troppo imbecilli per badare a se stesse e debbono consegnare metà del loro lavoro nelle mani dello Stato, il quale possa poi redistribuirlo equamente (credo di stare abbondando di auto-ironia) in un secondo momento. Redistribuirlo, eh? Forse si manca sempre di dire che la pensione è il più grande schema di Ponzi mai ideato; una truffa in grande stile altro che risparmio. Questa redistribuzione (risate) forzata prevede l'obbligo dei lavoratori di versare parte del loro stipendio nelle casse dello Stato il quale promette di farlo fruttare (doppie risate) e poi redistribuirlo una volta raggiunta una determinata soglia di contributi.

Questa bella farsa tanto per sottolineare che la pensione la pagano quelli che lavorano oggi con i loro contributi. Dov'è il risparmio? Il banco vince, invece. Il sistema è destinato a fallire comunque e le varie riforme sono solo uno stratagemma per far funzionare ancora per un pò lo schema. Ma leggiamo la notizia:

TRENTO (28 novembre) - In carcere per aver omesso di versare 134 euro di contributi Inps. È il rischio che corre un artigiano trentino che, per una micro evasione contributiva, ora rischia di passare il Natale in cella. I suoi avvocati, Marcello Paiar e Andrea Depilati, incaricati tardivamente di seguire il caso, ora stanno cercando una via d'uscita, ma l'operazione non è semplice e neppure breve. Il caso non è frutto di alcun accanimento giudiziario. Forze dell'ordine e magistratura si sono limitati ad applicare la legge e non potevano fare altrimenti. La colpa semmai è dell'arrestato, che non ha dato troppo peso alle notifiche arrivategli a casa, finché i carabinieri non lo hanno accompagnato in carcere.

Che cosa è accaduto? L'uomo, in passato titolare di una ditta individuale, nel 2006 omise un versamento contributivo da 134 euro; omissione che poteva essere sanata con il pagamento e una piccola sanzione. Per qualche ragione, ciò non avvenne e così scattò un procedimento penale. All'inizio di quest'anno l'artigiano venne processato e l'8 febbraio del 2010 fu condannato in contumacia a tre mesi e 300 euro di multa. Non beneficiò della sospensione condizionale, perché aveva subito un'altra condanna simile: un mese per un altro mancato versamento di contributi Inps da 68 euro.

Per quella prima condanna l'uomo, padre di famiglia con moglie e una figlia piccola, aveva intrapreso un percorso di riabilitazione, seguito dall'Ufficio esecuzione pene esterne. Al passaggio in giudicato della seconda condanna, quella a 3 mesi, all'artigiano venne notificato un ordine di esecuzione pena con sospensione di 30 giorni per permettergli di ricorrere al medesimo servizio. L'uomo però, che in quel momento non era seguito da un avvocato, ha erroneamente creduto che gli avvisi si riferissero sempre al primo procedimento per cui era già seguito dall'Ufficio esecuzione. È seguita una telefonata da parte dei carabinieri, che gli dovevano notificare degli atti. Dopo aver salutato moglie e figlia, convinto di dover solo ritirare una carta, ha scoperto in caserma che per lui si stavano aprendo le porte del carcere.

Solo a questo punto è stato chiesto l'intervento di due avvocati di fiducia, che ora potrebbero chiedere al Tribunale di sorveglianza una misura alternativa come gli arresti domiciliari, oppure la temporanea sospensione dell'ordine di esecuzione.


Se non paghi il pizzo finisci in gattabuia. Il monito sbandierato nella piazza della città. Chiunque venga colto a ragionare con la propria testa ed a sistemare il proprio futuro verrà scaraventato in una cella buia ed umida. Altrimenti come si potrebbe sperperare il welfare a cascata? Come si manterrebbe su la baracca del furto legalizzato a mano armata? Se lo sporco denaro fosse lasciato nelle tasche delle persone, scoprirebbero modi largamente più proficui per investire il proprio denaro (investimenti a lungo termine o investimenti in beni che conservano il proprio valore nel tempo) e non si avrebbe più bisogno della mano di mamma Stato, con tanti bei saluti ai pasti gratis.

A proposito di pasti gratis. Certe notizie poi non solo ti lasciano l'amaro in bocca, ma addirittura ti fanno infervorare così tanto che vorresti prendere una mazza da baseball e fracassare l'ultimo regalo di natale ricevuto che non avresti gradito. Quello meglio riciclarlo. Ma notizie come la seguente veramente fanno uscire fuori dai gangheri e ti fanno vergognare di dover sottostare a siffate persone, ignobilmente in malafede e proprietari della tua vita e delle tue proprietà:

Questa mattina ascoltando radio 24 ho scoperto che Antonio Borghesi il 21 Settembre 2010 ha presentato una mozione per ridurre la pensione ai parlamentari, o meglio per rapportarla alla pensione di tutti gli altri lavoratori italiani.

Prima di tutto guardiamo come e’ andata la votazione:

  • Presenti: 525
  • Votanti: 520
  • Astenuti: 5
  • Maggioranza: 261
  • Hanno votato sì: 22
  • Hanno votato no: 498

E quando mai si e’ vista una maggioranza cosi schiacciante.


Capito il gioco? Ora, se volete, potete partire con moccoli e maledizioni.


domenica 28 novembre 2010

L'armonia degli interessi "giustamente compresi"

Leggere Mises prima e dopo i pasti è una buona abitudine. Con questo estratto dall'Azione Umana l'autore si focalizza principalmente su come la competizione biologica sia sostituita da una catallattica quando si lavora (cooperando) per interessi "giustamente compresi". Inoltre fornisce una critica al socialismo interventista, secondo cui una pianificazione centrale delle attività e degli investimenti è possibile e realizzabile (attenzione alla green energy, difatti).
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di Ludwig von Mises

Da tempo immemorabile gli uomini hanno fantasticato sulle felici condizioni che i loro antenati godevano nello "stato di natura" originario. Dai vecchi, miti, favole e poemi, l'immagine di questa felicità primitiva è passata in molte flosofie popolari del diciassettesimo e del diciottesimo secolo. Nel loro linguaggio il termine naturale denotava ciò che era buono e benefico nelle cose umane, mentre il termine civiltà aveva connotato di obbrobrio. La caduta dell'uomo era vista nella deviazione dalle condizioni primitive di età in cui non c'era che una piccola differenza tra l'uomo e gli altri animali. Questi eulogisti romantici del passato affermavano che allora non c'era conflitto tra gli uomini. La pace era indisturbata nel Giardino dell'Eden.

Ma la natura non genera pace e buona volontà. Caratteristica dello "stato di natura" è un conflitto inconciliabile. Ogni esemplare è rivale a tutti gli altri. I mezzi di sussistenza sono scarsi ed insufficienti per tutti. I conflitti non possono mai scomparire. Se una banda di uomini, unita allo scopo di sconfiggere bande rivali, riesce ad annientare i nemici, nuovi antagonismi insorgono tra i vittoriosi sulla distribuzione del bottino. La fonte dei conflitti è sempre il fatto che la porzione di un uomo riduce le porzioni di tutti gli altri uomini. Questo è un dilemma che non permette alcuna soluzione pacifica.

Ciò che rende possibile relazioni amichevoli tra gli esserei umani è la più alta produttività della divisione del lavoro. Essa rimuove i naturali conflitti d'interesse. Perchè dove c'è divisione del lavoro lì non è più una questione di distribuzione di una provvista non suscettibile di aumento. Grazie alla più alta produttività del lavoro eseguito nella divisione dei compiti, la provvista dei beni si moltiplica. Un'interesse comune preminente, la preservazione e l'ulteriore intensificazione della cooperazione sociale, diventa dominante e mette in disuso tutte le collisioni essenziali.

La competizione catallattica si sotituisce alla competizione biologica e lavora per l'armonia degli interessi di tutti i membri della società. La stessa condizione da cui insorgono i conflitti inconciliabili della competizione biologica - cioè, che tutte le persone ambiscano più o meno alle stesse cose - è trasformata in fattore d'armonia di interessi. Poichè molti o addirittura tutti vogliono pane, vestiti, scarpe ed automobili, la produzione su larga scala di questi beni diventa fattibile e riduce i costi della produzione in misura tale da renderli accessibili a bassi prezzi.

Il fatto che i miei simili vogliano acquistare scarpe come me, non mi rende più difficile l'acquisto, ma me lo facilita. Ciò che fa elevare il prezzo delle scarpe è il fatto che la natura non fornisca una provvista più abbondante di pelli ed altri materiali grezzi richiesti, e che si debba sottostare alla disutilità del lavoro per trasformare in scarpe questi materiali grezzi. La competizione catallattica di chi, come me, è desideroso di acquistare scarpe le rende meno care, non più dispendiose.

Questo il significato dell'armonia degli interessi rettamente intesi di tutti i membri della società di mercato.[1]

Quando gli economisti classici facevano questa enunciazione, tentavano di mettere in rilievo due punti:
  1. che ognuno è interessato a preservare la divisione sociale del lavoro, sistema che moltiplica la produttività degli sforzi umani;
  2. che nella società di mercato la domanda dei consumatori decide in definitiva tutte le attività produttive.

Il fatto che non tutti i bisogni umani possano essere soddisfatti non è dovuto ad istituzioni sociali inappropriate o a deficenze del sistema dell'economia di mercato. E' una condizione naturale della vita umana. La credenza che la natura offra all'uomo ricchezze inesauribili e che la miseria sia conseguenza della sua incapacità ad organizzare una buona società è completamente fallace.

Lo "stato di natura" che riformatori ed utopisti descrivevano come paradisiaco era in effetti uno stato di estrema povertà e miseria.

La "povertà", dice Bentham, "non è opera delle leggi, ma condizione primitiva della razza umana".[2]

Anche quelli che stanno alla base della piramide sociale si trovano molto meglio di come sarebbero stati in assenza di cooperazione sociale. Essi pure sono avvantaggiati dal funzionamento dell'economia di mercato e partecipano ai vantaggi della società civile.

I riformatori del diciannovesimo secolo non hanno sradicato la favola cara del paradiso terrestre originale. Friedrich Engels la incorporava nell'esposizione marxista dell'evoluzione sociale dell'umanità. Tuttavia essi non presero più lo stato dell'aurea aetas come modello di ricostruzione economica e sociale. Confutavano la supposta depravazione del capitalismo con la felicità ideale che l'uomo godrà nell'Elysium socialista del futuro. Il modo socialista di produzione abolirà le catene con le quali il capitalismo arresta lo sviluppo delle forze produttive, ed aumenterà la produttività del lavoro e della ricchezza oltre ogni misura. La preservazione della libera impresa e della proprietà privata dei mezzi di produzione favorisce solo una piccola minoranza di sfuttatori parassiti e danneggia l'immensa maggioranza dei lavoratori. Quindi nell'ambito della società di mercato prevale un conflitto inconciliabile tra gli interessi del "capitale" e quelli del "lavoro". Questa lotta di classe può sparire solo se un giusto sistema di organizzazione sociale - socialismo o interventismo - viene sostituito al modo palesemente ingiusto di produzione capitalistica.

