Sull'onda crescente dei media cavalca nuovamente l'allarme terrorismo. Ennesimo false flag? Ennessima operazione militare camuffata e spacciata per qualcos'altro? Qualsiasi cosa sia adempie al suo compito: tenere sotto scacco la popolazione che si consegna nelle mani sicure dello Stato, suo protettore. Come la guerra (sia per la popolazione attaccata che per quella attaccante), anche il terrorismo è un'ottimo sistema di controllo. Come piegare un'individuo, quindi? Facendolo soffrire[1]...soprattutto psicologicamente.
Avevo intenzione di scrivere qualcosa sul nuovo allarme terrorismo, ma Robert Wenzel mi ha anticipato con un tagliente articolo. Scrive sul suo blog:
"Il Dipartimento di Stato ha emanato un'avviso per gli americani che viaggeranno in Europa, qui sotto c'è una traduzione non censurata che rimuove la correttezza politica e la sudicia copertura dell'avviso ufficiale:
Quest'estate abbiamo torturato [2] uno sbarbato musulmano della Germania. In un tempo piuttosto da record ci ha avvertito di possibili attacchi in Europa, non siamo sicuri che ci abbia detto la verità o stava inventando tutto solo per non essere più torturato. Solo per essere sicuri l'abbiamo torturato un altro pò, sfortunatamente lo abbiamo ucciso e la notizia è circolata.
Prima della sua morte ci ha fornito, comunque, un nome di un membro di Al-Qaida che conosceva i dettagli specifici del piano. Spiacevolmente per un altro colpo di sfortuna, abbiamo ucciso quell'uomo una settimana prima durante l'attacco di un drone.
Così a questo punto abbiamo solo questo: un'attacco terrorista potrebbe o non potrebbe accadere, da qualche parte.
Non saremo in grado di proteggervi oltre questa informazione, così vi suggeriamo di stare in altre aree dove non vi possiamo proteggere, come ad esempio il centro di Detroit di notte o il distretto di Tenderloin di San Francisco di notte.
In altre parole, se siete circondati da terroristi che vi sparano rannichiatevi e copritevi".
Sogni d'oro, ora. Pensa a tutto lo Stato, no?
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Note
[1] Lo diceva anche Winston Smith no?
[2] Con tortura l'articolo originale intende il waterboarding, ovvero il tenere un prigioniero in una posizione con i piedi rialzati rispetto alla testa, legato a una tavola, con il volto coperto da un pezzo di tessuto: in queste condizioni, viene fatta scorrere acqua su bocca e naso per dare la sensazione di essere sul punto di affogare.
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