Tale è la filosofia quasi universalmente accettata nel nostro tempo. Non fu creata da Marx, sebbene debba la sua popolarità principalmente agli scritti di Marx e dei marxisti. Oggi è portata avanti non solo dai marxisti, ma anche dalla maggior parte di quei partiti che dichiarano con enfasi il loro anti-marxismo e rendono omaggio alla libera impresa. E' la filosofia sociale ufficiale del cattolicesimo romano come del cattolicesimo anglosassone; è sostenuta da molti eminenti assertori delle varie denominazioni protestanti e della chiesa ortodossa orientale. E' una parte essenziale dei principi del fascismo italiano, del nazismo tedesco e di tutte le varietà delle dottrine interventiste. Fu l'ideologia della Sozialpolitik degli Hohenzollerns in Germania e dei realisti francesi tendenti alla restaurazione della casa di Borbone-Orléans, del New Deal del presidente Roosevelt e dei nazionalisti dell'Asia e dell'America Latina. Gli antagonismi fra questi partiti e fazioni si riferiscono ad aspetti accidentali - come il dogma religioso, le istituzioni costituzionali, la politica estera - e, soprattutto, ai tratti caratteristici del sistema sociale da sostituire al capitalismo. Ma tutti sono d'accordo sulla tesi fondamentale che l'esistenza stessa del capitalismo danneggia gli interessi vitali della immensa maggioranza dei lavoratori, artigiani, e piccoli agricoltori. E tutti ne domandano l'abolizione in nome della giustizia sociale.[3]

Tutti gli autori ed i politici socialisti ed interventisti basano la loro analisi e la loro critica dell'economia di mercato su due errori fondamentali. Primo, non sanno riconoscere il carattere speculativo inerente a tutti gli sforzi umani di provvedere alla futura soddisfazione dei bisogni, per esempio il carattere speculativo di tutta l'azione umana. Affermano ingenuamente che non ci sia dubbio sulle misure da applicare per provvedere nel miglior modo possibile ai consumatori. In una comunità socialista non ci sarà bisogno che lo zar della produzione (o ufficio centrale di direzione della produzione) debba speculare. Questi dovrà ricorrere "semplicemente" a quelle misure che sono vantaggiose alle sue guardie.

I sostenitori dell'economia pianificata non si sono mai resi conto che il compito è di provvedere ai bisogni futuri che possono differire da quelli odierni e di impiegare i vari fattori di produzione disponibili nel modo più soddisfacente per questi incerti bisogni futuri. Non si sono resi conto che il problema è di assegnare i fattori di produzione scarsi alle varie branche della produzione in un modo che nessun bisogno considerato più urgente possa rimanere insoddisfatto perchè i fattori di produzione richiesti per la loro soddisfazione erano impiegati, ovvero sprecati, per la soddisfazione di bisogni considerati meno urgenti.

Questo problema economico non deve essere confuso col problema tecnologico. La conoscenza tecnologica può dirci semplicemente che cosa potrebbe essere ottenuto allo stato presente della nostra conoscenza scientifica. Essa non può rispondere alle questioni del come si dovrebbe produrre ed in quale quantità, e quali fra la moltitudine dei processi tecnologici disponibili dovrebbero essere scelti. Confusi dalla loro incapacità di afferrare questo problema essenziale, i sostenitori di una società pianificata credono che lo zar della produzione non sbaglierà mai nelle sue decisioni.

Nell'economia di mercato l'imprenditore ed i capitalisti non possono fare a meno di commettere seri errori perchè non conoscono né ciò di cui i consumatori hanno bisogno, né ciò che i loro concorrenti stanno facendo. Il direttore generale di uno stato socialista sarà infallibile perchè egli solo avrà potere di determinare ciò che dovrebbe essere prodotto e come, perchè nessuna azione altrui si intrometterà nei suoi piani.[4]

Il secondo errore fondamentale insito nella critica socialista dell'economia di mercato scaturisce dalla sua erronea teoria dei salari. Essa non si è resa conto che i salari sono il prezzo pagato per la prestazione dei salariati, ovvero per il contributo dei loro sforzi alla produzione dei beni in qustione o, come dice la gente, per il valore che i loro servizi aggiungono al valore dei materiali. Non importa se a tempo o a cottimo, il datore di lavoro acquista sempre la prestazione ed i servizi del lavoratore, non il suo tempo.

Non è quindi vero che in una libera economia di mercato il lavoratore non abbia particolare interesse all'esecuzione del suo compito. I socialisti sbagliano gravemente affermando che coloro i quali sono pagati ad un certo saggio, orario, giornaliero, settimanale, mensile o annuale, non sono costretti dal loro stesso interesse egoistico se lavorano in modo efficiente. Non sono gli alti ideali ed il senso del dovere a scoraggiare un lavoratore pgato secondo la durata del tempo di lavoro dalla negligenza e dall'ozio, ma argomenti molto sostanziali. Colui che lavora di più e meglio ottiene una paga più alta, e colui che desidera guadagnare di più deve aumentare la quantità e migliorare la qualità della sua prestazione.

Gli incalliti assuntori non sono così creduloni da farsi ingannare da impiegati accidiosi; non sono negligenti come quei governi che pagano salari a schiere di oziosi burocrati. Né i salariati sono così stupidi da non sapere che pigrizia ed inefficienza vengono gravemente penalizzate sul mercato del lavoro.

Sul terreno scosso della loro errata concezione della natura catallattica dei salari, gli autori socialisti hanno avanzato fantasie circa l'aumento della produttività del lavoro da attendersi dalla realizzazione dei loro piani. Sotto il capitalismo, dicono, lo zelo del lavoratore è seriamente compromesso perchè conscio del fatto che non sarà egli stesso a cogliere i frutti del proprio lavoro e che la sua fatica arricchirà semplicemente quel parassita ed ozioso sfruttatore del suo datore di lavoro. Ma sotto il socialismo ogni lavoratore saprà lavorare a vantaggio della società, della quale egli stesso è parte. Questa consapevolezza gli farà da potente incentivo a fare del suo meglio. E ne conseguirà un'enorme aumento della produttività del lavoro e quindi della ricchezza.

Tuttavia l'identificazione degli interessi di ogni lavoratore con quelli della comunità socialista è semplicemente una finzione legalistica e formalistica che non ha nulla a che fare con lo stato reale delle cose. Mentre i sacrifici che un lavoratore individuale fa nell'intensificare la sua prestazione gravano su di lui solamente, solo una frazione infinitesimale del prodotto del suo sforzo addizionale torna a suo vantaggio migliorandone il benessere. Mentre il lavoratore individuale gode completamente dei piaceri che può ottenere cedendo alla tentazione della trascuratezza e della pigrizia, il risultato di una diminuzione del dividendo sociale riduce la sua partecipazione solo in misura infinitesimale.

In siffatto modo socialista di produzione tutti gli incentivi personali che l'egoismo fornisce sotto il capitalismo sono rimossi, e viene premiata la pigrizia e la negligenza. Laddove in una società capitalistica l'egoismo incita tutti alla massima diligenza, in una società socialista essa fomenta inerzia e fiacchezza. I socialisti possono ancora fantasticare sul miracoloso cambiamento che l'avvento del socialismo produrrà nella natura umana, e sulla sostituzione di un grande altruismo all'egoismo meschino. Ma essi non devono più fantasticare sui meravigliosi effetti che l'egoismo di ogni individuo produrrà sotto il socialismo.[5]

Nessun uomo giudizioso può mancare di concludere dall'evidenza di queste considerazioni che nell'economia di mercato la produttività del lavoro è incomparabilmente più alta di quanto sarebbe stato sotto il socialismo. Tuttavia questa nozione non risolve la questione tra i sostenitori del capitalismo e quelli del socialismo da un punto di vista prasseologico, ovvero scientifico.

Un sostenitore in buona fede del socialismo, libero da bigottismo, pregiudizio e malizia, potrebbe ancora obiettare: "Può essere vero che P, reddito netto totale ottenuto in una società di mercato, sia maggiore di p, reddito totale netto ottenuto in una società socialista. Ma se il sistema socialista assegna ad ogni suo membro una porzione uguale di p (cioè p/z = d), tutti coloro il cui reddito nella società di mercato è minore di d sono favoriti dalla sostituzione del socialismo al capitalismo. E può darsi che questo gruppo includa la maggioranza degli uomini. Ad ogni modo diventa evidente che la dottrina dell'armonia degli interessi giustamente compresi di tutti i membri della società di mercato è insostenibile. C'è una classe di uomini i cui interessi sono danneggiati dall'esistenza stessa dell'economia di mercato e che si troverebbe meglio sotto il socialismo".

I liberali oppongono l'inconsistenza di questo ragionamento. Essi credono che p rimarrà tanto al di sotto di P che d sarà più piccolo del reddito che ottengono anche coloro che guadagnano i salari più bassi nella società di mercato. Senza dubbio l'obiezione sollevata dai liberali è ben fondata. Tuttavia la loro confutazione delle pretese socialiste non è basata su considerazioni prasseologiche e quindi manca della forza dell'argomentazione apodittica ed incontestabile inerente alla dimostrazione prasseologica. Essa si basa su un giudizio di rilevanza, l'apprezzamento quantitativo della differenza tra le due grandezze P e p. Nel campo dell'azione umana tale conoscenza quantitativa è ottenuta mediante la comprensione, riguardo alla quale non può essere raggiunto pieno accordo tra gli uomini. Prasseologia, economia e catallattica non servono alla sistemazione dei dissensi concernenti le questioni quantitative.

I sostenitori del socialismo vanno oltre dicendo: "Concesso che ogni individuo sotto il socialismo si troverà peggio del più povero sotto il capitalismo. Tuttavia noi critichiamo l'economia di mercato nonostante il fatto che provveda tutti di una quantità di beni maggiore che il socialismo. Disapproviamo il capitalismo sul terreno etico, come sistema ingiusto ed amorale. Preferiamo il socialismo su una base comunemente detta non economica e prescindiamo dal fatto che esso diminuisca il benessere materiale di ognuno".[6]

Non si può negare che questa altezzosa indifferenza riguardo il benessere materiale sia privilegio riservato agli intellettuali nella torre d'avorio, esclusi dalla realtà, ed agli anacoreti ascetici. Ma ciò che ha reso popolare il socialismo all'immensa maggioranza dei suoi sotenitori fu, al contrario, l'illusione che li avrebbe provveduti di agi maggiori rispetto al capitalismo. Ma comunque sia è ovvio che questo tipo di argomentazione in favore del socialismo non può essere intaccata dal ragionamento liberale concernente la produttività del lavoro.

Se nessun'altra obiezione potesse essere sollevata contro i piani socialisti al di fuori di quella in cui esso ridurrà il tenore di vita di tutti o almeno dell'immensa maggioranza, sarebbe impossibile alla prasseologia pronunciare in giudizio finale. Gli uomini dovrebbero decidere tra capitalismo e socialismo sulla base dei giudizi di valore e di giudizi di rilevanza. Avrebbero da scegliere tra due sistemi come scelgono tra molte altre cose. Nessuna base oggettiva potrebbe essere scoperta per rendere possibile la sistemazione della disputa in maniera da non ammettere contraddizioni e da dover essere accettata da ogni individuo normale. La libertà della scelta e della discrezione di ognuno non darebbe annientata dalla necessità inesorabile.

Tuttavia il vero stato di cose è completamente diverso. L'uomo non può scegliere tra questi due sistemi. La cooperazione umana nel sistema della divisione sociale del lavoro è possibile solo nell'economia di mercato. Il socialismo non è un sistema realizzabile di organizzazione economica della società perchè manca di qualsiasi metodo di calcolo economico. [...]

Accettare questa verità non significa sminuire la consistenza e la forza di convinzione dell'argomento antisocialista derivato dalla riduzione di produttività da aspettarsi sotto il socialismo. Il peso di questa obiezione ai piani socialisti è così rilevante che nessun uomo di giudizio esiterebbe a scegliere il capitalismo. Tuttavia sarebbe ancora una scelta tra sistemi alternativi di organizzazione economica della società, preferenza data ad un sistema rispetto ad un altro.

Ma questa non è l'alternaztiva. Il socialismo non può essere realizzato perchè è al di sopra della capacità umana stabilirlo come sistema sociale. La scelta è tra capitalismo e caos.

Chi sceglie tra un bicchiere di latte ed un bicchiere di cianuro di potassio in soluzione, non sceglie tra due bevande; sceglie tra la vita e la morte. Una società che sceglie tra capitalismo e socialismo non sceglie tra due sistemi sociali; sceglie tra cooperazione sociale e la disintegrazione della società.

Il socialismo non è l'alternativa al capitalismo: è alternativa ad ogni sistema in cui gli uomini possono vivere come esseri umani. Evidenziare questo punto è compito dell'economia come è compito della biologia e della chimica insegnare che il cianuro di potassio non è un nutrimento ma un veleno mortale.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Per interessi "giustamente compresi" potremmo dire interessi "a lungo andare".


[2] Cfr. Bentham, "Principles of Civil Code", in Works, I, 309.


[3] La dottrina ufficiale della chiesa romana è delineata nell'enciclica Quadragesimo Anno del papa Pio XI (1931). La dottrina cattolica anglicana è stata presentata dal defunto William Temple, arcivescovo di Canterbury, nel libro Christianity and the Social Order (Penguin Special, 1942). Rappresentativo delle idee del protestantesimo continentale europeo è il libro di Emil Brunner, Justice and the Social Order, tradotto da M. Hottinger (New York, 1945). Un documento altamente significativo è la sezione su "La Chiesa ed il Disordine della Società" del rapporto preliminare che il Congresso mondiale delle chiese raccomandava nel settembre del 1948 per un'azione appropriata alle 150 diverse denominazioni i cui delegati sono membri del Congresso. Per le idee di Nikola Berdyaew, il più eminente apologeta della ortodossia russa, cfr. i lsuo libro: The Origin of Russian Communism, London, 1937, pp. 217-218 e 225. Si sostiene spesso che una differenza essenziale tra il marxismo e gli altri partiti socialisti ed interventisti deve essere veduta nel fatto che i marxisti sono per la lotta di classe, mentre gli altri partiti considerano la lotta di classe come una conseguenza deplorevole del conflitto inconciliabile degli interessi di classe immanenti al capitalismo e vogliono superarla realizzando le riforme che essi raccomandano. Tuttavia i marxisti non sostengono né amano la lotta di classe di per sé. Per loro la lotta di classe è un bene solo perchè strumento tramite il quale le "forze produttive", quelle forze misteriose che dirigono il corso dell'evoluzione umana, sono tenute a realizzare la società priva di "classi" in cui non ci saranno né classi né conflitti di classe.
specialmente

[4] La confutazione esauriente di questa illusione è data dalla prova dell'impossibilità del calcolo economico nel socialismo. Vedi la parte quinta di questo libro, sotto.


[5] La dottrina confutata nel testo ha trovato il suo più brillante espositore in John Stuart Mill (Principles of Political Economy [People's ed., London, 1867], pp. 126 e succesive). Tuttavia Mill è ricorso a questa dottrina semplicemente per confutare una obiezione sollevata contro il socialismo, ovvero che l'eliminazione dell'incentivo egoistico ridurrebbe la produttività del lavoro. Egli non fu così cieco da affermare che la produttività del lavoro si moltiplicherebbe sotto il socialismo. Per un'analisi ed una confutazione del ragionamento di Mill, cfr. Mises, Socialism, pp. 173-181.


[6] A questo modo di ragionare ricorrevano soprattutto molti eminenti sostenitori del socialismo cristiano. I marxisti solevano raccomandare il socialismo in base al fatto che esso moltiplicherebbe la produttività e darebbe a tutti una ricchezza materiale senza precedenti. Solo successivamente essi hanno cambiato tattica. Dichiarano che il lavoratore Russo è più felice dell'Americano nonostante il fatto che il suo tenore di vita sia molto più basso. La coscienza di vivere in un sistema sociale giusto lo compensa di gran lunga per tutte queste privazioni materiali.



[Questo articolo è un'estratto dal capitolo 24 de
Human Action: The Scholar's Edition ed è letto da Jeff Riggenbach.]

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sabato 27 novembre 2010

Fiducia in discesa, tassi d'interesse in salita

Appuntamento con Peter Schiff che ci riferisce della situazione finanziaria mondiale. L'ennesima crisi tra le due Coree ha portato ad una ripresa del dollaro: ogni qual volta che c'è una crisi militare gli operatori di borsa comprano dollari, da questo punto di vista il dollaro pare rappresentare una sorta di qualità; quindi se ci sono tensioni e si cerca rifugio, si va sempre verso i dollari. Tutto ciò non migliora l'economia degli Stati Uniti né la situazione del dollaro, ma se le cose dovessero complicarsi e gli Stati Uniti si faranno coinvolgere dovrebbero spendere più denaro a prestito e la cosa non farà bene alla già traballante economia Statunitense. Ma gli operatori di borsa non pensano a lungo termine ma solo al presente, poichè tale ripresa del dollaro svanirà in un qualunque scenario bellico.

Ma non solo, dice Schiff, la ripresa del dollaro è dovuta anche al fatto che esiste una sorta di "concorso di bellezza" tra euro e dollaro, poichè quest'ultimo pare meno brutto agli operatori di borsa dopo il QE2. Nei guai è finito l'euro con il domino dei debiti sovrani: prima l'Irlanda, ora il Portogallo è sotto i riflettori e poi ci sarà anche la Spagna. Il dollaro sta respirando, non perchè è forte ma perchè l'euro sta peggio! Anche se la crisi del debito sovrano non risparmierà gli USA. Perchè proprio ora stanno avendo problemi i paesi Europei? I tassi stanno aumentando. Finchè erano bassi Irlanda e Portogallo non avevano problemi, ma quando l'attenzione si è spostata sul mercato obbligazionaro i costi dei prestiti sono aumentati (per paura del default). Ancora non è accaduto negli USA perchè grazie al QE2 si è tenuto a bada il mercato obbligazionario, ma i tassi d'interesse stanno aumentando lentamente (si guardi al lungo termine ed alla tendenza). Una volta che si intensificherà e si percepiranno gli odori di alti tassi, gli USA si ritroveranno nello stesso casino. Ma non solo per la nazione, anche per i singoli Stati! Si pensi alla California: si lascierà al suo destino o sarà salvata? Entrambe le strade sono deleteree per l'economia nazionale e per la salute del dollaro.

Secondo alcuni però, visto che gli USA possono ricorrere al QE non avranno problemi con l'innalzamento dei tassi d'interesse. In Europa i tassi d'interesse stanno aumentando perchè i creditori temono il default (temono di non riavere i loro soldi indietro), non vogliono prestare e vendono i loro bond. Quindi il QE non è una garanzia di salvezza: solo perchè gli USA non vanno in default non significa che non impongano perdite sui creditori. Le perdite avverranno sottoforma di aumento dell'inflazione, di svalutazione del potere d'acquisto. Ed anche i creditori Statunitensi venderanno i bond quando temeranno il pericolo di inflazione, perchè come per il default non riceveranno indietro i loro soldi.

I problemi Europei sono molti e gravi. Ma una nota positiva viene dalla Germania che è in condizioni migliori degli USA e potrebbe essere in grado di risolvere i grattacapi Europei.

Fin qui il discorso di Schiff fila. Ma da qui in poi vorrei esporre un mio pensiero. Non sono d'accordo con l'ultima parte in cui Schiff incita le persone a mettere i propri soldi in banca, aprire conti correnti in modo da permettere alle stesse di concedere prestiti. Non bisogna dimenticare il sistema a riserva frazionaria che permette alle banche di creare denaro dal nulla; del sistema come è strutturato ora, non ci si potrebbe fidare. In primis, le banche sono utili per la conservazione del capitale e per il risparmio; in secondo luogo, con il meccanismo della riserva frazionaria si espongono ad un rischio molto alto che però viene minimizzato o annullato dall'intervento del governo e delle Banche Centrali (il tutto a spese del contribuente). Stando così le cose, per poter riacquistare fiducia nelle banche, bisognerebbe che nelle stesse venga abolita la riserva frazionaria e di conseguenza l'impossibilità di prestare soldi che non hanno. In questo modo sarebbero costrette a prestare il proprio di capitale. Inoltre il gold standard sarebbe un'ottimo limitatore contro il furto delle banche: infatti alimentando lo spettro del fallimento si creerebbe una situazione in cui la paura di default farebbe rubare il meno possibile alle banche.

Mancando queste condizioni il rischio di perdere i propri soldi o ricadere in un'ulteriore casino economico sarebbe alto. Gli investimenti utili in questi casi sono ormai arcinoti, meglio comprare oro, argento o petrolio. Infatti come leggiamo anche su questo articolo da USEMLAB:

Durante la crisi del 2008, il prezzo dell'argento fu vergognosamente abbattuto (quale splendida occasione d'acquisto!!) scendendo addirittura sotto gli 8 euro l'oncia. A mio avviso quel prezzo, alla luce dei fatti, aveva ancora meno senso dei 4 euro che si pagavano appena 5-6 anni prima.

Ricordo che in quel periodo quando qualcuno mi chiedeva cosa doveva fare nella crisi bancaria, se comprare un appartamento o altro, rispondevo: hai già una casa? si! bene, un'altra non ti serve, l'affitto non ti rende neanche il 5% del costo, comprati una tonnellata d'argento, e mettila al sicuro, quando la crisi arriverà al fondo, con quell'argento ci comprerai una palazzina.





"Finanziamento del deficit" ed inflazione


Questo scritto lo ritengo molto prezioso ed una cartina tornasole per coloro che vogliono andare a fondo delle meccaniche dell'inflazione. E soprattutto per capire come è nato il mito de "il governo vi renderà tutti ricchi col finanziamento del deficit".
Questo
articolo è un'estratto da Ludwig von Mises on Money and Inflation: A Synthesis of Several Lectures, redatto da Bettina Bien Greaves. Questa lettura è stata data al Foundation for Economic Education (FEE).
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di Ludwig von Mises & Bettina Bien Greaves

Presumo che voi sappiate come il sistema bancario si sia sviluppato e come le banche hanno potuto migliorare i servizi con l'oro, trasferendo asset da un'individuo ad un altro nei libri delle banche. Quando si studia lo sviluppo della storia del denaro si scoprirà che ci furono paesi in cui c'erano sistemi dove tutti i pagamenti erano fatti con transazioni nei libri della banca, o di diverse banche. Gli individui aprivano un conto in queste banche pagando oro. C'è una quantità d'oro limitata, così i pagamenti che erano fatti sono limitati. Ed era possibile trasferire oro da un conto di un uomo al conto di un altro.

Ma poi il governo ha iniziato qualcosa che posso solo descrivere con parole generiche. Il governo ha iniziato ad emettere carta, che doveva ricoprire il ruolo, o svolgere il servizio, del denaro. Quando le persone compravano qualcosa si aspettavano di ricevere dalla loro banca una certa quantità d'oro per pagare con esso. Ma il governo chiese, Qual'è la differenza se le persone davvero prendono oro o se prendono un titolo dalla banca che consegna loro il diritto di richiedere oro? Sembrerà lo stesso per loro.

Così il governo emetteva cartamoneta, o dava alla banca il privilegio di emettere cartamoneta, che dava al ricevente il diritto di richiedere oro. Ciò portava ad un'aumento nel numero di banconote di carta che davano al portatore il diritto di richiedere oro.

Non tanto tempo fa il nostro governo proclamò un nuovo metodo per rendere tutti ricchi: un metodo chiamato "finanziamento del deficit". Questa è una parola meravigliosa. Sapete, i termini tecnici hanno la cattiva abitudine di non essere capiti dalle persone.

Il governo ed i giornalisti che scrivevano per il governo ci hanno raccontato di questo "finanziamento del deficit". E' stato meraviglioso! Era considerato qualcosa che avrebbe migliorato le condizioni nell'intero paese. Ma se si traducesse ciò in parole più comuni, col linguaggio dell'ignorante, allora si direbbe "stampare moneta". Il governo dice che ciò è solo causa di una mancanza d'istruzione; se si avesse un'istruzione non si direbbe "stampare denaro"; si direbbe invece "finanziamento del deficit" oppure "spesa a deficit".

Che significa questo? Deficit! Ciò vuol dire che il governo spende più di quello che raccoglie dalle tasse e dai prestiti delle persone; vuol dire che il governo spende per tutte quelle cose per cui il governo vuole spendere. Ciò vuol dire inflazione, spingere più denaro sul mercato; non importa per quale fine. E ciò vuol dire ridurre il potere d'acquisto di ogni unità monetaria. Invece di raccogliere denaro che il governo vorrebbe spendere, il governo fabbricherebbe il denaro. Stampare denaro è la cosa più facile. Ogni governo è abbastanza intelligente per farlo.

Se il governo vuole sborsare più denaro rispetto a prima, se vuole comprare più merci per qualche scopo o aumentare i salari degli impiegati di governo, nessuna altra strada gli è aperta in condizioni normali se non quella di raccogliere più tasse ed usare questo incremento di entrate per pagare, per esempio, salari più alti ai suoi impiegati. Il fatto che le persone debbano pagare tasse più alte cosicché il governo possa pagare salari più alti ai suoi impiegati vuol dire che i singoli contribuenti sono forzati a restringere le loro spese.

Questo restringimento di acquisti da parte dei contribuenti annulla l'espansione di acquisti da parte di quelli che ricevono il denaro raccolto dal governo. Così questa semplice contrazione della spesa da parte di qualcuno, in questo caso dai contribuenti ai quali viene preso il denaro per darlo ad altri, non causa un cambiamento generale nei prezzi.

La questione è che l'individuo non può fare nulla nella macchina inflazionaria e nel relativo meccanismo di funzionamento. Ciò è fatto dal governo. Il governo "controlla" l'inflazione. E se il governo si lamenta del fatto che i prezzi stanno salendo e nomina commissioni di uomini acculturati per combattere contro l'inflazione, noi dovremmo soltanto dire "Nessun'altro che tu, governo, causa l'inflazione, lo sai".

Dall'altra parte, se il governo non aumenta le tasse, non incrementa le sue normali entrate, ma stampa una quantità di denaro addizionale e lo distribuisce agli impiegati di governo, compratori addizionali appaiono sul mercato. Il numero di compratori è aumentato come risultato, mentre la quantità di beni offerti per la vendita riamane la stessa. I prezzi necessariamente vanno su, perchè ci sono più persone con più denaro che richiedono merci che non sono aumentate nell'offerta.

Il governo non parla di incremento nella quantità di denaro come "inflazione": chiama "inflazione" il fatto che i prezzi delle merci sono aumentati. Il governo poi chiede, Chi è il responsabile per questa "inflazione", cioè, per i prezzi più alti? La risposta — "cattive" persone; potrebbero non sapere il perchè i prezzi stanno salendo, ma ciò nonostante stanno mentendo chiedendo la ragione dei prezzi alti.

La miglior prova che l'inflazione, l'aumento nella quantità di denaro, è molto negativa è il fatto che coloro che stanno facendo l'inflazione negano sempre, con il più grande fervore, che sono responsabili. "Inflazione?" essi chiedono. "Oh! Questo è quello che voi state facendo, perchè voi state chiedendo per i prezzi più alti. Noi non sappiamo perchè i prezzi stanno salendo. Ci sono persone cattive che stanno facendo salire i prezzi. Ma non il governo!".

Ed il governo dice: "Prezzi più alti? Guardate queste persone, questa corporazione, quest'uomo cattivo, il presidente di questa corporazione..." Anche se il governo incolpasse i sindacati — non voglio parlare dei sindacati — dovremmo riconoscere che i sindacati non possono aumentare la quantità di denaro. E, di conseguenza, tutte le attività dei sindacati sono entro la struttura che è costruita dal governo nell'influenzare la quantità di denaro.

La situazione, la situazione politica, la discussione del problema dell'inflazione, sarebbe molto diversa se le persone che stanno creando l'inflazione, il governo, dicessero apertamente: "Si, lo stiamo facendo. Stiamo creando inflazione. Sfortunatamente dobbiamo spendere di più rispetto a quello per cui le persone sono preparate a pagare in tasse". Ma non dicono ciò. Non dicono nemmeno a nessuno che: "Abbiamo aumentato la quantità di denaro. Stiamo aumentando la quantità di denaro perchè stiamo spendendo sempre di più rispetto a quello che voi ci pagate". E questo ci porta ad un problema che è puramente politico:

Coloro nelle cui tasche va il denaro aggiuntivo approfitta prima della situazione, mentre gli altri sono costretti a restringere le loro spese. Il governo non ammette ciò; non dice: "Abbiamo aumentato la quantità di denaro e, perciò, i prezzi stanno salendo". Il governo inizia a dire: "I prezzi stanno salendo. Perchè? Perchè le persone sono cattive. E' dovere del governo impedire alle persone cattive di causare questo movimento al rialzo dei prezzi, questa inflazione. Chi lo può fare? Il governo!".

Poi il governo dice: "Impediremo lo sciacallaggio e tutte queste cose. Queste persone, gli approfittatori, sono quelli che stanno creando inflazione; loro stanno chiedendo prezzi più alti". Ed il governo elabora "linee guida" per quelli che non desiderano essere nel torto con il governo. Poi aggiunge che ciò è colpa delle "pressioni inflazionistiche". Hanno inventato molti altri termini di cui non ricordo il nome, termini sciocchi, per descrivere questa situazione — "inflazione spinta dai costi", "pressioni inflazionistiche", e così via. Nessuno sa cosa sia una "pressione inflazionistica"; non è mai stata definita.[1] Ciò che è chiaro, è cosa l'inflazione sia.

L'inflazione è un'aggiunta considerevole alla quantità di denaro in circolazione... E questo sistema può funzionare per qualche tempo, ma solo se c'è un qualche potere che restringe il desiderio del governo di espandere la quantità di denaro e sia abbastanza potente da avere successo al riguardo. I mali che sono ammessi dal governo, dai suoi aiutanti, dalle sue commissioni, ecc., sono connessi con questa inflazione, ma non nel modo in cui sono presentati.

Ciò mostra che l'intenzione dei governi... è di nascondere la causa reale di ciò che accade. Se vogliamo avere una moneta che sia accettabile sul mercato come mezzo di scambio, deve essere qualcosa che non può essere aumentato con un profitto da nessuno, sia dal governo che dai cittadini. I peggiori fallimenti della moneta, le peggiori cose fatte alla moneta, non sono state fatte da criminali ma dai governi, che molto spesso dovrebbero essere considerati, in linea di massima, ignotantoni ma non criminali.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Parlando di "pressioni inflazionistiche" e "linee guida" ciò ci riporta agli anni '60. A quel tempo le aziende stavano alzando i prezzi ed i saggi salariali poichè il governo aveva espanso la quantità di denaro della nazione di molto, ed i funzionari del governo provarono a persuadere le aziende private a mantenere gli aumenti dei prezzi e dei saggi salariali al di sotto del 3,2%. Questo era il massimo considerato accettabile "nelle linee guida volontarie [o "indicazioni"] del Presidente per un'impennata dei prezzi e saggi salariali non inflazionistica". Ed il presidente Johnson minacciò un'aumento delle tasse se le "pressioni inflazionistiche" non fossero cessate. Vedi
World Almanac, 1967, pp. 60, 61. - BBG

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venerdì 26 novembre 2010

Il mito di una recessione architettata

All'epoca ricordo che anch'io abboccai all'amo del complotto "ordito da banchieri e speculatori cattivi", ma a mia difesa posso avanzare che ancora non conoscevo la scuola Austriaca ed affrontai la cosa con gli occhi dei media cercando la verità dove c'era solo fumo e nebbia. Con il passare del tempo mi sono avvicinato a questa scuola di pensiero ed ho iniziato a capire le vere meccaniche all'interno del mondo finanziario. Le risposte ci sono e soprattutto c'erano anche prima che il mondo venisse catapultato in questo caos; soltanto che l'ebbrezza del boom distorceva il buon senso ed il criterio, denigrando chiunque avvertisse del pericolo spiegandone perfino le ragioni.
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di Gary North


Ci sono molti miti là fuori, ma tra tutti i recenti miti finanziari che affliggono il movimento conservatore, questo è il più assurdo: "I banchieri hanno architettato la crisi finanziaria del 2008".

A prima vista la teoria sembra fuori di testa. Come è possibile che queste persone hanno beneficiato di enormi perdite finanziarie? Ma quando la si esamina in profondità, sembra anche più svitata.

Perchè i banchieri avrebbero creato una crisi che ha distrutto alcune delle più grandi banche sulla Terra? Wachovia è andata in bancarotta. Era tra le prime cinque banche per i depositi quando è fallita. Anche la Royal Bank of Scotland è andata vicina al fallimento. Come anche la banca anglo-irlandese. Solo i salvataggi da parte del governo hanno salvato quest'ultime.

Quale sarebbe stato il motivo dei banchieri che hanno architettato il panico? Se si è al controllo della sistema politico e bancario, perchè richiamare l'attenzione mondiale alla fragilità del sistema a riserva frazionaria? Non sarebbe un'ottima strategia lasciare che le cose si aggiustino dolcemente? Perchè creare una crisi così grande per cui il Congresso debba intervenire?

La serie di fallimenti delle banche nel 2008 ha richiamato l'attenzione al fatto che i banchieri erano difatti idioti. Sono stati completamente assorbiti dai promotori del debito tossico. Il mercato ipotecario dei subprime era una gigantesca frode. I contratti ad alto grado di leva finanziaria ed a trasferimento rischioso erano ugualmente fraudolenti. Tutti i servizi finanziari sembravano un casinò gestito da imbecilli.

Warren Buffet l'ha detto meglio. Ci sono tre stadi dello sviluppo finanziario. Il primo è lanciato dagli innovatori. Il secondo è esteso dagli imitatori. Il terzo è consolidato dagli idioti. Nel 2008 abbiamo visto cosa gli idioti hanno compiuto.

Niente di ciò è riconosciuto dalla critica conservatrice che proclama: "E' stata una cospirazione. I banchieri hanno architettato la crisi".

Per i conservatori cospirazionisti il cambiamento sociale può essere spiegato come il risultato di una cospirazione. Nel mondo conservatore "loro" controllano tutto. "Loro" prendono le decisioni. La causalità sociale deriva dai piani alti. "Loro" sanno tutto.

I conservatori cospirazionisti condividono con i socialisti ed i comunisti un'enorme fiducia nel potere dell'intelletto per direzionare gli affari della società. Assegnano ad una commissione centrale l'abilità di prevedere il futuro quasi perfettamente, di strutturare le istituzioni sociali per alterare il futuro a loro vantaggio e di rendere effettivi i loro piani, nonostante l'interesse personale di miliardi di attori economici.

Credono in Dio. Questo Dio è la cospirazione.

Tuttavia sono su qualcosa. Ma prima di affrontare ciò, ho bisogno di discutere di un altro aspetto della teoria conservatrice di una crisi finanziaria architettata.


SCUOLA D'ECONOMIA AUSTRIACA

La teoria di una crisi architettata chiama in questione la teoria del ciclo economico di Ludwig von Mises del 1912, la quale è chiamata teoria Austriaca del ciclo economico. Mises insegnò che la causa del ciclo economico è la riserva frazionaria, specialmente in quelle nazioni che hanno banche centrali, la cui funzione è di creare un cartello per banche private. Per prima cosa la banca centrale aumenta la circolazione di moneta facendo aumentare il tasso d'inflazione. Ciò produce un boom. Poi rallenta il tasso di espansione monetaria a causa dell'aumento dei prezzi. Ciò causa la recessione: una ri-determinazione degli asset, specialmente beni di capitale.

La teoria di Mises risolse il problema teorico centrale di tutte le recessioni: perchè gli imprenditori fanno lo stesso errore d'investimento nello stesso momento. Normalmente ci aspettiamo che alcuni imprenditori abbiano successo, ma a spese di altri imprenditori. Alcuni fanno buone previsioni; altri ne fanno di cattive. Alcuni comprano un prodotto finanziario sperando che guadagni. Altri restano a corto. Ciò compensa i piani. Ma non durante una recessione economica: Perchè no?

Mises offrì una risposta: a causa dell'interferenza delle banche centrali con il libero mercato. Abbassa i tassi d'interesse con la creazione di denaro a corso forzoso attraverso l'acquisto di debito del governo. Ciò abbassa i tassi d'interesse a breve termine. Le aziende prendono in prestito per espandersi, a causa di questi bassi tassi d'interessi. Poi, quando appare l'inflazione nei prezzi, la banca centrale inverte la strategia. Rallenta il tasso di debito che acquista. I tassi d'interesse a breve termine aumentano. Le aziende perdono denaro. Tagliano l'espansione. Le bancarotte aumentano.

Questa spiegazione è coerente sia con la teoria economica sia con la storia delle paure finanziarie. Fa ricadere la colpa sulla banca centrale. Per questa ragione questa spiegazione è universalmente rigettata dagli economisti accademici, praticamente tutti quelli che sostengono il sistema bancario centrale, nonostante il fatto che tutte le banche centrali sono monopoli creati dal governo. La funzione degli economisti è di difensori intellettuali del cartello dei banchieri. Rifiutano di applicare la loro teoria dell'inefficienza dei cartelli al sistema bancario centrale.

Si prenda qualsiasi testo d'economia universitario. Si legga il capitolo sul monopolio, l'oligopolio ed i cartelli. I libri di testo dicono che la maggior parte dei cartelli sono di creazione del governo. Il capitolo mostra come i monopoli sono un freno per il commercio. Operano così da arricchire i monopolisti a spese dei consumatori.

Poi si legga il capitolo sulla Federal Reserve. Nessuna delle analisi del primo capitolo è applicata al secondo. Ciò non è casuale. Questo è marketing. Qualsiasi libro di testo con un'analisi Austriaca sul sistema bancario centrale non sarà pubblicato da un'editore mainstream. Non c'è mai stata un'eccezione a questa regola. Date un'occhiata.

Nel campo della teoria economica, gli economisti accademici sostenitori del sistama bancario centrale sono il migliore esempio di come il potere politico, il controllo sul denaro e l'uso di questo denaro per zittire l'ambiente universitario assumendo migliaia di economisti come consiglieri, si siano uniti per castrare un'intera professione.

I soli commentatori accademici che hanno identificato questo sistematico uso di denaro per corrompere l'ambiente universitario sono gli economisti della Scuola Austriaca, i Marxisti e la Nuova Sinistra alleata dei Marxisti. Queste sono frangie di gruppi nell'ambiente accademico. Hanno poca influenza. Non hanno mai avuto molta influenza dentro la gilda accademica.

I conservatori che teorizzano che la crisi del 2008 è stata una crisi architettata, hanno una migliore comprensione del potere del sistema bancario centrale nella politica rispetto a quella degli economisti. Ma la critica fallisce nel capire che i banchieri centrali sono tenuti a freno dalla concorrenza del libero mercato. I banchieri non capiscono o non accettano la teoria di Mises del ciclo economico. Non capiscono la causa e l'effetto monetario. Sono sia Keynesiani o monetaristi della Scuola di Chicago, ed entrambe le scuole d'opinione sono sostenitrici del concetto del sistema bancario centrale. Quindi, non sanno cosa stanno facendo.

Di tanto in tanto le loro politiche producono un panico finanziario ed una recessione. Ma non imparano dall'esperienza. Non vanno in cerca di una nuova teoria per spiegare i fallimenti delle loro politiche. Sono vincolati ad aver fiducia nel governo e nel monopolio autorizzato dal governo, la banca centrale.

Ciò è inconcepibile per i cospirazionisti. La cospirazione è al di sopra della legge – non solo la legge civile, ma anche quella economica. Per i cospirazionisti non c'è nessuna legge economica. C'è solo l'occhio che tutto vede della cospirazione.

Quindi, come hanno fatto i veggenti Austriaci a prevedere la recessione del 2008? Fanno parte della cospirazione? E' stata data loro una dritta da David Rockefeller secondo cui la recessione è stata pianificata ai piani alti?

L'ho vista arrivare e l'ho pubblicato. Ha fatto così anche Peter Schiff. Come l'abbiamo fatto a sapere? Perchè abbiamo letto Mises e Rothbard. Perchè abbiamo creduto in loro. E, nel mio caso, perchè ho sempre predetto la recessione quando è apparsa la curva invertita dei rendimenti. Cos'è? Qualora l'interesse dei buoni del tesoro a 90 giorni è più alto rispetto all'interesse dei buoni del tesoro a 30 giorni, la curva è invertita. Un recessione ne segue sempre. Altri pronosticatori non Austriaci sanno di questa relazione, ma a causa della loro enorme fiducia nel sistema bancario centrale, concludono che: "Questa volta sarà diverso". Non lo è mai.


LE VANTERIE DEGLI INSIDER

Ho detto che i cospirazionisti sono su qualcosa. C'è un gruppo di leader mondiali che prende decisioni per il modo in cui il mondo funziona. La miglior introduzione per questo gruppo è quella del libro di David Rothkopf, "Superclass". Egli è parte del gruppo non per la sua ricchezza, ma per i suoi contatti. Si fidavano di lui per raccontargli la storia in un modo dissimile da quello di Alex Jones: niente megafoni e niente note. Era all'interno e ha lasciato che un pò della storia – la parte che gli era permesso di vedere – uscisse fuori.

Un cospirazionista non crederebbe che gli "addetti ai lavori" permetterebbero a qualunque non credente di entrare nel tempio sacro. Ma il fatto è che lo fanno, e lo hanno fatto.

Circa trent'anni fa Cleon Skousen ingaggiò un ricercatore per produrre una serie di riviste sui più grandi gruppi di "addetti ai lavori" mondiali. Skousen fece loro un'offerta: "Pubblicheremo qualsiasi cosa ci offriate senza commentare". I gruppi lo fecero. Skousen rispettò la sua parte dell'accordo. Pubblicò una serie di relazioni sulla sua rivista, The Freeman Digest, che furono pubblicate dal suo Freeman Institute. Posseggo una serie di queste relazioni. Sono inestimabili. La lista delle organizzazioni coperte è qui.

La serie cessò, Skousen mi informò anni dopo, a causa di una discussione con il suo ricercatore. L'uomo era finalmente penetrato nel tempio sacro: la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI).Gli fu dato accesso a 20,000 documenti. Disse a Skousen che il Freeman Institute avrebbe dovuto scrivere un pezzo critico sulla BRI. Skousen disse di no: un patto è un patto. Così Skousen lo licenziò. Non potè pubblicare ciò che sarebbe stato di gran lunga il più importante pezzo della rivista.

Ecco la storia strabiliante. Il Consiglio degli Affari Esteri ordinò 3,000 copie di questa relazione per renderle disponibili nelle biblioteche del mondo.

Skousen fu l'autore di The Naked Capitalist (1970). Quel libro fu un lungo commento sulle 20 pagine cruciali del libro di Carrol Quigley del 1966, Tragedy and Hope. C'erano pagine in cui egli espose la connessione di gruppi politici di sinistra con gli interessi bancari di Morgan e Rockefeller, tornando indietro fino al 1900. Così Skousen si fece conoscere da questi gruppi. Ma cooperarono. Perchè? Perchè loro volevano che la gente conoscesse parte della loro storia. Skousen scorse la sua opportunità. Avrebbero potuto rivelare molto di più rispetto a quanto egli avrebbe potuto scoprire come un'estraneo. Lo autorizzarono a pubblicare ciò. Ebbe successo.

Vorrei che queste pubblicazioni del The Freedom Digest fossero online. Quasi nessuno nel movimento conservatore le ha mai viste. Se Glenn Beck potesse persuadere il detentore dei copyright a lasciargleli postare, potrebbero ottenere la pubblicità che meritano. Fornirebbero anche delle perle alla squadra di ricerca di Beck.


LA LEGGE DI PARETO

La legge di Pareto fu scoperta da un sociologo-economista Vilfredo Pareto nel tardo diciannovesimo secolo. Studiò la distribuzione della ricchezza nelle varie nazioni europee. Scoprì che questa distribuzione centralizzava la ricchezza. Circa il 20% della popolazione possedeva l'80% del valore del capitale di una nazione. Accadeva ciò per tutte le nazioni.

Se il 20% della popolazione possiede l'80% del valore del capitale della nazione, allora il 4% (il 20% del 20%) possiede il 64% (l'80% dell'80%) del valore del capitale. Questi si dimostrarono essere i fatti. Così circa l'1% della popolazione possiederebbe poco più della metà. Questi si dimostrarono essere i fatti.

La maggior parte degli studi successivi indicano che questa stessa distribuzione si applica ad ogni società studiata. Non importa se i paesi fossero nazioni democratiche (precedenti il 1900), o dove, o socialiste. La stessa distribuzione esiste. Nessuno ha offerto una spiegazione convincente per quello che non si attiene ad alcuna teoria economica o sociale.

Per una recente valutazione della distribuzione della ricchezza negli Stati Uniti, si legga l'articolo di G. William Domhoff, "Wealth, Income, and Power". Ha studiato ciò per circa trent'anni.

I socialisti attaccano la distribuzione della ricchezza diseguale nel capitalismo. Ma qualsiasi volta che i socialisti sono saliti al potere, questa distribuzione non è cambiata. Quindi rifiutano di discutere su Pareto. Al contrario i sostenitori del libero mercato insistono che il capitalismo tende verso il livellamento della ricchezza. Non è stato molto tempo fa. Quindi loro non parlano di Pareto, per niente.

Questa è una svista volontaria. La rappresentazione matematica di Pareto conosciuta come l'ottimalità di Pareto è beneamata dagli economisti dello stato assistenziale. La sua intera rappresentazione è concettualmente difettosa, perchè afferma che la tua scala di valori economici è la stessa della mia e di quella di chiunque altro. Murray Rothbard confutò questa idea nel 1956, ma ancora il teorema di Pareto è considerato come rilevante.

Qualunque volta si legge una relazione sul male della distribuzione della ricchezza nel capitalismo che cita un recente studio su questa disuguaglianza, si può essere certi che non citerà uno studio di nessuna nazione socialista o con alte tasse. L'autore probabilmente non immagina che la distribuzione è normale secondo Pareto. Egli vuole solo persuadere gli elettori ad applicare la sua riforma favorita.

Ciò che è realmente esasperante è che la regola di Pareto del 20-80 si applica a tutti i tipi di statistiche istituzionali che hanno poco a che fare con la distribuzione della ricchezza. Circa il 20% delle forze di polizia fa l'80% degli arresti. Circa il 20% dei sottoscriventi ad una newsletter si re-iscrivono l'anno successivo (quanto noi editori volessimo che fossero l'80%!). Circa il 20% apre una e-letter gratutia (perchè non l'80%?). E così via.

Vorrei sapere il perchè. Se sapessi il perchè, forse potrei trovare un modo di portare l'80% dalla mia parte...almeno finchè non vengo imitato.


NON AGITARE LE ACQUE!

Ciò vuol dire che la distribuzione esistente di ricchezza favorisce la gerarchia esistente. La distribuzione non cambia. La posizione di un'individuo nella gerarchia può cambiare – di solito per il peggio. Dopo tutto, è più facile che la miniera d'oro della vita crolli piuttosto che rimanga in piedi.

Se voi foste all'apice del mucchio – in cima all'1% o forse anche in cima alla ventina – architettereste una crisi?

Pensateci. Se il sistema ti ha reso il capo, perchè rischiereste di far traballare le fondamenta? Perchè agitereste le acque? Perchè coinvolgereste il Congresso nei salvataggi delle più grandi istituzioni?

La teoria della crisi architettata non ha senso, data una teoria cospirazionista dall'alto in basso. Se quelli ai piani alti hanno realmente il controllo, ma possono perderlo, perchè vorrebbero che qualcosa cambiasse? Il cambiamento è il nemico di coloro che stanno ai piani alti.

I cospirazionisti dicono che "loro" lo hanno fatto. "Sono alla ricerca della ricchezza delle persone!" Ma le "persone" non hanno abbastanza ricchezza a cui andare dietro. Le persone nel basso 80% posseggono il 20% della ricchezza.

I cospirazionisti sovrastimano la loro importanza – politicamente, economicamente e socialmente. Pensano che possono cambiare le cose se solo possono esporre i cospiratori. Ma il costo per fare ciò è astronomico. Inoltre l'effetto di tale rivoluzione sarebbe solo un cambiamento delle persone ai piani alti. Le masse non ne beneficierebbero.

Cosa funzionerebbe? La crescita economica. Una singola onda fa rovesciare tutte le navi. La libertà fornisce crescita economica.

Ciò di cui le persone hanno bisogno – "quelle" che si trovano in quel basso 80% – è la libertà. La distribuzione della ricchezza non cambierà. L'etica della ricerca della ricchezza dovrebbe essere questa: "Tu non devi rubare" e non "Tu non devi rubare, eccetto se hai la maggioranza dei votanti".


CONCLUSIONE

Gli "addetti ai lavori" non hanno architettato la crisi economica, in quanto hanno usato il sistema bancario centrale per aumentare il loro progresso, negli Stati Uniti all'inizio del 1914.

Il sistema bancario centrale produce inevitabilmente le crisi. I banchieri centrali tentano di evitare le crisi inflazionando, poi stabilizzando, poi inflazionando, e facendo così creano crisi. Questo è l'insegnamento di Mises. Un'intervento porta ad uno successivo.

Gli "addetti ai lavori" hanno architettato la crisi del 2008 costruendo la macchina difettosa nel 1914. Ora sono intrappolati. Come lo siamo noi.

La macchina monetaria si romperà. L'ordine politico cambierà quando la macchina monetaria si romperà. Ci saranno persone differenti ai vertici una volta che la macchina monetaria sarà stata rimpiazzata. Lavoriamo per fare in modo che la macchina monetaria non sia messa nelle mani di nessuna agenzia di governo. Il Congresso sarebbe peggio della Federal Reserve, contrariamente ad Ellen "ragnatela di debito" Brown e gli altri Populisti che odiano l'oro, i quali definisco spie di false flag.

Queste persone chiedono una "moneta sovrana". Ogni volta che sentite "moneta sovrana" pensate a "dollari di Nancy Pelosi, dollari di Barney Frank e dollari di Obama".

Che sia il libero mercato a scegliere l'unità monetaria. Che i depositanti determinino quali banche debbano sopravvivere e quali debbano perire. In breve, mandate il governo fuori dagli affari del denaro.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


Il vuoto monetario del governo


Forse non ci siamo capiti. Siamo indebitati fino al collo (SIFAC)! E tale debito continua a salire di 2000€ al secondo. Ma guardiamo un pò a questi dati: qualcuno se la passa meglio in barba all'inflazione. Pianificazione? Oh bene, ora manca solo scegliere su quale albero impiccarsi. Ma la colpa è solo dell'UE, eh? Pubblici...stipendi pubblici...qualcosa mi dice che vi rientrano anche i parlamentari. Ed anche le loro pensioni. Ancora più da capogiro è quello che viene sperperato dal governo. Gli USA non differiscono ed il Mogambo Guru ci presenta un'articolo a riguardo. Bè, tutto il mondo è paese, no?
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di Richard Daughty (alias The Mogambo Guru)



Più mi ubriaco, più mi sembra che si lavora come dei muli nel proprio stupido lavoro ogni stupido giorno della propria vita, odiando ogni suo singolo istante, ingiuriando tutte le persone sceme con cui si ha a che fare ogni dannato giorno, ma coraggiosamente ed eroicamente si sopportano le seccature, le noie e le esasperazioni perchè si ha disperatamente bisogno di denaro.

E poi il tuo capo imbecille arriva, quasi dal nulla, e ti sbatte in faccia tutti i tuoi errori, le relazioni sbagliate, le scadenze non ottemperate, le uscite anticipate e perchè hai portato un putter ed una pallina da golf a lavoro cosicché potessi giocare durante l'orario d'ufficio, al che tu neghi urlando: "E' una bugia! E' una grande stramaledetta bugia! Se stessi giocando, starei molto meglio di come sto ora! E se fossi davvero bravo col putter, giocherei molto di più a golf ed allora non mi vedresti per giorni! Ma eccomi qui che lavoro al mio stupido impiego, evidenza che non sto giocando durante l'orario d'ufficio!"

E così, tragicamente, si sopporta tutto ciò, perchè ancora hai bisogno di soldi, una circostanza accennata in un paragrafo precedente in cui anche lì avevo bisogno di denaro; uno strumento che ti mostra letteralmente che ci possono essere molte variabili nell'universo, ma il bisogno di denaro è in realtà una costante.

E' curioso che nonostante quanto uno lavora, si hanno sempre meno soldi alla fine del mese. E' oltraggioso! E si vuole sapere da dove i soldi sono arrivati! "Hey" gridi "Qualcuno mi sta fregando i soldi!".

Molto probabilmente è colpa della moglie e dei figli che spendono il mio denaro in frivolezze, per esempio, andando al cinema quando hanno una stupenda TV a casa dove possono guardare film gratis, invece di spillarmi denaro.

Oppure quando vanno a mangiare al ristorante invece di tornare a casa e mangiare cibo che ha, devo ammetterlo, superato la sua data di scadenza; ma la perdita della sua freschezza, del gusto e della nutrizione è più che compensato dal risparmo che si somma quando si paga a basso prezzo questo tipo di cibo, il quale può anche essere preso gratuitamente se lo si pesca dai cassonetti.

Personalmente non non lo mangio, ovviamente, ma dovrebbe essere abbastanza buono per gli adolescenti e se non lo gradiscono allora possono benissimo trovarsi un lavoro e comprarsi il loro cibo!

Giustamente irritato ed arrabbiato per tutte queste scemenze finanziarie, stavo per uscire di casa per rimproverare mia moglie ed i miei figli per essere così ingiustificatamente dissipatori, per comprare assurdamente qualsiasi cosa stessero comprando con la quale stavano prosciugando il mio portafoglio, quando è accaduto che ho visto la ragione reale per cui il mio denaro stava scomparendo scritta su un'articolo del The Washington Times: "Non Possiamo Permetterci Questo Governo".

Senza dubbio ciò era stato scatenato dall'annuncio dell'Americans for Tax Reform secondo cui "l'Americano medio lavora 231 giorni solo per sostenere il governo, che consuma il 63,41% delle entrate nazionali". Yow! Il governo consuma i 2/3 delle entrate! Siamo dannatamente fregati!

Ancora più terrificante, il costo del governo sta mostruosamente, esponenzialmente, catastroficamente aumentando "solo due anni fa il Cost of Government Day è arrivato straordinariamente 34 giorni prima", il che è un'amuento delle tasse per il 17,3% in due anni! Ed ora l'amministrazione Obama vuole aumentare le tasse anche di più! Siamo dannatamente fregati!

Molto di ciò è dovuto, come USA Today ha riportato il 10 agosto ed il The Washington Times ci ricorda, al fatto che "le paghe ed i benefici per impiegato ora sono in media più del doppio di quelli privati: 123,049$ contro 61,051$".

Un'effetto inaspettatto ed interessante è che "i salari federali nell'ultimo decennio hanno battuto gli altri sull'inflazione del 33%".

Ora, mentre ci si arrabbia vedendo la disparità di entrate tra i dorati schiavi pubblici ed i loro padroni impoveriti, è peggio di così perchè ho notato che questo guadagno del 33% dei lavoratori federali è solo la parte che era di più dell'inflazione, la quale era, secondo il Bureau of Labor Statistics, al 27%, quindi i salari federali sono saliti del 60% in 10 anni! Dannatamente I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E (DI)! E' sorprendente che loro facciano solo il doppio rispetto a quello che facciamo noi del settore privato!

Immaginate quanto avrebbero fatto bene questi impiegati pubblici se avessero investito il loro denaro secondo i dettami della Fantastica Teoria del Mogambo sul Portafoglio (FTMP) ed investito tuto in oro, argento e petrolio! Sarebbero tutti multi-milionari.

Questo prova solo che comprare oro, argento e petrolio, secondo l'immortale FTMP, non è solo immensamente proficuo, ma è anche facile! Ovvero "Whee! Questa cosa dell'investire è semplice!".


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


giovedì 25 novembre 2010

La questione della riserva frazionaria -- UPDATED

Per completare il discorso dell'altro ieri sulla riserva frazionaria è necessario e fondamentale integrarlo con questo video, una lezione tenuta da Douglas French al Mises Institute. Sommariamente presenta lo stesso esempio ideato da Murphy, articolandolo un pò di più; aggiungendo più passaggi nei vari prestiti ed includendo il ruolo della FED (la quale stampando soldi dal nulla compra i titoli del governo dalle banche). Ovvero il cartello delle banche tenuto in piedi dalla banca centrale.

Vorrei che i lettori si focalizzassero sui grafici presentati dal minuto 20:00 in poi. Il primo riguarda la massa monetaria, la FED stimola le politiche monetarie ed attraverso ciò il sistema bancario prende potere con il prestito (come si è notato nel meccanismo della riserva frazionaria) e la massa monetaria aumenta. Le implicazioni per tutto ciò sono abbastanza chiare nel grafico mostrato al minuto 21:00. Il dito punta su un periodo preciso, gli anni settanta dove Nixon taglia ufficialmente tutti i legami che ancora il denaro condivideva con l'oro e potete vedere da voi le conseguenze: un vertiginoso aumento della massa monetaria (tra un susseguirsi di piccoli cicli di recessione e boom dovuti a questa creazione di denaro legata ai conti bancari). Al minuto 22:02 il grafico mostra la storia dei valori delle case, il mercato immobiliare è decollato verso la fine degli anni '90, ha avuto un picco nel 2006 e poi tutti sapete cosa è successo nel 2008. Ma tutto ciò corrisponde in generale alla crescita monetaria Statunitense; ha avuto un boom non solo nelle azioni ma anche nel valore delle case, i quali successivamente sono crollati miseramente. Al minuto 22:54 viene presentato il grafico delle proprietà commerciali, le quali hanno avuto la stessa sorte dei valori delle case del grafico precedente; decollate nel 2001, picco nel 2007 e poi sono crollate. Anche i destini di queste proprietà sono stati segnati dalla crescita della massa monetaria.

Molto importante il grafico successivo (minuto 23:36). Si potrebbe pensare che la crescita dei depositi bancari era dovuta al fatto che le persone stessero risparmiando denaro...ed invece no. Il grafico mostra il tasso del risparmio negli Stati Uniti che era quasi a zero durante il picco del mercato delle proprietà; quando c'è stato il boom, quando c'era l'enorme crescita della massa monetaria, il tasso del risparmio precipitava...le persone non stavano risparmiando nulla!
Tutto il denaro che circolava nelle azioni, tutto il denaro che circolava nel mercato immobiliare, non era guidato dai risparmi (per esempio, persone che ritardano i consumi ed investono in asset) ma dalla crescita della massa monetaria (ovvero, dalla crascita di depositi bancari nelle banche guidati a loro volta dal prestito-facile). Ed infine il grafico al minuto 24:49 mostra il totale dei prestiti nelle banche: decollo nel 1997, picco nel 2007 e successiva discesa; il tutto non guidato dai risparmi ma dalla creazione di denaro attraverso le banche che concedevano prestiti.

Ma ci si potrebbe domandare, "Chi se ne importa? Finchè i salari salgono...". Certo, ma all'aumentare della massa monetaria anche l'inflazione aumenta e coloro che ricevono i salari sono uno degli ultimi anelli e quindi ne risentono di più del potere drenante di questa tassa occulta (ci sarà tempo di parlarne in uno dei prossimi post, nds). L'ultimo grafico (minuto 27:41) riguarda la storia dei vari cicli di boom & bust dal 1700 fino ai giorni nostri. Da notare come dal 1971 questi periodi si sono accorciati tra di loro, una serie continue di crisi direttamente legate al moderno sistema bancario, al denaro creato, al meccanismo del prestito ecc. E finchè avremo questo sistema valutario vivremo una serie di boom & bust che possono impoverire molto la popolazione.





Che c'è di sbagliato nel mercato del lavoro?

E' la domanda che tutto il globo si sta facendo ora come ora. Sta facendo arrovellare i bulloni traballanti della mente di Bernanke (e non solo lui), per trovare un modo di abbassare il tasso di disoccupazione. Finora ha fallito su tutti i fronti (e fallirà ancora di più se sfodererà l'arma inflazionistica). Come lui anche l'Europa. Rockwell, invece, ci fornisce una soluzione chiara e testata per la reale ripresa del mercato del lavoro, giustamente (purtroppo) in stallo.
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di Llewellyn H. Rockwell, Jr.

Il terribile mercato del lavoro ha tormentato un'intera generazione. Non mostra speranze di miglioramento in tempi brevi. I giovani sono ostacolati. Gli universitari si rifugiano in immatricolazioni senza fine. Altri dormono nelle cantine o nelle mansarde dei loro genitori. La disperazione per il futuro è diventata il tema principale della vita Americana.

La domanda che dobbiamo porci è: perchè la disoccupazione è impantanata al 10% e per alcuni demografici potrebbe finire al 30%?

La risposta usuale è che l'economia non si sta riprendendo. E' vero ma in superficie; non spiega nulla. Abbiamo un problema di tipo specifico con il mercato del lavoro. Vederlo solo come un sintomo della lenta crescita è una scusa per politici e banchieri centrali per ricorrere a sconsiderate strategie nel nome dell'aggiustamento del grande problema senza avere basi reali.

Alcuni nuovi dati riportati dal Wall Street Journal ci aiutano ad andare al nocciolo del problema nel maggiore dettaglio. Nell'attuale panorama, che il National Bureau of Economic Research (NBER) ridicolmente chiama ripresa, le imprese avviate a creare lavoro non sono riuscite a rimanere aperte.

Comparate con le conseguenze di altre recessioni, le nuove aziende non stanno assumendo come una volta facevano. Il numero di compagnie con almeno un'impiegato continua a cadere ad un tasso che non si era visto in 18 anni. Ognuno parla di ripresa, ma i conti non tornano. I nuovi lavori nelle nuove compagnie stanno comparendo ad un tasso minore del 15% rispetto all'ultima ripresa.

Cerchiamo di capire cosa sta accadendo qui. Nei periodi di boom le compagnie tendono ad espandersi in ogni area, specialmente nel loro personale. La disoccupazione è sempre una caratteristica del bust perchè le aziende tagliano i lavori e si aspettano una maggiore efficienza e produttività dal personale rimanente. Molte aziende chiudono e perdono tutti gli impiegati.

Mentre i lavoratori una volta non avevano problemi a trovare lavoro ed a fissare il loro prezzo, ora c'è un'eccedenza di lavoratori ed una scarsità di lavoro, almeno ai salari che i disoccupati stanno chiedendo.

Ciò che di solito rimedia a queste lacune sono le nuove aziende. In tempi di ripresa gli imprenditori avviano nuovi progetti ed ingaggiano lavoratori disoccupati per inserirli nel personale. I disoccupati sono spesso disponibili a lavorare per meno e sono disponibili ad imparare nuove competenze in rapporto all'ambiente del nuovo business. Queste nuove imprese diventano la sorgente principale per la crescita economica ed aumentano gli standard di vita.

Senza nuove aziende non ci sarebbe nessuna crescita del lavoro. Nell'economia post-bust sono queste nuove aziende che sono responsabili dell'assorbimento di questo lavoro in eccesso. Ciò perchè le vecchie ed ampie aziende non sono disponibili a prendersi il rischio di assumere nuovi impiegati e si sono già adeguate al mondo degli affari con quel poco che gli resta.

Finchè queste aziende non compaiono, la disoccupazione resterà praticamente persistente. E ciò è esattamente quello che sta accadendo ora. E così ora che abbiamo una migliore idea delle meccaniche dell'alto tasso di disoccupazione, abbiamo una migliore idea di quali domande porre e come risolvere il problema.

Dove sono queste nuove aziende e perchè non si palesano come ci si potrebbe aspettare?

Analizziamo le risposte.

Le nuove aziende hanno bisogno di un ambiente stabile ed una radiosa prospettiva per il futuro. Mancano entrambe. La presunta ripresa è stata affondata in ogni modo possibile: nazionalizzazioni, cattivo debito spazzato sotto il tappeto, creazione di denaro da parte della FED, lavori creati per aiutare l'economia pagati dai contribuenti. Nessuno crede realmente a tutte queste sciocchezze. La domanda non è se la ripresa è fasulla; è invece: cosa è reale e cosa non lo è? Nessuno lo sa di sicuro.

A differenza di ogni tentativo della FED di fornire oceani di credito, le banche sono ancora estremamente riluttanti a prestare quando se il ripagamento non avverrà e i rischi del prestito sono estremamente alti. Ciò vuol dire che le potenziali nuove aziende debbono accumulare i loro stesso capitale da un capitale sociale massicciamente svuotato.

Guardando a questi rischi ha molto più senso assumere lavoratori non oltre il contratto temporaneo. Si consideri la tassa sulla busta paga, il più grande fardello sia sugli impiegati sia sui datori di lavori. Nessuna delle due parti ne beneficia. E' una vera rapina che aumenta ampiamente il costo dell'assunzione.

Il problema delle regolamentazioni sanitarie è molto sentito. Gli impiegati che si aspettano questi benefici stanno per la maggior parte scegliendo tra ottenerli e prendere un lavoro. Ma per certe aziende e sotto certe condizioni, sono inevitabili ed impagabili.

Le tasse sulle imprese sono tutte troppo alte e probabilmente aumenteranno. Le regolamentazioni su tutte le imprese in ogni settore di vita si sono intensificate per decenni. Nessuna industria ne è libera. Perfino settori precedentemente al limite come quello dei software stanno diventando posti legali per brevetti, protezioni e paurose regolamentazioni.

Il salario minimo è troppo alto per incoraggiare la nuova crescita del lavoro tra le aziende. E dati tutti gli ordini legali ed i potenziali progetti di legge, ognuno sa che una volta che si assumono impiegati si è abbastanza legati a loro per un bel periodo di tempo. Si possono tastare le acque. Ma si deve essere sicuri. E nessuno è sicuro.

Le imprese traggono profitto in un'ambiente libero. Ma l'impresa non è più libera in nessuna area. Nei periodi di boom, le conseguenze sono meno ovvie. Nel bust la selva delle regolamentazioni, le tasse, gli ordini e le minacce legislative, tutto ciò diventa decisivo in un modo che prima non era.

Nessuno di questi problemi è all'interno del ciclo economico. Sono tutti imposti dal governo. Lo stesso problema ha afflitto l'economia durante la Grande Depressione, ma una volta passata la bufera la stessa pianificazione centrale fu imposta nuovamente. Ora è diverso: la vecchia pianificazione centrale ci sta uccidendo giorno dopo giorno, anche senza regolamentazioni eclatanti.

Potrebbe essere tutto cambiato. Il Congresso, il presidente e le corti potrebbero invertire tutto domani stesso, ripristinando un'ambiente di libertà e di libera impresa. Il lavoro si riprenderebbe immediatamente. La speranza ritornerebbe in un paio di settimane e mesi. L'economia si riprenderebbe genuinamente.

Cosa impedisce a tutto ciò di accadere? La mancanza di una volontà politica e l'insaziabile desiderio dello Stato di continuare a mangiare a spese della nostra libertà e della nostra proprietà.

Non è complicato. Lo Stato sta vivendo come un parassita sul nostro standard di vita e sulle nostre speranze per il futuro. Deve morire, se vogliamo vivere bene di nuovo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


mercoledì 24 novembre 2010

Zombie...mangia...tuo...cervello




di Johnny Cloaca


Ora per completare il quadro "carta da cesso nel mio bagno" ecco prontamente un'articolo di Vicenc Navarro che, nonostante il palese fallimento prossimo venturo della moneta di carta colorata, va per campi spargendo socialismo e difesa dei più deboli. Qualcuno sta diventando necrofilo, altro che salvataggi qui stanno mantenendo in vita degli zombie. Molto pericolosi gli zombie, ti mangiano il cervello (o te lo corrodono, dipende dai casi). Ma vediamo cosa questo arcimago della creazione di palle e cartaccia riesce a manipolare spudoratamente la realtà. Ordunque leggiamo:

"Stiamo vivendo un attacco frontale all’Europa Sociale. La sopravvivenza del benessere dei paesi appartenenti all’Unione Europea (e, soprattutto, dei paesi dell’Eurozona) è minacciata a causa dello sviluppo delle politiche di austerità applicate alla spesa pubblica sociale, come parte di una strategia di riduzione dei deficit e dei debiti pubblici di tali paesi. La lista dei paesi e dei tagli è lunga. Spagna e Italia stanno tagliando, rispettivamente, 15 e 25 miliardi di euro del loro bilancio. Il Portogallo sta abbassando il suo deficit per ridurlo al 3% del PIL nel 2013, con tagli equivalenti al 6% del PIL in tre anni. In Grecia il taglio è ancora più ingente: il 10% in tre anni. In Germania, la cancelliera Merkel ha deciso, già nel 2009, di eliminare completamente il deficit entro il 2016, tagliando 10 miliardi di euro l’anno. In Francia sta succedendo lo stesso, sotto la direzione del governo Sarkozy. Paese per paese, i tagli sono molto alti e generalizzati."
Che stiamo vivendo un'attacco questo è sicuro, che si tratta di un'attacco di "stampante acuto" questo anche è sicuro. Ma anche suddetti tagli non sono sufficienti, ormai nell'aria si respira socialismo e rischi di ritrovarti qualche corteo sotto casa che ti accusa di voler affamare il mondo. Meglio le bandiere che prendere un libro su cui sbattere la testa e capire dove, come, quando e perchè, te lo hanno messo in culo senza preavviso. La mandria scende, pascola ed annuisce. L'oppio socialista crea dipendenza ed è difficile smettere di usufruirne. Vi dò una dritta: MISES (di materiale su questo sito ce n'è a iosa). Ora tutto questo discorso di Navarro porterà ad una sola conclusione (prevedibili come sempre i Keynesiani): alzare le tasse (o crearne di nuove) per ridurre il deficit di Stato.


"Queste riduzioni, senza precedenti nell’Unione Europea, si stanno attuando con il presupposto che la diminuzione del deficit sia una condizione indispensabile affinché avvenga la ripresa economica e si dia un nuovo impulso alla crescita. Si pensa che la bassissima crescita che abbiamo visto finora (la media nei paesi dell’Eurozona è stata soltanto dell’1% all’anno dal 2001) sia dovuta al fatto che c’è carenza di denaro nel settore privato, come conseguenza dell’eccessiva spesa pubblica. Inoltre, ci viene detto che questa carenza fa salire il costo del denaro (cioè, aumentare gli interessi bancari) e aumentare l’inflazione. Da qui la necessità di ridurre il deficit e la spesa pubblica."
Vedo una luce in fondo al tunnel....


"Il problema con questa convinzione (basata più sulla fede che su prove concrete) è che ognuna di queste ipotesi è sbagliata".
Accidenti era un treno!


"Inoltre è facile dimostrarlo. Uno dei paesi che ha più ridotto il suo deficit nell’UE è stato l’Irlanda. Questi tagli hanno fatto sì che il suo PIL collassasse, facendolo scendere, niente meno che di un 9% l’anno. Mai un paese aveva visto, dal collasso degli USA all’inizio del XX secolo, durante la Grande Depressione, un collasso tanto elevato del proprio PIL. Certamente questo ha determinato il conseguente aumento del deficit pubblico, mostrando, ancora una volta, che il miglior modo per ridurre il deficit non è ridurre la spesa pubblica, bensì aumentare la crescita economica. Qualcosa di simile è successo in Grecia, dove la riduzione del deficit imposta dal F.M.I. ha portato a un collasso del PIL (che si calcola arriverà ad essere del 20%)."
Cosa ha dimostrato? Cosa? E' stato semplice perchè nulla ha dimostrato. Forse perchè il 9% non è sufficiente a ripianare i disastri creati dall'ebbrezza del boom. Ma non solo, ha la soluzione a portata di mano: la crescita economica! Come? Più avanti vedremo la brillante idea.


"Che questo accada non dovrebbe stupire, poiché l’enorme recessione, che può diventare depressione, è dovuta a un problema di domanda, conseguenza dell’enorme polarizzazione del reddito, con diminuzione dei redditi da lavoro (e conseguente calo della massa salariale su percentuale del reddito nazionale). Tale calo dei redditi da lavoro ha costretto le famiglie a un tremendo indebitamento che, al collassare del credito, risultato della crisi finanziaria, crea un enorme problema della domanda, che deve sostituirsi rapidamente con la domanda creata dalla spesa pubblica."
Keynes! Aiuto, Keynes è resuscitato! Infatti questa perla è dovuta al fatto che secondo Navarro lo Stato dovrebbe spendere (a deficit, ovviamente) per aumentare la domanda, la quale aumenterà la produzione e tutti vivremo a "Spassolandia". Gli incubi soggiungono quando l'aumento della massa monetaria crea inflazione e la cura sarebbe la tassazione per tamponare in qualche modo il casino creato durante il periodo di magra o di scarso investimento. Il collassare del credito è risultato della crisi finanziaria??? Gli alieni credo lo abbiano rapito e s'è perso il fatto che le banche hanno giocato molto sul prestito-facile grazie alla riserva frazionaria. Ma qualcuno ha contratto debiti che non poteva ripagare, quindi...


"Ridurre la spesa pubblica invece che aumentarla è un suicidio, non solo per l’Europa, ma per l’economia mondiale. Da qui le dure critiche alle politiche di austerità seguite nell’Unione Europea, da parte dei dirigenti della politica economica statunitense, come il Direttore del Consiglio Economico Nazionale dell’Amministrazione Obama, il Sig. Larry Summers, e il Segretario al Tesoro, il Sig. Timothy Geithner (l’equivalente del Ministro dell’Economia e delle Finanze in Italia)."
Summer è lo stesso che spinge Bernanke a chiamare "spinta delle entrate" l'inflazione. Oppure Geithner, che insieme a Bernanke, sta disperatamente provando a ristorare il tasso di crescita dell'economia. Brancolano nel buio. L'economia è chiaramente al collasso. Il sistema bancario è trincerato in se stesso. I banchieri sanno che i loro bilanci sono mantenuti da semplici pressioni di pulsanti. Rifiutano di prestare perchè ormai non si fidano più delle altre banche.


"Ma, peggiorando ancora di più la situazione, i poteri finanziari, diretti dalla Banca Centrale Europea, stanno favorendo l’incremento degli interessi bancari per la fine del 2010, e si oppongono anche a creare più liquidità (cioè a stampare denaro) con la scusa che così facendo potrebbe aumentare l’inflazione, ignorando che il più grande problema dell’Europa è la deflazione, il contrario dell’inflazione. Ognuno di questi interventi manterrà l’UE e l’Eurozona nella Grande Recessione. E, nel peggiore dei casi, porteranno alla Grande Depressione."
Vediamo cos'è la deflazione e a chi giova: LINK & LINK. Con ciò in mente, vediamo che il sapientone di turno vuole spronare lo Stato a drenare e spennare il piu possibile i polli attraverso questa tassa occulta (l'inflazione). Una scusa perfetta per sparare la cazzata del: "Guardate le tasse, non sono state alzate!".


"Tali cambi proporzionerebbero allo stato ingenti risorse, che dovrebbero essere investite sia in aree sociali e fisiche, in modo da generare lavoro, sia in aree produttive (ad esempio, nuove forme di energia e di trasporti), tutte attività, queste, che stimolerebbero la crescita economica che, a sua volta, farebbe diminuire il deficit e il debito pubblico".
Eccola la crescita economica paventata da Navarro: ficcare la testa in un altro boom artificiale potenziato dallo Stato a suon di incentivi. Così ricominciamo per bene con i cicli di boom e bust, eh? Pagliaccio! Pagliaccio! Ed ancora pagliaccio!


"Queste misure dovrebbero essere integrate con cambi radicali del sistema finanziario, con una ridefinizione degli obiettivi di tale sistema, dando priorità a quelli utili all’economia e non solo ai banchieri e agli azionisti. Dovrebbe essere recuperato il concetto di servizi finanziari, con la creazione di banche pubbliche, ridefinendo le funzioni della BCE per convertirla in una Banca Centrale (quale oggi non è), al posto di essere una lobby della Banca."
Il coro canta all'unisono queste stupidaggini mastodontiche. Ed è colpa (parzialmente) di questi figuri se le persone fanno fatica a capire la realtà fumosa che viene loro spacciata come inquivocabile. O peggio se se ne disinteressano. Ma poi chi stracazzo ha creato la Banca Centrale, eh? Mia nonna? Dove finiscono la maggior parte dei suoi utili, eh? Perchè non discutiamo della riserva frazionaria, eh? Santoddio! "Convertire la BCE in Banca Centrale". Fate giocare quest'uomo al Monopoli, per favore!


"Come tale, la BCE, dovrebbe rispondere al governo e al parlamento europeo (così come accade con altre banche centrali, come la Federal Reserve Board negli USA e la Banca Centrale del Giappone), con la responsabilità di aiutare gli stati e l’UE a sviluppare le loro politiche economiche (includendo l’acquisto del debito pubblico, restituendo gli interessi ai paesi debitori). Una misura immediata sarebbe la stampa di denaro in quantità molto più elevate di quanto non faccia adesso. La BCE non ha avuto nessuna esitazione a stampare milioni e milioni di euro per salvare le banche europee. E allora dovrebbe fare lo stesso adesso per salvare i paesi dell’Eurozona."
Tanto vale farsi saltare le cervella. E comunque questo ci fa capire una volta per tutte che se si vuole (per evitare crisi cicliche) dare il controllo dell'economia e la possibilità allo Stato di stampare cartaccia (o alla Banca Centrale di turno), sarebbe come se si mandasse la povera vergine in un vicolo buio nelle grinfie di altri stupratori, solo perchè non si vuole che venga stuprata nella strada principale. La FED deve pregare il cielo che le riserve in eccesso non inizino a gironzolare per il paese, altrimenti non ci metterebbe nulla a finire a gambe all'aria. Ma il tempo dei pasti gratis è finito ormai. Non si è capito che il denaro esiste solo come contropartita di un valore reale, infatti quando le persone hanno potuto scegliere liberamente cosa utilizzare come merce per gli scambi hanno quasi tutti scelto oro (o altri metalli preziosi). Bisogna essere davvero ritardati per non capire questo; e soprattutto perchè tali metalli erano rari e perchè per mantenere l'attuale sistema di rapina c'è bisogno di leggi (corso legale). Qualcuno si prenda la briga di spiegarlo anche a Krugman ed alla Brown.


"Il pericolo dell’inflazione non è immediato. Da qui l’urgenza di questo tipo di intervento, poiché il maggior rischio è quello della deflazione, non quello dell’inflazione."
Tanto l'inflazione la risentono gli "ultimi della classe", quindi che ce ne fotte. Peccato che gli ultimi della classe siano propro le persone che percepiscono gli stipendi. Ma mi raccomando, tutti a gridare con il sindacato di turno: "Aumentiamo gli stipendi". E Napolitano se la ride dall'alto della sua lauta pensione.


"Ma oltre a queste misure, è importante e urgente operare cambi sostanziali nell’ordinamento del capitale finanziario e dei suoi mercati. Sarebbe opportuno disincentivare le attività finanziare speculative, tassando le transazioni a corto termine (Tobin Tax). George Irvin ha calcolato che una tassa di un euro per ogni mille di transazione genererebbe 220 miliardi di euro l’anno, più del doppio del bilancio attuale dell’UE."
Toh! Quasi non ci speravo più. La redistribuzione tassativa. Inoltre date un'occhiata qui, tanto per essere chiari.


"La risposta dipende dal cambio di mentalità delle sinistre che governano nell’UE, arenate finora nel territorio neoliberale."
E già, lo Stato è tanto buono che vuole renderci tutti ricchi ma per colpa di certi cattivoni non è capace di farlo. Certo ragazzi, che sparare palle di tale calibro...bè, ce ne vuole di coraggio.


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Note


Fonte delle citazioni: LINK


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